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Autore: shurei    08/02/2009    8 recensioni
“Chi ha detto che il sole è fonte di vita...
Chi ha detto che buio è sinonimo di morte...
Perchè chi nasce nelle tenebre, brama così tanto la luce.”
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Azzurro più chiaro del Cielo







Oscurità, buio, tenebra, nero.
Io vedo solo questo: una notte perenne.
Luce... è una parola troppo lontana per me
anche perchè qui, non c'è né nemmeno un piccolo spiraglio.
Mi limito a vivere in questo luogo dimenticato,
dove solo il rumore delle gocce dell'acqua
mi fa compagnia.
Ci sono rocce ovunque e tanto freddo...
tanto freddo.
So solo che le mie ali proteggono il mio corpo
dall'aria pungente e dall'acqua gelida,
Perchè qui non c'è la benchè minima ombra di calore...
C'è solo il nulla più assoluto.

Nonostante tutti i suoi difetti,
questo posto... è tutto per me.
La mia casa,
la mia famiglia,
ma soprattutto è lui che mi ha dato alla luce.
Anche se personalmente,
vivere quest'esistenza così immutabile e palese,
è solo una lenta agonia,
che ahimè, non avrà mia fine.

Spesso mi chiedo:
“Chi ha detto che il sole è fonte di vita...
Chi ha detto che buio è sinonimo di morte...
Perchè chi nasce nelle tenebre, brama così tanto la luce.”

Ma ci sono altri quesiti che pullulano nella mia mente:
“Io chi sono?
Che cosa sono?
Perchè sono qui?
A che cosa serve la mia esistenza?”

A dire il vero...
nessuno può rispondere con certezza a queste domande,
tanto meno io.

Il tintinnio delle stille che cadono sulla nuda roccia,
non c'è altro suono che regna sovrano
oltre ai miei pensieri
e poi...
tutto tace.

Il silenzio, la quiete, cullano il mio essere
regalandomi un grande ed infinito senso di pace.
Ma in un attimo tutto s'infrange:
Sento...
un flebile battito d'ali,
probabilmente, qualche animaletto che viene qui a riposare.
Eppure...
si fa sempre più vicino,
sempre più forte.
Di solito, i figli della notte non si spingono mai sino al profondo di questo luogo,
perchè sentono la mia presenza.
Ma allora... perchè continua ad avanzare?
Si avvicina sempre più
e non ne capisco il motivo.
Lo temo,
ho paura,
mi sento come minacciata.

Di nuovo tutto tace, proprio come prima e mi rassicuro,
tirando un sospiro di sollievo.

Ma tutt'un tratto, il buio che mi avvolge si dirada
e dinanzi ai miei occhi semi chiusi dal bagliore accecante,
si staglia una figura completamente diversa da me...
ma così simile per le ali.
Mi rannicchio per sottrarmi a quei raggi chiari emanati dal suo corpo
proteggendomi ulteriormente con le ali
rimanendo, così, in uno stato di buio apparente...

Devo ammetterlo non sono affatto abituata alla luce.

-Chi sei?-
-Mi chiamo Raidho, sono il custode delle dimensioni.- si presenta.
-Capisco...-
-Con chi ho il piacere di parlare?- mi domanda.
-Non lo so! Io non ho un nome!-
-Coma mai?- m'interroga.
-Non lo so!-
-Perchè ti trovi in questo luogo e soprattutto perchè non mi guardi?- mi chiede.
-Sei così sfolgorante... non riesco a guardarti! I miei occhi sono abituati alle tenebre che regnano qui.-
-Scusami! Però non hai risposto alla mia domanda...- mi fa notare.
-Quale?-
-Da quanto tempo sei qui?- me la ripropone.
-Da quando sono nata!-
-Quando?- mi chiede di nuovo.
-Quando la grotta mia ha creato.-
-Ti ha creato la grotta?- domanda allibito.

-Si.-

Ma che cosa vuole da me?

Mi riempie ininterrottamente di domande a cui non so dare risposta,
sembra lo faccia apposta:
cosa vuole che ne sappia di quando la grotta mi ha creato, di quando sono nata, se c'era qualcuno con me...
Non lo so! È l'unica cosa che posso dirgli.
Infondo nelle tenebre più fitte non puoi vedere nemmeno te stesso,
desideri solo una cosa:
Qualcuno che ti tenda la mano e che ti porti via...
Altro...

La luce si espande rapidamente
e la intravedo nonostante le piume che proteggono
la mia vista così sensibile.
Metto le braccia accanto al viso,
per evitare quel chiarore.
L'unica cosa che intravedo, a fatica, è una mano tesa verso di me:
inizialmente,
esito...
tremo...
e infine, con un pizzico d'indugio l'afferro.
La luce s'intensifica, avvolgendoci entrambi...
per poi trasportaci chissà dove...
chissà quando...
in una meta a me sconosciuta.

Tengo lo sguardo serrato...
una profonda sensazione di terrore mi pervade
ho paura...

non voglio aprirli.
-Stai tranquilla non ti farò del male!- dice la voce di Raidho.
-Stare... tranquilla... mi spiace ma non ci riesco...-
-Non temere, sono venuto qui per aiutarti.- aggiunge con tono pacato.
-Per aiutare me?-
-Si.- afferma sereno.

Rincuorata da quelle parole
lentamente lascio schiudere i miei occhi
mettendo a fuoco l'immagine che ho davanti:
è simile a me per le ali,
ma ha un corpo completamente diverso dal mio
avvolto da non so quale piuma.
Mi osserva rosso in volto e non ne capisco il motivo.

Solo un attimo.
Solo un gesto fulmineo e mi ritrovo tra le sue braccia.
-Ma... ma cosa?-
-Scusami, ma sei troppo carina!- mi confessa con un sussurro.
-Carina? Che significa?-
-Che sei bella.- mi spiega.
-Non capisco! Io non so come sono fisicamente, so solo che i miei capelli sono lunghi e morbidi, la mia pelle è liscia e il mio corpo sinuoso e le mie piume sono soffici.-
-Vuoi sapere cosa vedo?- mi propone.
Annuisco senza paura...
-Vedo... un corpo scolpito a regola d'arte con delle forme sinuose, una pelle candida e serica al tocco, un viso dolce dai lineamenti gentili, un sorriso radioso, degli ingenui e stupendi occhi azzurri e infine dei lunghi capelli violetti...- mi descrive minuziosamente.
-Davvero?-

Uno schiocco di dita.
Un semplice schiocco di dita
e dal nulla appare uno strano oggetto, che riflette le immagini,
non so cosa sia... ha una forma curiosa... ma non saprei come descriverla.
-Che cos'è?-
-E' uno specchio!- m'informa.
-Uno specchio?-
-Non ne hai mai visto uno?- mi chiede perplesso.
-No!-
-Ah, è vero! Perchè non lasci riflettere la tua immagine nello specchio.- mi propone.
-La mia immagine...-
-Si... almeno vedrai che ti ho detto la verità.- conclude lui.

Mi porto davanti allo specchio
e vedo un'immagine radiosa...

Quella sarei io?

Si sono io.
Tutte le parole di Raidho si sono rivelate veritiere,
anche se ancora non capisco cosa sia quello strano tipo di piuma ce lo avvolge,
io non ce l'ho.
Lo guardo di sfuggita con la coda dell'occhio ed è ancora rosso in volto, nel vedermi.
-Senti ma perchè sei rosso in viso?-
-Ehm... ecco... perchè sei completamente nuda...- mi rivela, assumendo sempre più colorito.
Lo guardo inclinando il volto verso destra,
con occhi spaesati e, a questo mio gesto,
arrossisce ancor di più, per poi coprirmi con un manto liscissimo,
che si adatta perfettamente alla mia persona.
-Ma che cos'è?-
-E' un vestito, serve per coprire il corpo...- mi rende partecipe Raidho.

Posa una mano sul mio viso accarezzandolo dolcemente,
con estrema delicatezza,
un tocco così piacevole, che mi fa sfuggire questa domanda:
-Ma perchè sei venuto proprio in questo posto?-
-Perchè questo luogo immerso ed intriso di tenebre è il risultato di tutti i pensieri negativi delle persone. Pura insoddisfazione e solitudine che hanno distorto le dimensioni, però come abbia fatto a crearti non lo so... forse non voleva essere solo anche lui...- mi spiega.
-Può darsi...-

Avverto uno strano brivido.
Mi volto nella direzione opposta
rispetto a quella in cui mi trovo e vedo il luogo della mia nascita,
della mia infanzia,
della mia giovinezza...

Che scompare a poco a poco.
si dirada lentamente... senza darmi il tempo di dire nulla.
-Perchè?-
-Ha assolto il suo compito.- dice Raidho.
-Come?-
-Ti ha dato alla luce e ti ha cresciuto, ma non voleva che anche tu fossi triste e infelice come lo era stato lui. Ha atteso con pazienza che qualcuno ti portasse via da lì, per portare in giro la luce della speranza...- mi rivela.
-La speranza?-
-Si, la speranza. Un piccolo barlume che rischiara i cuori dalle tenebre... tu sei nata proprio per questo.- aggiunge.
-Davvero?-
-Si. Ora però devo darti un nome... non posso chiamarti “Ehi” per sempre, non sarebbe educato.- mi dice scherzoso.

Sorrido,
mentre lui si mette in una strana posa,
per meditare...
-Ho trovato!- afferma.
-Si?-
-Certo! Da oggi di chiamerai Xeris!- mi attribuisce, sorridendo.
-Xeris? Che significa?-
-Nella lingua del mio mondo, significa: Un azzurro più chiaro del cielo. E per la speranza è più che appropriato.- mi mette al corrente.

Di nuovo, posa una mano sul mio viso accarezzandolo delicatamente,
per poi avvicinarlo al suo.
Un fugace incontro fra le nostre labbra...
fugace, ma allo stesso tempo dolce...
una sensazione mai provata prima d'oggi.
-Sai... credo che le tenebre ora saranno felici...- mormora il guardiano delle dimensioni.
-Si...-
-Perchè la loro protetta, d'ora in poi, darà al prossimo la speranza per un futuro migliore, di una vita senza solitudine... proprio com'era il loro desiderio più recondito. Che solo ora... ho capito.-
-Già...-

Questa è la risposta ad uno dei miei quesiti...
non 'è vero che il buio è sinonimo di morte...
tutt'altro!
Nel mio caso... è fonte la vita.








Questa ff si è classificata sesta al Contest “L'ombra... e l'Angelo” indetto da Eylis.
Ringrazio infinitamente l'organizzatrice nonché giudice per l'opportunità datami.
Spero piaccia anche a voi.
Un bacione Shurei

  
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