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Autore: Michy_luv    13/09/2015    0 recensioni
“Vuole solo il tuo aiuto.” mi disse.
Io senza pensarci un attimo mi allontanai da ale e corsi incontro a Daniel.
lo abbracciai, lo baciai cercando di alleviargli il dolore. Lui mi avvolse le sue braccia attorno al collo e mi guardò negli occhi. In quel momento fui sicura che lui era l’esatta metà di me e mi sentii a casa. Provai una felicità che penso si provi solo una volta nella vita perché se fosse altrimenti il fisico umano non riuscirebbe a sopportare una felicità così grande.
Era una di quelle felicità che tutti cercano. Piansi ancora di più perché quell’emozione era troppo forte.
“Ti amo”
Uscì dalle sue labbra e io mi senti in pace.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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DANIEL. Finalmente la libertà. Appena messo un piede fuori dalla soglia del mio liceo iniziai a rilassarmi: il peso delle verifiche e delle interrogazioni di quella settimana si stava facendo sentire. “Ma ti rendi conto?! tutto un week-and per noi!” Alessia, la mia migliore amica e mia vicina di banco stava fantasticando sul nostro week-and povero di studio e ricco di divertimento. Era proprio una bella giornata. Giro la testa verso sinistra, ormai è un’azione abituale. Ogni giorno, ogni volta che esco da scuola la prima cosa che faccio è voltarmi per vederlo. Per vedere Daniel. Il motivo per il quale lui è sempre alla destra dell’enorme scalinata che i ragazzi odiano il mattino e amano alle due non è molto felice. Non per me almeno. Và lì per incontrare la sua ragazza. Io provo un amore incondizionato per lui e sono convinta da ormai quattro anno che lui è la mia metà, ma è da altrettanti anni che non ci parliamo più, Ma il mio amore supera ciò. Ogni sera prego per la sua felicità, mi sono arresa all’idea che probabilmente non staremo mai insieme, ma io ormai d lui non voglio più niente, solo la sua felicità e dato che non posso gantirgliela in modo concreto, io prego. Daniel ha una gamba ingessata, ma nonostante ciò torna a casa in bici, tipico di lui. Margherita (la sua ragazza) lo aiutò a farlo salire tenendogli il sellino e poi lo lasciò. Vidi la scena come se fosse al rallentatore. Appena vidi la bici inclinarsi presi la mano di ale e la strinsi, vidi Daniel inclinarsi e poi il colpo. La sua testa aveva sbattuto violentemente sull’asfalto, perdeva molto sangue. Il dolore era insopportabile. Le lacrime che mi scendevano dagli occhi erano amare dal dolore che avevo provato quando cadde. Le ginocchia stavano per cadere e i miei polmoni pompavano aria a fatica. Mi sentì cedere. L’unico contatto che avevo con l’esterno era la mano di ale che mi teneva in piedi. Vidi i suoi amici andare incontro a lui e soccorrerlo, poi il suo bellissimo viso si voltò verso uno dei suoi amici, ma io non riuscì a sentire niente di ciò che si stavano dicendo. Mi sentivo impotente, e lo ero, lo ero sempre stata per lui, non avevo mai avuto la possibilità di curarlo con il mio amore ogni volta che stava male e anche in quella situazione tragica io non potevo far niente.NIENTE. improvvisamente uno dei suoi amici si voltò dalla mia parte e mi indicò. “Vuole solo il tuo aiuto.” mi disse. Io senza pensarci un attimo mi allontanai da ale e corsi incontro a Daniel. lo abbracciai, lo baciai cercando di alleviargli il dolore. Lui mi avvolse le sue braccia attorno al collo e mi guardò negli occhi. In quel momento fui sicura che lui era l’esatta metà di me e mi sentii a casa. Provai una felicità che penso si provi solo una volta nella vita perché se fosse altrimenti il fisico umano non riuscirebbe a sopportare una felicità così grande. Era una di quelle felicità che tutti cercano. Piansi ancora di più perché quell’emozione era troppo forte. “Ti amo” Uscì dalle sue labbra e io mi senti in pace. Tutte le ingiustizie che avevo subito, tutti i fallimenti e le lotte che avevo dovuto sopportare scomparvero. Poi lui si fece più pesante tra le mie braccia, allora lo guardai in viso e vidi che non c’era più vita. Il panico mi attanagliò lo stomaco e mi sentì persa. L’unica cosa che rimaneva nel suo sguardo erano delle lacrime. Smisi di respirare, ormai il dolore era troppo forte, era come un cancro che pian piano si diffonde. Fu una morte silenziosa. Senza urla, pianti, parole sussurrate al vento. Solo silenzio, come del resto tutte le cose dolorose. I sensi mi abbandonarono. Quel dolore, come quella felicità, la provavi solo una volta nella vita, perché anche solo quella volta bastava per ucciderti. Sentì un rumore sordo dentro me, come di un foglio tagliato a metà. Poi chiusi gli occhi e caddi sul suo petto e in quel momento mi svegliai di soprassalto con le lacrime agli occhi urlando ‘no! no!’. Poi mi resi conti di essere in camera mia e che quello fu solo un sogno. Controllai la sveglia, erano le 7. Bene. tutto il tempo per prepararmi ad affrontare una noiosa giornata di scuola che non mi avrebbe concesso tempo di pensare al sogno appena fatto, ma almeno avrei avuto il tempo di vedere Daniel e accertarmi che quello che succede fosse solo un sogno e non la realtà .
   
 
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