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Autore: Inilis    17/09/2015    2 recensioni
Rodrix, scritta a quattro mani.
Le mura di Hogwarts sono sul limitare del collasso, la scuola si regge ancora, riempita dai cuori pieni di ideali dei giovani maghi, il disastro è imminente, ma i rapporti umani prevalgono in quel caos verdargento.
"Vita, morte, magia. Tutto collegato da un flebile filo, intrecciato, annodato così bene che scioglierlo e renderlo vergine ci è impossibile. E' questo che tentiamo di fare, è per questo che viviamo... ma siamo così certi di volerlo sciolto?
Bellatrix to Tom, Before the end."
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Before The End
Prologo.


Vita, morte, magia. Tutto collegato da un flebile filo, intrecciato, annodato così bene che scioglierlo e renderlo vergine ci è impossibile. E' questo che tentiamo di fare, è per questo che viviamo... ma siamo così certi di volerlo sciolto?
Bellatrix to Tom, Before the end.



Cap.1.
Il suo cervello era differente, la sua mentalità non era pratica.
 


Quella sera la sala comune era particolarmente deserta, nessuno dipinto arricchiva le fredde pareti, come sentissero il richiamo di un disastro imminente, l'unica luce della stanza era il fuoco lento e apaticamente tranquillo del caminetto, ondeggiava flebile in attesa di essere attizzato. Bellatrix prese un bastone gettandolo fra le fiamme, non che servisse ad un suo particolare scopo, ma adorava vedere l'improvvisazione delle lingue slanciarsi verso l'alto, sentire lo screpitìo del legno ed essere invasa dall'odore di bruciato. Forse era poco, ma le permetteva di non pensare per un attimo. La palpabile presenza del silenzio le assordava le orecchie riempiendola di pensieri, idee, a volte fugaci, a volte permanenti, ma era un susseguirsi di immagini, ricordi, sensazioni, ogni tanto le pareva di impazzire, avrebbe dato tutto per far smettere al suo cervello di lavorare.
Un cigolio, dei passi, un'ondata di profumo, Bella ringraziò Salazar che qualcuno si fosse presentato in quella stanza, in quel momento.
Sentì il fruscìo della divisa dietro di lei, si diresse verso i dormitori, a quanto pare non l'aveva notata, chiuse per qualche istante gli occhi, decisa a rilassarsi.
Il silenzio invase di nuovo quella sala, ma questa volta era differente, quasi denso, lo sentiva poggiarsi sulle sue spalle e premerla verso il pavimento. Spalancò le palpebre, davanti a se, coi sui grandi occhi neri, il viso allungato, le labbra tese di lato in un ghigno perpetuo, Rodolphus Lestrange si faceva girare fra le dita una monetina dorata.
Lestrange..” disse a denti stretti, poggiando le mani sui braccioli della poltrona che l'ospitava.
Black” spostò lo sguardo su di lei, senza smettere di rigirarsi la moneta fra le mani.
Sei nel bel mezzo di un ritiro spirituale per caso? Non ti si vede più tanto spesso” aggiunse con voce morbida.
Sono nel bel mezzo del 'mi faccio i cazzi miei' perché ne ho bisogno.” rispose serpentina, facendo schioccare la lingua al palato.
“Non diventarmi acida adesso, su.” arricciò le labbra corrugando leggermente la fronte, come a voler apparir dispiaciuto.
“Se hai del bicarbonato..” Bella alzò un sopracciglio, assecondando i toni setosi della voce dell'altro.
“Almeno l’ironia non ti ha abbandonata, mi stavo quasi quasi preoccupando.” fece sparire la moneta portandosi le mani vicino al petto, come un teatrante professionista.
“Quasi quasi mi fai commuovere.” Bella strinse gli occhi per un attimo, asciugandosi una lacrima fantasma con l'indice.
“Quanto zucchero. T r o p p o.” tornò a ghignare.
Non riconosci più il sarcasmo, Lestrange?”
O forse sei tu che non capisci il mio.” l'altro angolo delle labbra raggiunge l'altezza del primo, mostrando su quel viso tormentato un sorrisetto di sfida.
O forse, semplicemente, suoniamo due musiche differenti.” propose Bella facendo un piccolo cenno di ovvietà con le mani.
A proposito di musica” Rod si frugò sotto la giacca della divisa, estraendo un foglio di pergamena arrotolato, laccato di rosso.
Ne ho qui una che ti piacerà particolarmente” porse il cilindro verso Bellatrix, soddisfatto e baldanzoso.
La giovane serpeverde prese fra le mani il foglio, riconobbe alla prima occhiata quello stemma, era quello di suo padre, della sua famiglia, l'aveva visto così talmente tante volte che non serviva nemmeno analizzarlo per capire che non si trattava di un falso. Puntò gli occhi sul ragazzo davanti a lei.
“E da quando mio padre fa recapitare messaggi a te? Sei diventato un postino ora?” alzò un angolo delle labbra, continuando a scrutarlo.
Chi ti dice che sia per te? Apri e leggi, dolcezza.” era pacato, non che si preoccupasse troppo del contenuto, anzi, sembrava più divertito che altro.
Bella scorreva le lunga dita lungo il pezzo di corda, spezzando la ceralacca in una perfetta metà, sentì il profumo dell'inchiostro ancora fresco mentre la srotolava. Suo padre usava un inchiostro alla lavanda, lasciava sempre dei segni violetti sulle lettere poco marcate, a volte, quando si raggrumava, sembrava sangue secco, probabilmente era per questo motivo che si era scelto una tonalità simile.
I suoi occhi percorsero le scritte velocemente, parola dopo parola sentì indurirsi la propria mascella, le pareva che il suo viso si affilasse di più, che diventasse un'arma istantanea. Le labbra si tesero, il tipico color roseo lasciò spazio ad un bianco minaccioso, sottile, le sopracciglia si unirono sulla fronte, separate solo da piccoli solchi verticali che prolungavano la linea del naso. Perse il conto di quante volte la rilesse, quasi incredula, quasi convinta che fosse una beffa, uno stupido scherzo, ma più leggeva e più riconosceva quella calligrafia elegante, quei riccioli pieni. Gliel'aveva insegnati anche a lei, la 'calligrafia Black' la chiamava suo padre, “Ogni famiglia ha una sua caratteristica crittografica Bella, è ora che tu impari la nostra” le ripeteva giorno dopo giorno nel suo studio, mentre lei passava a rassegna i libri dei propri antenati.
Era la primogenita di tre figlie, colei che avrebbe preso le redini della casa una volta arrivata all'età da matrimonio, sarebbe stata una grande moglie ed una grande governante, ne aveva tutte le capacità intellettive, per questo se la portava sempre dietro, per donare non solo una sposa ma anche una complice. Ed infine, era questo il trattamento che riservava alla sua allieva, alla sua figlia prediletta? Lo sapeva, ne era pienamente consapevole che sarebbe arrivato quel giorno ma mai avrebbe pensato di ricevere una pugnalata simile. Le mancava ancora un anno di scuola, il sesto stava finendo e durante il settimo avrebbe trovato un modo per raggirare quell'ostacolo. Credeva di temporeggiare, ma i tempi dei temporeggiamenti erano finiti, bisognava agire, il prima possibile.
Bellatrix accartocciò fra le mani la pergamena, la lanciò sul viso di Rodolphus che non sembrò per nulla sorpreso.
Che cazzo vuol dire?” disse minacciosa, sputando l'odio che le ribolliva sullo stomaco.
Che diventerai mia moglie, mi pare ovvio” le sorrise divertito, sistemandosi un cuscino sotto al sedere.
Questa è una tua fantasia e rimarrà tale!” gli puntò l'indice contro il petto, penetrando con l'unghia oltre il sottile tessuto della camicia.
Lui le afferrò la mano, stringendogliela leggermente.
Non credere che pure a me piaccia questa situazione” indurì il proprio sguardo fissandola negli occhi.
Allora, vedi di girarmi al largo e non starmi appiccicato al sedere come un paio di mutande” Bella rispose allo sguardo cercando di liberare la propria mano dalla sua presa, ma lui intensificò la forza e la costrinse ad avvicinarsi.
Tu mi fai ribrezzo, ma il dovere è dovere.” le sussurrò ad un paio di centimetri dal suo viso.
Che vada a farsi fottere il tuo cazzo di dovere” gli ringhiò contro specchiandosi nei suoi spettrali occhi neri.
Lui rimase a guardarla per molto tempo, allentando leggermente la presa della sua mano su quella di lei.
Prima lo accetti, prima te ne fai una ragione, dolcezza” le accarezzò il viso, ghignando divertito quando lei si voltò per mordergli la mano.
Ricordati Lestrange, che chi accetta, è morto in partenza.” lo spinse vie e si alzò, prendendo la strada per i dormitori.
“E ricordati, io ci tengo troppo alla mia vita per morire sposata con un eunuco.” imboccò la porta ridendo fra se e se, andando in direzione del proprio letto. Tirò i tendoni di velluto e si stese, così, senza nemmeno cambiarsi d'abito, fissando il soffitto. Il suo cervello aveva messo la quinta, non si accorse nemmeno che andò a sbandare contro Morfeo, crollando esausto.

 
***


Il fondo del lago nero irradiava per la stanza una soffusa luce verde che si intonava perfettamente alla tappezzeria e all’arredamento della Casata Serpeverde.
Nulla si muoveva, tutto era avvolto in un silenzio quasi assordante, fatta eccezione per il lieve russare di Nott attraverso le pesanti tende verdi argento del suo baldacchino.
Nel letto a fianco, un ragazzo dai lineamenti aggraziati e gli occhi scuri leggermente socchiusi, fissava il soffitto aspettando di prendere finalmente il tanto agognato sonno. Si portò una mano a coprire gli occhi e prese a contare lentamente: “1…2…3..” ennesimo ronfo dal letto di Nott..”4…5…6” si voltò, prese la bacchetta puntandola verso il letto del compagno di stanza “Anapneo”e finalmente il silenzio totale scese nel dormitorio.
Il ragazzo si rigirò la bacchetta fra le dita, scostò la tenda del baldacchino guardando passare la Piovra Gigante fuori dalla finestra “buongiorno a te” mormorò alzandosi e si vestì.

Rod!”strillo Melanie, una Tassorosso del quarto anno, alla vista del ragazzo...
Rodolphus..Rodolphus Lestrange” chiamò ancora, prima che il giovane si girasse a guardarla “c..c..ciao” gli sorrise.
Lui la guardò e fece, molto infastidito, un lieve cenno di saluto con il capo prima di entrare nella Sala Grande, ancora mezza vuota, e si sedette al tavolo dei Serpeverde guardando verso l’alto, in attesa del suo gufo con la posta.
Neppure cinque minuti dopo, dalla finestra più alta della sala, entrarono gruppi di volatili che planarono sui tavoli dei rispettivi padroni.
Rodolphus scrutò attentamente ma non vide nessun gufo della sua famiglia, al contrario uno reale planò davanti al lui con due cilindri di pergamena legati alle zampe.
Rod e il gufo si fissarono alcuni istanti, poi il rapace tese la zampa sinistra e il giovane slegò la prima pergamena, la osservò e riconobbe il sigillo della famiglia Lestrange: nero e profondo, lo stemma di famiglia era in attesa di essere spezzato.
“In poche occasioni diamo sfoggio di noi stessi è bene che lo ricordiate figli miei” così si rivolse il Signor Lestrange ai suoi figli Rabastan e Rodolphus “è così anche il nostro stemma diventa un segnale che può essere positivo o negativo”...
'quello era sicuramente negativo' si disse il ragazzo spezzando il sigillo, puntando lo guardo tra i caratteri inchiostrati e leggendo il più attentamente possibile, mentre il rapace si rinfrescava il becco nel suo succo di zucca.
Ci vollero alcuni minuti prima che capisse il contenuto della lettera e i lineamenti del suo volto si tramutassero in una smorfia di disgusto e sgomento.
'Si è bevuto il cervello' fu il primo pensiero che gli balenò in testa, rilesse la lettera ancora e ancora, poi prese l’altra pergamena dalla zampa del gufo ed uscì dalla sala Grande accartocciando la prima.
Camminò spedito per i corridoi, entrò in un’aula vuota, si chiuse la porta alle spalle e fece un respiro profondo per calmarsi 'deve essere uno scherzo' si ripeté un paio di volte rileggendo ancora la lettera oramai stracciata .
Ci vollero diversi minuti ma alla fine realizzò che non era uno scherzo…ora era tutto chiaro..gli incontri a casa Black, i discorsi sulle sorelle Black..in particolare i discorsi su Bellatrix, su quella vipera di Bellatrix Black, bella ragazza, senza dubbio, ma troppo ribelle, troppo indisciplinata che da lì alla fine dell’estate sarebbe diventata sua moglie, solo il pensiero lo faceva vomitare. Ed ora era costretto a vederla per consegnarle l’altra pergamena , lui che cercava in ogni modo di evitarla. Fece un altro respiro profondo e la rilesse per l’ennesima volta, molto lentamente. Come suo solito, un ghigno gli si dipinse sulle labbra, 'non tutto il male viene per nuocere' pensò rigirandosi la pergamena ancora intatta tra le lunghe dita affusolate. Da lì a poche ore avrebbe incontrato la collera di Black 'potrei usare la cosa a mio vantaggio' fece un altro respiro profondo, si sistemò la divisa 'e ora mia cara' ghignò 'giochiamo.'
Aprì la porta ed uscì andando vero i sotterranei.

 
Inilis is Bellatrix
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Slytherinprinceandme is Rod
  
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