Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: LilyShakarian    16/09/2015    6 recensioni
Il regno dell'Est è caduto sotto il dominio del Nord. Il governo ribelle del Sud resiste e combatte, per placarne l'avanzata. Il regno dell'Ovest si protegge dietro una cupola, senza partecipare direttamente alla battaglia.
Una principessa scomparsa. Due principesse sorelle, cosi diverse, ma legate ai loro doveri regali. Un principe pirata che non ci sta e si oppone con tutte le sue forze.
E poi, ovviamente, c'è lui. Il principe del Nord...
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le parole dell'uomo l'avevano lasciata impietrita lì, in mezzo alla sala ancora appoggiata al tavolo imbandito. Il fiato era corto e il battito non ne voleva sapere di rallentare. Si portò una mano al petto, come volesse frenare il cuore. Sentiva le guance in fiamme, il sangue le era affluito tutto sul volto, svuotando le gambe, che in quel momento tremavano visibilmente sotto la veste color panna. Con l'altra mano si sorresse al legno possente dietro di lei e cercò di riprendere il controllo del suo respiro per tornare ad essere la solita Bulma razionale di sempre.

Doveva esserle sfuggito il passaggio dal mangiare una cena con il principe glaciale a diventare il caldo dessert del suddetto. Le tornò alla mente il tocco rovente del Sayan sulla sua pelle inesperta e rabbrividì. Non avrebbe dovuto provare piacere per quel contatto, Vegeta era arrogante, violento e presuntuoso con lei, non lo conosceva nemmeno, quindi non riusciva a spiegarsi quel fuoco generato dalle sue mani.

L' aveva invitata nella sua stanza, quella notte. No. Non era un invito, era un ordine. Un imperativo che sembrava non lasciarle scelta e si riscoprì elettrizzata all'idea di recarsi nelle stanze del Principe. La curiosità la stava divorando e una strana eccitazione le aveva avvolto le membra. Scosse la testa e si riscosse. Cosa diavolo stava pensando? Non avrebbe dovuto obbedirgli, che fine aveva fatto il suo spirito combattivo?

Si mise in piedi sulle sue gambe, ancora un po' malferme, e scacciò dalla mente il ricordo di quelle immagini seducenti riguardo i fatti avvenuti poco prima. I loro corpi estremamente vicini, il Principe che la stringeva a sé con possesso, le loro lingue intrecciate in una danza di fuoco. Si diede nuovamente della stupida, non avrebbe dovuto lasciarsi trasportare da quelle sensazioni così nuove e piacevoli. Mai nessuno prima di quel momento l'aveva avvicinata con tanta confidenza, era una principessa, era intoccabile, gli uomini del suo Paese non erano degni del suo rango ergo non erano liberi di rivolgerle nemmeno la parola, mentre quelli degli altri regni erano sempre troppo occupati in faccende politiche con suo padre o a corteggiare Tight. Non che lei fosse da meno, ma la maggiore aveva un carattere molto più aperto e solare, mentre lei tendeva a stare più sulle sue e a non far avvicinare possibili contendenti. Solo con Goku si era sbilanciata, permettendogli di scherzare con lei e condividendo con lui i pesi delle responsabilità regali. L'aveva persino abbracciata prima che se ne andasse e il pensiero la fece avvampare. Tutta un'altra faccenda rispetto al tocco del Sayan. L'abbraccio del Son era stato tiepido e avvolgente come i raggi solari, l'aveva scaldata facendola sentire protetta e al sicuro tra quelle braccia, anche se per pochi secondi. Pensò che Tight sarebbe stata fortunata ad averlo al suo fianco. Al contrario di lei. La sua mente tornò a Vegeta e a quell'ordine implacabile che le ridondava tra i pensieri.

La sua espressione vacillante e insicura mutò in una decisa. Nonostante quel contatto di qualche minuto prima fosse stato sorprendentemente piacevole, non gli avrebbe dato quello che voleva. Già non era sicura che sarebbe riuscita a darglielo la notte delle nozze, figurarsi così, dopo pochissimo tempo che l'aveva incontrato. Che andasse pure a sfogarsi con i suoi intrattenimenti come aveva fatto fino a quel momento, a lei non importava granché. Ignorò volutamente il suo stomaco che si contorceva a quel pensiero e lasciò la sala, dirigendosi a passo spedito verso la propria stanza. Non vedeva l'ora di sprofondare nell'ampio letto e perdersi tra le numerose coltri, sperando che il sonno la cogliesse il prima possibile. L'indomani avrebbe chiamato ChiChi e si sarebbe distratta, pensando a nuovi cambiamenti per la sua stanza. E magari avrebbe anche fatto un giro alla biblioteca.


Vegeta camminava avanti e indietro per la sua stanza, irrequieto. Il petto nudo riluceva al debole fuoco di qualche candela accesa. Eccetto i pantaloni, che aderivano perfettamente ai suoi muscoli come una seconda pelle, tutto il resto degli abiti era stato lanciato ed ora era sparso per la stanza. Uno strano formicolio si era impossessato delle sue mani, costringendolo a serrarle in pugni, come poco prima di colpire qualcosa. Aveva un caldo terribile, nonostante fuori avesse preso a nevicare, perciò si fiondò in bagno e immerse la testa nel catino di acqua gelida. Non era da lui perdere il controllo in quel modo e rifiutava di credere che fosse per colpa di quella femmina. Doveva esserci per forza un'altra ragione. Forse durante il viaggio nell'Ovest aveva contratto qualcosa. Scosse la testa, riemergendo e prendendo un enorme fiato; nonostante il fisico non fosse abituato all'habitat di Elupsa, cresciuto così diverso sotto quella cupola, lui era stato comunque temprato dal Nord, quindi non poteva certo essere una banale febbriciattola. Si guardò allo specchio, riconoscendo all'istante il desiderio famelico che faceva brillare le sue iridi scure. La voleva. Voleva sentire il corpo morbido di quella donna fremere sotto di sé. Poco importava che fosse una Tsufuru inferiore o la sua futura regina. La voleva, punto e basta. E l'avrebbe avuta quella notte stessa.

Perché diavolo non era ancora arrivata? Si chiese se per caso non si fosse persa in quel labirinto intricato di corridoi, d'altra parte era arrivata da poco al castello. Forse avrebbe dovuto trascinarla in camera sua di peso, ma temeva che sua madre fosse ancora nei paraggi.

Ripensò a quel post cena bollente, a come aveva inizialmente giocato per provocarla e insegnarle i loro ruoli e a come poi si era ritrovato intrigato da quelle curve morbide e sensuali. Più le sue mani le avevano percorse con curiosità e bramosia, più le aveva trovate irresistibili, niente a paragone con il marmo dei corpi tonici delle Sayan che erano state sotto di lui. Si immaginava ad assaggiare quella pelle candida, a saggiarla con la lingua ruvida su ogni rotondità e a mordere quella carne che gli era sembrata deliziosa. Non era mai stato un maestro dell'auto controllo, perciò probabilmente le avrebbe fatto male, ma non gli importava. Non gli era mai capitato di provare quel desiderio insano nei confronti di una femmina, perciò perché trattenersi? Lei era sua, in fin dei conti. O per lo meno lo sarebbe stata a breve.

Osservò la porta in legno della propria stanza, imprecando con un ringhio. Cominciava a dubitare che lei sarebbe venuta e la rabbia iniziò a montare pericolosamente. Nessuno poteva disubbidire ad un suo ordine, tanto meno lei. Gli balenò in mente l'idea di andarsela a prendere o magari persino di farla sua in quel letto immacolato che la ospitava, ma si impose di non farlo. Non le avrebbe dato la soddisfazione di seguirla, altrimenti era convinto che si sarebbe ritenuta troppo importante.

Fece invece chiamare una serva per soddisfare i suoi più bassi istinti, ripromettendosi di occuparsi di Bulma la mattina successiva.


I preparativi per il matrimonio erano già iniziati e tutta Elupsa era in subbuglio. Entrambe le principesse avrebbero convolato a nozze, ma solo quella ereditaria l'avrebbe fatto nell'Ovest. Il regno sembrava in fermento, quasi gli abitanti volessero sostenere la loro principessa in quella gioia. Tight era affacciata alla finestra della sua camera e osservava le case con malinconia. Il vento leggero le faceva oscillare la chioma bionda, lasciata libera sulle sue spalle. Nella stessa stanza, un vociare agitato femminile parlava concitato su quali stoffe sarebbero state le migliori per il suo abito da sposa. All'ennesima frivolezza, Tight si girò verso di loro e le cacciò fuori in un moto di stizza. Le donne la guardarono basite, ma obbedirono in silenzio, ritirandosi. La bionda stava iniziando ad odiare tutta quella situazione. Sarebbe dovuto essere un evento lieto, invece lei non faceva che pensare a Bulma. Detestava tutta quell'aria felice che si respirava, quasi il suo matrimonio avesse cancellato il rapimento di sua sorella, o almeno lei lo considerava tale. Quasi tutti si fossero scordati di lei. Persino sua madre era totalmente immersa nelle scelte dei banchetti e degli invitati, ma lei riusciva a capirla. Si era buttata nei preparativi per non pensare al fatto che l'altra figlia le fosse stata portata via da un bruto, cercava soltanto di distrarsi dal dolore, per questo non riusciva ad avercela con lei e anzi la lasciava fare. D'altra parte Tight sembrava aver totalmente perso interesse in abiti e gioielli, o qualsiasi cosa riguardasse il suo matrimonio. Aveva il solo pensiero fisso che sua sorella non ci sarebbe stata, sarebbe stata una gioia a metà e la sua sarebbe stata una corona vuota.

Goku era andato a trovarla un paio di volte, ma lei si era rifiutata di vederlo, voleva stare un po' da sola. Quel giorno però il principe l'aveva invitata a pranzo e lei non se l'era sentita di liquidarlo con l'ennesima scusa. Indossò un abito sobrio verde smeraldo e raccolse il capelli dorati in maniera semplice, poi uscì, raggiungendo i giardini. Era certa di trovarlo lì, e infatti eccolo intento ad allenarsi. I muscoli guizzanti si muovevano alla perfezione, i movimenti erano precisi e i colpi dati con decisione, mentre un leggero velo di sudore gli imperlava la pelle bronzea. Come la vide le sorrise, facendole cenno di avvicinarsi. Il cuore le sobbalzò nel petto ma non si fece attendere. Notò con piacere che il moro aveva fatto allestire un picnic lì sul prato. Goku si tamponò con una salvietta e si infilò una camicia bianco sporco molto larga, che lasciava intravedere il petto tonico e voluminoso. La baciò una mano con gentilezza e l'aiuto a sedersi sulla stuoia che copriva l'erba.

« Come va oggi?» Si stava chiaramente riferendo all'umore. Senza aspettare una risposta iniziò a mangiare.

« Al solito.» Gli rispose, un po' abbattuta mentre sceglieva qualcosa tra la svariata raccolta di cibo.

« Stavo giusto cercando un modo per farti sentire meglio.» Lei arrossì vistosamente per quella premura. « Pensavo di andare al Nord.» Con la stessa velocità Tight sbiancò. Quelle poche parole l'avevano colpita peggio di uno schiaffo in pieno viso.

« Perché?» Riuscì solo a chiedere con voce tremante, mentre il piattino le scivolava dalle mani.

« Ho immaginato..» Rise nervosamente. « ..anzi sarebbe più corretto dire che Yamcha mi ha fatto riflettere sul fatto che forse saresti più felice se tua sorella fosse presente al matrimonio.» Tight sgrano gli occhi. « Non te la posso riportare definitivamente, ma almeno per le nozze forse si potrebbe tentare. Inoltre parlerò con Vegeta e gli chiederò di far essere presente la tua famiglia al loro matrimonio. Almeno questo ve lo deve.»

La bionda gli avvolse il collo con le proprie braccia, in uno slancio di commozione. « Goku... grazie.» Disse solo tra i singhiozzi. Il moro, imbarazzato, si limitò ad accarezzarle i capelli con apprensione. « Posso venire con te?» Gli chiese dopo essersi ripresa, staccandosi da lui. « Non che muoia dalla voglia di lasciare la cupola, ma... per Bulma ne varrebbe la pena.»

« Assolutamente no, è troppo pericoloso.»

« Quindi mi lascerai qui da sola a preparare tutto?» Non era un capriccio, risuonò più come una supplica di una persona spaventata. D'altronde tutta quella faccenda del matrimonio era nuova anche per lei, nonostante a detta della sorella minore quello fosse il sogno della sua vita.

« Resterà Radish, rivolgiti pure a lui.» Tight non si preoccupò di nascondere il suo disagio. « E Yamcha, per controllare Radish.» Aggiunse velocemente, intuendo quale fosse il problema. « Sta tranquilla, mio fratello è un tipo strano, un po' burbero e sulle sue, ma non ti farà del male.» La principessa parve sollevata.

« Hai già deciso quando partire?»

« Domani.» Gli occhi scuri di lei si posarono sul moro, come a volergli chiedere coma mai così presto, ma rimase in silenzio, acconsentendo con un debole cenno del capo e lui le fu grato per non aver insistito.

Aveva realmente intenzione di far si che Bulma fosse presente al suo matrimonio con Tight, ma tutta quella faccenda delle nozze gli stava facendo venire l'orticaria. Era tremendamente dispiaciuto per la principessa a cui si stava legando, ben consapevole che fosse una ragazza dolce e gentile, nonché molto bella. Non aveva davvero nulla che non andasse, ma lui non riusciva a vederla sotto quella luce con cui si guarda una moglie. Provava affetto per lei, ma nessuna attrazione, nessuno dei suoi istinti maschili si risvegliava in sua presenza, se non quello protettivo che si ha verso una sorella. Ma la cosa che lo addolorava di più era vedere nello sguardo di lei quella scintilla che a lui mancava, si era infatuata e questo complicava ancora di più le cose. Sperava di riuscire a provare lo stesso per lei prima o poi, magari con il tempo; aveva sentito di matrimoni combinati nei quali gli sposi avevano finito per innamorarsi davvero, perciò chi era lui per mettere dei paletti? Al momento però aveva bisogno di evadere da quella realtà così stretta per il suo spirito libero come il vento, perciò il viaggio verso il Nord sarebbe stato una scusa perfetta. Contava sul sostegno di suo padre e magari anche su quello del re dell'Ovest, visto che a quanto ne sapeva non erano ancora riusciti a trovare una soluzione alternativa per riavere la turchina indietro. Si concesse di pensare a Bulma qualche minuto e si augurò di non trovare la sua bellezza fresca deturpata da qualche segno di percosse, altrimenti Vegeta se la sarebbe vista con lui. Era da un pezzo che i due aspettavano di potersi affrontare in un corpo a corpo, i muscoli di entrambi bramavano lo scontro, ma fino a quel momento non si era ancora presentata l'occasione, soprattutto grazie alla profonda pazienza con cui il principe del Sud riusciva a gestire quello del Nord. Ma se Vegeta si era azzardato a metterle le mani addosso, nemmeno lui sarebbe più riuscito a trattenersi. Con un nuovo senso di urgenza, preparò velocemente la spedizione, pensando se anticiparla o meno a quella sera stessa. Voleva bene a Bulma, anche se si erano visti poche volte. Non era sicuro che con lei le cose sarebbero state diverse se fosse stata scelta come sua promessa, però i loro spiriti erano decisamente più affini e le si era affezionato. Quella parlantina velenosa e piccata gli era piaciuta subito, come anche il fatto che la turchina avesse sempre la risposta pronta. Condividevano gli stessi ideali e principi ed entrambi erano pronti ad affrontare le loro responsabilità e a combattere per il proprio popolo.

Una volta arrivato davanti alla porta della stanza dove alloggiava il padre, bussò e aspettò di essere ricevuto.


La riunione del consiglio si era appena conclusa e re Veldok sembrava piuttosto soddisfatto. La mappa che tracciava i confini di ogni regno era ancora stesa sul tavolo. L'Est e il Nord erano del medesimo colore, un rosso acceso che ricordava parecchio la tonalità del sangue. Il Sud invece era nero, come a voler simboleggiare il loro fallimento con la scelta di quel colore. L'oceano era macchiato da numerosi puntini neri, segno evidente che la flotta di Bardak fosse in continua crescita e i loro attacchi fossero sempre più frequenti. L'Est invece era colorato di verde, lo stesso della cupola che per gli Tsufuru significava speranza e protezione. Mai erano riusciti in quegli anni a penetrarla con la forza, ma sotto consiglio di Freezer, lo avrebbero fatto con l'astuzia. Vegeta avrebbe sposato la principessa e sarebbe salito al trono. O meglio ancora il matrimonio li avrebbe indotti ad abbassare quell'odioso schermo, rendendoli nuovamente vulnerabili e allora nessuno avrebbe potuto salvarli dal loro assalto, esattamente com'era successo a Sgaur. Il sovrano voltò lo sguardo compiaciuto verso il suo consigliere. Le sue strategie si stavano rivelando vincenti. Era certo che, una volta conclusa la questione di Elupsa, Freezer avrebbe trovato un modo per sistemare anche Hamek. Inizialmente era stato riluttante, i Sayan erano noti per prendere le cose di petto e affrontarle con la forza, perciò l'idea di sottomettere l'Est con qualche trucchetto non l'aveva convinto. Nemmeno Rosicheena era parsa entusiasta e tutt'ora non nascondeva i suoi dubbi in merito. Veldok invece, suo malgrado, si era lasciato convincere dalla parlantina sagace del suo consigliere, ritenendo infine che l'importante fosse il conquistarla, non il come.

Freezer si inchinò in un gesto di rispettoso saluto e poi lasciò la sala. Non appena si chiuse la porta alle spalle, il suo viso si contrasse in una smorfia di disgusto. Detestava essere così servile verso quell'idiota incapace, ma doveva avere pazienza e continuare nella sua farsa. Una volta raggiunto il suo scopo non avrebbe più avuto bisogno di lui. Preso dai suoi pensieri, si accorse solo all'ultimo dell'arrivo di Vegeta. Indossò celermente la sua maschera accondiscendente e gli sorrise, rivolgendo anche a lui un breve inchino. Avrebbe fatto passare l'arroganza del Principe a tempo debito.

« Buongiorno Altezza, la riunione si è appena conclusa.» Vegeta roteò gli occhi e sbuffò, emettendo un basso ringhio.

« Lo so benissimo. Volevo parlare con mio padre senza che fossero presenti persone indesiderate.» Aggiunse, palesemente ostile. Freezer assottigliò lo sguardo, ma il suo sorriso bieco non lasciò il volto pallido e anzi si ampliò.

« Come sta la vostra dolce futura sposa?» Chiese con malizia. Vegeta si irrigidì subito. Lo avrebbe colpito molto volentieri ma sapeva di avere le mani legate.

« Sarò molto chiaro, stalle alla larga.» Rispose il Sayan, minaccioso.

« Oh, cosa vedono i miei occhi? Se non mi ingannano ho davanti un marito possessivo. Non vi facevo un tipo geloso, anzi, pensavo foste piuttosto propenso alla condivisione.» Cercò di celare il suo tono gongolante, con scarsi risultati. Prima che il Principe potesse rispondere, ritenendo di aver tirato abbastanza la corda, si congedò con una breve risatina sommessa. Vegeta lo osservò allontanarsi con sguardo truce e i pugni serrati. Non appena non fu più visibile, entrò nella sala del consiglio senza bussare.

« Vegeta! Ti sembra il modo di annunciarti?!» Lo ammonì Rosicheena, palesemente spaventata dal gesto irruento. Si scusò con la madre farfugliando, poi si rivolse direttamente al padre.

« Dobbiamo parlare.» Disse lapidario, mentre i suoi occhi d'ossidiana si rispecchiavano in quelli gemelli del re. La regina fece scorrere lo sguardo dal marito al figlio e viceversa, poi si alzò, lasciando la sala con eleganza.

« Di cosa vorresti parlare, figlio?» Il tono di Veldok era duro, non aveva apprezzato quell'intrusione improvvisata.

« Non sono stato avvisato in merito alla riunione di stamattina.»

« Io e tua madre non abbiamo ritenuto necessaria la tua presenza. Abbiamo convenuto fosse meglio lasciarti ad una conoscenza più approfondita della tua futura moglie.»

« Non mi importa affatto conoscere meglio quella Tsufuru e non me la sono scopata.»

« Bada a come parli.» Tuonò il re. Rimasero in silenzio a studiarsi per qualche minuto.

« Non mi piace.» Esordì nuovamente Vegeta. « Non mi piace come Freezer decida il bello e il cattivo tempo qui, nel nostro regno.»

« E scommetto anche che non ti piaccia come ha guardato la tua futura moglie.» Il Principe rimase interdetto. Non era stato l'unico a notarlo allora.

« Come ho già detto, di lei non mi importa, ma volente o meno mi appartiene e non mi piace che si tocchino le mie cose.» Veldok dovette trattenere una risata. A suo tempo si era comportato nello stesso identico modo. Per poi finire completamente perso nelle grazie selvagge di Rosicheena.

« Non la toccherà, non azzarderebbe tanto. Sarà la sua regina un giorno, dovrà servirla. Se non c'è altro, puoi andare.»

« Io non mi fido di lui.» Lo sguardo intenso di Veldok si posò su d lui. « Non mi piace come vi manipoli a suo piacimento.» Il re si alzò, oltraggiato.

« Io sono Veldok, temprato nel Nord, re di ogni Sayan e sovrano di Yarna. Manipolare me? Assurdo! E oltre che il tuo re sono anche tuo padre, perciò vedi di mostrare più rispetto, moccioso!»

Vegeta lo guardò in cagnesco e lasciò la sala, sbattendo la porta. Veldok si lasciò cadere sulla sedia, con un profondo sospiro. Lui e suo figlio erano fin troppo simili e i loro caratteri finivano quasi sempre per scontrarsi. Le sue parole, però, continuarono a rimbombargli in testa.


La regina intanto aveva deciso di raggiungere la futura nuora. Le era piaciuta subito e voleva approfittarne per darle qualche consiglio. Vivere nel Nord non era facile e dubitava che la ragazza ne fosse in grado allo stato attuale, considerando la maniera in cui sicuramente era stata cresciuta. Giunta davanti alla stanza della principessa bussò un paio di volte, ma non ricevendo risposta entrò senza indugio. Osservò la stanza vuota, fino a posare gli occhi sulle tende svolazzanti. La porta finestra che dava sulla terrazza era aperta. Deglutendo con forza, si avvicinò spaventata. Corse, con un terribile sospetto e si affacciò sullo strapiombo, ma non vide nulla. Sollevata, eruppe in una risata nervosa, come le era potuto venire in mente che la principessa si fosse buttata dalla terrazza, lanciandosi nel vuoto? Rientrò nella stanza nello stesso momento in cui ChiChi faceva la sua comparsa. Non appena la scorse, la ragazza si prostrò in un inchino devoto.

« Mia Regina.»

« Sai per caso dirmi dove posso trovare la principessa?» ChiChi fece un cenno affermativo del capo.

« Si trova in biblioteca, Vostra Altezza.»

« Grazie.»

La Sayan lasciò la stanza senza aggiungere altro e raggiunse il luogo indicatole dalla mora. Anche a lei piaceva quel luogo, lo trovava alquanto stimolante e silenzioso, l' ideale per trovare un po' di pace per se stessi. Essendo vuoto, non faticò a rintracciare l'inconfondibile zazzera azzurra di Bulma. Sentendo echeggiare dei passi, la turchina si voltò, alzandosi immediatamente non appena riconobbe la figura.

« Vostra Maestà.» Le rivolse una riverenza titubante, alla quale Rosicheena rispose con un sorriso e un leggero cenno del capo. « Cosa vi porta qui, se posso chiedere?»

« Per la verità, cercavo proprio te.» Bulma sussultò, notando come la regina avesse istantaneamente abbandonato le formalità. « Allora, come sono stati questi primi giorni nel Nord?»

« Freddi.» Rispose lei, con una leggera risata, corrisposta dalla Sayan. « Niente a che vedere con Elupsa.»

« Niente di più vero.» Asserì Rosicheena. « E dimmi, cosa pensi di mio figlio?»

Bulma trasalì. La regina, stranamente, le infondeva un inaspettato senso di fiducia, ma non poteva certo dirle la sua opinione riguardo il Principe. Come se le avesse letto nel pensiero, Rosicheena le sorrise. « Nessuno meglio di me può sapere quanto Vegeta abbia un carattere difficile, credimi. Quindi comprendo perfettamente come puoi sentirti. E' un Sayan, è un principe, nonché futuro re. E' stato cresciuto in un modo completamente diverso da lqtuo, divere tradizioni, diversa cultura, diverso modo di pensare. E' piuttosto arrogante e scontroso, in battaglia e micidiale e si, anche vagamente sadico. Gli è stato insegnato a godere nell'uccidere, perciò non ti stupire o spaventare sapendo che gli piace farlo. Elupsa e Yarna sono completamente diverse, quasi opposte. Violenza contro pace, forza contro intelletto, gli antipodi, ma...» Le si avvicinò e le mise le mani sulle spalle, mentre le rivolgeva un sorriso e uno sguardo incoraggiante. «.. come lo sono i nostri regni, lo siete anche voi due. Perciò se imparerete ad andare d'accordo, anche il Nord e l' Ovest potranno ricordare come si fa e tornare la forte alleanza di un tempo.» Dopo un' ultima occhiata, fece per uscire, senza darle possibilità di replica, ma prima aggiunse. « Ricordati che qui non sei una prigioniera. Non sei obbligata a sposare mio figlio, ma... datevi almeno una possibilità».

La regina lasciò la biblioteca, soddisfatta, mentre Bulma affogava nel mare di pensieri in cui la futura suocera l'aveva lasciata.


Un paio di note


Ringrazio Morgana_75, Elgul1, coniglietto94, Kunoichi_BeastKnightress, vincenzoraimondo1 e specchio nero per le recensioni.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere :)

A presto!

NB

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: LilyShakarian