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Autore: Whirlwind    19/09/2015    1 recensioni
Una ragazza bardo con l'amnesia, un principe elfo rinnegato e zoppo, un ranger annoiato, un nano scorbutico, una ladra maldestra ed un mago alla ricerca del suo bastone magico. Questa la strana compagnia che si trova a lavorare fianco a fianco attraverso terre sconosciute ed avventure al limite del comico.
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Con alcuni amici abbiamo recentemente iniziato a giocare a d&d e la cosa è, ovviamente, degenerata nel comico. Con l'approvazione degli altri giocatori ho dunque deciso di trasformare la nostra campagna in storia e pubblicarla. Personaggi e luoghi sono completamente di nostra invenzione, ho dovuto metterla sotto Forgotten Realms perché non c'era una categoria generica per d&d. Ringrazio e la dedico a quelle sei teste bacate che l'hanno partorita assieme a me ("Spugna"): 
• D. - dungeon master
• S. - "Enomis" 
• R. - "Roukan"
• M. - "Nereus" 
• E. - "Armur" 
• V. - "Gillian"



In viaggio verso Agalaz
Parte prima

 

Il sole era già alto nel cielo sopra la piccola città di Mariff e nella stanza di una locanda di infimo livello, una ragazza dai lunghi capelli biondi si guardava allo specchio preparandosi al nuovo giorno. Non ricordava il suo nome, tutto ciò che sapeva era di essersi svegliata in una foresta circa un anno prima senza più ricordo alcuno. Fino a quel momento aveva tirato avanti suonando il suo flauto per strada e raccontando storie in cambio di pochi spiccioli, spesso spendendo la sera stessa l’intero guadagno in birra alla taverna, cosa che le aveva procurato il nomignolo con cui tutti la conoscevano: Spugna. Era stata Gillian ad inventarlo, un’halfling con cui aveva presto stretto amicizia e che ora, circa sei mesi più tardi, le aveva inviato una lettera che conteneva una richiesta d’aiuto. Gillian non le aveva mai nascosto ciò che faceva per vivere, era una ladra, ed ora aveva bisogno di lei per compiere il furto che stava preparando da tempo. Per Spugna quella era l’occasione per dare una svolta alla sua vita, era stufa delle locande e taverne malfamate di Mariff, voleva andarsene, voleva vedere il mondo, così non ci aveva pensato due volte prima di accettare la richiesta dell’amica e raggiungerla ad Agalaz. Una carovana di mercanti sarebbe partita da lì a poco in quella direzione e Spugna, grazie alle sue doti canore, era riuscita a farsi assumere come intrattenimento per il viaggio per un paio di monete d’oro, una alla partenza e una all’arrivo.
Arrivata al punto di ritrovo, alle porte di Mariff, trovò una carovana molto ben più organizzata di quanto sperasse. Tre carri in totale, due destinati alle merci dei due mercanti e uno a coloro che avevano pagato una moneta per viaggiare con la comitiva e quattro guardie armate, due a cavallo e due sedute sui carri mercantili. Un ometto di statura media, tarchiato e con dei lunghi baffi scuri prese parola spiegando che il viaggio sarebbe durato all’incirca cinque giorni e che tutti i clienti paganti avevano diritto ad una razione di cibo al giorno, avrebbero sostato ogni sera al calare del sole e ripreso la marcia ogni mattina all’alba. Spugna prese posto sul carro riservato ai civili, facendo attenzione a nascondere per bene la lettera di Gillian nella sua sacca. Circa un’ora più tardi, la carovana iniziò il suo viaggio in modo tranquillo, il tempo sembrava reggere e l’atmosfera sul carro era tanto rilassata da risultare quasi noiosa. Unici elementi a disturbare quella scena erano due personaggi un po’ strani seduti di fronte alla ragazza, un elfo zoppo che andava sotto il nome di Enomis ed il suo compare, l'affascinante ranger Roukan.
I due, che si erano uniti alla carovana un minuto prima che partisse, non avevano fatto altro che stuzzicarsi dalla partenza. Enomis si era appisolato da venti minuti buoni mentre Roukan tentava di catturare una lucertola
 che, ignara, se ne stava al sole sulla fiancata del carro, per fargli uno scherzo.
La cosa risultò nella morte del povero animale, il cui cadavere fu tirato sulla faccia di Enomis, che si svegliò con un acuto degno delle canzoni di Spugna.
I presenti si divisero tra chi lanciava loro occhiatacce e chi invece rideva di gusto, tra cui la ragazza bardo.
- Son felice di constatare che lo scherzo idiota del mio compare vi provochi sittante risa. -
Le lanciò un’ironica frecciatina l’elfo.
- Perdonatemi signore, siete una coppia.. stravagante. -
Rispose lei soffocando una risatina.
- Tentiamo soltanto d’ingannar il tempo, miss..? -
Continuò il ranger.
- Oh, il mio nome non lo ricordo, mi chiamano Spugna. Piacere. -
Disse porgendogli la mano.
- Roukan Wulfsige.. -
- Enomis, il piacere è mio. -

Lo interruppe l’elfo baciandole le nocche della mano.
- Dove siete diretti, signori? -
- Ad Agalaz, come voi immagino, è stata una fortuna aver trovato un posto sulla carovana. -
Il volto di Roukan si scurì lievemente.
- Una fortuna? Un furto vorrai dire! Una moneta d’oro per cinque giorni su un carro affollato! -
- Di cosa ti lamenti, Enomis? Ho pagato io per te. -

L’elfo si zittì imbarazzato per poi scoppiare a ridere assieme agli altri due.
Calata la notte, la carovana si fermò sul ciglio della strada battuta e venne allestito un campeggio improvvisato attorno ad un focolare acceso da Roukan. Spugna si dedicò alle sue mansioni di bardo, accettando di buon grado la birra offertale dai compagni di viaggio.
Era ormai notte fonda quando i tre smisero di far festa e tornarono a bordo del carro, qui sentirono due uomini discutere sottovoce parlando di alcuni goblin stanziati sul ponte che avrebbero dovuto attraversare due giorni più tardi.
- Ho sentito che chiedono 10 monete d’oro a testa per il passaggio. -
Stava dicendo uno dei due.
- Se è la verità siamo nei guai, non possiedo tutto quel denaro. -
Enomis, Roukan e Spugna ascoltarono in silenzio tutta la conversazione, l’informazione non era certa, ma la possibilità coglieva tutti e tre impreparati, nemmeno mettendo insieme tutto ciò che avevano raggiungevano quella cifra. L’indomani Enomis decise di andare a parlare con il mercante in testa alla carovana, per informarlo delle voci e cercare una soluzione.
- Goblin dici? -
Il mercante si accarezzò i baffi con aria pensierosa.
- Così ho sentito, signore. -
- Dunque non lo sai per certo. -
Era scettico, aveva studiato per bene quel percorso ed era sicuro che fosse la via più sicura per Agalaz.
- Ho una proposta da farle. -
Continuò Enomis.
- Io ed il mio compare andremo avanti per controllare la situazione e torneremo ad avvisarvi, in cambio ci pagherete due monete d’oro. -
Il mercante scoppiò a ridere.
- Via, mendicante. Non c’è nessun goblin, volete fregarmi. Non vi darò un soldo. -
Lo scacciò con un gesto della mano ed Enomis tornò al carro borbottando insulti.
Che il mercante volesse credergli o meno, il potenziale pericolo era reale, i tre compagni allora decisero di agire alle sue spalle. Enomis e Roukan partirono nel mezzo della notte mentre Spugna si impegnò a coprirli con il resto della carovana. La pioggia fitta rendeva difficile la missione dei due compari, ma grazie alla vista notturna di Enomis bastarono un paio d’ore di cammino per fermarsi a debita distanza dal ponte e scorgere comunque una quindicina di tende di goblin a presidio di esso.
- Quell’idiota verrà derubato. -
Commentò Enomis.
- E noi con lui, amico mio. Sono troppi per affrontarli. -
- Sarà meglio tornare indietro ed avvisare Spugna. -
Mentre l’alba del terzo giorno sorgeva e i due tornavano verso la carovana, notarono qualcuno venire nella loro direzione. Un giovane mendicante che portava in spalla un lungo fagotto.
- Non ti conviene proseguire, ci sono dei goblin su quel ponte più avanti. -
Lo avvertì Roukan.
- Oh, grazie dell’informazione signore. Prenderò l’altra strada. -
Rispose il mendicante.
- Esiste un’altra strada? -
- Sì, a pochi minuti da qui sulla sinistra è possibile tagliare per il bosco ed aggirare il ponte. -
- Non sarà pericoloso? -
Chiese Roukan, consapevole di ciò che si aggirava per quelle terre tra banditi e bestie.
- Sempre meglio che farsi uccidere da un’orda di goblin. -
Rispose il ragazzo alzando le spalle.
- Noi veniamo con una carovana, se ci attendete qui potremmo convincerli a prendere la scorciatoia insieme. Sarà sicuramente più sicuro che percorrerla da soli. -
Propose Enomis.
- Così sia. -
Concordò il mendicante sedendosi su una roccia.
Nel frattempo alla carovana l’atmosfera si stava surriscaldando, le guardie si erano accorte della mancanza dei due avventori e l’intero gruppo aveva tardato di mezzora la partenza per aspettarli.
Un nano dalla voce profonda e la lunga barba scura, primo tra le guardie al servizio del mercante, stava perdendo la pazienza tentando di farsi dire qualcosa in proposito da Spugna.
- Basta così! -
Sbottò.
- Abbiamo aspettato abbastanza, se non ci sono partiamo senza di loro. -
Disse al mercante, che annuì trovandosi d’accordo. In fondo l’avevano già pagato.
- Sono sicura che siano qui attorno, aspettate soltanto un altro minuto.. -
Tentò di convincerli Spugna. In quel preciso momento Enomis e Roukan arrivarono correndo.
- Abbiamo controllato il ponte.. -
Esordì Roukan tra un respiro e l’altro.
 - Ci saranno circa una trentina di goblin. -
Continuò Enomis.
Il mercante li guardò sospettoso, si prese un minuto per riflettere e decise di ignorarne l’avvertimento.
- Esiste una strada alternativa, un mendicante ci aspetta più avanti per farci strada. -
Spiegò Roukan.
- Abbiamo già perso abbastanza tempo a causa vostra, le mie merci devono essere ad Agalaz tra tre giorni. Pagherò i goblin se necessario. -
Rispose il mercante senza voler sentire ragioni.
- Ma signore, molti di noi non possiedono quella somma. -
Intervenne Spugna con tono diplomatico.
- Non è affar mio, signorina. -
- Lasciateci almeno prendere un carro, ci troveremo di nuovo oltre il ponte. -
Il nano sbuffò, era stufo di quei tre.
- E va bene, faremo così, ma se non sarete là entro domani proseguirò senza di voi. -
- Ed anche le provviste per cui abbiamo pagato ed una guardia, i boschi non sono sicuri di questi tempi. -
Il mercante era sul punto di dire di no, ma qualcosa in Spugna lo fece vacillare.
- E sia. Armur, proseguirai tu con loro e ti assicurerai che arrivino oltre il ponte, in cambio puoi avere questi due barili di birra. -
Il nano emise una sorta di ringhio sommesso, ma se c’era in gioco la birra, non avrebbe certo rifiutato.
La carovana partì e si divise tra coloro disposti a pagare i goblin e il gruppo che faceva capo ad Enomis. Incontrarono il mendicate, ancora seduto sulla stessa roccia, un paio d’ore più tardi e lo seguirono lungo la scorciatoia attraverso il bosco.
- Qual è il tuo nome, forestiero? -
Chiese Spugna camminandogli di fianco assieme a Roukan.
- Mi chiamo Kerim, signora. -
- E cosa ci fate da solo per queste vie?
-
 Il ragazzo si voltò a guardarla negli occhi, così che potesse vedere che era sincero.
- Sono diretto alla capitale, questo fagotto è tutto ciò che mi resta, cerco fortuna. -
Spugna decise di credergli, non aveva motivo d’esser sospettosa nei suoi confronti.
Il sentiero si fece via via sempre più impraticabile finché, quasi al tramonto, non si trovarono la strada sbarrata da un albero caduto per via della tempesta della notte precedente.
- Potrei tagliarlo con la mia ascia. -
Propose il nano, che non vedeva l’ora di brandirla.
- Temo la cosa ci costerà molto tempo. Vi darò una mano. -
Armur e Roukan iniziarono la loro impresa, mentre poco più indietro Spugna, Kerim ed Enomis aiutarono gli altri passeggeri ad allestire un campo per la notte. Quando il nano e il ranger tornarono erano riusciti a tagliare soltanto parte del tronco, il che non eliminava di certo il problema. Si decise di dormirci sopra, ma non fecero in tempo a coricarsi che un urlo proveniente dal carro attirò la loro attenzione.
Una donna era distesa per terra, con il corpo ricoperto di punture di insetto e schiuma che le usciva dalla bocca. Qualunque cosa l’avesse punta, era velenosa. Enomis, che era un druido, riuscì a lanciare un incantesimo curativo e a salvarle la vita. Intanto, al di fuori del carro, migliaia di ragni neri si stavano radunando attorno a Spugna e altre decine continuavano a raggiungere il sentiero uscendo dal sottobosco. Roukan, preso da chissà quale ispirazione divina, pensò di lanciare una torcia sull’albero caduto così che il fuoco spaventasse i ragni. Il suo piano fallì miseramente quando la torcia cadde di fianco all’albero ed il ranger si rese conto che ci sarebbe voluto del tempo prima che potesse prendere fuoco.
Enomis lasciò il carro per andare in aiuto di Spugna, che tentava di tener lontani i ragni con la sua torcia. Altre persone iniziarono ad urlare per le punture dei ragni e Armur decise di spostare il carro prima di lanciarsi all’attacco pestandone il più possibile con il manico dell’ascia. Roukan aspettò che il trono dell’albero iniziasse a bruciare prima di raccogliere nuovamente la sua torcia e raggiungere il resto del gruppo. Kerim, invece, fu l’unico ad accorgersi che Armur aveva fermato il carro troppo vicino al tronco e dovette occuparsi di spostarlo perché non andasse a fuoco.
- Enomis, usa una palla di fuoco! -
Suggerì Roukan vedendo che effettivamente il fuoco funzionava.
- Non ne ho preparate. -
Ammise il druido maledicendosi da solo.
In un primo momento i ragni sembrarono avere la meglio, ma poi, lentamente, dopo aver passato quasi tutta la notte a scacciarli ed aver consumato la maggior parte delle torce che avevano, il gruppo riuscì finalmente a metterli in fuga e a riposare per un paio d’ore dopo aver curato i feriti.
Quando il cielo si dipinse di rosa iniziando ad albeggiare, il tronco caduto era ormai incenerito e bastò qualche colpo d’ascia per sgombrare la strada.
Il carro poté proseguire e raggiunse in tempo il punto d’incontro con il mercante oltre il ponte dei goblin, ma le avventure per Spugna, Enomis, Roukan ed Armur non erano che appena cominciate. 
   
 
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