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Autore: eolide98    12/09/2015    1 recensioni
Dopo aver sconfitto Giano, i semidei italiani si trovano ad affrontare una nuova minaccia. Gea sta risorgendo e , mentre in America Jason, Piper e Leo si imbarcano in un'impresa, Jake ed Alexdanno la caccia a Matthew e Victoria. ma qualcosa va storto... tra eventi impensabili, alleane incredibili, profezie contorte, i semidei di Neapolis vanno alla ricerca della propria storia. Nuovi nemici stanno arrivando, la profezia di Eris è prossima all'avverarsi e due, nuovi e potentissimi mezzosangue fanno il loro ingresso in scena.
Sequel de " Le Lame di Giano"
Appartenente alla serie "Neapolis, i dimenticati"
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Neapolis, i dimenticati'
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NOEL

 

 

-E'...è impossibile...- la figlia di Apollo arretrò leggermente, lasciando andare Jake. La testa del ragazzo con malagrazia sulla superficie lurida del cassone, Noel si sporse verso di lui e gli rivolse un sorriso.

-Avrebbe dovuto esserci il nove lì sopra, non il sette! Non mi spiego come...- Alex si interruppe per un attimo, per poi osservare di traverso il figlio di Eolo- deve essere per tutte le energie alle quali hai fatto ricorso nell'arco della giornata di ieri. Deve aver indebolito le tue difese e l'incantesimo di Apollo. Sei un tale idiota, Hutcherson!- si lamentò la ragazza portandosi una mano alla testa.

-Possiamo viaggiar in queste condizioni?-chiese Patrick, stirandosi le braccia. Noel trovava incredibile il fatto che il ragazzo non fosse ancora impazzito e mantenesse una calma spettrale nonostante lo strano susseguirsi di eventi di qui giorni. Forse questo suo non allarmarsi era dovuto all'abitudine. In effetti, per chi ha un imperatore piromane e schizofrenico all'interno del proprio corpo non deve essere poi tanto difficile accettare l'esistenza di creature come mostri, divinità immortali e rompiscatole e roba del genere.

-Bhe... rimanere fermi non sarebbe utile in ogni caso- iniziò Alex- Jake ha solo bisogno di riposo, può dormire all'interno della barca. Il vero problema è come salirci, su quella maledetta nave...

-A questo posso pensare io...- si offrì Noel- Organon può tenere occupate le menti dei mortali mentre tu e Patrick scortate Jake all'interno. Non dovrebbe essere molto complicato!

Il figlio di Eolo si scosse leggermente, alzando lo sguardo sull'amico.

-Io..ce la posso fare! Non voglio che lui vada da solo! E se non ce la...- la frase fu interrotta da un improvviso colpo di tosse: Jake aveva bisogno di riposo, combattere ancora avrebbe ulteriormente ridotto i suoi giorni di vita.

-Non se ne parla! Alex, tu sai cos'è meglio per lui. Portatelo a bordo e tenetelo al sicuro. Sono certo che Matthew avrà inviato qualcuno dei suoi amichetti a tenerci compagnia. Non possiamo rischiare che gli venga fatto del male.

-Noel... se ti succedesse qualcosa... non voglio che tu vada via da solo...- tentò Alex, dubbiosa.

-Non è la prima volta che riesco a cavarmela senza alcun aiuto, Alex...- la figlia di Apollo abbassò lo sguardo.

-Patrick, tu porti Jake, io vengo con te! E tu... tenta di restare in vita!- disse a Noel, dirigendosi verso il porto.

 

Le guardie portuali, ovviamente, non erano normali esseri umani.

Sarebbe stato troppo semplice! Era abbastanza ovvio che qualcuno volesse tenerli bloccati in Italia anche se a Noel il motivo non era ancora ben chiaro.

Il primo Ciclope era alto due metri. Non molto in effetti, tuttavia non era la stazza a far paura al figlio di Ares quanto lo sguardo cattivo nei suoi occhi ehm... occhio, non occhi. Il figlio di Ares evitò un pugno e conficcò Organon nel petto dl mostro, che si dissolse in polvere.

Un altro paio di ciclopi della stessa taglia caricarono il ragazzo. Ma Noel non ebbe alcuna difficoltà a metterli a tappeto. Agiva come una macchina: schiva, schiva, voltati , colpisci, rimanda nel Tartaro. Ed ora la pista era libera, il cammino verso la nave sgombro.

Noel si rese conto che l'unico marinaio che avrebbe dovuto badare a controllare i biglietti di imbarco era riverso a terra, probabilmente Alex era riuscita ad entrare.

Il figlio di Ares stava proprio per dirigersi verso il ponte d'ingresso della nave, quando una freccia nera piovve ai suoi piedi.

Quando Noel si voltò si trovò davanti un ragazzo vestito di nero. Portava una felpa col cappuccio calato fin sulla faccia. Il ragazzo fece fatica a vedere cosa vi fosse nascosto sotto. Un paio di occhi marroni muniti di occhiali ed un sorriso sfavillante ed un po' falso.

-E così tu sei Noel...- sussurrò il tipo con la felpa nera. Nella mano destra stringeva un grosso arco, molto elaborato di colore nero. Il ragazzo lo osservò per qualche secondo, per poi togliersi il cappuccio. Portava i capelli molto lunghi ed aveva anche un po' di barba. Era sicuramente più grande di Noel, anche se erano alti più o meno lo stesso. La mano del ragazzo si mosse ad una velocità strabiliante. Una freccia nera fu scoccata immediatamente e , probabilmente, avrebbe colpito Noel in fronte, se il ragazzo non avesse deviato il colpo con Organon, la sua spada magica.

-Devo dedurne...che non sei dalla nostra parte- Elias sorrise. Un'altra volta quell'espressione falsa e montata, quasi stesse tentando di nascondere qualcosa. Un'altra freccia partì, velocissima. Noel la scansò e si rotolò per terra. Non aveva alcuna intenzione di farsi battere da quel tipo.

-Combatti lealmente! Tirarmi frecce è scorretto!- i due ragazzi, effettivamente, erano distanti abbastanza perchè quel tipo potesse bersagliare Noel senza problemi. Oltretutto il figlio di Ares era abbastanza stanco, non poteva continuare a schivare dardi in eterno.

-Mi stai dando dell'imbroglione?- il ragazzo spostò l'arco nella mano sinistra e d'improvviso, l'arma si illuminò di una strana luce violacea. Al posto dell'arma, adesso, c'era una lancia a due punte. Nera, leggera e strapiena di elaborati disegni bianchi simili a dei rami.

-Oh fantastico! Non bastava che fosse armato e cattivo, doveva anche avere un'arma in grado di trasformarsi!- il figlio di Ares maledisse il suo destino e si lanciò all'attacco, Organon alla mano.

 

Elias combatteva splendidamente. Frenava gli affondi di Noel deviava la spada, riusciva a tenergli testa nonostante il ragazzo fosse un abilissimo combattente. Elias si inginocchiò, Noel tentò di colpirlo, m ala lancia frenò il colpo. Il ragazzo vestito di nero ruotò su sé stesso e colpì Noel alla pancia con il manico della sua arma.

Il figlio di Ares arretrò.

-Questo è tutto quello che sai fare?- il ragazzo che stava davanti a Noel era evidentemente molto più abile di lui. Inoltre, grazie a quella specie di strana lancia a doppia punta, colpirlo era praticamente un'impresa – Ed io che pensavo che mi sarei divertito- Elias avanzò lentamente, brandendo la sua arma con entrambe le mani. Noel provò ad attaccarlo, ancora una volta senza successo. Stoccata, stoccata, affondo. E poi una tremenda botta sulla mano destra ed Organon che ruzzola a terra.

-Chi sei tu?- Noel era ancora all'impiedi, il ragazzo armato che gli veniva incontro.

-Non vivrai abbastanza per scoprirlo...- la lancia si mosse ad una velocità straordinaria, ma Noel era pronto. Si gettò a terra e rotolò sui fianchi per circa un metro e mezzo. Mentre Elias ancora si riaveva dello sconcerto il ragazzo iniziò a correre verso la sua spada, che il suo avversario aveva buttato via con un calcio poco prima.

-VIGLIACCO!- nonostante l'insulto non gli avesse fatto piacere il figlio di Ares sapeva bene che la spada era la sua unica speranza di vittoria contro un avversario tanto potente.

Afferrò Organon poco prima che una freccia gli tagliasse il giubbotto lungo il braccio destro.

-Dove sono gli altri?- chiese Elias, nella mano destra adesso stringeva l'arco intarsiato che aveva utilizzato poco prima.

-Al sicuro! Lontano da te e da quei pazzi dei tuoi compagni!- Elias sorrise dolcemente, era un sorriso sincero questa volta, comprensivo.

-Se solo tu sapessi...- il ragazzo con la felpa nera si preparò a lanciare un'altra freccia, ma Noel, questa volta, lo battè sul tempo. Organon roteava follemente, contornata da una strana e familiare luce violacea, ipnotica. Gli occhi di Elias seguirono la spirale per pochi attimi, il figlio di Ares credette di aver vinto. Poi il suo avversario schioccò le dita e la spada si dissolse nella nebbia, per poi riapparire nel fodero che Noel teneva allacciato alla cintura.

-Ovviamente non bastava l'abilità in combattimento o l'arco magico! Ovviamente doveva anche far sparire la mia spada!- il ragazzo provò ad estrarla dal fodero ma il manico parve dissolversi tra le sue dita. Noel si ritrovò a stringere solo un pugno di nebbia.

Elias rise di gusto, gli occhi che si tingevano di una sfumatura particolarmente scura.

-Vantaggi di essere un figlio di Ecate!- il ragazzo avanzò, mentre l'arco mutava, ancora una volta, in una lancia a doppia punta – Mi dispiace davvero doverti uccidere, ragazzino. Ma credimi, la tua morte è necessaria... è per una giusta causa- Noel avvampò, il ricordo di Dan morente che ritornava, vivida, davanti ai suoi occhi.

-Nessuna morte è giusta, figlio di Ecate. Il sangue, il dolore... - il figlio di Ares strinse i pungi mentre una familiare luce rossastra gli tingeva le braccia e lo avvolgeva – qualsiasi sia il motivo per il quale combatti, qualsiasi la ragione per la quale uccidere, il tuo animo si macchia indissolubilmente, rimani sporco...- Elias tentò un attacco, ma il ragazzo schivò il colpo – i morti non tornano in vita... i morti rimangono morti!- Noel tentò un attacco ma, per quanto la benedizione di Ares lo rendesse più forte, il figlio di Ecate era un combattente decisamente migliore di lui.Noel sferrò un pugno in pieno petto ad Elias ed il ragazzo arretrò, in preda allo sconcerto. L'effetto sorpresa, però, era totalmente perduto.

Il ragazzo tentò di attaccare ancora, ma stavolta il suo avversario gli bloccò la mano destra con l'asta della lancia. Il dolore lo invase, tuttavia Noel non si arrese. Tentò di sferrare un altro pugno e poi un altro e poi un altro. Ma la lancia di Elias era sempre ponta a fargli da scudo. I movimenti del figlio di Ecate erano tanto fluidi da sembrare irreali ogni singolo muscolo era in perfetta armonia con gli altri. Un continuo flettersi e rilassarsi di tendini ed articolazioni, una strampalata danza dove il solo a poter vincere era il ragazzo armato di lancia a doppia punta.

Noel vacillò, colpendo per l'ultima volta l'asta dell'arma a due punte. Le sue mani sanguinavano.

-Hai perso..- sibilò il figlio di Ecate, preparandosi all'attacco finale. Il ragazzo si lasciò scivolare a terra, in ginocchio.

“Che morte stupida”, si ritrovò a pensare Noel, “dopo così tanto tempo vengo battuto in un combattimento uno contro uno...”- il ragazzo sorrise, quasi, mentre Elias gli puntava la lancia al petto.

-Mi dispiace davvero...- il figlio di Ecate parve sincero, non che la cosa importasse a Noel. Dopotutto stava per morire. Chissà se negli Inferi avrebbe rivisto Dan...

-AHHH!- Noel si preparò ad incassare il colpo, poi un piccione attaccò Elias.

 

Noel adorava Alfred. Il piccolo piccione da compagnia che Jake aveva deciso di lasciare a Neapolis era sorprendentemente riuscito ad arrivare fino al porto marittimo dal quale i ragazzi si sarebbero imbarcati.

Il pennuto beccava Elias sulla faccia e, nonostante il ragazzo fosse sembrato praticamente invincibile fino a poco tempo prima, adesso arretrava, intimidito.

-TOGLIETEMI QUESTO COSO DALLA TESTA!-strillava la lancia ormai abbandonata ai suoi piedi. Noel pensò rapidamente: avrebbe potuto approfittare del omento per colpire il suo avversario, magari, con l'aiuto di Alfred ( gli dei benedicano quel piccione!) sarebbe riuscito a batterlo! Tuttavia Noel era consapevole di quanto il suo nemico fosse abile. Meglio non rischiare.

Il figlio di Ares si mise a correre, sperando con tutto sé stesso che il suo piccolo amico pennuto fosse in grado di tenere Elias occupato il tempo sufficiente perchè lui riuscisse a mettersi in salvo.

Corse a perdifiato in direzione della barca. Per rendere tutto più difficile un paio di guardie mortali, attirate probabilmente dal fracasso, stavano davanti al ponte di ingresso.

“Ti prego fa che funzioni...”-Noel provò a stringere l'elsa della spada ed inaspettatamente, questa si lasciò afferrare. Le guardie mortali lo guardarono di traverso, ma il ragazzo aveva già sfoderato la spada. Concentrò tutte le sue energie sulla lama che prese a vorticare, attraendo l'attenzione del vigilanti. I due sembravano statue. Noel corse all'interno dello scafo, saltando sul cofano di una macchina e dirigendosi verso il ponte principale dove, almeno secondo il piano originale, si sarebbe dovuto incontrare con Alex e gli altri.

Un paio di marinai tentarono di bloccarlo ma Noel li mise KO con una freddezza che lui stesso ignorava.

Alex lo aspettava alla reception. I capelli le ricadevano sulle spalle in delicate spirali, sulle spalle portava l'arco che, però, agli occhi dei mortali doveva sembrare uno zaino, o qualcosa del genere. Gli occhi erano stanchi e gonfi, come se avesse pianto.

-Perchè ci hai messo tanto?- Noel si rese conto solo in quel momento di aver lasciato Alfred nelle grinfie del figlio di Ecate e sperò con tutto sé stesso che Elias non lo avesse arrostito o tagliato a pezzettini. Come se avesse sentito i pensieri del figlio di Ares il piccine entrò nella hall, scatenando le proteste dei passeggeri ed andò a posarsi sulla spalla di Noel.

Alex gli lanciò uno sguardo parecchio espressivo.

“Cosa ci fa qui il pennuto?”- sembravano chiedere i suoi occhi. Un marinaio si avvicinò a Noel ed il ragazzo temette che fosse finita. Li avrebbero scoperti e rimandati in porto o peggio a casa o dalla polizia.

-GLI ANIMALI VANNO TENUTI IN APPOSITE GABBIETTE, RAGAZZINO!- tuonò il marinaio, afferrando il povero Alfred per il collo e mettendolo dentro una specie di rete.

-Lo porterò al ponte cinque, dove si trovano le gabbiette per animali! Potrai prendere il tuo amico domani, al nostro arrivo nel porto di Marsiglia!- Noel lanciò uno sguardo compassionevole ad Alfred e sperò con tutto il cuore che il suo piccolo amico pennuto riuscisse a sopravvivere fino al loro arrivo il giorno seguente.

 

Alex condusse Noel in un posticino riparato all'esterno della nave. Il sole sfiorava, ormai, lo zenit ed il calore si diffondeva uniformemente, tanto che il figlio di Ares sentiva quasi caldo.

-Cosa è successo, Noel?- Alex glielo disse come se stesse parlando ad un bambino che aveva sbagliato qualcosa e questa cosa gli diede parecchi fastidio.

-Sono stato attaccato da un mezzosangue- Alex lo invitò a continuare con lo sguardo – Non molto alto, capelli corvini ed occhiali da vista sul naso. Si chiamava Elias, figlio di Ecate era... potente, estremamente potente. Molto più abile di me nel combattimento, preparato e pronto ad uccidermi... se non fosse arrivato Alfred a salvarmi, probabilmente adesso non sarei qui.-i due ragazzi si guardarono per un istante poi l'aria fu riempita da una lieve scossa, segno dell'avviarsi dei motori.

-Non conosco questo Elias, ma ricordo perfettamente che non è il primo mezzosangue a passare dalla parte di Matthew. Sta radunando un nuovo esercito, è evidente... anche se non ho ancora idea del perchè...- i due camminarono verso sinistra, schivando alcune brandine posizionate da altri ospiti della nave. Camminarono qualche metro prima di poter scorgere Patrick e Jake.

Il figlio di Efesto era chino sull'altro ragazzo, gli teneva la testa leggermente sollevata con una mano mentre con l'altra tentava di dargli del nettare.

Jake era pallido ma, tutto sommato, non stava poi tanto male. Non appena vide Noel sorrise, felice.

-Ce l'hai fatta!- disse il figlio di Eolo alzandosi di scatto ed ingoiando il nettare. La bevanda magica fece subito effetto: il ragazzo riacquistò il suo naturale colorito scuro e gli occhi tornarono a splendere -perchè ci hai messo tanto tempo?- Noel si sedette a gambe incrociate davanti a Jake ed iniziò a raccontargli daccapo tutta la storia. Elias, le sue magie, la sua lancia, il suo strampalato e sconclusionato modo di parlare. Non fece menzione della sua reazione alle parole del ragazzo, né del divampare sordo della sua rabbia e della sua sete di vendetta, ancora lontana dall'estinguersi.

-Ci stanno dando la caccia... dovevo immaginare che Matthew non ci avrebbe lasciato salvare Jake tanto facilmente..- fu il commento di Alex.

Noel lanciò un'occhiata al figlio di Eolo: c'era anche dell'altro, più in profondità, un nemico più potente. Entrambi però tacquero, meglio evitare di scatenare il panico.

 

I ragazzi rimasero in silenzio ad osservarsi. Noel notò il leggero contrarsi dei muscoli di Jake, che si stava stiracchiando piano, quasi volesse sciogliere le articolazioni rimaste come ghiacciate.

Era carino, pensò il ragazzo, aveva quella fisicità non troppo imponente, quella leggera muscolatura quasi invisibile e quegli occhi dannatamente profondi.

Pareva rilassato anche nei momenti più duri, capace di sopportare qualunque cosa e di farsela scivolare addosso. Jake si voltò verso di lui ed i loro sguardi si incrociarono per un attimo. Il figlio di Eolo gli sorrise e poi spostò lo sguardo su Alex. Una strana sensazione divampò in Noel a metà tra l'odio e l'amarezza. Qualcosa che aveva già sentito in passato. Ingoiò la bile e la tristezza, distogliendo lo sguardo.

“Non lui”- pensò- “ chiunque ma non lui...”- una carica inarrestabile lo spinse a guardare Jake. Stava sorridendo ad Alex e sembrava un pesce lesso. Sentì qualcosa spezzarsi, per l'ennesima volta e la propellente necessità di andare via.

-Ehm... io vado a fare un giro di ricognizione, credo sia meglio che voi restiate qui! Eh. Torno presto!- il ragazzo fece per girarsi ma una mano callosa lo trattenne.

-Vengo con te...- Patrick era sorprendentemente alto visto da vicino gli occhiali rendevano il suo volto praticamente perfetto e bilanciato. Noel scostò la mano del ragazzo e gli rivolse una smorfia.

-No... non preoccuparti...

-Oh, ma io voglio davvero venire con te!- obbiettò il ragazzo- mi annoio a stare qui mentre questi due discutono come una vecchia coppia sposata- un colpo al cuore di Noel, diretto sordo, forte. “Una vecchia coppia”. Anche Patrick doveva essersi accorto dello strano legame che sembrava tenere avviluppati Jake ed Alex.

Noel si mosse con Patrick di fianco prima che l'orribile sensazione di poco prima potesse tornare.

 

La nave era un labirinto intricato di corridoi e sale d'attesa. Il figlio di Ares fece fatica a rimanere concentrato e a non perdersi. Non aveva una meta ben precisa, il suo unico pensiero era allontanarsi il più possibile dai suoi compagni di viaggio, pensare, magari da solo. Patrick rappresentava un problema: non lo aveva perso di vista nemmeno per un attimo.

-Noel... -lo chiamò, ad un tratto il figlio di Efesto, spingendolo a girarsi. I loro sguardi si intrecciarono per un istante.

-Ascolta io... vorrei chiedere una cosa...- Noel lo invitò a continuare- La tua spada... quando lui prende il sopravvento, la tua spada riesce a controllarlo a tenerlo a bada. io... vorrei sapere se è possibile addormentarlo, o qualcosa del genere. Magari con Organon...- Noel avrebbe tanto voluto dirgli un “sì”. Quel ragazzo era già abbastanza sfortunato ad essere un semidio, una voce misteriosa che si impossessava di lui durante i momenti di pericolo non era proprio il massimo!

Prima che Noel potesse scuotere la testa qualcosa, anzi qualcuno, attirò la sua attenzione.

Elias era vestito di tutto punto: portava un gialletto nero a righe grigie ed una splendida camicia bianca. Gli occhiali erano stati sostituiti da un paio molto più moderno ed estremamente più costoso. Un papillon gli stringeva il collo conferendogli un'aria rispettabile ed elegante.

Dietro la schiena stava allacciata la lancia a due punte.

Patrick si voltò verso il figlio di Ecate, ma, prima che potesse fare anche solo un movimento, Noel gli afferrò la mano, trascinandolo via.

Elias sorrise, mentre i due si allontanavano.

 

 

   
 
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