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Autore: Iteh in heaven    15/09/2015    1 recensioni
Cassandra è una studentessa universitaria ventitreenne , oppressa dai genitori. Cerca in tutti i modi di fuggire da ogni distrazione -compreso l'amore- che non mancano, dato l'impegno del fratello e dell'amica che cercano in ogni modo di portarla in giro. Durante una vacanza a Los Angeles però non può fuggire dall'incontro con un famoso cantante che cercherà in tutti i modi di conquistarla, nonostante i suoi continui rifiuti.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ecco qua il terzo capitolo, scusate il ritardo. Spero che vi piaccia.  

TRE





-Pancakes ovunque, diventerò obesa-disse Anne sedendosi al tavolo insieme a Cassandra, vide da lontano che anche Daniel si sarebbe unito -Quindi ieri sera alla fine ti ha riaccompagnato quel ragazzo, Andrew, di cui non vuoi sapere nulla-
-Chi è Andrew?-chiese Daniel sedendosi e chiamando il cameriere per farsi portare del caffè caldo.
-Non ti interessa-sbottò Cassandra offesa con lui per averla lasciata sola senza controllarla, quando si voltò verso di lui sbarrò gli occhi abbassandogli il colletto -E' un succhiotto! Non mi hai aspettata per una ragazza!-
-No, Cassie. Non è come sembra, è un livido sono scivolato-balbettò Daniel cercando di riprendersi.
-E tu Anne? Chi hai conquistato? Predicate di volere una serata insieme e poi vi trovate altri accompagnatori. Bene-disse continuando a mangiare la frutta che aveva messo nel suo piatto senza guardare i due che erano caduti in un silenzio profondo -Bene, vado a fare un giro per i negozi. Non cercate di fermarmi, a mamma e papà dite che non mi sento bene e sono in camera-
-Cassandra, aspetta-la chiamò Anne sentendosi in colpa per quella sera, ma l'amica si era ormai alzata e stava andando verso la hall per uscire dall'hotel. Prima di uscire però fu attirata da Andrew che stava fumando davanti l'uscita, aveva i suoi occhiali da sole neri, una canotta grigia che lo lasciava quasi nudo e dei pantaloni corti fino alle ginocchia, ed era bellissimo anche così. Dopo essersi presa di coraggio uscì fuori e cercò di non badargli molto.
-Non allungherai la durata della tua vita in questo modo-commentò indicando le sigarette, Andrew scrollò le spalle divertito.
-Ti assicuro che non voglio vivere a lungo questa vita di merda-rise gettando fuori il fumo e sorridendole -Dove vai?-
-In giro, ho iniziato una campagna di sensibilizzazione contro gli idioti che lasciano sole giovani ragazze con cellulari scarichi-spiegò incrociando le braccia e guardando prima a destra e poi a sinistra per capire dove potesse andare.
-Ottimo, se mi dai una brochure potrei anche partecipare a qualche conferenza-la appoggiò, gettando a terra la cicca e mettendo una mano in tasca.
-Vuoi farmi compagnia?-chiese non sapendo se fosse stata una buona mossa, soprattutto dopo che lei aveva tentato di allontanarlo, Andrew alzò la testa verso di lei ed annuì.
-Anche se me lo stai chiedendo perchè sei sola in una città che non conosci- scherzò facendola ridere, si grattò la nuca guardandola pensieroso -Avevi qualche idea?-
-Onestamente? No, volevo solo uscire e andare lontana da quei due-confessò Cassandra sorridendo imbarazzata per la figura che stava facendo, ma lui non sembrava farci caso e forse apprezzava la sua sincerità.
-Facciamo così, ti do dieci minuti per mettere il costume, chi scende per ultimo paga il caffè! Sei dentro?-propose tendendole la mano sorridendo, Cassandra annuì e corsero dentro rompendo quell'atmosfera di perfezione del Ritz e presero due ascensori differenti, quando si aprì prima quello di Cassandra, Andrew la spinse via lasciandola fuori e le rubò l'ascensore facendola entrare in ritardo. Lei corse velocemente in camera e tirò tutti i vestiti in aria si spogliò mettendosi il pezzo di sotto e un vestito, lanciò il reggiseno sul letto e corse verso l'ascensore quando fu dentro si allacciò il pezzo di sopra e camminò con le scarpe in mano. Corse fino all'entrata quando vide uscire dall'ascensore Andrew che si mise a ridere vedendola con le scarpe e calzini in mano.
-Questa scena è indimenticabile, mancava solo che ti cambiassi dentro l'ascensore-rise piegandosi in due senza riuscire a fermarsi.
-Ehm, ero metà vestita-balbettò lei infilandosi l'ultima scarpa e aggiustandosi i capelli.
-Sei consapevole che ci siano le telecamere in quegli ascensori?-le chiese continuando a ridere ma avviandosi verso fuori.
-Sì, ma non potevo perdere!-sbottò lei seguendolo e salirono nella sua auto, questa volta gli permise di aprirle e chiuderle lo sportello senza fare storia.
-Penso che pagherò qualche sorvegliante dell'hotel per vedere il video dell'ascensore, si saranno divertiti molto-continuò Andrew svoltando velocemente facendo imprecare la ragazza.
-Dove stiamo andando?-gli chiese osservando le direzioni che stavano prendendo.

-Ms universitaria dovresti aver capito perché ti ho fatto mettere il costume, no? -la prese in giro il ragazzo aumentando la velocità, tirò fuori dalla tasca il cellulare e inviò velocemente un messaggio poggiandolo vicino al sedile -Andiamo in un posto molto riservato di Santa Monica e ti farò vivere un'esperienza unica ed eccitante. Tranquilla non mi riferisco a niente di sessuale-

-Inizio a preoccuparmi, sono giovane per morire non pensi?-gli chiese leggermente preoccupata e più che incuriosita.
-Questo posto l'ho conosciuto grazie ad un mio amico che è fuori di testa, ma ti assicuro che è sicuro. Solo per svagarti e farti vedere come vivono i ragazzi spregiudicati-le spiegò immettendosi in autostrada e aumento gradualmente la velocità.

-Quindi non è la prima volta che vai in questo posto-concluse Cassandra notando che stava seguendo le indicazioni per Santa Monica.
-Esatto, se l'ho provato io lo possono provare tutti. Non sono un tipo che si fida facilmente o si fa trascinare in cazzate-le disse chiaramente captando la sua preoccupazione, non sapeva neanche lui perché aveva deciso di portarla là, nè perché l'aveva aiutata, le era sembrata particolare e quasi su un altro pianeta, come se fosse troppo lontana dalla sua sfera e si stava rivelando molto interessante.

-Hai fratelli o sorelle?-gli chiese Cassandra voltandosi verso di lui.

-No, figlio unico e meglio così. Sono molto geloso delle mie cose e della mia privacy-rispose accostandosi per parcheggiare vicino al punto di incontro.

Questa volta Cassandra scese da sola beccandosi un'occhiataccia da Andrew che chiuse la macchina e le fece cenno di seguirla.
C'era un piccolo ma ripido sentiero da percorrere per arrivare verso il punto che Andrew le aveva indicato, gli alberi creavano delle zone di ombre che erano molto confortanti e l'odore del mare si faceva sempre più forte.

-Non farti intimidire dal mio amico, tiene molto a me ma è un tipo apposto-le disse sorridendole e si accorse che erano arrivati, c'erano alcuni ragazzi che erano quasi accampati lì e stavano parlando a voce molto alta.

-Bentornato! Qual buon vento ti porta qui, o qual buon passera, amico-rise dandogli una pacca dietro la schiena e squadrandola con uno strano ghigno stampato in faccia, il ragazzo infatti non era brutto, aveva dei capelli ricci e ramati e una bella corporatura da sportivo.
-Voglio far provare il salto a questa bellissima ragazza,sei d'accordo, no?-gli chiese Andrew con un sorriso tutto fuorché affidabile, l'altro rise portando la testa indietro e annuendo subito dopo dandogli una seconda pacca sulla spalla e indicandogli un posto di lato -Andiamo-

-Cosa significa provare il salto? Cosa dobbiamo fare? -chiese raggiungendolo, mentre camminava si accorse che alcune persone si buttavano dalla scogliera e subito dopo si sentiva un tonfo nell'acqua, Cassandra si avvicinò di più verso il ciglio e si accorse dell'altezza. -Se vuoi puoi anche stare qua, non sei costretta-spiegò lui sedendosi.

-No-rispose lei prontamente -Voglio farlo, quando mi capiterà di fare di nuovo qualcosa del genere?

-Ora siediti un po', mi sembri molto tesa-la invitò Andrew con un sorriso amichevole e affascinante, non che fosse uno dei ragazzi più belli ma sicuramente era molto particolare -Quindi non hai mai fatto niente del genere-

-No, sarebbe la prima volta e probabilmente anche l'unica-rispose scuotendo la testa rabbrividendo per il leggero vento.

-Sapevo che non eri il tipo di ragazza che fa queste cose. Sei di più un topo da biblioteca-constatò Andrew riuscendo a non essere maleducato o presuntuoso, diceva tutto quello che pensava e con molta chiarezza.
-Mi potrei definire così. Studio molto e sto cercando di non farmi distrarre da queste cose-gli disse cercando di fargli capire come fosse realmente anche se era ancora sulla difensiva -Questo viaggio è stato molto forzato dai nostri genitori. Cosa è questa musica? -

-È un genere di musica di discoteca, come i rave, non durerà molto tranquilla-rise alzandosi e scrollandosi la terra dal costume, lasciò lì l'orologio e gli occhiali da sole e le tese la mano. Cassandra l'afferrò per issarsi e si ritrovò in piedi con facilità, tolse i vestiti rimanendo in costume e lo seguì verso il ciglio. Erano ancora mano per mano e lui aveva una stretta sicura e calda anche se la mano era leggermente sudata. La guardò un attimo e annuì per farle capire che avrebbero fatto il salto in pochi minuti se non secondi.
-Non è nulla di brutto o orribile. Pronta? - chiese Andrew stringendole ancora di più la mano, quello era il segnale perché un attimo dopo il ragazzo la trascinò giù facendola urlare e facendole saltare il cuore in gola per l'improvviso vuoto sotto i piedi. Non si accorse neanche che stesse urlando così come Andrew che non smetteva di stringerle la mano. L'acqua li accolse nel suo braccio accogliente ma molto freddo, sentì il peso del suo corpo trascinarla in profondità e la salda mano di Andrew riportarla su senza difficoltà.
-Tutto bene?-le chiese Andrew muovendo leggermente le gambe per tenersi a galla e osservandola.

-È stato fantastico! -quasi urlò Cassandra ridendo estasiata e carica per l'adrenalina del salto.

-Allora risaliamo-propose lui indicando con un cenno la scala vicino alla scogliera.
-Ma è sicura? -chiese seguendolo ugualmente cercando di non preoccuparmi molto visto quello in cui l'aveva seguito. 

-Sono ancora vivo e l'ho fatto un paio di volte-borbottò facendola passare per prima -Non è nessun modo per toccarti,non vorrei che scivolassi giù- -Non avevo pensato a nessun'altra cosa-rispose Cassandra issandosi ed iniziando ad avvicinarsi sempre di più alla fine, fino a quando non fu aiutata a salire e a mettere i piedi a terra, le gambe erano indolenzite, ma sarebbe passato nel giro di pochi minuti.
Seguì Andrew verso un punto più chiuso e protetto dalla vegetazione dove avevano lasciato le loro cose, distese un telo a terra e si sedette asciugandosi con un altro e passandolo subito dopo all'altra che lo accettò volentieri.
-Vuoi una birra? Non credo che qua abbiano succhi dietetici o acqua-la prese in giro alzandosi e attendendo la risposta anche se sembrava molto sulle sue e più distaccato.
-Una birra andrà più che bene, grazie- si aggiustò i capelli bagnati portandoseli da un lato del collo e attese che Andrew tornasse con la sua birra che non desiderava così tanto, ma non voleva sembrare scortese.
Pensò a come si era fidata di lui dal primo giorno e di come si era decisa di seguirlo, non se ne pentiva, soprattutto perchè si stava divertendo, ma non era proprio da lei. Cassandra era spaventata da molte cose, una di questa era vedere la delusione negli occhi del padre. Daniel era abituato a quel trattamento, era il figlio ribelle, quello che si cacciava nei guai e che non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno. Lei non sapeva come descriversi, aveva sempre avuto lo studio accanto a se, e di certo in quell'ambito era molto indipendente, ma non aveva avuto niente a che fare con altre situazioni quindi non ne era certa. Si chiedeva spesso se fosse davvero indipendente e se un giorno se la sarebbe cavata da sola, sperando che quell'occasione sarebbe arrivata. Andrew arrivò ad interrompere i suoi pensieri e si mostrò sorridente, sembrando quasi stupida.
-Vuoi tornare a casa o ti va di fare altro? -le chiese tamponandosi i capelli con l'asciugamano e guardandola di striscio.

-Hai qualcosa da fare? Sicuro che non avevi impegni oggi? Non vorrei tenerti occupato inutilmente-gli disse prontamente sperando di non aver annullato i suoi piani e sperando anche che lui avesse ancora tempo da spendere con lei.

-Niente di importante. Mi stai sottraendo ad una giornata di noia e scartoffie varie-le disse infilandosi la maglietta e piegando la tovaglia -Bene, andiamo via da qui. Sono già le 12, possiamo andare in un posto per mangiare-

- Per entrare nel mistero chiami posto qualsiasi parte in cui mi vuoi portare.-notò Cassandra prendendo la sua borsa e alzandosi, Andrew sembrava divertito e per niente offeso.

-Te l'ho detto che non so mentire e questo implica anche il non saper fare sorprese-la punzecchiò sul fianco, quello era stato il primo contatto fisico dopo che averla presa per mano.
Percorsero di nuovo la discesa che sembrava essere più ripida, così iniziò a fare passi più piccoli camminando vicino a posti in cui aggrapparsi in caso di caduta.

-Vuoi una mano?-le chiese fermandosi e cercando di controllare le risate, difficilmente data la situazione in cui si trovava Cassandra, borsa tenuta per i manici, occhiali da sole che le stavano cadendo, cellulare nell'altra mano con cui sfiorava ogni superficie, ginocchia piegate per attutire un'eventuale caduta.

-No, grazie. Me la sto cavando egregiamente-sbottò lei e dopo quelle parole gli occhiali non tennero più la presa e caddero fino a raggiungere i piedi di Andrew che si chinò a raccoglierli e la raggiunse.

-Dammi qualcosa-le disse prendendole la borsa dalla mano, infilò dentro il cellulare e gli occhiali da sole e le prese la mano stringendola -Non è difficile. Basta non pensarci e mettere il piede in avanti-

- Ma ci sono queste pietre che rendono difficile la discesa-sbottò lei stringendo sempre di più la mano al ragazzo che era divertito dalla circostanza in cui si trovava.

-Tranquilla, se tu dovessi cadere mi occuperò personalmente di fare un video e postarlo su instagram-le disse ridendo beccandosi un'occhiataccia, arrivarono alla fine e Cassandra tirò un sospiro di sollievo, si lasciarono le mani ed entrarono in macchina.
Dopo quasi mezz'ora di strada giunsero in una strada di un quartiere decisamente povero, ma molto particolare probabilmente dedito alle antiche tradizioni.
C'era un chiosco di un colore neutro con una fila abbondante e l'odore di cibo si sentiva già da lontano. Si misero in fila e fortunatamente si accorse che erano anche molto veloci per il modo in cui la gente se ne andava contenta con il proprio pranzo.

-Sembra molto tipico, cosa fanno?-chiese la ragazza sporgendosi verso l'interno ma non riuscì a vedere bene quello che stavano cucinando.

-Ti devi fidare, come hai fatto per la scogliera. Non è nulla di velenoso-le disse prendendo quello che sembrava pane con qualcosa di non identificato dentro, glielo porse e prese il suo, dopo aver pagato insistentemente - A te l'onore-

-Bene-disse solamente guardando il panino e analizzandolo, decidendosi diede un morso e la prima cosa che sentì fu il sapore della carne, poi di una salsa strana e di qualcosa di acido come la salsa allo yogurt. -È buono!-

-Sapevo che ti sarebbe piaciuto! Sappi che sei la prima persona cui piace il mio panino preferito-le disse iniziando a mangiare il suo panino con un sorriso fin troppo felice, mentre scuoteva la testa ancora scioccato per la buona risposta di Cassandra.
Si sedettero su un muretto mentre continuavano a mangiare il pane dal nome ancora sconosciuto. Pensò per un attimo a cosa stessero facendo Daniel e Anne e perché non l'avevano ancora chiamata per accertarsi che stesse bene.

-Tutto bene?-le chiese Andrew pulendosi con il tovagliolo rosso che gli avevano dato, lei lo guardò confusa.

-Sì, sono sola stanca. Il mare e tutto il resto, sai non è che io sia abituata a tutta questa fatica.-cercò di sembrare il più naturale possibile senza mettersi a spiegare i suoi film mentali a lui, che rappresentava comunque uno sconosciuto.

-Allora ti porto in hotel-le disse finendo di mangiare e buttando il tovagliolo nel cassonetto vicino, Cassandra fece lo stesso e lo seguì. 
Tutto il viaggio di ritorno fu silenzioso quasi imbarazzante. Mancavano tre giorni e sarebbero ritornati a Chicago dove l'estate sarebbe volata troppo velocemente. Osservò Andrew che tamburellava le dita sul volante in attesa che scattasse il verde.
Arrivati davanti all'hotel, accostò la macchina all'entrata senza spegnere il motore.

-Grazie per avermi portata in giro. È stata una giornata bellissima-gli disse aprendo lo sportello dopo che lui le accennò un sorrisetto tirato.
Dopo essere scesa dalla macchina, Andrew ripartì più velocemente lasciandola lì, entrò dentro e sospirò sperando che non si fosse offeso per il suo modo di fare.
La receptionist l'accolse con un sorriso e Cassandra prese l'ascensore già aperto, selezionò il numero e attese di arrivare al piano non avendo voglia di discutere con Anne e il fratello. Quando le porte si aprirono uscì e si avvio verso la sua camera girandosi la carta fra le dita.
-Voglio iniziare con dirti che mi dispiace! Non avevo intenzione di lasciarti da sola, stavo ballando ed ero da sola quindi pensavo che fossi con Daniel poi ho visto Daniel con una ragazza e lui ha visto me sola. Quindi ci siamo messi a cercare per tutta la discoteca ma non c'era traccia di te. Così siamo tornati in hotel e fortunatamente tu eri già li-spiegò velocemente alzandosi in piedi quando Cassandra entrò, poi l'abbracciò senza darle il tempo di rispondere.
-Si, avevo immaginato anche questa ipotesi. Tranquilla, è stato un gesto infantile non lasciarvi dire niente, mi scuso anche io-le disse ricambiando la testa e staccandola subito dopo con un sorriso di nuovo amichevole.
-Allora dove sei stata?-le chiese Anne notando che era stata molto tempo fuori da sola.
-In giro, vicino al mare. Gelato, pranzo e poi di nuovo qua.- spiegò velocemente legandosi i capelli scuri e riportando lo sguardo sull'altra che la guarda insospettita, conoscendo ben l'amica -Cosa?-
-Da sola? Tu sei andata dall'altra parte della città da sola, e hai preso un gelato e hai scelto dove mangiare da sola?- le chiese ancora inarcando un sopracciglio.
-No, inizialmente ero con il tassista. Però dopo se ne è andato-sbottò Cassandra togliendosi le scarpe e le calze -Con chi sarei dovuta andare?-
-Non saprei, mi sembra strano. Tutto qui-rispose solamente rimettendosi sdraiata sul letto con il cellulare in mano.
-Notizie dai genitori?-si informò mettendosi come Anne, sentendo sollievo alla schiena e sospirando quando sentì un leggero dolore alla spalla per il peso della borsa trasportata tutta la giornata.
- Niente di importante, domani mattina faremo colazione insieme e stasera non usciamo perchè tuo fratello ha mal di testa e non ha voglia di uscire-spiegò mettendosi un'espressione scocciata, Cassandra pensò di andarsi a mettere al piano inferiore e scoprire quale fosse la camera di Andrew per continuare a parlare con lui, ma si schiaffeggiò mentalmente per l'idea assurda, non ci sarebbe potuto essere niente.
-Allora vediamo se c'è qualche film interessante in televisione oppure potremmo vedere se c'è qualche cinema qua vicino-propose Cassandra girandosi verso l'amica che non sembrava molto entusiasta della proposta.
-E' meglio restare in hotel, per non perderci o incontrare altri maniaci-sbottò lei mettendosi sotto le lenzuola per farle capire che non si sarebbe alzata da quel letto.
-A te l'onore di scegliere il film-soffiò appoggiandosi al cuscino e tirandole il telecomando facendola gemere per il dolore.

 

 

  
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