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Autore: bookslikedrug    16/09/2015    2 recensioni
Il mondo non è popolato solo da uomini, ma anche da nazioni. Le diverse personificazioni di ogni stato del mondo si ritrovano ogni mese per discutere di problemi e di come risolverli. Ma quando un segreto che potrebbe cambiare per sempre le vite di due nazioni e quelle dei propri abitanti viene rivelato, come faranno gli stati mondiali a ristabilire l’ordine?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Giappone/Kiku Honda, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un gioco pericoloso.


 

La ragazza si esaminò allo specchio, controllando accuratamente che il costume per la sua recita fosse perfetto fino all’ultimo dettaglio. Non
poteva permettersi un singolo passo falso: sua mamma le aveva insegnato a comportarsi, a parlare, ad agire come loro, e alla fine c’era riuscita veramente. Lei era riuscita ad ingannare tutte le altre nazioni, da così tanto tempo che nemmeno si ricordava la vita precedente. Lei l’aveva fatto. Amelia Felicity Jones era riuscita a fingere di essere un uomo.
 

In un’altra città, in un’altra nazione, in un altro continente, una ragazza si preparava a prendere il primo volo per l’America. Guardando la sua figura riflessa nella vetrina di un negozio di souvenir, pensava a come sarebbe stato facile dire a tutti il suo segreto, senza la paura di essere scoperta, vivendo la vita che desiderava e non quella che altri le imponevano. Il primo ad averla cambiata era stato suo nonno: all’epoca altri potenti imperi erano personificati da donne, ma Impero Romano sapeva come le donne erano considerate all’epoca. Così l’aveva presentata al mondo come suo nipote maschio, futuro erede delle terre che era riuscito a conquistare in tale breve tempo, futuro erede della sua arte, della sua lingua e dei suoi ideali. E lei c’era riuscita. Lei aveva ingannato gli altri imperi. Lei l’aveva fatto. Alice Vargas era riuscita a fingere di essere un uomo.
 

Amelia non aveva costruito quella piccola recita per interessi personali, l’aveva fatto per la sua nazione. Dapprima sua madre le aveva raccomandato di non dire ad anima viva il suo segreto, e lei le aveva ubbidito nonostante non ne capisse il significato. Rispettava sua madre e sapeva che lei voleva solo il meglio per sua figlia. Crescendo capì il perché: le donne erano sempre state considerate inferiori agli uomini, anni di storia lo insegnano, ma le personificazioni maschili hanno sempre visto le donne come deboli e facili da conquistare. Bastava vedere come Ungheria per diventare un impero si fosse dovuta unire ad Austria, come Svizzera proteggesse sempre la sorella o come Ucraina venisse notata da tutti solo per il suo seno e non per le sue idee. Inoltre adesso lei era una potenza mondiale, quindi dichiarare a tutti il suo segreto avrebbe portato quasi certamente ad una guerra. Per diventare forte si era fatta molti amici, ma anche molti nemici, e non poteva mostrarsi debole. Per nessun motivo.
 

All’inizio Alice si era dimostrata assolutamente contraria a quell’orribile idea di suo nonno: lei voleva indossare i gioielli egizi e le bellissime tuniche femminili dell’epoca, non quelle cose orribili da maschio! Tuttavia, dopo alcuni capricci iniziali, si convinse ad ascoltare il nonno e iniziò a comportarsi in modo più maschile… Circa… Effettivamente molto spesso i suoi "atteggiamenti maschili" non potevano essere considerati tali, ma le altre nazioni liquidavano la faccenda sospettando che la causa fosse semplicemente ”l’ingenuità” di Feliciano. E a lei questo andava benissimo, le altre nazioni nemmeno sospettavano che lei nascondesse un segreto così importante. Per lei era importantissimo non lasciarsi sfuggire neanche una sola parola sbagliata: un singolo passo falso e la sua indipendenza insieme al suo rispetto sarebbero stati distrutti dalle nazioni conquistatrici. Quindi faceva attenzione a non farsi svelare, le uniche persone che lo sapevano erano suo fratello e Ungheria -era praticamente impossibile nascondere qualcosa a quella donna, però non se ne pentiva: negli anni Ungheria si rivelò non solo una favolosa madre ma anche una fantastica amica. A volte Alice sentiva il bisogno di indossare un vestito e tornare ragazza anche lei!-, non l’aveva nemmeno detto a Germania e Giappone, il che a volte risultava un problema. Ad esempio durante tutte le volte che la personificazione tedesca usciva con altre ragazze e lei non poteva fare nulla per fermarlo. Alice aveva avuto molte cotte durante la sua esistenza, ma nessuna era durata tanto quanto quella per Ludwig. E adesso si ritrovava nel 2015, quando le donne avevano più indipendenza e rispetto quanto mai prima d’ora, a non poter rivelare ancora la sua vera identità a causa dei pregiudizi di alcune nazioni. Ugh, a volte la vita è davvero ingiusta.
 

 Amelia si ritrovò presto davanti al portone dell’edificio che era stato scelto come luogo d’incontro per le potenze del G8. Si sistemò la giacca da aviatore che indossava sempre, riscaldò la sua voce maschile, prese un respiro profondo ed entrò. Notò subito con sorpresa che le altre nazioni erano già arrivate. Sedute al tavolo c’erano infatti le personificazioni della Germania, seduto come sempre in un capo del tavolo per cercare di calmare gli altri, della Francia e dell’Inghilterra, che stavano litigando per motivi sicuramente futili, i due fratelli Italia, che discutevano qualcosa in italiano, della Russia, seduto all’altro capo del tavolo, e suo fratello Canada. Solo Giappone sembrava mancare all’appello, strano. Il solo pensiero della nazione asiatica fece smuovere alcune farfalle nella pancia della ragazza, molto strano.
“Finalmente sei arrivato, America! Mi sembrava di non averti insegnato ad arrivare sempre in ritardo! Probabilmente è stata colpa di quella rana! Ti ha cresciuto malissimo!” disse Inghilterra lanciando un’occhiataccia alla suddetta rana.
“È bello vederti anche per me, Arthur!” rispose l’americana. “Poi non mi sembra di essere tanto in ritardo: Giappone non è nemmeno presente.” Continuò poi sedendosi nella sedia libera vicina al fratello.
In quel momento la nazione citata spalancò le porte della sala, ansimando per la corsa.
“Ve! Finalmente sei arrivato Kiku!” disse Feliciano mentre abbracciava la nazione.
Oh no ragazzo, quello è il mio uomo. Pensò Amelia prima di schiaffeggiarsi mentalmente. Non intendevo quello!
“Scusatemi, l’aereo è arrivato in ritardo.”
“Tranquillo, prendi posto così iniziamo.”
Ovviamente l’unico posto libero è quello vicino a Feliciano… No! Cosa sto pensando? Ugh.
 

America sbatté la testa contro il tavolo. Nulla di nuovo. L’italiana voltò la testa verso la nazione tedesca.
“Ve, qual è il primo argomento da discutere oggi Ludwig?”
È così carino quando si concentra! Ehm, non che mi interessi, ovvio...
L’Italia del Nord non partecipò molto durante l’ora seguente, e nemmeno l’America, soprattutto perché, dopo neanche cinque minuti, le altre potenze si stavano già urlando contro, e Alice non poteva fermarli. Non perché non ne avesse la forza, o il coraggio, semplicemente lei non poteva permettersi passi falsi, e urlare alle altre nazioni quando si era finta un giovane imbranato fin da piccola non rientrava nei suoi piani. Aveva iniziato un gioco molto pericoloso, lo sapeva, ma per assicurare alla sua nazione il potere che le spettava avrebbe fatto questo ed altro.


-AA:Angolino Autrice-
Eccomi tornata con una nuova fic! America e Italia nascondono un grosso segreto... Cosa succederà quando le altri nazioni lo scopriranno?
Scopritelo nel prossimo capitolo!
Più recensioni=prima il capitolo.
Alla prossima con un'America alle prese con una cotta, un'Italia molto felice e un'Ungheria madre/migliore amica!
 

   
 
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