Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Peach Blossoms    17/09/2015    5 recensioni
Heiji si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato. Commise un grande errore, che gli costò la fiducia dell'unica ragazza che avesse mai amato: un bacio dato alla persona sbagliata.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il bacio che aspettavo

La sveglia suonava incessantemente da ormai qualche minuto. La ragazza sollevò la testa e schiuse leggermente gli occhi per dare un’occhiata fuori dalla finestra: delle goccioline di pioggia scendevano veloci lungo il vetro appannato, oltre il quale si intravedeva un cielo scuro e nuvoloso. Il vento soffiava forte e faceva tremare i rami di un albero, lo stesso che da piccola aveva piantato nel suo giardino con Heiji.
Chiuse di nuovo gli occhi e nascose la testa sotto le coperte.
Il tempo, quella mattina, combaciava con l’umore di Kazuha. Si sentiva vuota, completamente apatica: non aveva voglia di uscire, né vedere o parlare con qualcuno, nemmeno con lui; voleva stare sola con se stessa. Ancora ignorava il motivo che l’aveva portata a sentirsi così, in fondo era sempre stata una ragazza allegra e solare e ogni problema l’aveva superato con un sorriso. Ma non questa volta.
- “Kazuha, sei sveglia? È da mezz’ora che la sveglia sta squillando!” urlò improvvisamente la madre, bussando alla sua porta e destandola dai suoi pensieri. Svogliatamente si vestì e si pettinò, cercando di apparire “normale” agli occhi dei genitori, nonostante le pesanti occhiaie e i suoi occhi spenti lasciavano intravedere il disagio che si portava dentro. Per evitare inutili chiacchiere e ramanzine da parte dei suoi, fece colazione velocemente ed uscì di casa per andare a scuola. Scuola, alias professori noiosi, compagni invadenti e lui, sempre e ovunque lui: altro grande ostacolo che si frapponeva fra lei e la sua voglia di stare in pace.
Entrò in classe esattamente un minuto prima dell’inizio delle lezioni; aveva aspettato fuori per non dover subire l’attacco delle sue compagne di classe, grandi spettegole, che fremevano dalla voglia di raccontarle gli ultimi gossip della scuola. In realtà, gli intrighi e le vicende amorose delle coppiette più gettonate del liceo, l’avevano sempre divertita; ma ora non più, non ora che il protagonista di quelle storie era Heiji. Ascoltare di quanto fosse innamorato e felice della sua nuova fiamma ancora le faceva male.
- “signorina Kazuha, che fa, entra?” le chiese il professore alle sue spalle.  “si, subito” rispose.
Si sedette alla sua postazione e notò di avere gli occhi di Heiji puntati addosso, un'altra fitta allo stomaco. Era così arrabbiata, così delusa da lui che non riusciva nemmeno a guadarlo in faccia.
Le lezioni finirono stranamente in fretta quella mattina; non appena suonò la campanella, Kazuha prese il suo zaino e si precipitò fuori dalla classe. “Kazuha, aspetta!” urlò Heiji, ma fu troppo tardi, se n’era già andata.
 
  _-*-_-*-_

Erano passate già due settimane da quella serata al pub e da allora Kazuha non l’aveva più degnato di uno sguardo. Lui aveva cercato di parlarle, di spiegare com’erano andate davvero le cose, ma sempre invano. Era come se Kazuha avesse eretto fra di loro un muro di mattoni. Beh, era comprensibile, dato quello che aveva combinato. Pensò che forse, questa volta, era davvero finita. No, non può finire così, strinse forte i pugni fra le mani e dal nervosismo colpì il muro, ferendosi le nocche.
- “Tesoro, ma che fai? Ti sei fatto male?” una vocina giunse da dietro le sue spalle. Era Sakura, di nuovo.
- “Quante volte dovrò ripeterti che non sono il tuo tesoro?” rispose esausto Heiji.
- “Eppure ci siamo baciati…” lo stuzzicò lei, accarezzandogli il mento “… appassionatamente, per giunta” concluse con una risatina maliziosa.
- “Vattene per favore” la sua voce era dura e cupa “sparisci dalla mia vista”. La ragazza, spaventata, cambiò strada.
Non avrebbe dovuto ripeterlo. Aveva cercato di dimenticare quel momento così tante volte, ma c’era sempre qualcuno lì pronto a ricordare ciò che aveva fatto. Ma più delle chiacchiere degli altri, era l’assenza di Kazuha che lo faceva stare male, non averla sempre tra i piedi, con le sue risatine e i suoi dispetti.
Era stato un errore, solo uno stupidissimo errore e non passava minuto senza che Heiji ne provasse sdegno e rimorso.

Accadde tutto quella fatidica sera: molti ragazzi del liceo, tra cui Heiji e Kazuha, erano stati invitati alla festa di compleanno di questa Sakura, ragazza di due anni più grande, particolarmente ricca e nota per il suo carattere frivolo e superficiale. Aveva lunghi capelli biondi, visibilmente tinti, e grandi occhi neri: era senza dubbio una bella ragazza, ma il suo carattere da ragazzina viziata e l’atteggiamento poco morale avevano attirato su di lei l’attenzione di parecchi ragazzacci. La location della festa, un pub frequentato principalmente da ragazzi sopra i vent’anni, famoso per il record di persone ubriache marce che uscivano di lì ogni sera, aveva  intimorito Kazuha, che aveva preferito non andare. Heiji invece decise di fare un salto, aveva diciotto anni ormai e si sentiva abbastanza grande per questo tipo di feste.
Com’era probabile, in poche ore quella festa di compleanno si trasformò in un putiferio. Quattro ragazzi ubriachi avevano cominciato a strattonarsi e a menarsi per stabilire chi fosse il fortunato ragazzo che avrebbe dato il bacio di compleanno alla festeggiata. Heiji intervenne prontamente per fermare la rissa, si mise in mezzo e dopo aver ricevuto qualche pugno e un po’ di calci, riuscì a calmare gli animi. Sakura rimase sorpresa dal coraggio del ragazzo e senza esitare si buttò fra le sue braccia, dichiarandolo vincitore del tanto ambito bacio.
Sdraiata nel suo letto, Kazuha non riusciva a dormire, aveva un brutto presentimento e conoscendo il suo infallibile sesto senso, aveva deciso di andare a dare un’occhiata alla festa per controllare che Heiji stesse bene.
Non appena aprì la porta del pub, vide una scena che non avrebbe più dimenticato.
Heiji si trovava sotto i riflettori, in mezzo alla folla che applaudiva e incitava. Teneva fra le braccia una ragazza e la baciava appassionatamente.
Rimase immobile, davanti alla porta. Le gambe e le mani cominciarono a tremare, mentre lacrime copiose scendevano lungo le sue guance, nonostante lei cercasse di trattenerle.  Rimase lì, ferma, fino che lo sguardo di Heiji, dopo essersi staccato da quella ragazza, si posò su di lei.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo e fu come se il mondo intorno a loro fosse caduto a pezzi. Heiji mollò subito la presa, facendo cadere Sakura per terra. Si guardò intorno confuso, non poteva crederci di averlo fatto davvero.
 “Kazuha, non è come credi…” aveva urlato, sgomitando tra la folla per avvicinarsi alla ragazza. Ma lei, non appena lo vide arrivare, scappò via.
 
  _-*-_-*-_

Kazuha entrò in casa e si fiondò in camera sua. Con quella mattina, erano esattamente undici giorni che non lo guardava né gli parlava più. Non sapeva se stesse facendo la cosa giusta, in fin dei conti, lei ancora lo amava così tanto. Ma in quel momento stargli vicino le faceva più male che stargli lontano. Forse era solo questione di tempo, doveva abituarsi all’idea che quello che lei aveva sempre creduto essere l’amore della sua vita, ora amava un’altra persona. Se solo gliel’avesse dichiarato prima, magari le cose sarebbero andate diversamente…  no, Heiji non l’amava.
Aveva tanta voglia di piangere, aveva bisogno di sfogarsi ma lo aveva fatto così tante volte in quei giorni che ormai non le scendeva più nemmeno una lacrima. Chissà cosa stava facendo Heiji in quel momento…
Si rannicchiò sul letto, abbracciando il cuscino soffice, e si addormentò.

                                                                                
- “Signora, io ho bisogno di parlarle” Heiji si era presentato a casa di Kazuha, ma la madre di lei riteneva inopportuno farlo entrare, visto la richiesta che la figlia aveva espresso di non volerlo vedere per nessuna ragione al mondo.
- “Senti, caro, io vorrei tanto farti entrare ma mia figlia non è ancora pronta…” rispose lei dispiaciuta.
- “Non è ancora pronta? Sono passate due settimane!” accortosi di aver alzato la voce, prese fiato per calmarsi. “io ho estremamente bisogno di parlare con sua figlia, la prego. Sto diventando matto senza di lei, questo lo capisce?” giocò la sua ultima carta.
- “Fai piano. Si è appena addormentata” sorrise la donna, facendolo passare. “l’ho fatto solo perché non sopporto di vedere mia figlia in questo stato” lo avvisò, afferrandolo per il braccio. “ma ti avverto, non sarà facile farti perdonare.”
Heiji salì le scale. Le aveva salite milioni di volte, ma mai così ansiosamente. Aprì piano la porta e trovò Kazuha ancora addormentata sul letto. La sua cameretta era in disordine e questo non era da lei: la giacca dell’uniforme scolastica era per terra, sopra lo zainetto ancora pieno di libri. Notò sulla scrivania tanti fogli stropicciati e qualche biro colorata, lei usava sempre quelle profumate per scrivere le lettere. Riconobbe subito la cornice blu e bianca, anche se era appoggiata contro la scrivania. Era quella con la foto che avevano scattato l’anno prima in gita al mare: li ritraeva mentre erano in spiaggia, Kazuha sorrideva felicissima ed Heiji la abbracciava, in uno dei suoi rarissimi momenti di tenerezza. Aveva visto quella foto così tante volte che ricordava a memoria ogni singolo dettaglio. Appena raddrizzò la cornice, notò subito che la foto non c’era più. Si guardò intorno per cercarla e la trovò nel cestino della spazzatura.
L’aveva fatta soffrire così tanto…
Kazuha si svegliò. “Cosa ci fai tu qui?” esclamò confusa, non appena mise a fuoco ciò che aveva davanti agli occhi.  “vattene subito!”
 Heiji si avvicinò nel tentativo di calmarla, ma ottenne il risultato opposto. Cercò di tenerla ferma dai polsi, ma lei continuava a dimenarsi e non appena si liberò dalla presa del ragazzo, gli stampò uno schiaffo sul viso.
- “Hai ragione, me lo merito” disse lui, alzando le mani al cielo in segno di resa. “ora stai calma, non ti tocco più”. Lo sguardo arrabbiato e confuso di Kazuha si posò su quello supplicante di Heiji: si guardarono negli occhi, di nuovo dopo tanto tempo, e fu come se si fossero innamorati una seconda volta.
Heiji ruppe il silenzio e cominciò a raccontarle ciò che era accaduto quella sera: “E’ scoppiata una rissa, io mi sono intromesso per dividere quel gruppo di ragazzi e poco dopo mi sono ritrovato Sakura fra le braccia. Mi ha baciato all’improvviso, è successo tutto così velocemente… ti, giuro io..”
- “non mi importa” lo interruppe Kazuha. “come?” chiese Heiji.
- “non voglio sentire cosa è successo, non mi importa” gli ripeté “sono felice che tu stia con Sakura. Dopo tutto sono tua amica ed è questo che fanno gli amici, sono felici se tu sei felice” sorrise, ma si vedeva lontano un miglio che mentiva. Quelle parole erano uscite forzatamente dalla sua bocca, non le appartenevano ed era l’ultima cosa che avrebbe voluto dirgli, ma la sua mente in quel momento aveva prevalso sul cuore, che invece continuava ad urlare di correre da lui per abbracciarlo forte.
- “non lo pensi davvero” disse a voce bassa lui “non sei mai stata solo una mia amica…”
Kazuha si alzò dal letto, si diresse verso la porta e la aprì voltandosi poi verso Heiji “tu non hai mai dimostrato il contrario”.
- “sono così, Kazuha, lo sai!” urlò Heiji, che aveva cominciato ad agitarsi visto la brutta piega che stava prendendo la situazione. “non so dimostrare quello che provo, non sono mai stato bravo in queste cose ma non vuol dire che io non provi nul..” Kazuha lo interruppe, alzando la voce.
- “Ho atteso per anni che tu facessi qualcosa, che dicessi anche solo una parola che mi facesse capire ciò che provi per me... Anni Heiji” la sua voce si era fatta rauca, a stento riusciva a trattenere le lacrime, ma doveva dimostrarsi forte “eppure per baciare quella ragazza davanti a tutti, ci hai messo davvero poco” abbassò lo sguardo, forse per paura di vedere la reazione del ragazzo, e con un gesto lo invitò ad uscire.

- “Heiji, tutto bene?” chiese la madre di Kazuha, vedendo il ragazzo correre per le scale e precipitarsi fuori casa.
- “No, signora, per niente” rispose, senza nemmeno alzare lo sguardo. “scusi il disturbo”, mise il cappellino e corse via.
La donna notò gli occhi ludici del ragazzo, nonostante fossero nascosti dalla visiera e le si spezzò il cuore quando capì che anche lui stava piangendo.
 
   _-*-_-*-_

La mattina seguente, Kazuha si presentò a scuola con lo stesso pessimo umore che ormai sembrava aver preso fissa dimora nel suo animo. Dopo la discussione con Heiji non aveva chiuso occhio e il suo viso lo dimostrava. Anche sua madre aveva provato a parlarle, spiegandole di quanto Heiji fosse dispiaciuto per l’accaduto e di come fosse inutile continuare a reprimere l’amore che provava per lui. Da un lato avrebbe voluto darle retta, ma il ricordo di quella scena la faceva tornare sui suoi passi.
La lezione era cominciata da più di un’ora ed Heiji non si era presentato in classe. Si sentì leggermente sollevata, non avrebbe dovuto passare la mattinata a nascondersi o ad evitare i suoi sguardi, ma nonostante tutto le mancava.
D’un tratto un suono assordante interruppe la lezione di matematica. Sembrava provenire dal cortile della scuola: tutti si affacciarono alla finestra incuriositi. Un ragazzo alto, dalla pelle olivastra si era arrampicato sul muretto, teneva in mano un microfono e guardava proprio in direzione della loro  classe.
“Heiji…” Kazuha non credeva ai suoi occhi. Era proprio lui, ma cosa aveva intenzione di fare?
Non appena vide che Kazuha lo stava guardando, avvicinò il microfono al viso e si schiarì la voce.
- “emm… scusate il disturbo.. emh, vi ruberò solo pochi secondi.. devo fare un annuncio importante..”
- “Heiji, sono qui, ti amo anche io!” urlò Sakura, che si era affacciata ad un’altra finestra, sbracciando come una matta e facendo ridere mezza scuola.
- “io no, quindi lasciami stare una volta per tutte!” le disse scocciatissimo “sto facendo questa cosa per Kazuha…” continuò. Pochi secondi dopo, la ragazza si ritrovò gli occhi di tutti puntati addosso.
- “sono stato un coglione, lo so. Ma devi credermi Kazuha, non c’è mai stato nulla fra me e Sakura e mai ci sarà. E’ stato solo un errore, un pessimo errore e se non vuoi vedermi più, ti capisco. Ma sappi che io continuerò ad aggrapparmi al sentimento che provo per te e ti aspetterò, dovessero passare anni, io sarò qui per te.” Abbassò gli occhi, fece un profondo respiro “non so starti lontano Kazuha, mi manchi.”
Kazuha era rimasta immobile per tutto il tempo, con gli occhi fissi su quel ragazzo, ancora incredula di aver sentito quelle parole.
“Vai da lui Kazuha!”, “forza, che aspetti!”, “vai dai!”  incitata da tutta quella folla, Kazuha sorrise e con il cuore che le scoppiava nel petto, cominciò a correre. “Sì, brava!”, “urrà!”  la acclamavano gli altri.
Corse per i corridoi e per le scale, “scusate, scusate” diceva, anche se non le importava di urtare contro tutte quelle persone, voleva solo correre fra le sue braccia. Arrivò in cortile e lo vide lì, vicino al muretto. Era così imbarazzato: fino al giorno prima faticava ad ammettere perfino a se stesso ciò che provava per lei, e ora lo aveva urlato a tutta la scuola.
Heiji le sorrise, come solo lui sapeva fare. Kazuha non poteva far altro che correre fra le sue braccia. Si abbracciarono talmente forte, come se quell’abbraccio servisse a recuperare tutto il tempo perso.
- “mi sei mancato tanto anche tu” gli disse, lasciando che qualche lacrima di felicità le bagnasse la guancia.
Lui sciolse l’abbraccio, lasciando le mani sui suoi fianchi. “me lo merito un bacio?” Kazuha annuì, mentre un leggero rossore le coloriva le guance umide. Heiji avvicinò le labbra a quelle morbide di lei e non appena furono a pochissimi centimetri di distanza, si fermò un attimo per assaporare meglio quel momento. Realizzò che non avrebbe più desiderato altre labbra all’infuori di quelle. Si tolse il cappello per coprire i loro volti dagli sguardi ancora incuriositi dei loro compagni, “hanno già visto abbastanza per oggi” rise, poi finalmente, la baciò. 
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Peach Blossoms