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Autore: galvanix    19/09/2015    4 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                      CAPITOLO DICIASSETTESIMO
                               La Mia Piccola Saiyan

          






Mentre il Principe volava velocemente per raggiungere il capezzale della figlia, la scienziata spiegò ai presenti il motivo per cui non era possibile utilizzare le sfere del drago per salvare la piccola Bra.
Appena scoperta la sconvolgente notizia, tutti si rattristarono particolarmente perché quella rappresentava l’unica via di uscita per la bambina.
A quel punto un lungo silenzio scese nella stanza e nessuno osò pronunciare altra parola.
La turchina si trovava adagiata sul letto e teneva stretta a sé la piccola Bra come per rassicurarla, quando faceva un brutto sogno.
In realtà, questo, era un incubo dal quale lei avrebbe voluto tanto risvegliarsi presto, ma purtroppo, con il passare dei minuti, si rendeva conto che era tutto una menzogna.
Sperava davvero che, da un momento all’altro, la figlia riaprisse presto i suoi bellissimi occhi, ma più la fissava e più comprendeva la triste verità.
Il punto è che sembrava così surreale l’intera vicenda, da non essere possibile, ma il solo contatto con il corpo freddo della bambina, la faceva ritornare con i piedi per terra, scontrandola con la drammatica realtà.
Tuttavia, nonostante la vita della piccola si fosse spenta da qualche ora, la madre continuava a stringerla a sé come per riscaldarla da quel gelo che si era impossessato della figlia e che non l’avrebbe più lasciata.
Trunks fissava sua madre distrutta dal dolore e, per la prima volta, si sentì davvero impotente di fronte ad una sofferenza simile.
Non credeva che si sarebbe ripetuta la stessa scena di qualche anno fa.
All’epoca, il drago Shenlog, era riuscito ad avverare il loro desiderio di riportarla in vita, ma ora chi lo avrebbe fatto?
Perché doveva esserci un modo per salvarla e lui non si sarebbe arreso finché non lo avrebbe trovato.
Forse era un pazzo e probabilmente non avrebbe risolto nulla, ma lui doveva tentare per il bene della sua sorellina.
Così decise di lasciare, per un momento, quella stanza non solo per schiarirsi le idee a riguardo, ma perché diventata improvvisamente troppo stretta.
Non voleva essere egoista, ma proprio non riusciva a sopportare la vista del corpo esamine di sua sorella e il volto disperato della madre, pertanto lasciò la stanza silenziosamente seguito da un tristissimo Goten.
Inizialmente voleva lasciarlo solo, ma considerando la drammaticità degli eventi, decise di accompagnarlo tacitamente.
La scienziata si era accorta dell’allontanamento del figlio, ma sapendo della presenza del Son accanto a lui, si sentì più sollevata a riguardo.
Non voleva commettesse delle sciocchezze e soprattutto non voleva pensare di poter rimanere anche senza di lui.
Subito dopo il suo pensiero andò al compagno.
Bulma era davvero molto preoccupata della sua reazione. Non sapeva davvero cosa aspettarsi, ma di una cosa era certa…la sua sofferenza sarebbe stata infinita e non era sicura di poter sopportare il suo sguardo apparentemente freddo e carico di dolore.
Conosceva Vegeta e, a quest’ora, si stava senz’altro incolpando dell’accaduto, ma lui non aveva colpe, se non quella di amare sua figlia alla follia.
Per lei si sarebbe sacrificato tutte le volte necessario per salvarla e su questo non c’era nessun dubbio.
Fu proprio in quell’istante che il Principe varcò la soglia della stanza.
La donna sapeva che era entrato, ma non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi per paura di non riuscire a reggere il dolore che avrebbe potuto scorgervi.
Intanto il saiyan, una volta dentro, fissò la compagna con la figlia tra le braccia e, dopo qualche istante, le si avvinò lentamente, sapendo che non era pronto ad affrontare nuovamente quella situazione.
Una volta giuntole davanti, le si sedette accanto, sul letto, guardandola negli occhi e notando le calde lacrime che scendevano silenziose dal suo candido viso.
In quell’istante l’uomo non pronunciò una parola, ma fece l’unica cosa che avrebbe avuto senso in quella circostanza.
Strinse a sé Bulma e Bra in unico abbraccio sperando di lenire così anche il suo dispiacere, ma invano.
Tuttavia, quel calore, a qualcuno fu di grande aiuto perché la scienziata, ritrovandosi vicino il compagno, sfogò finalmente tutto il suo immenso dolore.
Gohan osservò la scena desolato, sapendo di non poter fare nulla per lenire la loro sofferenza.
Era un dolore troppo grande per essere soppresso ed i loro sguardi tormentati ne erano la prova.
Non c’era molto che il giovane potesse fare, se non condividere quell’improvvisa ed immensa tristezza che invade il cuore e lo spezza fino a ridurlo in pezzi.


Fu proprio durante tale riflessione che soggiunse il padre.
Goku era appena entrato e vedendo il figlio, sconsolato, accanto alla parete gli suggerì:

“Gohan vieni…lasciamogli un po’ di spazio”.
“Si, hai ragione” rispose il giovane con tono cupo.
Una volta usciti, il padre, notando ancora le ferite e i lividi sul corpo del ragazzo, gli chiese serio:
“Come va figliolo?”
“Male papà e non mi riferisco alle mie condizioni. Non posso credere che Bra non ci sia più e non oso immaginare la loro sofferenza. Anch’io, ora, sono padre e so cosa significa avere una figlia.
Se fosse successa a Pan, una cosa simile, sarei diventato pazzo. Non doveva accadere un fatto del genere.
Noi siamo venuti per salvarla ed invece non ci siamo riusciti” replicò arrabbiato il saiyan.
“Hai ragione Gohan, non dovevamo fallire, però purtroppo non c’è molto da aggiungere.
Ora, l’unica cosa da fare, è stare accanto a Vegeta e alla sua famiglia e mi raccomando, non farti sfuggire un discorso simile davanti a loro.
So che questa esperienza ti ha molto turbato perché lo leggo nei tuoi occhi, ma cerca di controllarti, va bene?” gli suggerì il genitore appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Si, hai ragione papà”.
“Bene, ora cerchiamo di capire dove sono finiti Nemesis e la strega, che ne pensi?”
“Ma come, Vegeta non l’ha uccisa?” domandò il figlio stupito.
“Credo ci sia arrivato vicino, ma quando ha percepito l’aura di Bra spegnersi, il suo istinto lo ha portato a sfogare la sua ira in altro modo…ti basti sapere che il castello di Arcadia è diventato quasi un cumulo di macerie.
È rimasto ben poco in piedi” lo informò serio Goku.
“Capisco, allora ci conviene sbrigarci prima che quella donna si allontani troppo. Nemesis, alla fine, ha deciso di aiutarla, vero?”
“Si, è così, ma in fondo quell’uomo ci ha aiutati abbastanza ed, ora, non possiamo chiedergli di rimanere in disparte, mentre la donna con cui ha trascorso parte della sua vita rischia di morire.
Sarebbe troppo per lui, non ti pare?”
“Non posso darti torto, papà. Io credo davvero che il mago non sia una persona malvagia, ma se lui ha le sue ragioni noi abbiamo le nostre, giusto?”
“Esattamente figliolo ed ora diamoci da fare” concluse Goku con fermezza.

Intanto Trunks, seguito da Goten, era uscito dalla navicella per una boccata d’aria.
Voleva dimenticare ciò che era accaduto nelle ultime ore, resettare la sua memoria e cancellare così anche lo strazio che provava la sua anima.
Purtroppo non era possibile ritornare indietro nel tempo e, constatando i fatti, non era semplice trovare una soluzione ad un problema come quello che stavano affrontando.
Il lilla non si capacitava della tragica sorte riservata alla sorellina e non voleva neanche accettarla.
Per lui era impensabile vivere senza di lei e la solo idea lo devastava enormemente.
Non poteva arrendersi perché sentiva che esisteva ancora una piccola speranza per Bra, forse era soltanto il dolore a parlare oppure avevano tralasciato qualcosa che, in quell’istante, sfuggiva a tutti.
Mentre il giovane si perdeva nei suoi stessi pensieri, Goten lo osservava preoccupato.
Sapeva che stava soffrendo e, conoscendo l’amico, non si stava dando pace per l’accaduto.
Trunks era sempre stato un tipo riservato e silenzioso, ma quello sguardo così freddo e deciso lo mise in allarme.
In quei momenti assomigliava tremendamente a Vegeta e quando assumeva quel cipiglio così severo accadeva, matematicamente, qualcosa di imprevedibile.
Il moro sapeva che non si era arreso, riguardo la sorella, perché lo leggeva nei suoi occhi determinati e carichi di odio per quella maledetta strega.
Tuttavia, il Son, cercò di smorzare quel lungo silenzio calato in quella circostanza e, cercando di far sfogare l’amico,  aggiunse rammaricato:

“Trunks, so che stai soffrendo, ma non tenerti tutto dentro.
Credimi, servirà soltanto a farti stare peggio.
Parla…”
“Io non ho niente da dire” rispose l’altro con tono distaccato.
“Non ci credo. Avanti Trunks, siamo soli e nessuno, all’infuori di me, è presente ora.
Non devi vergognarti”.
“Io non mi vergogno affatto, ma una cosa voglio dirtela… io non mi arrenderò Goten.
Deve esserci un modo per salvare Bra ed io lo troverò” replicò, a tono, il lilla.
“Non voglio scoraggiarti amico, ma l’unica nostra speranza erano le sfere del drago.
Se non possiamo usare quelle, purtroppo credo non ci sia molto da fare” asserì l’amico dispiaciuto.
“Ti sbagli Goten, io non mi arrenderò finché avrò anche il più piccolo barlume di speranza”.
“Ascolta Trunks, io so che stai soffrendo molto, ma devi cercare di essere realista e fermarti quando sai che la battaglia è persa. So che questo è il tuo modo di reagire alla tua perdita, ma lasciati dire che stai sbagliando” disse il moro appoggiandogli le mani sulle spalle.
“Ti sbagli!” ribadì irritato l’altro.
“Non c’è più niente per cui tu possa combattere Trunks, vuoi capirlo? È finita”.

Quelle parole colpirono duramente il lilla, non perché non fosse cosciente della situazione, ma perché non voleva appurare la triste realtà.
Era più facile e meno doloroso far finta di niente, ma ora che veniva messo con le spalle al muro non poteva continuare a scappare dalla verità.
A quel punto il giovane guardò negli occhi il suo amico e, non riuscendo a trattenere oltre le lacrime, proferì con tono afflitto:

“Era la mia sorellina, capisci Goten?
Io avrei dovuto proteggerla sempre ed invece non ne sono stato capace".
“Non è colpa tua amico…non potevi prevedere un fatto del genere. Nessuno se lo aspettava”.
“Forse, ma ora Bra non c’è più…non c’è più!!!!” esplose rabbiosamente Trunks, trasformandosi in super saiyan.

Il Son comprese pienamente il dispiacere del suo amico e decise di non intervenire.
Sapeva che ne aveva bisogno, così non interferì e lo lasciò a fare i conti con la sua immensa disperazione.
Soltanto una frase osò uscire dalle sue labbra:

“Sfogati amico mio, sfoga il tuo vero dolore”.

L’immenso tormento del giovane saiyan non passò inosservato ai suoi genitori.
Si trovavano ancora in quella stanza, abbracciati, assieme alla piccola Bra, ormai senza vita.
Nessuno dei due adulti aveva avuto il coraggio di aggiungere qualcosa in riguardo alla tragedia che li aveva colpiti.
Erano troppo sconvolti e scioccati anche per pronunciare una singola parola che, in quella circostanza, poteva essere soltanto sconveniente.
Entrambi stavano vivendo un incubo senza fine che, purtroppo, si era ripetuto nuovamente.
Quando, l’ultima volta, l’avevano riportata in vita si erano promessi di proteggerla, anche a costo di sacrificarsi loro stessi, ma disgraziatamente avevano fallito e questo non se lo sarebbero mai perdonati.
Veder morire la propria figlia, senza poter fare nulla per impedirlo, è il dispiacere più grande che possa capitare ad un genitore e loro, purtroppo, lo sapevano fin troppo bene.
Questa volta speravano davvero di poterlo evitare, ma sciaguratamente, il destino aveva avuto in serbo altro.
Ora, entrambi, si sentivano persi, svuotati di un amore troppo prezioso e questo non lo avrebbero mai potuto accettare.
Forse, con il tempo, il rancore per quella vicenda sarebbe scemato, ma una ferita come quella non si sarebbe mai potuta rimarginare.
Il peso di quel drammatico avvenimento li avrebbe perseguitati sino alla fine dei loro giorni e di questo ne erano pienamente convinti.
Mentre riflettevano ad una vita senza la propria figlia, la scienziata, tra le braccia del compagno, sussurrò debolmente:

“Niente sarà più come prima. Cosa faremo senza di lei?
Io non riesco neanche ad immaginarlo”.

Vegeta percepì chiaramente le parole della compagna, ma era troppo addolorato per poter anche solo rispondere e la donna se ne accorse.
Tuttavia, dopo qualche istante, il saiyan ruppe il silenzio ricreatosi, aggiungendo con tono sin troppo fermo:

“Ho bisogno di due minuti”.

Bulma lo fissò intensamente intuendo che volesse rimanere un momento, da solo, con la bambina, così fece cenno con il capo come segno di approvazione.
Prima di alzarsi depositò un bacio sulla fronte, ormai fredda, della piccola e fece per andarsene, ma la sua mano venne trattenuta improvvisamente da quella dell’uomo.
Lei non si voltò perché conosceva il motivo per cui lui l’aveva fermata.
Il Principe temeva che lo ritenesse responsabile dell’accaduto, ma la scienziata non lo aveva pensato neanche per un secondo.
Così, per rincuorarlo, proferì con tono rassicurante, ma prossima al pianto:

“Non potrei mai avercela con te saiyan, perché, anche se per poco, mi hai omaggiato del dono più bello” concluse la donna riferendosi a Bra.

A quel punto, Vegeta, convinto dalle parole appena udite, lasciò la presa e la compagna fu libera di abbandonare la stanza come da lui richiesto.
Rimasto solo con la figlia, l’uomo strinse maggiormente a sé la piccola come per donare calore a quel corpo ormai spento da qualche ora.
Il saiyan non credeva ancora a ciò che stava accadendo e soprattutto sperava di non dover rivivere la stessa scena vissuta alcuni anni prima, invece si sbagliava.
L’episodio, così come il patimento che provava, era identico  soltanto con una piccola differenza.
All’epoca sapeva di avere una possibilità per trarla in salvo, invece ora non aveva più niente, se non una sorda e profonda disperazione.
In quell’istante non le importava neanche della strega, probabilmente, in seguito, l’avrebbe trovata e uccisa sul colpo, ma ora voleva unicamente riavere la sua dolce bambina indietro.
Resosi conto dell’impossibilità del suo desiderio si ritrovò a sussurrare rammaricato:

“Non sono riuscito a mantenere la promessa che ti ho fatto tempo fa e non me lo perdonerò mai.
Persino il ciondolo che porti al collo non ha saputo proteggerti ed io che pensavo potesse farlo quando non ne ero capace.
Nonostante questo, mi hai reso orgoglioso di te, quando ho sentito la tua aura cambiare e diventare una vera saiyan.
Non me lo sarei mai aspettato da una bambina viziata e capricciosa come te, ma non sai quanto mi sono sbagliato.
Che darei per sentire di nuovo la tua voce…
Non riuscirò mai a dirti addio, mia piccola saiyan” terminò il padre affranto e stringendo ulteriormente a sé la sua dolce e tenera Bra.
Tuttavia qualcosa accade in quel drammatico istante…
Una luce calda ed intensa investì totalmente la bambina lasciando il Principe senza parole…
 

 

 

                                                                                                                                                           CONTINUA…














ANGOLO DELL’AUTRICE

Eccomi di nuovo!
Da come avete potuto leggere qualcosa sta per accadere…
Chissà se questa drammatica vicenda avrà un diverso risvolto…
Ormai siamo agli sgoccioli ed il capitolo finale si sta avvicinando.
Chissà che fine hanno fatto il mago e la strega?
Non preoccupatevi perché nel prossimo capitolo ritroverete anche loro.
Detto questo, non finirò mai per ringraziarvi delle vostre recensioni e del vostro interesse a questa storia, nonché ai lettori silenziosi.
A Presto! 
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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