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Autore: Cocol_Sasso_97    19/09/2015    1 recensioni
"Sin dall'antichità vi sono testi che raccontano della vita sentimentale degli dei dell'Antica Grecia e dell'Impero Romano. Le storie passionali e carnali degli dei sono innumerevoli e tanti sono anche i figli nati da loro ma, col tempo, si diede sempre meno importanza agli dei. Con l'imperatore romano Teodosio I, gli dei scomparvero, sostituiti dalla cultura cristiana."
« Scusa tanto ma chi cazzo ti conosce? »
« Vuoi dirmi che non parli mai con gli sconosciuti? Però possiamo rimediare » si chinò verso di lui e gli porse la mano « Piacere, mi chiamo Antonio »
Lovino lo osservò diffidente, poi sbuffando tornò ad osservare il mare « Il piacere è tutto tuo »
[...]
« Allora Lovino, vogliamo andare a scuola? Faremo tardi al tuo primo giorno! »
« Come diamine sai il mio nome?? »
"Sono stati ritrovati tuttavia testi più recenti, risalenti al periodo dopo Teodosio, che ancora narrano degli dei. In particolare, un documento narra di Poseidone, il quale sembrerebbe aver improvvisamente smesso di divertirsi coi mortali…"
« Chi sei tu? »
« Io sono il mare » mormorò lui, lasciando un po' la presa sulle sue spalle e guardandola intensamente « Io sono Poseidone »
Spero di avervi incuriositi :D
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, 2P!Nyotalia, Nyotalia, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IX
Italia, I^ metà del XXI secolo

 
Lovino Vargas non aveva mai chiesto molto dalla vita, né tanto meno si sarebbe mai aspettato di ricevere tutto quello che, all’età di 29 anni da compiere, aveva avuto.
Aveva sempre invidiato il buon umore del fratello e la capacità di viversi ogni momento quando lui, invece, non riusciva a non preoccuparsi per ogni cosa.
Sapeva di non avere un carattere facile e si rendeva conto che quel suo comportamento allontanava spesso le persone, sin dalle elementari. Era quello il motivo per cui si era iniziato a chiedere presto se avrebbe mai avuto qualcuno che gli volesse davvero bene, oltre i suoi cari, ma non aveva mai sperato che quel qualcuno arrivasse così presto.
All’età di 15 anni Lovino Vargas aveva conosciuto, sulla spiaggia, la persona che lo avrebbe amato per tutto il resto dei suoi anni e gli ci erano voluti solo dodici mesi perché iniziasse a dipendere da lui.
L’italiano aveva passato gli ultimi tredici anni ad amare Antonio Fernandez Carriedo e di questi, gli ultimi cinque come suo marito.
Sfiorò delicatamente il capo al suo compagno che ancora dormiva stretto a lui, il volto nascosto contro il suo petto e lo vide sorridere appena per quel contatto. Lovino non poté evitarsi di sorridere, addolcendosi al pensiero di come, dopo tredici anni di relazione, Antonio apprezzasse ancora anche una semplice carezza da parte sua. Si chinò verso di lui, scendendo con la mano sulla schiena «Bastardo, io devo andare a lavorare» mormorò mordicchiandogli l’orecchio. In fondo, per un paio di occasioni l’anno, poteva essere lui a fare qualche carineria nei suoi confronti, no? Beh, il compleanno di Antonio era sicuramente una di quelle occasioni.
Il moro mugolò, stringendolo più forte e, una volta accusato di non stare effettivamente dormendo, sorrise e puntò gli occhi verdi contro quelli del marito «Buon giorno, mi vida»
Lovino non ebbe il tempo di rispondere che Antonio si era allungato verso di lui e aveva posato le labbra sulle sue, in un dolce bacio che Lovino capì avere qualcosa di diverso, benché non sapesse spiegarsi cosa. Era più caldo, più dolce, più bisognoso dei soliti baci. Antonio non lo aveva mai baciato così, e sì che l’uomo ci metteva passione in ogni bacio. Stava cercando di trasmettergli tutto l’amore che provava per lui con quel bacio così leggero, delicato, quel lento movimento di labbra e quegli schiocchi ogni volta che le loro bocche si allontanavano un poco. Lovino rimase estasiato da quel bacio, facendo fatica a ricambiarlo. Era come se si stesse estraniando dal mondo, voleva solo che quel momento non finisse mai, quel momento che era stato in grado di non farlo protestare nemmeno una volta.
Quando Antonio si allontanò, Lovino lo osservò, sbattendo le palpebre colpito «Wow» mormorò, senza nemmeno rendersene conto. Il moro gli sorrise e lo strinse nuovamente, nascondendo il viso contro il suo collo «Non andartene» mormorò, solleticando l’italiano con quell’accenno di barba che aveva «Rimani con me oggi, non andartene… Rimani con me per sempre, Lovino…»
«Anto, t’ho già detto che non posso saltare il lavoro perché mi vuoi con te» sbuffò, lasciandosi stringere e posando la mano sul suo capo «Accontentati di avermi per te da stasera e di un buon compleanno»
Antonio strinse più forte il ragazzo, nascondendo il volto più che poteva nell’incavo del suo collo «Non posso impedirti di andartene…»
«Già, non puoi» annuì Lovino, osservandolo un po’ confuso per il comportamento che il moro aveva quella mattina «Tutto okay? C’hai già ‘na crisi di mezz’età? E sì che è presto, hai appena trent’anni»
Antonio rise piano, allontanandosi da lui e guardandolo intensamente «Ti amo più della mia stessa vita, lo sai, sì?»
Lovino lo osservò, arrossendo un poco come ogni volta che Antonio esprimeva i suoi sentimenti «Bastardo cosa hai questa mattina?»
«E lo farò per sempre. Ricordalo»

 
Monte Olimpo, II^ metà del IV secolo

Zeus osservò preoccupato il suo amico che osservava la Terra, senza emettere un fiato. Da quel maledetto giorno, Poseidone era tornato sull’Olimpo ma non aveva ancora rivolto la parola a nessuno. Nemmeno Zeus, suo grande amico, era riuscito a farlo parlare, benché sapesse cosa rendesse così malinconico il dio.
La morte di Elena.
Poseidone o, come negli ultimi anni era stato chiamato, Antonio, non riusciva a superarla benché fossero già passati mesi. Il re degli dei sospirò, seduto sul suo trono, mentre massaggiava le tempie, riflettendo su come potesse consolare l’amico ma senza trovare una vera risposta. Chiuse gli occhi per concentrarsi, il volto chino verso il basso quando un brivido gli percorse la schiena e alzò lo sguardo. Il dio dei morti era comparso al suo fianco, una mano posata sulla sua spalla «Poseidone?» chiese, osservando il dio appena citato, con un’espressione preoccupata sul volto pallido.
Zeus scostò i capelli biondi dal volto «Non parla ancora. Credo che se ne avesse l’opportunità arriverebbe ad uccidersi…»
Ade spostò gli occhi color cremisi sull’amico ma il suo sguardo non lasciava trasparire nulla, contrariamente al solito carattere del dio. A differenza di come gli uomini erano abituati a vederlo, il dio dei morti amava ridere e scherzare coi suoi amici e da tempo li aveva ormai perdonati per avergli lasciato il peggiore dei regni.
Sospirò e il suo soffio fece rabbrividire Zeus al suo fianco, ma non parve darci peso «Vorrà dire che bisognerò fargli un regalo per tornare a farlo sorridere» disse, avviandosi verso il dio dei mari.

 
Italia, I^ metà del XXI secolo


Antonio, lo sapevi?
 
È incredibile come la vita sia imprevedibile. Un attimo prima stai tranquillamente guidando per andare al lavoro e l’attimo dopo tutto diventa buio.
 
Per questo non volevi andassi via, stamattina?
 
Basta un attimo, una frazione di secondo.
Un qualcosa.
Un qualcosa che fa scoppiare una gomma ad una macchina. L’autista che perde il controllo. E Lovino ebbe solo il tempo per spalancare gli occhi e sentire il rumore delle due auto che si davano dentro.
 
Antonio, credo che non festeggeremo insieme il tuo compleanno.
 
Era come se si trovasse dentro una bolla. Ogni suono risultava ovattato, come se fosse distante da lui. Come se lui si stesse allontanando.
Dall’auto distrutta, dai soccorritori, dalla folla che si stava raccogliendo per vedere cosa fosse successo, dalla strada bloccata, dalla vita.
 

Ne festeggeremo altri Lovino. Te lo prometto. Molti altri, io ti aspetterò.

 
Lovino aprì gli occhi, ma non si trovava più nella sua macchina distrutta. Non sapeva dove si trovava. Attorno a lui era tutto nero, ma in cuor suo si sentiva in spiaggia, la stessa dove aveva conosciuto Antonio la prima volta.
E c’era anche Antonio! Lo vide sorridergli e gli si avvicinò, poi Antonio gli baciò la fronte.

Ti amo, lo sai, vero?

Certo che lo so bastardo, me lo ripeti ogni volta.

Non ti dispiace certo, lo so. Sono secoli che ami sentirtelo dire!

Non dire cazzate bastardo… Hai sempre parlato strano, come se ci conoscessimo da sempre

Ma è così, Lovino…

Antonio, io sto morendo?

Sì, mi amor

Quindi devo dirti addio?

No, questo no, mi corazòn

Ci rivedremo?

Nella tua prossima vita…

 
E mentre la vita scivolava via dall’uomo dai bei occhi ambrati che non si sarebbero più affacciati sulla vita, una sola lacrima scendeva sul volto di un dio che, da lì a poco, sarebbe dovuto tornare a casa da solo…

 



 


 






E dopo le vacanze ecco che si torna con il penultimo capitolo della storia ^^
Un capitolo un po' triste ma, ehi, che vi aspettavate dalla storia tra un mortale e un dio?
Prima o poi era scritto che si dovessero salutare!
Spero che il capitolo sia stato comunque piacevole e al prossimo, nonché ultimo, capitolo della ff! ^^
Un bacione <3
Cocol

P.s. Se volete fare domande a questi pg della mia ff fatele pure qui --> e con qui intendevo
QUI

   
 
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