3.INUTILI RICERCHE
-.Erano in sei… Ho
avuto così tanta paura, Liz!-
-Ti credo, Lily… Ma
poi come hai fatto a scappare?-
-E’ stato solo grazie ad un ragazzo…
li ha distratti e mentre loro lo picchiavano io sono scappata. Ma adesso mi
sento così in colpa!-
-Ma dai! Non è stata mica colpa tua! ASPETTA,
William!-
-Oh…
sto forse interrompendo qualcosa?-
-No, no, non preoccuparti. Dicevo che forse
potresti fare in modo di rintracciarlo e ringraziarlo.-
-E come? Non l’ho neanche visto in faccia! Ho
semplicemente sentito la sua voce… E neanche troppo
bene. E comunque non potrei farmene molto. Ero piuttosto scioccata, sai?-
-Devo ammettere che come serata ha dell’inverosimile!Ma
tu ora stai bene?-
-Si…
Abbastanza. Però non faccio che mangiare cioccolata, e non so perché Per
fortuna ne abbiamo una scorta infinita. E lì in Scozia come va?-
-Tutto benissimo! I genitori di William sono
fantastici e mi hanno accolto come una figlia! Poi, vedessi che castello
magnifico in cui abitano!-
-Vivono in un castello?-
-Si! E’ meraviglioso. E i suoi nipotini sono dei
bimbi assolutamente splendidi!—
-Ma…
Liz, tu odi i bambini!-
-Certo che no! Per non parlare del suo cane, Theodore!-
-E anche gli animali… Liz, non è che per caso mi stai mentendo?-
-Come puoi pensare una cosa simile? Mi sento
come quella volta a Madrid!-
-Ah ecco. Mi sembrava strano.-
-Ora devo andare. I genitori di William hanno
organizzato un pranzo in giardino con tutti i parenti e devo prepararmi..-
-Su, fatti coraggio! Stasera sarai di nuovo a
casa!-
-Non vedo l’ora… a dopo, Lily!-
Povera Liz! Deve
passare un’esperienza davvero orribile, se si sente come a Madrid. La nostra
vacanza a Madrid è stata una delle cose peggiori che ci siano mai accadute.
Abbiamo dormito in un ostello puzzolente, mangiato malissimo, e non abbiamo
visitato neanche un quarto della città perché Liz si
è ammalata il secondo giorno ed è guarita il giorno prima che riprendessimo
l’aereo. Non ha fatto altro che sudare e febbricitare,
e quella che doveva essere una fantastica vacanza di fine studi si è rivelata
un totale fallimento.
La solitudine è una cosa orribile. La casa è
pulita, ho già pranzato, non ho niente da leggere e niente da fare. E domani
torno a lavoro. Sono due anni che sono assunta nell’azienda, esattamente un
mese dopo che Liz ha conosciuto William. Entrare
nell’editoria è sempre stato il mio sogno, e non potrei amare il mio fantastico
lavoro più di così. Tutto quello che devo fare è scrivere, e mi pagano anche
piuttosto bene. Trascorro due ore e più dormendo un po’ sul divano, perché oggi
piove a dirotto e non ho nessuna voglia di uscire, neanche per fare una
passeggiata. Mi sveglio solo quando sento la porta dell’ingresso sbattere vigorosamente.
-OH! Finalmente a casa mia! Che sollievo!-
-Liz!
Già di ritorno? Non ti aspettavo prima di stasera!-
-Lo so, ma non ce la facevo più, e neanche
William. Così abbiamo inventato che avevamo un appuntamento con il parroco per
delineare meglio la cerimonia, e ce ne siamo tornati a casa. Will è sotto che
parcheggia l’auto… Stasera cena con noi, per te è un
problema?-
-Assolutamente no!-
Diciamo che adoro Will, e che se non fosse il
futuro marito di Liz, vorrei sposarlo io. E’stato lui
a trovarmi un lavoro fantastico, ed è lui che ogni mese ci aiuta a pagare le
rate dell’appartamento. E’vero che passa qui parecchio tempo, ma non sarebbe
assolutamente obbligato a farlo!Inoltre, è simpatico, solare, intelligente. E
ricco sfondato. Ma questo non è che un dettaglio… per
esempio, durante la cena ho raccontato la mia disavventura, e ha detto che ha
tutta l’intenzione di ritrovare il mio salvatore, se non altro per permettermi
di ringraziarlo. E che si potrebbe per esempio iniziare a cercare dagli ospedali,
il che è secondo me un’ottima idea.
Sono due ore che giriamo in cerca di quell’uomo,
e non abbiamo ancora trovato nulla di lontanamente interessante. Il punto è che
abbiamo pochi elementi in mano, e che non possiamo presentarci in ospedale e chiedere
di ascoltare la voce di tutti i pazienti ricoverati tra ieri notte e stamattina
con contusioni forti. Così decidiamo di fare un salto, per spezzare le ricerche
almeno, nel negozio di dolci in cui Liz ha ordinato i
confetti e le torte.
Appena arrivate, l’aria si fa subito tesa: un
cameriere riconosce la mia amica e corre dietro il bancone, nella sala di
produzione, presumibilmente ad avvertire qualcuno. La mia amica si dirige
subito verso la cassa, e una giovane impiegata dal sorriso smagliante, con
tanto di unghie perfettamente smaltate e laccate, ci apostrofa:
-Buongiorno!! Cosa posso fare per voi?-
Il nervosismo di Liz è
quasi palpabile. Scruta con occhi truci la bambolina del bancone, e sussurra in
tono di sfida –Vorrei vedere mr
Pierre. Ho ordinato da mesi dei dolci e volevo accertarmi che sia tutto a
posto.-
Il volto della donna improvvisamente muta.-Lei… non sarà per caso Miss Ferguson, la futura sposa?- Liz sgrana gli occhi –Si, sono
io. Ma lei..- Solo che non può completare la frase perché dalla splendida porta
a vetri dietro il bancone sbuca quelli che definirei l’uomo più simile a un
grosso maiale che abbia mai visto. E io che dal nome Pierre mi aspettavo un francesino con la puzza sotto il naso, la erre moscia e il
classico neo al fianco della bocca! Questo invece è un uomo sulla cinquantina,
che definire sovrappeso è un eufemismo. Gli occhi acquosi e azzurrissimi sono
affogati in un mare di grasso, e i capelli biondi e tinti sono per fortuna
corti e ispidi. Indossa uno strano vestito buffo rosa acceso (forse per questo
la similitudine col maiale) e si avvicina a noi quasi barcollando, e agitando
le braccia. –Buongiorno ragozze!
Alors, per fortona sei
venuta! Ho una cosina da forti voir, e sono scicuro che non ti piocerà…- Perfetto. Come si potrebbe chiamare quello di Liz? Supersestosensoalquadrato?
Fatto sta che non appena abbiamo valicato questa porta il suo umore è cambiato
e , pare, non a torto. Il maiale ci conduce dietro il bancone, e poi dietro la
porta a vetri. Entriamo in una stanza che potrebbe anche essere il paradiso in
terra: tavoli e tavoli colmi di dolci, pareti con il più bel colore che io
abbia mai visto, pavimento di vetro, e un delizioso profumo di cioccolata
ovunque. Non stento a credere che sia il pasticcere più caro della città.
-Alors,
ma chere… Tu avovi ordinato
confotti al chocolat
bianco, posticcini e croissant al chocolat
au lait, e 200 torte di
vari gusti, giusto?-
Liz
annuisce stancamente, mentre io inizio a figurarmi tutta la sua ordinazione che
mi sfila davanti dicendo “mangiami…” con voce a dir
poco invitante… Ma vengo interrotta dalla voce
spiacevole del capo pasticcere.
-Mi dispioce, ma è
tutto canscellato. Non posso proparare
nionte del genore per la
dota del tuo matrimonio.-
Liz
sta trasformandosi in un qualche supereroe molto arrabbiato. Mi aspetto quasi
che prenda una delle fantastiche torte (mio dio le mangerei tutte) e gliela
sbatti in faccia. Invece riesce a restare piuttosto calma, fa un bel respiro,
sfoggia il più falso sorriso che questa terra abbia mai conosciuto e dice con
voce soave :
-Scusi, Mr Pierre,
potrebbe dirmi per quale motivo ha deciso di annullare la mia ordinazione che
ho fatto per precauzione con quattro mesi d’anticipo?-
Pierre arrossisce lievemente, e prende a
scrutare con enorme interesse le unghie delle sue mani. –Vode,
Miss Ferguson… Abbiomo riscevuto un’altra ordinazione, por lo stesso jour, e sci
pagano molto di più- da gigante quale sembrava prima, ora si è fatto piccolo piccolo, e osserva liz con puro
timore.
-Che cosa vuol dire ci pagano di più???? Io vi
avevo già versato un acconto, e il saldo finale sarebbe stato di una fortuna!
Come potete farmi questo?-
Dagli occhi della mia migliore amica paiono
scaturire saette e minacce di morte per il malcapitato maiale che pare non
vivrà ancora a lungo.
-Ci dispioce, ma
l’ordinazione è stata fatta da un parsona tres importante, e io non posso permottermi
di rifiutore…-
-lei non può permettersi un corno! Sa che adesso
non troverò nessuna pasticceria decente disposta a preparare un’ordinazione
tanto facoltosa in così poco tempo?! E mi guardi in faccia quando parlo!-
Mi allontano per paura di finire nel raggio
d’azione di Liz. Ora capisco di essere stata davvero
fortunata a non aver mai litigato con lei, e mi riprometto di non farlo mai.
Potrebbe andarne della mia vita.
-Oh, ma non sci preoccupi! Trovorà
scicuramente un altro pasticcere disposto a complotare l’ordinazione…-
-Non si preoccupi? NON SI PREOCCUPI???!!! Io mi
sposo tra meno di tre settimane, e lei mi viene a dire che la grossa
ordinazione che avevo fatto e sulla quale contavo è cancellata, e non so dove
sbattere la testa. Per di più, ho anche litigato con il mio futuro marito per
venire da lei, perché lui voleva che io scegliessi qualcosa di meno costoso, ma
io ho detto “vedrai, Will, ne varrà la pena”! Certo! E adesso lei mi pianta in
asso così!-
Povera Liz, credo che
stia per scoppiare in lacrime o per prendere questa sottospecie di maiale a borsettate. Ma non credo che lo colpirebbe mai con la sua gucci nuova da 300 sterline. Per cui, prevedo più la prima
opzione.
-Miss, io sono veromonte
desolate. Ma non posso farsci nionte:
il suo ordine è annullato… e a proposito dell’acconto…-
No. Non farlo. Non pronunciare un’altra parola.
Già immagino i giornali di domani: “Omicidio in pasticceria: Ucciso il più
famoso pasticcere della città da una giovane sposa delusa armata delle sue sole
mani”.
-Non possiomo ridorlo indiotro tutto subito.
Dovrà a pottare almeno due semain…-
-CHE COSA??? Non solo non mi ha avvisata prima
di non poter completare il mio ordine, ma ora si rifiuta anche di restituirmi i
soldi? Lei deve darmeli: ne avrò bisogno per pagare chi la sostituirà!-
-Oh, non sarà proprio possibile…
Ma se vuole posso regalorle una confozione
di confetti alla mondorla… -
-sa cosa se ne può fare dei suoi confetti alla
mandorla? La mia amica e io siamo sconvolte. Lei si è comportato da vero
incivile e giuriamo di non rimettere mai più piede qui dentro in questa vita!
Neanche se fosse l’ultima pasticceria rimasta al mondo! E le assicuro che ha
perso due ottime, se non le sue due migliori clienti!- Soddisfatta del mio
discorso, prendo Liz per un braccio e , sfoderando
l’aria più altezzosa e dispregiativa che riusciamo ad ottenere, lasciamo il
negozio sbattendo la porta e facendo voltare tutti gli altri clienti che
sicuramente non si sono persi mezza parola del litigio.
Appena uscite, mi accorgo che Liz è davvero sconfortata. Camminiamo per un po’ in
silenzio, e lei non dice niente, salvo dare calci particolarmente vigorosi ai
sassolini per terra. Finchè non si ferma, sbarra gli
occhi e terrorizzata mi dice :
-Lily!
Ho dimenticato la mia borsa in pasticceria!-
Merda.