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Autore: Suomalainen    17/09/2015    2 recensioni
Un libro.
Una ragazza del tutto normale.
Un ragazzo' all'antica.
Due salti nel tempo, lui per salvarla, lei per cercarlo.
Ma se il destino non fosse così semplice? E la fine non così scontata?
Dal testo:
" «Cosa ci fai qui?»
«Io… Volevo vederti e–»
«Se ti trovano qui sono guai!»
«Non mi importa.» dissi con decisione, non volevo lasciarlo mai più. Lui mi afferrò un polso e mi trascinò dietro una porta, la richiuse alle nostre spalle e mi bloccò con la schiena al muro. «A ME importa. Non potrei perdonarmelo se…» sospirò. Mi lasciò i polsi, mi attirò a sè stringendo le sue muscolose braccia attorno alla mia vita. Mi baciò dapprima lentamente, e poi sempre con più passione. Io ricambiai stringendolo forte a me.
«Mi sei mancata.» mi sussurrò a fior di labbra.
«Anche tu.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cercai di fare il più piano possibile, nessuno doveva sentirmi e nè tanto meno vedermi. Scesi dal letto e mi infilai silenziosamente le scarpe, presi la giacca che era stata appesa sull'appendino della stanza e me la infilai. Per precauzione presi ancora due cuscini nell'armadio e li infilai sotto le coperte, se qualcuno fosse venuto a controllare forse, e dico forse, sarei riuscita a fregarlo con quello stupido trucco. Controllai che il corridoio fosse vuoto e poi mi diressi a passo svelto verso le scale anti-incendio, speravo di non incontrare nessuno, ma se fosse successo avevo già la scusa pronta: volevo prendere una boccata d'aria e stare un po' da sola a pensare e quelle scale mi sembravano il posto più adatto.

Feci quelli che erano quattro piani tutti di corsa, saltando persino i gradini, avevo una fitta tremenda alla milza, ma non avevo tempo per fermarmi. Guardai l'orologio che avevo legato al polso: mancava un quarto d'ora e le ventiquattr'ore sarebbero scadute. Dovevo sbrigarmi.

Mi misi a correre fino ad arrivare alla strada principale, lì fermai un taxi e una volta salita gli dissi l'indirizzo «Cerchi di fare il più in fretta possibile» aggiunsi «È davvero importante!»

L'uomo rispose con un veloce cenno del capo e poi partì.

Speravo solo di aver ragione, se così non fosse stato l'avrei perso per sempre. Era entrato nella mia vita in un modo alquanto burrascoso, ma c'era qualcosa in lui, che nonostante tutto, nonostante le incomprensioni, gli schiaffi, le visioni, nonostante Lucas, Eve e tutto il resto, mi aveva fatto provare qualcosa. Non saprei come definire ciò che provavo... Non era amore, era più un bisogno ecco. Era un bisogno di lui, della sua voce, del suo essere sempre e comunque Liam, un bisogno di averlo accanto e di sentire la sua, per la maggior parte delle volte irritabile presenza, presenza. O forse era proprio quella la definizione di Amore?

Guardai l'ora: cinque minuti. Mancava poco a casa mia, se i miei calcoli erano esatti ce l'avrei dovuta fare.

Non pensavo di fermarlo, sapevo che se la magia era quella non ce l'avrei fatta a farlo rimanere, contavo più sul fatto che mi avrebbe portato con sè. Mi bastava avere un contatto fisico con lui e io sarei scomparsa con lui nel libro e nel tempo.

Il taxi si fermò, lanciai una banconota da venti al tassista gridando «Tenga il resto!» e corsi fuori, corsi alla porta e cercai di aprire: chiusa.

Merda. Avevo lasciato le chiavi all'ospedale. E adesso?

Mi ricordai che la nonna lasciava sempre unaa chiave di scorta sotto un vaso del giardino sul retro, io non l'avevo mai toccata, quindi speravo fosse ancora lì; corsi verso il retro della casa e iniziai a cercarla, ma nulla, forse non era sotto un vaso ma da qualche altra parte... Mi guardai intorno, cosa potevo fare? Proprio mentre stavo decisamente pensando di sfondare la porta con qualcosa, notai che la finestra del salotto era aperta, probabilmente anche Liam era entrato da lì.

Guardai l'ora: due minuti.

Mi buttai letteralmente di testa nella finestra aperta e atterrai sul tappeto rosso di mia madre. Mi alzai e pensai velocemente “Potrebbe essere in due posti: o nello sgabuzzino dove è apparso la prima volta, oppure nel covo sotto la camera degli ospiti...”. Avevo poco tempo, perciò non sarei riuscita a controllare entrambi i posti, dovevo fare una scelta. Corsi su per le scale il più velocemente possibile, la luce del corridoio era accesa, quindi probabilmente era passato di lì «LIAM!» urlai «LIAM DOVE SEI??» entrai in quella che era la sua stanza e me lo trovai davanti.

«Cosa ci fai qui Cassidy?» mi chiese con calma «Dovresti essere all'ospedale, sei ancora debole per—»

«Vengo con te Liam!» lo interruppi ansimando

«Vieni con me dove?»

«Nel tuo tempo, nel Medioevo!»

Liam sorrise in modo stanco e mi si avvicinò «Non sai cosa stai dicendo Cassidy.»

«E invece sì! È vero, ti ho odiato dal primo momento che ti ho visto e in un certo senso ti sto odiando persino ora...» feci un passo avanti verso di lui «Ma so che ti odierei ancora di più se te ne andassi senza portarmi con te.»

«Meglio l'odio che l'essermi indifferente...»

«Portami con te Liam.» Liam mi sorrise, si piego in avanti e mi sfiorò le labbra con le sue: era stato un bacio appena accennato, lieve, ma mi provocò un sacco di brividi in tutto il corpo. Liam afferrò la mia mano e la strinse nella sua, se la portò all'altezza del viso e guardò il mio orologio, era questione di secondi oramai.

Mi attirò a sè e mi fece sprofondare nel suo petto. Sarei partita con lui, avrei detto addio al mio tempo per sempre. Cosa avrebbe detto la mamma? Non l'avevo neanche salutata. E Hel? Si sarebbero presi tutti un colpo, una volta scoperta la mia scomparsa...

Mi avrebbero cercato? Avrei trovato un modo per tornare indietro? Non lo so. Ma in quel momento non mi importava, sarei stata con Liam, nel suo tempo e quello mi bastava. Forse era quello che faceva il libro, forse era già scritto nella storia e quello era il mio destino... Proprio come lo era stato per mia madre e mia nonna prima di me.

Le braccia di Liam mi accarezzavano la schiena e io mi strinsi ancora di più a lui. Dopo pochi secondi una luce iniziò ad illuminare la stanza: era arrivato il momento.

Niente sarebbe più stato lo stesso. Io non sarei stata più la stessa.

Liam mi baciò la testa e mi strinse ancora di più a sè, non mi avrebbe lasciata mai più.

«Addio Cassidy... Non odiarmi troppo ti prego.» mi sussurrò, io mi staccai quel tanto che bastava per poterlo guardare in viso, e notai che stava iniziando a scomparire, stava diventando un'immagine sfocata sempre di più «Liam! Io vengo con te!» gli strinsi la mano il più possibile, ma continuava a sbiadire sempre di più, anche sotto il mio tocco.

In quel momento capii, lui sapeva che avrei potuto provare qualsiasi cosa, ma non sarei riuscita a scomparire con lui, per quello non aveva fatto storie quando gli avevo espresso la mia volontà di seguirlo.

«Liam ti prego...» iniziai a piangere, come se potesse realmente servire a qualcosa «Non sparire...» lui portò una mano sul mio viso, quasi come per farmi una carezza, ma tutto quello che sentii fu solo un leggero soffio freddo sulla guancia e poi più niente.

«No... LIAM!!» mi alzai in preda al panico e inziai a cercare qualcosa che potesse aiutarmi a raggiungerlo, magari aveva dimenticato qualcosa che poteva aiutarmi...

“Il libro!” pensai, corsi in camera per cercarlo e fu in quel momento che vidi sul mio cuscino una lettera, con il mio nome scritto sopra in bella grafia.

La presi con mano tremante e l'aprii

 

 

Cara Cassidy,

Se stai leggendo questa lettera è perché me ne sono andato; ci sarebbero troppe cose che vorrei dirti, e per questo la risolvo non dicendoti niente, se non che mi mancherai. Tanto. Forse per te non sarà lo stesso, ma tu per me sei e sempre sarai importante...

Lo so che è stupido da dire adesso, e forse è la cosa meno appropriata di tutte, ma...

Penso di essermi innamorato di te.

 

Che il vento della fortuna spiri sempre in tuo favore e che la tua vita sia piana di gioie.

 

Addio.

Per sempre tuo,

 

Liam

Strinsi la lettera fra le mani fino a stroppicciarla e a quasi romperla. Mi lasciai cadere a terra e mi rannicchiai sul tappeto continuando a piangere.

Era vero allora.

Liam se n'era andato... E non sarebbe tornato, mai più.

 

 

Eilà!

Scusate, ci ho messo un bel po' per pubblicare un nuovo capitolo, ma tra la scuola e tutto il resto è stata davvero un periodo pieno e stressante!

Il capitolo è più corto rispetto agli altri, ma non potevo fare altrimenti.

Liam è sparito per davvero questa volta e mi dispiace dirvi che non tornerà più nel mondo moderno di Cassidy. Sorry haahah

Buona giornata a tutti!

 

Suomalainen.

  
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