Il sole sbucò timidamente dalle nuvole. Franny non attendeva altro. Scattò in piedi e corse in bagno, perdendosi il magnifico spettacolo offerto dall’alba, che come un tramonto all’inverso colorava di un forte arancione e tinteggiava di rosa tutto quello che incontrava sul suo cammino.

Camminò verso il bagno facendosi strada tra scatoloni e cianfrusaglie varie. Finalmente il grande giorno!

Avrebbe abbandonato quel piccolo e monotono quartiere grigio londinese per trasferirsi nel Surrey, in un grazioso paese piuttosto anonimo, ma molto carino. Franny riflettè, e poi si ricordò che si chiamava Little Winninghton, Little Winningh, o qualcsa del genere.

Si osservò nella grande specchiera del bagno, scrutando i capelli lisci e dorati che le ricadevano un po’ spettinati sulle spalle. I suoi occhi verde marino lasciavano trasparire una grande dolcezza e simpatia, benche fossero ancora un po’ opachi per il gran sonno. Quel suo nasino piccolo e delicato non faceva altro che conferirle un aspetto ancora più sbarazzino, nonostante la ragazza fosse ormai una sedicenne. Franny sorrise pensando a tutti i nuovi amici che si sarebbe fatta a Little Winningh.

Diede un leggero bacino alla foto dei suoi genitori, e le sue labbra si sitrarono in un debole sorriso malinconico. Suo padre era morto in un incidente stradale qualche anno prima, e sua madre si era volatilizzata, era sparita nel nulla.

Lei si era ritrovata sola con la sua amata zia, Claire.

Se non ci fosse stata lei… la donna aveva deciso di trasferirsi il più lontano possibile da Londra per allontanare il peso dei ricordi.

Franny le diede ragione, ma allo stesso tempo provava un grande dispiacere ad abbandonare i suoi amici.

Si disse che doveva sbrigarsi a svegliare sua zia. Mentre usciva sentì come una presenza dietro di lei. Si voltò incuriosita, ma vide soltanto una specie di luccichio, e avrebbe giurato che qualcosa sul suo comodino si fosse mosso. Ma su di esso c’era soltanto la foto dei suoi, una sveglia e un bicchiere d’acqua. Mentre abbassava la maniglia, avvertì nuovamente quella strana sensazione.

Quando si voltò c’era una busta sigillata accanto alla foto di sua madre e di suo padre.

La prese, incuriosita e sbigottita, cercando di trovare una spiegazione razionale a quanto era appena accaduto.

Ma la curiosità prevalse, quindi tentò di aprirla, ma invano.

Era come di acciaio, non riuscì a rompere il sigillo di ceralacca né a strappare la plastica, che era misteriosamente indurita. Sulla facciata posteriore apparve una scritta a caratteri molto eleganti:
“Non è ancora il momento….”

La frase la lasciò stupita, non tanto per le sue parole, ma per come era comparsa dal nulla.

Si stropicciò gli occhi, decidendo che era stato tutto uno scherzo del sonno, o magari di qualche burlone che aveva comprato una carta indistruttibile e scritto qualcosa con l’inchiostro simpatico.

Franny uscì finalmente dalla stanza, decidendo di dimenticarsi di quando era successo.