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Autore: YuGiesse    14/09/2015    3 recensioni
"Era un ragazzo mai visto, aveva un'aria da menefreghista, sedeva su un'antica sedia di legno con le gambe incrociate sul tavolo, i suoi occhi profondi riuscivano a mettere in soggezione anche con un solo sguardo, quel tipo di ragazzi che lui odia."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Due settimane dopo..


Gli piacevano le feste, ma Halloween decisamente no. Essendo di famiglia molto cristiana, i suoi non gli avevano mai permesso di festeggiarlo. Fosse stato per lui non avrebbe mai organizzato questa stupida festa a scuola. Ma doveva, glielo doveva.
 
"Eliza, Non c'era alcun bisogno che mi accompagnassi con la macchina, potevo andare a piedi."
 
Guardava fuori dal finestrino, più che guadare l'esterno si specchiava, per controllare se il suo aspetto fosse ridicolo. Sua sorella lo aveva costretto a truccarsi e vestirsi da scheletro, non era il suo genere ma tutto sommato si sentiva bello. 
 
"Ma smettila! Il rappresentante deve avere la sua entrata trionfale!"
 
Vedeva sua sorella pochissime volte l'anno e le voleva bene, nonostante i suoi genitori facessero confronti continuamente con lei. Ed oggi aveva deciso di accompagnarlo a quella stupida festa.
Si girò a guardarla, era la sua copia, più grande di qualche anno, dotata di capelli lunghi e tette. Sentendosi fissata si girò a guardarlo, accennando un sorriso.
"Vedi di divertirti, sei stato un po' giù in questi giorni."
 
Si notava così tanto?
 
"Ok, stiamo arrivando, puoi lasciarmi qui."
Sbuffò. Quella settimana era stata la peggiore di tutta la sua carriera scolastica. Era arrivato al punto di non riuscire più a prendere il massimo in matematica, il suo forte. Scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli.
 
"Non vuoi che ti lascio davanti?"
 
"No, grazie."
Fece un sorriso alla sorella e scese dalla macchina, avviandosi verso l'entrata della palestra, dove all'interno si stava svolgendo la festa.
Deglutì, doveva divertisti e basta, senza pensare a niente. Appena entrato nella stanza si guardò intorno,  era tutto nero e arancione, c'erano tantissime zucche. Si avvicinò al tavolo del buffet dove riconobbe il suo amico Anthony, impegnato a parlare con altri compagni. 
"Heei, John! Finalmente ti sei deciso a farti vivo!"
Gli corse incontro, era vestito da Jack o' Lantern, un'idea fantastica, perché non ci aveva pensato lui?!
Si diedero il cinque.
"Sophie non c'è?" Domandò il riccio guardandosi intorno.
"Ah si, l'ho mollata." Rispose l'altro facendo spallucce.
"Cosa?! Ma sei idiota? Che è successo?" Non poteva crederci, quei due erano la personificazione dell'amore vero.
"Non scaldarti! Era diventata troppo assillante, tutto qui."
"E ti sembra un buon motivo per lasciare la tua ragazza?Non ti credevo così."
"Non iniziare anche a tu a farmi la predica, inizia a divertirti un po' piuttosto."
Detto questo lo salutò con un cenno e si buttò nella mischia. Quella serata non annunciava niente di buono.
Si girò verso un tavolo dove erano raggruppati tanti ragazzi, probabilmente quello degli alcolici, si diresse lì, sperando di trovar qualcosa da fare o qualche professore con il quale chiacchierare. Il sestetto aveva fatto un bel lavoro con l'organizzazione, anche la musica era fantastica, un po' troppo movimentata ma bella.
 
Dovrei andarmi a complimentare con loro...
 
Sospirò e decise che era la cosa migliore da fare, ma prima avrebbe preso qualcosa da bere.
Arrivato al tavolo prese un bicchiere e lo riempì di Vodka, volse il proprio sguardo su un divanetto dove vide seduta Sophie Holmes, stranamente, senza la compagnia del resto del gruppo.
Senza pensarci troppo si sedette accanto a lei. 
"Ciao Sophie." 
"Ma guarda chi abbiamo quiii." Lei si alzò in piedi e lo abbracciò barcollando.
 
"Volevo ringraziare te e le altre per l'organizzazione della festa, siete state proprio brave."
La spinse leggermente all'indietro per staccarsela di dorso e le diede un'occhiata. Era vestita in modo delizioso nonostante fosse Halloween. Ma il suo alito puzzava d'alcool ed aveva uno sguardo strano.
"Ma di cooosa! Ci siamo divertite tantissimo! Andiamo a bere un po', dai!"
"Cos-. Aspetta!"
Nemmeno il tempo e nel giro di due minuti si trovava seduto accanto a Sophie con il bicchiere pieno di birra. L'altra, nel frattempo, era arrivata al terzo bicchiere. 
"Senti, dovresti smetterla Sophie, vado a cercare le ragazze, rimani qui."
Cercò di alzarsi per trovare aiuto ma lei lo tiro dalla manica della camicia, costringendolo a sedersi.
"Dai, tranquillizzati un po'! Deprimiamoci insieme, so che anche tu hai il cuore spezzato come me!"
Si girò di scatto verso la ragazza che pronunciava quelle parole interrotta dalle continue risate, era evidentemente ubriaca.
"Di cosa stai parlando?!"
Lo tirò verso di lei indicandogli qualcosa.
"Per quello, ovvio!"
Ebbe un sussulto, stava indicando una coppia che ballava un lento sulla pista.
Caesar e Bethany.
Il respiro gli si fece pesante, stavano davvero insieme? 
Non che gli interessasse ma era come se gli desse fastidio, tanto fastidio.
"Su riprenditi! Bevici su! Che dovrei dire eh? Quello stronzo mi ha abbandonata come se fossi spazzatura."
La guardò, aveva iniziato a piangere e ridere nello stesso tempo. Bevve un sorso.
"Mi dispiace."
"Ascoltami.. Non sei il primo a dirmi che gli dispiace."
Un altro sorso.
"Piuttosto, prendimi ancora da bere."
Senza farselo ripetere una seconda volta si alzò per riempire il suo bicchiere e quello della ragazza, quella musica troppo romantica lo irritava terribilmente, cosa cazzo c'entravano i lenti con Halloween?!
Ritornò da Sophie, che lo aspettava mezza sdraiata sul divanetto. Si sedette al suo fianco, porgendole il bicchiere. Iniziò a bere il suo, volgendo lo sguardo sulla coppia che tanto lo aveva scosso. Si concentrò sul ragazzo, era perfetto, probabilmente rappresentava un vampiro, si poteva capire benissimo dai canini che metteva in evidenza quando sorrideva. La pelle era leggermente biancastra ed i capelli portati all'indietro con il gel.
Poteva fare benissimo il modello.
Arrossì 
 
Che cazzo sto guardando?!
 
Scolò tutta la sua bibita rendendosi conto che sia lui che Sophie erano stati accerchiati dal resto del sestetto, eccetto Bethany, lei era troppo impegnata a infilare la propria lingua dentro la bocca di Caesar.
 
"Ma guarda chi abbiamo qui!" Riconobbe subito il tono antipatico di Cleo, doveva scappare. 
Cercò di strisciare furtivamente fuori da quel posto quando i suoi tentativi di fuga furono mandati in fumo da Sophie che si avvinghiò al suo collo, quasi al punto di strozzarlo.
 
"Heii non toccate il mio amichetto! Lui si che mi vuole beeeene!" Disse la ragazza ridendo. Era fuori.
 
"È ubriaca." Affermò Julia in tono sapiente.
"Decisamente." Le rispose Iris, osservando il riccio.
 
DEVO SCAPPARE.
 
Ma, a quanto pare, il destino non era dalla sua parte, infatti poco dopo si ritrovò a bere il suo quinto bicchiere della serata in compagnia di quelle ragazze che cercava di evitare il più possibile.
 
"Non sei poi così rompipalle, Brown!" Disse Iris, mentre si scolava anche lei l'ennesimo drink della serata.
"Non dirgli così che poi si monta, su!" La rimproverò Cleo. 
Le altre risero, John non sapeva come comportarsi con loro.
Dopo quattro anni di litigi si poteva ricominciare da capo?
Sophie si stringeva al suo braccio mentre rideva in modo isterico, Iris e Julia parlavano tra loro, Alison e Cleo indicavano qualche ragazzo nella sala.
 
 Visti da lontano possiamo sembrare un gruppo di amici.
 
Si voltò e guardò per l'ennesima volta la coppia che adesso ballava in modo strano, la musica era diventata più forte.
Iris probabilmente intuì dove stava guardando perché gli si avvicinò e disse: "Ormai sono due settimane che stanno insieme, non lo sapevi?"
Il ricco scosse la testa, era stato talmente tanto preso a crogiolarsi nei sensi di colpa che non si era reso conto di cosa accadeva attorno a lui.
Alison sembrò oscurarsi in viso, a quanto pare non le era andato giù il fatto che Caesar avesse preferito un'altra a lei.
Poi sembrò ricordare che quella era sua amica, allora diede un ultimo sorso al cocktail e si avvicinò ad un ragazzo dell'ultimo anno.
 
"Beh, non lo conosciamo molto bene, ma Bethany sembra felice." Rifletté Julia.
Cleo appoggiò il bicchiere sul tavolino con forza.
"Devo forse ricordarti la scenata in aula magna?! Lo stava ammazzando!" Strillò indicando Jonathan.
Il ragazzo in questione restò un attimo senza parole, a bocca aperta.
Lei gli lanciò un' occhiataccia e disse: "Non so che strane idee ti stai facendo ma non lo dicevo per te. Sono preoccupata per Bethany." 
Iris, Julia e Sophie risero, sembrava stessero pensando tutte alla stessa cosa.
Infatti Iris parlò: "Certo Cleo, certo. Eppure noi tutte ricordiamo che ti sei precipitata a prendere il ghiaccio quando Caesar l'ha picchiato." 
Lei arrossì.
"Odio quando la gente capisce che ho un cuore." Disse la mora in questione.
Dal suo canto John era sempre più confuso, non sapeva fosse stata lei a prendere il ghiaccio.
 
"Beh, grazie Potter." 
"Di nulla, Brown." Rispose l'altra semplicemente.
Julia si allontanò e andò a ballare con il suo ragazzo.
 
"Uffa, siamo rimasti in quattro." Borbottò Sophie.
 
Continuarono a parlare, bere e scherzare per altro tempo, il ragazzo si stava divertendo e aveva dimenticato la tristezza che l'aveva accompagnato fino a quel momento.
 
"Guardate chi si degna di farci un po' di compagnia!" Quell'atmosfera, stranamente felice, fu spezzata da Iris che si alzò per andare incontro a qualcuno. 
"Heeeei john! Non preoccuparti, se ti colpisce di nuovo ci penso io a proteggerti." Scosse la testa guardando Sophie cercando di capire cosa stesse dicendo.
"Come scusa?" 
"Ciao ragazze! Vi state divertendo?" Riconobbe all'istante Bethany senza neanche dover alzare lo sguardo verso di lei.
 
Dio, fa che non ci sia anche lui.
 
"Siii! Il nostro nuovo migliore amico ci ha fatto divertire tantissimo!"
Affermò Sophie stritolando, ancora, il braccio del ragazzo.
"Non allarghiamoci troppo adesso." Le rispose Cleo accennando una risata.
"Ciao Jonathan."
"Ciao Bethany." Posò il suo sguardo sulla ragazza per poi guardare intorno. Non c'era traccia di Caesar.
"E lui dove l'hai lasciato?" Domandò Iris accennando uno strano sorriso.
"È andato a prendere da bere, sta arrivando." Le rispose la bionda.
 
Nemmeno il tempo di dirlo che arrivò, teneva in mano due bicchieri: uno per sé ed uno per la sua fidanzata.
 
"Ciao ragazze! Bellissima festa!" Disse allegramente.
A quanto pare non si era accorto che John si trovava lì con loro.
Improvvisamente si voltò e i loro sguardi si incrociarono.
 
"Ciao Caesar." 
Non rispose.
Non sapeva cosa dire, non voleva incontrarlo, non in quel momento e non con Bethany al suo fianco. Voleva alzarsi, non avrebbe sopportato quell'atmosfera ancora per molto.
Ma a quanto pare era l'unico che se ne preoccupava veramente, l'altro ragazzo se ne stava tranquillamente a chiacchierare ignorando completamente la sua presenza.
Allungò la mano verso il tavolino prendendosi un altro drink.
Era irritato, ma non poteva dargli torto. Infondo avrebbe reagito così anche lui, ma, nonostante tutto, non riusciva a non guardarlo. 
Era bellissimo, i ragazzi americani avevano il loro fascino. 
Scosse la testa
 
Smettila di guardarlo, cazzo John!
 
Osservò il bicchiere che teneva in mano, forse doveva chiudere con l'alcool per quella sera. 
 
"Vado a salutare degli amici, a dopo." 
Le parole del moro attirarono la sua attenzione.
 
Era ora.
 

"D'accordo, a dopo." Disse Bethany lasciando un timido bacio sulle labbra a Caesar.
Face una smorfia.
Si alzò dal suo posto per prendersi nuovamente da bere, seguendo il ragazzo con lo sguardo. doveva parlare con quelle ragazze, non riusciva a togliersi quel chiodo dalla testa. Cosa pensava adesso Caesar di lui?
Sapeva già la risposta, ma, per la prima volta in vita sua, voleva non aver ragione.
 
"Ragazze, devo chiedervi una cosa."
Riprese il suo posto accanto a Sophie e fece un respiro.
"Cosa ne pensa il vostro amico Caesar di me?"
Silenzio.
Le ragazze cominciarono a scambiarsi sguardi strani, mentre Sophie continuava a ridere, come sempre.
Non ricevendo una risposta, il ragazzo continuò: "Ce l'ha ancora con me?" 
Finì la frase ridacchiando in modo strano.
Non c'erano dubbi, era ubriaco anche lui.
Bethany sospirò e disse: "Bisogna fargli metabolizzare la cosa."
Jonathan si indispettì: "Wow, dopo nemmeno due settimane giá ti atteggi a ragazza che lo conosce come le sue tasche?!"
Rise.
"Sicuramente lo conosco meglio di te."
Il riccio per tutta risposta prese un altro drink e ricominciò a ridere.
Sophie invece si accigliò.
"Non parlargli così! Lui mi ha aiutata più di tutte voi." Disse improvvisamente arrabbiata.
John si avviò verso il banco degli alcolici più forti, doveva dimenticare quella serata.
 
Dopo un tempo indefinito si rese conto che la stanza iniziava a girare, così si alzò barcollando e si avviò verso l'uscita.
Aveva bisogno d'aria.
Uscito, sedendosi sull'erba fresca, non si accorse subito della persona che stava dietro di lui.
 
Poi si voltò e vide che c'era Caesar, stava fumando.
"Ti sei incazzato senza che io sapessi niente della tua storia. Ti atteggi a idolo della scuola e sei qua da meno di un mese, mentre io mi sono fatto il culo per essere apprezzato. Ora ti sbatti la Turner ed io convivo con questa sensazione, è un fastidio che non so nemmeno descrivere ma che non ho mai provato prima."
 
Concluse questa frase iniziando a ridere, buttando la testa all'indietro. Aveva gli occhi annebbiati dall'alcool.
 
"Ma quanto hai bevuto?" Chiese il moro, abbassandosi alla sua altezza e guardandolo in faccia per la prima volta dopo tanto tempo. 
 
"Giusto un po'."
Affermò, facendo uno strano sorriso. Ma non durò a lungo, perché improvvisamente ebbe un conato di vomito e rigettò tutto per terra.
Si asciugò le labbra con la manica.
Non poteva reggersi in piedi, non lo avrebbe fatto mai più.
Guardò Caesar che, senza dire una parola, si sedette dietro di lui,  continuando a fumare.
"Continua pure."
"Va via."
Si portò le mani davanti la bocca, non ragionava, ma non voleva comunque che lo vedesse in quello stato.
Non riuscì a trattenersi, ributtò fuori tutto ciò che aveva bevuto, ed anche le lacrime cominciarono ad uscire,  pizzicandogli le guance.
Sentii il suo tocco, il moro si era avvicinato a lui tenendogli la fronte,  senza un motivo logico.
"C-cosa stai facendo?"
"Non so, mia madre lo faceva sempre con me quando ero piccolo."
Finalmente finì di vomitare, era a pezzi.
Si mise in una posizione fetale, non voleva guardare il moro.
Aveva fatto una figura terribile e, nonostante ormai la quantità di alcool nel suo sangue fosse ridotta, pensava con poca lucidità. 
 
Cercò di schiarirsi la gola, aveva un sapore terribile in bocca.
"Vuoi fare un tiro? Almeno non ti resta il sapore di vomito in bocca per tutta la sera." Disse Caesar tranquillamente.
Sembrava che tutti i fatti delle settimane precedenti fossero stati cancellati.
"Sì, grazie."
In una situazione normale avrebbe risposto negativamente, come faceva sempre.
Così il ragazzo gli offrì la sigaretta e John aspirò.
Iniziò a tossire.
No, decisamente. Le sigarette non erano cose per lui. 
Caesar rise, probabilmente se lo aspettava.
"Ti faccio ridere?" Domandò il riccio.
Non era arrabbiato o offeso, solo stanco.
"Sembri tanto un cucciolo ferito in questo momento. Ed io sono il cattivo che ti fa cadere in tentazione con la sigaretta, approfittando di un tuo momento di debolezza."
 
Sorrise, ma ripensò ai motivo per cui aveva iniziato a bere e si rabbuiò.
"Comunque, per quello che conta, ho esagerato durante il comitato. Ero solo molto arrabbiato."
"Scuse accettate." Il sorriso tornò.
 
Arrivarono le ragazze del sestetto più Alex, il fidanzato di Julia.
"Cavolo, Brown. Sei ridotto uno schifo!" Disse quest'ultimo ridendo.
"Jonathan, stai bene?" Chiese invece la sua ragazza, dando una gomitata sulle costole all'altro.
"Ma se la puzza di alcool che fa si sente praticamente a 10 metri di distanza!" Disse Cleo.
Bethany e Iris, nel frattempo, trasportavano una barcollante Sophie. 
Anche lei, forse per il movimento fatto nel tentare di camminare sui tacchi, si rannicchiò e vomitò anche l'anima.
 
"Stasera Sophie dorme da me, non può tornare a casa in queste condizioni." Dichiarò Bethany.
"Ragazze, aiutatemi a portarla al letto." Concluse rivolta alle sue amiche.
 
"A lui chi lo mette a letto?" Chiese Alison arrivata da chissà dove, indicando il riccio che, a fatica, tentava di rimettersi in piedi.
 
"Posso tornare a casa da solo." Rispose John con quel poco di voce che gli rimaneva.
"Non puoi tornare a casa così, i tuoi ti ammazzerebbero!" Affermò Iris guardandosi in giro.
"Andate pure, ci penso io."
Non capiva cosa gli stava succedendo, si sentii sollevare da terra e preso sotto braccio.
"Non mi sembra una buona idea." Disse preoccupata Bethany.
"So cosa faccio, buonanotte."
Avanzò barcollando, ma con il sostegno di Caesar, che, a quanto pare, lo stava portando a casa sua. 
"Lasciami, non posso non tornare a casa." Gli si chiudevano gli occhi, era distrutto.
Sfortunatamente, casa di Caesar sembrava lontana anni luce.
"Ti prego, devo tornare a casa. Tu non sai come sono i miei!" 
"Molto simpatici devo dire. Ma non hai nessuno che ti può coprire?" Chiese il ragazzo americano.
Jonathan cercò di collegare il cervello e disse: "Sì, mia sorella. Aspetta le scrivo un messaggio."
Appena finì, ricominciarono a camminare.
"Coraggio, stiamo arrivando" Disse Caesar ad un certo punto.
"Perché lo fai?" Domandò Jonh, voleva capire  cosa passasse per la testa dell'altro.
"Nessuna persona avrebbe mai lasciato qualcuno steso per terra. Nemmeno un americano." Ammiccò. 
Il riccio arrossì e non rispose.
Ricordava bene cosa gli aveva detto riguardo la sua maleducazione.
"Comunque mia madre era inglese, quindi."
 
Nuovamente non rispose. Era completamente privo di forze.
Entrarono in casa cercando di fare silenzio e per salire le scale Caesar praticamente se lo caricò in spalla.
Effettivamente John a suo confronto sembrava molto più magro.
 
Lo adagiò sul letto e fece per ringraziarlo ma l'altro lo zittì mettendosi un dito sulle labbra.
"Shh, non dire niente. Dormi, tranquillo."
 
Uscì dalla stanza ed iniziò a parlare con qualcuno.
"Perchè ti sei ritirato così tardi? E cosa è successo al tuo amico?" Chiese una donna in tono preoccupato 
"Ragazzo, anche tu devi rispettare le regole di questa casa." Affermò alterato un uomo.
 
Queste furono le ultime parole che udì Jonathan, poi si addormentò.
 


Angolo autrice-

Saaalve! Eccomi qui con il nuovo capitolo! Mi sono divertita molto a scriverlo anche se questa settimana è stata abbastanza impegnativa. Ringrazio tutti come sempre e ringrazio anche le mie ragazze che ci sono ma non si vedono! Continuate a seguirmi e alla prossima!
Yugiesse-
 
   
 
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