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Autore: cuffiette    18/09/2015    3 recensioni
Irene ha sedici anni, il sorriso sempre sulle labbra e un caratterino tutto pepe. Ma Irene ha anche un “F.R.P.” (fratello rompi palle ) e due amiche completamente folli, ha uno spiccato senso dell’umorismo e tanta voglia di vivere.
Tra i banchi di scuola, nei corridoi di un vecchio palazzo e per le vie di Firenze, Irene cerca di venire a capo di una storia destinata a non durare, di una storia destinata a non incominciare per niente: quella con il migliore amico di suo fratello
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 9: Compito Ingrato

 

-Cate lasciamo perdere!-

-Ma come sarebbe? Non gli hai ancora chiesto niente?-, sussurra lei sbigottita.

-C’è sempre anche quell’altro in casa mia sai com’è…-

-Ma se è arrivato solo ieri- continua lei.

Sbuffo esasperata dalla sua insistenza,-Senti, ci parlerò. Ma devo trovare il momento adatto altrimenti non mi dirà mai nulla. O forse dovrei trovare un modo per ricattarlo…-

Assorta come sono nei miei pensieri, non mi rendo conto che la fila è scorsa e che sono arrivata davanti alle macchinette. Tiro fuori un pacchetto di patatine ( viva la linea! ) e aspetto che Cate scelga la sua merenda appoggiandomi all’angolo. Proprio vicino a me stanno confabulando tre ragazze del terzo D, la classe di mio fratello, troppo snob e altolocate per salutare una plebea come me. 

Ora, che non si vada a dire in giro che Irene Barbieri è una pettegola o una ficcanaso, anche perché quelle tre stanno praticamente urlando e anche volendo non riuscirei proprio a non udire i loro discorsi.

-Secondo me non hai speranze-, dice testa/bionda uno a testa/bionda due, appoggiata da testa/rossa che annuisce vigorosamente.

-Se voleva portarti a letto lo avrebbe fatto l’altra sera-, puntualizza infatti quest’ultima.

-Ha la testa da un’altra parte lo so-, esclama sconsolata testa/bionda due,-L’altra sera l’ho baciato e per poco non mi cacciava via-

Perché sto ascoltando questi discorsi dementi? Tutti questi giochi di teste mi confondono.

-Magari ti puzzava l’alito!-

Ecco appunto.

-Ma cosa dici?!? Gli sono praticamente saltata addosso e .. guardami.. come fai a dire di no a Me, a Carolina Romiti ?-, sputa fuori testa/bionda due.

-A me sembra più strano del solito ultimamente. Magari ha un’altra…-,prova ad azzardare testa/rossa. 

-Ma chi Giorgio? Scherzi? Quello non ha mai avuto una storia seria…-, specifica testa/bionda uno, mentre la mia bocca si spalanca in una perfetta o. La conversazione si fa decisamente interessante.

-Secondo me devi solo insistere… prima o poi cederà…- esclama la uno passandosi per l’ennesima volta il lucidalabbra sulle sue labbra prosperose,- …Come tutti del resto!-.

Sto aspettando con impazienza la risposta acida di testa/bionda due, quando un urletto inconfondibile mi arriva alle spalle.

-Iris? Andiamo?- 

Cate. Mannaggia a lei.

Mi volto per fulminarla con lo sguardo e per intimargli di rimanere zitta e ferma, ma scopro che la mia amica è una grandissima attrice: il sorriso beffardo che mi riserva è quello di chi ha già capito tutto. Con disinvoltura afferro Cate per il braccio e la trascino vicino al calorifero, in modo da avere una visuale completa della scena.

Testa/rossa sta abbracciando testa/bionda uno, o forse quella era la due.. vabè, mentre questa le intima di allontanarsi.

-Basta così ragazze. Sapete cosa vi dico? Non mi interessa.-sputa fuori una delle due bionde. Quale sia ormai non mi interessa più… sono troppo impegnata ad avere gli occhi a cuoricino!

Sono assolutamente contraddittoria lo so, visto che solo questa mattina l’ho insultato pesantemente, ma è inutile negare quanto questa breve conversazione che ho origliato mi abbia riempito il cuore di gioia. 

Cercando di non dare a vedere tutta la mia felicità mi volto e mi incammino per il corridoio continuando a sgranocchiare qualche patatina, evitando accuratamente di incrociare gli occhi della mia amica.

-Sembri Alice nel paese delle meraviglie sai? Solo che tu sei anche drogata.. e ovviamente non ti chiami Alice-, incomincia a blaterare Cate raggiungendomi.

-Finiscila di farmi questi agguati!- la liquido punzecchiandola fintamente offesa. Dico fintamente perché proprio non riesco a non sorridere e ad essere arrabbiata in questo momento.

L’ha rifiutata. Non l’ha voluta baciare. Sono troppo sciocca o ingenua, come mi ha chiamata lui stamattina, se penso che l’abbia fatto per me?

-Allora… cosa hai origliato?-

-Io non ho fatto origliato-,ribatto sulla difensiva.

-Si certo e io sono la Regina Elisabetta. Ripeto. Cosa hai sentito da quelle pettegole?-

Quando usa la sua aria da so-tutto-io non la sopporto, però mio malgrado ho urgente bisogno di esternare le mie supposizioni e la mia stupida felicità.

-Stavano parlando di Giorgi…-

-Si, si e fino a qui ci eravamo arrivati tutti-,liquida lei la mia titubanza.

-Cate e dai! Se continui a fare così non ti racconto più nulla!-,ribatto risoluta e leggermente offesa. Se non le interessava poteva anche evitare di chiedermelo.

-Non ho detto che non voglio sapere…- sospira lei continuando a camminare,- voglio solo che tu rimanga con i piedi per terra. Quel ragazzo è strano. Si comporta in modo troppo strano e non mi piace quello che ha fatto di te. Sei paranoica e eccessivamente ansiosa-,si ferma e mi guarda dritta in faccia.

-Non farti fregare, non farti mettere nel sacco. Sei tu che devi avere il controllo della situazione. Ti piace? Bene! Vai li e lo baci.- 

Faccio per ribattere ma lei mi blocca prontamente,- e chissenefrega di Andrea! Chiaro?-

La guardo con gli occhi quasi lucidi. Quanto le voglio bene!

Di slancio abbraccio la mia amica e la stringo forte forte a me, tanto che inizia a tossicchiare,- Stai bene tesoro? Tutto questo amore ti ha dato alla testa?-

La lascio andare dalla mia stretta, un po imbarazzata e aspetto che il rossore passi prima di ricominciare a camminare per il corridoio.

 

Il primo autobus che passa è stracolmo, ma non voglio rischiare di incontrare Andrea e il suo amichetto quindi salgo comunque e faccio tutto il tragitto verso casa restando in piedi. Già sto pregustando l’usuale pranzetto della rosticceria lasciato in forno dalla mamma, che consumerò in perfetta solitudine.

Ho bisogno di un po di pace, di passare qualche minuto senza di lui per schiarirmi le idee, anche perché quello che mi ha detto Cate ha senso. Non lascerò che si lui a farmi diventare matta, non mi lascerò trascinare in basso da uno stupido ragazzo, sarò io che assumerò il controllo della situazione. Punto.

Purtroppo per me, una volta infilate le chiavi nella toppa di casa ad attendermi ci sono tre cavernicoli che stanno tranquillamente consumando il MIO pranzo.

-Oh Irene! - esordisce Fra vedendomi. Sia chiaro, nel salutarmi non ha di certo staccato gli occhi dallo schermo della tv.

Passo dietro al divano lasciando uno scappellotto sulla testa di mio fratello.

-Dov’è il mio pranzo?-, chiedo immediatamente.

Giorgio ridacchia infastidendomi ulteriormente, senza però degnarmi di una risposta.

-Allora?- insisto.

-Io sono troppo bugiardo stronzo e dannatamente idiota per saperlo… mi spiace- risponde con una finta faccia dispiaciuta, imitando la mia voce.

Inviperita più che mai sbuffo e giro i tacchi verso la cucina, decisa nel non dargli la minima soddisfazione.

-Ti prego non dare fuoco al palazzo..-, mi urla dietro. 

Sta cercando di farmi saltare i nervi ne sono sicura. 

Alzo il dito medio nella sua direzione e mi rintano in cucina.

-Oh Irene sei una credulona- ride quell’idiota di mio fratello,-la tua porzione di lasagne è qua…-

Calma. Devo restare calma. Vuole esasperarmi? Bene, non ci riuscirà. Sistemo le pieghe sul mio vestito che comincia a spiegazzarsi qua e la, per poi tornare in salotto insieme a loro.

Mi siedo sulla poltrona, in modo da non essere costretta a dividere i miei spazi con nessuno (Giorgio), accavallo le gambe lentamente e lo guardo dritto negli occhi. Che la guerra abbia inizio.

 

Sono le quattro e la mia versione di latino è già finita e ricopiata in bella copia sulla mia scrivania. 

Si, faccio anche la bella copia. Qualcosa in contrario? 

Mi stiracchio, soddisfatta del mio lavoro, davanti alla finestra ben chiusa. Il cielo oggi è limpido, non c’è neanche una nuvola, sarebbe la giornata ideale per un giro in centro.

Animata da un’inusuale spirito avventuriero afferro al volo il cellulare e esco dalla mia stanza. 

Sul tavolino dalla sala da pranzo, con il televisore spento (evento più unico che raro) ci sono i tre moschettieri tutti concentrati a spremersi le meningi su qualche volume scolastico ancora perfettamente integro.

Sfilo indifferente davanti a loro, senza calcolarli minimamente.

-Ehi Genietto hai già finito di studiare?-, mi richiama all’ordine Andrea.

-Lo so che sei geloso della mia secchionaggine. Quindi taci-, blocco prontamente il suo schifoso senso dell’umorismo.

-Ehi…Frena i bollenti spiriti! Volevamo semplicemente chiedere l’aiuto della ragazza più intelligente del Manzoni…-

Guardo Fra negli occhi per poi scoppiare a ridere,- Ritenta. Questa non ha funzionato…-

-…la più furba..? La più… brava?-, continua lui. Alzo un sopracciglio scettica e scuoto la testa.

-Andiamo non fare la stronza-,sbotta Giorgio.

-Il bue che dice cornuto all’asino.. Giorgio stai zit..-

-Basta! Non ricominciate!- tuona Andrea guardando prima me poi lui. 

Sistema il colletto del suo maglioncino e si mette seduto composto, neanche si stesse preparando per un incontro con il presidente della repubblica. Le sue guance si tingono impercettibilmente di rosso e la sua mascella è serrata. Guai in vista. Cosa dovrà dirmi di tanto imbarazzante?

-Irene.. noi volevamo chiederti se..-,pausa enfatizzante,-si insomma se puoi darci una mano… Per …- si blocca con il rospo in gola. Non ci posso credere. Mi siedo sulla poltroncina li accanto per godermi lo spettacolo e per aspettare pazientemente che il mio fratellino racimoli il coraggio necessario per dirmi ciò che sta per dirmi.

-…Perfavore?-,sputa fuori tutto d’un fiato. Deve essergli costata una buona dose del suo orgoglio tirare fuori quelle due paroline.

Sorrido a dir poco soddisfatta della sua espressione seria e contrita, ma non posso fare a meno di lasciarmi intenerire. Dopotutto se sono arrivati a chiedere il mio aiuto devono essere proprio disperati. Ovviamente li terrò con il fiato sospeso fino all’ultimo.

-Dipende… di cosa si tratta?-

Dopo dieci minuti di risposte arrancate e di spiegazioni vaghe, sono riuscita a capire che il loro compito è quello di presentare una tesina su un’importante monumento di Firenze; il fatto è che abitando a Firenze devono rendere il lavoro più iterativo possibile, quindi integrarlo con filmati o foto, renderlo un racconto appassionato o una favola per bambini, insomma devono dar sfogo alla loro fantasia.

-Punto primo: voi non avete fantasia!-,inizio ad elencare sotto gli occhi scocciati dei tre,-punto secondo: da quando vi impegnate tanto per un lavoro scolastico? E…-, li blocco con una mano prima di essere interrotta,- e per finire il punto terzo: in un pomeriggio è praticamente impossibile fare un lavoro di questo tipo che sia almeno decente-, concludo soddisfatta della mia capacità di sintesi.

-Basta Andrè lasciamo perdere. Questa non ci aiuterà mai-

Non considero nemmeno l’uscita di Giorgio, continuo semplicemente a fissare mio fratello che mi guarda in cagnesco.

Sbuffa il signorino e si passa una mano tra i capelli, neanche fosse l’uomo più frustrato del mondo.

-Hai ragione-, sputa fuori con rabbia,-ma se non consegnamo questa cazzo di tesina per domani quella stronza ci mette due-

Alzo un sopracciglio scettica,- ma… tutta la classe deve svolgere il lavoro?-

-Certo che no-, sentenzia semplicemente Fra.

Se non la fanno finita di rispondere male possono anche dire addio al mio aiuto.

-Quindi…?- chiedo ancora.

-Quindi siamo entrati tardi alla sua ora  e questa è la punizione del mostro-, spiega Giorgio mettendo un’adorabi… mettendo il broncio.

Qui la situazione si fa interessante e il mio animo da detective sta prendendo il sopravvento. 

Fra poco tirerò fuori gli occhiali di Conan dalla tasca.

-Quando sarebbe che siete entrati tardi?-, domando con tranquillità.

-Devi farci un’interrogatorio o ci vuoi aiutare?-

Merda, gli indiziati sono più difficili del previsto. Devo trovare un capo espiatorio per scoprire la verità; forse ottenendo i tabulati telefonici … ok Irene basta!

-Allora?-,mi richiama all’ordine l’urtante voce di mio fratello.

Sbuffo e anche se mi costa ammetterlo il mio animo da crocerossina è uscito fuori insieme a quello da detective, quindi decido deliberatamente di rovinarmi il pomeriggio di shopping per aiutare tre idioti. E ci tengo a specificare che  solo il mio animo da crocerossina mi ha fatto prendere questa decisione.

-Andata. Ma si lavora a modo mio. Chiaro?-

Gli assensi digrignati a mezza bocca dei tre idioti per il momento mi bastano.

 

-Scordatelo! Non porterò una relazione sul ponte di Moccia a Firenze!-

-Ma cosa devono sentire le mie orecchie! Andrea Il Ponte Vecchio è il più romantico monumento di Firenze… -,inizio con enfasi per essere subito bloccata da borbotti.

-Falla finita con le solite lagne…-,mormora un Francesco sempre più schifato.

-Fra non sto scherzando. Molto prima di Ponte Milvio, i lucchetti venivano attaccati sul Ponte Vecchio. E inoltre, solo perché hanno riempito il buon vecchio Cellini di lucchetti questo non significa che…-

-Significa che fa schifo. E’ una smanceria per femminucce e io non porto la relazione su una cosa da femminucce-

Sospiro esasperata all’ennesima bocciatura. Ho proposto Palazzo Pitti, Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria … insomma ho cercato i monumenti più vicini a noi e che potessero suscitare una qualchesivoglia emozione, ma niente. 

Sono testardi.

E dannatamente infantili.

-Allora facciamo la galleria degli uffizi…-,ritenta Fra. 

Lo fulmino immediatamente con il sguardo; la sua proposta sta a significare che queste teste bacate non mi ascoltano quando parlo.

-Ti ho già detto che sarebbe un suicidio. E’ troppo vasta, troppo importante per essere affrontata in un solo pomeriggio. Finiremmo per rovinare la sua poesia, la sua storia, finiremmo per non renderle giustizia…-,termino sempre più accaldata.

I tre mi guardano sbigottiti, come se stessero guardando un fantasma, ma non mi importa. So bene che non tutti i cittadini di Firenze sono entrati e rientrati in ogni singolo monumento, hanno visitato e rivisitato ogni singolo museo, ma io amo la storia della mia città.

-Va bene, basta sono stufo. Facciamo quello che dice lei-

Finalmente qualcuno che ragiona, anche se questo qualcuno è proprio Giorgio. 

Gli sorrido tranquilla e batto le mani soddisfatta.

-Bene! Allora io dico di fare il Ponte Vecchio e vi giuro che non accenneremo nemmeno a Moccia e ai suoi lucchetti va bene?-

Mio fratello storce la bocca contrariato, ma sono quasi le cinque e tutti e tre sanno che sono la loro unica possibilità di riuscita.

-Fra, tu pensi a stendere la storia. Una cosa semplice e non dettagliata, di massimo due facciate. Cerca su internet ma guai a te se apri wikipedia…-,specifico recondita. Faccio scorrere il mio sguardo sul ragazzo accanto a lui e sorrido sadicamente.

-Giorgio, tu pensi all’architettura. Voglio i dettagli, ben messi e approfonditi. Direi che l’architettura ha bisogno di almeno cinque facciate, tra foto e tutto il resto…-

Mi osserva tetro senza aggiungere mezza parola, ma anche senza controbattere, quindi passo avanti.

-Andrea, tu ti occuperai del tuo adorato Cellini, anche se potrai sorvolare sulla storia dei lucchetti-, specifico sorridendo. 

Dio quanto mi piace impartire ordini.

-A me hai dato la parte più difficile-, si lamenta Giorgio.

-“A me hai dato la parte più difficile”-,lo cantileno,- Ripetimi quanti anni hai per favore!-

Lui scatta dalla sedia rosso in viso,-ti ho già detto che non mi devi portare per il culo-

-Sei tu che mi servi l’opportunità su un piatto d’argento tesoro-, ribatto risoluta; non mi farò mettere i piedi in testa.

-Tu invece cosa farai sentiamo …!-, mi domanda invece di ribattere alla mia affermazione.

-Io metterò insieme i vostri lavori e andrò a scattare qualche foto-

-Le foto le possiamo prendere da Internet. Sciocca-,ribatte Andrea .

-Tutti possono prendere le foto da internet. Sciocco- rispondo usando il suo stesso tono,-ma il vostro deve essere un lavoro molto personale che possa far capire alla vostra professoressa che non siete dei babbei…-

Mi alzo dalla sedia con il chiaro intento di far capire loro la fine della conversazione, e la mia decisione ormai presa.

-Vengo con te.-

Fermi tutti, questo non era nei piani.

Andrea alza lo sguardo verso Giorgio, che sembra perfettamente tranquillo e a suo agio con gli occhi di tutti puntati addosso.

-Prima decido di cosa parlare per quanto riguarda l’architettura, poi andiamo a fare delle foto. Ha molto più senso così..-,spiega ai suoi amici come per giustificarsi. E quei due idioti annuiscono pure!

Lo fulmino con lo sguardo e incrocio le braccia al petto, -Bene, allora puoi andarci da solo a fare le foto. Io aiuto loro con la parte scritta-

Gelida e altezzosa: perfetta!

Non passerò il pomeriggio in sua compagnia per farmi confondere ulteriormente le idee dai suoi gesti contrastanti e dai suoi modi di fare lunatici.

-Dai non fare la stronza. Facciamo pace e andiamo a scattare quelle stupid… quelle fantastiche foto. Ok?-, mi punzecchia sorridendo.

 Perché Andrea quando dovrebbe intavolare la sua usuale scenata di gelosia non lo fa? Perché non capisce che il suo amichetto sta cercando di corrompermi con il suo sorriso mozzafiato, con il suo corpo perfetto, con i suoi modi … dolci…?

Mio malgrado allento la presa e annuisco. 

Dannazione a Giorgio.

Salve a tutti!

Allora ...vi aspettavate così la convivenza tra Giorgio e Irene? 
Andrea purtroppo è veramente in un’altro mondo e non riesco ad aprire gli occhi. Giorgio alla fine tradirà davvero la fiducia del suo migliore amico? Oppure continuerà a comportarsi come si è comportato fino a questo momento?
Le cose si stanno evolvendo in fretta e ormai non ci sono vie di scampo …. ma non voglio antipasti niente.
Girando per le immense vie di internet mi sono imbattuta in alcune foto che mi hanno catturata: ho trovato i miei personaggi, o perlomeno come sono i miei personaggi nella mia testa!

Se volete lasciarli come sono nella vostra immaginazione saltate a piedi pari questa ultima parte!

 

Signori e signore… ladies and gentlamen …. 

Irene Barbieri!

Sara La Gioia!


Nicole Frascati!

 

A presto con la sezione maschile
Baci zuccherosi 
Cuffiette

  
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