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Autore: JustinBieber9894    15/09/2015    0 recensioni
-Tieni, ti ho preso del gelato al cioccolato.- Glielo porsi dolcemente, attendendo che lo prendesse. Sorrise, prendendolo delicatamente.-Grazie.- Le asciugai le lacrime sul viso, ricambiando il sorriso.-Chi ti ha fatto piangere tesoro?- Mormorai accarezzandole la guancia con il dorso della mano.
.*.*.*.*.*.*..*..*.*..*..*.*.
-Io ero innamorata del ragazzo che giocava a fare la lotta con me appena svegli, che mi raccontava le storie sulle divinità greche, che mi baciava ed abbracciava ogni volta che mi vedeva. Io non ce la faccio più, o la droga o me!-
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-Ci hanno rapiti Justin, è colpa tua, della tua stupida indipendenza dalla droga!-
.*.*.*.*.*.**..***
Justin Drew Bieber ragazzo dal cuore d'oro e follemente innamorato di Talia, fà di tutto per conquistarla.
''Cuori e fiori''
Ma cosa accadrà quando le cose cominceranno a farsi difficili e lui ricorrerà alla droga? Talia rimarrà al suo fianco? Riuscirà ad aiutarlo ad uscire dalla dipendenza?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Shy.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

 

-Però non mi prendere in giro va bene?- Annuii, seguendola per le scale del suo condominio.

-Non ti prenderei mai in giro piccola.- Ammisi tenendo le mani in tasca. Ci eravamo dimenticati che oggi la biblioteca era chiusa e l’unico posto decente in cui poter studiare assieme era casa sua.

Sistemai meglio lo zaino su una spalla, bagnandomi le labbra secche. Oggi faceva abbastanza freddino, era primavera e il sole usciva solamente poche volte, purtroppo.

Aprì la borsa verde corallo ed iniziò a cercare le chiavi, dandomi il tempo per osservarla di nuovo. Diamine, quel vestito, corto fino a metà coscia,  quelle gambe, le amavo, coperte dalle calze trasparenti …

Il vestito in sè era bello, la parte superiore era semplice, bianca e con un fiocco abbastanza evidente a lato. La vita era stretta da una cintura di medie dimensioni marrone, anch’essa con un fiocco posto al centro. La gonna verde con i pois bianchi era il tocco finale.

-Ok..questa...questa è casa mia.- Aprì la porta, facendo un passo avanti ed io lo stesso. Sorrisi, il suo odore era ovunque, era dolce, buono… adorabile.

Mi guardai attorno, eravamo appena entrati in una piccola cucina, che in pratica era collegata al salotto… quindi salotto e cucina insieme? Sì, c’era il forno, due banconi, il frigorifero, tre credenze e un tavolo piccolo ,semplice color avorio. Nella stessa stanza, ovviamente più in là, si trovava il divano e la mini televisione. Feci qualche passo avanti, rischiando di sbattere contro qualcosa.

-La mia stanza è quella a destra. A sinistra il bagno-  Aprii quella piccola porta, la stanza conteneva a malapena il letto e l’armadio.

-E’...carina, solo, un pò piccola, non credi?-

-Sì, ma faccio due lavori e questo è quello che mi posso permettere.- Mi prese la mano, portandomi sul divano.-Sai, hai la mia stima per questo, vivi da sola e te la cavi alla grande.-

Sorrise, abbracciandomi, mio dio, quanta tenerezza. Ricambiai il suo abbraccio, coccolandola tra le mie braccia. Quindi questa bellissima ragazza viveva da sola, in un quartiere che non era il massimo. Io invece vivevo in una stupenda villa di due piani, con piscina e tutto il resto. Lei lo sapeva...per questo si vergognava a farmi entrare.-Cosa ti va di ordinare stasera?- Domandò col viso sul mio petto.-E se preparassimo noi, cioè tu, la cena?- Rise.-che cosa vuoi che ti prepari?-

Abbassai il viso, guardandola dall’alto.-Lasagne, ti va di lasagne?- Ripetei più convinto.-Si..ci sto e come dolce?-

-Voglio qualcosa al cioccolato-

-Sì, andiamo a comprare gli ingredienti.-

.**.**.

-Justin!- Ignorai chiunque mi stesse chiamando, continuando con quello che stavo facendo.

-Justin, mio dio, ma stai seguendo la ricetta?- La frusta mi venne tolta di mano e mi ritrovai senza più niente da mescolare.-Che stai facendo?-

-La ganache al cioccolato, hai detto che era la cosa più facile.- Mi mordicchiai le labbra, tentando di non scoppiare a ridere di fronte alla sua espressione stupefatta. -Ma..perchè hai messo i pezzi di cioccolato nella panna liquida senza fare altro?-

-Sto aspettando che si sciolga.- Risposi con fare ovvio. Si coprì il viso con le mani, scuotendo la testa.-Tu aspetti che il cioccolato si sciolga nella panna liquida fresca!? Così, senza fare niente?-

Deglutii, dov’era finita la sua timidezza e il suo imbarazzo? Andati a farsi fottere completamente.

-Non è così?- Portai la mano sulla nuca, interdetto.

-Senti Justin, forse è meglio se studi un pochino mentre io vado avanti.- Prese la mia mano, fino a portarmi nella sua stanza.-Siediti e ripassa, non ci metterò molto.- E andò via. Feci spallucce, eseguendo le sue indicazioni, ma perdendomi nel cellulare subito dopo.

‘Hey amico, è da un pò che non ci si vede, ti va di uscire?’
Era Ryan, di sicuro se gli avessi detto che ero da Talia mi avrebbe rinfacciato di essere un cattivo amico e in effetti lo ero, stavo ignorando i miei amici per stare con la ragazza dei miei sogni.. beh. Gli risposi che non stavo bene e risposi agli altri messaggi...mia madre che mi chiedeva dove fossi e Chaz, la stessa domanda di Ryan.

-Studiare…- Borbottò Talia entrando, era passata circa mezz’ora da quando mi aveva cacciato dalla cucina ed io non avevo ripreso in mano i libri. Sorrisi, le afferrai il braccio e l’attirai a me.-Stavo studiando...però la tecnologia a questi tempi..sai com’è.- Cercai di inventarmi qualche scusa, nel solo intento di vederla sorridere e ci riuscii.

-Si, certo.- Allungò la mano sul mio viso, accarezzandomi delicatamente la guancia destra.

Sospirai, in questi giorni i suoi occhi mi sembravano ancora più belli del solito, quello azzurro aveva un piccolo alone scuro che gli circondava la pupilla, mentre quello marrone era di un colore unico, scuro, più scuro dei miei.

-Oh, la torta!- Esclamò non appena suonò il timer. Scossi la testa, tenendola stretta a me.

-No dai, rimani qui- Mormorai incantato. Arrossì, nascondendo il viso sul mio collo.-Devo andare a spegnere il forno.- Mi avvisò.-E finire le lasagne, il ragù sta cuocendo…-

La interruppi, baciandola a lungo sulla guancia, ma riuscì a sfuggire dalle mie braccia.-Vieni a darmi una mano.- Mi alzai di controvoglia, seguendola di là.

-Tieni, dagli una mescolata e dopo riempi questa metà.- Spiegò porgendomi la farcitura della torta, non mi ero nemmeno accorto l’avesse fatta.

Diedi una mescolata veloce e riempii la metà, dopodichè chiusi la torta, attendendo altre istruzioni.

Talia ridacchiò, avvicinandosi a me.-Ma che hai fatto?- Aggrottai la fronte, non capendo a cosa si riferisse, ma ricambiai quando mi pulì il naso da segni di cioccolata.

-Non ho idea di come abbia fatto.- Mi difesi circondandole la vita con il braccio.

-Il tuo gomito.- Ridacchiò poggiando la testa sul mio petto.-Io ti adoro.- Aggiunse senza smettere di ridere.

Sbuffai, avevo il gomito dentro la scodella in cui era rimasto del ripieno.-Sei insopportabile, sì?- Le morsi scherzosamente il naso, inclinando la testa verso destra.-Vatti a pulire.- Sussurrò trattenendo una risata, mordendo il labbro inferiore. Alzai gli occhi al cielo e andai in bagno, per cercare di togliere quella stupida macchia.

.**.**.

-...poi siamo stati  a Venezia, in Italia, è stato divertente, ci siamo pure persi.-

-In Italia? E siete stati solo a Venezia?- Mi guardava curiosa, pronta a sentire altri miei racconti.

-No, anche a Milano, Roma, Firenze.. papà credeva fossero le città più belle.-

-Quale ti è piaciuta di più?- La sistemai meglio sopra di me, il divano non era il massimo della comodità, me meglio di niente.

-Credo che mi sia piaciuta di più Firenze...forse perchè mi piace l’arte ...l’architettura e quelle robe lì-

-Sì? E cos’altro ti appassiona?-

-I miti greci. Sai, il tuo nome rientra in questa categoria.-

-Sul serio?-

-Sì, vari personaggi femminili popolavano il mondo degli dei; c’erano le Cariti, le stupende ancelle della dea Afrodite: Aglaia (“la splendente di bellezza”), Eufrosine (“la gioia”) e Talia (“la fioritura”), giovani e bellissime, rappresentavano la grazia, la bellezza e l’amore;-

-Ooh...io l’ho sempre saputo che sei un tipo intelligente Justin, ma non ti applichi abbastanza.-

-Dio, sembri il mio professore di italiano.-

-Voglio sapere altro, va avanti a raccontare.-

-Okay….altri miti greci raccontano che Talia fosse una delle grandi muse,

figlie di Zeus e Mnemosine: colei che presiede alla commedia sulla mitologia greca; è ritenuta la madre dei Coribanti avuti da Apollo. È associata anche alla più severa satira come nella Musogonia di …- Mi zittii non appena il suo cellulare iniziò a suonare, ma non sembrava interessarle.

-Non rispondi?- Chiesi indicandole il telefono con la testa.

-Rispo..oh, il telefono, non l’avevo sentito.- Lo prese.-E’ sconosciuto, aspetta.- Mise il vivavoce.-Pronto?-

-Eiii bimba, il nostro Justin è li con te? Sii che è con te, lo sappiamo.- La voce roca, forse era ubriaco.

-Dio..- Sussurrai appoggiando la testa sul divano.-Che idiota.-

-Ryan?- Borbottò incredula.-Sei ubriaco?-

Che? Conosceva Ryan? Come? Perchè lui non me lo aveva detto?

-Secondo te lo sono? Com’è scopare col mio migliore amico?-

-Ryan dove ti trovi? Vengo a prenderti. Puoi stare a dormire da me.-

-Non voglio la tua cavolo di pietà! rimani a casa.-

-Uhm..sei il solito idiota.- Mugugnò alzandosi, io rimanevo lì, sconvolto.-Sei al Miky Bar?- Conosceva quel bar!

-Sì, ma non ti voglio vedere, stai li con Justin.- Lei lo ignorò, avvicinandosi alla porta per mettere le zeppe.

-Sto arrivando, rimani li e non togliere i vestiti come l’ultima volta.- L’ultima volta...ecco cos’era successo. Io che credevo si fosse perso per strada e l’avesse trovata la polizia. O almeno così mi aveva raccontato.

-Sei sempre così noiosa…-

-Va a cagare.- Rispose con freddezza, indossando la giacca a vento verde. Non l’avevo mai vista così.così dura. Ero abituata alla Talia timida, che arrossiva ogni due per tre.

Riagganciò, tornando da me.-Vado a prendere Ryan, resti qui?-

-Ci vai a piedi?- Volevo restare il più tempo possibile con  lei in auto per chiederle del mio amico.

-Sì, è qui vicino, torno subito..credo.-

-Ti accompagno io in auto, faremo prima.-

Mi sorrise.-Non ce n’è bisogno, non disturbarti per quell’idiota ubriaco.- Ricambiai il sorriso, preparandomi per accompagnarla.-Si da il caso che quell’idiota ubriaco sia il mio migliore amico.-

-Oh…- Sorpresa si portò la mano sulla bocca.-Allora tu sei il biondino!- Esclamò battendo le mani.

Cosa?

Mi prese la mano, trascinandomi per le scale.-Ogni volta che andavo a prenderlo ti vedevo di sfuggita, gli chiedevo sempre di te, ma lui diceva ‘Non ti interessa, è uno stronzo puttaniere’ - disse imitandolo con la vociona roca.

-Stronzo puttaniere!? Quel bastardo, lasciamolo lì.- Feci per tornare in casa, ma lei mi fermò, divertita.-Dai..- Gli occhi dolci, diavolo, gli occhi dolci.

-Justin?- Owgh, ero rimasto incantato a guardarla, che idiota.

-Si andiamo, ma solo per te, non per lui, così mi racconti come fai a conoscere l’idiota.-

-Va bene…-  

.**.**.

-Aspetta, aspetta, tu mi stai dicendo che siete stati insieme tutte le estati?-

-Non siamo stati insieme, insieme, ma come due migliori amici, inseparabili. Qualcosa poi è cambiato e ci siamo allontanati..più o meno.-

Ogni estate ero via con la mia famiglia, a visitare un posto fantastico e lui era qua a farsela con la ragazza che mi è sempre piaciuta.

-Dio santo, io gli ho sempre parlato di te e lui non mi ha mai detto nulla! Stronzo!- Sbottai tirando un pugno contro il volante.

Sussultò, arrossendo.-Gli hai sempre parlato di me?- Era divertita forse?

-S-sì, però non è questo il punto, avrebbe dovuto dirmelo.-

-è meglio che ne parliate da soli..sai, siamo arrivati.- Annuii, scendendo dall’auto.

Appena entrati nel locale lo notammo, nella sua giacca di pelle nera, abbinata ai pantaloni praticamente uguali.-Forse è meglio se torni e aspetti in macchina, altrimenti farà una sceneggiata assurda.-

-Non ti lascio sola, cammina.- La spinsi per le spalle, costringendola a non fermarsi. C’era una forte puzza di sudore, alcool e chissà cos’altro mischiato assieme, era disgustoso, a volte mi chiedevo come facevo a resistere.

Uomini ubriachi guardavano la mia ragazza e io mi trattenevo  per non dire niente o fare niente, dovevo soltanto portarla via di lì.

La mia ragazza? Ma a cosa pensavo?

-Hey Carl- Talia salutò gentilmente il barista, che ricambiò, facendo un cenno con la testa verso Ryan.-Sei venuta a parargli il culo giusto? come sempre, sei troppo buona, dovresti lasciarlo qui a marcire a volte.- Risi, trovandomi d’accordo con lui, ricevendo però, una brutta occhiata.

-E’ mio amico, non lo lascerei per nulla al mondo.- Rispose velocemente, avvicinandosi poi al ragazzo ubriaco, con la testa sepolta  tra le braccia sul bancone.

-Si innervosisce sempre se le dico di mollarlo.- Mi spiegò facendo spallucce. Avevo parlato più volte con Carl, era un brav’uomo.

-Lei è così dolce…- Mormorai guardandola parlare dolcemente con Ryan, che annuiva e sbuffava in risposta.

-Già, ti piace?-

-Sì, molto, solo… non so.-

-Per la storia di Ryan? Sta tranquillo, sono solo amici, niente di più.-

Beh, ora ero decisamente più tranquillo.

-Ryan, ti prego, non fare così.- Mugolò sistemandogli la maglietta.-Ugh..voglio toglierla.- Si lamentò provando a spingerla via.

-Smettila.- Portò le mani sui bordi della sua maglietta, provando inutilmente a tenerlo fermo.-Allora tolgo i pantaloni, ti va di fare sesso?- Con un sorrisino si tolse la cintura

-Ryan!- Strillò rossa come un pomodoro.-sei sempre più imbarazzante-

-No..io sono sempre più bello. Anche tu sei più bella sai?-

-Ok, ok, andiamo.- Presi il mio amico per il braccio, sorreggendolo fino all’auto.

-Devo parlare un attimo con Carl, farò presto.-Annuii, sorridendole, ma smisi appena sparì all’interno del locale. C’era Carl con lei, nessuno le avrebbe fatto nulla.

-Sei un fottuto stronzo Ryan!- Lo spinsi duramente contro la macchina, ignorando il fatto che fosse ubriaco marcio.-La conosci, l’hai sempre conosciuta, perchè non me lo hai mai detto ogni volta che parlavo di lei?-

I suoi occhi inniettati di sangue mi fissavano,chiedendomi perdono, dio, che nervoso.-M-mi dispiace.- Balbettò grattandosi nervosamente il capo.

-Eri il mio migliore amico! Stronzo!- Prima che potessi continuare in qualche altro modo cadde seduto a terra, con il viso tra le mani.-Mi dispiace tanto.- Singhiozzò , pulendosi il naso con la manica della maglietta.





 
   
 
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