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Autore: sakuraenn    09/02/2009    2 recensioni
Questo è il mio primo romazo sui vampiri sarà una storia complessa e particolare è ambientata in un futuro dove i vampiri dominano il mondo, stabilendo le loro regole, Un ragazzo che è un vampiro bianco scopre che suo padre è il più potente vampiro del mondo. Così decide di partire alla sua ricerca e di conoscere meglio il mondo che i vampiri hanno creato.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stazione al suo interno era ancora più maestosa e imponente.
Kain si guardò attorno stupito dalla magnificenza delle colonne in granito e dai pavimenti lucidi in pietra levigata, ogni cosa era fatta in modo da lasciare in chi la vedesse una sensazione di austerità e grandezza.
Non vi era molta gente in quel momento, ma i viaggiatori erano tutti elegantemente vestiti; vi erano commercianti e uomini d'affari.
Tra loro c'erano anche alcune persone di più umili natali ma tutte decorosamente vestite.
Il personale indossava una severa casacca blue con pantaloni dello stesso colore e guardavano i viaggiatori dall'alto al basso.
Deglutendo con un po di timore, Kain si avvicinò ad uno di loro mostrando il biglietto e domandando quando sarebbe arrivato il treno.
Il capostazione lo prese analizzandolo, poi, posò lo sguardo su chi glielo aveva dato, lo squadrò da cima a fondo, arricciò il naso e restituì il biglietto rispondendo: << trenta minuti, classe economica, ultimo vagone; non sognarti si salirne un altro. >>
Sorpreso dal tono busco dell'uomo, Kain lo ringraziò andando a sedersi su una delle lucide panchine in mogano.
I minuti trascorrevano veloci e Kain li usava per osservare ciò che aveva attorno.
Lo sfarzo della struttura era incredibile. Non solo per le pareti e i pavimenti, anche il mobilio lasciava trapelare il lusso che doveva regnare fra la stirpe dominante, chissà che genere di vita si conduceva nelle case nobili?
A quella domanda mentale un brivido gelido percorse la sua schiena, abbassò lo sguardo fissando il pavimento.
Chissà cosa lo attendeva in futuro? Da quel che padre Bernard gli aveva racontato, suo padre era l'attuale dominante della razza dei vampiri quindi, era un nobile e si comportava come tale.
Una smorfia di disgusto gli si dipinse in viso, ricordando l'arroganza dei vampiri che aveva trucidato, Per un atimo gli si bloccò il respiro, deglutì a fatica ricacciandosi dentro i tormenti e i sensi di colpa che stavano riaffiorando; come anche Herrietta gli aveva detto, doveva pensare a riparare ai suoi errori invece di tormentarsi inutilmente e così avrebbe fatto, non sapeva ancora come ma ci sarebbe riuscito.
Strinse i pugni con forza, si rendeva conto che ora sarebbe stato veramente solo, in un mondo che non concedeva errori e che i pericoli sarebero apparsi dietro ogni angolo.
Questa coscienza gli risvegliò dentro, il bisogno di diventare più maturo e forte. Portò la mano al ciondolo che teneva accuratametne sotto la camicia, l'unico ricordo della stirpe a cui apparteneva. Chiuse gli occhi e li riaprì ricordando l'aspetto forte di Bernard e decidendo mentalmente di seguire il suo esempio.
Confortato staccò la mano dal petto accorgendosi improvvisamente di quanto fosse noioso aspettare. Un botto improvviso e uno sbuffo esasperato lo fecero sussultare, si girò di scatto notando seduto al suo fianco un giovane di qualche anno più vecchio , con capelli neri e una cicatrice in mezzo al volto.
Lo fissò sorpreso e questi ricambiò lo sguardo distrattamente. Improvvisamente, un irrazzionale tensione lo aviluppò, gettò un occhiata tentennante allo sconosciuto, il tipo sorrise fissandolo apertamente.
<< Duro aspettare il maledetto treno; non trovi? >>
Leggermente imbarazzato Kain si ritrovò ad annuire. Quella persona lo metteva a disagio, inconsicamente abbassò lo sguardo, l'altro invece scoppiò in una fragorosa risata assestandogli una pacca sulla spalla con forza << su con la vita ragazzo! Non ti mangio mica. Io sono Dryù e diciamo che sono un viaggiatore. >>
Gli tese la mano, stravolto da quell'espansività afferrò la stretta << Mi chiamo Kain piacere! >>
<< piacre mio! Allora, cosa ti porta in viaggi?
Commercio? Oppure affari di natura personale? >> La tensione tornò, con serietà si ritrovò a rispondere << Sto cercando mio padre. >>
L'Espressione di Dryù cambiò, distolse lo sguardo come se la sua mente fosse altrove.
<< dev'essere dura. Immagino sia andato via di casa e.. >>
Un cenno di diniego fu la risposta a quell'ipotesi. Kain rimase alcuni attimi in silenzio poi,
<< non l'ho mai conosciuto, diciamo che sono stato allevato da un altra famiglia >>
Alzando lo sguardo sorrise tristemente. " Suo padre " Lasciò in sospeso quel pensiero troppo doloroso, Dryù diede segno d'aver capito e sorrise a sua volta chiedendo dove si sarebbe diretto.
Un impacciato silenzio cadde fra loro, sospirando Kain abbassò lo sguardo << Non lo so. Mi fermerò alla prima stazione e farò domande. >>
Dryù scoppiò a ridere sguaiatamente, i lineamenti del suo viso si distorsero dall'ilarità. Quando si calmò e guardandolo dritto negli occhi << Senti, perchè non fai un pezzo di viaggio con me Kain? Io, ni sto dirigendo per affari in una località vicina al mare, potremmo chiedere là informazioni su tuo padre, e inoltre mi farebbe piacere avere un po di compagnia in questo noioso viaggio. Che ne dici? >>
Kain accettò, l'idea di avere compagnia gli piaceva ma, al contempo, ne temeva i rischi a causa della sua natura.
Gli occhi di Dryù, fissi su di lui sembravano volergli trapassare l'anima e il giovane distolse lo sguardo quasi,
il suo nuovo amico potesse leggergli nel pensiero. Si ritrovò a contorcersi le mani in silenizo senza sapere cosa dire. Ad un tratto l'altro distolse lo sguardo, Kain si voltò osservandolo.
Aveva un espressione cupa sui tratti severi del volto, sembrava pensarre a qualche problema.
A distrarlo da quell'osservazione fu lo sbuffo del treno in lontanaza, Dryù gli sorrise << Finalmente arriva >>
Sorrise nuovamente, notando, lo sguardo perso di Kain; non gli prestava attenzione totalmente concentrato ad ammirare la sagoma imponente della locomotiva che si stava avvicinando.
I battiti cardiaci accelerarono per l'emozione, in vita sua non aveva mai visto qualcosa di tanto maestoso.
Totalmente rapito osservò il mezzo fermarsi, lo sbuffo di fumo che usciva e le porte che lentamente si aprivano.
La voce del capo stazione riecheggiava, ma lui, non riusciva a sentirla, sarebbe rimasto lì immobile a contemplare il treno in eterno se Dryù non l'avesse risvegliato da quello stato con una pacca sulla schiena.
Lo guardò imbarazzato ma il suo compagno gli passò lo zaino senza farci troppo caso. Iniziò ad avvicinarsi, notando che però l'altro non accennava a muoversi esclamò << Andiamo? >>
Kain annuì seguendolo meccanicamente e continuando a fissare il mezzo quasi potesse sparire da un minuto all'altro.
Entrare dentro gli diede la sensazione di avventurarsi in un altro mondo. Le poltroncine erano in legno, foderate con uno strato di pelle imbottita; non c'erano scomparti e le pareti erano spolie con dei suffissi per i bagagli, il tutto era di una semplicità incredibile ma gli sembrava di una bellezza abbagliante.
Si guardò attorno ammalliato da ciò che vedeva, guardò Dryù, che sorrise facendogli cenno di sedersi. Poco dopo il treno partì dirigendosi verso la sua meta Anchorage.
Il percorso che li attendeva era lungo e pieno di deviazioni, il treno era l'unico mezzo che collegava le zone della parte interna dell'Alaska dove scorre il fiume Yukon.
Costruire la ferrovia era stata un idea dei Vampiri che dopo il grande conflitto, avevano intuito il bisogno di un mezzo di collegamento tra le zone impervie del paese.
Quella era un opera monumentale che aveva richiesto sangue e fatica. Circa 70 anni erano stati impiegati per costruire la ferrovia, valutando con cura tutti i prò e i contro e tutte le complicazioni derivate da quell'ambiente mutevole, il risultato però ripagava ampiamente gli sforzi compiuti.
Era un opera d'arte che sarebbe rimasta negli annali di storia. Qualcosa, che la gente guardava con riverenza e soggezzione.
Ricordare quella storia che padre Bernard gli aveva raccontato più e più volte quando era bambino, gli procurò un misto di emozioni indecifrabili.
Quante volte aveva sognato quell'impresa, immaginandola come una magica avventura compiuta da uomini sovraumani.Strinse il pugno Ora però si rendeva pienamente conto quanto sacrificiio e quale fatica era costata quell'incredibile struttura, vederla di persona stava aprendo la sua mente ad una realtà terribile e allo stesso tempo incredibile.
Alzò lo sguardo ammirando il panorama che lentamente cambiava, lasciando posto all'ampia tundra e al suo spettacolo di verde desolazione.
Deglutì incapace di pronunciare parola, non riusciva ancora a capacitarsi di stare viaggiando a bordo del treno. Guardando quel paesaggio rifletteva, domandandosi cosa avevano provato quelle persone mentre compievano quest'enorme fatica incuranti delle condizioni di lavoro disagiate.
Dryù lo osservava, era piacevole vedere l'innocenza di quel ragazzo; così differente dal suo solito stile di vita. Si incupì. Se solo il mondo fosse....
Scuotendo la testa archiviò quel pensiero che avrebbe messo in pericolo la sua identità e la sua missione. Per ora sarebbe semplicemente stato l'accompagnatore di Kain. Riemerse dai suoi pensieri sentendosi chiamare.
<< Allora com'è Anchorage? Prima mentre salivamo hai accennato che l'ultima tappa del treno è lì >> Per un attimo Dyù rimase senza parole, aveva appena sussurrato tra se stesso la tappa ultima del viaggio ma Kain l'aveva udito. Si grattò la nuca leggermente perplesso.
<< beh è una grande cittadina sul mare. Da lì partono i commerci via oceano con l'estero ed è il fulcro del mercato nazionale. Ci si trova un vero e proprio mercato di scambio. Fu totalmente distrutta durante il grande conflitto ma i sopravvissuti la ricostruirono. Dato che i mezzi erano pochi, non sono riusciti a ridarle l'antico splendore, però rimane ugualmente una bella città e la pianta urbanistica è stata ricreata quasi interamente ricalcando i resti della precedente. E' un luogo unico. >>
Kain ascoltò in silenzio le parole dell'amico, si accomodò meglio sulla poltrona iniziando a riflettere. Se era una grande città sicuramente vi risiedevano nobili e quei nobili avrebbero potuto condurlo da suo padre. Anzi era alta la probabilità che fossero suoi parenti e che quindi lo aiutassero.
Dryù rimase a fissarlo. Chiuso nei suoi pensieri il suo nuovo compagno di viaggio aveva un espressione veramente buffa. Osservandolo attentamente notò per la prima volta la sua carnagione pallida che contrastava nettamente con l'azzurro degli occhi.
Per un momento s'incupì, quel colore di pelle così caratteristico apparteneva solo ad una razza...eppure, Kain sembrava una persona comune. Si rilassò nuovamente, doveva essersi sbagliato; non era possibile. Nel frattempo Kain era tornato a fissare il paesaggio, sembrava che i suoi pensieri lo opprimessero. Ad un tratto sospirò malinconico.
<< A quest'ora sarei nei boschi a raccogliere legna. >>
<< Raccogliere legna? >>
<< era il mio compito al villaggio. Procuravo legna per accendere i focolari la sera e in cambio venivo pagato con frutta e verdura. >>
<< Ben strano lavoro >>
<< non direi Dryù; era il mio modo di aiutare il villaggio >>
Un espressione triste gli si dipinse sul viso, si guardò la mano e tutti i ricordi riemersero vividi e dolorosi. Una sola manciata d'ore erano bastate a stravolgere completamente la sua vita.
Un attimo, un frammento di tempo in cui aveva perso tutto aprendogli una porta che l'aveva costretto a dirigersi verso posti nuovi e sconosciuti.
Deglutì e Dryù gli posò una mano sulla spalla << Tutto bene? >>
Senza riuscire a parlare, Kain annuì. Strinse il pugno, doveva pensare al presente per riuscire a capire e affrontare la realtà che la vita gli avrebbe messo di fronte.
Si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi. Si sentiva stanco e scosso, l'euforia del viaggio in treno era scomparsa lasciando solo l'imminente realtà.
  
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