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Autore: Gaia_dc    13/09/2015    1 recensioni
Dopo 7 anni all'NCIS, l'agente Ziva David trova il vero amore di una vita nel suo collega Tony Dinozzo, e proprio quando tutto sembra andare per il meglio, Ziva si trova a dover scegliere tra combattere per la vita, per Tony e per il bambino in arrivo, o lasciarsi andare, smettere di provare ogni forma di dolore ed abbandonare le persone che ama...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Aprì quei suoi splendidi occhi color nocciola, grandi occhioni dolci, colmi d’amore e di voglia di poter continuare, di combattere, di vivere.
Era ancora lì, sommersa nelle oscure acque dell’oceano, dalle onde nere che la separavano dal suo amore, dalla sua famiglia, ma non dalla sua bambina. Tali era ancora dentro di lei, riusciva a sentirla, le stava dando la forza di riattraversare la profondità dell’oceano, perché entrambe potessero continuare ad esistere sulla quella terra, nonostante tutte le sofferenze che serbava per loro.
Aveva visto tutta la sua vita nell’arco di pochi minuti, eppure era tutto così reale: i dolori, l’amore, Tony, la bambina, la sua morte. Non era stato solo un sogno, lo sapeva, ne era certa. Aveva capito che stava a lei decidere cosa ne sarebbe stato della sua vita, e non una caduta, o una ferita alla spalla. Ziva David aveva avuto la forza di tornare indietro nel passato, e cambiare ciò che è stato, non voleva morire, non voleva dover abbandonare le persone che amava. Non ha combattuto contro la morte, ma l’ha attraversata, e ne è uscita più forte di prima.
Ormai aveva toccato il fondo degli abissi, e sapeva che adesso doveva raggiungere la superficie, ma continuare a tenere gli occhi aperti per eliminare ciò che ha visto.
A differenza di ciò che aveva appena vissuto, riuscendo poi a cambiarlo, era rimasta nelle profondità del mare per molto più tempo, e quando riaprì gli occhi era già senza fiato, ma non le importava, doveva raggiungere la superficie.
Si diede la spinta e percepì innumerevoli fitte ad ogni osso fratturato dalla caduta. Iniziò a nuotare verso l’alto, e si accorse che la sua spalla sinistra bruciava ogni secondo di più, ma non fu neanche questo a fermarla. Nuotando lasciava una scia di sangue che pareva infinita, ma nonostante tutto, lei continuava imperterrita la sua risalita verso la vita. Era quasi arrivata a metà ed i suoi polmoni la stavano abbandonando, ogni movimento le costava una fatica immane, non riusciva a vedere altro che l’oscurità, e proprio mentre anche il suo cuore deossigenato stava cessando di battere, e le sue palpebre stavano oscurando quegli occhi luminosi, qualcosa afferrò la sua mano sinistra.
 
Tony non si era ancora arreso, continuava a cercarla d’ovunque possibile in mare, mentre Gibbs e McGee cercavano dall’alto. Poi d’un tratto vide un debole luccichio provenire da profondo degli abissi. Fece un respiro profondo, poi un altro e si immerse raggiungendolo. Gli sembrava che quella flebile luce gli stesse andando in contro, e man mano che si avvicinava, notava un colore rosso diventare sempre più corposo. Poi riuscì a distinguere la forma di quel luccichio: era una collana a forma di stella a sei punte, la collanina di Ziva. D’un tratto la riconobbe, era la sua amata moglie che stava combattendo con le fratture, il colpo di pistola, l’ossigeno che scarseggiava ed il cuore che batteva sempre più lentamente, ma quando la distanza tra i due fu minima, il corpo della sua amata si abbandono alla forza delle acque. Tony riuscì ad afferrare in tempo la sua mano, come non era riuscito a fare sulla scogliera e la portò su verso la superficie.
 
Gibbs e McGee non riuscivano più a vedere l’agente che cercava in mare, e preoccupati scesero lungo la montagna raggiungendo la costa frastagliata.
 
Quando riemersero Tony era stremato, fece un profondo respiro. Mise il corpo di Ziva sulla sua schiena, cingendosi il petto con le sue braccia, ed iniziò a nuotare verso la scogliera. Dopo pochi secondi udì un lieve colpo di tosse, ed il suo torace venne stretto debolmente dalle mani di Ziva. Quella sensazione gli diede una forte carica di energia ed iniziò a nuotare più velocemente per portare al più presto in salvo la sua guerriera che aveva combattuto fino all’ultimo. I due, quando finalmente raggiunsero una sporgenza in legno su degli scogli, tramortiti dall’impresa, non si erano ancora visti in volto. Tony prese in braccio la giovane donna che pervasa da un sentimento di gioia, senza mai smettere di guardare negli occhi il suo amore, mise una mano sul suo ventre, riuscendo a percepire i movimenti della bambina.
 
Mentre Tony rimetteva in piedi Ziva, che comunque continuava ad aggrapparsi saldamente a lui, vennero raggiunti dagli altri 2 agenti.
McGee: “Ducky sta arrivando, abbiamo già avvisato, ma… Ziva sei ancora viva?” McGee non riusciva a credere che qualcuno precipitato da una scogliera di 40 metri, dopo essere stato sparato, potesse essere ancora vigile, ma probabilmente non gli era ben chiaro con chi avesse a che fare, o forse lo aveva solo dimenticato.
Tony: “Ehi, non stai parlando con una persona qualunque, ma con Ziva”
La ragazza abbozzò un sorriso. Ogni parte del suo corpo era dolorante, ed era ricoperta dal sangue che usciva dalla sua spalla.
Gibbs: “Dobbiamo andare in ospedale, l’aiuto di Ducky non servirà a farti stare bene”
In quel momento arrivò il camioncino dell’NCIS, dal quale scese il dottor Mallard… E dall’altro lato anche Abby
Abby: “Non posso rimanere chiusa in un laboratorio ad esaminare provette se la mia migliore amica è in serio pericolo!” la scienziata era preoccupatissima, e quando vide Ziva in piedi, e che per mantenersi stringeva la camicia di Tony, il quale le cingeva i fianchi, tirò un respiro di sollievo, e si avvicinò alla coppia, avvolgendoli in una calda coperta.
Ducky: “Fammi vedere, mia cara” Ducky si avvicinò alla ragazza fradicia, che ancora non aveva detto una sola paura, e che continuava a sanguinare, e scrutandole la spalla disse in tono preoccupato
Ducky: “Oh no… Quello che temevo. Il proiettile è rimasto incastrato nell’arteria, e se non verrà estratto subito potrebbe causare una grave embolia”
Sentendosi dire che doveva continuare la sua guerra, una guerra che durava dalla sua infanzia, Ziva strinse più forte la camicia di Tony, nascondendo il viso nel petto del marito, che rimase spiazzato dal suo comportamento. Fino a pochi minuti prima era una guerriera che lottava contro la morte, ed ora sembrava un tenero cucciolo indifeso che ne aveva subite troppe, e che alla fine era crollato. Tony intravide una lacrima che si confondeva con le altre gocce d’acqua che le bagnavano il volto, e a vederla cosi gli si stringeva il cuore. Poi prese il volto della moglie fra le mani e tentò di rassicurarla
Tony: “Ziva, lo so che è dura, ma insieme, affronteremo anche questa e ne usciremo a testa alta, credimi. Io sarò sempre al tuo fianco, pronto a sostenerti. Adesso, però, anche se è difficile devi continuare a combattere, come hai fatto fino ad ora. Non posso vederti così, devi reagire”
Tutti erano ammutoliti, non avevano mai visto un Tony così premuroso, ed ancor meno una Ziva che cercava un appoggio in qualcuno. Per quanto potesse essere forte, anche lei aveva bisogno di una spalla su cui appoggiarsi, di una camicia su cui aggrapparsi, per non cadere. La ragazza si asciugò il viso e rispose
Ziva: “Promettimi che ci sarai sempre”
Tony: “Ti prometto che non ti abbandonerò mai, nemmeno quando la mia anima abbandonerà il mio corpo.”
A quelle parole Ziva riacquistò quella forza che la caratterizzava e che la rendeva speciale, che l’aveva strappata via dalle grinfie della morte, e tornò a combattere, ma soprattutto sul suo volto ritornò il sorriso.
Ziva: “Non è ancora arrivata la mia ora, ed è molto lontana. Non abbiamo tempo di andare in ospedale, dobbiamo raggiungere Parks, so dov’è, e so che con lui non c’è solo Delko… La bambina sta bene, ed anche io, dovete credermi. In ospedale ci andremo dopo, ma ora dobbiamo dirigerci al porto”
Ducky, Gibbs e McGee non avevano la minima intenzione di aspettare per portarla dai medici, ma Abby conosceva l’amica, e sapeva che non avrebbe mai messo a repentaglio la vita di sua figlia
Abby: “Ma che vi prende? Se Ziva dice che dobbiamo andare, ci andremo!”
Tony non voleva deludere la moglie, facendole credere che non aveva fiducia in lei, ma voleva metterla al sicuro, eppure nonostante tutto sapeva cosa aveva in mente, e gli altri non potevano far altro che accordare un compromesso: appena avrebbero terminato al porto, sarebbero corsi in ospedale.
Gibbs: “Abby, Ducky tornate all’NCIS, ed avvisate Vance di quanto successo. Noi andiamo”
 
Quando raggiunsero il molo, notarono tre figure che stavano preparando un gommone, e subito gli agenti scesero dall’auto con la pistola davanti ai loro visi.
Gibbs: “NCIS, fermi” urlò Gibbs mostrando il distintivo.
Ziva riusciva a mantenersi in piedi da sola, e seguita dagli altri tre agenti, si avvicinò velocemente alle tre ombre. Quando si voltarono, tutti tranne lei, rimasero stupiti nel vedere che il padre di Ziva, Eli David, era fra loro, e iniziavano a domandarsi come la ragazza facesse a saperlo.
Delko e Parks rimasero immobili, mentre Eli rimase allibito dalla presenza di Ziva ancora viva.
Ziva. “Perché abba?”
Eli: “Sei ancora viva? Ti ho addestrata bene”
Ziva: “Non è opera dei tuoi metodi, ma del mio carattere, perché io non mi arrenderò mai finché non avrò reso giustizia a quello che tu mi hai fatto, e perché ora che ho una vera famiglia sono diventata più forte”
Eli: “Mi dispiace mia cara bambina, adesso sarei molto fiero di te, ma sposando quell’agente e facendo un figlio con lui mi hai deluso ancor di più!”
Tony riuscì a tenere a bada la sua rabbia che in quel momento cresceva in maniera esponenziale.
Eli: “Hai disonorato la nostra famiglia, e per questo meriti solo di morire”
Ziva: “Sei un vigliacco! Hai ingaggiato due sprovveduti, garantendo loro un futuro, solo perché non avresti la forza di uccidermi. E perché hai paura che possa essere io a far fuori te!”
Eli prese la pistola dalla tasca, ed un attimo prima di sparare il colpo, Ziva presa dall’adrenalina, non percepiva più il dolore, e con un movimento veloce alzò la sua pistola d’avanti a lei e sparò, uccidendo suo padre.
Gibbs e McGee corsero ad ammanettare Delko e Parks, mentre Tony avvolgeva in un abbraccio, la sua Ziva che appoggiò la testa sul suo cuore, triste per il tradimento del padre, ma felice di aver vendicato la sua infanzia infernale, felice di essere ancora viva.
Tony: “E’ finita Ziva, è tutto finito”.
Aveva dimostrato a suo padre che il disonore della famiglia David non era lei che ormai non ne faceva più parte da tempo, ma era lui.
Adesso però non le importava più perché quella sera aveva capito una cosa importante, che il suo amore per Tony sarebbe continuato oltre la morte, che il legame che li univa non era qualcosa di terreno, e non si poteva descrivere.
Poi alzò la testa, e fra singhiozzi, lacrime e sorrisi, simboli di un grande amore che dura per sempre, Tony le prese nuovamente il volto fra le mani, ma questa volta, felice di notare che sua moglie non si abbatteva, era una guerriera e lo sarebbe stata per sempre. Poi le diede un lungo bacio, uno di quelli che non si dimenticano mai, fatto di sofferenze e soprattutto tante gioie. Adesso erano solo loro due, la bambina in arrivo e quel bacio indimenticabile, e niente e nessuno li avrebbe più divisi. Nemmeno la morte.
Tony: “Ziva, tu sei la mia essenza, il mio sole e la mia luna. Sei il mio cuore, ed insieme il battito, e dovunque tu sarai, ci sarò anch’io. Sei il motivo per il quale tutti i giorni apro gli occhi, per vederti vicino a me, per sapere che sarà sempre così. Vivo di te, e non mi stancherò mai di dirti che sei la cosa a cui tengo di più al mondo, che non ho mai desiderato altro, che ti amo!”
 Poi Ziva, con gli occhi colmi di lacrime, disse a Tony l’unica cosa che doveva realmente sapere
Ziva: “Tony, ti amo più della mia stessa vita. Attraverserò la morte ancora una volta, ancora per sempre, solo per poterti proteggere, come tu hai sempre fatto con me. Impedirò a chiunque di farti del male per la durata dell’eternità. Io sarò la tua ninja”
 
 
 
THE END










-Nota: Ciao a tutti. Ed ecco il gran finale. E secondo voi io avrei permesso mai che Ziva morisse?!? Comunque, eccoci arrivati alla conclusione di questa storia. Spero vi sia piaciuta e che ne abbiate compreso il vero significato. Questa era la mia prima fanfiction, ma vi posso assicurare che l'ho scritta con tanto amore e dedizione. Con la storia narrata volevo mettere in evidenza un particolare aspetto di NCIS: dopo l'addio di Ziva, molti dicono che tornerà, altri no. Io, anche se lo spero tantissimo, con tutto il cuore, non so se realmente la rivedremo, ma l'unica cosa di cui sono certa è che Ziva continuerà a vivere nel cuore di ognuno di noi, in quello che facciamo e in quello che siamo. Il suo perspnaggio ci ha insegnato a difenderci, ad amare incondizionatamente, a non abbatterci di fronte alle difficoltà, anche se queste sembrano enormi quanto una montagna, ci ha insegnato che spesso, dietro un carattere forte, e a volte anche un po' distaccato, si nasconde una fragilità che pochi riescono a percepire, ed una capacità di amare che potrebbe sorprenderci, ma che solo quei pochi meritano.
Ci vediamo alla prossima fanfiction. Baci Gaia.
   
 
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