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Autore: cin75    17/09/2015    8 recensioni
Un imprevisto effetto collaterale dell'ennesima morte dell'ennesimo cattivo, porta Castiel a fare ciò che non farebbe mai. Spinge Dean a prendere coscienza di ciò che forse ha sempre saputo. Conferma a Sam, quello che a volte negava perfino a sè stesso.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Passarono appena pochi secondi che l’angelo era accanto a loro. Dall’altro capo del letto.

“Non respira. Non riesce a respirare!!” riferì allarmato Sam.

Castiel spinse via le mani di Sam e poi afferrò il bendaggio che Dean aveva sul torace e lo strappò e sia lui che Sam guardarono allarmati l’enorme macchia viola che campeggiava sull’intero busto del cacciatore.

“Devono essere i polmoni!!...Mio Dio!!” sussurrò Sam.
“Dovrai accontentarti di me!” replicò Castiel e in quel mentre poggiò le sue mani sul petto dell’amico cacciatore che ormai boccheggiava vistosamente.

L’angelo chiuse gli occhi e si concentrò sul male che le sue mani toccavano e che dovevano guarire. Ad ogni costo. Perché quel male era stato lui a provocarlo e ora aveva almeno la possibilità di rimediare se non di redimersi.
Sam vide quella solita luce familiare illuminare prima le mani di Castiel e poi il torace del fratello. Pian piano l’enorme contusione sembrò svanire davanti ai suoi occhi e nello stesso tempo, Dean sembrava riacquistare controllo e respiro. Il suo torace si alzava e abbassava di nuovo ritmicamente.
Il giovane vide Cas spostare solo una mano e portarla alla fronte del fratello. Poggiò le dita e un attimo dopo Dean sprofondava in un sonno finalmente sicuro e tranquillo.
“Sta’ bene. Ora, starà bene. Dormirà per qualche ora e di certo domani si sentirà ancora a pezzi, ma starà bene!” volle rassicurarlo.
 
Sam lo guardò. Non disse grazie. Annuì soltanto e tornò ad accudire suo fratello.
Castiel lo guardò. Non cercò ringraziamenti. Annuì soltanto e ritornò nella sua stanza.
 
Quando arrivò la mattina, Dean aprì gli occhi. Stava bene anche, se come Cas aveva detto a Sam, si sentiva come se un treno gli fosse passato sopra.
Sam dormicchiava ancora sulla poltrona accanto al letto.
“Ehi! Bella Addormentata?!” lo richiamò il maggiore.
Sam si stiracchiò e sorrise al fratello che gli sorrideva. “Come stai? Come ti senti?!” chiese comunque.
“Ho visto giorni migliori!” fece l’altro tirandosi su a fatica per appoggiarsi alla spalliera del letto. Cavolo se gli doleva ancora tutto!!!
Per un attimo silenzio. Scambio di sguardi. Espressioni tipiche da “Lo dico io o lo dici tu?
“Dean…” provò il giovane.
“Lo so, Sammy. Lo so.” lo fermò il maggiore. “Ma è passata anche questa, fratellino.” poi fece un grosso sospiro. “Lui dov’è?!”
“Nella sua stanza.”
“Ma quanto è ubbidiente!!” ironizzò Dean facendo sorridere anche Sam.
“Vuoi parlarci?!” azzardò Sam.
“Credo che sia il caso, Sam!” convenne Dean, sistemandosi meglio sul letto.
“Come vuoi.” E uscì alla stanza.

Il giovane si avviò alla fine del corridoio e bussò alla porta in cui aveva letteralmente confinato l’angelo. Castiel aprì.
“Vuole vederti.” Disse solo, Sam.
Castiel uscì dalla stanza e si avviò verso quella di Dean.
“Cas?” e l’angelo si girò verso di lui. “Ho ancora la mia lama angelica!!” lo avvertì e Cas annuì per far capire che…. aveva capito.
 
Quando l’angelo  entrò nella stanza dell’amico cacciatore o almeno nella stanza di colui che sperava fosse ancora suo amico, trovò Dean seduto sul bordo del letto. I piedi poggiati a terra. Una mano posata sul materasso e l’altra ancora stretta ad un fianco. Quello che forse gli doleva di più.

Il volto era stanco, ma quanto mai Dean Winchester aveva l’aria riposata!!?

“Dovresti stare ancora un po’ a letto!” si preoccupò comunque di dire.
“Devo essere pronto a scappare se tu volessi finire quello che non hai finito in quel magazzino!” rispose Dean, provocandolo.
 Castiel abbassò lo sguardo, colpevole. Amareggiato. “Io….”
“Stavo scherzando , Cas!!” lo rassicurò Dean. “Andiamo!! Vieni qui.” disse indicandogli la poltrona su cui aveva dormito, per così dire, Sam.
Castiel si avvicinò, ma non si sedette.
Maledette emozioni umane che lo costringevano a sentirsi in colpa , nervoso e in imbarazzo!
Poi prese coraggio.

“Prima che lo faccia tu, lo farò io. Vado via, Dean. Credo che sia la cosa migliore da fare dopo quello che è successo!” iniziò.
“Credi che questo sia quello che voglio o che vuole Sam?!” gli fece presente Dean.
“Sam vuole infilzarmi con una lama angelica !” precisò.
“Sam è ancora un attimino incazzato. Non puoi biasimarlo!” lo ammonì Dean.
“No, non posso. Ma non posso nemmeno restare!” rispose l’angelo.
“Allora hai già deciso. Vai via. Di nuovo. Ancora.” fece deluso il cacciatore. “Ecco ancora una volta , Cas, l’angelo del Signore, l’impavido guerriero celeste, che commette uno sbaglio e invece di affrontarne le conseguenze , scappa!” sembrò rimproverarlo palesemente.
“Stavo per ucciderti.” replicò affranto, l’angelo. “Se ci fossi riuscito, quali conseguenze avrei dovuto affrontare!?”  chiese come se avesse voluto davvero una risposta chiara.
“Tutte quelle che ne sarebbero seguite.” rispose di getto l’uomo e poi fece un respiro profondo per calmarsi. “Ascoltami.  So che ti senti in colpa per quello che è successo, ma se può aiutarti , non eri in te. Non eri tu. Tu non lo avresti mai fatto!”

“Hai ragione.” e Dean ne fu compiaciuto. “Non mi aiuta!” e Dean sbuffò sfinito.

“Senti…” provò ancora il ragazzo. “E’ capitato anche a me e a Sam. Sam mi ha sparato un paio di volte rischiando di accopparmi. Ha lasciato che mi trasformassi in uno stramaledetto vampiro e mi ha conciato peggio di come mi hai conciato tu quando Lucifero lo indossava per festeggiare l’Apocalisse. E io?...beh! io gliene ho fatte di stronzate e se non ricordi…. solo qualche tempo fa gli ho quasi piantato un martello nella testa.” elencò ricordandogli tutte le volte che stavano per uccidersi fratello e fratello.  “Eppure siamo ancora qui, insieme. Ancora uniti a guardarci le spalle e fare tutto, l’uno per l’altro.” Disse sperando che quelle sue parole sortissero l’effetto desiderato.
“Io non sono forte come voi.”
“E chi dice che siamo forti?!” lo corresse il cacciatore.
“Non riesco a perdonarmi come ci riuscite voi!”
“Non sei tu che devi perdonarti!”
“Ma cosa…allora…io…”
Dean sospirò affondo e sorrise al ricordo della persone che gli era venuta in mente.
“Io non ricordo nemmeno quante volte mi sono sentito dire queste parole che ora voglio dire a te: la famiglia. Cas è solo la famiglia che può fare tutto quello che tu non puoi fare da solo!” gli disse convinto.
“La mia famiglia, i miei fratelli , loro non….” ripensando a quanto odio e guerre ci fossero tra i suoi fratelli angeli.
“Chi dice che la famiglia è tale solo per il legame di sangue?!!” chiese e Cas ricordò perfettamente chi non faceva altro che ripetere quella frase appena udita.
“Bobby!”
“Bobby!” gli fece eco Dean. “Non è il sangue che fa di te ….mio fratello!”
Castiel, a quell’affermazione, guardò stupito il ragazzo di fronte a lui.
“Dean, io….”
“Sai che cosa ha fatto più male dei colpi che ho ricevuto?!” gli chiese a quel punto, il cacciatore.
“Che fossi io a…” ma non potè finire.
“Le tue parole. Quello che mi dicevi mentre colpivi.” continuò Dean.
“Io non volevo. Io non avrei mai…” cercò di giustificarsi, l’angelo.
“Facevano male  perché  erano vere, Cas!” lo stupì il ragazzo.
“Cosa? No!!!!” si allarmò Castiel.
“Invece sì, amico mio. Erano una verità che faceva più male dei pugni che ricevevo. Tu non sei caduto quando quel megalomane di Metatron ha chiuso la porta di Casa Paradiso. Tu sei caduto quando scendesti all’Inferno per venire a salvare me. Tu perdevi un pezzo di te e di casa tua ogni volta che sceglievi me o Sam invece che i tuoi fratelli. Avere a che fare con noi, ti ha maledetto perché più ci stavi accanto , più capivi che cosa significava essere umani, provare sensazioni, emozioni.” gli diceva Dean e poi come se si fosse ricordato qualcosa: “Aspetta!! Come…come le chiamasti quella volta??...Ah sì!! Le porte del dubbio. Ricordi?”
Castiel fece mente locale su quel ricordo. “Non volevo ma ti chiesi comunque di torturare Alastair!”
“Già. Io lo feci, combinai un casino e tu mi salvasti!” ed era lì che voleva arrivare. “Disobbedisti. E invece di lasciarmi massacrare da Alastair , mi salvasti la vita, anche se poi servì Sam a finire il lavoro!!” disse sorridendo.
“Dove vuoi arrivare , Dean!?” chiese l’angelo.
“Voglio arrivare al fatto che…” e forse l’angelo vide dell’imbarazzo sul volto del cacciatore. Dean Winchester apriva facilmente il suo cuore solo a Sam. A volte capitava anche con lui , ma era sempre più difficoltosa come cosa. “….Il fatto è che non voglio che tu te ne vada , Cas. Non per questo motivo e non se la tua intenzione è andare via per sempre!” ammise tutto di un fiato per non darla vinta all’imbarazzo.
“Dean, io….”

Dean, ignorò tutto quello che sentiva.
“Io ho perso tutto a causa di questo lavoro assurdo. La mia famiglia si è sgretolata come sabbia tra le mie mani, annientata dal male che c’è là fuori. Ho visto morire ogni persona a cui volevo bene, sotto i miei occhi, incapace di poter fare qualcosa per salvarla. Ogni volta il nome di quel qualcuno allunga una stramaledetta lista di morti che mi porto sulla coscienza. E ora sto impiegando ogni mia forza, ogni mia conoscenza, ogni cellula del mio corpo per tenermi stretto mio fratello perché non sopravvivrei ad avere il suo nome su quella lista. Ma anche scriverci il tuo non mi darebbe pace, Cas.” confessò e questa volta gli occhi verdi del cacciatore non vagavano in giro per la vergogna.
No! Fissavano l’angelo, dritto, nel blu dei suoi occhi.

Castiel non riuscì a rispondere niente. Colpito in pieno da quelle parole. Vagò freneticamente nei suoi millenari ricordi alla ricerca di qualcuno dei suoi fratelli che gli avesse mai detto una cosa del genere.
Nulla. Niente. Nessuno.
E si sentì ancora più in colpa per quello che gli aveva fatto.
 
Non disse niente e uscì dalla stanza lasciandosi Dean alle spalle che lo fissava perplesso.
Lo aveva convinto? Non lo aveva convinto?
 
Fuori dalla camera di Dean, appoggiato ad uno dei muri del corridoio, Sam aveva ascoltato quella conversazione e aveva chiuso gli occhi deglutendo un sottile dolore, quando aveva sentito Dean pronunciare quelle ultime frasi. Su di lui. Sul loro legame fraterno.
In un attimo, il giovane Winchester ripercorse le miriadi di volte in cui quel suo tanto coraggioso quanto sconsiderato fratello, gli aveva salvato la vita a costo della sua, senza pensarci due volte.
E si convinse che per quanto, a volte , in momenti di rabbia e frustrazione, gli si era rivolto con parole dure, mai e poi mai avrebbe lasciato che in quella sua lista personale ci fosse il nome di Dean.
 
Quando vide l’angelo, lo guardò. Ma questa volta non c’era astio sul volto del giovane cacciatore e Castiel se ne rese conto.
“Lui ha ragione , Cas. Tu , sangue o non sangue, sei parte di questa famiglia o almeno di quello che ne rimane.  Resta. Ti guarderemo le spalle e tu …tu le guarderai a noi.” Gli disse con tono basso e calmo.
“Come è successo in quel magazzino?!” domandò ironico Castiel.
“Già!!” lo sorprese Sam. “Infondo se non ci fossi stato io a scuoterti o …o perfino Dean a ricordarti chi eri suo amico,….non sarebbe andata come è andata! Non lo avresti salvato!”
Castiel scosse la testa. Era confuso. Si sentiva confuso.

Perché prendere quella decisione sembrava più difficile del mettere ordine tra le fazioni del Paradiso?

Mise una mano sulla spalla del giovane cacciatore. Sorrise appena.
“Prenditi cura di lui, Sam!”
Non si fermò.
“Castiel?!”
“Prenditi cura di lui!”
Andò via, comunque.
 
Sam lo vide allontanarsi tra i corridoi del bunker. Per un po’ fisso il vuoto di quelle corsie e poi si decise a ritornare dal fratello.
Lo trovò nell’esatta posizione in cui l’aveva trovato Cas. I due fratelli si guardarono , in silenzio. Dean fece un leggero cenno con la testa e Sam capì comunque.
“Se ne è andato!” disse allora, notando lo sguardo triste e deluso del fratello.
Non fecero commenti.  Sapevano che qualsiasi cosa si sarebbero detti era solo per rincuorarsi di aver perso un altro amico. Anche se in modo diverso, anche Cas se ne era andato.
Sam, allora , fece un respiro profondo. “Dovresti riposare ancora, Dean!” fece quando vide l’accenno del fratello ad alzarsi.
“Basta riposare. Sono stanco di riposare. Nelle ultime ore sono stato ricoperto di lividi e sicuramente qualche osso non era dove Dio ce l’aveva messo. Ma ora ho un buco nello stomaco che solo un bell’hamburger riuscirà a guarire.” Rispose cercando di ritornare il vecchio Dean. “Perciò, fratellino…vieni qui, aiutami a mettermi in piedi e andiamo in cucina. Ho una fame da lupo!!!” riuscì a scherzare.
Sam lo raggiunse prontamente e gli offrì la sua spalla dove il maggiore vi mise il braccio per appoggiarsi. Sam gli circondò la vita e lo aiutò ad alzarsi.
“Stai diventando vecchio, fratellone!!” lo provocò Sam mentre Dean cercava di rimettersi completamente dritto e stringeva i denti per non gemere più del dovuto.
“E tu sarai un ottima badante, Samatha!!” rispose a tono il maggiore.

Risero.
Si sforzarono di ridere.
 
Nella cucina , Sam sistemava le poche cose che servivano per mettere qualcosa nel piatto.
“Ehi! sono quasi finite le birre. Qui ci vuole ancora un po’." fece indicando la griglia della cucina. "Esco e vado a prenderle. Ce la fai a restare da solo per un po’!?” chiese premuroso.
“Sì, mammina!” lo prese in giro il maggiore. “Prometto che non aprirò a nessuno!”
I due si sorrisero, ma poi, qualcuno, spezzò il momento.
 
“O potrei andarci io!”
 
L’angelo lo suggerì mentre i due cacciatori si voltarono di scatto e lo fissarono stupiti, ma seri.
Castiel deglutì, per trovare il coraggio di continuare.
“Tu…” fece rivolto a Sam, “…potresti restare qui con Dean. E tu…” spostando lo sguardo sull’altro, “…avresti Sam con te, se avessi bisogno di qualcosa!” suggerì con timidezza o forse timore, fermo ancora, sulla porta della cucina.
I due fratelli si voltarono per guardarsi e cercare sui loro volti, la decisione da prendere.

Dean , però, questa volta con un solo cenno delle sopracciglia, lasciò al minore la decisione da prendere. Era Sam quello che, in quel momento, era colui che proteggeva. Era Sam che in quel momento doveva essere il “maggiore”
Sam, capì, dagli occhi di Dean, la responsabilità che il fratello gli lasciava. Ne fu felice, in un certo senso. Perché Dean gli permetteva di decidere per lui. Di prendersi cura di lui. Dean Winchester si faceva da parte e gli concedeva il “potere”.

Il minore sorrise appena, quasi impercettibilmente. Decise.
L'unica decisione che poteva prendere anche per Dean.
Gli bastò guardare il fratello per comunicargli ciò che andava fatto. E a Dean bastò ricambiare quello stesso sguardo per procedere in quella scelta. A modo suo!
"Ok!" fece senza scomporsi. "Ma ad una condizione.” Riferì quasi severo.
“Va bene!” sussurrò obbediente Castiel.
“Da qui, niente deviazioni. Niente soste. Non parlare con gli sconosciuti. Arrivi al market, prendi quello che serve e torni indietro di filato. Tra mezzora devi essere a casa!!" lo redarguì severamente.
Sam sorrise , ma addolcendo il tono, aggiunse: "Non temere. Se fai tardi ti terrò la cena in caldo!" lo rassicurò.
Castiel li fissò perplesso. "Ma cosa?..."

Dean sorrise ora molto più palesemente, contento di aver colpito nel segno. Contento di rivedere il solito sguardo stranito dell'amico angelo. Quella testa leggermente piegata e gli occhi stretti e accesi di quel blu intenso che forse altro non era che la sua grazia costretta in un  semplice corpo umano.
"Tranquillo, Cas. Sono solo le solite sciocchezze che si dicono in famiglia!" ghignò divertito nel ricordargli discretamente il discorso che gli aveva fatto sulla famiglia e sul farne parte.

Castiel sorrise , oramai più tranquillo e sereno.
"Voi Winchester!!" esclamò indeciso. "Arriverà mai il giorno in cui non mi sorprenderete più?!"
"Speriamo di no, Cas. Perchè il giorno in cui...quel giorno arriverà, noi due..." fece indicando se stesso e il fratello al suo fianco: "...e questo show..." continuò facendo roteare il dito indice che indicava tutto quello che avevano intorno: "...avremo chiuso i battenti!"

Castiel, l'angelo del Signore, guardò i due fratelli, guardò il posto in cui si trovavano e poi asserì deciso: " Non accadrà mai allora!!" e uscì.


N.d.A.:  Ed eccoci alla fine. Non ho cose particolari da dire, solo che spero vi sia piaciuta.  
Quindi non vi ammorbo e vi lascio.
Fatemi sapere che ne pensate, ok??

Baci, Cin!!!!

 
   
 
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