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Autore: Lux_Aeterna    15/09/2015    1 recensioni
Storia di un ragazzo che ha subito una perdita
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata di sole e mi avviai verso la spiaggia col salviettone in una mano, e nell’altra l’ombrellone. Appena arrivato non trovai posto così mi presentai a dei ragazzi e mi unii a loro. Stetti con loro tutto il giorno: giocammo a palla, a tennis, a carte, facemmo qualche bagno e poi tutti a casa. Mi aveva colpito tra di loro, una ragazza, Chiara. Bella sì, e particolare nei tratti del viso. Quella sera la rividi e parlammo nell’acqua per ore. Il giorno dopo non la vidi, nemmeno quello dopo ancora e così via per due settimane. La re incontrai in una mattina afosa al centro commerciale, la salutai e lei, che all’inizio sembrò non riconoscermi, mi salutò e venne ad abbracciarmi. Ero il ragazzo più felice della terra in quel momento, la ragazza che avevo aspettato per tutta la vita mi stava abbracciando e già mi immaginavo la nostra vita insieme, con un cane, una casa e magari anche dei figli. Mi diede il suo numero, la chiamai la sera stessa ma lei non rispose se non la mattina dopo con un messaggio: “Scusami stavo già dormendo ahah!! Ti va se ci vediamo per un caffè oggi pomeriggio? Così mi faccio perdonare…”. Ero al settimo cielo, mi sentivo un dio. Aspettai il pomeriggio con tutto me stesso, andai al luogo dell’incontro ma lei non era ancora arrivata, nel frattempo vidi una piccola folla che si radunava in fondo alla strada –“Ci sarà qualche persona famosa”- pensai, e, poiché non riuscivo a vedere nulla, non ci feci più caso. Aspettai tre ore e poi me ne andai. Provai a chiamarla ma lei non rispose. La sera, preso malissimo e svilito dal bidone pomeridiano, accesi la tv per scoprire subito che vicino dal luogo dell’appuntamento, proprio in fondo alla strada, era avvenuto un incidente tra una macchina e un pedone. Non era successo nulla al guidatore, ma il pedone era morto sul colpo per aver sbattuto la testa contro l’asfalto. Il pedone era lei. La mia amata, la donna con cui avrei passato il resto della mia vita. Rimasi imbambolato davanti alla tv mentre ormai la conduttrice aveva già cambiato cronaca. Provai a chiamarla sul cellulare, non ci credevo, non poteva essere. Alla quinta volta mi rispose qualcuno, una voce sommessa e intervallata da singhiozzi, probabilmente la madre. -Pronto? -S-sì pronto. Sono Francesco, un’amico di Chiara… - non feci nemmeno in tempo a finire la frase che la donna si mise a piangere rumorosamente e il telefono passò in mano al padre, il quale, con voce sconvolta, mi spiegò che era tutto vero, tutto quello che avevo sentito era vero. Andai al suo funerale e incontrai tutti i ragazzi del mare, i suoi genitori e altri. Tutti piangevamo per la sua scomparsa e mi crollò il mondo addosso in un nano secondo. Pensavo che appena fossi tornato a casa avrei dovuto raggiungerla, fare qualcosa per rivederla anche solo una volta; poi sua madre mi prese il braccio e mi diede un ciondolo che Chiara aveva comprato per darmelo nel caso la nostra relazione fosse diventata una cosa reale. Mi misi a piangere come un bambino e abbracciai sua madre. Un abbraccio forte che voleva significare tante cose. Ora sono passati dodici anni dalla sua morte, sono andato avanti, mi sono sposato con una donna che amo da impazzire, ma mi rimarrà sempre una parte nel cuore dedicata a lei. A volte vado a trovare i suoi genitori, e il ciondolo l’ho regalato a mia figlia, che ho chiamato col suo nome.
   
 
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