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Autore: PersephoneAm    14/09/2015    2 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Scivolai pian piano fuori da un dolce torpore, stiracchiandomi tutta e sentendo il corpo indolenzito. Subito un flash mi invase la mente: Tommy che stava dietro di me sul letto, mentre io ero a gattoni. Tommy che mi aveva afferrato saldamente i fianchi con le mani, affondando le dita nella mia carne come se fossero artigli e io che non mi ero lamentata nemmeno per il dolore, troppo presa dal vortice di passione, che mi stava trascinando nel baratro più scuro e profondo. A ogni sua spinta, io mi ero trovata ad ansimare e a sprofondare sempre più con la faccia nel cuscino, per non farmi sentire dai suoi genitori, visto che eravamo a casa sua e lui, invece di fare più piano e cercare di farmi stare zitta, continuava a provocarmi con dei movimenti secchi e decisi.
 
Una tortura.
 
Ad un certo punto poi, si era steso sulla mia schiena con il petto e mi aveva stretta a sé con le braccia, proprio nel momento in cui ero presa da un fantastico orgasmo. Quando era venuto anche lui, ingoiando la saliva come se stesse trattenendosi dall'urlare, mi era caduto quasi addosso, ma subito si era spostato di lato, sempre tenendomi tra le sue braccia, respirando il profumo dei miei capelli.
 
«Ti amo.»mi aveva detto in un sussurro, quasi come se avesse avuto paura della mia risposta.
 
Mi ero voltata verso di lui, con gli occhi spalancati per lo stupore e la sorpresa e gli avevo accarezzato la guancia. «Anche io, Tommy.»
 
«Promettimi una cosa, Alice.»aveva continuato, baciandomi i polpastrelli delle dita. «Promettimi che non mi lascerai, che ogni volta che avrò bisogno di te, ci sarai! Ti voglio al mio fianco e nel mio letto, Alice. Ti voglio tra le mie braccia sul divano, mentre piove e sdraiata al mio fianco su una sdraio quando prenderemo il sole in estate. Ti voglio quando dovrò superare delle sconfitte o festeggiare delle vittorie. Ti voglio per sempre!»
 
Avevo le lacrime agli occhi, quando Tommy aveva finito si parlare e, per me, non c'erano parole da dire o una risposta da dare, se non quella di un bacio sulle labbra e di un abbraccio caldo e confortante. Da quel momento non ci eravamo più detti nulla, avevamo solo iniziato a farci le coccole e poi avevamo ripreso a fare l'amore. Per altre due volte. Infine c'eravamo addormentati, stanchi di felicità e di appagamento. Avevamo passato tutta la notte insieme ed ora che era mattino inoltrato, Tommy stava ancora dormendo tra le mie braccia, con la testa sprofondata nel mio seno, cosa che mi fece arrossire dalla vergogna. Non sapevo come muovermi, anche perché avevo un urgente bisogno di andare al bagno, così non mi restò nient'altro che scivolare via dalla sua stretta, mentre Tommy si svegliava.
 
«Cosa c'è?»borbottò, stropicciandosi gli occhi con le dita.
 
«Devo andare al bagno.»gli dissi, a bassa voce. «Scusa se ti ho svegliato.»
 
Tommy pronunciò qualcosa del tipo "non fa niente", poi tornò a dormire, girandosi su un fianco. Sorrisi, alzandomi dal letto e andando in bagno. Mi infilai sotto la doccia, dopo aver pensato ai miei bisogni, iniziando a insaponarmi i capelli. Nel momento stesso in cui presi il bagnoschiuma, la porta della doccia si aprì velocemente e due mani mi afferrarono la vita con forza.
 
«Tommy!»sussultai, a voce bassa, gemendo e lasciando cadere il bagnoschiuma.
 
La sua mano andò a finire in mezzo alle mie cosce. «Mh? Cosa c'è?»
 
Sospirai, quando il suo dito si immerse dentro di me, accarezzandomi internamente. «Ma non stavi dormendo?»
 
«Guarda che sei stata tu a svegliarmi.»mi ricordò lui, mordicchiandomi la spalla destra e stringendo un mio seno con la mano libera. «E ora fai silenzio e godi per me.»
 
Mi appoggiai con le mani al muro della doccia, mentre le gambe iniziavano a tremare e abbandonai la testa sulla sua spalla. Il suo dito continuava a muoversi dentro di me con una certa maestria e per un attimo pensai a chissà quante ragazze lo aveva fatto, prima di occuparsi di me, ma poi un altro pensiero prese il posto del primo: ora avrebbe toccato solo me, perché lui era MIO!
 
La mia voce rimbombò così forte nel box che Tommy fu costretto a girarmi la testa e baciarmi sulle labbra, per evitare che le mie urla si sentissero fino alla stanza dei suoi.
 
«Quanto mi piace quel suono.»mormorò sulle mie labbra, con voce roca. «Non hai idea di quanto mi piaccia.»
 
Gemetti a voce alta, quasi come se volessi fargli un favore nel regalargli il mio gemito, così decisi che era il momento che prendessimo io le redini del gioco e iniziare così a torturarlo.
 
«Mi fai impazzire, Alice!»sussultò lui, socchiudendo gli occhi e lasciando andare la testa all'indietro e facendomi sorridere, trionfante.
 
Più tardi scendemmo in cucina, dove sua mamma stava preparando il caffè. Ci eravamo asciugati e vestiti, continuando a provocarci l'un l'altra e giocando come dei bambini. Appena Carmen mi vide mi corse incontro, per abbracciarmi e riempirmi di baci e complimenti. «Sei sempre più bella, Alice.»mi disse, contenta. «Finalmente avete chiarito. Mi fa piacere!»
 
«Mamma!»la riprese Thomas, con uno sguardo abbastanza cattivo. «Ci siamo appena svegliati!»
 
«Ah-ah!»annuì lei, rivolgendomi uno sguardo malizioso e birichino, facendomi capire che suo figlio le stava mentendo spudoratamente. «Come va la scuola?»
 
«Bene.»sorrisi, portandomi alla bocca un biscotto al cioccolato. «Non vedo l'ora dell'estate a dire la verità.»
 
«Neanche io amo l'inverno.»concordò Carmen. «Preferisco la mia cara Sicilia!»
 
«Eh beh.»fece Thomas, prendendo un biscotto e imboccandomi. «Mamma, vuoi mettere il clima siculo a confronto con quello lombardo?»
 
«Io l'avevo detto a tuo padre di trasferirci da tuo zio Giulio!»disse Carmen, mentre Tommy si irrigidiva al nome dello zio. «Ma almeno qui hai conosciuto Alice.»
 
Il mio ragazzo mi guardò con un enorme sorriso e mi prese la mano destra, portandosela alla labbra e baciandola. «Allora non rimpiango per niente Roma!»
 
Carmen sorrise e se ne andò in salone.
 
«Tommy, martedì dovresti portare a casa anche Claudia.»gli dissi, finendo la colazione.
 
«Claudia?»fece lui. «La tua compagna di banco, no?»
 
Annuii. «Visto che poi se ne andrà a Como dai suoi nonni per le vacanze, ce ne stiamo insieme per tutto il pomeriggio.»
 
«Va bene.»
 
«Voi sarete a casa?»
 
«Si, come sempre.»rispose lui.
 
«Perfetto.»dissi.
 
 
 

Il martedì della settimana successiva, come avevo promesso a Claudia, Tommy venne a prenderci e ci portò a casa di zia Clara, dove tutti i ragazzi erano riuniti. Alcuni giocavano a calcio, altri alla play. Silvia e Stefania non c'erano, così feci sedere Claudia accanto a me, al tavolo, per vedere i ragazzi giocare. Tommy si era seduto invece sul divano, insieme ad Alex e Teo per giocare a Fifa.
 
«Sai giocare a briscola, Claudia?»chiese Stefano alla mia amica.
 
«Certo!»esclamò lei, con un sorriso. «Mio nonno non fa altro, durante le festività.»
 
«Tuo nonno è di qui?»
 
Claudia scosse la testa. «E' napoletano.»
 
«Allora immagino che tu sia bravissima!»ipotizzò Stefano.
 
«Vediamo, allora.»si intromise Gabriele, mischiando le carte.
 
Alla fine della partita, Claudia, in squadra con Christian, riuscì a fare più punti di Stefano e Gabriele.
 
«Siete convinti, ora?»chiesi loro, ridendo.
 
«Porca puttana, Ste! Ci ha fottuti!»esclamò Gabriele.
 
«Battimi il cinque, bellissima!»disse Christian a Claudia, che battè la mano destra con quella del ragazzo.
 
Stefano stava fissando Claudia con sguardo impassibile, poi si alzò dal tavolo. «Vado a bere qualcosa.»
 
Mi alzai anche io e andai da Tommy, mentre Claudia e Christian si mettevano a giocare a scopa. Gabriele la aiutava e le suggeriva quali carte buttare.
 
«Dimmi una cosa.»mormorò al mio orecchio Tommy. «Per caso la tua amica va' dietro a qualcuno dei ragazzi seduti al tavolo?» Mi irrigidii, sgranando gli occhi e Tommy mi beccò in pieno. «Ma cazzo!»rise. «Non ci credo!»
 
«Cosa?»fece Alex, guardandoci.
 
«Niente!»rise Tommy, spingendomi per andare in cucina, dove però c'era Stefano.
 
«Quale altra figura di merda hai fatto, Alice?»mi prese in giro Ste.
 
«Ho scoperto un suo segreto.»rispose per me il mio ragazzo.
 
«Ma la smetti?»mi lamnetai. «Non c'è bisogno di fare tutte queste scene!»
 
Ste tornò in salone, ridendo e io lanciai un'occhiataccia a Tommy.
 
«Adesso ti metti anche a fare l'agente matrimoniale?»sussurrò al mio orecchio, con gli occhi lucidi per le troppe risate.
 
«Ma vai a cagare.»borbottai, allontanandomi da lui.
 
«Dai, noiosa. Dimmi chi è.»
 
Scossi la testa. «No, non voglio.»
 
«Alli, dai!»
 
«Stefano.»risposi, senza guardarlo negli occhi.
 
«Ste?!»fece lui, a voce bassa. «Di tutti quelli con la testa sulle spalle, va a prendersi quello più libertino?»
 
«Parla lui.»dissi, bevendo un bicchiere di succo.
 
«Uhh, colpo basso, ma non più reale.»mi ricordò. «Ora sono serio.»
 
«Magari sarà così anche per loro.»
 
«Non possiamo esserne sicuri, quindi fa un favore alla tua amica: lascia perdere questa storia.»
 
«Mi ha detto che Ste l'ha invitata alla festa di capodanno.»
 
Tommy rimase di sasso. Ste organizzava gli eventi, ma non invitava le persone personalmnete. Mai. «Le ha scritto per telefono?»mi chiese.
 
Annuii.
 
«O porca troia.»fece Tommy, facendomi segno di seguirlo in salone.
 
Appena giungemmo lì, trovammo Claudia e Stefano sul tavolo, da soli, a parlare e scherzare, giocando a carte. Tommy si voltò verso di me e mi guardò.
 
«Si può sapere cosa c'è?»gli domandai, a bassa voce.
 
«So che è un mio amico e che non dovrei dirlo, ma so con certezza che Stefano non ha avuto alcun interesse particolare per nessuna ragazza, se non per scopare con loro.»mi spiegò lui, parlandomi nell'orecchio. «Non so se stia prendendo per il culo la tua amica o meno, ma fa' attenzione a lei.»
 
«Speriamo non faccia ciò che hai detto.»sperai, restando a guardarli scherzare tra loro.
   
 
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