Un Azzurro più chiaro del Cielo
Oscurità, buio,
tenebra, nero.
Io vedo solo
questo: una notte perenne.
Luce... è una parola troppo lontana per
me
anche perchè qui,
non c'è né nemmeno un piccolo spiraglio.
Mi limito a
vivere in questo luogo dimenticato,
dove solo il
rumore delle gocce dell'acqua
mi fa
compagnia.
Ci sono rocce
ovunque e tanto freddo...
tanto
freddo.
So solo che le
mie ali proteggono il mio corpo
dall'aria
pungente e dall'acqua gelida,
Perchè qui non
c'è la benchè minima ombra di calore...
C'è solo il nulla
più assoluto.
Nonostante tutti
i suoi difetti,
questo posto... è
tutto per me.
La mia casa,
la mia
famiglia,
ma soprattutto è
lui che mi ha dato alla luce.
Anche se
personalmente,
vivere
quest'esistenza così immutabile e palese,
è solo una lenta
agonia,
che ahimè, non avrà mia fine.
Spesso mi chiedo:
“Chi ha detto che
il sole è fonte di vita...
Chi ha detto che
buio è sinonimo di morte...
Perchè chi nasce
nelle tenebre, brama così tanto la luce.”
Ma ci sono altri quesiti che pullulano nella mia
mente:
“Io chi
sono?
Che cosa
sono?
Perchè sono
qui?
A
che cosa serve la mia esistenza?”
A dire il vero...
nessuno può
rispondere con certezza a queste domande,
tanto meno
io.
Il tintinnio delle stille che cadono sulla nuda
roccia,
non c'è altro
suono che regna sovrano
oltre ai miei
pensieri
e
poi...
tutto tace.
Il silenzio, la
quiete, cullano il mio essere
regalandomi un
grande ed infinito senso di pace.
Ma in un attimo
tutto s'infrange:
Sento...
un flebile
battito d'ali,
probabilmente,
qualche animaletto che viene qui a riposare.
Eppure...
si fa sempre più
vicino,
sempre più
forte.
Di solito, i
figli della notte non si spingono mai sino al profondo di questo
luogo,
perchè sentono la
mia presenza.
Ma allora...
perchè continua ad avanzare?
Si avvicina
sempre più
e non ne capisco
il motivo.
Lo temo,
ho paura,
mi sento come minacciata.
Di nuovo tutto
tace, proprio come prima e mi rassicuro,
tirando un sospiro di sollievo.
Ma tutt'un
tratto, il buio che mi avvolge si dirada
e dinanzi ai miei
occhi semi chiusi dal bagliore accecante,
si staglia una
figura completamente diversa da me...
ma così simile
per le ali.
Mi rannicchio per
sottrarmi a quei raggi chiari emanati dal suo corpo
proteggendomi
ulteriormente con le ali
rimanendo, così, in uno stato di buio
apparente...
Devo ammetterlo non sono affatto abituata alla luce.
-Chi
sei?-
-Mi chiamo
Raidho, sono il custode delle dimensioni.- si presenta.
-Capisco...-
-Con chi ho il
piacere di parlare?- mi domanda.
-Non lo so! Io
non ho un nome!-
-Coma mai?-
m'interroga.
-Non lo
so!-
-Perchè ti trovi
in questo luogo e soprattutto perchè non mi guardi?- mi
chiede.
-Sei così
sfolgorante... non riesco a guardarti! I miei occhi sono abituati alle tenebre
che regnano qui.-
-Scusami! Però
non hai risposto alla mia domanda...- mi fa notare.
-Quale?-
-Da quanto tempo
sei qui?- me la ripropone.
-Da quando sono
nata!-
-Quando?- mi
chiede di nuovo.
-Quando la grotta
mia ha creato.-
-Ti ha creato la grotta?- domanda allibito.
-Si.-
Ma che cosa vuole da me?
Mi riempie
ininterrottamente di domande a cui non so dare
risposta,
sembra lo faccia
apposta:
cosa vuole che ne
sappia di quando la grotta mi ha creato, di quando sono nata, se c'era qualcuno
con me...
Non lo so! È
l'unica cosa che posso dirgli.
Infondo nelle
tenebre più fitte non puoi vedere nemmeno te stesso,
desideri solo una
cosa:
Qualcuno che ti
tenda la mano e che ti porti via...
Altro...
La luce si
espande rapidamente
e la intravedo
nonostante le piume che proteggono
la mia vista così
sensibile.
Metto le braccia
accanto al viso,
per evitare quel
chiarore.
L'unica cosa che
intravedo, a fatica, è una mano tesa verso di me:
inizialmente,
esito...
tremo...
e infine, con un
pizzico d'indugio l'afferro.
La luce
s'intensifica, avvolgendoci entrambi...
per poi
trasportaci chissà dove...
chissà
quando...
in una meta a me
sconosciuta.
Tengo lo sguardo
serrato...
una profonda sensazione di terrore mi
pervade
ho paura...
non voglio
aprirli.
-Stai tranquilla
non ti farò del male!- dice la voce di Raidho.
-Stare...
tranquilla... mi spiace ma non ci riesco...-
-Non temere, sono
venuto qui per aiutarti.- aggiunge con tono pacato.
-Per aiutare
me?-
-Si.- afferma sereno.
Rincuorata da
quelle parole
lentamente lascio
schiudere i miei occhi
mettendo a fuoco
l'immagine che ho davanti:
è simile a me per
le ali,
ma ha un corpo
completamente diverso dal mio
avvolto da non so
quale piuma.
Mi osserva rosso in volto e non ne capisco
il motivo.
Solo un
attimo.
Solo un gesto
fulmineo e mi ritrovo tra le sue braccia.
-Ma... ma
cosa?-
-Scusami, ma sei
troppo carina!- mi confessa con un sussurro.
-Carina? Che
significa?-
-Che sei bella.-
mi spiega.
-Non capisco! Io
non so come sono fisicamente, so solo che i miei capelli sono lunghi e morbidi,
la mia pelle è liscia e il mio corpo sinuoso e le mie piume sono
soffici.-
-Vuoi sapere cosa
vedo?- mi propone.
Annuisco senza
paura...
-Vedo... un corpo
scolpito a regola d'arte con delle forme sinuose, una pelle candida e serica al
tocco, un viso dolce dai lineamenti gentili, un sorriso radioso, degli ingenui e
stupendi occhi azzurri e infine dei lunghi capelli violetti...- mi descrive
minuziosamente.
-Davvero?-
Uno schiocco di
dita.
Un semplice
schiocco di dita
e dal nulla
appare uno strano oggetto, che riflette le immagini,
non so cosa
sia... ha una forma curiosa... ma non saprei come
descriverla.
-Che
cos'è?-
-E' uno
specchio!- m'informa.
-Uno
specchio?-
-Non ne hai mai
visto uno?- mi chiede perplesso.
-No!-
-Ah, è vero!
Perchè non lasci riflettere la tua immagine nello specchio.- mi
propone.
-La mia
immagine...-
-Si... almeno vedrai che ti ho detto la verità.- conclude
lui.
Mi porto davanti
allo specchio
e
vedo un'immagine radiosa...
Quella sarei io?
Si sono
io.
Tutte le parole
di Raidho si sono rivelate veritiere,
anche se ancora
non capisco cosa sia quello strano tipo di piuma ce lo avvolge,
io non ce
l'ho.
Lo guardo di
sfuggita con la coda dell'occhio ed è ancora rosso in volto, nel
vedermi.
-Senti ma perchè
sei rosso in viso?-
-Ehm... ecco...
perchè sei completamente nuda...- mi rivela, assumendo sempre più
colorito.
Lo guardo
inclinando il volto verso destra,
con occhi
spaesati e, a questo mio gesto,
arrossisce ancor
di più, per poi coprirmi con un manto liscissimo,
che si adatta
perfettamente alla mia persona.
-Ma che
cos'è?-
-E' un vestito, serve per coprire il corpo...- mi rende
partecipe Raidho.
Posa una mano sul
mio viso accarezzandolo dolcemente,
con estrema
delicatezza,
un tocco così
piacevole, che mi fa sfuggire questa domanda:
-Ma perchè sei
venuto proprio in questo posto?-
-Perchè questo
luogo immerso ed intriso di tenebre è il risultato di tutti i pensieri negativi
delle persone. Pura insoddisfazione e solitudine che hanno distorto le
dimensioni, però come abbia fatto a crearti non lo so... forse non voleva essere
solo anche lui...- mi spiega.
-Può darsi...-
Avverto uno
strano brivido.
Mi volto nella
direzione opposta
rispetto a quella
in cui mi trovo e vedo il luogo della mia nascita,
della mia
infanzia,
della mia giovinezza...
Che scompare a
poco a poco.
si dirada
lentamente... senza darmi il tempo di dire nulla.
-Perchè?-
-Ha assolto il
suo compito.- dice Raidho.
-Come?-
-Ti ha dato alla
luce e ti ha cresciuto, ma non voleva che anche tu fossi triste e infelice come
lo era stato lui. Ha atteso con pazienza che qualcuno ti portasse via da lì, per
portare in giro la luce della speranza...- mi rivela.
-La
speranza?-
-Si, la speranza.
Un piccolo barlume che rischiara i
cuori dalle tenebre... tu sei nata proprio per questo.-
aggiunge.
-Davvero?-
-Si. Ora però devo darti un nome... non posso chiamarti
“Ehi” per sempre, non sarebbe educato.- mi dice scherzoso.
Sorrido,
mentre lui si
mette in una strana posa,
per
meditare...
-Ho trovato!-
afferma.
-Si?-
-Certo! Da oggi
di chiamerai Xeris!- mi attribuisce, sorridendo.
-Xeris? Che
significa?-
-Nella lingua del
mio mondo, significa: Un azzurro più chiaro del cielo. E per la speranza
è più che appropriato.- mi mette al corrente.
Di nuovo, posa
una mano sul mio viso accarezzandolo delicatamente,
per poi
avvicinarlo al suo.
Un fugace
incontro fra le nostre labbra...
fugace, ma allo
stesso tempo dolce...
una sensazione
mai provata prima d'oggi.
-Sai... credo che
le tenebre ora saranno felici...- mormora il guardiano delle
dimensioni.
-Si...-
-Perchè la loro
protetta, d'ora in poi, darà al prossimo la speranza per un futuro migliore, di
una vita senza solitudine... proprio com'era il loro desiderio più recondito.
Che solo ora... ho capito.-
-Già...-
Questa è la
risposta ad uno dei miei quesiti...
non 'è vero che
il buio è sinonimo di morte...
tutt'altro!
Nel mio caso... è fonte
la vita.
Questa
ff si è classificata sesta al Contest “L'ombra... e
l'Angelo” indetto da Eylis.
Ringrazio
infinitamente l'organizzatrice nonché giudice per
l'opportunità datami.
Spero
piaccia anche a voi.
Un bacione Shurei