Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: SuspenseChannel    14/09/2015    0 recensioni
Estratto dal primo capitolo:
Suo marito osservò fuori ma non disse nulla. La moglie si asciugò le lacrime e lo guardò. - Dean, che cosa vorresti fare? Là fuori è pieno dei... - continuò ma poi si bloccò di colpo, non sapendo come continuare. O forse non voleva continuare. Deglutì a fatica e in seguito spostò lo sguardo dal marito verso il mondo esterno, ormai un mondo diverso da quello dentro l'hotel. - Insomma, quei cosi ci ucciderebbero.
Dean si voltò verso di lei e le prese il volto tra le sue mani. Sono calde, pensò la donna. - Kara, ascoltami. Anche se restassimo qui verremmo uccisi.
- No... qui dentro siamo protetti. La signora che ha chiamato ha detto che hanno barricato porte e finestre, siamo al sicuro qui...
- Quelle donne sono pagate per dirti che tutto andrà bene! Loro sanno che, anche se ci sono delle tavole tenute ferme con dei chiodi a proteggerci, prima o poi quei mostri entreranno e ci divoreranno uno dopo l'altro.
Sua moglie rimase zitta, ammutolita. Non sapeva cosa dire, come rispondere. Forse era vero: dovevano uscire in quel nuovo e ostile mondo e sopravvivere. O almeno provarci. - Forse hai ragione - disse Kara risoluta - dobbiamo andarcene.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The New World
WAY OUT
 
POV DANIELLE
- Secondo te, - disse Danielle interrompendo il silenzio che si era creato nella stanza tra lei e il fratello, entrambi distesi sul proprio letto a fissare il soffitto mentre fuori la morte avanzava e distruggeva il mondo che conoscevano - papà vuole davvero portarci là fuori, tra tutti quei mostri?
- Non ne ho idea, Dani... - le rispose il fratello, scosso - Spero sia la scelta giusta.
- Io vorrei che tutto questo fosse solamente un sogno. In questo momento vorrei svegliarmi e capire che tutto questo c'è stato solo nella mia testa...
- Lo vorrei anche io, ma non è così e ora dobbiamo convivere con tutto questo... - la interruppe il fratello, ora alzatosi dal letto. La sua voce era decisa e ciò che stava dicendo era tremendamente vero, notò Danielle.
La ragazza si mise a sedere sul bordo del letto ed era intenzionata a rispondere al fratello se non fosse squillato il telefono fisso della camera da letto. Thomas sospirò e si diresse in seguito verso il bagno della stanza. Sorpresa, Danielle alzò la cornetta del telefono e la avvicinò all'orecchio. - Pronto?
- Salve, - rispose una voce femminile, quella di una dipendente dell'hotel - stiamo verificando se tutte le persone che desiderano andarsene se ne siano già andate. Ovviamente se volete...
- Mi dispiace, ma deve parlare con i miei genitori... - la interruppe la ragazza, non facendo finire la frase alla donna al telefono.
- Sua madre pochi minuti fa mi ha riferito che resterete qui in hotel.
- Perfetto... - poi mise giù, lasciando sospesa la telefonata. Non voleva essre cattiva ma non aveva voglia di parlare con nessuno in quel momento. Stava pensando a ciò che ne sarebbe stato della sua vita: avrebbe davvero passato la vita dentro a un hotel, senza poter uscire? Forse ci sarebbe stata una soluzione a tutto questo putiferio in un futuro, Danielle lo sperava davvero anche se sapeva che ciò sarebbe stato molto improbabile.
Era dunque quella la decisione dei suoi genitori? Vivere in un hotel? La ragazza si rese conto che in confronto la prima decisione, quella dell'andarsene, sembrava migliore. Magari ce l'avrebbero fatta a risalire in qualche modo tutta la Francia e raggiungere Londra, la loro casa. Aveva lasciato così tante cose in quella città, a partire dal suo fidanzato, Nicholas. Era da così tanti giorni che non lo vedeva ne lo sentiva tramite messaggio, le mancava troppo. Chissà come sta affrontando tutto questo, si domandò Danielle. E... se fosse morto?, quel pensiero fu come un fulmine a ciel sereno nella mente di Danielle e la ragazza trattenne le lacrime a stento. No, non era morto, ne era certa. In una città grande come Londra di sicuro avrebbero organizzato delle zone di quarantena e di sicuro lui si sarebbe diretto lì con i suoi genitori.
Per non pensare più a nulla e distrarsi un po', Danielle accese la televisione della camera ma molti canali non andavano mentre i pochi che funzionavano trasmettevano solamente notizie sull'epidemia che aveva devastato il mondo nel giro di un giorno e una notte e che ora teneva sotto scacco l'intero pianeta con le sue ondate di non-morti. Niente era più sicuro ormai.
Quando Thomas uscì dal bagno, Danielle gli riferì ciò che la donna le aveva detto al telefono: sarebbero rimasti dentro l'hotel dato che loro madre pensava fosse più sicuro dell'esterno. - Oh... - suo fratello era stupito, Danielle lo capì dall'espressione che si era creata sul suo volto.
- Già... - replicò la sorella - ha stupito anche me.
- Chissà come ha fatto mamma a far cambiare idea a papà...
Danielle osservò il fratello che si stava sedendo sulla poltrona, situata di fronte alla finestra. Stranemente, sorrise, poi si alzò dal letto e si diresse verso la finestra. - Me lo sono chiesta anche io...
Raggiunta la finestra, posò la mano destra sulla spalla del fratello e guardò fuori. Le persone correvano da tutte le parti, cercando di sfuggire alle creature che le inseguivano. Il cuore di Danielle martellava nel petto e dovette chiudere gli occhi per non incominciare a piangere. - Siamo nella merda totale.
Sentì la mano di suo fratello intrecciarsi alla sua, lo guardò e sorrise. Sembrava che le sue preoccupazioni fossero sparite ora. - Vedrai che ce la faremo - le sussurrò Thomas e poi sorrise.
Lo spero, disse fra sè e sè la ragazza continuando a guardare fuori. Rimasero a osservare il panorama per alcuni minuti, fino a quando qualcuno bussò alla loro porta. Suo fratello si alzò dalla poltrona. - Vado io... - disse. Quando Thomas aprì la porta, i loro genitori entrarono nella stanza. Sembravano entambi scossi e loro madre aveva gli occhi rossi, aveva pianto.
- Che succede? - chiese Danielle ai genitori. - Una tipa al telefono mi ha detto che resteremo qui...
- Sedetevi, ragazzi... - disse Kara con voce strozzata.
Danielle, perplessa, fece come sua madre aveva chiesto loro e si sedette sul proprio letto. Lo stesso fece suo fratello mentre sua madre si sedette sulla poltrona vicino alla finestra dove pochi minuti prima era seduto Thomas. Suo padre rimase in piedi, con le braccia conserte, a osservarli. - Allora, che sta succedendo? - chiese Thomas ai genitori, perplesso quanto la sorella.
- Dobbiamo dirvi una cosa. - cominciò Dean in tono pacato - Io e vostra madre abbiamo discusso a lungo sul da farsi ora che questa... catastrofe ci ha trascinati in questo nuovo mondo in cui dobbiamo vivere...
- Taglia corto e dicci cosa sta succedendo... - lo interruppe Thomas.
- Vostro padre ci sta arrivando, aspetta un attimo...
- Abbiamo deciso di affidare a voi la decisione finale: rimanere qui o andarsene e provare a sopravvivere là fuori... - ci furono alcuni secondi di silenzio in cui gli unici rumori furono quelli provenienti dal mondo esterno. - A voi la scelta... - finì loro padre che successivamente guardò la moglie, era preoccupato.
Il cuore di Danielle cominciò a martellarle nel petto, era molto agitata. Stava per prendere la decisione più importante della sua vita. Chiuse gli occhi e cominciò a pensare. Vivere per sempre rinchiusa in un hotel oppure provare a sfidare la morte lì fuori?
Non so che fare, si disse la ragazza. - Voglio andare là fuori, provare a sopravvivere. - disse suo fratello guardando suo padre e poi sua madre. Poi fissò lei.
Danielle sentì ad un certo punto tutti gli occhi della famiglia su di lei. Quelli di sua madre, di suo padre e di suo fratello e ciò le rese ancora più difficile la decisione.
Deglutì a fatica.
Prese un grande respiro.
- Andiamocene da qui... - disse infine.
I Wallace sarebbero usciti in quell'ostile mondo e avrebbero provato a sopravvivere.
 
POV DEAN
- Andiamocene da qui... - disse sua figlia Danielle. Dentro di se, Dean sorrise.
- Bene, è deciso. - confermò il padre. Guardò poi la moglie che, un po' scossa, si stava alzando dalla poltrona. Cosa starà pensando?, si chiese l'uomo. - Qualcosa non va, Kara?
La donna guardò il marito e sorrise mentre si appoggiava alla figlia. - No, no...
- Se non vuoi venire... - Dean stava per dire una cosa che gli avrebbe spezzato il cuore - puoi rimanere qui...
- Dove andate voi, verrò anche io. - replicò la donna, il suo sguardo era duro ma Dean sapeva che all'interno si trovava una donna fragile.
- E ora, che facciamo? - chiese la figlia maggiore.
- Dobbiamo avvertire tutte le altre persone che noi ce ne stiamo andando. - rispose il padre osservando i tre - Preparate uno zaino con dentro l'indispensabile, poi ce ne andremo. Io e vostra madre vi aspettiamo qui fuori. - i figli annuirono e cominciarono a preparare il più in fretta possibile gli zaini che si sarebbero portati con loro.
L'uomo cominciò a camminare verso la porta della camera. - Ma lo staff avrà di sicuro già sigillato l'ingresso! - intervenne Kara che lo stava seguendo.
- Troveremo un altro modo per uscire, allora! - esclamò l'uomo, indispettito, voltandosi verso la moglie. Sembra che voglia in tutti i modi rimanere qui dentro, pensò l'uomo mentre usciva dalla camera dei figli, seguito dalla moglie.
Kara si chiuse dietro di se la porta. - Cosa vuoi? Rimanere qui? - le chiese il marito, sbuffando. Era arrabbiato e Kara di sicuro lo stava percependo.
La donna lo osservò con sguardo gelido. - Come ti ho già detto, dove andate voi vengo anche io.
- Sembra che tu stia facendo di tutto pur di farci fermare qui però... - replicò l'uomo.
Kara rimase zitta per qualche secondo, poi sul suo volto si formò un'espressione di stupore misto a disgusto. - Guarda in cosa ci sta trasformando questa cosa... in mostri. Proprio come quelli là fuori! - Dean non rispose, guardò il pavimento. - Vuoi esporre i tuoi figli a questo? Non solo alle creature che ora abitano il pianeta, ma anche alle bestie nelle quali ci stiamo tramutando noi due? - non aveva mai visto sua moglie in uno stato del genere.
Dean alzò lo sguardo, e incontrò quello della moglie. - Quando lo capirai che dobbiamo provarci...
- Va bene, - replicò la donna - hai ragione. Come sempre. - si avviò poi verso la loro camera.
- Dove stai andando, Kara? - le chiese il marito, era preoccupato per quello che avrebbe potuto fare.
- Prendo i nostri zaini... - la donna lo osservò dalla porta - o hai cambiato idea?
La donna si chiuse la porta alle spalle e Dean rimase lì, nel corridoio, da solo. Quello che aveva detto pochi secondi prima la moglie era vero, verissimo. Si stava trasformando in qualcosa che non era, una bestia incontrollabile.
I figli uscirono dalla loro stanza con gli zaini in spalle. I tre rimasero in silenzio fino a quando non arrivò Kara, che consegnò uno dei due zaini al marito. Guardò i figli e sorrise, accarezzandoli. Poi si voltò verso il marito. - Siete pronti a partire?
Tutti e tre annuirono e la famiglia si diresse dunque verso l'ascensore. - Non funziona... - disse Danielle continuando a premere il pulsante di chiamata del mezzo.
- Devono aver tolto la corrente - ipotizzò Dean.
- Prendiamo le scale - suggerrì allora Kara.
La lunga discesa fu alquanto silenziosa e arrivati al piano terra, sembrava di essere entrati in un altro mondo, diverso da quello dell'hotel. Le finestre erano barricate tramite delle tavole di legno fissate con dei chiodi mentre la porta d'ingresso era stata barricata con alcuni dei mobili dell'atrio. Il buio regnava sovrano se non per qualche spiazzo di luce che penetrava dai buchi lasciati tra una tavola e l'altra. - La donna di prima mi ha detto che in un quarto d'ora sarebbe cominciata una riunione con coloro che sarebbero rimasti... - comunicò Kara agli altri.
- Non sembra esserci nessuno qui, - notò Thomas guardandosi intorno - e un quarto d'ora è già passato.
- Facciamo un giro, - cominciò Dean - magari troveremo qualcuno.
I Wallace cominciarono ad aggirarsi per il piano terra. Entrarono in quella che fino a poche ore prima era il salone da pranzo. Ora sembrava un campo da guerra: molti dei tavoli erano distrutti e rivoltati, come lo erano anche le sedie.
- La sentite anche voi, questa voce? - disse ad un certo punto Danielle, che cominciò a dirigersi verso la fonte del suono. Uscirono dalla sala pranzo e si diressero verso la zona dalla quale sembravano provenire la voce che Danielle aveva sentito. Era vero, ora la poteva sentire anche Dean. Erano voci umane e non versi come quelli degli zombie.
Arrivarono alla stanza utilizzata come sala giochi per i bambini più piccoli. Era una grande stanza nella quale c'erano almeno trenta persone, alcune in piedi, alcune sedute su dei divanetti rossi. Un uomo, probabilmente un dipendente dell'hotel, stava in piedi di fronte a tutti, e stava spiegando dell cose. - Siamo in ritardo? - chiese Dean, un po' divertito.
L'uomo si voltò verso i quattro componenti della famiglia. - Mi scusi, non c'eravamo accorti della vostra assenza. - si avvicinò, tendendo la mano. - Voi siete i Wallace, non è vero?
Dean annuì, e strinse la mano all'uomo, che sorrise. - Perfetto, il mio nome è Jean-Pierre e sono il direttore dell'hotel. Stavamo discutendo...
- Scusi se la interrompo - lo interrupe Dean - ma noi abbiamo cambiato idea. Vorremmo andarcene.
Tutti gli occhi delle persone nella stanza si posarono su di loro. Staranno pensando che siamo pazzi a notare dai loro sguardi, si disse l'uomo guardandosi intorno.
- Mi scusi... - cominciò Jean-Pierre - ha per caso detto che volete... - si interruppe un attimo - che volete uscire?
- Sì. - rispose Thomas prima che il padre potesse dire qualcosa.
Il direttore dell'hotel era perplesso. - E perché volete uscire? Qui potrete essere al sicuro da quei mostri là fuori.
- Voglio portare la mia famiglia a casa, a Londra.
- Non crede che sia un po' azzardato come piano? - chiese Jean-Pierre sotto gli sguardi vigili della gente. - Vuole esporre sua moglie e i suoi figli a quei mostri là fuori, sul serio?
Dean non voleva demordere. - Lo abbiamo deciso tutti insieme, come una famiglia, nulla ci impedirà di uscire.
Il francese si voltò verso tutti gli ospiti, poi di nuovo verso la famiglia. - Tutte le uscite sono state barricate però... - l'uomo sembrava compiaciuto. Dean avrebbe voluto tiragli un pugno.
- In realtà, la porta d'ingresso non è l'unico modo per uscire da qui... - un uomo si alzò dai divanetti e si avvicinò alla famiglia. Era un uomo sulla trentina che teneva per mano la moglie, una donna incinta. - Seguitemi.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: SuspenseChannel