Ebbene
si, signori e signori, dopo una vita di assenza, sono tornata ad
aggiornare! XD
chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornare e tra l'altro il capitolo
non è nemmeno granchè, ma meglio di niente
ù.u
Per il prossimo capitolo penso che avrete molto ad aspettare
perchè a quanto pare le mia ispirazione sembra aver preso
delle ferie e fatto un viaggio alla Hawaii e non è ancora
tornata... denuncerò la scomparsa alle autorità
ù.u
_______________________________
Milano 7-4-08 ore 8:00
Caroline,
Federica e Sara erano già
all’aeroporto da circa un ora, una macchina appositamente
mandata
dall’Universal a prendere loro era passata alle sei e mezza e
adesso stavano aspettando l’arrivo di –Mariagrazia
da Torino, che
sarebbe arrivata a momenti.
Infatti poco dopo videro un uomo
arrivare con un borsone con la scritta enorme sopra MARS in color oro
e le varie dediche e scritte, fecero capire alle tre ragazze che
doveva appartenere alla loro amica.
Caroline, che vide3 il bagaglio ma
della proprietaria nessuna traccia, chiese gentilmente
all’uomo
dove si fosse cacciata la ragazza.
Il tipo si voltò a guardarla e
le indicò, un ombra scura che avanzava come gli ebrei
durante
la traversata del mare, solo che invece delle acque a spostarsi erano
i viaggiatori.
Le tre ragazze subito si spaventarono,
ma poi riconobbero l’ombra come la loro amica che le
raggiunge
sussurrando un flebile < Buongiorno > e poi si
accasciò
su una poltroncina a dormire < Minchia Mars, sei a conoscenza
del
fatto che ha terrorizzato mezzo aeroporto? > chiese la Sara
sedendosi vicino alla ragazza, chiedendosi, come cavolo si era seduta.
< normale amministrazione Sara >
rispose Mars soffocando uno sbadiglio < mi sono svegliata alle
4:00 stamattina per prendere il treno delle 5:30 per Milano, anzi
ringrazia che sono riuscita a darmi una sistemata in macchina
altrimenti vi sareste spaventate pure voi >
< ma sinceramente io inizialmente ho
pensato che fossi un demone oni, mandato per ucciderci tutti, solo
quando ti sei avvicinata ti ho riconosciuta > disse la Fede
sedendosi dietro Mars e anche la Caroline la imitò sedendosi
dietro la Sara < ma va va… mica sono Bill di
Kokeshi my doll.. poi meglio così, la gente deve avere
paura,
così non rompe i ciglioni, ci ho messo una vita per imparare
a
terrorizzare così la gente >
< ah e ne sei contenta?bisogna
aiutare il prossimo! > rispose la Carol
< nah….la ma mattina a scuola mi
evito tante scocciature, hanno pure smesso di interrogarmi la prima
ora, che persino i prof avevano paura>
< tu.. tu…sei ‘na roba
impressionante! > la Sara era allibita
< Sara, fa’ tanto la dura, ma poi
è una tenerona (al prosciutto cotto e formaggio XD ndA) ,
fidati > rispose la Fede
< ahahah…non ci credere, sono
capace di darti in pasto ai tuoi fan…ricordati che da quando
hai
fatto il concerto sono triplicati e tutto grazie a me > la
ragazza aprì gli occhi per guardare la Fede e per un attimo
ebbe seriamente paura < Mary… sai che per questo tu
rischi
ancora la vita vero? Momentaneamente sono indecisa se strozzarti o
buttarti dal primo ponte/fossa/pozzo che capito >
< se se… non lo faresti mai >
La scrittrice fece una risatina
sarcastica < non mi conosci… io avrei paura fossi in
te! >
< sono abituata alle minacce di
morte, non sai quante me ne hanno fatte i my friends il giorno del
concerto, quando li ho lasciati soli a sistemare e poi smontare tutta
l’attrezzatura per il concerto >
< eh ci credo! Fossi stata io ti
avrei fatta a pezzi o peggio… mi sarei fatta pagare!
> rispose
la Sara sedendosi più comodamente sulla sedia
< basta questa conversazione mi sta
troppo impegnando cerebralmente. Mi sto chiudendo >
< tu sei chiusa nel cervello! È
una conversazione sconclusionata e senza senso, come fa’ a
impegnarti cerebralmente? > sbottò la Fede esasperata
< si ma la mattina le mie capacità
intellettive sono limitate >
< giusto, Fede non farle spremere
quell’unico neurone che gli gira in testa >
< eh già Carol… guarda che
bisogna avere una buona capacità di ragionamento per sparare
cazzate come le mie >
< dimmi un po’ … ma il tuo
neurone, che gira imperterrito nella tua testa, fa’ come
nella
pubblicità dell’acqua lete e ogni tanto grida
“non c’è
nessuno?” > chiese la hime seriamente interessata alla
risposta.
Mars ci pensò un attimo poi rispose <
No…però fa’
come nella pubblicità della Coop, quella con i carrelli che
si
schiantano verso il muro…solo che io ho un solo carrello e
si
schianta contro il mio cranio. Ad ogni botta esce una cazzata >
Fede aprì la bocca per
ribattere, ma oltre al pensiero “la
faccio fuori” non le venne in
mente nient’altro da dire < basta io con te non ci
parlò
più…mi hai rotto>
< Ecco, che io ti conosco, poi in
aereo diventi logorroica e io voglio dormire, mi siedo vicino alla
Sara, almeno lei è un po’ intelligente e mi
lascerà
dormire >
< ah col cazzo, tu ti siedi vicino a
me e soffrì con me! Tutto ‘sto macello
è successo per
colpa tua e ti subisci le conseguenze >
< nooooo…io posso diventare
violenta se non dormo! Ho dormito solo 3 ore stanotte, posso farti
fuori seriamente > poi guardò la Fede fare un
sorrisetto
diabolico e si girò a guardare la Carol con i lacrimosi agli
occhi < Caroline… ti prego.. aiuto! > l
ragazza fece una
risatina, poi cercò di convincere la Hime a lasciarla
riposare
in aereo
< a proposito…a che ora si parte?
Sono le 8:30! >
< non ne ho idea… Alex ha detto ci
vengono a chiamare >
< e chi è Alex? >
< Mary… Alex e il cameraman che ci
ha filmati il giorno del concerto>
< perché c’è anche
lui? >
< si che ci sono anch’io!
Rincoglionita ti ho pure accompagnato dalla stazione
all’aeroporto! >
L’uomo
in questione era appena venuto a chiamarle
<
Ma va? Non me ne sono accorta >
<
Avevo questo dubbio, visto che per tutto il tragitto mi hai chiamato
con 50 nomi diversi >
<
che ci vuoi fare, ho dei seri problemi a ricordare i nomi delle
persone >
<
Se se… io mi chiedo coma hai fatto ad organizzare quel
concerto, mi
sembra impossibile che la tua testolina abbia sfornato un idea del
genere >
La
ragazza si alzò in piedi < che è tutta
‘sta
confidenza scusa?! Porta rispetto per la mia mente geniale >
<
non preoccuparti Alex, ce lo chiediamo ogni giorno anche noi >
risposero in coro le altre tre ragazza.
Mars
si voltò scioccata a guardarle < ahò!! Che
è
sta mafia?!? > poi si abbassò ad abbracciare il
piccolo
peluche a forma di orsetto che teneva attaccato alla borsa
piagnucolando
< Gus…le altre sono cattive e mi prendono in
giro… meno male che
ci sei tu! >
Caroline
guardò seriamente preoccupata la ragazza <
Mars… perché
hai chiamato Gustav quel peluche? >
<
perché è piccolo carinissimo, morbidoso e ispira
tanta
tenerezza proprio come il batterista >
Federica
prese il cellulare in mano e cominciò a comporre un numero
<
ok adesso chiamo il 118 e chiedo di passarmi un manicomio,
‘sta qui
ha bisogno di uno bravo >
<
ha parlato quella che per il compleanno vuole in regalo un pony rosa
> rispose Mars
<
Intanto tutti quanti vorrebbero un pony rosa in casa, poi non
mettiamo a confronto il mio cervello con il tuo neurone >
<
Appunto non confondiamo la merda con la cioccolata! >
<
tu saresti la merda vero? > disse Alex intromettendosi nel
discorso beccandosi uno scappellotto dalla ragazza
<
comunque ragazze dobbiamo andare che l’aereo per Berlino ci
aspetta
>
Le
ragazze presero le loro valige e cominciarono a seguire
l’uomo che
le stava accompagnando verso il metal detector < oh cazzo,
adesso
ci metto una vita, prima di togliere tutta la roba si fa’
notte, ma
porca puttana >
<
sah, muovi il culo che stiamo aspettando te > le disse Alex
<
tu, cominci a starmi sul cazzo, ti stai prendendo troppe
libertà
alla terza comincio a insultarti eh > rispose Mars mentre
risistemava tutto quello che aveva tolto e riprendeva il borsone
<
si ma l’aereo parte fra 10 minuti, se non ti muovi rimani
qui! >
<
a te licenziano poi! E io ci godo, perché mi stai dando sui
nervi > la Fede tirò una botta alla ragazza <
wè
stai calmina eh >
<
si si, andiamo che altrimenti perdiamo il coso lì >
<
coso lì sta per aereo? >
<
coso lì. Aereo, è la stessa cosa, non possiamo
soffermarci su tutti i particolari… questi sono dettagli!
>
<
ma muoviti và… > disse la Sara ficcandogli
una spinta.
Arrivati
davanti all’entrata n 48300 diretto a Berlino, Alex le
salutò
augurandogli buon viaggio e le ragazze andarono a sistemarsi nei loro
posti, rigorosamente in prima classe
<
io vicino al finestrino! > gridò la Mars correndo a
prendere il posto
<
ma che bambina… > disse la Fede beccandosi il posto
sul
corridoio
<
solo perché l’idea è venuta prima a me!
>
<
appunto, quindi sloggia e lasciami il finestrino >
<
no non posso dormire sul corridoio con la bocca aperta e la bavetta
di lato.. che figura ci faccio? >
<
quella della cogliona che se >
<
oh ma l’hai finita di maltrattarmi?! Quando arriva Tom che
così
rompi i ciglioni a lui? > la Hime scoppio a ridere <
altro che
rompergli i ciglioni, probabilmente lo violenta > disse la Sara
dai posti dietro < può anche essere! >
<
ahhhhhhhhh > strillò la Caroline facendo sobbalzare
tutti
<
Cosa? Quando? Come? dove? Carol non urlare così che mi fai
prendere un infarto > disse Mars
<
ma che figata, ci sono i pulsantini per muovere il sedile! >
<
davvero?? Dove???? > rispose tutta felice
<
sulla destra , vicino al telefono e alla presa per la spina! >
<
trovati! > strillo Mars cominciando a giocare col sedile
<
c’è pure quella per l’imbottitura del
sedile!! Oddio che
figata! > la ragazza continuava tranquilla a giocare col sedile,
non notando la vena sulla tempia della Hime che pulsava
<
ma porca troia!! Piantala con ‘sto coso o ti tiro una botta
che
senza che te n’accorgi ti ritrovi a Berlino, non volevi
dormire?!?
E allora DORMI!! > urlò la Hime spaventando persino
la
hostess che spiegava come allacciare la cintura. Mars tolse la mano
dal sedile come se si fosse appena scottata si allacciò la
cintura e non fiatò per il resto del viaggio.
La
hime prese il suo vanity fair in lingua tedesca e soddisfatta si mise
a leggere mentre l’aereo partiva.
Berlino, casa dei Tokio
Hotel ore 12:00
David Jost era appena arrivato davanti
alla casa dei ragazzi per assicurarsi che fossero pronti ad
accogliere le ragazze italiane.
Appena varco la porta di casa le urla
stridule dei due gemelli gli invasero le orecchie.
< Tom!! Dove cazzo hai messo la mia
matita nera per gli occhi?? Devi piantarla di farmi questi scherzi,
altrimenti giuro che ti rovino il prossimo appuntamento o
peggio…
ti sputtano davanti alle ragazze italiane!! >
< tsk, questo è il
ringraziamento per averti imboccato coi gli omogeneizzati della
plasmon queste due settimane? E anche per averti regalato quella
lavagnetta fashion di Hello Min… ehm Hello Kitty?! >
< mi spieghi cosa cazzo faccio me ne
faccio ora di quella mischia di lavagnetta adesso? Tira fuori
immediatamente la mia matita… e anche la piastra! >
David nel frattempo si addentrava
sempre più nell’appartamento e mano a mano che
avanzava il
suo viso perdeva colore
< non ho tempo devo sistemarmi i
rasta >
< non me ne frega un emerito cazzo
dei tuoi salsicciotti che hai attaccati ai capelli, quelle fra un
po’
arrivano e io non sono ancora pronto >
< piantala di urlare come se stesero
uccidendo un maiale, guarda che io non le ho prese le tue cose, hai
solo da non lasciare in giro la tua roba >
L’appartamento era disseminato di
abiti ovunque, maglie di Tom sopra il divano, cinture di Bill sulla
televisione, calzini sulle sedie, bracciali collane e anelli sul
tavolo e persino un paio di boxer sul lampadario “ma come cazzo
sono finiti lì?” pensò il
manager, cominciando a fare
dei grossi respiri per controllarsi e non uccidere subito quegli
idioti
< ah certo adesso viene a dire che
non li hai visti, ma racconta meno balle! >
< ti ho detto che io non ho idea di
dove siano! Per una volta che non te le ho nascoste con me te la
prendi? >
David una volta superato il salotto dei
ragazzi e entrato nel corridoio che portava elle camere, il suo viso
aveva perso ogni piccola traccia di colore.
“questa casa
è un macello!
Porco cane tra un ora arrivano quelle quattro e la casa è in
queste condizioni?!giuro che è la volta buona che li
uccido!”
Il manager si diresse a passo spedito
verso la camera di Bill. Appena mise piede in camera uno stivale
passo di striscio sopra la sua testa.
< ma dove cazzo ho messo quella
dannata piastra! Porca la miseria, non posso restare con questi
capelli > e un altro stivale fu lanciato
< ahhhhhh trovata!!!
Perfetto adesso mi devo fare i capelli! > il vocalist della band
si alzo tutto convinto di poter arrivare in bagno sano e salvo, ma si
ritrovò davanti il suo manager e per un attimo, penso
seriamente di essere in pericolo di vita.
L’uomo disse solo una
frase <
Una volta che tutti e cinque si
ritrovarono in salotto David cominciò con la sua predica
<
porca la miseria, ragazzi, mi ero raccomandato solo di tenere in
ordine per oggi e voi cosa fate? Lo incasinate ancora di
più?!
Non ho mai visto l’appartamento in queste condizioni! Mi
spiegate
come cazzo ci sono finiti questi boxer sul lampadario!? Io adesso
esco da questa casa, vado a prendere quelle ragazze e per quando
torniamo, questo appartamento deve brillare! Altrimenti giuro che vi
ritroverete tante di quegli impegni che non saprete più dove
sbattere la testa e come minimo vi farò passare due ore al
giorno con quelle ragazzine urlatrici che avete come fan! Parola mia!
>
I visi dei ragazzi sbiancarono < no
le bimbeminchia no! Tutto David, ma le bimbeminchia no! >
< no? Dite? Scommettiamo? Io vi ho
avvisato… vedete di ordinare tutto o sapete cosa succede
>
furono le ultime parole del manager prima di uscire
dall’appartamento
e dirigersi verso l’aeroporto.
< ragazzi abbiamo più o meno
un ora per sistemare. Bill prendi la tua roba portatela in camera e
poi finisci di prepararti che non ti voglio più sentire
urlare, Tom datti una mossa e poi vieni a sistemare, che sto macello
è colpa vostra e poi dobbiamo essere io e Gus a mettere
sempre
tutto a posto! > disse Georg un po’ scazzato, mentre
lui e il
batterista cominciavano a mettere a posto la casa.
Berlino Aeroporto ore 12:00
L'aereo
proveniente dall'Italia aveva appena toccato il caldo asfalto del suolo
germanico, provocando nella quattro ragazze un subbuglio di emozioni.
Eccitazione, paura,
felicità, agitazione...
Mars era in preda ad una smania di scendere, volare le
piaceva, ma presto l'eccitazione della partenza si sostituiva al mal di
testa per il cambio di pressione e il viaggio non era più
tanto eccitante.
Appena scesa dalla scaletta e mossi i primi passi sulla terra ferma si
inginocchio gridando < Grazie, signore per aver messo fine a
questo strazio! >
< Dai Mars, alzati che le tue sofferenze non hanno ancora fine..
ci aspetta il bus che ci porterà dalla pista all'aeroporto,
stipato di gente e con una puzza di sudore che ci provocherà
dei connotati di vomito > le disse la Fede che comincio a ridere
vedendo le facce sconvolte delle sue amiche < Suvvia scherzavo!
probabilmente David avrà mandato un macchina a prenderci!
>
Infatti videro comparire un enorme macchina nera da cui scese il
manager dei Tokio Hotel in persona insieme a qualche guardia del corpo
che si diresse verso l'addetto ai bagagli.
Le ragazze guardarono avvicinarsi il manager ad occhi sgranati <
parli del diavolo e spuntano le corna > disse la Mars, subito
corretta dalle amiche < ma quale diavolo.. quello è
un angelo >
L'uomo era coperto da un vestito dal taglio classico, probabilmente
cucito da un sarto italiano. La camicia aveva sbottonati i primi
bottoni lasciando vedere uno spettacolo che le ragazza classificarono "eccitante"
.
Nel lasso di tempo che le ragazze si lasciarono trasportare nei loro
viaggi mentali il manager le aveva raggiunte fermandosi davanti a loro,
sfoggiando un sorriso brillante come quello della
pubblicità Colgate.
Era Bill ad avere quello della Mentadent.
In un inglese perfetto il signor Jost diede loro il benvenuto a cui le
ragazze risposero in un altrettanto perfetto tedesco, stupendo l'uomo
che aveva di fronte ( e anche l'autrice ndA).
< Non credevo parlaste tedesco! > ( e manco io ndA)
esclamo il manager < mi ero già prodigato per trovare
un traduttore che fosse disposto a seguirvi per tutta la vostra
permanenza qui! >
< Credo di parlare anche a nome delle altra ragazze,
ringrazionandola per tutto quello che avete fatto per noi, una macchina
per arrivare fino all'aeroporto, dei posto in prima classe e adesso
siete venuto voi stesso in persona a prenderci, le siamo infinitamente
grate per questa possibilità di realizzare il nostro sogno
> disse la Fede con un bellissimo sorriso in visto
< no ragazze, grazie a voi, per quello che avete fatto, la
vostra idea di realizzare un concerto sostitutivo è stata a
dir poco grandiosa, avere rissolevato il morale dei ragazzi e avete
permesso a molte fan di dimostrare il loro sostegno, il tutto
accentuato dalla vostra giovane età! non mi sono neanche
informato se avete i permessi dei vostri genitori per essere qui.. non
vorrei poi affrontare una legione di avvocati per aver rapito quattro
minorenni italiane! >
e i sorrisi sui volti delle ragazze si spensero e ciò non
sfuggi al manager < beh, avete le autorizzazioni no?
>
"ti prego signore fai si
che abbiano i permessi!"
La ragazza dai capelli corti si fece avanti <
ehm... veramente signore... noi saremmo tutte maggiorenni>
Mars e le altre guardano arrossire il viso del manager < ah..
beh, che ne dite di andare verso la macchina? >
una volta che tutti salirono in auto David si voltò a
chiedere alla ragazze se avevano qualche domanda e Mars ne
approfittò per togliersi un dubbio < Signor Jost..
>
< chiamami David > e le sorrise < si ehm..
David... mi chiedevo.. se il traduttore che avevate trovato fosse
carino, perché altrimenti sa, potrei avere qualche problema
con il te... > ma non riuscì a finire la frase
aggredita dalle altre tre ragazze e facendo ridere David.
Berlino, casa dei Tokio
Hotel
Adesso
le ragazze si trovavano di fronte all'entrata dell'appartamento che
condividevano i ragazzi e il manager si apprestava ad aprire la porta,
pregando in tutte le lingue che conoscevano che l'appartamento fosse in
ordine
< Bene
ragazze... vi presento i Tokio hotel! >