Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: almost_    14/09/2015    3 recensioni
Borgo Silvano, nella regione di Kérehon, è l'ultimo luogo dove umani e Pokémon vivono assieme in armonia.
Un uomo malvagio ha infatti preso il potere, il Tiranno, vietando il possesso dei Pokémon, rinchiusi e sottratti ai proprietari. Borgo Silvano è troppo piccolo per costituire una minaccia, finché non si scopre che vi si nasconde uno studioso di Pokémon, il professor Oshizami, che conduce ricerche su qualcosa che potrebbe rivoluzionare la concezione dei mostri tascabili: l'abilità Empatica di ognuno di loro.
Il paese verrà distrutto, il professore rapito.
Toccherà al giovane Kaede andarlo a cercare, assieme ai suoi amici e agli assistenti del professore, in un viaggio ricco di insidie, che farà scoprire verità mai svelate sui Pokémon e aiuterà i protagonisti a maturare.
Un mondo difficile e oscuro si aprirà davanti ai loro occhi e per riportare l'equilibrio dovranno affidarsi alle indicazioni di uno studioso di una regione lontana: Samuel Oak.
Tra sfide, battaglie ed incontri vecchi e nuovi affronteranno il mondo, vincendo e perdendo contro loro stessi: una volta terminato il viaggio, niente sarà più come prima.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ash, Brock, Misty, N, Nuovo personaggio, Prof Oak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 -La dedica è sempre tutta per la cara Blue Eich-
 
 

 
                                                                                                                           

Capitolo dieci: Confronti

 
Da una grotta, a lato del sentiero, stava lentamente uscendo ciò che doveva essere un Pokémon: enorme e possente, appariva come una catena di massi grigi legati l’uno all’altro e un lungo corno gli spuntava al centro del capo, tra gli occhi infossati e sottili. Ruggì, avanzando in tutta la sua vigorosa statura, e la terrà tremò.
«Que… Quello è…» balbettò Aruya.
«…Un Onix» terminò Kaede, impietrito. Aveva visto quel bestione illustrato tra le pagine di appunti su cui studiava suo fratello Tadashi, quando erano ancora a Borgo Silvano.
L’Onix spostò lo sguardo su di loro, ruotando il capo massiccio.
«Arretriamo… Molto lentamente…» Satoru si mise in testa al gruppo, spalancando le braccia, e cominciò ad indietreggiare. Gli altri due lo imitarono, terrorizzati da quell’imponente figura. I loro Pokémon tentarono di farsi il più piccoli possibile; nessuno si sentiva in grado di reggere il confronto con Onix.
Quello, all’inizio, parve non notarli. Poi replicò il capo, ostile, torcendo il busto in avanti. Gli amici si fermarono nuovamente, senza sapere come avrebbe reagito. Dopo un attimo di quiete, in cui Kaede sentì il suo respiro affannoso andare a confondersi col battito frenetico del suo cuore, il Pokémon ruggì un’altra volta e fece scattare la coda petrosa in avanti.
Kaede, Aruya e Satoru gridarono, spostandosi per evitare la frana creata in alto, alla loro destra, da quel potente attacco.
«Venite, presto!» chiamò Kaede rivolto ai Pokémon, prima di scappare assieme agli amici, correndo più veloce che poteva. Il sudore gli colava gelido sulla fronte, appiccicandogli i capelli al volto. Non aveva idea di che strada avessero preso o di dove conducesse; disperato, gettava occhiate ai suoi fianchi, per assicurarsi che i suoi amici e Nekochi gli fossero vicini. Onix era sempre dietro di loro, ad inseguirli ruggendo, fin troppo rapido per il suo peso.
«Satoru!» gridò Aruya, affannata, fermandosi col fiato spezzato.
«Aru! Corri! È dietro di te!» urlò Kaede, spaventato.
«Non ce la faccio…»
La ragazza si appoggiò alla parete rocciosa accanto a lei, sentendo le forze abbandonarla.
«Aruya!» chiamò Satoru, disperato, vedendo Onix appropinquarsi a lei minaccioso. Si bloccò sul posto, imitato da Kaede e dai Pokémon.
Il cuore gli martellava nel petto tanto forte da fargli male. Non poteva permettere che accadesse qualcosa di male a sua sorella. Se l’era ripromesso all’inizio del viaggio: l’avrebbe protetta a tutti i costi.
«Al diavolo!» Si lanciò in corsa verso la ragazza, mentre Onix sollevava già la massiccia coda, pronto a colpire.
«Riolu, Palmoforza!»
Con un agile balzo il Pokémon si appoggiò alla parete rocciosa e sollevò le zampe verso Onix, facendone scaturire un’onda d’urto che andò dritta contro di lui, bloccandone l’attacco. Il nemico si voltò, senza aver quasi sentito il colpo, ma ugualmente inferocito.
Il respiro di Kaede tornò regolare. In un attimo, si accorse di ciò che stava succedendo. Una sola parola gli risuonava nelle orecchie e nel cuore: “Aruya!”
«Coraggio, Nekochi!» In fretta raggiunse Satoru, assieme al suo fidato compagno. «Attacco Rapido, adesso!»
Prontamente il suo piccolo amico eseguì l’ordine, lanciandosi all’attacco. Stavolta Onix accusò il colpo, ruggendo dal dolore.
Aruya parve riprendersi, perché si rimise in piedi, abbandonando la parete a cui era appoggiata, per urlare con la sua solita grinta: «Vai, Eevee, è il nostro turno: Azione!»
Onix si mosse, infastidito, mentre il volpino gli si gettava contro. Per quanto ci provasse, non riusciva a capire da dove venissero gli attacchi. Innervosito, agitò la coda possente e sferzò il monte, causando un’altra frana.
I ragazzi la evitarono per miracolo, scansandosi agilmente.
Col fiatone, si guardarono per un attimo, spaventati eppure uniti da una complice eccitazione. Onix barcollò, provato dall’attacco che aveva scagliato lui stesso. Subito, i ragazzi si intesero.
«Eevee, Colpocoda!» 
«Riolu, Calciobasso!»
Onix tentennò sotto le mosse scagliate dagli avversari, accasciandosi stordito contro la parete di roccia.
Kaede capì in un attimo ciò che avrebbe dovuto fare. Vide Nekochi mettersi in posizione, alzare la coda biforcuta, tirare indietro le orecchie e inarcare la schiena. Un bagliore verde chiaro s’irradiò attorno a lui, circondandolo, prima soffuso, poi sempre più intenso.
«E quella che mossa sarebbe…?» L’Allenatore spalancò gli occhi: il suo Pokémon ruggì e un’ondata di luce color smeraldo divampò dal suo corpicino, colpendo in pieno Onix, che cadde a terra con un boato, sollevando una gran polvere che oscurò per un attimo la visuale.
Il bagliore attorno a Nekochi si disperse e il Pokémon poté riprendere fiato. Le polveri si sollevarono, mostrando il corpo lungo e massiccio di Onix riverso accanto alla montagna, privo di forze.
L’avevano sconfitto.
Kaede quasi non ci credeva. Aveva vinto contro un Pokémon! C’era riuscito davvero! Gli amici si guardarono, ancora frastornati. Assieme scoppiarono a ridere, sollevati, liberandosi della paura che li aveva pervasi fino a un momento prima.
«Siamo stati mitici!» esclamò Satoru, stringendo un pugno.
«È vero, eravamo fortissimi!» esultò Aruya, gettando le braccia verso il cielo.
«E voi tutti siete stati bravissimi» aggiunse Kaede, sorridendo con orgoglio ai loro Pokémon.
«Eevee-vee!»
«Rio-riolu!»
«Nekoooo!»
Gli Allenatori presero fra le braccia i loro piccoli compagni, accarezzandoli. Poi tirarono fuori le Poké Ball, facendoli rientrare: avevano diritto ad un meritato riposo.
L’eccitazione era ancora tanta nei ragazzi, ma sentendo l’Onix steso a terra mugugnare nell’incoscienza, decisero che era meglio andarsene il più in fretta possibile.
Ripreso fiato un’ultima volta, ripartirono in direzione di Altura Smeralda, ripercorrendo il sentiero per cui Onix li aveva inseguiti, ansiosi di raccontare la loro avventura a Tadashi. 


«Cosa avete fatto?!»
Lo sguardo severo del fratello congelò Kaede, che da lui si sarebbe aspettato una reazione completamente diversa.
«È pericoloso! Brock deve avervelo detto per forza che il sentiero ad ovest non è percorribile da Allenatori inesperti! Cosa pensavate di fare?»
«Stai fraintendendo, Masahiro-san…»
«Al diavolo tu e i tuoi “Masahiro-san”, Satoru! È una cosa seria!»
«Mi fai paura così, Tada…» balbettò Aruya. Vedere il più grande tanto inferocito, con i lineamenti induriti dalla preoccupazione e distorti in un’espressione di rabbia, era qualcosa di più che raro.
«Cosa credete, che mi piaccia farvi la predica? Vi ho atteso preoccupato tutto il giorno… Con che coraggio vi presentate a quest’ora?»
«Ma c’è ancora luce, fratellone…»
«Però è quasi ora di cena, Kaede! Se vi foste imbattuti nelle pattuglie del Tiranno, eh? Sapete che sono tempi duri, questi. Non vi avrei mai fatti tanto irresponsabili; specialmente tu, Satoru… Pensavo di poterti dare fiducia.»
Gli occhi verdi di Tadashi, coperti dagli occhiali, si fissarono delusi in quelli del rosso. Lui non distolse lo sguardo, ma non per sfidarlo. Piuttosto, lo scrutò, con fare quasi inquisitorio. Infatti, dietro alla preoccupazione e alla rabbia, sul volto dell’altro aveva scorto tanta tristezza, un dolore sincero impresso nei lineamenti delicati, assieme a… Vergogna?
Fu Tadashi ad abbassare gli occhi. Che Satoru avesse intuito qualcosa?
Il rosso alzò il mento e reclinò il capo, perplesso ed incuriosito. Tuttavia, non disse nulla.
«In ogni caso, non riprovate mai più ad andare in luoghi del genere da soli. Un conto è il bosco fuori Altura Smeralda, un altro la Cava Oscura. Mi sono spiegato?»
Kaede e Aruya annuirono, rossi per l’imbarazzo. Anche Satoru assentì, sentendosi un po’ in colpa per quanto avvenuto. Del resto era il più grande fra i tre ed avrebbe dovuto fare di più per proteggerli.
Gli amici salirono nelle loro camere, aspettando la cena con gli entusiasmi smorzati dalla sgridata. Avevano sbagliato, questo sì, ma avrebbero voluto qualche lode in più da parte del maggiore.
Quello, nel frattempo, si passò una mano sugli occhi, senza sapere cosa pensare. Non avrebbe dovuto rimproverarli in quel modo. Si erano messi nei guai, ma erano anche riusciti ad uscirne incolumi con le loro forze. Il nervosismo per la conversazione avuta quella mattina con Ichiorou si era unito allo spavento per i giovani compagni di viaggio, creando così quella reazione esagerata. 
Perché andava sempre tutto storto?



«Ehilà!» Un Brock entusiasta spalancò la porta dell’ingresso con energia, presentandosi per cena su invito di Tadashi. «Ragazzi!» chiamò, allegro. I tre amici si affacciarono dalle scale, felici di vederlo.
«Ciao Brock!» esclamarono all’unisono, mentre Eevee, Riolu e Nekochi li raggiungevano con un gran baccano.
«Ben arrivato» fece Tadashi, dalla cucina, finendo di preparare le ultime cose.
«Non puoi neanche immaginare quello che ci è successo oggi!» cominciò Aruya, scendendo rapidamente al piano inferiore.
«Fatemi indovinare…» la frenò l’adulto. «Avete sconfitto un Onix vicino alla Cava Oscura!»
I ragazzi rimasero impietriti davanti a lui, senza sapere cosa ribattere. Si udì un gran rumore di cocci infranti, seguito da Tadashi che, con i capelli arruffati e le sopracciglia inarcate, si affacciava nel soggiorno.
«Brock, non starai dicendo…»
«Ho assistito a tutta la scena! Siete stati favolosi, sono molto fiero dei miei allievi!» Unì le mani, deliziato, con gli occhi a fessura che brillavano per l’orgoglio.
«Veramente?» chiesero assieme Aruya e Kaede, mentre due grandi sorrisi si allargavano sui loro volti.
«Certamente!»
«Come sarebbe a dire?» Il disappunto si dipinse sul viso di Tadashi. «Hai lasciato che corressero un pericolo simile?!»
«Devono pur imparare a cavarsela da soli, Masahiro» rispose Brock, in tono serio. «Il vostro sarà un viaggio pericoloso, devono essere in grado di affrontare le difficoltà sul loro cammino, anche quelle che all’inizio appaiono insormontabili.» 
«Eravamo davvero forti, eh?» fece Satoru, con una smorfia superba.
«Altroché! Non me lo sarei mai aspettato… Cioè, no, non è che non avessi fiducia in voi, eh…» Brock prese a gesticolare, imbarazzato. I ragazzi alzarono gli occhi al cielo, incrociando indispettiti le braccia.
Poi l’uomo si ricompose, grattandosi gli ispidi capelli castani, e riprese: «In ogni caso, siete stati molto bravi. Unita assieme, la vostra forza è ancora maggiore. Al momento degli attacchi combinati non potevo credere di aver davanti degli Allenatori in erba… Il Forzempatica di Nekochi finale, poi, era senza pari! Non pensavo che già conoscesse quella mossa…»
«Il che cosa?» lo interruppe Kaede, perplesso.
«Neko, Nekoooo?»
«Forzempatica. È l’Attacco Speciale di Nekochi. Non lo sapevi…?»
Pokémon e Allenatore scossero i capi, stupiti.
«Oh, beh, alla fine è proprio così che si scoprono i punti di forza!» Brock ridacchiò. «È un’Abilità che si manifesta quando Nekochi entra in piena simbiosi con i sentimenti dell’Allenatore. Più essi provano uguali emozioni e i loro animi sono vicini, più l’Attacco risulta potente.»
«Uahh…» esalò Kaede. Dunque guardò intensamente il suo Pokémon, esclamando: «Nekochi, sei incredibile!»
«Nekooo!»
«Ehi, ehi, anche noi siamo stati bravi!» precisò Aruya, agitando le braccia, imbronciata.
«Eevee, vee!»
«Senza dubbio!» Brock sorrise. Quei due Allenatori pieni di grinta gli ricordavano terribilmente i volti del suo passato; volti lontani, che suscitavano nell’Allevatore di Pokémon tanta nostalgia…

Tadashi scrutava pensieroso Aruya e Kaede ridere assieme all’uomo. Cosa si era messo in testa Brock? Era forse impazzito, ad aver fatto correre loro un rischio simile, quella mattina? Si ricordò le parole che egli stesso gli aveva rivolto la sera prima.
“Vedi, Masahiro, si stanno verificando strani fenomeni ad Altura Smeralda. Potrebbero essere collegati agli studi sulle pietre di Bosco Smeriglio che conducevi assieme al Professor Oshizami. La Natura sta cominciando a comportarsi in modo strano… E anche i Pokémon… L’Equilibrio, l’Equilibrio si sta spezzando…”
Non aveva aggiunto altro, lasciando Tadashi pieno di dubbi e timori. Cosa stava succedendo? Kérehon era diventata pericolosa. Forse troppo, per i suoi giovani compagni di viaggio.
Sospirò. Magari non era la persona giusta per farsi carico di tutte quelle responsabilità. Magari aveva ragione Ichirou: lui era solo un debole. L’amarezza gli salì alla gola.
Reclinando il capo, si accorse che Satoru lo stava fissando. I suoi occhi azzurri lo trafissero, come a volergli guardare nell’anima, mentre il vociare allegro di Kaede, Aruya e Brock si faceva lontano, dall’altro lato del soggiorno.
Il rosso gli si avvicinò, con passo fermo. Tadashi non sapeva cosa dire per fermarlo. Forse, non voleva davvero farlo. 
Arrivato a una spanna dal suo volto, Satoru si protese in avanti e gli sussurrò soltanto: «Tu non mi inganni, Masahiro-san. Potrai riuscirci con Kaede e Aruya, loro sono ancora ingenui. Ma io… Io sono riuscito a vederti
Per Tadashi fu come essere attraversato da una scossa. 
Le richieste della cena da parte dei ragazzi gli arrivarono confuse, mentre si dirigeva in cucina per prendere le portate accuratamente preparate nel pomeriggio. Per poco non fece cadere i vassoi, tanto gli tremavano le mani.
Che fosse stato scoperto?
 






 
 
 
 
NOTE DELL’AUTORE
Eccovi dunque il decimo capitolo, spero vi sia piaciuto.
Ringraziamenti speciali come al solito a francs_moony, White Pika girl, anonymous_prongs, Nodi e Persej Combe per aver recensito il capitolo precedente; mi rendete davvero fiero di avere lettori fantastici come voi!
Volevo avvisarvi che adesso che l’anno “lavorativo” è ufficialmente ricominciato gli aggiornamenti saranno meno frequenti, forse mi troverò costretto ad interrompere la storia. Tra scuola e allenamenti in piscina avrò poco tempo libero, ma vedremo.
Un carissimo saluto e a presto, grazie a tutti coloro che mi seguono con entusiasmo.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: almost_