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Autore: _Brandy_    17/09/2015    1 recensioni
Clarisse ha un nuovo spasimante e Chris non ci sta proprio.
Una nuova profezia, una nuova avventura e un nuovo pericolo attendono i nostri eroi del Campo Mezzo-Sangue.
Un trio (o forse due) molto improbabile partirà per una difficile prova.
Si parla di amore, passione e di uno spietato omicidio .... (ah no, quella era un'altra storia -.-') comunque non mancheranno intrighi, tradimenti e tanto, tanto, tanto Chrisse *^*... in tutte le forme possibili ed immaginabili *^*.
Speriamo (storia a 4 mani) che questa introduzione vi invogli a leggere il nostro racconto ... in caso contrario leggetelo lo stesso ... fidatevi, merita ;)
Tratto dal capitolo 5 ... finalmente, l'avventura sta per cominciare *^*
"Un nuovo vecchio nemico nel buio giungerà
e l’impresa degli eroi, nell'ombra seguirà
...
Per trovarlo, nel principio dovran cercare
raggiungendo in fine, la lama del male."
Ok ... ci abbiamo messo un po' per ingranare e far partire i nostri eroi per la loro impresa, ma alla fine ce l'abbiamo fatta ^^
Tratto dal capitolo 6
Con una risata stridula si avvicino alla semidea disarmata. -Sei in mio potere.- la sollevò da terra con una mano artigliata alla gola. -Un ultimo desidero?-
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo in Alto delle autrici ;3
Ciao ^^ siamo di nuovo noi ^^ in anzi tutto volevamo ringraziare cianfri per i commenti che ci ha fatto su questa storia ^^
.... vedete, vedete, come si fa? Anche voi, commentate ^^
I-chan: Oppure assaggerete la mia ira °^°
Brandy: O_O ... non minacciarli -.-
I: Non li sto minaccciando! E' solo un amorevo consiglio.
B: ... vi prego fate come dice |°o°| (ficcina "Urlo di Munch" ... non è super-fashion?? BD)

Speriamo che il nuovo capitolo vi piaccia ^^
I: E ... commentate B( 
B: Commentate ;3
I&B: Grazie e buona lettura ^^ ^^





 

La Divina lite coniugale
 
-ERA!-
Al Campo mezzo-sangue era calato il silenzio, persino i grilli e le cicale tacevano dinnanzi alla divina furia di Zeus.
-Dimmi caro!- le rispose la divina Era come se nulla fosse.
-ESIGO UNA SPIEGAZIONE.- il cielo tuonò.
-Ti ricordi che nostro nipote, l’estate corsa, invece di accettare il dono dell’immortalità e di diventare un dio, ha richiesto che noi, dei dell’olimpo, ci prendessimo le nostre responsabilità e riconoscessimo i nostri figli? Ecco, io ho semplicemente rispettato i patti!- le rispose la moglie in tono innocente e come se la cosa fosse ovvia.
-NON MI RIFERIVO A QUELLO. PERCHE’ HAI RICONOSCUTO QUEL RAGAZZO COME TUO FIGLIO?-
Ci fu un attimo di silenzio, come se la divina Era fosse confusa dalla domanda. -Perché è mio figlio, ma ti pare, che domande!-
-TU MI HAI TRADITO!?- i lampi e i fulmini erano talmente tanti da illuminare il cielo a giorno. Mentre i tuoni erano talmente forti da rompere almeno un paio di bicchieri su ogni tavolo e costringendo tutti i presenti a tapparsi le orecchie.
-Oh, ora non farne una questione personale! Vogliamo contare tutte le volte che mi sei stato infedele tu?- le rispose impettita la dea.
“No, no! Questa è proprio una questione personale!” pensarono tutte le persone che erano al campo.
-Beh! Beh! Erano delle cose diverse donna! E poi tu sei la dea del matrimonio! Come ti è venuto in mente di tradirmi e di rimanere incinta per di più?-
-Più o meno com’è venuto in mente a te tutte le volte che sei stato tu a farlo! E poi, se devo proprio dirla tutta, sono più di duemila anni che non mi dai soddisfazione!-
Alla mensa si guardarono tutti tra di loro, lanciando anche qualche sguardo preoccupato al tavolo del signor D. -Wow! Che imbarazzo! Riusciamo a sentire tutto!- cercò di sdrammatizzare il dio del vino.
-Signor D.? Signor D.? Che cosa dovrei fare adesso?- gli domandò Henry rannicchiato sotto il grande focolare nel calderone di pietra.
-L’hai fatta grossa ragazzo mio! Probabilmente morirai … non c’è dubbio!- esclamò il signor D. come se la cosa non gli riguardasse.
-Cosa vorrebbe dire che non ti do soddisfazione?- chiese un tonante Zeus imbarazzato.
-Non mi dai soddisfazione, non mi dai piacere, sei una pippa a letto! Fai un po’ tu!-
Ci furono delle risate strozzate ai tavoli del campo. Se Zeus li avesse sentiti si sarebbero trasformati in cenere ancora prima che una saetta li colpisse.
Talia avrebbe voluto che si aprisse una voragine nel terreno e la facesse sprofondare nelle viscere degli inferi tanto era imbarazzata.
-Ma se, ma se …- Zeus si schiarì la voce. -Ma se vieni praticamente subito ogni volta.-
-Intanto, mi adattavo solo ai tuoi temi ristretti! Dopo due ore di preliminari ogni volta vorrei anche vedere! Forse dovresti farti visitare da Apollo, insomma, sarai pure un dio, ma ormai non sei più un ragazzino!-
-Quindi fingevi! E comunque, sono ancora in perfetta forma!-
-Dovevo fingere! L’unica volta che non l’ho fatto ti ci sono volute altre due ore di preliminari per concludere qualcosa! Mi chiedo ancora come ti sia venuto in mente di fare due volte i preliminari!?-
-In effetti è una cosa piuttosto bizzarra!- esclamò il signor D. sorridendo e schivando subito una saetta che gli fulminò la sedia. -NON E’ PER NIENTE UNA COSA BIZZARRA, LO FACCIO ANCH’IO ALLE VOLTE, ARRIVO ADDIRITTURA A TRE!-
Zeus lo ignorò dato che non vi fu un secondo colpo. Comunque per sicurezza i ragazzi si nascosero tutti sotto i tavoli.
-Non avevo mai assistito ad una lite coniugale divina!- esclamò entusiasta uno dei gemelli Stoll.
-Non fare l’idiota Travis. Vuoi essere disintegrato?- gli chiese Connor.
-Magari mi confonderà con te!-
-Ragazzi, non è questo il momento.- li interruppe Chris.
-Se non sbaglio, tu non hai diritto di parola, giusto? Anche se non so ancora come definire uno che volta le spalle al campo, si allea con Crono e poi torna dalla nostra parte… Mmm allora, come dovrebbe essere chiamato uno come te? Traditore, doppio giochista, infame, verme?!-
Chris non disse nulla a tal riguardo, non fece una piega, continuò solo a fissare Travis che si stancò presto di sostenere il suo sguardo, rendendosi anche conto che diventare un mucchietto di cenere non era una delle sue più grandi aspettative.
-Ma perché non me l’hai mai detto?- il Signore del Cielo glielo chiese sott’intendendo la colpevolezza della moglie.
-Ma io te l’ho detto! La prima volta 2000 anni fa, un’altra volta 1000 anni fa, un'altra ancora 550’anni fa poi ancora 500, 450, 400 e così via ogni 50’anni fino a quando mi sonno stancata. Cioè dopo la tua ultima scappatella. Insomma, non è giusto che sia solo tu a divertirti.-
Talia era tentata di prendere la prima posata che gli capitava a tiro, anche un cucchiaio e cominciare a tagliarsi le vene.
-CHI E’ IL MISERABILE MORTALE CHE TI HA MESSO LE MANI ADDOSSO?-
Era rise -Zeus, sei davvero adorabile quando fai il geloso! Non ti dirò mai chi è … e comunque, sono stata io metter le mani addosso a lui … dappertutto!- concluse ridendo eccitata ripensando al passato.
Al campo si sentì un sonoro tonfo che scosse anche la terra. Probabilmente il divino posteriore del marito cornuto si era accasciato pesantemente sul divino trono.
Alla fine un profondo e stanco sospiro dissipò le nubi dal campo.
-Ragazzo? RAGAZZO? Mostrati a me!-
Il nuovo arrivato fece capolino con la testa da dietro il focolare. Deglutì e timidamente si alzò in piedi e con lui anche tutti gli altri. -Sì! Divino Zeuz.-
-Come ti chiami?-
-Henry, signore, Henry E. White.- era visibilmente nervoso, ma si fece un po’ più di coraggio
-E.?- sorrise il dio -Per cosa sta la E.?
-Era.- intervenì la dea del matrimonio.
-Sì dopo! Allora ragazzo?-
-No, non hai capito la E. sta per Era! Sono stata io a dare il nome a mio figlio! Vuoi che non lo sappia come si chiami?-
-Di immortalis Era, quanto puoi essere narcisistica e possessiva!? E poi ti lamenti se vado con altre donne!-
Il disappunto della dea tradita si poteva percepire perfino tra le colonne e i tavoli della mensa ed era talmente intenso e pericoloso da lasciare tutti gli astanti in perenne stato d’allerta.
-Allora, cosa desidera il divino e CORNUTO Padre degli dei e Signore del Cielo da mio figlio?- chiese a dea sottolineando in modo a dir poco “divino” la parola cornuto.
-Dato che tu ti sei sempre permessa di … “mettere alla prova”, se così si può definire, tutti i miei figli semidivini. Ora, mi riserverò il diritto di mettere alla prova il tuo. Ragazzo?! Tra una settimana ti assegnerò una prova e se la supererai con successo, avrai … la mia, benedizione.-
-E se non dovessi riuscirci?- chiese preoccupato Henry.
-Allora vorrà dire che sarai morto provandoci!- sorrise tre se il dio. -Auguro una buona serata a tutti voi del campo.-
Non appena il Padre degli dei ebbe finito di parlare il cielo si rischiarò rivelando una splendida e serena notte stellata.
-Bene ragazzo!- fu il signor D. a rompere il silenzio rialzandosi in piedi e sistemandosi la camicia tigrata -Ti è andata bene! La tua morte è stata posticipata di una settimana!- poi si rivolse ad un satiro ancora tremante nelle vicinanze -Tu! Portami un’altra sedia.-
-Si-ì signore!- e corse ad eseguire l’ordine.
-Bene allora riprendiamo pure a mangiare.- afferrò la coppa incantata -Pinot del ’63.- e la coppa si riempì.
-Dioniso, rammentati delle tue restrizioni.- gli ricordò Chirone.
Il signor D. alzò gl’occhi al cielo e sbuffò scocciato -Coca, light.- rivolto alla coppa e la bevanda cambiò. Intanto, anche il satiro con la nuova sedia era tornato e tutti i ragazzi, silenziosi, erano usciti da sotto i tavoli. All’improvviso un rumore di piatti caduti a terra ruppe il silenzio.
-Accidenti Chris, cerca di stare più attento!- esclamò Travis soffocando una risata.
Chris si chinò a raccogliere il suo vassoi cercando di dare meno nell’occhio possibile, quando si rialzò Clarisse era già alle sue spalle.
-Ehi! Tutto ok?-
-Ehi! Sì, cosa dovrebbe esserci che non va?- Chris appoggiò nuovamente il vassoio sul tavolo a si allontanò con la ragazza.
-Non lo so. C’è qualcosa che non va?- gli chiese lei accigliandosi.
-No, chi l’ha detto?-
-Tu, un attimo fa.-
-No, ho detto che non c’è niente che non va!-
-Infatti, questo vuol dire che c’è qualcosa che non va.-
-Comincio a perdere il filo del discorso!-
-Se non me lo vuoi dire basta che lo dici.- incrociando le braccia al petto.
-Non posso dirti qualcosa che non c’è!-
Clarisse non ne era convinta ma lasciò correre. -Dai andiamo a mangiare.-
-Scusa, ma questa sera non ho molta fame.- si strinse nelle spalle e infilò le mani in tasca.
-Chris …- la ragazza era visibilmente turbata, Chris a volte diventava strano.
Lui le sorrise dolcemente -Lo sai che sei davvero carina quando ti preoccupi per me!?- le sussurrò ad un orecchio baciandola sulla fronte. -Ti amo.- le disse infine respirando il profumo dei suoi capelli per poi allontanarsi dai tavoli della mensa senza lasciarle il tempo di rispondere.
Clarisse lo guardò allontanarsi ancora per qualche istante e poi tornò al tavolo di Ares e mangiò poco niente osservando di tanto in tanto i suoi fratelli, che si strafogavano come bestie, neanche fosse un’eternità che non toccavano cibo. Mentre ogni tanto guardava il tavolo di Ermes, dove i fratelli di Chris continuavano a divertirsi e a fare scherzi come se niente fosse, come se non gl’importasse che Chris non ci fosse … “Forse …”
-Clarisse?- i suoi pensieri furono interrotti da una voce che la chiamava, era Chirone.
Senza accorgersene l’ora di cena era già terminata e gli altri ragazzi se ne stavano andando dal padiglione della mensa.
La ragazza si voltò in direzione della voce che l’aveva chiamata.
-Clarisse devo parlarti!- Chirone arrivò da lei trottando, seguito da Henry.
-Sì dimmi Chirone.- si fermò con le mani sui fianchi.
-Ecco … vedi, vorrei che tu allenassi Henry durante la prossima settimana, per prepararlo all’impresa che gli assegnerà il divino Zeus.- cupi tuoni si udirono in lontananza.
La ragazza rimase un attimo interdetta, spostò lo sguardo da Chirone al ragazzo e dal ragazzo a Chirone. -Ehm! Grazie, ma no grazie.- e fece per andarsene.
-Clarisse ti prego!-
-Oh andiamo, gli ho già fatto fare il giro turistico del campo. Lo molli a qualcun altro.-
-Clarisse, Henry potrebbe imparare molto da te in una sola settimana. Ne va della sua vita.- le disse il centauro, Clarisse incrociò le braccia al petto.
-In oltre, tu sei il miglior guerriero del campo. La tua esperienza con le armi è incomparabile. Ci ricordiamo tutti il modo in cui hai sconfitto il dragone nella battaglia di New York ribaltando le sorti della guerra in nostro favore.-
Clarisse sembrò gongolare in tante lusinghe. -Beh! Sì è vero!-
-Clarisse, solo tu puoi riuscire nell’impresa di trasformale questo ragazzo,- indicando Henry -… in un guerriero.-
-Sì.- disse a malincuore la ragazza -Anche questo è vero.- sospirò profondamente.
-Allora?- le chiese il saggio centauro.
-Oh e va bene! Ma non mi prendo nessuna responsabilità per la sua incolumità.-
-Incolumità?- le chiese Henry intimorito.
-Vuol dire che se muori durante i miei allenamenti la colpa è solo tua.-
Il ragazzo deglutì rumorosamente.
-Ti ricordo che se morisse prima della prova del divino Zeus … ecco, credo che subiresti la sua ira.- le confidò Chirone.
Roboanti tuoni scossero violentemente l’aria.
Clarisse spostò gli occhi al cielo -Eh! Sì, ok!- e deglutì tornando a guardare Chirone -Arriverà al giorno della prova senza schiattare, per il dopo, comunque, non voglio grane, intesi?!-
-Intesi!- esclamarono all’unisono il centauro e il nuovo arrivato.
-Bene.- poi si rivolse a Henry -Sentimi bene, domani mattina ti voglio trovare nell’arena alle 5.00 precise non un minuto più tardi. Sono stata chiara?-
Henry annuì -Sì signora.- non la stava prendendo in giro, Clarisse sapeva che molti, in sua presenza, si sentivano di fronte ad un generale e a lei questo piaceva.
-Bene.- si voltò e se ne andò.
-Grazie!- le gridò Henry, ma lei non lo stava più ascoltando.
 
Chirone si schiarì la voce per attirare l’attenzione del ragazzo -Dunque figliolo, ora credo tu voglia trasferirti nella tua cabina di appartenenza. Ti accompagno?-
-Oh, no. Grazie! Clarisse oggi mi ha mostrato il campo, credo di essere in grado di orientarmi.-
-Bene, allora ti lascio andare.- Chirone lo salutò con un sorriso e si congedò.
Henry fece altrettanto ed andò a prendere le sue cose alla cabina 11.
Dirigendosi alla casa di Ermes notò un paio di ragazzi sghignazzare arrivando dalla direzione opposta. Li per lì non ci fece caso e andò ad aprire la porta. Fece solo un paio di passi dentro la casa che vide un ragazzo alto e ispanico di fronte ad un letto col materasso squarciato e le piume, probabilmente di un cuscino, che volavano ancora qua e la.
-Ehi?- gli chiese -Tutto bene?-
-Sì!- Chris gli rispose distratto, girandosi appena. -Sì, tutto bene.-
-Hai bisogno di una mano?-
-No, grazie, mi arrangio.- gli rispose non curante Chris mettendosi a pulire e prendendo un astuccio di cuoio lungo da sotto le assi il letto infilandoselo poi in un passante della cintura. Alla fine ficcò tutto quello che era da buttare in un sacco nero per le immondizie e quando si voltò vide che quello nuovo era ancora lì. -Ti seve qualcosa?-
-Ah! No, scusa, devo solo prendere … ah eccolo!- afferrò la giacca di jeans che era caduta per terra. -Sai ora vado nella casa di Era e beh, sì ecco …-
-Buon per te.- senza esprimere chissà quale gioia uscì dalla cabina e andò a buttare la spazzatura, in pratica materasso e cuscino compreso.
 
Henry prese i suoi bagagli e si diresse verso la cabina 2. Li aveva tutto lo spazio che avrebbe potuto desiderare, ma tutto quello che voleva in quel momento era dormire.
“Rischiare di perdere la vita per una folgore di Zeus è piuttosto sfiancante e poi domani mattina mi devo svegliare presto … mmm vediamo di sistemare un paio di cose e poi a nanna!”
 
-Cazzo quanto pesa!- Chris aveva finalmente raggiunto i bidoni della spazzatura senza farsi notare troppo. -Domani chiederò a Chirone un nuovo materasso! … A pensarci bene, anche un’amaca non sarebbe male! Per fortuna il resto delle mie cose le avevo nascoste nella foresta, altrimenti non oso immaginare che fine avrebbero potuto fare!- sospirò per la fatica -E adesso? Dove dormo?- si passò una mano fra i capelli grattandosi la nuca, quando, all’improvviso ebbe un lampo di genio, un sorriso malizioso gli si dipinse sul volto e corse al campo, verso le cabine.
Non era la prima volta che si arrampicava, ma le pareti della casa di Ares erano peggio di quelle della parete di lava. Non c’era un appiglio neanche a pagarlo fior fior di dracme.
“Oh issa!” ecco, un ultimo sforzo per issarsi con le braccia ed era arrivato al davanzale di Clarisse. La finestra era aperta così Chris si infilò dentro con la fluente e silenziosa agilità di un ladro. La ragazza era girata di spalle intenta a fare flessioni verticali ad una sbarra attaccata alla parete -101, 102, 103 … - teneva il conto con un tono tale che sembrava auto incitarsi.
La porta era, come sempre, chiusa, per evitare che uno dei suoi fratelli prendesse la cattiva abitudine di far capolino con la testa in camera sua … a meno che ci tenesse ad averla ancora attaccata la collo … la testa.
Chris rimase seduto sul bordo della finestra a fissarla per un bel po’ “Forse ho fatto troppo piano e non si è accora di me” sorrise compiaciuto “Sto diventando davvero bravo se non ha avvertito la mia presenza.” :3
-195, 196, 197, 198, 199, 200.- rimase appesa alla sbarra prese un respiro profondo e ricominciò -201, 202, 203 …-
Chris rimase deluso, pensava che avesse finito e invece …
-233, 234, 235 …-
“Sembra davvero faticoso e stancante!” posò lo sguardo sul letto della ragazza con occhi invitanti “Mi metterò lì per un po’!” Piano, piano, senza fare rumore si mise sul letto si tolse scarpe e calzini e si sdraiò a guardarla ancora un po’.
-315, 316, 317 …-
C’è da dire che tutto questo contare aveva un effetto soporifero per Chris che di lì a pochi altri piegamenti si addormentò.
 
-497, 498, 499 e 500.- Clarisse lasciò la presa alla sbarra e atterrò sul parquet della sua stanza a piedi nudi, soddisfatta del risultato appena raggiunto. -Bene e domani arriviamo a 600.- Quando si voltò ebbe un sussulto -Chris?!- poi si mise una mano sulla bocca, aveva usato un tono di voce un po’  troppo forte -Chris!- disse di nuovo più piano -Che cosa ci fai nel mio letto?- gli domandò avvicinandosi a lui.
-Mmm- si lamentò lui assonnato -Secondo te? Cosa si fa in un letto? Dormo, no!? … Avevi qualche altra idea per caso?- le chiese in fine con un sorriso malizioso, socchiudendo gli occhi.
Clarisse arrossì all’istante. -Non dire cazzate, cretino. Dai alzati!-
-No, non mi va, voglio restare qui.-
La ragazza cercò di prenderlo per un braccio per farlo alzare, ma lui fu più veloce. La tirò a se girandola di schiena, le cinse la vita con le braccia e le posò la fronte sulla nuca libera, dato che aveva i capelli legati in una coda di cavalo.
-Voglio stare qui con te.-
Clarisse si sentì il cuore andare a mille e il volto infiammarsi. -Chris, Chris ascolta. Lasciami. Non puoi stare qui e poi devo, devo andare a farmi la doccia. Ho appena finito di fare 500 flessioni, sono tutta sudata.-
-A me non da fastidio.-
-Ma a me sì.- ribattè lei imbarazzata -Dai lasciami andare.-
-Solo se mi lasci stare qui con te.-
-Va bene, va bene, puoi rimanere qui, ma ora lasciami andare a fare una doccia, per favore.-
Chris sospirò profondamente e di malavoglia la sciolse dall’abbraccio. Quando Clarisse fu libera si alzò velocemente, in caso non volesse ripensarci.
-Clarisse?- la chiamò lui.
Lei si stava prendendo il necessario per una doccia.
-Torna presto!- e si rimise a dormire.
La ragazza si fiondò fuori dalla cabina di Ares e schizzò dentro le docce, fortunatamente i turni per lavarsi erano finiti da un pezzo e lei poteva lavarsi senza dover aspettare una doccia libera. Quella sera segnò il suo record personale e probabilmente anche del campo. Dentro e fuori in 5 minuti. Non perse neanche tempo ad asciugarsi i capelli “Me li asciugherò in camera! Se uno dei mie fratelli dovesse scoprire Chris nel mio letto sarei costretta a fare un bagno di sangue!” A quel pensiero in un lampo fu di nuovo nella sua stanza. Chris era ancora lì, dove l’aveva lasciato solo che … adesso era … sotto le coperte …
Clarisse sospirò e mise i vestiti sporchi nel cesto della biancheria da lavare e appese l’accappatoio, sulla sbarra che prima stava usando per le flessioni, ad asciugare. Prese il fohn e si asciugò rapidamente i capelli. Poi si voltò verso il ragazzo. Dannazione, era così dannatamente carino quando dormiva -Chris?- gli si avvicinò.
-Mmm-
-Chris perché sei venuto qui?- si inginocchiò davanti al letto.
-Per stare con te!-
-Non raccontarmi balle.-
Allora Chris sospirò profondamente, aprì gli occhi e la guardò per un attimo che sembrò eterno. -Te lo dico solo se vieni a letto, se mi lasci stare qui e che non farai scenate o bagni di sangue quando te l’avrò detto.-
Lei sospirò di malavoglia, ma lo accontentò lei aveva già addosso la canottiera che usava per la notte e un paio di pantaloncini corti di tela. Alzò le coperte per andare a letto quando si fermò di scatto diventando paonazza in una frazione di secondo -Ma sei nudo!-
-No, ho i boxer! … Vuoi che mi li tolga?- le chiese come se nulla fosse.
-Vestiti.- gli ordinò lei.
-Non riesco a dormire vestito!- si lamentò lui. -Dai vieni a letto.-
-Ho detto vestiti.-
-Ma non riesco a dormire vestito.-
-Va bene, non dormire allora!- si era appena resa conto di quello che aveva detto quando lui cominciò a sorridere pertanto si affrettò a dire: -Dormo io però.-
Lui si spazientì e l’afferrò trascinandola sotto le coperte abbracciandola come aveva fatto prima e sospirò -Mmm che buon profumo!- le sorrise sulla spalla.
-Io non metto profumo.-
-Mmm!-
-Allora mi dici che cos’è successo, anche a cena eri strano!?-
-Ho avuto un piccolo diverbio con gli altri ragazzi della casa di Ermes. Tutto qui.-
-Sicuro sia solo un piccolo diverbio? E poi su cosa avete litigato?-
-Niente d’importante, ho rotto qualcosa che non può essere aggiustato e ora ce l’hanno un po’ con me, ma passerà.-
-Se non è niente d’importante, te lo chiedo un’altra volta. Perché sei qui?-
-Ma perché volevo stare con te.-
A quel punto Clarisse si voltò verso di lui per guardarlo in faccia. La ragazza aveva un’espressione seria sul volto, non le piaceva essere presa in giro e questo, Chris lo sapeva.
Il ragazzo abbassò lo guardo -Per evitare di trovarmi appeso per i piedi da qualche parte nel bosco, fradicio di acqua zuccherata, avvolto da sciami di api, tafani, zanzare e compagnia varia.- alzò gli occhi per guardarla -Preferisco essere avvolto tra le tue braccia.- ed era vero, solo con Clarisse riusciva a sentirsi in pace. Ogni volta che ci pensava gli veniva da sorridere, era davvero ironico, l’unica in grado di portar pace nel suo animo era la figlia del dio della guerra.
Si guardarono per un attimo che sembrò meravigliosamente interminabile, quando Clarisse gli sorrise così dolcemente da dissipare ogni suo dubbio, ogni sua incertezza, ogni sua paura, c’era solo lei e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Poi gli passò una mano tra i capelli, Di immortales quanto gli piaceva quando lo faceva.
-Cosa sei, un gatto adesso?- gli disse lei sorridendo.
-Cosa? No! Perché?- le chiese lui confuso.
-Mi hai appena fatto le fusa!-
Chris arrossì -Cosa? No! Non è vero!-
-Oh sì che è vero, ti ho sentito.- gli sorrise lei compiaciuta.
-Avrai sentito male.-
Clarisse si avvicinò di più a lui, fino ad arrivare a pochi centimetri dalle sue labbra. -Fallo ancora.-
Non era una richiesta, era un ordine, ma aveva pronunciato quelle parole in modo così suadente, provocante e sexy che senza accorgersene fece lo stesso verso di prima. Lei gli sorrise con aria da conquistatore e lo baciò.
-Va bene, per questa notte puoi dormire e sottolineo dormire qui. Ma che non diventi un’abitudine.-
-Mmm …e io che speravo potesse diventare proprio un’abitudine!- la guardò con un sorriso sornione.
Clarisse gli sorrise senza controbattere e si voltò dall’altra parte per godersi meglio l’abbraccio del suo ragazzo e spense la luce.
 
Nella cabina di Era, all’estremità dell’apparato delle case, Henry stava sistemando i suoi bagagli prima di andare a dormire. Era una casa piuttosto spaziosa, certo niente a confronto della villa dove era cresciuto, con tutti i confort e le agiatezze. In pratica mancava tutto. Elettricità, un bagno privato con vasca idromassaggio, un mega schermo full HD 145’’ con casse stereo dolby surround, PS3, Xbox, un computer, per non parlare del Wi-Fi illimitato … niente, neanche un letto decente. Ma dati precedenti di Era, se non avesse assecondato sua madre in maniera più che entusiasta, probabilmente, sarebbe stato schiacciato da una mucca precipitata dal cielo.
Aveva appena finito di farsi il letto quando vide con la coda dell’occhio qualcosa saettare dentro la finestra. Per poco non fece un infarto, credeva che il divino e cornuto Zeus avesse deciso di saltare la prova e andare direttamente alla sua polverizzazione, ma non era così. Quello che era entrato dalla finestra non era una saetta, ma una piuma, una piuma di pavone, come quella che aveva ricevuto tre giorni prima, quando si trovava a casa sua. Se l’era girata e rigirata tra le mani e quando la muoveva i riflessi della piuma andavano a formare un messaggio, come con quelle carte magiche con la doppia immagine, dove a seconda dell’inclinazione la figura si animava.
Il messaggio diceva:
Dirigiti al Campo Mezzo-Sangue
Farm Road 3141
Long Island, New York 11954
Quella seconda piuma, però non era così, dopo poco aver toccato terra … o meglio, dopo essersi conficcata nel pavimento della stanza, la piuma tremò e si trasformò in una spada dalle splendide striature sfumate dei toni del verde e del blu, sino a sfiorare il viola scuro.
Sull’elsa della spada era attaccato un biglietto. Henry lo strappò e lo lesse:
Questa è la spada che ti aiuterà a superare l’imminente prova di Zeus.
Usala con saggezza.
La Mamma Migliore del Mondo.
E. ;*
p.s. Il nome della spada è “Occhio di Pavone”.
Il ragazzo afferrò l’arma e notò che a seconda del movimento che faceva col polso, proprio come una piuma di pavone le sfumature si muovevano danzanti, come in un caleidoscopio di colori. Aveva un effetto magico, o meglio, ipnotico. La lama, sebbene lunga 60 cm, come un gladio, non ne aveva la stessa forma, sembrava composta di 12 scaglie romboidali incastrate l’una sull’altra, con al centro di ognuna un ovale simile ad un occhio delle sfumature del blu. Era splendida. La guardia era un rombo orizzontale con i lati affilati, nella parte più grossa aveva uno spessore di 2 cm e un’altezza di 5 cm circa, su cui vi erano incise splendide immagini di pavoni in rilievo, con al centro uno smeraldo verde a forma di occhio. L’impugnatura era di cuoio marrone scuro, elegantemente intrecciato, mentre il pomolo era ricurvo e finiva con un medaglione piatto d’argento, a richiamare la guardia, il tutto lungo circa 20 cm. Era un’ottima spada soppesò il ragazzo intanto che la roteava in aria mimando qualche mossa, il bilanciamento era pressoché perfetto. Mentre la roteava sopra la testa, improvvisamente, la lama si allungò come una frusta e il ragazzo si fermò di colpo sorpreso, una volta interrotto il movimento la spada tornò tutt’intera. Ad Henry s’illuminò lo sguardo, quella era davvero uno strumento fantastico.
Quell’arma possedeva un meccanismo che le consentiva di separare i 12 segmenti della sua lama con un filo metallico particolarmente resistente e affilato, consentendo alla lama di raggiungere una lunghezza massima di 2 metri. La lama poteva essere allungata con un possente movimento della spada e poi, facilmente riportata alla formazione iniziale se, dopo essersi aperta, l’arma non continua a volteggiare, il congegno la portava a richiudersi.
Henry sorrise. “Superare la prova di Zeus, qualunque essa sia, sarà più facile del previsto.”
 



Angolo di ..... George & Martha
G&M: Sssscrivete in molti ;)
   
 
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