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Autore: Betta3x9    10/02/2009    12 recensioni
(M come Mihael)
"Mihael"
Solo questo – Mihael – sussurra Matt, vedendolo.
Mi-ha-el. Punto.
E poi rimane lì, fermo, guardandolo come si guarda un quadro, o una statua.
[E' una cosa strana da pensare, ora che Matt – Matt – è lì davanti a lui, è strano pensare che lui, il suo nome, l'aveva quasi dimenticato]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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M come Mihael


"Mihael"

Solo questo – Mihael – sussurra Matt, vedendolo.

Mi-ha-el. Punto.

Non gli chiede come stai, non gli grida contro qualcosa – qualunque cosa – per fargli anche solo intuire la sua rabbia, la sua delusione ed il suo sollievo nel vederlo – non pronuncia nemmeno qualche stupida frase di circostanza –  solo: Mihael.

E poi rimane lì, fermo, guardandolo come si guarda un quadro, o una statua.

Mihael.
E basta.

E Mello rimane così, senza sapere bene cosa fare, le braccia lungo i fianchi, rilassate.


Lo sente, Mello, sente che quel nome – il suo nome – ha un suono strano, né più dolce, né più aspro, solo strano.
E Matt continua a rimanere in silenzio, quasi stesse ascoltando qualcosa – Ma cosa? Forse gli echi di quel nome?

Mihael. C'è qualcosa di sacro, o quasi, in quel suono.

Matt non l'aveva mai chiamato per nome: sempre e solo Mello, o al massimo Mel.

Ed ora, invece... Mihael.

E' una cosa strana da pensare, ora che Matt – Matt – è lì davanti a lui, è strano pensare che lui, il suo nome, l'aveva quasi dimenticato.

O meglio: non c'aveva più pensato, tutto qui.

Dopotutto a cosa serve un nome? Mello bastava.

Un nome è solo un insieme di lettere, una manciata di suoni, che servono soltanto a distinguere una persona dall'altra, tutto qui.

Tanto più che, con Kira in possesso del Quaderno, il nome non era solo inutile, ma anche pericoloso: se conosci il nome di una persona puoi rubarle la vita.
Meglio dimenticarselo.


Eppure, ora che Matt l'ha pronunciato a voce alta, Mello si sente quasi esposto, nudo.
Rabbrividisce.
E' solo un nome, solo un nome.



Ricorda che anni fa – nemmeno lui saprebbe dire esattamente quanti – l'aveva regalato a Matt, il suo nome.
Era stato poco più di un sussurro, le labbra vicine all'orecchio dell'altro.

“Mihael Keehl”. Aveva detto, le sopracciglie appena aggrottate. “E' un segreto”. Aveva aggiunto.
 Lo sai tenere un segreto, vero? Ma non c'era stato bisogno di chiederlo.
Matt aveva sorriso, uno di quei sorrisi che solo i bambini sono capaci di fare.
“Mail. Mail Jeevas”. Aveva risposto. Era il suo nome, quello.

Mello aveva annuito, semplicemente.




Mihael.
E' strano, per Mello, sentire il proprio nome pronunciato a voce alta: è sempre stato solo un pensiero, un segreto; ma ora che ha attraversato l'aria, vibrando, ha paura che qualcuno possa rubarlo.

Ma c'è solo Matt lì, solo Matt – Matt che lo guarda come si guarda una scultura. Matt.

Matt.

Mello capisce che non c'è solo l'eco del suo nome, in quella stanza; c'è ne un altro, di nome, che aspetta di essere pronunciato. Non potrebbe essere altrimenti.


Mail”. Il tono è tranquillo.


Ed è come se il tempo, intorno a loro, riprendesse a scorrere: Matt sorride appena e gli si avvicina a grandi passi, e Mello rimane fermo, senza sapere bene cosa fare.

“Ce ne hai messo di tempo, eh, Matt?”
“E che diavolo, Mel! Non sai che cazzo ho dovuto fare per trovarti! Ci ho messo anni, ci ho messo! Che tu sia maledetto!”

E  Matt non sa ancora bene se abbracciarlo forte, Mello, o picchiarlo, magari, per tutto quello che gli ha fatto passare; quando l'altro, improvvisamente, decide al posto suo.

Lo abbraccia, quasi con delicatezza, Mello – Matt non avrebbe mai immaginato di poter associare il nome di Mello alla parola delicatezza – come se avesse paura di spezzarlo, come se temesse che potesse essere solo un'illusione – ma non lo è.

E non è un pensiero né logico, né razionale, ma a Mello viene da pensare che ora andrà tutto bene.
Tutto
.

Andrà tutto bene, ora che Matt è tornato e Mello ha ricordato il suo nome.
[Il nome di Matt, però, non l'aveva di certo scordato]





{Mello non lo sa –  non può certo saperlo –  ma L il suo nome l'aveva dimenticato tanto tempo fa.
E non c'è mai stato nessuno – nessuno – capace di ricordarglielo.
Ma non ha più importanza.}




Fine



Ringrazio chi ha commentato la L, ovvero: strana90, MellosbarOfChocolate, beat e _pEaCh_.
[E anche chi ha messo questa raccolta tra i preferiti: siete ben 30 persone!]

Grazie a tutte; ci vediamo alla N. <3


   
 
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