Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Red_and_blue96    17/09/2015    4 recensioni
NOTE: Rileggendola ho notato che mancava un capitolo! Parlo del capitolo 25: Fino alla tappa di Verona. Se volete potete rileggerla e lasciare qualche recensione! Vi chiedo scusa se l ho notato solo ora.
Giulia Luzi, l’attrice che veste i panni di Giulietta nel famosissimo musical made in Italy “Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo”, a causa di un infortunio durante una replica dello spettacolo è costretta ad abbandonare il ruolo. Al suo posto viene scelta Martina, una diciottenne che ha sempre adorato i musical.
Questa è la sua storia: dalla vita comune al provino, dalle prove al debutto, dall’ infatuazione al vero amore.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: contiene descrizione di atti sessuali…
Tra il provino e il viaggio a Verona il tempo era volato...era già finito ottobre.  La mia vita procedeva tra prove, telefonate ai miei, a Gioia e uscite serali con il gruppo. I rapporti con i ragazzi si erano fatti ancora più intensi, soprattutto con Luca e Davide: ogni giorno mi ricoprivano di attenzioni gareggiando l’uno contro l’altro per vedere chi riusciva a conquistarmi per primo! Inizialmente, non mi dispiaceva ricevere tutte quelle attenzioni e complimenti ma dopo un po’ avevo iniziato a odiare questo loro comportamento; non erano più gli stessi, non si concentravano nelle prove perché uno controllava le mosse dell’altro nei miei confronti e quando la situazione si faceva più ardua era impossibile evitare che i due si battibeccassero. Erano al limite della sopportazione e anche io stavo per esplodere!
Un giorno, Giuliano annunciò soddisfatto che io e Davide eravamo riusciti a entrare in sintonia e che l’unica cosa che rimaneva da provare erano le scene più intime, come i baci e “Il canto dell’allodola”. Iniziammo così a provare lo spettacolo per intero, arrivati alla scena del ballo, Giuliano disse: “Davide dirigi la scena, sai cosa devi fare. Martina stai al suo gioco e lasciati trasportare da lui…”, questa frase sembrava quasi un consiglio rivolto a me, vista la situazione generale. Così Davide iniziò:
“Se io profano con la mia mano indegna questa reliquia sacra, le mie labbra sono pronte a rendere più molle, con un tenero bacio, il ruvido tocco.” Per poi baciarmi la mano.
“Buon pellegrino, voi fate troppo torto alla vostra mano che ha mostrato in ciò la devozione che si conviene.” Recitai io come da copione.
“Dunque, lascia che le labbra facciano quello che fanno le mani, se non vuoi che la fede cambi in tormento!” disse lui avvicinandosi a me e unendo le nostre mani. Non mi ero ancora abituata a quel tocco, ogni volta era sempre una nuova emozione e il cuore mi arrivava in gola. Seguendo le indicazioni di Giuliano, provai a scappare, le sue forti braccia mi trattennero da dietro e portarono il mio corpo fino al suo petto: le mie spalle si incastravano alla perfezione con i suoi pettorali leggermente scolpiti e messi in risalto dalla maglia stretta.
“Ferma!” recitò lui “Ferma, non muoverti intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera.” Era arrivato il momento, il tanto agognato bacio stava per nascere sulle nostre labbra. La scena prevedeva che Davide mi avrebbe dovuta strattonare e bloccare con un bacio ma lui la cambiò completamente, sotto gli occhi spalancati di Giuliano: mi girò lentamente, portò le sue mani sulle mie guance alzandomi il viso, incatenò i suoi occhi ai miei che, nel frattempo, brillavano per l’emozione, si avvicinò sfiorandomi le labbra e finalmente le adagiò sulle mie con estrema dolcezza. Ricambiai il bacio, stringendo tra le mie mani il colletto della sua camicia, subito Giuliano disse alzando la voce di poco:
“Che stai facendo? Fermati Davide”, non era solito urlare ma si poteva percepire nella sua voce una punta di rabbia.
Aprì gli occhi e lo allontanai mentre lo fissavo interrogativa, Davide si voltò verso Giuliano disse:
“Scusami, ho provato a farla giusta ma non ci sono riuscito” e subito girò la testa da un’altra parte. Ecco un nuovo suo aspetto da aggiungere ai miei appunti: Davide Merlini quando mentiva distoglieva lo sguardo dalla persona a cui aveva mentito. Lo si poteva notare da un chilometro e, ovviamente la cosa non sfuggì a Luca, che dal fondo della palestra, osservava la scena e fissava Davide con l’aria di chi avrebbe fatto a pugni di li a poco.
“Rifacciamola…” disse Giuliano con rassegnazione.
Davide mi guardò e mi disse sottovoce “Scusa, poi ti spiegherò”. Riprovammo la scena da capo e stavolta seguì il copione. Fu così per i successivi baci…ora c’era da provare “Il canto dell’allodola”, che equivale a “Momento imbarazzante”.
“Allora Martina, togli questo vestito e indossa la vesta da notte, Davide tu togli tutto e resta con gli slip e la camiciola”. Rassegnata all’idea delle mie guance in fiamme per la vergogna, andai nel camerino a cambiarmi. Quando tornai ebbi una visione: Davide era semi nudo, la camiciola aperta, sottilissima e trasparente non lasciava nulla alla fantasia. Restai immobile a fissarlo e la sua reazione fu uguale alla mia poiché anche la mia vesta era trasparente e mostrava a tutti il mio intimo color carne. Lo vidi avvampare e voltarsi di scattò verso Giuliano che mi spiegava la scena.
Ci sdraiammo sulla pedana ricoperta dalle lenzuola bianche, circondai la vita di Davide con un braccio e lui mi prese la mano portandola al suo petto. Giuliano, nel frattempo, mi sistemò la gamba su quella di Davide, e ci fece avvicinare ancora di più; praticamente eravamo intrecciati. Giuliano parlava ancora descrivendo le mosse che avrei dovuto fare, io lo ascoltavo attentamente cercando di non fare caso al meraviglioso ragazzo al mio fianco, Davide, che non si era mosso dalla sua posizione, si godeva quell’attimo di relax con un’ espressione soddisfatta oserei dire. Iniziammo a cantare le nostre strofe, io infilavo le mani tremanti per l’agitazione sotto la sua camicia, sfiorando a malapena la sua pelle, arrivai fino alle spalle aprendo di più la camicia e lui la lasciò cadere, scoprendo definitivamente il suo corpo. Era tutto un susseguirsi di carezze e abbracci passionali, si stava da Dio tra le sue braccia; il tutto fu incorniciato da un tenero bacio. Quella piacevole tortura era purtroppo finita, ma sapevo che si sarebbe ripetuta molte altre volte. Finita la scena, Giuliano manifestò la sua soddisfazione abbracciando entrambi; si rivolse a me e disse:
“So che ti chiedo molto, ma cerca di accarezzarlo di più, appoggia le tue mani su di lui, toccalo senza esitare, altrimenti non fa effetto la scena”
“Ti prometto che lo farò, voglio dare il massimo” dissi con determinazione.
Ci recammo tutti verso la mensa e Davide mi si avvicinò:
“Ti chiedo scusa per prima ma…il nostro primo bacio non doveva essere confuso con quello di Romeo e Giulietta…” disse accarezzandomi il viso e lasciandomi un tenero bacio sulla fronte.
“Stai tranquillo, non mi è dispiaciuto affatto, però non lo rifare più… non vorrei che si insospettissero. Puoi corteggiarmi al di fuori delle prove!” dissi facendogli l’occhiolino e dirigendomi verso la mensa. Poco dopo venni raggiunta da Luca:
“Ciao piccola” mi salutò lasciandomi un bacio vicino l’angolo della bocca.
“Ciao…come va?”
“Potrebbe andare meglio se non ti vedessi tra le braccia di Romeo” disse indicandolo con la testa.
“Non c’è Romeo senza Giulietta” dissi cercando di farlo ragionare “ E’ solo uno spettacolo…” quasi mi dispiaceva ammetterlo.
“Me lo auguro…per  stasera non prendere impegni, tu esci con me, tieniti pronta per le 20:30” disse Luca velocemente
“Ma io…” tentai di replicare
“Non voglio sentire scuse, stasera esci con me!” mi sorrise e nello stesso istante mi convinsi all’idea di passare la serata in sua compagnia.
“Va bene accetto” e gli sorrisi di rimando.
Se ne andò lasciandomi un bacio sulla fronte e facendomi l’ occhiolino.
La giornata venne interamente occupata dalle prove. Erano le 19:30, mancava un’ora al mio appuntamento e ancora non avevo scelto cosa indossare! Ero in crisi e cercai di calmarmi un attimo, mi buttai sul letto e la mia mano finì sul cellulare; un lampo di genio mi attraversò, lo presi e chiamai Gioia, lei mi avrebbe aiutata
“Oh la mia Giulietta preferita si è ricordata della sua amica!” Disse scherzando
“Ciao bellezza, ho bisogno velocemente di aiuto. Ho un appuntamento e…”
“Cosa sentono le mie orecchie?!? Non ci credo con chi? Quando? Dove?” Ecco, l’avevo persa
“Giò calmati, poi ti spiego, ho fretta perché è già tardi…hai suggerimenti?”
“Allora vediamo…si!” Esclamò per poi spiegarmi la sua idea. Mi aveva risolto interamente il problema, mi consigliò il vestito, scarpe, acconciatura, trucco ecc.
Una volta pronta, scrissi un messaggio a Luca che non tardò ad arrivare con la sua auto sotto casa mia. Scese dalla macchina e sbarrò gli occhi aprendo leggermente la bocca, lo avevo stupito.
“Sei s-splendida…sono esterrefatto! Wow…” Non riusciva nemmeno a parlare e mi scappò una risatina.
“Buona sera anche a te! Allora…nemmeno tu sei messo male…” dissi notando come si era preparato: indossava una camicia blu scura con sopra la giacca bianca, jeans azzurri chiari e scarpe blu; i capelli erano attaccati in un codino…la cosa non mi convinse allora mi avvicinai e tolsi l’elastico dai suoi ricci dorati che subito ricaddero ai lati del suo viso. Inclinai la testa, sotto il suo sguardo che scrutava ogni mia mossa, e sorrisi sussurrando “Ora va meglio…” Mi sorrise e insieme ci recammo in un ristorante poco lontano e assai costoso, secondo ciò che si diceva in giro. Era ovvio che voleva portarsi avanti nella sua guerra contro Davide e con me. Gentilmente mi aprì la portiera dell’auto e mi porse il braccio per accompagnarmi all’interno, mi spostò la sedia e infine, dopo essersi fatto portare i menù, si rilassò sulla sua sedia.
“Non c’è bisogno di tutte queste attenzioni” gli feci notare.
“Questo è nulla in confronto a ciò che meriti” iniziò a dire “Sei stupenda e molto dolce, è un vero piacere passare del tempo con te.” Concluse.
“Ti ringrazio, anche tu sei una piacevole compagnia”
“Allora piccola, cosa prendi?” cambiò discorso…
La cena fu ottima e il servizio impeccabile, dopo aver pagato il conto mi porse la sua mano e la afferrai per poi uscire dal locale. Passeggiammo moltissimo e parlavamo del più e del meno, poi una domanda si fece spazio dentro me e mi uscì inconsapevolmente dalla bocca:
“Luca, perché tu e Davide siete così ostili e combattivi?”
“Vedi, quando si presenta un’occasione imperdibile come te, è difficile non avere rivali; come ho sempre detto, sei davvero una ragazza d’oro e non sono l’unico a pensarlo a quanto pare. Io cerco di agire correttamente nei tuoi confronti e non voglio assolutamente che tu ti senta pressata da me e da lui. Martina mi piaci tanto, sia fisicamente che caratterialmente, hai due occhi tanto profondi quanto scuri, delle guance morbidissime, le labbra delicate come i petali di una rosa bianca, sei simpatica, dolce e altruista…e tutto questo messo insieme mi fa impazzire!” disse tutto d’un fiato. Mi meravigliai di quelle parole così dirette e dolci…
“Sono senza parole, credimi. Mai nessuno mi aveva detto queste cose… toglimi una curiosità: sei stato tu a portarmi la colazione a letto quando eravamo a Verona?”
“Ebbene si, mi hai scoperto. La M stava per Mercuzio…non volevo essere diretto firmandomi con il mio nome, volevo che tu ci pensassi su un bel po’…come l’ hai capito?”
“Ho visto come eri contento quando hai notato che avevo in mano la tua rosa…” dissi soddisfatta.
“Ah così ti compiaci di te stessa?” disse lui per prendermi in giro.
“Si nota tanto? Forse lo spavaldo Mercuzio non è ai miei livelli?” lo provocai io.
“Giulietta cara, io sono il re del mondo, posso fare di tutto e nessuno mi eguaglia…mi comporto come mi pare…” si stava immedesimando nel suo personaggio e adoro assolutamente la sua interpretazione, quasi la preferisco al lato dolce.
“E vediamo cosa sai fare” lo punzecchiai
“Ottengo tutto ciò che voglio, conquisto ogni cosa, anche te se solo volessi…” disse maliziosamente.
“Ma io sono certa che lo vuoi, e come se lo vuoi…” mi avvicinai a lui.
“Non mi tentare, so essere molto pericoloso…” rispose con voce roca.
Poggiai una mano dietro il suo collo e l’altra sul suo petto, mi avvicinai al suo orecchio e dissi in un sussurro “Amo il pericolo…”
Luca non resistette più, mi strinse a sé e mi baciò con passione. Le nostre labbra si toccavano e si allontanavano di continuo, la sua lingua premeva sulle mie labbra cercando di entrare, lo accontentai e subito strinsi con la mano i suoi bellissimi ricci. Le sue mani, invece, esploravano la mia schiena, salivano alle guance e poi scendevano sui fianchi con fare prepotente. Ci staccammo dopo un po’ per prendere fiato, ma la voglia reciproca era ancora tanta. Mi sorrise mettendo un braccio sulle mie spalle e ci dirigemmo alla macchina; mi portò a casa.
Scesa dall’auto gli chiesi se voleva salire, così gli avrei fatto vedere la casa.
Accettò. Lo feci entrare e gli mostrai la casa, faceva domande su tutto quello che vedeva, sembrava un bambino.
“…E questa è la mia camera!” dissi entrando nell’ultima stanza. Luca la guardò angolo per angolo, si soffermò sulla cassettiera sopra la quale c’erano delle foto incorniciate…
“Quelli sono i miei genitori…e l’altra ragazza è la mia migliore amica…mi mancano molto” dissi rattristandomi.
Luca venne da me per abbracciarmi e mi rassicurò dicendo “So come ci si sente, è difficile stare lontano dalle persone a noi care, dai non pensarci, non roviniamo questa bellissima serata!”
“Hai ragione, scusa” dissi lasciando un bacio sulla sua guancia. In risposta, mi cinse i fianchi con le mani e mi baciò sulle labbra. Non riuscivo a resistere a quel contatto, mi faceva impazzire. Gli accarezzai la leggera barba, scesi con le mani sul collo e gli tolsi la giacca, lasciandola cadere a terra. Non contenta, iniziai a sbottonare la sua camicia, che scoprì il suo fisico statuario, oltre una catenina lunga e sottile con appesa una crocetta. Si meravigliò di questo mio gesto e anche lui iniziò ad aprire la zip del vestito molto lentamente. Con le sue labbra infuocate scese sul mio collo, facendomi venire i brividi, mentre con le mani abbassava le spalline del vestito; seguì la scia lasciata dalle sue dita sulla mia spalla con le labbra, lasciando dei piccoli baci. Stavo impazzendo…all’improvviso mi prese in braccio per adagiarmi sul letto, si stese su di me e cominciò a scendere sul petto baciandomi la pelle.
“Questo è di troppo mi sa…”disse sollevandomi la schiena e sganciandomi il reggiseno. Ero rossa come un peperone…ma non mi importava. Scoprì lentamente la mia pelle e per non farmi imbarazzare mi guardò negli occhi riprendendosi le mie labbra. Una sua mano, intanto, accarezzava il mio seno delicatamente facendomi provare un piacere immenso…poi spostò le labbra su di esso, facendomi perdere la testa. Gli accarezzavo le spalle larghe e la schiena e di tanto intanto lo graffiavo con le unghie, questo gli provocava la pelle d’oca e anche dei leggeri gemiti di piacere. Dalla schiena passai al bordo dei pantaloni che ancora indossava, iniziai a sbottonarli e prontamente se li tolse restando in intimo. Potevo sentire su di me quanto gli piaceva la situazione, così decisi di liberarlo da quella tortura. Tirò un sospiro di sollievo e riprese a baciarmi, con le mani era arrivato al mio intimo e decise di copiare la mia precedente mossa…poco dopo si fermò, alzò lo sguardo puntandolo nei miei occhi per chiedermi il permesso di entrare in me. Io sollevai la testa e lo baciai dolcemente; allora si sistemò fra le mie gambe e lentamente entrò dentro di me, causando un mio gemito che bloccai con un bacio sulla sua spalla. Si mosse lentamente mentre mi stringeva fra le sue braccia e, di tanto in tanto, si mordeva il labbro; io ero aggrappata a lui, nascondevo il mio viso nell’incavo della sua spalla ed emettevo dei piccoli gemiti. Dopo un po’, finalmente arrivò al piacere estremo seguito da me, infine si accasciò al mio fianco per poi accogliermi fra le sue braccia. Quella notte dormimmo così.


Questo è il vestito: 
  
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