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Autore: Alins    13/09/2015    1 recensioni
Anastasia “Anya” Angeli è appena scampata alla morte, ma mentre lei e viva e vegeta i suoi genitori barcollano nel buio, tra la vita e la morte, loro sono in coma.
Anya e suo fratello minore Leon sono costretti ad andare a vivere dalla neo sposa zia Guadalupe o come la chiamano loro “Lupe”, sorella più piccola della madre, e da suo marito Greg, i due fratelli si prenderanno cura, tra l’altro anche della piccola Soledad, figlia della coppia e vero sole che illumina il buio.
Aaron fa parte di una famiglia da cui, secondo Lupe, Anya deve assolutamente stare lontana ma il fato vuole che il ragazzo si trasferisca accanto nella casa accanto, con alcuni suoi compagni di scuola.
I caratteri così simili e così diversi allo stesso tempo, li porteranno a scontrarsi inevitabilmente.
Riuscirà Anya a sconfiggere il mondo di ombre in cui si è rintanata magari con un aiuto speciale? E riuscirà Aaron ad abbattere il muro che la ragazza si è costruita?
Dal Testo:
- Va via - [ ... ]
- No, non posso. Non posso starti lontano, tu sei tutto ciò di cui ho bisogno -
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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              Numb
 << I'm tired of being what you want me to be
Feeling so faithless lost under the surface
Don't know what you're expecting of me
Put under the pressure of walking in your shoes

(Caught in the undertow just caught in the undertow)
Every step that I take is another mistake to you
(Caught in the undertow just caught in the undertow) >>
 
 << Quella professoressa è il mio nuovo idolo >> decretò Anya, quello stesso giorno a pranzo.
Brooke annuì mentre si dirigevano verso il loro tavolo, ma questa volta, invece di sedersi di fronte l’amica come sempre, prese posto accanto a lei, per poter parlare senza essere sentite.
<< I Linkin Park! Ti rendi conto? Io li adoro! >>
Anya sembrava instancabile, continuava a tessere le lodi di quella professoressa come se non ci fosse un domani, doveva averla colpita veramente.
<< Sì, sì … tutto quello che vuoi. Ora raccontami dell’incontro con Aaron >> sussurrò Brooke guardandosi intorno circospetta.
Erano ancora da sole al tavolo, Caleb era impegnato in un a fitta conversazione con Pam accanto alla porta, e Logan era in fila.
<< Beh, mi ha bloccata, ha cercato di scusarsi, mi ha chiesto di avere la possibilità di dimostrarmi che non è un “animale” … >> cominciò Anya, fingendo noncuranza.
<< Animale? >> chiese Brooke aggrottando la fronte, stranita dal uso di quel preciso termine.
<< Già, forse qualcuno di mia conoscenza prima di essere impegnata a fare la piccioncina con Joe avrà detto a quest’ultimo qualcosa del genere … >> Anya la guardò fintamente mal, poi sorrise alzando gli occhi al cielo.
<< Ops, colpa mia, allora … continua, e poi cosa è successo? >> chiese sempre più avida di particolari.
<< Mi ha stretto i polsi, nemmeno tanto forte a dirla tutta, per non farmi andare via, lo guardo in modo eloquente e lui mi ha lasciata andare con sguardo mortificato, tipo cucciolo ferito >> concluse Anya, mise in ordine il suo vassoio e iniziò a scartare il panino.
<< Tutto qua? >> chiese Brooke
<< Tutto qua >> assentì la ragazza addentando il panino.
<< Ma poverino! Lo hai fatto sentire ancora più in colpa di quello che già sente! >> urlò Brooke, forse un po’ troppo forte perché alcune teste di voltarono a guardarla.
<< La vicinanza di Joe ti sta facendo male, tesoro >> borbottò Anya, annuendo tra sé.
<< Ma ti ha fatto male sul serio? >> chiese Brooke, decisa a venire a capo di quella strana situazione.
<< Sinceramente? No, per niente. È stato perfino piacevole, aveva un tocco delicato >> rivelò Anya, girandosi per fronteggiare l’amica.
<< Tu sei pazza >> borbottò Brooke, alzando gli occhi al cielo.
<< Senti, lui mi ha dato un pungo, ha picchiato un ragazzo solo perché mi ha baciata … non so il perché l’ho fatto, era per fargli pagare il fatto che si sia messo tra me e Gill, per avermi fatto soffrire >> rivelò Anya sincera.
Brooke la guardò, forse non era stata poi così assurda come credeva.
<< Continuo a pensare che forse hai esagerato, ma credo che si sistemerà tutto >>
Non ebbero più tempo per parlare perché al tavolo arrivarono il resto dei ragazzi.
<< Che canzone scegliete per il compito? >> chiese Caleb facendole sobbalzare, non si erano accorte della loro presenza.
<< Io ne ho in mente già una … >> rivelò Anya, mentre Pam prendeva posto accanto a lei.
Logan le sorrise debolmente, aveva l’occhio sinistro violaceo.
Anya si sentiva in colpa al pensare che era colpa sua se lui era ridotto così, sorrise di rimando.
<< Io controllerò su internet alcuni testi … >> rispose invece Brooke alzando le spalle.
<< Un tipo strano, no? La professoressa Adams, intendo >> mormorò Logan.
<< Geniale, vorrai dire >> lo corresse Anya con fervore.
<< Uno schianto. Davvero non pensavo che una professoressa potesse essere così incredibilmente sexy >> decretò Caleb, con la sua solita delicatezza tutta maschilista.
 << È la tua professoressa, Caleb >> lo rimproverò Anya, mentre Pam alzava gli occhi al cielo scocciata. Aveva sentito questa storia della professoressa sexy da per tutto quel giorno, ne aveva abbastanza.
<< Che c’entra? Voi potete guardare i professori e come in alcuni film o telefilm stani che vi vedete, potete perfino avere una relazione con loro e noi no? >> si lamentò il ragazzo, addentando con fervore il suo panino.
Anya alzò le mani in segno di resa, quando si trattava di ragazze o donne sexy era meglio non mettersi contro Caleb, Brooke lanciò un’occhiataccia al ragazzo, che finse di non farci caso.
<< E tu hai scelto la canzone, Caleb? >> chiese Pam, nel disperato bisogno di cambiare discorso.
<< Non ancora, ci penserò domani >> rispose il ragazzo a bocca piena.
Nessuno aveva dubbi, chiunque conosceva Caleb sapeva della sua strana abitudine di fare tutti i compiti il giorno prima la consegna, facendo tutto di fretta, ma riuscendo comunque in un buon lavoro, e tutti lo invidiavano per quella sua innata capacità.
<< Non avevo dubbi >> borbottò Brooke, ancora una volta Caleb finse di non fare caso a lei.
<< Come vai l’occhio, Logan? >> chiese Anya, preoccupata.
<< Meglio >> rispose il ragazzo sorridendole, in quello che voleva essere un sorriso confortante.
<< Mi sento in colpa, è stata colpa mia se quell’idiota si è avventato su di te >> mormorò Anya, abbassando gli occhi sulle sue mani intrecciate sul grembo.
<< Non devi preoccuparti, Anya. Pur di baciarti di nuovo mi prenderei tutti i pugni del mondo >> affermò con fervore il ragazzo, sincero come non mai.
Un silenzio imbarazzato cadde sul tavolo, Anya arrossì violentemente a quelle parole, cercando di guardare ovunque tranne che nella direzione del ragazzo, Pam aveva spalancato la bocca sorpresa, le piacevano quelle situazioni, Brooke spalancò gli occhi, con un grande sorriso, Caleb si tratteneva dal ridere per educazione, Logan era imbarazzato quanto Anya, pensava di averle solo pensate quelle cose, non aveva nessuna intenzione di dirle ad alta voce e mettere tutto quell’imbarazzo.
Per fortuna il silenzio imbarazzato fu interrotto da una persona che nessuno di loro pensava mai di poter trovare lì.
Gillian Paris, in tutta la sua perfezione, o meglio gonna corta e top, era ferma accanto a loro, e li guarda come in attesa che qualcuno le desse il permesso per parlare.
<< Ciao, Gill. Cosa ti porta al tavolo degli sfigati? >> chiese Caleb per tutti, dato che nessuno si degnava a dire qualcosa.
<< La festa per Halloween, so che è tra qualche giorno, ma c’è bisogno di organizzarla, e per quanto odi ammetterlo ho bisogno anche del vostro aiuto >> dichiarò Gill.
Lei era la rappresentante della scuola, una di quelli che avevano riscosso maggior successo, oltre che per le proposte innovative anche per il suo bel aspetto.
<< Sapete, avevate promesso di aiutarmi, ma forse per alcuni di voi le promesse non servono a nulla >>
Gillian si riferiva ad Anya, non si era mai riferita a lei in quel modo, parlandole indirettamente, non era successo nemmeno in quei giorni.
<< Beh, dipende, perché alcune amiche sono così egoiste che non fanno mai caso alle amiche, pensano solo a loro >>
Anya non la fissava, guardava d’avanti a sé mentre parlava, con tono a sguardo assente, ma sentiva gli occhi di tutti puntanti su di lei.
<< Le amiche si devono proteggere, sostenere, essere sincere l’una con l’altra. Ma ovviamente per alcune questa regola non vale >>
Gillian rincarò la dose, si appoggiò al tavolo, fissando Anya, tutti era rimasti zitti, tesi come corde di violino, mentre facevano passare lo sguardo dall’una all’altra, era da tanto che tutti aspettavano, quel confronto, finalmente Anya smise di fissare il vuoto e si girò a fronteggiare Gillian.
Si sentiva l’elettricità nell’aria, tutti erano pronti allo scontro.
Ma poi Brooke tossicchiò, proprio mentre Anya apriva la bocca per ribattere, spezzando tutta l’attesa che si era creata.
<< Certo che ti daremo una mano, Gillian, non c’era nemmeno bisogno di dirlo >> disse, fissando Anya e Gill, ancora troppo impegnate a guardarsi male.
<< Ottimo, allora Brooke si occuperà sempre di un’ala delle decorazioni, Caleb ed Adrienne dei palloncini, e beh Pam può dare una mano a Brooke, e Anastasia a parte della musica darà una mano alle altre >> Gillian sorrise con un sorriso da Barbie, girò i tacchi e se ne tornò al suo posto.
<< Trattienimi. Trattienimi che l’ammazzo! >> esclamò Anya mente rischiava di rompere seriamente la lattina di coca-cola, guardando Gill mentre si sedeva sculettando accanto ad Aaron.
<< Stai calma, non le devi dare corda >> le sussurrò Brooke.
<< Brooke, hai rovinato lo scontro del secolo >> si lamentò Caleb.
<< Mangia, Caleb, mangia. Che ti fa bene >> borbottò Brooke, proprio mentre Anya stava per rispondere male, Caleb alzò le mani e si fiondò sul suo pranzo.
Nessuno voleva sapere fin dove sarebbero arrivate se Brooke le avrebbe lasciate continuare.
 
                                      ***
<< Quindi questo pomeriggio verrai ad aiutare? >> chiese Brooke mentre, al suono della campanella uscivano nel aria tiepida di ottobre.
<< Certo che lo farò, una promessa è una promessa, no? >> borbottò Anya, mentre si fermava ai lati e lasciava passare un gruppetto di studenti del primo anno.
<< Certo, ovvio. Ma come farai? Insomma, Logan, Gill e Aaron tutti nella stessa stanza … non mi sembra molto salutare per nessuno di voi >> commentò Brooke mentre l’affiancava.
<< Beh, tu non sei messa meglio. Joe … Adrienne, non mi pare che siate amiche come prima, o no? >>
Lasciato passare il gruppetto, sia lei che Brooke ripresero a camminare, a passo spedito verso la macchina di Brooke.
<< Non hai tutti i torti, effettivamente … >> ragionò Brooke entrando in auto, seguita immediatamente da Anya.
<< Beh, resisteremo. Lo facciamo sempre, no? >> Anya sorrise all’amica, mentre questa accendeva lo stereo e metteva in moto.
Brooke le sorrise.
<< Certo, noi lo facciamo sempre. Sempre insieme >> Brooke le prese la mano e le sorrise.
<< Ovvio. Supereremo anche un pomeriggio in loro compagnia vedrai >> la rassicurò Anya sorridendo.
<< Ne sei sicura? >> chiese Brooke dubbiosa.
<< Sicurissima >> le assicurò Anya.
<< Allora ne sono sicura anche io >>
Brooke sorrise mentre si lasciava prendere dalle note della canzone in onda in quel momento.
Sì, potevano farcela.
 
                             ***
<< Non possiamo farcela >> decretò Brooke, quello stesso pomeriggio, non appena avevano messo piede nel locale messo a disposizione per la festa.
Adrienne era in un angolo con Joe a gonfiare palloncini, Caleb poco lontano faceva la stessa cosa da solo, Aaron era su una scala e si occupava di addobbare le parti più alte, mentre Gill, con un sorriso civettuolo tipico di lei, gli passava le cose facendo complimenti per l’ottima forma fisica del ragazzo.
Pam stava scegliendo gli addobbi migliori, e c’erano centinaia di cheerleader, probabilmente chiamate a raccolta da Gill, che ridevano tra loro piuttosto che aiutare, Logan era alla console del Dj.
<< Sì, che c’è la possiamo fare. Fidati di me >> la rassicurò Anya, mentre la trascinava dentro con la forza.
<< Non credo. Guarda un po’ chi ha messo alla console del DJ … >> piagnucolò Brooke, indicando Logan.
<< Quella stronza! Lo ha fatto apposta >> esclamò Anya arrabbiata, Logan si guardò introno spaesato, era evidente che non sapeva nemmeno cosa ci facesse lì, ed era altrettanto evidente il fatto che lo avesse messo lì apposta per Anya, le vide, e un lampo di speranza di aprì sul suo viso, sorrise e le salutò con la mano, le due lo salutarono con la mano, con ben più scarso entusiasmo del ragazzo.
Era evidente che Gill avesse messo Logan alla console dopo quello che era successo con Aaron lì apposta, giusto perché Aaron lo vedesse con Anya.
<< Sì! Esatto! Andiamo via, ti prego. È tutta una trappola >> piagnucolò Brooke mentre si aggrappava al braccio di Anya e tentava di trascinarla via.
Ma prima che Anya potesse decidere cosa fare, Gillian le vide e agitò la mano nella loro direzione.
<< Lo sta facendo apposta! >> borbottò Brooke, mentre veniva praticamente trascinata nella sua direzione da Anya.
<< Basta, Brooke! Ormai è fatta >> le sibilò, Brooke parve finalmente riprendersi e smise di cercare di scappare.
<< Ragazze! Finalmente! >> esclamò vedendole Gill, con un sorriso finto.
Aaron quasi cadde dalla scala quando le vide, ma si ricompose e scese velocemente, cercando in tutti i modi di incrociare lo sguardo di Anya, che si era promessa di non farlo.
Gill salì sul palco, con una cartellina tra le mani, quel giorno era più formale del solito, indossava dei semplici jeans aderenti e un top voluminoso, nonostante fosse pieno Ottobre.
<< Bene, grazie a tutti per essere venuti, vi ringrazio sia come rappresentante di istituto e sia come rappresentate del comitato studentesco … >> cominciò mentre le persone si cominciavano ad ammassare sotto il palco, Anya si guardò intorno sorpresa, Gill era riuscita a radunare davvero molte persone.
<< Vorrei distribuire meglio i compiti, dato che anche le ultime persone della lista si sono presentate – lanciò uno sguardo ad Anya e Brooke – allora Anya e Logan si occuperanno della postazione del DJ, e poi verranno ad aiutare me ed Aaron con le decorazioni, Caleb, Adrienne, Brooke e Joe si occuperanno dei palloncini, che devo essere all’incirca mille, le cheerleader si occuperanno dell’ala sinistra da dedicare agli addobbi più spaventosi, e tutto il resto farà lo stesso con il resto di questo posto, cercando di ricreare un posto molto spaventoso >> spiegò tutto Gill, con tono neutro, e indicando posti di quel bar.
Già, perché per la festa di Halloween, Gillian era riuscita a trovare un fantastico posto, un bar davvero fantastico.
<< Te lo avevo detto che lo fa apposta >> borbottò Brooke mentre passava accanto ad Anya per raggiungere quelli del suo gruppo.
Anya sospirò, ormai lo aveva capito che Gillian lo faceva apposta, non c’era bisogno che glielo dicesse, ma non capiva il perché non era abbastanza soddisfatta di averle tolto la sua amicizia?
Si avvicinò a Logan e gli sorrise, il ragazzo le si avvicinò e le baciò una guancia.
<< E così … oggi siamo una squadra >> esordì non appena Anya si mise in ginocchio accanto a lui ad esaminare una scatola piena di CD.
<< Già … >> commentò la ragazza, sorridendo lievemente.
<< C’è qualcosa che non va? >> chiese il ragazzo fissandola di sottecchi.
<< No, no. Niente >> la ragazza sorrise lievemente, per provare a convincerlo che andasse davvero tutto bene.
<< Allora cosa abbiamo qui? >> si chiese la ragazza fra sé, mentre cominciava a rovistare in una scatola piena di CD.
<< Dico sul serio, Anya. Sei strana, intendo più strana del solito … >> Logan abbozzò un sorriso, e Anya ridacchiò, poi sospirò.
 << È che … non voglio recarti altri problemi con Aaron >> rivelò la ragazza lanciando un’occhiata ad Aaron e Gill, il ragazzo, come aveva previsto, fissava Logan con un no sguardo omicida.
<< Figurati. Ci vuole ben altro per spaventarmi, non basta un ex-amico geloso >> le fece l’occhiolino sedendosi accanto a lei, Anya decise di fare finta di non sentire l’ultima parte sul “geloso”.
<< Sai? Anche io sarei geloso di una come te >> continuò Logan.
<< In che senso? >> chiese Anya, in leggero imbarazzo.
<< Tu sei fantastica, Anya. Sei la ragazza migliore che abbia mia incontrato >> ammise Logan, abbassando gli occhi imbarazzato, Anya sorrise arrossendo.
<< Grazie … >> mormorò appena.
<< Sai? – aggiunse in un impeto di coraggio lei – Pensavo fossi più timido quando ti ho conosciuto >>
<< Ah sì? È cosa te lo faceva pensare? >> chiese incuriosito il ragazzo, guardandola alzando un sopracciglio.
<< Beh, il tuo viso da bravo ragazzo, i tuoi gesti ma poi … >> la ragazza lasciò apposta la frase a metà.
<< Ma poi …? >>
<< Ma poi hai cercato di baciarmi in discoteca >> ammise ridendo Anya.
<< Ah, come dimenticare quel fantastico episodio >> commentò Logan ridendo, Anya rise con lui.
Poi si guardò intorno stranita, sentendosi osservata.
E infatti non si sbagliava, avevano entrambi gli occhi di Aaron puntati addosso. I suoi bellissimi occhi azzurri erano ridotti a fessure, mentre li fissava ridere insieme furioso.
Anya si sentiva tremendamente a disagio, con quegli occhi puntanti addosso, si alzò e si spazzolò i jeans, Logan le lanciò un’occhiata stranita.
<< Magari possiamo caricare alcune di queste canzoni, quelle che riteniamo valide, su una chiavetta e la possiamo passare al DJ, invece di passare la serata a cambiare CD >> spiegò, in risposta alla sua occhiata.
<< Mi sembra un ottima idea >> commentò il ragazzo sorridendo.
<< Già, vado a chiedere a Gill cosa ne pensa, tu nel frattempo fai una lista di canzoni che ti piacciono >> Anya gli sorrise brevemente prima di dirigersi a passi spediti verso Gillian.
<< C’è qualcosa che non va? >> chiese Gillian, guardandola sorpresa.
<< Non proprio, avevo un’idea e volevo chiederti un parere >> ammise la ragazza decisamente meno spavaldamente del solito.
<< Okay, ti ascolto >>
Gill per una volta sembrava aver perso la sua solita aria di superiorità, e sembrava essere tornata ai tempi in cui le due si scambiavano consigli ed idee, sembrava interessata.
<< Avevo pensato di passare le canzoni su una Pen Drive, così da non dover cambiare in continuazione CD >> spiegò mentre si torturava le mani insicura.
<< Mi sembra un’ottima idea, cominciate con il scegliere le canzoni e poi domani finite >> acconsentì Gill sorridendo, e per un momento ad Anya sembrò di vedere la sua vecchia amica. Le si riscaldava il cuore vedendo quel sorriso.
<< Ottimo, allora finisco lì e vengo a darvi una mano >> constatò Anya, un po’ più allegra di quando era arrivata, notando che Gill ed Aaron erano praticamente in alto mare, probabilmente perché la prima era troppo impegnata a supervisionare i gruppi e il secondo perché si annoiava.
Anya si diresse di nuovo verso Logan, sorridente.
<< Ottime notizie! Oggi dovremo fare solo una parte della lista >> annunciò.
<< Grande! >> esclamò Logan dandole il cinque.
Risero e poi si misero finalmente a lavoro.
Dopo un’ora e mezza avevano completato tre quarti della lista, Anya aveva un gran mal di testa ma era decisamente soddisfatta.
Si avvicinarono immediatamente ad Aaron e Gill.
Gillian aveva i capelli ricci ritti in testa ed era nervosissima mentre correva da una parte all’altra del locale, tutti le chiedevano cosa fare o cosa ne pensava del loro lavoro, e mentre lei cercava di soddisfare le esigenze di tutti il loro tavolo non era pieno nemmeno per metà e non avevano fatto molte decorazioni.
Aaron di certo non aiutava molto, andava a rilento, e sembrava decisamente annoiato, sembrava che fosse stato costretto a presentarsi lì, e nessuno stentava a crederci.
Di certo non era stata una grande idea quella di Gillian, di fare in modo che lavorassero da soli.
Il suo modo per metterla sotto pressione, stava nuocendo anche a lei, anche se la riccia non l’avrebbe mai ammesso, direttamente.
<< Anya! Logan! Menomale che siete arrivati! Date una mano ad Aaron con quelle >> trillò Gillian non appena li vide, aveva l’aria davvero sollevata mentre indicava Aaron intento ad osservare alcune decorazioni con sospetto.
<< Stacci attento! >> borbottò Gillian passando ad Aaron un palloncino gigante pieno di coriandoli che aveva appena preso da Joe.
Aaron annuì sbuffando, si girò di spalle appoggiandosi al tavolo.
Logan ed Anya erano esattamente dietro di lui e lavoravano fianco a fianco in silenzio.
<< Sai? Stavo pensando che la nostra ultima uscita di gruppo non è andata molto bene … >> cominciò Logan, fissando Anya e indicando il livido violaceo intorno l’occhio.
<< Già. Mi dispiace >> commentò Anya.
<< … cioè stava andando bene, mi pare. Mi stavo chiedendo, comunque, se ti andava di vederci una sera di queste, facciamo un giro … >> continuò Logan, un po’ più in imbarazzo rispetto al solito.
<< Oh, em, certo. Sarebbe fantastico >> commentò Anya, non sapendo cosa altro dire.
<< Vado a prendere qualcosa da bere >> aggiunse poi Anya, mentre giocherellava con un bastoncino.
<< Sì, certo >> assentì Logan lasciandola passare.
Anya face il giro del tavolo per andare a prendere un bicchiere d’acqua e purtroppo dovette passare d’avanti ad Aaron.
Ma nonostante il ragazzo sembrasse troppo occupato a giocare con il palloncino che gli aveva dato Gillian poco prima aveva sentito tutto e non si lasciò perdere l’occasione per prendere in giro la ragazza.
<< L’altra sera non è andata molto bene … dammi un’altra occasione >> borbottò il ragazzo infatti imbronciato, in un imitazione di Logan.
Anya sbuffò e poi bucò il palloncino con il bastoncino che aveva ancora tra le mani.
<< Ops … >> mormorò prima di andare via.
Aaron rimase basito per un paio di secondi osservando tutti i coriandoli che aveva tra le mani.
<< Ma cosa hai combinato! Ti avevo detto di starci attento >> urlò Gill come una furia, Aaron rinsavì e scollò la testa, cercando di eliminare i coriandoli nei capelli.
La ragazza sbatté i piedi infuriata prima di andare da Joe.
<< Sentite voi due … perché invece di flirtare non ci date una mano? >> urlò Brooke isterica, poco lontano da dove Gill sbraitava contro un Aaron annoiato.
Joe e Adrienne non facevano altro che parlarsi all’orecchio e ridacchiare come due bambini di cinque anni che hanno appena fatto una marachella e non aiutavano per niente né Brooke né Caleb.
Questi ultimi due parlavano tra loro imbronciati e arrabbiati, Joe si appoggiava al tavolo senza fare niente ed Adrienne lo assecondava con sorrisi sciocchi.
<< Dici a noi? >> chiese Joe mentre la fissava.
<< No, dico ad Anya che è dall’altro lato della stanza o a Caleb che ci sta provando con un palloncino … Certo che dico a voi, idiota! >>
Brooke sembrava davvero isterica, Caleb le poggiò una mano sulla spalla per calmarla.
<< Tesoro, non essere gelosa, non ci sta provando con me >> si intromise Adrienne, con un sorrisetto sbruffone.
Questa affermazione fece infuriare ancora di più Brooke, mentre Caleb scuoteva la testa sospirando.
<< Gelosa di chi? Voi due – Brooke scoppiò in una risata isterica – No, perché dovrei? Lo dicevo perché io e Caleb – si appoggiò alla sua spalla facendolo quasi cadere – non possiamo farcela da soli >>
Caleb la fissò rassegnato, sperava di non essere messo nella discussione, ma sua era stata una speranza vana.
Adrienne non disse niente ma le lanciò uno sguardo terribile, quasi volesse farla risucchiare dalla terra in quello stesso momento.
La ragazza si allontanò da Brooke e si mise dall’altra parte del tavolo, dove poteva controllare comunque sia Brooke che Caleb, in caso di necessità.
<< Joe! Ho bisogno di un altro palloncino come quello di prima! >> trillò Gillian.
<< E dai, Gill … >> cominciò Joe, ma aveva la testa basta e non poteva vedere la faccia di Gill, ma non appena la vide si interruppe ed annuì.
Meglio non mettersi contro Gillian in quel momento.
<< C’è la farai, Gill >> la rassicurò Caleb, cercando di rassicurarla al meglio che poteva.
<< Lo spero per voi >> scoccò un’occhiataccia a tutti e se ne andò, per poi tornare a strillare contro Logan.
Tutta quell’organizzazione le stava andando alla testa, e Gill non era mai stata troppo responsabile.
Finirono dopo ore, e quel posto era praticamente per metà pronto, dovevano finire per la sera dopo, e Anya pensò bene di portarsi il lavoro a casa in modo da non dover sopportare le lamentele di Gill l’indomani.
Brooke si lamentò per tutto il tragitto verso casa, Anya si limitava ad ascoltare era un po’ stanca.
Quando tornò a casa, cenò e si fece la doccia per poi fiondarsi sotto le coperte, troppo stanca per fare qualcos’altro.
 
                                        ***
La mattina dopo erano tutti emozionati per la nuova lezione della professoressa Adams, tutti incuriositi di conoscere la canzone che gli altri avrebbero scelto per essere rappresentati.
La professoressa arrivò un minuto dopo il suo della campanella, questa volta nella sua classe non c’era nessun ritardatario.
Sembrava ancora più giovane quel giorno, non era truccata, indossava un paio di jeans larghi e un maglione, sembrava piuttosto una studentessa universitaria in crisi.
<< Buongiorno ragazzi, allora come è andata la giornata? >> chiese mentre poggiava la borsa sulla sua sedia e si sedeva sulla cattedra, per avere una visuale migliore sui suoi studenti.
I ragazzi si guardarono straniti fra di loro prima di rispondere con un “Bene” collettivo.
<< Mi fa piacere. Allora, mi hanno detto della festa di Halloween … chi di voi se ne occupa? >> chiese la professoressa, interessata.
Gillian alzò la mano, un po’ titubante.
<< Gillian Paris, giusto? – Gill annuì – Fai tutto da sola o ti aiutano anche gli altri? >> chiese
<< Beh, in qualità di rappresentate del comitato studentesco conto sull’aiuto di tutti a scuola, quasi tutta la classe mi sta aiutando nell’organizzazione >> spiegò Gillian, con un tono saccente e disponibile che non era da lei.
<< Oh, mi piace, gioco di squadra. Credete che possa venire a dare una mano anche io? >>
<< Beh, abbiamo bisogno di alcuni prof come supervisori dato che è una festa organizzata principalmente dalle scuola >> spiegò Gillian, leggermente a disagio.
<< Oh, no. Io voglio dare una mano. Non trovate riprovevole il fatto che la scuola organizza ma siete voi studenti a fare tutto? Io sì >>
Tutti restarono in silenzio, nessuno sapeva quale sarebbe stata la risposta giusta da dare.
<< Bene, ragazzi. Meglio se cambiamo argomento, no? Adesso vi chiamerò uno ad uno e voi mi direte la canzone che avrete scelto, e ne discuteremo insieme >>
Sorrise e poi prese il registro da dietro la schiena, accavallò le gambe e cominciò con il primo nome, Anya era già pronta sapeva di essere la prima dell’elenco.
<< Angeli, Anastasia >> chiamò
Anya alzò la mano.
<< Ti devo chiamare Anastasia o …? >> cominciò la professoressa.
<< Anya >> rispose prontamente la ragazza, Anastasia la faceva sembrare molto più adulta di quello che era.
<< Anya … bello, mi piace – annuì tra sé – allora quale canzone hai scelto? >> chiese
Anya si schiarì la voce, aveva portato la sua canzone preferita dei Linkin Park.
<< Numb >> rispose.
La professoressa le sorrise comprensiva, poi passò avanti, dopo avrebbero discusso.
Anya scoprì con suo sommo dispiacere e sorpresa, che sia Gill che Aaron avevano scelto la stessa canzone che aveva scelto lei.
Quella sì che era una cosa curiosa.
<< Bene, Gillian mi vuoi parlare del perché hai scelto quella canzone? >>
Tutti si girarono verso Gill, che si stava torturando le mani in imbarazzo.
<< Per mia madre. Lei vuole che io diventi uguale a lei, che faccia tutto ciò che dice >> rispose Gillian sicura di sé.
Anya non stentava a crederci, conoscendo la madre di Gillian. Quella donna era decisamente terribile.
<< Oh, questa sì che è una motivazione. Aaron? >> chiese poi rivolgendosi verso il biondo.
<< Per mio padre. La stessa identica cosa di Gill >> spiegò Aaron, in tono freddo e neutrale.
<< E tu Anya? Anche tu hai dei problemi con i tuoi genitori? >>
Non appena la professoressa fece quella domanda su la classe cadde un gelo innaturale, tutti la fissavano come spaventanti.
<< Forse all’inizio di quest’anno poteva essere così. Mi sentivo oppressa da mia madre, lei voleva decidere tutto quello che sarei dovuta essere, anche se lo faceva per proteggermi la cosa diventava frustrante. Poi mi sono sentita oppressa dal mio ormai ex fidanzato, da lui e tutte le sue stupide pretese. Poi c’è stato l’incidente. Non so se lei ne è accorrente, professoressa. E ho cominciato a torturami da sola, per il semplice fatto che non so come ho fatto ad uscire da quella stupida macchina e a lasciare indietro i miei genitori, che ora sono in coma per colpa mia, e per colpa di una persona che non si è mai prese le sue responsabilità. Poi è toccato a mia zia, troppo impegnata a cercare di proteggermi per rendersi conto che mi stava opprimendo. È adesso tocca ad una mia amica, troppo egoista per rendersi conto di me, e pensare che io non ho mai voluto controllarla, come lei ha fatto con me. Mi scusi professoressa, ma credo che il problema non sono i miei genitori, o i parenti, il problema sono io e basta. Sono sempre stata io il problema >>
Tutti gli occhi erano ancora puntati su di lei.
Aaron la fissava quasi con colpevolezza, Gillian aveva abbassato gli occhi, quasi dispiaciuta, Joe la fissava interdetto, e lo stesso faceva Caleb, Adrienne e Brooke si sentivano decisamente colpevoli.
Nessuno capiva il perché però.
Non aggiunse altro.
Tra il silenzio generale si alzò e raccolse le sue cose e corse via.
Non sapeva perché aveva detto quelle cose.
Non ci aveva mai pensato a fondo, ma aveva detto la verità.
Quel suo sentirsi indesiderata e oppressa era solo per colpa sua. Di nessun altro.
Solo sua.
           
                                                    - Fine capitolo – 
Note dell'autrice:
Mi scuso in anticipo per l'enorme ritardo, ma davvero non sono riuscita a fare prima.
Purtroppo credo che questo sarà l'ultimo capitolo che riuscirò a pubblicare per questo mese, dato che domani ricomincio la scuola, e il tempo per scrivere non ne sarà molto.
So che in questo capitolo la reazione di Anya potrà sembrare esagerata, ma lei si sente in colpa per ciò che è successo hai genitori, ma questo verrà spiegato meglio nel prossimo capitolo.
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi continua a leggere in silenzio.
In tutta sincerità spero in qualche recensione.
Il titolo è, come avrete capito, una canzone dei Linkin Park e dice:

Mi sono stancato di essere ciò che desideri io sia 
Sentendomi così sleale, perso sotto la superficie 
Non so cosa ti aspetti da me 
mi tieni sotto pressione per assomigliarti 
(Intrappolato nella risacca, esattamente intrappolato nella risacca) 
ogni passo che faccio è un altro errore per te
(Intrappolati nella risacca, noi siamo esattamente intrappolati nella risacca) 
Baci, a presto.
Ali.
  
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