Anime & Manga > Akatsuki no Yona
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Autore: sadsavcasm_    17/09/2015    0 recensioni
-E so che quando tornerò la solita di sempre mi pentirò di quel che sto dicendo- affermo, abbassando lo sguardo per osservarmi le scarpe. Ho gli occhi di tutti puntati addosso, ma non ho scuse per poter farli guardare altrove. E mi allontano, altroché non curante delle voci di fondo. E mi isolo, cercando di tranquillizzarmi. Mi stringo fra le mie braccia, è l'unico posto che mi rimane. E proprio stretta nelle mie braccia prego gli Dei, affinché mi aiutino a non deludere più nessuno, a partire da lui, da loro, a finire a me stessa.
Ma so che in fondo, aspetto sempre che quel chiaro bagliore di luna mi accolga nella sua luce e mi protegga, senza abbandonarmi.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shin-ah, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi gira la testa, sono così stanca che non riesco a muovere un muscolo, ma devo aprire gli occhi. Sento il busto poggiare su una superficie che emana calore, apro gli occhi e vedo una pelliccia bianca. Mi trovo sulle spalle di qualcuno, ma non so di chi. “Il corpo di questa persona emana un tale calore da scaldarmi il cuore, devo aver paura, o no? Sono pur sempre sulle spalle di qualcuno mai visto, se fosse un malintenzionato?” Sbadiglio mettendo una mano davanti la bocca e poggio la mano sulla spalla di costui. –Dove mi stai portando? E chi sei? Come hai fatto a trovarmi?- domando, con la voce ancora impastata dal sonno. Non ricevo nessuna risposta e gli do una leggera pacca sulla spalla. –Mi rispondi?- Non ricevo risposta, niente da fare. Sono un po’ arrabbiata con me stessa, perché non riesco a non fidarmi di questa persona. La mia mente mi sta dicendo di scappare, ma il mio corpo non si muove. “E se mi avesse paralizzato le gambe?” mi viene da pensar questo. Le muovo per farle dondolare, e ottengo il risultato. “Allora perché non riesco a scendere?” Sono quasi infastidita, per il nervosismo la testa mi fa ancora più male. Rilascio un lungo e profondo sospiro, cerco di tranquillizzarmi e mi sveglio del tutto. –Io sono Y…- mi fermo. “Perché stavo per dirgli il mio nome? Non so neanche dove mi sta portando!”. Sono in un tale stato di confusione che mi tiro un schiaffo per calmarmi. Questa persona si ferma, si volta per guardarmi e si rigira, riprendendo a camminare. “STUPIDA! POTEVI BUTTARGLI UN PUGNO” mi richiamo. Osservando attentamente i lineamenti sembra un ragazzo, ma per suppore l’età dovrei almeno vederlo in viso. Ma non ha intenzione di togliere quella maschera. Eppure, voglio che si tolga la maschera, lo voglio come se ne avessi bisogno. Arrossisco ai miei stupidi pensieri e lascio che questo ragazzo mi trasporti. “Cos’ho qui..?” Non mi sono accorta di nulla, ma è giorno, e ho una fascia intorno la testa. Porto una mano sulla fascia, che sia caduta? “Mi sento talmente stupida, non mi sono neanche accorta di essere in queste condizioni” noto il corpo pieni di lividi e ferite “Solo perché ero distratta da questo ragazzo.. Che cosa imbarazzante!”. –Da quanto stai camminando? Non sei stanco?- gli domando, affacciandomi dalle spalle tentando di osservarlo. Scuote la testa e mi fa cenno di ascoltare. Chiudo gli occhi e ascolto. Si sentono delle voci in lontananza, una femminile sicuramente. “Sembra che queste voci stiano dicendo ‘Shin-ah’, spero di non sbagliarmi.” Le voci si fanno sempre più forti e più chiare, quindi avevo sentito giusto. –SHIN-AH, GRAZIE AGLI DEI! DOV’ERI FINITO?- intravedo dei capelli rossi. Questi capelli rossi si avvicinano velocemente, e li osservo. Sono di un rosso vivo e intenso, da rimanere incantati. Mi ricordano tanto l’alba…l’alba. Sgrano gli occhi e inizio a tremare, nella mia mente cala il silenzio e diventa tutto nero. Chiudo gli occhi e stringo la spalla del ragazzo, così forte da farmi bruciare la punta delle dita. Sento gli occhi colmarsi di lacrime, ma non devo piangere. “Non è questo il momento di piangere, avanti! Non conosci nessuno e ti presenti piangendo?” scuoto la testa “Mi presenterò se saranno loro a farlo”. Poggio la testa sul mio braccio e sgrano nuovamente gli occhi, assumendo un’espressione disgustata: puzzo. Ora che ci penso, non mi lavo da non so quanto. Ho i capelli tutti unti e il corpo sporco, non credo di avere un bell’aspetto. Questo ragazzo invece.. ”Ha un buon profumo, quasi accogliente.”. Finalmente il ragazzo mi lascia scendere; ora che non sono più sulle sue spalle sento un senso di nostalgia. Sì, mi è dispiaciuto scendere da lì. Scuoto la testa per scacciare questi pensieri, e mi allontano, cercando di far sentire il meno possibile il mio aroma. “E così si chiama Shin-ah” rifletto “Bel nome, però!”. Capelli rossi si avvicina e alzo un braccio, come per stabilire una distanza tra noi. Lei mi sorride, addolcendo lo sguardo. “Come immaginavo, continuo a far pena a tutti. E questa situazione non mi piace, sembro una barbona portata in una famiglia di persone benestanti.” Affermo guardandomi intorno, notando che tanto ricchi, questi ragazzi, non sono. Li osservo uno per uno, come ho sempre fatto. Sono abituata ad osservare e a rimanere in silenzio. Il più alto ha i capelli neri, e porta con se un’arma talmente grande da poter uccidere solo per il peso. Quello che appare il più grande ha i capelli verdi, raccolti dietro da un fiocchetto. “Questa mania di tenere i capelli lunghi, rivoltante.” confesso, non sembra aver nulla di speciale. Come altri due, uno è biondo e sembra un bambino. Che sia il fratello minore dell’altro? Sposto lo sguardo sul ragazzo che fruga nella borsa, dai lineamenti dolci abbastanza da poter essere scambiato per femmina. Mentre, quello con i capelli bianchi, ha una mano…”DI UN MOSTRO!” penso, indietreggiando. –Non hai nulla di cui temere, siamo dei semplici viaggianti.- mi sorride la rossa –Io mi chiamo Rina, e tu?- mi dice la ragazza, con un tono non molto convinto. Forse quello non è il suo vero nome, non si fida. Neanche io mi fido, non vedo il perché dovrei dirgli il mio vero nome. –Zehna- le rispondo, cercando di essere credibile. Rina mi guarda e si gira verso i ragazzi che le coprono le spalle. –Non dovresti dare confidenza a tutti così facilmente, Rina!- afferma un po’ infastidito il ragazzo alto, avvicinandosi per squadrarmi dalla testa ai piedi. “Che situazione imbarazzante. E’ la prima volta che parlo faccia a faccia con un maschio, per lo più carino, e non sono neanche guardabile.”. –Ma non vedi che è una ragazza innocua? Non c’è nulla da temere, è stata Shin-ah a portarla, non penso avrebbe portato una persona cattiva.-. “Innocua, eh?” mi ripeto, abbassando lo sguardo e portando una mano al gomito dell’altro braccio, “Se solo sapesse, se solo sapessero cosa ho fatto.. Il ragazzo mi ucciderebbe.” assumo un’espressione preoccupata. Rina sospira e si rivolge a me –Perdonalo, è sempre così diffidente con tutti.- “Fa bene..” –Lui è Hak, la mia guardia del corpo.- me lo presenta, continuando a sorridere. Fa avvicinare gli altri e me li presenta uno per uno. –Loro sono Jae-ah, Zeno, Yoon e Kija.- mi dice, indicando prima quello dai capelli verdi, poi il biondo, il ragazzo femmina “Forse è gay”, e il tizio dai capelli bianchi con la mano…mostruosa. –Mentre lui, il ragazzo che ti ha portato fin qui, è Shin-ah- mi indica con lo sguardo il ragazzo che mi ha trasportato. –L’abbiamo cercato tutta la notte, alla fine era a fare il gentiluomo- accenna un sorriso la rossa e si gira verso di me. –Ti sei persa? Da dove vieni?- mi chiede dolcemente la ragazza. Mi torna tutto in mente, barcollo per un istante. Non posso andare avanti così.. devo controllarmi, non posso farmi prendere sempre dal panico quando mi fanno una domanda personale. Il tempo di aprire la bocca per rispondere, che il ragazzo alto- Hak, dice –A dopo le presentazioni, pensiamo a cosa fare per il momento.- Rina si avvicina a Yoon, così mi pare il nome e gli sussurra qualcosa. Si gira verso di me e mi prende da un braccio, trascinandomi non so dove. –Adesso andiamo a farci un bagno, vedo che non sei messa tanto bene.- arrossisco, essendo consapevole delle mie condizioni e la seguo. Arriviamo davanti un ruscello, ci togliamo gli abiti ed entriamo in acqua. L’acqua fredda a contatto con la pelle mi provoca la pelle d’oca, ma non m’importa più di tanto: ho bisogno di lavarmi. Mi sciacquo più volte i capelli, voglio che il viola torni a risplendere, almeno quello. –Mi chiamo Yona, comunque.- mi confessa. Mi giro verso di lei e la osservo. “Yona..come la principessa. Ma non può essere lei, anche se ho sentito che è fuggita dal castello con la sua…guardia del corpo.” Ci rifletto lentamente, e mi rendo conto di essere in compagnia della principessa. –P-principessa Yona, le chiedo scusa per averle mentito. Il mio nome è Yu-Jie. La prego, non mi faccia punire..- chiedo, abbassando lo sguardo e stringendomi nelle spalle. Sento la rossa scoppiare in una fragorosa risata. –Non preoccuparti, non sono più una principessa da tempo.- mi dice, abbassando lo sguardo a sua volta. Abbiamo toccato dei tasti dolenti, sarà meglio parlare di altro. Dopo circa una ventina di minuti, arriva Hak portandoci i vestiti. –Ecco a voi- rilascia, per poi andarsene. –Ma.. i miei vestiti? Dove sono?- mi guardo intorno confusa, senza vederli. –Erano tutti strappati, sporchi e zuppi. Dopo un bel bagno non ti conviene rimettere quelle cose.- mi dice Yona, lasciandosi asciugare un po’ per poi infilare i vestiti. Faccio così anche io, e continuo a fissare questi vestiti un po’ confusa. “Ora che ci penso, non ho mai messo una gonna. I signori Zhao mi hanno sempre fatto indossare abiti maschili.”. Seguo Yona e torniamo dagli altri. –G-grazie.- dico, abbassando il capo. Mi rivolgono tutti un’occhiata gentile, eccetto Hak. “Avrà capito che ho grave peccato..”. Solo in quell’istante mi rendo conto di aver lasciato il pugnale incustodito. Mi agito, e inizio a cercare un po’ in giro, non lo trovo e sono in ansia. Mi si avvicina il tizio dai capelli verdi –Stavi forse cercando questo?- mi porge il pugnale, pulito e lucidato. Poso lo sguardo sul pugnale e guardo Jae-ah. –Come hai fatt-?. Non ho il tempo di finire la frase che mi ritrovo le spalle contro un albero, e Jae-ah che mi blocca la via d’uscita, come un muro. Mi alza il mento con le dita e mi rivolge un dolce sorriso –Le dispiacerebbe rivelarmi cosa ci fa con un pugnale, una bellissima signorina come lei?-
   
 
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