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Autore: TheIrishKiss    12/09/2015    0 recensioni
Esistono molti tipi di favole.
Ognuno di noi ne conosce almeno una.
C'è quella dove una sguattera perde la scarpetta di cristallo, quella dove una sirena decide di rinunciare alla voce per poter camminare e quella dove una bambina avventurosa finisce nella pancia del lupo per aver portato le focaccie alla nonna..
Ma cosa succede se in una di esse.. mettiamo un trent'enne giocatore d'azzardo dalla vita alquanto scombussolata.. e una bambina di cinque anni??!
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno del processo ero terribilmente agitato.

E avevo tutti i motivi per esserlo.

Quello era il giorno più importante della mia vita.

Ero così tanto in ansia che non riuscivo a smettere di tormentarmi le mani una contro l'altra, battendo contemporaneamente un piede sul pavimento mentre sedevo su una delle sedie del corridoio del tribunale.

La cravatta mi stringeva talmente tanto il collo che facevo quasi fatica a respirare.

Il mio sguardo cadde sui pantaloni del completo elegante che indossavo.

Era la prima volta che mettevo una cosa del genere.

Il giorno prima Grace Black mi aveva accompagnato ai grandi magazzini per trovare qualcosa che mi desse un aria “presentabile” e alla fine avevamo trovato quel vecchio abito di un inguardabile color marrone che però era l'unico che potesse andarmi bene e per mancanza di alternative ero stato costretto ad indossarlo.

Non sembravo nemmeno più io, se non fosse stato per le scarpe da ginnastica sporche di terra. Ma, infondo, l'obbiettivo era proprio questo.

Dimostrare al giudice che non ero più l'uomo di prima e che sarei stato in grado di prendermi cura della mia bambina.

Cercai di prendere fiato e mi portai una mano a pettinarmi i capelli, che Grace Black mi aveva consigliato di portare pettinati all'indietro perché davano un aria più elegante, quando sentì alcuni passi nel corridoio.

Mi alzai di scatto quando la vidi camminare verso di me con al suo fianco un uomo alto stretto in un vestito grigio.

Anche lei era molto elegante. Indossava una camicetta bianca sopra dei pantaloni neri con il fondo largo e portava i capelli come sempre legati in una coda ordinata.

Quando mi raggiunse mi mostrò un leggero sorriso per poi indicarmi l'uomo di fianco a lei.

- Charlie, questo è il tuo avvocato..-.

    Ovviamente non potevo permettermi un “vero” avvocato, per cui me ne avevano affidato uno di ufficio.

    Lo guardai per un attimo, dubbioso.

Era completamente pelato e con la testa di una strana forma ovale.

Era davvero quello l'uomo che mi avrebbe permesso di riavere mia figlia??

Dio, Mio.. che il cielo me la mandi buona!” pensai mentre gli stringevo la mano per poi tornare a guardare Grace.

- Bene.. - disse lei – Direi che possiamo andare..-.

    A quelle parole sentii la necessità di prendere fiato.

- Ok..-.

- Mi raccomando, Charlie, parla solo quando ti è richiesto e affidati al tuo avvocato - si raccomandò guardandomi negli occhi – Vedrai che andrà tutto bene..-.

    Annuì respirando ancora una volta profondamente e mi apprestai a seguirla all'interno della sala.

    Superammo le sedie vuote e Grace si fermò nella seconda file per lasciare modo a me e al mio avvocato di prendere posto davanti a lei.

    Lanciai un occhiata verso l'altra parte e rividi il viso serio di Arsen Covington.

    Notai con sorpresa che non aveva un avvocato ma poi mi ricordai che quello non era uno di quei processi che mi era capitato di vedere in tv.

    Quella era tutta un altra cosa. Quella era la realtà.

    L'avvocato mi fece cenno di alzarmi in piedi quando la porta dietro l'enorme bancone si aprì e apparve il giudice.

    Mi stupì nel vedere che si trattasse di una donna.

    Attendemmo in silenzio che il giudice prendesse posto e dopo essersi sistemata sulla sedia , diede un secco colpo di martelletto per dare il via all'udienza.

    - Si inizi il processo.. Charles Lorence Bauman contro la contea di Providence per l'affidamento di Madline Tomas..- disse con la sua voce sonora - Si faccia entrare la minore..-.

    Trattenni il fiato mentre la porta si apriva un altra volta e non riuscì a trattenermi dal sorridere quando la vidi mettere piede in aula.

    Erano passati più di venti giorni senza io avessi potuto vederla.

    Sembrava essere già cresciuta.

    Fece qualche passo nell'aula poi sollevò lo sguardo e mi vide.

- Papà!! - esclamò mentre il suo volto si illuminava.

    Non riuscii a trattenermi e scattai in piedi.

    - Principessa! -.

- Signor Bauman! Si rimetta seduto! - mi apostrofò l'avvocato mentre il giudice mi lanciava un occhiataccia.

- Mi scusi, signor giudice.. è solo che..-.

- Signor Bauman le ho detto di rimettersi seduto!! - esclamò perentorio l'avvocato - E parli solo quando glielo dico io! -.

    Gli lanciai un occhiata e alzando le mani come gesto di scusa mi affrettai a fare quello che mi aveva detto, consapevole di non essere partito proprio con il piede giusto.

Una guardia fece prendere posto a Maddy in una delle sedie della giuria e il giudice prese di nuovo parola.

- Cedo la parola al vice procuratore Covington..-.

- La ringrazio, signor giudice - disse lui alzandosi in piedi - Sono certo che convenga con me che per il bene della minore sia giusto terminare questo processo il prima possibile..-.

    Abbassò lo sguardo sui fogli che teneva in mano poi alzò di nuovo lo sguardo.

- Ed è sempre il bene della minore che affermo con convinzione che il Signor Bauman non è assolutamente idoneo ad ottenere il suo affidamento! -.

    Dovetti mordermi le labbra per evitare di insultarlo e in quel modo perdere qualsiasi possibilità di vittoria.

Cercai di prendere fiato e strinsi con le mani i poggioli della sedia mentre lui continuava il suo discorso.

- Il signor Bauman è un uomo la quale vita si può definire altamente disprezzabile, solito al gioco d'azzardo, alle scommesse e ad uno stile di vita totalmente frivolo e ignobile - disse - Durante i mesi in cui è stato il tutore temporaneo della minore ha tenuto completamente all'oscuro gli assistenti sociali della sua situazione personale, mettendo così a rischio l'incolumità della bambina..-.

    Fece una breve pausa per poi continuare.

- Non ci sentiamo inoltre di escludere atti di alta negligenza e possibile violenza da parte della controporte..-.

- Eh no! Questo non è vero! - esclamai alzandomi di scatto.

Non potevo rimanere lì in silenzio un altro minuto di più mentre quel verme mi accusava di cose che non avevo mai fatto!

- Io non ho mai alzato un dito contro la bambina!! -.

- Signor Bauman!! - esclamò l'avvocato

- Ma stai zitto, testa d'uovo!! - lo apostrofai mentre il suono del martelletto mi fece girare verso il giudice.

- Signor Bauman è pregato di..-.

- Mi scusi, signor giudice..- la interruppi - Ma mi permetta di dire una cosa..-

    La guardai negli occhi e lei, dopo averci pensato un attimo, annuì dandomi il permesso di parlare.

- La ringrazio.. - dissi abbassando per un attimo lo sguardo.

Ora toccava a me.

Avevo solo un occasione.

Presi fiato prima di iniziare il discorso più importante della mia vita.

- Il vice procuratore Covington potrebbe continuare per tutta la giornata a dirle cose a mio sfavore, e la maggior parte della accuse che mi farebbe sarebbero vere.. - ammisi - Ho fatto molti errori in passato, è vero, non posso negarlo..-.

    Tornai a guardarla negli occhi.

- E fino a poco tempo fa avevo uno stile di vita decisamente discutibile, anche su questo c'è poco da obbiettare..-.

Mi portai una mano al petto.

- Ma tutti fanno degli errori..- dissi - Io, il signor Covington, persino lei, signor giudice, anche a lei sarà capitato di fare degli errori.. e io ne ho fatti molti, anzi ne ho fatti moltissimi..-.

Abbassai lo sguardo.

- C'è solo una cosa bella che ho fatto il tutto la mia vita..-.

    E fu allora che mi voltai verso Maddy che mi guardava seduta su una delle sedie stringendo al petto il suo orsacchiotto.

Le sorrisi.

- Ed è quella bambina..-.

    Tornai a guardare il giudice.

    - Io non sapevo nulla di lei fino a qualche mese fa, quando è arrivata nella mia vita all'improvviso e io mi sono ritrovato a dover essere un padre..- dissi - E forse non sono stato e non sarò mai un padre perfetto, e, se mi permette, non credo nemmeno che esista qualcuno che possa esserlo, ma solo l'unico che lei abbia..-.

    La guardai negli occhi.

- Per cui, signor giudice, la prego, mi dia una seconda possibilità! Farò di tutto, tutto ciò che è umanamente possibile per il bene di quella bambina..-.

    Presi fiato.

    - L'unica cosa che voglio è riportarla a casa con me..- dissi - Solo questo..-.

Per qualche secondo in quell'aula di tribunale scese il silenzio prima che la giudice decidesse che era giunto per lei il momento di uscire a deliberare.

    Rimasi in un tempo infinito seduto su quella sedia a pensare se il mio discorso fosse servito a qualcosa mentre l'avvocato mi guardava in cagnesco, un po' per non essere stato al “protocollo” e un po' per il modo in cui lo avevo chiamato, forse un po' più per la seconda cosa. Poi all'improvviso vidi la porta riaprirsi.

Mi alzai in piedi mentre il giudice faceva di nuovo il suo ingresso e prendeva posto sulla sua poltrona.

Mi lanciò un occhiata prima di iniziare a parlare.

- Ho preso atto di entrambe le testimonianze e le ragioni di entrambi le parti..- iniziò - E dopo averci pensato attentamente, è stato deciso che, per il suo bene, la minore debba..-.

    Quella pausa fu la più lunga a cui ebbi modo di assistere.

    Inconsciamente chiusi gli occhi e li riaprì solo quando la sentì pronunciare quelle parole.

- Rimanere con il padre..-.

    Spalancai la bocca incredulo.

Era vero??! Avevo capito bene??!

- L'affidamento della minore viene concesso di nuovo alla tutela di Charles Lorence Bauman -.

    Nell'esatto istante in cui il martelletto sancì la decisione del giudice, scattai in piedi sollevando le braccia in aria.

- Siiii!!!! -.

    Ce l'avevo fatta! Non riuscivo a crederci!
    Non ero mai stato più felice in vita mia.

Sentì la voce di Grace Black chiamarmi.

- Charlie! - mi voltai e la vidi raggiungermi sorridendo - Te l'avevo detto che ce l'avresti fatta! -.

    La guardai per un attimo negli occhi e non riuscì a fermarmi!

    La strinsi a me e le scoccai un lungo bacio sulle labbra.

Quando mi staccai scoppiai a ridere e lei mi guardò incredula, con le guance completamente in fiamme, e poi scoppiò a ridere a sua volta.

- Papà!! -.

    Mi guardai intorno, cercandola e la vidi correre verso di me.

Ci volle solo un istante per farci ritrovare.

La sollevai e finalmente potei stringerla tra le mie braccia.

Non riuscivo più a smettere di sorridere.

Finalmente era finita!

Ora sì che ero davvero felice!

   
 
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