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Autore: Classicboy    13/09/2015    2 recensioni
Storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Pottertalia!AU, molti pairing
Un anno scolastico uguale a tutti gli altri può essere sconvolto da un giorno all'altro e portare a problemi a cui non si ha mai pensato. E così Ludwig, Arthur, Feliciano, Francis e tutti i loro amici si ritroveranno coinvolti in un'avventura più grande di loro con uno sfondo epico: il torneo Tremaghi!
Dal 1° capitolo:
“Ludwig Beilschmidt, nato a Berlino, trasferito in Inghilterra- disse porgendo la mano -Sono al primo anno”
“Ve, io sono Feliciano Vargas, sono italiano, piacere. Anch'io sono al primo anno” e prima che l'altro potesse rendersene conto lo abbracciò.
“M-ma che diavolo fai?!”
“Come cosa? Siamo amici, gli amici si abbracciano”
...
“Venduto? A chi?’’
“A me” rispose un ragazzino dalla zazzera bionda e occhi verdi che sembravano due specchi. Era così mingherlino, che Francis stentava a credere che fossero coetanei.
“Ehi, piccoletto…”
“Ho undici anni, rana!’’
“Rana a chi, scusa? Per tua informazione, sono al secondo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!’’
“I loro standard si devono essere proprio abbassati, se adesso ammetto anche delle rane”
“Ma sentitelo… e da quando accettano i bruchi?’’
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BEAUXBATONS E DURMSTRANG

 

 

Quando Ariovisto entrò nell'ufficio del preside, trovò tutto in disordine, con carte e libri vari che costellavano il pavimento.

''Va bene che vuoi dare del lavoro a Gazza... ma perchè non provi ogni tanto a mettere in ordine?''

Il diretto interessato scrollò le spalle, mentre leggeva la lettera che quella mattina gli aveva inviato il Ministero: ''Non sono un Corvonero, Arry caro''

''Perchè Arry? Lo sai che lo detesto''

Cesare ghignò, compiaciuto: ''Oh, lo so... ma è sempre divertente prenderti un po' in giro, quando siamo da soli''

''In realtà lo fai anche di fronte agli studenti''

''Solo perchè tu minacci di trasfigurarmi in un serpente!''

Il biondo scosse la testa. Stava parlando con un ex Grifondoro, provare a ragionarci era più inutile che tentare di far ammettere a suo nipote Gilbert di non essere infallibile come crede.

'' Comunque - chiese l'italiano - Come mai sei qui? Non dovresti aiutare Lumacorno?''

''Dei Tassorosso del secondo anno mi stanno sostituendo''

''Attento, questo è sfruttamento minorile''

“Lumacorno non li sta sottoponendo ai lavori forzati, al massimo li farà tenere in mano le sue pozioni più preziose''

''Ah... beh, stia attento che non ne prendano in prestito qualcuna. Ma non hai ancora risposto alla mia prima domanda. Perchè sei qui?''

Il tedesco si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania, dopo averla liberata da carte di Ciocorane e Gelatine Tutti i Gusti +1: ''Sono venuto qui per parlarti del torneo''

''Oh, quello. Si, ci hanno avvisato veramente all'ultimo minuto. Incredibile, vero?''

''Già... un po' troppo, per i miei gusti''

Cesare sollevò gli occhi dalla lettera, e li puntò su quelli del vicepreside: ''Sospettoso come sempre, eh?''

''Lo devo essere, dato che tu non lo sei affatto! Il Ministero ha sempre avuto i suoi problemi, è vero. Ma un simile errore, specie ora che ci lavora anche la Granger... mi pare troppo strano, anche per i loro standard''

''Hermione Granger non lavora all'Ufficio di Cooperazione Magica Internazionale''

''No, ma ci lavora suo cognato. Ammettilo, Cesare. Non hanno mai cambiato di punto in bianco idea. E dopo l'ultimo torneo, hanno sempre evitato Hogwarts come la peste”

'' Cosa temi? - chiese l'altro, meno apprensivo di lui - Che ci sia qualche nuovo Peter

Minus che voglia riportare in vita il Signore Oscuro?''

''No, ma sai chi è il preside di Durmstrang?''

Cesare strinse i pugni, e per un attimo la sua espressione divenne più dura: ''Quell'uomo è ancora vivo? Credevo che avesse già raggiunto l'altro mondo''

''Alexei Braginski è ancora vivo e in salute, purtroppo per noi''

''Continua ancora a inculcare ai suoi allievi l'idea che i purosangue siano i migliori?''

''A quanto ho saputo, sembra di sì''

''Incredibile... due guerre magiche, e ancora non hanno capito che tutta la storia dei purosangue è una gran cazzata''

Oh, quando si arrabbiava Cesare ricordava tanto suo nipote Romano. Ecco da chi aveva preso il maggiore dei fratelli Vargas.

''Oltre i suoi discutibili metodi di educazione - continuò Ariovisto, mentre il preside imprecava contro il russo - C'è anche un'altra cosa...''

''Quale?''

''Ho il sospetto che sia stato un Mangiamorte''

Cesare si fermò a riflettere, con due dita sotto il mento.

''Non è un'ipotesi tanto assurda - biascicò l'italiano - Date soprattutto le sue convinzioni pericolosamente vicine al credo del Signore Oscuro e dei suoi accoliti''

''Ha studiato qui... ma perchè durante la seconda battaglia di Hogwarts non è venuto, come altri ex studenti? Nessuno durante il periodo della risurrezione di Voldemort l'ha visto. Sembrava come sparito nel nulla''

''Poi... puff... eccolo riapparire all'improvviso come nuovo preside di Durmstrang, con tre marmocchi a carico - continuò il preside - E gli ultimi anni della sua vita, completamente avvolti nell'ombra''

''L'idea di saperlo qui, non mi piace affatto''

''Nemmeno a me '' convenne Cesare, mordendosi un labbro. Nessuno dei due provava stima nei confronti dei Mangiamorte, dal momento che i loro nipoti erano rimasti orfani proprio a causa loro. E sapere che un probabile ex Mangiamorte si sarebbe trovato a pochi passi da loro, senza che loro potessero denunciarlo per mancanza di prove, li mandava in bestia.

''Non abbiamo prove...''

''Già...''

''Si farà beffe di noi, sai?''

''Già...''

''Come possiamo fare, per smascherarlo?''

''Non è uno sprovveduto, qualunque trucco cercheremo di usare contro di lui verrebbe facilmente scoperto''

“ E allora? - chiese il vice preside - Lo lasceremo in pace? Faremo finta di nulla? Avere un Mangiamorte, anche se presunto, qui ad Hogwarts....''

''Ti capisco, so esattamente come ti senti. Non so se dietro il cambio improvviso ci sia la mano di qualcuno, o meno. Ma ne potremo approfittare per fare i nostri accertamenti su di lui. Alexei Branginski non dovrà sottovalutare Hogwarts e i suoi insegnanti''

In quel momento, prima che Ariovisto potesse ribattere, entrò Gilbert senza neppure avere la decenza di bussare.

'' Gilbert!''

''Ehi, ciao nonno. E' un piacere anche per me, sai?''

''Che ci fai qui? E come sei entrato?''

L'albino fece spallucce: ''Conosco la parola d'ordine''

''Gliel'hai detta tu?''

Cesare negò col capo: ''Non la sanno nemmeno i miei nipoti''

''Comunque, se avete finito di farmi il terzo grado, c'è bisogno di voi nel cortile''

''Cos'è successo stavolta?''

''Beh, Sadiq Adnan ed Heracles Karpusi”

“No... di nuovo loro?''

''Che vuoi farci, nonno. Ringrazia il cielo che almeno non sono nella stessa Casa''

Al pensiero di quei due entrambi tra i Serpeverde, il sangue nelle vene del tedesco si gelò. Già avevano una pessima fama a scuola. Adnan e Karpusi insieme l'avrebbero solo peggiorata.

''Vado a evitare che facciano esplodere qualcosa. Dio solo sa quanto ci è voluto ricostruire tutto, dopo l'incendio che appiccò Seamus Finnigan''

 

Quando entrarono alla Torre di Corvonero, Ludwig e Feliciano trovarono la sala completamente vuota. Il tedesco inarcò un sopracciglio: ''Ma dove sono tutti?''

''Kiku sta ancora contrattando con Nick quasi senza testa '' disse Feliciano, andando in direzione della sua camera da letto. Le lezioni erano state annullate, e lui aveva tutta l'intenzione di farsi un pisolino prima di cena.

''Ber?''

''Mi sembra che sia andato da Tino''

''Allora... Arthur?''

''Sta litigando con Francis in Sala Comune''

Il tedesco arrossì. Se non c'erano neppure quelli del primo anno, intenti in chissà quale esplorazione del castello... voleva dire che lui e Feliciano erano da soli. Completamente. Si sentiva bruciare le guance.

''Ve, Lud... tutto bene? - domandò l'altro, agitatosi all'improvviso rossore dell'altro - Mica ti sta salendo la febbre? Te l'aveva detto Kiku che non avresti dovuto allenarti tutta la sera al campo di Quidditch!''

''Nein, sto bene non preoccuparti'' disse, ma la sua agitazione non fece che aumentare quando l'italiano gli si appiccicò addossò, stando sulle punte per poter essere alla sua stessa altezza. Gli mise una mano sulla fronte, ed esclamò: ''Ma tu hai la febbre! Sei caldissimo!''

''No, sarà solo per l'emozione di oggi... sai, per il Torneo Tremaghi...'' biascicò Ludwig, sperando che l'altro gli credesse e si allontanasse. L'italiano piegò appena le testa di lato, in un espressione confusa che l'altro Corvonero trovò dannatamente adorabile (anche se quello non l'avrebbe detto ad altra voce. I ragazzi non sono adorabili).

''E' molto pericoloso, vero? Arthur ha detto che ci sono stati dei morti''

Prima cosa da fare quella sera: strangolare l'inglese per aver fatto preoccupare Feliciano.

''Beh, si... è comunque un torneo che serve per dimostrare le abilità di un mago. Ma comunque la competizione moderna è molto meno pericolosa che in passato''

''Davvero?''

''Si, davvero''

Il viso di Feliciano si illuminò, e prese le mani dell'amico: ''Allora vogliamo partecipare?''

''Cosa?''

''Ma sì, perchè non partecipiamo? - ripeté il giovane - Io non sono granchè come mago, ma potrei aiutarti a vincere''

''Ma...''

''E poi, tu sei uno dei migliori Corvonero dell'ultimo secolo. A parte Arthur e Ber, ma con loro è un discorso diverso''

''Ja, ma...''

''Non vuoi? E' perchè sono inutile, vero? Lo puoi dire, tanto lo so già...''

''Non sei inutile - l'interruppe Ludwig, per evitare che il più piccolo piangesse. Non sopportava vederlo con gli occhi lucidi, specie se era per colpa sua - Non sarai ... abile con gli incantesimi, ma non sei inutile. E poi, io non voglio partecipare al torneo''

''Ve... perchè?''

''Su una cosa Arthur ha ragione: è troppo pericoloso, per dei ragazzini del quinto anno. Una competizione del genere dovrebbe essere affrontata solo da maghi esperti, come quelli del settimo anno. Yao e Alistor potrebbero farlo, ma noi... noi è meglio se restiamo a guardare. Rischiare la vita è più una cosa da Grifondoro''

''Ve... ma tuo fratello vuole partecipare''

''Con lui ci parlerò stasera''

Gilbert era un testardo di prima categoria, e con un orgoglio pari solo alla sua megalomania. Ed anche se era un mago abile, aveva dei difetti che nel Torneo gli sarebbero risultati fatali. Se non voleva andare a trovarlo durante l'estate al San Mungo, era meglio se lo convinceva a non iscriversi. Sarebbe stato più facile convincere Kiku a non fotografare tutto quello che vedeva a Hogwarts, piuttosto.

''Ve... secondo te chi sarà il giudice?''

''Sai che non ne ho...''

''Ehm... ho interrotto qualcosa?''

Quando vide Heracles, Ludwig per istinto si allontanò subito da Feliciano e si appoggiò con la fronte sul muro. Che diavolo gli stava succedendo, da qualche giorno? Perchè avere l'italiano tanto vicino lo... destabilizzava?

''Ve... Heracles, che ti è successo?''

''Tsk, niente - biascicò il greco, irritato e con il viso costellato di brufoli - Io e lo stupido turco abbiamo solo avuto un duello magico''

''Ve... e chi ha vinto?''

“Secondo te?''

''Sadiq?''

Il greco sbuffò. Perchè nessuno aveva mai fiducia nelle sue capacità di mago? Solo perchè si addormentava due tre volte durante le lezioni... per minimo mezz'ora per volta.

''Non sarebbe meglio andare da Madama Chips?'' chiese il tedesco, una volta ripresosi dalla vergogna provata poco prima.

''Nah, tanto gli effetti svaniranno tra poco''

''No, ve! E' meglio andare in infermieria. Così ci vai anche tu Lud''

''Io?''

Feliciano annuì, e prese entrambi per il lembo della divisa: ''Si, tu. Così controlliamo se hai la febbre. Ed Heracles potrà far sparire prima quei brufoli''

''Ma...''

Non ci fu verso di far cambiare idea al ragazzo, che li potrò entrambi da madama Chips... rischiando più volte di finire giù a causa delle scale e la loro fissa di cambiare per via della noia. Ludwig ringraziò che non ci fossero altri studenti a guardarli...

Peccato che la Dama Grigia, vedendo lui e Feliciano mano nella mano, sorrise serena: “Ah, mi ricordate me e il Barone alla vostra età''

E no, non aveva neppure fatto accenno ad Heracles.

 

I Grifondoro non avevano perso tempo ed erano tornati nella propria Sala Comune per discutere a proposito della notizia appena data dal preside.

E così, in un angolo in disparte stava avvenendo un'accesa discussione tra tre dei memebri più noti della casa.

“Il torneo Tremaghi, eh? Ragazzi è una figata pazzesca!” esordì Mathias con gli occhi che brillavano

“Lo so! - rispose Alfred che era gasato quanto il danese - Non ci posso credere! E io parteciperò statene certi”

“E speri di essere scelto? Scordatelo amico! Il re del nord qui presente sarà colui che rappresenterà Hogwarts e straccerà gli avversari!”
“Sogna pure, Mathias, perché vedo che tu stai continuando a dimenticarti di una cosa?”

“Cioè?”
“Io sono l'eroe” e proruppe in una risata gioiosa. Oh, quanto aveva aspettato per pronunciare quella frase di quel film babbano che gli aveva mostrato Kiku.

“Ehi, di un po', mate - intervenne in quel momento Kyle rivolto al migiore amico - Non è che tutta questa tua voglia di partecipare viene dal voler fare colpo su una certa vietnamita di nostra conoscenza?”

L'americano arrossì: “M-ma che vai a pensare? Lo faccio per dimostrare il mio coraggio!”

“Sì sì, certo come no. Ti suggerisco di andare a prendere un po' d'aria. Sei diventato color ciliegia”

Il ragazzo si coprì in fretta le guance mentre gli altri due scoppiavano a ridere.

“Sai, Alfie, credo proprio che prima o poi dovresti proporre a Kim di uscire” esclamò Mathias asciugandosi una lacrima.

“Ah ah ah... no!”

“Oh, andiamo mate, si vede che siete cotti l'uno dell'altro. Esattamente come si capisce che Mat qui presente è stracotto e ricambiato da Lukas Bondevik”

“Esattamente! - sorrise il danese prima di assumere un'aria confusa - Aspetta...”

“Sono quattro anni - continuò l'australiano ignorando completamente il biondo - Che andate avanti con questa storia. Ormai tutti vi considerano una coppia. Di recente il Frate Grasso mi si è avvicinato e mi ha chiesto quando avevate intenzione di programmare le nozze, che lui sarebbe stato più che felice di celebrarle”

“Oh, quindi credi che si offrirà di celebrare anche quelle tra me e Lukas? Ho già in mente lo scenario: le pendici di un vulcano attivo, un gruppo di cattivi che tengono imprigionato Norge per fare da esca al re del nord, il sottoscritto che compare fiero brandendo la sua ascia, mi getto tra i cattivi, li sconfiggo e prendo Lukas che mi ringrazia e mi bacia appassionatamente, poi però compare il capo dei cattivi e...”

Ma mentre il danese continuava il suo monologo auto-celbrativo Alfred non poteva che pensare a Kim e alle anomale sensazioni che da quell'anno stavano incominciando a venire fuori ogni volta che la vedeva.

 

Nessuno creda che i Serpeverde fossero immuni all'euforia generale dovuta all'imminente torneo. Certo, avevano una facciata di nobile menefreghismo da mostrare, ma loro erano emozionati esattamente quanto gli altri. Anzi, probabilmente lo erano ancora di più. Non godevano di particolare stima a scuola, data la fama oscura che da sempre accompagnava la loro casa. Ma se uno di loro fosse stato scelto per il torneo Tremaghi, allora un sacco di cose sarebbero cambiate. Se lo studente più degno si fosse rivelato un Serpeverde, le altre case avrebbero dovuto riconoscere che tra di loro non si annidavano solo futuri signori oscuri o pseudo dominatori del mondo. E poi, andiamo, Peter Minus e Gilderoy Allock non erano Serpeverde, eppure si erano rivelati i peggiori maghi della loro generazione.

“Io parteciperò al torneo! E state pur certi che lo vincerò!”

Abel alzò gli occhi dal libro che stava leggendo. Al centro della Sala Comune Alistor Kirkland si stava esibendo in uno dei suoi siparietti da ''inchinatevi di fronte a me, mortali, sono più figo di tutti voi messi insieme'' , ghignando come un bambino prima di rovinare i capelli alla sorella maggiore.

Tutti stavano discutendo se partecipare o meno ed anche lui doveva ammettere di essere tentato. I rischi erano tanti ma se si pensava a quello che si poteva ottenere: la fama, l'onore, il prestigio, ma soprattutto il premio in galeoni! Belle non avrebbe approvato per via dei suoi ''principi morali'', ma doveva ammettere che la prospettiva di partecipare, vincere e guadagnare una bella sommetta in denaro, solleticavano la sua fantasia.

''Credetemi - continuò il suo monologo il rosso - Se parteciperò, farò vedere a quei corvi che sono solo dei topi di biblioteca bravi a parlare che in sostanza non hanno il coraggio neppure di affrontare il Barone sanguinario''

''Concordo - biascicò Sadiq, con un occhio nero e il labbro spaccato - Sono totalmente con te, amico''

Abel inarcò un sopracciglio: ''Tutto quest'odio per i Corvonero da dove esce? Di solito noi Serpeverde non dovremmo odiare i Grifondoro?''

''A noi piace cambiare le tradizioni''

''Bah, contenti voi''

Sadiq ed Heracles erano nemici naturali, come cane e gatto. Purtroppo per Hogwarts, erano peggio della coppia di nemici Harry Potter e Draco Malfoy. Almeno quei due si davano un certo limite. Heracles e Sadiq invece avevano ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi. L'unico capace di farli calmare, per chissà quale miracolo, era Kiku Honda. L'antipatia di Sadiq per i corvi era colpa di Heracles. Mentre per Alistor, l'antipatia era tutta per suo fratello. Si poteva dire che si trattasse delle classiche invidie tra fratelli nelle famiglie purosangue. I Black ne erano un esempio.

''Alistor, non per dire, ma comunque non a tutti piace cambiare le tradizioni'' disse il giovane, mettendo da parte il suo libro. C'erano cose più interessanti da fare, in quel momento.

Il diretto interessato lo fissò, senza capire: ''Che intendi, scusa?''

''Non hai notato l'assenza di qualcuno, qui?''

''Sai quanti Serpeverde ci sono, Abel? Come faccio a ricordarmeli tutti?''

L'olandese sospirò. Era pronto per lanciare la sua bomba: ''Francis Bonnefoy, amico. Non ti sei accorto che lui qui non c'è?''

''Allora? Sarà con quegli altri due idioti dei suoi amici''

''Antonio è con Romano Vargas - intervenne Sadiq - Lo sta costringendo ad approfittare della giornata libera per allenarsi con il Quidditch. Mentre Gilbert cerca di estorcere a suo nonno delle informazioni sul torneo. Vuole sapere chi sarà il giudice''

''E indovina con chi sta Francis?''

''Mi dovrebbe interessare?'' biascicò Alistor, coi pugni pericolosamente chiusi.

''Beh, sì... dato che fonti sicure (alias Kiku Honda di Corvonero), ma hanno detto che un certo francese sta passando molto tempo con il tuo fratellino Arthur. La mia fonte ha beccato Francis più di una volta fissare il culo di Arthur senza che lui se ne accorgesse''

Una vena si gonfiò sulla fronte di Alistor. Poteva anche fingere di odiare il fratello minore, ma era chiaro come il sole (tranne al biondino Corvonero), che un po' ci teneva a lui.

''Gli fissava il culo?''

''Ho delle foto che lo provano''

''Aspetta - fece sorpreso il turco - Tu avresti comprato delle foto di Kirkland e Bonnefoy?''

''Ehi, non sono per me, ma per mia sorella. A quanto pare, li shippa. E no, non chiedetemi cosa significa''

''Ci sono altre foto?''

''Mhm... credo di si. Ehi, che fai?'' chiese, guardando il rosso allontanarsi e andare verso l'uscita.

''Non sono affari tuoi''

''Se vuoi sapere chi è la mia fonte, è Kiku Honda. Forse lo trovi in biblioteca''

“Tsk... grazie''

Era chiaro cosa volesse fare il maggiore dei Kirkland: voleva comprare tutte le copie della foto incriminata dal giapponese. Anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce. Abel, essendo il suo migliore amico, lo conosceva bene come le sue tasche.

''Ragazzi, ho una notizia bomba per voi'' fece euforico Gilbert, entrando nello stesso momento in cui se ne stava andando Alistor.

''Dilla a loro, io ho cose più importanti da fare''

L'albino lo fissò, e una volta che se ne fu andato chiese: ''Ehi, che gli è successo? Ha scoperto che Tonio ha preso un voto più alto di lui a Trasfigurazione... di nuovo?”

Abel scosse la testa: ''Nah, niente di chè Gilbert. Solo, meglio se Francis per il prossimo semestre non gli si avvicini troppo''

''Qual'è la notizia bomba che volevi dirci?''

''Uhm... cosa?''

''Sadiq ti ha chiesto che cosa volevi dirci. E sbrigati, che il tempo è denaro. E io devo distribuire altre copie di certe foto alle ragazze di Tassorosso''

Gilbert si prese un attimo di pausa: ''So chi sarà il giudice''

“Non dire cazzate''

''Ma è vero!''

''Seh, come no''

''Sto dicendo la verità!''

''Ti credo, Gilbert... scusami, ma io adesso me ne devo andare. Il denaro mi chiama''

''Tsk, malfidato''

''Non puoi mica dargli tutti i torti - disse il turco - Ne hai dette di palle in sei anni''

''Il Magnifico non mente. Altera leggermente la realtà alle sue stupefacenti imprese''

''Seh, certo...''

''Ma io so davvero chi sarà il giudice. Mio nonno mi ha detto che sarà una cosa molto simile al Cappello Parlante, un oggetto magico che dovrà riconoscere gli studenti più degni di tutte e tre le scuole. E sta certo che io sarò scelto''

''Ma tuo fratello non ti ha detto che non devi partecipare?''

''Ehi, il maggiore sono io. E quando sarà svelato il giudice (e voi vedrete che avevo ragione io), farò un piccolo scherzetto a West''

Sadiq inclinò appena la testa: ''E se venisse scelto?''

''Chi, lui? Andiamo, è un Corvonero. E' ovvio che il giudice sceglierà o un Grifondoro o un Serpeverde''

''Guarda che all'ultimo torneo scelse un Tassorosso''

''Dettagli''

“Seh, come no... ma se Ludwig venisse scelto, tutta la gloria andrebbe a lui''

''Ma che gloria ! - esclamò il giovane - Al massimo guadagnerebbe un mese al san Mungo. Io lo iscriverò... tanto, so benissimo che il giudice sceglierà qualcuno di più figo. Tipo me''

''Se ci credi ....''

Intanto, il turco non aveva dubbio. Se il giudice sarebbe stato veramente un oggetto magico come il Cappello Parlante, avrebbe preferito Ludwig al fratello.

 

“Ehi Ber - esclamò Tino rivolto all'amico uscendo dal passaggio che conduceva alla sua Sala Comune - Mi avevano detto che eri qui fuori e che mi volevi parlare, che c'è?”

Lo svedese, che a sentire la sua voce si era voltato, lo fissò e deglutì.

<< Ora chiediglielo ora! - pensò il gigantesco biondo - È semplice, digli solo: cosa ne penseresti se io partecipassi al Tremaghi? No no, non va bene. Devi essere meno diretto... Ecco! >>

“Che ne pensi di questa novità?” chiese col solito tono di voce basso.

“Intendi il Tremaghi? - rispose il più piccolo - Beh, è una manifestazione importante e tutto, solo... Oh, ti dico la verità? La trovo una cosa stupida, va bene?”

Lo svedese assunse un'aria colpita mentre il ragazzino continuava il discorso: “È eccitante e tutto, e forse sarà anche divertente, ma a dire la verità è così rischiosa che non so. Di sicuro io non parteciperei mai. Mi pare qualcosa da... da Mathias! Ecco, mi pare una cosa molto da Mathias, cioè da irresponsabili”

Man mano che il finlandese andava avanti il morale del più grande scendeva sempre più sottoterra: e così Tino la trovava una cosa stupida, però...

Una vocina nella sua testa continuava a ripetergli che se avesse partecipato e avesse vinto il ragazzo per cui aveva una cotta non avrebbe potuto fare altro che ammirarlo per il coraggio appena dimostrato.

“Era di questo che mi volevi parlare?”

La voce di Tino lo riportò alla realtà. Si costrinse ad assumere un'aria fredda per mascherare i propri pensieri: “Ecco, no... Ti volevo chiedere... A che ora è l'appuntamento con Lukas e Dan per il prossimo incontro?”

“Oh” il ragazza gli diede le indicazioni prima che il Corvonero decidesse di tornare nella propria Sala Comune. E mentre si arrampicava su per le scale della torre, Berwald prese una solenne decisione...

E mentre avveniva non visto questo discorso, nella Sala Comune di Tassorosso tutti gli studenti avevano ignorato il coprifuoco e ciascuno stava parlando con l'amico, il compagno o il conoscente sulla novità appena data così repentinamente dal preside.

Solo una persona pareva essere immune da tutta quella euforia.

Enkaterina se ne stava addossata al muro persa completamente nei suoi pensieri mentre tutti i suoi compagni discutevano.

“Chissà come saranno quelli delle altre scuole?”

A sentire quella frase la ragazza alzò allarmata la testa.

“Non lo so, ma sono proprio curioso”

“Ho sentito che gli alunni di Beauxbatons sono tutti bellissimi”

“Io invece ho saputo che quelli di Durmstrang sono esperti nelle arti oscure”

“Saranno di sicuro dei tipacci”

“Chissà com'è il loro preside?”

Enkaterina non resistette più. Si staccò di botto e, senza essere vista, uscì dalla Sala Comune.

“Ehi, Enkaterina, cosa...?” cercò di domandare Tino che stava rientrando in quel momento dopo il discorso con Berwald, ma la ragazza gli passò accanto quasi come se non esistesse.

Una volta fuori cominciò a correre mentre i pensieri vorticavano nella sua testa più confusi che mai.

<< Perché? Perché devo rivederli? Non ho già sofferto abbastanza? Sono passati così tanti anni, chissà come saranno cresciuti... No! Non devo farmi portare dal sentimentalismo! Devo ricordarmi che c'è anche lui! E lui ha messo bene in chiaro come stanno le cose! >>

Si fermo e si chinò sulle gambe col fiatone. Non sapeva dove si trovava, aveva continuato a camminare incurante di dove si stesse dirigendo.

“Cosa devo fare, mamma?” mormorò mentre si portava una mano al cuore.

“Enkaterina?”
La ragazza sobbalzò prima di voltarsi e incrociare lo sguardo preoccupato di...

“Matthew! - esclamò vedendo il canadese. Notò di avere le guance rigate dalle lacrime e si affrettò ad asciugarsele - Che ci fai qui?”

“Ti ho visto uscire in fretta dalla sala. Parevi sconvolta, così ho deciso di seguirti. Ma... stai piangendo!” e si avvicinò.

La ragazza lo fermò con un gesto della mano: “No, sto bene, fidati. Solo... una cosa personale, nulla di preoccupante”

Stava sorridendo ma il ragazzo continuava a fissarla con aria seria: “Enkaterina, ti prego ascoltami e ricordati la frase che mi hai detto: se avrai bisogno di aiuto, io per te ci sarò sempre. Non preoccuparti a condividere con me le tue preoccupazioni, io sono tuo amico”

La ragazza lo fissò per un attimo: “Grazie Matt, ma ti giuro che non è niente. Ora però torniamo in Sala che se Gazza ci becca fuori a quest'ora ci toccherà stare a sentire una delle sue filippiche su come ai suoi tempi venivano puniti gli studenti”

Matthew non pareva molto convinto della prima affermazione dell'amica ma annuì. Se lei preferiva comportarsi così allora un motivo senz'altro c'era.

E mentre il ragazzo le dava le spalle per tornare in Sala lei si lasciò sfuggire un'espressione di puro rammarico.

<< Sì, Matthew, lo so che per qualunque cosa tu ci sarai, ma per questa particolare cosa tu non puoi esserci. È una sfida che devo affrontare con le mie sole forze >>

 

L'ansia e l'eccitazione per la notizia dell'arrivo delle due scuole proseguì anche il giorno dopo.

Durante la colazione in Sala Grande si sentirono tutte le teorie possibili riguardanti gli studenti stranieri e il giudice del torneo. Stranamente ogni volta che questo argomento veniva tirato fuori Gilbert ghignava in maniera che, a detta di Ludwig, era a dir poco preoccupante.

E le cose continuarono anche nelle Sale Comuni e nei corridoi del castello, al punto che Arthur per essere lasciato in pace fu costretto a chiudersi in camera e a minacciare i compagni di stanza che chiunque fosse entrato lì con il solo scopo di fare casino o di parlare con lui del torneo si sarebbe beccato una decina di fatture parecchio interessanti in faccia. Questo comportamento pareva essere eccessivo persino per l'acido inglese, però da quando la sera prima aveva discusso con Francis riguardo una non ben specificata cosa era diventato intrattabile.

Un'altra particolarità di quel giorno erano i professori che se ne andavano di qua e di là in cerca di determinati alunni per intimare a questi di tenere un comportamento adeguato. Gilbert, Antonio e Francis venne ripresi tre volte da tutto quanto il corpo docente, e neanche Lovino, Alfred, Kim (a questa fu più che altro richiesto di non attaccare briga con l'americano), Mathias e Alistor furono esenti da richiami.

Alla fine la sera tutti gli studenti (ciascuno nel suo abito migliore) si erano radunati all'esterno del gigantesco castello ad aspettare l'arrivo degli studenti stranieri.

“Bloody hell, è davvero necessario? - si lamentò Arthur infagottato nel mantello - Ci saranno massimo nove gradi! Perché non possiamo aspettarli dentro invece di gelare qua fuori come degli idioti?!”

“Mon amour, ma se hai freddo ci penso io a riscaldarti. Su, vieni tra le braccia del fratellone, oh oh oh!”

“Taci pervertito e sta lontano. Meglio morto assiderato che vicino ad uno come te!”

Poco distante c'era anche un'altra persona che non pareva apprezzare la situazione in cui si trovavano.

“Veeee, freddo”

Ludwig spostò lo sguardo dall'orizzonte per focalizzarlo sul castano al suo fianco: “Feliciano, succede qualcosa?”

“F-f-freddo” spiegò il mediterraneo battendo i denti.

“Scusa, ma non ti sei portato dietro una sciarpa o robe del genere”

“E-ero ta-talmente eccitato per l'arrivo che-che me ne sono dimenticato”

Il teutonico sbuffò. Poi lo fissò meglio e vide che stava davvero soffrendo quella bassa temperatura. A quel punto fece una cosa che stupì entrambi.

Feliciano stava continuando a tremare fino a che non sentì qualcosa di caldo e soffice avvolgerglisi attorno al collo. Guardò meglio e vide che aveva addosso la sciarpa blu-bronzo del tedesco.

“Ecco, così non dovresti avere più problemi” disse il biondo per poi tornare ad osservare il cielo leggermente rosso in viso.

Anche Feliciano arrossì prima di sorridere e dire: “Grazie mille, Lud”

L'altro grugnì qualcosa mentre diventava sempre più simile ad un pomodoro.

Poco più in là tra le file dei Serpeverde vari ragazzi si allontanarono da Alistor e Romano che a vedere quegli atteggiamenti dei loro fratelli avevano incominciato a mormorare frasi che suonavano molto come metodi per torturare Francis Bonnefoy e Ludwig Beilschmidt.

Tutt'a un tratto qualcuno urlò: “Laggiù!”

L'attenzione fu portata verso il punto indicato: una striscia di terra che fiancheggiava il lago. Un enorme e non meglio identificato oggetto stava venendo verso il castello a velocità parecchio elevata.

“Non ci credo, sono bellissimi...” le parole della piccola Lily si dispersero nel silenzio generale mentre tutti capivano finalmente cos'era che stava venendo loro incontro.

Si trattava di un'enorme carrozza blu polvere delle dimensioni di una casa, trainata da poco meno di una dozzina di giganteschi... cigni. Ma non erano uccelli normali: saranno stati grandi circa come dei pony.

“Elegante come sempre, eh?” esclamò con un sorriso Cesare rivolgendosi al vicepreside.

Planarono dolcemente per poi posarsi con grazia per terra. Dal bordo scese una leggera scaletta.

Una volta che anche questo procedimento fu portato a termine la porta si aprì e scese una donna elegante, i capelli castani erano lunghi e verso le estremità si raccoglievano in eleganti boccoli, indossava un leggero abito bianco e senza maniche, ma non pareva patire in alcun modo il freddo, il volto era giovane e fiero atteggiato in un sorriso caldo e aperto, ma al contempo estremamente enigmatico. Gli occhi grigi saettavano da una parte all'altra per poi fermarsi definitivamente sul preside di Hogwarts.

“Cesare!” esclamò la donna dirigendosi verso di lui mentre il sorriso si allargava sempre di più.

“Atena! - esclamò l'italiano aprendo le braccia in segno di accoglienza - Benvenuta. Tu e la tua scuola siate ben accolti da Hogwarts!”

Il castano si esibì in un elegante baciamano per poi continuare: “Vedo che avete sostituito i cavalli alati con cigni. Beh, daltronde è risaputo che tu sei sempre stata attratta dai grandi uccel...”

KRASH!

L'intera scuola sobbalzò mentra il professor Beilschmidt alzava esasperato gli occhi al cielo.

“Cesare caro - cinguettò la preside di Beauxbatons con la bacchetta ancora levata in cielo proprio dove si era materializzato il vaso che cadendo aveva centrato la testa del preside italiano ora riverso per terra mentre imprecava dal dolore - Mi pare di avertelo detto chiaro e tondo più volte quando stavamo insieme: non apprezzo battute di questo genere. Pertanto gradirei che tu evitassi di farle fintato che vivremo sotto lo stesso tetto, va bene?”

“Però che donna sexy”

Heracles si voltò a guardare in direzione di Sadiq: “Ti spiacerebbe evitare questo genere di commenti, razza di porco turco?”

“Beh, problemi nano greco? Neanche fosse una tua parente...”

“A dire il vero: lei è mia madre”

A sentire quelle parole il moro spalancò la bocca per poi guardare prima la donna, poi il ragazzo, poi di nuovo la donna e focalizzarsi infine su Heracles.

“Beh, sai allora che ti dico: l'aspetto di certo non l'hai preso da tua madre”

E mentre si scatenava una rissa nelle retrovie Cesare riprendendo man mano conoscenza mugolò qualcosa e Atena annuì soddisfatta prima di voltarsi e dire: “Loro sono gli studenti che hanno deciso di partecipare al torneo!”

All'istante l'attenzione generale venne catturata dal gruppo di ragazzi appena scesi dalla carozza. Praticamente tutti tremavano per il freddo. Tutti tranne una ragazza dai lunghi capelli castani.

“Insomma - brontolò - C'era davvero il bisogno di venire fin qui su quella carrozza così frù-frù? Potevo benissimo farmela da Beauxbatons a qui a cavallo della mia fedele scopa”

La donna sospirò: “Signorina Hedervary, la prego. Ne abbiamo discusso per tutto il viaggio: e come avrebbe fatto a sorpassare le tempeste che abbiamo incontrato lungo manica? Sarebbe senz'altro finita in mare”

“Perfetto: avrei unito all'allenamento anche un po' di nuoto” replicò decisa, e per rimarcare quanto detto fece un passo in avanti entrando finalmente nella luce.

Non appena videro il suo volto, metà degli studenti trattennero il fiato.

“Non ci credo, ma lei è...” mormorò Ludwig.

“Ve! Cosa c'è? Chi è quella? Aspetta, ha un aspetto familiare... Lud, ma non si tratta della ragazza della foto?!”

“Sì, è lei. Elizabeta Hedervary, giocatrice professionista di Quidditch, Battitrice della nazionale ungherese, una delle atlete più note a livello internazionale”

Mentre tutti continuavano a fissare la ragazza che dispensava calorosi sorrisi a tutti coloro che incrociavano il suo sguardo, la discussione tra i due presidi continuò finché Atena non diede l'ordine ai suoi alunni di entrare.

Dopo un'altra pausa, stavolta animata dalle discussioni dei vari studenti dopo aver visto quella star del Quidditch, Heracles esclamò: “Ma non fa più freddo?”

Il fiato effettivamente aveva incominciato a condensarsi ad ogni respiro. Poco distante sopra le montagne avevano preso a formarsi delle minacciose nubi.

Il preside divenne rigido mentre mormorava: “E finalmente è arrivato...”

I ragazzi trattennero il fiato mentre vedevano comparire dalla coltre bianca l'immensa immagine di una galeone volante. Lo scafo lucido risplendeva riflettendo le luci del castello, solo le vele stonavano: lacere e malconcie, come se fossero appena usciti da una tempesta parecchio violenta.

La nave eseguì delle manovre mentre si sentivano delle urla e lo scalpicio di vari piedi provenire dal monte. Si fermò nel lago sollevando grandi spruzzi. Dopo un po' attracco e si vide scendere dal veliero una fila di figure.

Erano tutte vestite di scuro, tranne la prima che aveva un mantello chiaro.

Matthew sentì Enkaterina al suo fianco trattenere il fiato, ma non fece in tempo a chiederle cosa aveva che le figure divennero visibili e in particolare l'aprifila.

Era un uomo che pareva avere circa sui quaranta anni. Man mano che si avvicinava il silenzio piombò sugli studenti, al punto che l'unico rumore era quello degli stivali del nuovo venuto sul terreno: era alto, indossava un mantello piuttosto malconcio che aveva presenti vari strappi soprattutto sull'orlo, sotto invece era molto elegante, portava i capelli bianchi che gli arrivavano circa a metà del collo tenuti indietro, sul viso all'altezza dello zigomo era presente una cicatrice che si perdeva nella incolta baraba dello stesso colore dei capelli, gli occhi erano di un blu talmente scuro da ricordare le profondità oceaniche ed erano privi di qualsivoglia calore.

“Alexei! - esordì Cesare sorridendo - Benvenuto!”

L'uomo rispose con lo stesso identico sorriso, ma gli studenti più attenti capirono subito che era finto.

“Cesare Vargas! - rispose con un forte accento russo - Quale onore poter incontrare il prestigioso preside dell'altrettanto famosa scuola di Hogwarts”

“Mi auguro che il viaggio sia andato bene”

“Abbiamo riscontrato del maltempo sul confine, il caro Ivan si è sentito un po' male, ma nulla di più”

“Ivan? Immagino che intenda tuo figlio, sarei curioso di conoscerlo”

“Con piacere” l'uomo si voltò e abbaiò un ordine in russo. All'istante una imponente figura si staccò dal resto del gruppo. Si avvicinò.

Come gli altri studenti indosava un pesante mantello scuro, ma in più aveva anche una sciarpa sul cui orlo spiccavano ricamate le iniziali I.B. . Il ragazzo si calò la sciarpa rivelando un volto paffuto, quasi da bambino, con un grosso naso, sulla cui fronte cadevano dei ribelli ciuffi color biondo platino.

“Salve, preside Vargas. È per me un piacere conoscerla” la voce del giovane era gioviale e condita da un sorriso ingenuo, ma tutti sentendola e guardandolo in volto provarono una sensazione di paura e profonda inquietudine.

“Molto bene, allora direi... Vanja, ma insomma che c'è?” si interruppe seccato il preside di Durmstrang mentre il figlio gli tirava il lembo della giacca.

Questi aveva sostituito l'espressione pseudo-allegra con una di terrore puro: “Padre, lo sta rifacendo” squittì tremante mentre indicava alle proprie spalle.

Tutti si voltarono e videro una figura più bassa delle altre a cui però era stato lasciato parecchio spazio che continuava a mormorare inspiegabilmente verso il ragazzo guardandolo con occhi da folle: “Sposami, sposami, sposami, sposami, sposami...”

L'uomo sospirò: “Natasha, te l'ho ripetuto milioni di volte: non terrorizzare tuo fratello con le tue richieste di matrimonio!”

La ragazza sbuffò voltando la testa. Era carina: i capelli erano dello stesso biondo platino di Ivan, la pelle era talmente pallida da sembrare quasi diafana e le donava un tocco innocente accompagnato dal fiocco blu scuro che aveva tra i capelli. A far crollare quell'immagine ci pensava lo sguardo folle e smanioso con cui osservava il russo più giovane.

“Perdonatemi davvero - si scusò Alexei - Ma direi che è ormai ora di entrare, da?”

L'italiano annuì ancora leggermente sorpreso dopo aver assistito a quella scena, prima di accompagnare gli ospiti in Sala.

Nel frattempo Feliks scuoteva Toris per il braccio: “Ehi, Liet? Tipo Liet che ti succede?”

Il castano parve uscire da una sorta di trance prima di rivolgersi all'amico: “L'hai vista?”

“Tipo, chi?”

“Come chi?! Quella bellissima ragazza!”

“Intendi tipo quella piccola russian-psycho-girl?”

“Sembra una bambola di porcellana, pura e innocente... Chissà se ce l'ha già il ragazzo?”

E mentre il lituano continuava a sbavare dietro alla nuova arrivata, Feliks sentì lo stomaco bruciare di rabbia e lanciò occhiate di disprezzo e gelosia verso l'ingresso dove erano spariti i russi.

<< Se quella smorfiosa crede di potermi rubare tipo impunemente il mio Liet allora troverà pane per i suoi denti. Le applicherò tipo totalmente le leggi polacche e farò diventare la capitale di quella sgualdrina Varsavia! >> pensò in preda all'ira.

Nel frattempo all'interno un anello era caduto dalla tasca di Alexei.

Ludwig si chinò a raccoglierlo: “Ehm, scusi, signor preside di Durmstrang, le è appena caduto qualcosa!”

“Come? Oh, grazie ragazzo” rispose sovvrapensiero voltandosi.

Non appena lo vide, però Ludwig fu certo di vederlo impallidire e sgranare gli occhi, ma fu solo per un attimo, perché subito lo raggiunse, prese l'anello e gli rivolse un gelido sorriso di ringraziamento.

“Ve, che tipo pauroso” mormorò Feliciano poco dopo che se ne fu andato.

“Già, parecchio...” disse Ludwig che continuava a ripensare all'espressione di quasi paura che aveva assunto l'uomo.

“Non mi piace - continuò l'italiano - Non appena l'ho visto ho sentito come una strana sensazione di gelo. Inoltre non piace neppure al nonno”

“Ma che stai dicendo. L'ho ha accolto con tutti gli onori”

“Ve, no. Così poteva sembrare ma io conosco bene il nonno. Quel sorriso era forzato e i suoi movimenti incredibilmente rigidi”

“Te ne sei accorto anche tu, eh fratellino? - mormorò Romano comparendo affianco al minore - Non mi piace quel uomo, quindi adesso stammi a sentire: cerca di interagire il meno possibile con quel bastrdo e i suoi studenti. Dio solo sa quanto sarò felice quando questa enorme rotture di palle sarà finita” e se ne andò verso la tavola dei Serpeverde.

Dopo che tutti si furono seduti Cesare prese posto e salutò allegramente i nuovi venuti e presentò a tutti loro i due presidi.

Poi si diresse verso i piedi delle scale che portavano al tavolo degli insegnanti. Lì era stato riposto uno strano oggetto coperto da un telo. L'attenzione generale fu subito portata lì.

Cesare si fermò e proclamò: “Ed ora, studenti e amici, lasciate che io vi presenti colui che avrà l'arduo compito di giudicare e scegliere coloro che riterrà più degni a portare gloria, onore e prestigio alla propria scuola!”

Silenzio mentre l'italiano si godeva l'attenzione completamente puntata su di lui, poi sentendo lo sguardo di Ariovisto forargli il cranio, si affrettò a continuare. Tolse il telo rivelando un vecchio baule di legno pieno di lucchetti. Agitò la bacchetta e questi si aprirono.

“Ammirate, giovani streghe e giovani maghi d'Europa. Ammirate in tutta la sua gloria un oggetto ricco di storia, colui che vi giudicherà... il Calice di Fuoco!”
Estrasse quella che pareva essere solo una vecchia coppa in legno intagliato, l'unica differenza e che al suo interno guizzavano quasi fossero acqua delle fiamme blu turchese che illuminavano i volti sorpresi, decisi, impauriti, affascinati della nuova generazione magica.

E in quel silenzio quasi innaturale tutti sentirono con chiarezza il commento di Alfred: “Miseriaccia”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Angolo autore:

Ed eccomi qui con il terzo capitolo.

Signore e signori diamo il benvenuto agli ospiti di Beauxbatons e Durmstrang e ai loro presidi. Come molti avranno capito la preside di Beauxbatons è Magna Grecia, invece il preside di Durmstrang è un po' più difficile da capire ma si tratta di niente meno che... il Generale Inverno! Non ci veniva in mente nessuno, poi abbiamo pensato che di Durmstrang facevano parte Ivan e famiglia quindi chi di quel gruppo è più portato a dirigere la scuola? Ed ecco come ci è venuto fuori Alexei.

Sappiamo che Beauxbatons è francese come scuola ma volevamo mettere come campionessa di Beauxbatons Ungheria e così abbiamo fatto punto e basta, perché noi può.

Ad ogni modo direi di specificare che Grecia non è figlio di Antica Roma, la relazione tra Cesare e Atena risale ai tempi di Hogwarts finita perché Atena ha trovato l'italiano a fare gli occhi dolci alla sua migliore amica, Antico Egitto.

Poi un riconoscimento: un biscotto a Princess Vanilla che è riuscita a indovinare che gli alunni di Durmstrang altri non erano che Russia e co!

Infine le cose incominciano a farsi interessanti, e vi promettiamo che dal prossimo incomincerete a entrare anche voi nello spirito del torneo.

Divisione parti del capitolo: introduzione con dialogo presidi, parte sala Corvonero, parte sala Serpeverde sono da attribuirsi a Lady White Witch.

Parte sala Grifondoro, parte sala Tassorosso, arrivo scuole e finale sono da attribuirsi al sottoscritto.

Un biscotto a chi mi indovina da quale film ho orrendamente parafrasato la battuta di America a Danimarca.

Ci scusiamo infine con tutti coloro che aspettavano più momenti FrUk, per ora non compaiono granché ma vi assicuriamo che più avanti vi faranno quasi venire la nausea u.O

Infine un appello: visto che domani ahimé ricomincia la scuola T_T io sono estremamente depresso, quindi volete lasciarmi un commentino, per please? (è questo uno schifoso metodo per convincervi a commentare? Sì lo è e mi sento uno schifo a proporvelo)

Ci si vede tra una settimana (se sarò ancora vivo), vi auguro un buon inizio di scuola (o almeno non terribile come il mio) e vi saluto qui, bye!!!!!!!!!

   
 
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