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Autore: saitou catcher    19/09/2015    3 recensioni
"A rigor di logica, Bilbo Baggins avrebbe dovuto essere morto.
Quando l'uomo aveva sparato, aveva avvvertito distintamente il proiettile attraversargli lo stomaco; aveva avvertito il dolore esplodere all'altezza del ventre in una macchia infuocata, e l'odore umido di pioggia e cemento, gli aveva riempito le narici, assieme a quell'unico, assillante pensiero:
Mi ha sparato. Mi ha sparato, maledizione."
***
Bilbo muore. Eppure il suo spirito rimane ancorato alla terra, incapace di passare oltre qualsiasi cosa ci sia dopo la fine, ancorato al dolore dei suoi cari e sopratutto all'amore per Thorin. Ma la morte non sembra essere la fine, e attraverso il velo che separà il mondo dei morti da quello dei vivi, Bilbo dovrà proteggere l'uomo che ama dai nemici che lo vogliono morto... e sopratutto da se stesso.
(AU! Modern; Bagginshield; ovvero cosa succede quando due pazze con troppo tempo libero a disposizione vengono invitate a vedere Ghost mentre sono in pieno sclero post-BOTFA).
Storia scritta a quattro mani da Saitou Catcher, leggete e recensite!
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Azog il profanatore, Bard, Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11

8 luglio, ore 20:00

La prima cosa che Thorin notò fu il silenzio.

Un brivido gli corse lungo la schiena nel momento in cui mise piede oltre la soglia del cantiere e il suo sguardo registrò solo l'oscurità che lo avvolgeva da ogni parte come un mantello. L'unico rumore chiaramente udibile era quello regolare dei suoi passi mentre avanzava cautamente verso la scala che si delineava davanti a lui. Dovunque volgesse lo sguardo non vedeva che ombre nere e pastose, eppure la sensazione di essere osservato gli sfiorava la schiena con l'intensità di una percezione fisica.

Poi i suoi occhi notarono la porta in cima alle scale, e la mano gli si strinse quasi automaticamente sull'impugnatura della pistola, mentre la estraeva dalla tasca e faceva scattare il caricatore con un secco click.

Lui è lì.

Prese a salire i gradini, continuando a guardarsi intorno, ma nessuno emerse dall'ombra, nessuna voce infranse il silenzio per fermarlo. Da una parte la cosa lo inquietava, dall'altra ne era lieto. Nessun impedimento sarebbe venuto a frapporsi fra lui e il suo obiettivo.

Quando ebbe superato l'ultimo gradino, si trovò davanti la porta, e, per la prima volta, la gelida e autodistruttiva determinazione che aveva guidato ogni sua azione negli ultimi tre mesi vacillò. Non dubitava che sarebbe stato in grado di uccidere Azog nel momento in cui se lo fosse trovato davanti. Ma dopo?

Bilbo Baggins è morto. E uccidere chi te lo ha portato via non lo farà ritornare indietro.

Se davvero valeva così tanto per te, la vita di un verme come Azog non pareggerà mai il conto!

Per la prima volta da quasi tre mesi, Thorin si concesse di chiedersi che cosa avrebbe pensato Bilbo. Che cosa avrebbe pensato di ciò che stava per fare, di tutto ciò che aveva fatto fino ad allora.

Chissà perché, aveva la sensazione di conoscere la risposta.

Dietro di lui, il fantasma dell'uomo che aveva amato vide l'ombra dell'odio abbandonare per un attimo il suo sguardo, e un lampo di qualcosa che sembrava esitazione scivolare sui suoi lineamenti. Per la prima volta, Bilbo osò sperare.

-Non farlo, Thorin- sussurrò- Sei ancora in tempo.

Poi Thorin spinse la porta ed entrò.

 

All'inizio, non vide nulla. Si trovava in una stanza rettangolare, completamente vuota per quanto riusciva a vedere, le finestre che davano sull'esterno coperte da spesse tende nere. Thorin girò su se stesso, la pistola puntata, ogni senso all'erta, quando una zaffata di fumo gli raggiunse le narici, e allora si bloccò. Lentamente si voltò, portando entrambi le mani sull'impugnatura della pistola, e la puntò dritto davanti a sè.

Alla luce incerta emanata dal sigaro, Azog il Profanatore sorrise.

-Thorin Durin- disse, con lo stesso tono che avrebbe riservato a un vecchio amico ritrovato dopo molto tempo.-Ti stavo aspettando.

-Immagino- fu la risposta. -Non sei affatto originale.

Le pallide labbra di Azog si storsero in quello che avrebbe potuto essere un sorriso. -E questo cosa sarebbe? L'ultima battuta di un condannato a morte?

Thorin inarcò un sopracciglio. -Condannato a morte?- ripeté, aggiustando la presa sulla pistola. -Non sono io quello che sta per morire.- il suo dito si piegò sul grilletto.

-Io non lo farei, se fossi in te-Azog alzò lentamente la mano, e Thorin si bloccò.-Ho detto ai miei ragazzi di non intervenire, ma potrebbero decidere di contravvenire agli ordini, se sentono uno sparo. Bolg è un figlio molto devoto, si preoccupa per suo padre.

Thorin si lasciò sfuggire un verso di disgusto. -Che cosa speri di fare? Di rimandare il momento in cui ti ucciderò?

-No, solo di farti capire quanto sei stato ingenuo a credere che un simile piano potesse funzionare- Azog si spostò lentamente lungo la stanza, apparentemente incurante dell'arma di Thorin che seguiva i suoi movimenti. -Se Thranduil decidesse di abbandonare il mondo degli affari, potrebbe fare l'attore. Quando mi ha telefonato ci sono quasi cascato... quasi. Poi ho pensato che tra quel suo improvviso cambio di direzione e l'amicizia sorta tra te e quel Bard ci fosse un parallelismo quanto mai inopportuno... e i fatti mi hanno dato ragione- Si fermò- Dimmi, che fine hai fatto fare ai tuoi amici?

-Non ha importanza.

Azog ridacchiò...un suono basso, eppure carico di minaccia.-No, immagino che non ne abbia. Prima o poi sarebbe dovuto accadere comunque, non è vero? Hai giurato vendetta nel momento stesso in cui è morto tuo nonno... e l'incidente di tre mesi fa dev'essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. -Scrollò le spalle con apparente indifferenza.-Sai, al giorno d'oggi è difficile trovare manodopera qualificata.

-Incidente?-ripeté Thorin, piano, e la rabbia cominciò a premere dentro di lui, forzando la diga che aveva eretto per non soccombere al dolore. Mosse un passo in avanti.-Incidente?

-Thorin...-mormorò Bilbo alle sue spalle, terrorrizato.-Thorin, cosa vuoi...

-Esatto- Azog non sembrava essersi accorto del lampo omicida apparso negli occhi di Thorin- Non ho l'abitudine di uccidere gente che non può crearmi danno, e a dire il vero l'obbiettivo eri tu, non il tuo fidanzato. Un vero peccato. Dovrò rimediare personalmente, a quanto sembra.

Thorin si fermò come se avesse ricevuto un colpo in pieno petto, gli occhi spalancati e vitrei come se osservassero l'uomo davanti a lui per la prima volta. Bilbo sentì lentamente il respiro dell'altro che accellerava mentre tutto il colore gli defluiva dal volto, e un'ombra calava sugli occhi di Thorin, caricandoli di un odio che avrebbe potuto ridurre Azog in cenere, se solo fosse stato liberato.

-Tu...- la parola gli uscì in un sibilo strozzato- Tu parli della sua vita come non contasse niente... della sua morte come se fosse solo un piccolo, banale incidente...- avanzò di un altro passo, ma adesso la mano della pistola tremava.

-Commovente- il tono di Azog trasudava disprezzo- ma sai, da quel che mi ricordo io , la persona di cui stiamo parlando non era altro che un piccolo, inutile esserino che non aveva altra funzione che quella di girarti intorno.

Nel momento stesso in cui ebbe finito la frase, Thorin ruggì.

Bilbo lo vide scattare verso Azog, aggraziato e letale come una pantera, e poi la canna della pistola colpì il gangster in pieno volto, con tale violenza da scagliarlo sul pavimento. Intontito, Azog puntò il gomito a terra, e tentò di rialzarsi, ma il calcio di Thorin lo raggiunse in mezzo agli occhi, e Bilbo udì il rompersi secco del setto nasale, prima che da questo iniziasse a eruttare sangue come una fontana. Il boss si contorse nuovamente, allungando la mano alla ricerca della pistola che era caduta sul pavimento, ma Thorin la spinse via con un calcio, e poi si chinò su Azog, schiacciandogli un ginocchio sul petto e premendo con tutto il proprio peso.

-Ripetilo.

La parola risuonò nello spazio fra loro, appena sussurrata. Azog aprì la bocca, ma tutto quello che ne uscì fu un suono strozzato, mentre Thorin lentamente scivolava in ginocchio e con la mano gli serrava la gola, stringendola nello stesso modo in cui aveva afferrato quella di Radagast.

Con uno strattone, Thorin sollevò l'altro uomo dal pavimento, portando i loro volti a pochi millimetri di distanza. -Non osare- ringhiò,e la sua voce era percorsa da un fremito d'odio, ma erano lacrime quelle che gli bagnavano le guance- non osare parlare di Bilbo come se non valesse niente!-La mano si chiuse a pugno, e poi la testa del boss scattò, spinta all'indietro dalla violenza del colpo.- Io lo amavo, Azog.-Un colpo.- Lo sai cosa significa?-Un altro colpo.-Lo sai cosa significa?-Un altro colpo, poi un altro, e un altro ancora, e la mano di Thorin non accennava a fermarsi benché le nocche fossero ormai rosse di sangue.Thorin continuò a colpire, i lineamenti dell'uomo sotto di lui distorti dalle lacrime in un'unica macchia confusa, e non era più la volontà di uccidere ad animarlo: era rabbia, rabbia pura e cruda, e ogni colpo era accompagnata da una parola, pronunciata da una voce che non aveva più nulla di umano.

-E tu... me lo hai... portato... via...- colpi su colpi, accompagnati dallo scricchiolio delle ossa.

Bilbo indietreggiò, inorridito, e voltò la testa per non vedere, per non subire lo scempio dell'uomo che amava, tramutato dal dolore in un animale. Basta, ti prego,basta!

Forse Thorin lo aveva udito, perché si fermò. Abbassò lo sguardo sull'uomo che stringeva fra le mani. Il volto del boss era ridotto a una maschera tumefatta, il sangue sprizzato dal naso e dalla bocca gli aveva ridotto la faccia a una smorfia grottesca. Ansimava, il respiro che gli fuoriusciva dal naso in un sibilo quasi inudibile.

Lentamente, Thorin abbassò lo sguardo sulle proprie mani, e le vide rosse, rosse di sangue, e un'immagine gli balenò nella mente, sovrapponendosi alla realtà: la sua mano, rossa esattamente com'era adesso, ma quella volta il sangue che la ricopriva era di Bilbo.

La nausea salì a chiudergli la gola, e d'un tratto avvertì violento l'impulso di allontanarsi da quel luogo,il desiderio di cancellare ciò che aveva appena fatto. A fatica, con il corpo scosso da tremiti, cominciò ad allontanarsi da Azog, le gambe troppo instabili perché potesse alzarsi in piedi, lo stomaco che dentro di lui si serrava in un nodo sempre più stretto.

Poi, da dove era rimasto accasciato, vide la testa del suo nemico voltarsi verso di lui, e i suoi occhi incontrarono il suo sguardo, accesi da una scintilla sinistra.

Incredibilmente, attraverso le ossa tumefatte e i denti rotti, Azog sorrise.

-Sei uno stupido, Thorin Durin- fu quello che disse.

Poi scattò in avanti, e Thorin si accorse troppo tardi del coltello che brillava nella sua mano sinistra.

 

-Tauriel!-urlò Kili, e poi scattò in avanti.

Bolg circondò Tauriel con un braccio, e con uno strattone la attirò contro di sè, strappandole un gemito.-Attento, marmocchio-sibilò. La lama di un coltello a serramanico premette improvvisamente contro la gola di Tauriel, e la ragazza cessò di dibattersi.-Non vorrai che la tua pollastrella si faccia male.

Kili si bloccò sul posto, il volto deformato dall'angoscia, e alle sue spalle Bard e Thranduil si scambiarono uno sguardo.

Da dietro il volto esangue di Tauriel, Bolg fissò i quattro uomini di fronte a lui con estrema attenzione, lasciando alternativamente scivolare lo sguardo dall'uno all'altro. -Devo ammettere che mi avete colto di sorpresa- osservò. -Non vi aspettavamo così numerosi.

Un fruscio riempì l'aria intorno a loro, e d'un tratto una decina di uomini emerse dall'oscurità del cantiere, le armi puntate contro il gruppetto al centro della stanza. Fili s'irrigidì, e la sua mano si serrò sull'avambraccio di Kili, cercando di tirarlo dietro le sue spalle.

-Lascia andare la ragazza-intervenne Thranduil, facendo un passo avanti.-Abbiamo avvertito la polizia. Saranno qui a momenti.

Bolg emise una risata sguaiata.-Molto astuto, ma non vi credo nemmeno per un secondo... e se anche fosse, ho ben cinque ostaggi.-Fissò Thranduil con qualcosa di simile alla delusione.-Sai, Thranduil, ero davvero convinto che avessi messo la testa a posto...ma mio padre dice che non saresti mai sceso a compromessi con gente come noi.

-Fa piacere sapere che c'è almeno qualcuno che ha una buona opinione di me-sibilò Thranduil, sarcastico.

Gli occhi di Bolg si serrarrono nell'incontrare quelli di Bard.-E tu sei come una muffa. Più uno cerca di estirparti, più ti appiccichi.

-Si fa quel si può-Bard scrollò le spalle con simulata indifferenza. La sua mente stava lavorando frenetica alla ricerca di una via d'uscita...che al momento sembrava non esserci.

-Beh, spero che non vi dispiaccia se per il momento mi occupo io della vostra accoglienza. A mio padre piacerebbe, ma è impegnato a intrattenere l'ospite d'onore- a quelle parole, gli occhi di Fili e Kili scattarono verso la scala alle sue spalle, e Bolg sogghignò, notando il panico nei loro volti. La lama del coltello affondò leggermente nella pelle di Tauriel, disegnando una linea rossa sul bianco della gola. -Non vi consiglio mosse avventate. La signorina qui è davvero notevole, e sarebbe un peccato rovinarle il suo bel faccino, non trovate?

-Lasciala- ringhiò Kili, il volto esangue per la rabbia- Lasciala, animale, altrimenti...

Bolg scoppiò a ridere. -Altrimenti cosa? Mi balbetti addosso?

Aveva appena finito di parlare che la testa di Tauriel scattò all'indietro, colpendolo sui denti. Per quanto colto di sorpresa, Bolg riuscì a non allentare la stretta, fino a quando i denti della ragazza non gli affondarono con ferocia nel braccio, strappandogli un urlo acuto. Tauriel si divincolò, sfuggendo alla presa del boss, e gli appioppò una gomitata nello stomaco, prima di roteare su se stessa, affibbiandogli un calcio in piena faccia.

-Maledetta...-Bolg barcollò come un ubriaco, le mani premute sulla bocca.-Maledetta sgualdrina!

-Giù!-gridò Bard in quel momento.

Si buttò su Thranduil, spingendolo a terra, e Fili fece lo stesso con Kili, mentre i proiettili fioccavano sopra le loro teste. Il primo ad alzarsi fu Fili. Si gettò in mezzo agli uomini di Bolg con un urlo belluino, roteando il piede di porco attorno alla sua testa, per poi abbatterlo sulla tempia del primo che gli capitò a tiro. Dietro di lui, Kili si alzò e sferrò un pugno in pieno volto ad un altro scagnozzo, mandandolo a sbattere contro l'uomo alle sue spalle.

A pochi passi da loro, il coltello mandò un lampo sinistro nella mano di Bolg, e l'uomo avanzò di un passo, le labbra tese all'indietro a scoprire i denti marci. Vibrò un fendente, e Tauriel si abbassò appena in tempo per evitarlo, indietreggiando allo stesso tempo per portarsi a distanza di sicurezza. Con un ruggito, Bolg si scagliò verso la ragazza, il pugnale teso di fronte a lui, e la mano di Tauriel gli calò di taglio sul polso, allentando la sua presa sul coltello.

Bolg non fece in tempo a recuperarlo: rapida come una biscia, Tauriel glielo sottrasse di mano e lo colpì alla spalla. Bolg cadde in ginocchio, il sangue che sgorgava a fiotti dalla ferita, e Tauriel lo colpì con il manico sulla tempia, mandandolo a terra.

Nel frattempo, Bard si era alzato, e aveva evitato per un pelo un proiettile, conficcato a pochi centimetri dove prima si trovava la sua testa. Strisciando all'indietro, la sua mano si chiuse su qualcosa di duro e rettangolare, forse un mattone che qualcuno aveva lasciato là, quando il cantiere era stato abbandonato: senza esitare Bard lo lanciò contro il suo aggressore, puntando alla testa. Aveva sempre avuto un'ottima mira, e non fallì nemmeno questa volta. L'uomo crollò a terra, e Bard ne approffittò per rimettersi in piedi.

-Bard!-gli gridò in quel momento Thranduil-Bard, abbassati!

Istintivamente, Bard obbedì, e Thranduil compì un mezzo giro su se stesso, mandando lungo disteso l'uomo che aveva tentato di colpire Bard alle spalle. L'uomo si rimise in piedi, alzando un sopracciglio nel momento in cui vide cosa l'altro aveva usato come arma.-Un estintore?

-Non il massimo della raffinatezza, ne convengo, ma qualcosa dovevo usare-senza troppa grazia, Thranduil gli sbatté l'estintore sul petto, prima di abbassarsi, e recuperare la pistola che giaceva ai piedi di Bard. Sotto lo sguardo stupefatto dell'altro, si sollevò e colpì alla gamba uno degli uomini che in quel momento si stava precipitando verso di loro, mandandolo a terra con un gemito.

Bard lo fissò, impressionato dalla luce fredda e metallica che splendeva negli occhi di Thranduil. -Non mi sembravi uno che sapesse sparare.

-Io non sembro molte cose, Bard- senza nemmeno guardarlo, Thranduil si diresse verso la scala che conduceva al piano di sopra, mentre, dietro di loro, Fili, Kili e Tauriel affrontavano gli ultimi scagnozzi rimasti.

Nel momento in cui anche l'ultimo rovinò a terra, Kili si passò una mano sul volto, lanciando uno sguardo perplesso alla sua fidanzata. -Dove hai imparato tutto quelle cose?

-Corsi di autodifesa- rispose Tauriel, ansimando. I suoi occhi si alzarono. -Ma dove...

Quasi a risponderle, la porta in cima alle scale vibrò, come se qualcosa vi fosse stato scagliato contro, e dietro di essa, risuonò un grido di dolore.

-Zio!-gridò Kili, e si slanciò immediatamente su per i gradini.

Fili e Tauriel sbiancarono nello stesso istante. -Fermo, idiota!- Fili scattò dietro al fratello, il volto bianco di terrore. -Fermati!

-Kili!- Tauriel si slanciò dietro di loro, sparendo in un attimo in cima alle scale.

 

Quando Thorin si alzò, non seppe dire nemmeno lui come avesse fatto. Le orecchie gli fischiavano tremendamente, oscurando qualunque altro suono, e le forme davanti ai suoi occhi continuavano a ondeggiare e confondersi. Si allontanò barcollando.

-Bastardo...

Azog rise, e si rimise in piedi a sua volta, un sorriso terribile quanto il coltello scintillante nella sua mano. Si slanciò in avanti, calando la lama dall'alto verso il basso, e Thorin riuscì a schivarla per un pelo, finendo addosso al muro.

Pensare...devo pensare...che fine ha fatto la pistola?

Non ebbe il tempo di darsi una risposta, perché la lama saettò nuovamente, aprendogli un taglio sul volto, e Thorin urlò. Scattò di lato, metà del viso che pulsava e bruciava, e sferrò un pugno, ma la sua mano sfiorò la guancia di Azog senza colpirla. Gli occhi del boss erano uno spettacolo terribile da vedere, enormi e fissi nel viso ricoperto di sangue, animati da uno scintillio di folle esaltazione.

-Era ora che questo giorno arrivasse, Thorin Durin...- sussurrò, e questa volta fu il suo pugno a scattare, fu il capo di Thorin a piegarsi all'indietro, accompagnato dal secco scricchiolio delle ossa rotte. Il mondo attorno a lui ondeggiò e si sciolse, e un altro colpo di Azog lo ridusse in ginocchio. -Prima ho ucciso tuo nonno, e adesso ucciderò anche te.

Devo fare qualcosa! Questo era l'unico pensiero che riusciva a formulare la mente di Bilbo. Devo fare qualcosa, adesso, altrimenti Thorin è spacciato!

I suoi occhi percorsero freneticamente il locale, alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa che potesse risultargli utile come arma, e il suo sguardo si appuntò sulla sbarra di ferro che sorreggeva le tende.

Questa volta non ebbe nemmeno bisogno di concentrarsi: la sua mano si serrò sul tessuto, e poi, con un deciso strattone, Bilbo tirò la tenda, con tale forza da sradicare la sbarra del muro.

Sotto di essa, i due uomini alzarono lo sguardo nello stesso momento. Thorin riuscì ad allontanarsi, Azog no.

L'asta di metallo calò con forza sulla sua spalla, e un urlo strozzato fuoriuscì dalla gola dell'uomo. Barcollando, Azog si allontanò, le dita serrate intorno alla parte ferita.

Via, Thorin, pensò Bilbo Vattene, adesso!

Ma Thorin non le fece. Si drizzò nuovamente, fluido, come se sentisse più alcun dolore, e si diresse verso Azog. Il sangue che gli colava dal volto gli formò dietro una scia di piccoli medaglioni rossi.

-No-disse Thorin, tranquillo.-Non ucciderai anche me, a quanto sembra.

Afferrò la sbarra e fece per sollevarla, ma Azog l'aveva afferrata a sua volta. Il boss si rimise lentamente in piedi, sputando sangue.-Questo è quel che vedremo.

Con uno scatto secco, strappò l'arma dalla presa di Thorin e poi la fece roteare. Bilbo vide Thorin saltare indietro per evitare il colpo, ma non abbastanza in fretta: l'asta lo colpì dritto nel fianco, e Thorin sbiancò, le sue labbra si dischiusero in un urlo senza suono.

-Uno a zero per me-sogghignò Azog.

Alzò la sbarra sopra la testa, e fece per colpire, ma Thorin si abbassò, si raddrizzò, si gettò in avanti, e quando fu di nuovo ribalzato indietro, un coltello era stretto nella sua mano e sangue colava lungo la coscia del boss.

-Parità-ringhiò Thorin.

Rimasero per qualche istante in piedi l'uno di fronte all'altro, i respiri ansimanti e l'umido rumore del sangue a riempire il silenzio, poi Thorin scattò. Ignorando le fitte di dolore che gli azzannavano il cervello, si scagliò in avanti, mirando al cuore, e si udì lo stridio del metallo contro metallo, quando Azog parò il colpo usando la sbarra.

-Tutto questo è davvero ridicolo- sussurrò Azog- Sarebbe bastato così poco per evitarlo...

Si gettò con tutto il suo peso contro l'avversario e Thorin non riuscì a reggere l'impeto: il suo corpo impattò contro la porta con un tonfo sordo, e un grido vi fece immediatamente seguito.

Ringhiando, Thorin lo spinse indietro e scivolò di lato, ansimando: non c'era colore sul suo volto, vide Bilbo, mentre lo guardava portarsi una mano al fianco.

Azog avanzò di qualche passo, sul volto un sorriso perverso, la sbarra di ferro sempre stretta tra le mani. Alzò le braccia, con l'evidente intenzione di caricare un colpo... e poi l'asta di ferro si mosse tra le sue mani, colpendolo al viso con forza inaudita.

-Cos...?- Thorin fissò il suo nemico con gli occhi sbarrati, mentre lo vedeva indietreggiare barcollando, con la sbarra che gli si agitava tra le mani come se avesse assunto una volontà propria.

-Che diavolo...?- ringhiò Azog, il volto imperlato di sudore, cercando di ristabilire la presa.

Davanti a lui, invisibile, con le mani serrate con forza attorno al metallo, Bilbo lottava per strappargli l'asta dalle mani, il volto serrato in un ringhio: al contrario di Azog, lui non percepiva la fatica, ma la sua forza fisica rispecchiava esattamente quella che avrebbe avuto in vita, e sapeva che non sarebbe riuscito a reggere ancora per molto.

 

Bard soffocò un'imprecazione, lanciandosi in avanti per seguire i tre ragazzi...e poi si fermò ai piedi delle scale, il volto una maschera di puro orrore.-Attenti!

Non ebbe il tempo di fare nulla: il pugno lo centrò in piena faccia, facendolo cadere addosso a Thranduil, e poi si udì un urlo, nel momento in cui la mano di Bolg, slanciatosi sulle scale, si chiuse con forza attorno ai capelli di Tauriel, fermandola a metà della scala.

-Te la farò pagare, maledetta sgualdrina!-un pugno la colpì al ventre, facendola piegare in due.-Ti riduco le ossa in briciole, e ti faccio pentire di essere nata!

Sulla sommità delle scale, Kili si voltò di scatto, e il suo volto perse ogni traccia di colore. -Tauriel!- gridò con voce strozzata. Fece per slanciarsi giù, ma Fili lo afferrò per un braccio e lo tirò indietro, spingendolo contro il muro.

-Lasciala andare!- Kili urlava come un pazzo, dibattendosi nella stretta del fratello. -Lasciala andare, subito!

Capì di aver fatto un errore nel momento in cui Bolg sorrise.

-Come vuoi.

Sollevò Tauriel, tramortita dal colpo, sopra la testa, come se non pesasse nulla, e poi i quattro uomini la videro rotolare lungo i gradini di ferro, in un turbine di capelli rossi. Quando atterrò in fondo alle scale, non si mosse.

Per qualche istante, tutti rimasero immobili, come se il tempo si fosse fermato, poi scattarono tutti insieme: Bard e Thranduil corsero in direzione di Tauriel, Bolg avanzò con un sorriso animale sul volto, e Fili e Kili si slanciarono giù per le scale, gli occhi scintillanti di furia.

Bolg non fece in tempo ad evitarli: i due ragazzi gli arrivarono addosso contemporaneamente, urtando il muro in un unico groviglio di corpi. Una manata spinse Fili lontano dalla mischia, ma Kili aumentò la forza dei colpi, serrando le mani attorno al collo di Bolg in una stretta feroce.

Con un ringhio, il boss si staccò dal muro e si scagliò in avanti, con l'evidente intento di schiacciare il giovane contro la ringhiera. All'ultimo momento, Kili scivolò via dal suo avversario e gli fu alle spalle, circondandogli le spalle con entrambe le braccia. Bolg si dibatté ferocemente nella sua presa, schiumante di rabbia, ma Kili gli rimase avvinghiato, il volto contorto in una smorfia di feroce concentrazione.

-Fili!-gridò.-Fee, aiutami!

In un attimo, Fili gli fu accanto, lo sguardo limpido e determinato, e afferrò Bolg a sua volta. Per qualche istante, non si riuscì a vedere altro che l'intrico di corpi che si dibatteva sulla scala.

-Fa qualcosa!-urlò Bard a Thranduil.

-E cosa?-sibilò quest'ultimo.-Non posso sparare, finirei sicuramente per colpire uno di loro! E...

Non finì mai la frase. Si udì un urlo, un tonfo, e poi il corpo di Bolg superò la ringhiera, precipitando al suolo con un disgustoso rumore di ossa infrante. Bard distolse lo sguardo.

Sopra di loro, Fili si accasciò sui gradini, ansimante, ma Kili si slanciò immediatamente verso il basso, buttandosi in ginocchio accanto a Tauriel. Gettò a Thranduil uno sguardo pieno di terrore e di supplica.-E'...

-E' viva-disse Thranduil, brusco.-Ma a occhio e croce, ha il braccio rotto, e forse anche qualche costola.

-Amore...-Kili posò una mano sulla spalla di Tauriel, quasi temesse di romperla.-Tauriel...mi senti?

Dopo qualche istante, lei aprì gli occhi, e sbatté le palpebre.-Kili...?

-Oh, sia ringraziato il cielo-mormorò Kili e le sorrise, cercando di celare le lacrime che gli imperlavano gli occhi.-Fatta un pisolino, amore?

-Kili...-Tauriel tentò di alzare una mano, ma la lasciò ricadere lungo il fianco con una smorfia di dolore.-Tu...tu stai bene?

Per qualche istante, il giovane sembrò troppo sconvolto perfino per parlare.Poi levò gli occhi sui suoi compagni-Sto bene?-ripeté.-Ma è incredibile! E' appena stata pestata a sangue, e chiede a me se sto bene! Io non ho parole!

Fili aprì la bocca per rispondergli qualcosa, ma un rumore proveniente dall'esterno lo interruppe. Kili sbiancò.-Cos'è quello?

-Sono sirene-rispose Thranduil. Per la prima volta dall'inizio di quella giornata, sembrava soddisfatto.-E' arrivata la polizia.

 

I quattro si guardarono negli occhi per qualche secondo, il sollievo nei loro occhi che si scontrava con la consapevolezza che non era ancora finita. Alla fine, fu Fili a rompere il silenzio, dando voce ai pensieri di tutti.

-E Thorin...?

-Lassù, suppongo.-Bard alzò lo sguardo verso la porta in cima alle scale, poi si alzò. -Fili, Kili, voi restate con lei. Thranduil, vieni con me.

Thranduil annuì con un secco cenno del capo, e si rimise in piedi a sua volta, subito imitato da Fili. Gli occhi del giovane Durin erano freddi, adesso, e carichi di determinazione.

-Io vengo con voi-disse semplicemente.

Bard scosse la testa.-No, è troppo...

-Vengo con voi-era un ordine, compresero entrambi, non una richiesta.-Kili, rimani con Tauriel, e informate Theoden quando arriverà.

Il ragazzo annuì, le mani saldamente intrecciate a quelle di Tauriel, ma i suoi occhi si appuntarono sul fratello, colmi di un silenzioso timore.

-Andrà tutto bene, Kili- Fili pronunciò quelle parole con voce bassa e decisa, ma non sembrava crederci davvero.

Gli ultimi gradini furono percorsi in un silenzio quasi religioso, ogni senso all'erta per captare la presenza di eventuali difensori. La porta si parò davanti a loro, grigia, metallica e all'apparenza impenetrabile, ma al di là si potevano udire chiaramente i rumori soffocati della lotta.

Un solo sguardo corse tra i tre uomini, e poi Bard si fece avanti, l'estintore saldamente stretto tra le mani.

-Fermo- sussurrò Thranduil.

Fili gli lanciò uno sguardo esasperato, serrando e aprendo spasmodicamente i pugni. -C'è mio zio, dietro a quella porta. Non possiamo aspettare!

-C'è Azog dietro a quella porta- gli occhi di Thranduil non si separarono un attimo da quelli di Bard- Cosa vogliamo fare al riguardo?

Bard li fissò entrambi con un'espressione perplessa.-Usiamo l'estintore?-suggerì poi, sollevandolo.

-Mi domando perché abbiate tutti piani così geniali da queste parti-borbottò Thranduil, e poi si ritrasse, nel momento in cui vide l'estintore alzarsi e poi calare sulla maniglia, con un suono secco.

La porta si aprì, e Fili si precipitò immediatamente dentro, bloccandosi quando i suoi occhi colsero la scena nella sua interezza: Thorin inginocchiato a terra, una mano premuta sul fianco, e sul volto una smorfia di dolore, e Azog che incombeva su di lui, il volto sporco di sangue e una mano stretta su una lunga asta di ferro.

Non ci fu nemmeno bisogno di guardarsi, prima di intervenire: Fili si gettò verso lo zio, sul viso un'espressione di gelida furia, e Bard e Thranduil oltrepassarono la soglia, quest'ultimo con la pistola puntata di fronte a sé, lo sguardo freddo e determinato.

-Fermo dove sei- fu tutto quello che disse.

La sorpresa fece quasi scivolare la sbarra dalle mani di Azog, mentre Thorin si voltava e spalancava gli occhi, scioccato, il volto che sotto lo strato di sangue perdeva ogni residuò di colore. -Fili?- sussurrò, la voce ridotta ad un suono strozzato. I suoi occhi si alzarono, fino a catturare le figure di Bard e Thranduil. -Cosa ci fate voi due qui?

-Siamo venuti a salvarti la vita- ribatté Thranduil, senza distogliere la mira da Azog- Non preoccuparti, nessun disturbo.

Fili si portò subito al fianco di Thorin, prendendogli un braccio per aiutarlo a rialzarsi.-Zio, stai bene?

-Tu cosa diamine ci fai qui?-sibilò Thorin, strappandosi alla sua presa e lanciandogli un'occhiata che lo fece tremare come un bambino sorpreso a rubare la marmellata.

-Siamo...beh, siamo venuti ad aiutarti-balbettò Fili, indietreggiando.-Ma stiamo tutti bene...voglio dire, anche Kili...

-Hai portato qui tuo fratello?

-Fossi in te, non gli urlerei addosso, visto che la colpa di tutto questo è tua-ritorse Bard.

-Molto commovente- Azog pronunciò queste parole con voce arrogante, nonostante un lampo di paura si fosse acceso in fondo al suo sguardo. Si mosse cautamente attraverso la stanza, gli occhi fissi sul volto impassibile di Thranduil. -Devo dire che mi hai sopreso, Durin. Non mi aspettavo i rinforzi.

-Nemmeno lui, se è per questo- rispose Thranduil- Ti consiglio vivamente di lasciare quella sbarra, Azog. I tuoi uomini sono stati messi fuori gioco, e la polizia è in arrivo. Arrenditi, se vuoi avere una possibilità.

-Una possibilità di cosa?- la voce di Azog grondava disprezzo. -Non mi freghi nemmeno per un secondo, Thranduil. E Bolg non vi permetterà niente del genere.

-Tuo figlio è morto- intervenne Bard.

Due paia d'occhi scattarono verso di lui, accesi da una selvaggia soddisfazione quelli di Thorin, vitrei e fissi quelli di Azog. Per un istante, il Profanatore sembrò a corto di parole, e poi il suo viso si accartocciò in un'espressione di furia selvaggia. -Pareggeremo anche questo, Thranduil.

-Senz'altro- l'altro uomo non sembrava particolarmente impressionato- ma, dato che al momento sono io ad avere una pistola in mano, lascerei la vita di mio figlio da parte, se volessi arrivare in galera tutto intero.

-Uhh, che paura- fu la risposta- E adesso vi dispiacerebbe spiegarmi cosa avete intenzione di fare? Trattenermi fino all'arrivo della cavalleria?

-La cavalleria è già arrivata, figlio di puttana!

Al suono di quella voce, tutti e cinque gli uomini si girarono verso la porta con un'identica espressione di stupore; poi una decina di poliziotti sciamarono all'interna della stanza, chiudendo Azog in un anello di pistole, e Theoden si fece avanti, l'arma puntata, e gli occhi in tempesta.

-Metti immediatamente giù quell'arma, Azog-ordinò con voce stentorea-e metti le mani sopra la testa.

Azog rimase in silenzio, simile a una grossa belva in procinto di attaccare, gli occhi ferocemente fissi su Thorin. Poi aprì le dita, e l'asta gli cadde ai piedi con un tintinnio sonoro.

-Mettetegli le manette e portatelo via-disse Theoden.

Azog il Profanatore non disse una parola, uando gli anelli d'acciaio gli serrarono i polsi. Un solo, lungo sguardo passò tra lui e Thorin mentre veniva trascinato via, e poi l'uomo scomparve oltre la soglia.

La porta alle loro spalle si chiuse con un tonfo, e poi Theoden si voltò lentamente verso di loro, il petto che si alzava a prendere un lungo, pesante respiro.

-Voi tre- disse, e il suo sguardo si abbatté su di loro con la violenza di un'incudine- Datemi una sola, valida ragione per cui non dovrei sbattervi in galera e buttare via la chiave.

Thranduil rimase impassibile, e Thorin fece una smorfia. Solo Bard ebbe la decenza di apparire un minimo contrito.

E fu proprio a lui che Theoden si rivolse, non avendo ricevuto risposta.-Tu!-Gli abbaiò, con tanta violenza che Bard trasalì.-Io mi fidavo di te! Ti credevo una persona di buon senso!

-Lo credevo anch'io-mormorò Bard, evitando accuratamente lo sguardo del commissario.

-Hai tre figli a cui badare!

-Lo so.

-E lei!-Theoden rivolse un'occhiata feroce a Thranduil.-Come ha potuto farsi coinvolgere in un'idiozia del genere?

-Me lo domando anch'io-sibilò Thranduil, gettando uno sguardo velenoso in direzione di Thorin.

-Quanto a lei, signor Durin...-iniziò lentamente Theoden, e poi si bloccò. I suoi occhi si appuntarono sul fianco di Thorin,e nel seguire la direzione del suo sguardo, anche Fili si avvide di ciò che prima gli era sfuggito: una macchia di sangue che si allargava gradualmente sul tessuto della camicia, là dove il coltello di Azog l'aveva raggiunto.

-Zio...-chiese esitante.

-Signor Durin?-intervenne Theoden, allarmato.

Thorin scosse appena la testa.-Non...

Poi le ginocchia gli cedettero, e sarebbe caduto, se le braccia di Fili non fossero intervenute a sorreggerlo. Thorin scivolò a terra, e Fili fissò il sangue che gli sfuggiva dalle dita contratte con uno sguardo di puro terrore.-Zio!

-Mandate a chiamare l'ambulanza, subito!-la voce di Theoden si infranse contro le orecchie di Thorin come se venisse da molto lontano, poi avvertì la durezza del pavimento sotto la testa, e il mondo intorno a lui era diventato improvvisamente un'unica bolla dai contorni confusi, in cui tutte le voci ondeggiavano e si confendevano.

-Zio! Zio, oh, no, oh, no, non provarci nemmeno...aiutatemi!

-Tienilo fermo- questa era la voce di Thranduil- Bard, passami la giacca.

Qualcosa premette con forza sul punto ferito, e Thorin ebbe una vaga percezione di dolore trovarsi il fianco. Altre voci si sommarono a quella di Thranduil, cariche di panico, di concitazione, di paura, e Thorin chiuse gli occhi, infastidito dalla barriera di rumore pulsante che gli premeva contro le orecchie.

-Thorin- la voce di Bard sembrava lontanissima, profonda ed echeggiante come il rintocco di una campana- Thorin, mi senti? Resta sveglio! Non puoi addormentarti! Concentrati sulla mia voce, concentrati su qualsiasi altra cosa, ma resta sveglio!

E poi una voce si sovrappose alle altre, una voce più alta e squillante, e qualcosa dentro di Thorin si fermò. Perché quella era la voce che aveva anelato di udire per tutti quei lunghissimi interminabili mesi, la voce che aveva sepolto in fondo al cuore perché non potesse più tormentarlo con la sua assenza, la voce che era sempre stata con lui, e che lui non aveva mai dimenticato.

No, pensò, non è possibile.

-Se ti azzardi a morire, Thorin tre volte stramaledetto Durin, non te lo perdonerò mai e poi mai! Mi senti?Non dopo tutto quello che ho fatto per salvarti! Non azzardarti a morire, Thorin, non m'interessa cosa fai, ma non azzardarti a morire adesso!

-Non c'è bisogno di urlare-replicò Thorin, avvertendo gli occhi bruciare dietro le palpebre chiuse. -Ti sento benissimo.

Accanto a lui calò il silenzio, e per un attimo la paura di aver allontanato Bilbo da lui, come troppe volte era successo nella realtà, gli fermò il cuore. E poi la voce riprese, questa volta molto, molto bassa, come se chi parlava non fosse in grado di credere alle sue stesse parole.

-Thorin- sussurrò. -Apri gli occhi.

Thorin scosse appena la testa. Non voleva aprire gli occhi, non voleva rendersi conto che era tutto un'illusione, che Bilbo era ancora morto, ancora lontano da lui.-No.

-Thorin-ripeté la voce, questa volta più dolce, ma anche più pressante.-Thorin, ti prego, fallo.

E poi Thorin aprì gli occhi e lo vide.

 

-Si riprenderà?- chiese Fili, ansiosamente. Stava cercando di mascherare quanto fosse nel panico, e stava miseramente fallendo.-Voglio dire, la ferita non è grave, vero?

-Non saprei dire-replicò Thranduil, secco.-Non sono un'esperto di questo genere di ferite, e non ho idea se il coltello abbia leso o meno organi vitali. Quello che so è che sta perdendo troppo sangue, e la cosa non mi piace affatto.

Fili deglutì, lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi,e poi afferrò la mano di suo zio, cercando di ignorare quanto fosse fredda.-Non morire, zio-sussurrò-Non è il momento di andartene ora.

 

Forse il cuore di Thorin si fermò in quel momento, o forse in realtà quello che sentì fu il primo battito dopo molto tempo. Forse, quello che provò nel momento in cui aprì gli occhi fu solo quel che si prova quando tutto gli ingranaggi tornano al loro posto, e si capisce per la prima volta cosa significhi davvero essere a casa.

Perché quello che provò Thorin nell'istante in cui i suoi occhi si aprirono e il suo sguardo si posò per la prima volta su Bilbo non fu dolore, ne' stupore, ne' nessuna emozione chiaramente definibile. Sentì solo che era giusto che fosse così, che forse, alla fine, tutto quel dolore e quel vagare non erano stati privi di senso, se Bilbo era di nuovo lì, e nulla contava più, ne' le ferite, ne' il dolore, ne' Azog, ne' tutto quello che era appena accaduto, perché adesso Bilbo era lì, e tutto tornava al suo posto.

Erano lì. Erano insieme. Erano loro.

-Bilbo.

Bilbo sorrise, e sentì sciogliersi qualcosa dentro di lui, qualcosa che era commozione, gioia, amore, e ringraziò silenziosamente dentro di sè chiunque avesse concesso loro questo, quest'ultimo momento insieme.

-Ciao, amore-sussurrò, inginocchiandosi accanto a lui.-Mi sei mancato.

Thorin lo fissò, e poi avvertì i propri occhi riempirsi di lacrime. Fu una cosa strana, sentire il dolore tornare a farsi realtà nei suoi occhi.

-Sei qui- fu tutto quello che riuscì a dire. -Sei qui.

-Ci sono sempre stato- le palpebre di Bilbo si mossero appena, come se anche lui dovesse scacciare delle lacrime- Ci sarò sempre.

La mano di Thorin si mosse, lieve, tremante, verso la sua guancia, e qualcosa dentro di lui si contrasse dolorosamente.

-Thorin, no- si tirò appena indietro- Non puoi...

Nel momento in cui Thorin lo toccò, la voce gli morì in gola.

Non fu come quando aveva sperimentato il movimento degli oggetti insieme a Vili; una semplice, vaga reminescenza di ciò che in vita era stato il senso del tatto. Questo era reale. Era reale, ed era più di quanto Bilbo avesse mai sperato, e sognato, e sopraffatto, portò la propria mano a coprire quella di Thorin, premendole entrambe sulla propria guancia.

Per un istante rimasero entrambi immobili, scioccati, assaporando ogni stilla di quel contatto insperato; e poi, Thorin si levò di scatto a sedere, e Bilbo fu tra le sue braccia, premuto contro il suo petto, le sue mani strette alle spalle di Thorin con la disperazione di un naufrago, e sulle guance il calore amaro delle lacrime.

-Oh, Bilbo mi dispiace- singhiozzò- Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. Io non volevo che tu morissi. Io volevo sposarti, restare con te per sempre. Bilbo, perdonami, è andato tutto nel modo sbagliato...

-Lo so- rispose Bilbo, immobile nell'abbraccio di Thorin, com'era sempre stato e come avrebbe dovuto essere sempre. -Credimi, lo so.

-E' stata colpa mia...

-No-Bilbo allontanò Thorin quel tanto che bastava per prendergli il viso tra le mani e fissarlo negli occhi. Come aveva fatto a resistere senza questo per tanto tempo?-Non è stata colpa tua. Non c'è niente da perdonare tra me e te, e non c'è mai stato.- Asciugò le lacrime che continuavano a scorrere sulle guance di Thorin.-Lo so che mi ami. Lo so che ti saresti sacrificato per me, se avessi potuto. Ma è andata così, e non c'è ragione che tu rinunci a vivere per questo. Io non ne valgo la pena.

Thorin avrebbe voluto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma Bilbo si rifugiò di nuovo contro di lui, e allora lo strinse, lasciando che la sensazione dei loro corpi uniti lo colmasse, che placasse quel lacerante, intollerabile senso di vuoto, e per un po' non ci fu che il calore del loro abbraccio e il sapore delle lacrime.

-Thorin- la voce di Bilbo arrivò ovattata da qualche parte sotto di lui- Morirai se resti ancora qui, lo sai?

Thorin capì istantaneamente dove quel discorso sarebbe andato a parare, e strinse le dita tra i capelli di Bilbo, imprigionandolo contro di sè, come aveva fatto centinaia di volte prima, quando tra loro non c'era l'abisso del dolore e della morte.

-Allora dimmi che posso restare.

Sulle labbra di Bilbo si disegnò un sorriso triste.-No, non puoi. Non è questo il tuo posto.

-Lo è-disse invece Thorin. Da qualche parte, avvertiva ancora vagamente che il sangue stava scorrendo, che la carne stava bruciando, ma non aveva importanza. Non qui. Non ora. -Lo è se ci sei anche tu.

Ma Bilbo stava già scuotendo la testa, lo sguardo carico di tutta la tenerezza del mondo. -Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per salvarti- gli sfiorò appena la guancia, come tante volte in passato, e la mano di Thorin avvolse la sua, portandola contro le labbra. - Volevo che fossi al sicuro. Volevo che fossi felice.

-Senza di te- la bocca di Thorin si sollevò in un ghigno amaro- Mi conosci, Signor Baggins. Sai che non posso.

-Puoi, invece- c'era decisione, nella voce di Bilbo- E lo farai. Sei forte, e un giorno scoprirai che sei sopravissuto anche a questo. E non sei solo. Hai la tua famiglia. I tuoi amici. Hai la forza per andare avanti.-Premette le loro fronti insieme, le loro mani intrecciate sul cuore di Thorin.-E avrai me, anche se non nel modo in cui mi hai avuto finora. Ci sono ancora tante cose che puoi fare, tante persone che puoi incontrare. E non voglio essere io a privarti di tutto questo.

Thorin scoprì che non aveva la forza per parlare. Aveva solo la forza per stringerlo ancora di più e pregare che rimanesse.

-Promettimelo, Thorin- lo sentì dire. -Promettimi che lo farai.

-No-riuscì ad articolare Thorin.-Non posso. Non chiedermelo.

-Te lo chiedo, invece- Bilbo alzò la testa e i loro sguardi s'incontrarono. -Se mi ami, se mai mi hai amato davvero, allora promettimi che lo farai. Promettimi che andrai avanti, e che ricorderai, e io sarò con te, lì dove sono sempre stato, e non ti lascerò mai davvero.

Sei qui con me adesso, pensò Thorin, senza riuscire a dirlo. Se te ne vai di nuovo, che senso avrà avuto tutto questo?

Poi Bilbo si girò, e Thorin seguì il suo sguardo. Fu la luce ad attirarlo, una luce bianca e pura, che sembrava provenire da un punto imprecisato dall'alto, e che non gli feriva gli occhi, per quanto fosse abbagliante. E in mezzo a quella luce, col suo eterno sorriso e gli occhi splendenti di tenerezza e anticipazione, si stagliava Vili. Thorin non lo vide, ma Bilbo sì.

Vili sorrise, sereno come mai Bilbo lo aveva visto, e gli tese una mano, lo sguardo scintillante di chi prevede una grande avventura. -È ora di andare, Signor Baggins- disse. -Ti stanno aspettando.

-Arrivo- fu la risposta.

Credeva che quel momento non sarebbe mai arrivato, ma infine era giunto, e lui era pronto. Dolore e frustrazione erano scomparsi per lasciare posto ad un infinito senso di pace.

-Io devo andare- disse, girandosi verso Thorin.

La mano di Thorin si serrò attorno al suo braccio.-Resta.

Sai che non posso, avrebbe voluto rispondergli Bilbo. Sai che non ha importanza. Perché io ti ho amato e ti amo e ti amerò. Ti ho amato quando ancora non sapevo chi fossi, perché in fondo al cuore sapevo che prima o poi ti avrei trovato. Ti ho amato ogni istante, anche quelli in cui credevo di odiarti. Ti ho amato perché non siamo mai stati soltanto tu, o soltanto io, ma sempre noi.

Ma non c'era modo che riuscisse a dirgli tutto questo solo con le parole, per cui lo baciò.

Non fu come il primo che si erano scambiati, imbarazzato e incerto di tutto ciò che avrebbe potuto portare l'avvenire; non fu come l'ultimo che c'era stato, distratto e ignaro di tutto quel che sarebbe arrivato; non fu come tutti quelli che si erano succeduti nel corso degli anni, sicuri che il per sempre per loro esisteva, e che nulla glielo avrebbe mai portato via; fu il più bello che si fossero mai dati, perché era l'ultimo, e in esso passarono tutto il dolore, e l'amore, i sogni infranti e le promesse mai mantenute, i ricordi di un tempo troppo breve, e la promessa che un giorno per sempre sarebbe arrivato, e l'oscurità sarebbe stata un ricordo.

-Ti amo-mormorò Thorin, quando si staccarono. Lacrime scintillavano ancora nei suoi occhi, ma erano lacrime diverse. Le lacrime di chi ha compreso, e accettato.

-Anch'io ti amo-ripeté Bilbo.-L'ho sempre fatto. Lo farò sempre.

Si alzò, lentamente, stringendo ancora nella sua la mano di Thorin e quando i loro occhi s'incrociarono Bilbo vi lesse dentro tutto l'amore del mondo. Ed ebbe la certezza che ce l'avrebbe fatta, anche senza di lui. Indietreggiò, e Thorin tenne la sua mano, fino a quando la distanza non li costrinse a allentare gradualmente la presa.

Strinse la punta delle dita, un'ultima carezza.

-Va', e vivi anche per me.

Poi sorrise, e si voltò verso la luce.

 

Ehm.

Okay.

Riprendiamoci.

Sono le due di notte, e noi siamo in lacrime davanti allo schermo del computer.

QUESTA è la scena che abbiamo agognato sin dal primo capitolo di questa storia. Non credevamo l'avremmo mai scritta. Non ci crediamo tuttora. Penso non ci crederemo nemmeno quando il capitolo sarà pubblicato.

Ora, noi sappiamo che la scena finale di Ghost è famosa anche e sopratutto per il bacio molto platonico tra Sam e Molly, ma, sinceramente, dopo 12 capitoli di sofferenza volevamo almeno un bacio come si deve.

E... niente. Non saprei che dire.

Ah, sì: un minuto di silenzio per Bolg, che con il suo linguaggio da gangster di B- movie ha fatto metà di questa fanfiction.

Ok, passato il momento idiota, vogliamo dirvi solo questo: alla fine mancano ancora due capitoli, quindi restate sintonizzati sul nostro canale (scusate, ma dopo tutta l'angoscia devo fare la cretina e riprendermi). Faremo gli opportuni ringraziamenti a tempo debito, ma sappiate solo questo: senza di voi, non saremmo qui adesso.

Questa qui, invece, è la colonna sonora da noi usata per l'ultima parte del capitolo (quella smielata, non quella dove si pestano come zampogne), che consigliamo vivamente a chiunque voglia scrivere scene romantico-deprimenti:

1-I Will Always Love You

2-My Heart Will Go On

3-Feast of Starlight

4-Now We Are Free

Ah, e ragazzi, siamo persone serie: per QUESTO capitolo non si accettano recensioni inferiori alle 20 righe ;)

Sayonara!

Saitou Catcher

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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