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Autore: Carcharot91    15/09/2015    1 recensioni
Una vita stravolta da una manovra sbagliata.
Le emozioni, i colori e le immagini di tutta una vita.
La vita di lei.
Racconto selezionato e pubblicato nell'antologia Carta Bianca ed. 2013
Genere: Malinconico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono ancora qua a guardare questo corpo inerme sull’asfalto rovente.
Mi perdo a fissare quei occhi socchiusi, come se volessero ancora guardare oltre le leggi di questa crudele vita.
Vita strappata troppo presto in un tempo infinito di terrore, rancore…rimpianti.
E’ notte.
Le sirene squarciano il silenzio di questa desolazione, mi scosto, lascio che i paramedici constatino la morte e portino via il cadavere, lasciando il sangue sull’asfalto ormai gelido.
Vorrei seguirli, ma sento che le mie forze si dissolvono come le gocce di pioggia che scendono dal cielo.
Mi volto e vedo il sangue a terra fondersi nelle pozzanghere.
Non c’è più nulla di lei, neanche l’odore ne  l’ultimo colore.
La mia anima urla al mondo e nessuno la sente.
Come un uragano in furia, corro verso quel ambulanza silenziosa in mezzo le vie di una città troppo viva.
Le immagini della nostra vita insieme  sbattano sulla mia faccia, ricordandomi ogni momento passato con lei.
Cerco di afferrarla, eppur è sempre più lontana.
I ricordi passano veloci, pugnalandomi ancor di più.
Infanzia, adolescenza, primi amori, emozioni, lacrime, conquiste e poi l’ultima immagine.
Rallenta, mi fa rivivere ogni attimo;
La visita dal ginecologo della presunta gravidanza, la salita in macchina, la radio accesa con i Beatles,  le curve lente mentre il sole tramontava, la mano sulla pancia e il suo sorriso stampato sulla faccia.
Stand-by.
Il sorriso illuminato dai fari del camion che invadeva la sua corsia, le mani strette al volante che cercavano invano di portare l’auto dalla parte opposta, il terrore nel vedere che la morte stava venendo a prenderla senza potersi opporre.
Lo schianto immediato, il corpo lanciato contro il parabrezza per poi sbattere sulla careggiata.
Il sorriso nel suo viso non c’era più.
E nemmeno sul mio.
Così se ne andarono due vite innocenti per colpa dell’alcool e di qualche pasticca.
Raggiungo l’ambulanza, stremata da quest’ultimo ricordo,  aspetto che prendono la barella e la portino nell’obitorio.
Li seguo  silenziosa fino a che non ci lasciano sole.
E ora sono ancora qua a  guardare quei occhi  impotente davanti al destino.
Il corpo sulla barella gelida, senza nessun odore e né colore.
Niente può squarciare questo silenzio, neanche un battito.
Tremante metto la mia mano sulla sua pancia, sussurrando  perdono a quella piccola creatura.
Mentre accenno le mie ultime parole, una piccola luce mi abbaglia richiamandomi.
E’ giunto.
L’ultimo saluto alla mia vita.

   
 
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