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Autore: cin75    19/09/2015    5 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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VIAGGIO RIMANDATO. O FORSE NO!
 
"Non lo so, Misha!" si rammaricava Jared parlando con il suo amico. "Forse io l'ho spinto troppo con la cosa di quel viaggio. Forse lui non voleva, magari aveva già dei programmi e io l'ho costretto a cambiarli...io...io non lo so. Ma il fatto che ieri sera non si sia presentato quando dovevamo partire e che da allora non si è fatto sentire, beh!!!" diceva scuotendo tristemente la testa.
"Ascolta, Jared ..magari c'è una spiegazione a tutto questo. Forse non è come pensi. Forse ...." cercava di incoraggiarlo.
 
"Forse ho solo fatto un gran casino!" fece la voce di Jensen , poco distante dal loro tavolo.
 
"Jensen?!" lo richiamò sorpreso Jared guardando il compagno.
Jensen lo guardò e dovette farsi violenza per non correre ad abbracciarlo quando vide la tristezza che la faceva da padrona sui dolci lineamenti del compagno.
"Perdonami!" disse solo. "E se puoi, lascia che ti spieghi!"
"Che cosa devi spiegarmi , Jensen?", chiese con un leggero risentimento il giovane. "Perchè sono seduto in questo posto invece di stare su un aereo per l'Italia come avevamo programmato da mesi?!"
"Lo so, piccolo. Lo so. Ma vorrei avere la possibilità di spiegare quello che è successo!" rispose Jensen, avvicinandosi al tavolo e sapendo che meritava al cento per cento il tono ironico del compagno.
 
"Ok! Credo che io debba lasciarvi soli!" fece Misha mentre si alzava dal tavolo.
 
"No, amico. Resta!" lo fermò invece , Jensen, facendogli cenno con la mano di restare dov’era.
"Jensen,  non penso che io debba...." era sicuro che il discorso era alquanto privato e benché la maggior parte delle persone presenti in quel ristorante li stavano già fissando, Misha si sentiva comunque di troppo.
"Credimi , Mish. Se le cose andranno come devono andare, avrò bisogno di te, amico!"
"E come dovrebbero andare le cose!?" intervenne ironico Jared.
"Jared , Misha è il mio migliore amico e comunque vadano le cose stasera voglio...", ma poi si corresse: "...vorrei che fosse presente! Per favore!" fece, addolcendo il tono.

Jared annuì, naturalmente. Misha era anche un suo carissimo amico anche se lo aveva conosciuto solo dopo che aveva iniziato a frequentare Jensen.

"Allora?!" lo interrogò di nuovo, il giovane.
"Allora!" fece eco Jensen, cercando il modo di iniziare quelle che doveva essere sì, una spiegazione, ma anche una richiesta di scuse. "Il fatto è questo: ieri mattina avrei dovuto ricevere un pacco. Il contenuto avrei dovuto darlo a te e tutto questo, avrebbe dovuto trasformare il nostro viaggio in un viaggio ancora più speciale."
"Io non ti seguo." riferì quasi atono Jared.
"Avevo progettato tutto, avevo sistemato fino all'ultimo dettaglio ma quel maledetto corriere , ieri mattina , non si è presentato e ha mandato tutto all'aria. E io ero così deluso e infuriato che non ho avuto nemmeno il coraggio di chiamarti. Ma sono stato così stupido da non pensare a come ti saresti sentito quando non mi avresti visto arrivare." spiegò con una tale enfasi, che ormai la gente intorno a loro , aveva smesso perfino di mangiare per vedere come quei due andavano a finire.
Perfino i camerieri avevano smesso di servire  e di tanto in tanto anche dalla cucina, qualcuno faceva capolino fuori e poi correva dentro per riferire, molto probabilmente.
 
"Uno schifo. Ecco come mi sono sentito!" gli fece presente Jared, con un tono sarcastico.
"Mi dispiace. Gesù!, tu non sai quanto mi dispiace, ma quel...."
"Sì, l'ho capito. Il maledettissimo corriere!" lo parafrasò Jared. "Ma ora, posso sapere che cosa c'era di così importante in quel pacco, da impedirti di prendere quell'aereo?"
Jensen annuì e poi mise una mano in tasca.
"Questo!" fece mostrando a Jared  una scatoletta nera rifinita delicatamente in oro.
"Cosa....Jensen, cosa..." balbettò Jared, strabuzzando gli occhi dalla più che evidente sorpresa.
 
"O mio Dio!" si sentì dire da una voce tra le persone che stavano osservando quello che stava accadendo. Una brunetta curiosa non si era riuscita a trattenere.
 
"No. Credo che quella sia una mia battuta.", la riprese gentilmente Jared guardandola appena e poi tornando a fissare il compagno, la sua mano e l’oggetto che quella mano custodiva così gelosamente e gli si spezzò il fiato quando Jensen aprì il piccolo scrigno e gli mostrò la coppia di delicate fedine in oro bianco che spiccavano sul velluto blu notte dello scatolino. 
 
Un “Ooooh!!” emozionato si soffuse nella sala.
 
"O mio Dio!" ripetè Jared visibilmente emozionato e al tempo stesso disorientato mentre cercava di mettersi in piedi.
"No. Sta’ seduto. Scendo io da te!" disse Jensen andandosi a mettere in ginocchio davanti al compagno che lo fissava quasi inebetito.
“Jensen?...cosa…cosa stai facendo?!” sia allarmò Jared che ormai era sicuro essere sotto l’attenzione di tutti. Lo erano da tempo ormai!!!!
“La cosa giusta, spero!” sospirò Jensen, anche se non smetteva mai di sorridergli.
 
Jensen prese una delle due fedine , la strinse forte tra il pollice  l’indice e la alzò davanti a Jared, i cui occhi brillavano più dell’oro che aveva dinnanzi.
“Per favore  perdonami per queste ultime ore, ma l’ho fatto solo perché avrei voluto trasformare un semplice viaggio nel nostro viaggio di nozze.” Fece mentre gli prendeva la mano destra.
“Jensen…” sussurrò a corto di fiato Jared. “Io…..”
“Jared, vorresti farmi l’onore di sposarmi?!” gli chiese dolcemente, Jensen.
“Oddio!!” ansimò Jared, preso decisamente alla sprovvista.
E allora Jensen cercò di mitigare quel momento, notando il disagio del compagno.
“Te lo ripeto, avevo programmato tutto, per filo e per segno.” Disse, invitando il compagno a guardare dietro di lui.
Jared seguì il suo indizio e si ritrovò a fissare il volto rubicondo di un altro loro amico.
“Pastore Beaver?!”
“E già, ragazzo!!”, disse il religioso che stringeva tra le mani la sua inseparabile Bibbia. “Ora tocca a te decidere se fare di questa serata una cena di nozze o una pizza tra amici!” ironizzò sull’esito di quella risposta ancora non data.
 
Poi sentì le mani di Jensen, stringere le sue e tornò a fissare, emozionato , il compagno ancora in ginocchio davanti a lui.
“Di una cosa voglio che tu sia certo, Jared. Comunque vadano le cose stasera, qualunque sia la tua risposta, voglio che tu sappia che le cose tra noi non cambieranno. Ti amo e ti amerò sempre. E faremo comunque il nostro viaggio. Ma voglio anche che tu sappia che…”, e sorrise malizioso:  “ …che continuerò a chiedertelo.”
“Allora chiedimelo!” lo sorprese Jared.
“Cosa…” fece colpito da quell’improvvisa decisione che vedeva sul volto del compagno. Gli occhi di Jared brillavano, ma sul suo viso, Jensen, non riusciva a scorgere la risposta che cercava.

Sì?
No?

“Avanti, chiedimelo.” lo incoraggiò ancora.
Quello era il momento della verità. Jensen fece un respiro profondo e obbedì.
“Jared, mio unico amore, vuoi sposarmi?!”
Jared sospirò fremente a quella domanda e incapace di sostenere l’emozione che sentiva dentro, abbassò il capo verso il petto a scosse la testa.
 
Quel movimento, agli occhi di Jensen, fu come  un pugno nello stomaco. Ma aveva fatto una promessa. Le cose tra loro non sarebbero cambiate.
Poi Jared alzò la testa a tornò a fissare l’immenso verde che lo stava guardando.
“Jensen, mio solo amore…sì, ti sposo!”
“Cos….davvero?...” esclamò sorpreso Jensen che lo abbracciò senza pensarci ancora troppo.
“Voglio sposarti, voglio fare quel viaggio con te e voglio che quel viaggio diventi il nostro viaggio di nozze!” gli disse Jared , ancora stretto in quell’abbraccio, mentre intorno a loro un applauso fragoroso riecheggiava insieme ad urla festose. Perfino dalla cucina si sentì arrivare l’entusiasmo, mostrato da un assordante rumore di stoviglie.
 
Si sposarono quella sera stessa e quel semplice ristorante divenne la loro sala ricevimenti. Fu un matrimonio strano, assurdo. Il pastore Beaver li sposò, Misha fece loro da testimone e festeggiarono con quelli che semplicemente avevano assistito al tutto. Conoscevano appena metà di quella gente, e l’altra metà solo di vista.
Ma avevano comunque tutto quello che serviva. Loro due, insieme.
 
 
Circa 36 ore dopo, Jared si svegliava , stiracchiandosi beato e sorridente nel letto di una lussuosa stanza di un albergo nel centro storico di Roma.
Si girò appena verso il ragazzo , che sveglio prima di lui, lo stava guardando sorridendogli. Suo marito.
“Buongiorno, amore mio!”
“Buongiorno a te, Jensen!” sussurrò ancora assonnato, mentre gli si avvicinava per baciargli le belle labbra carnose. “Siamo davvero sposati!?” disse guardando l’anello al suo dito.
“Siamo davvero sposati!” confermò dolcemente Jensen, baciandogli la mano su cui brillava la fede nuziale.
“E siamo davvero in viaggio di nozze in Italia?!” chiese sorridendo ancora di più.
“Sembra proprio di sì, piccolo!” rispose Jensen, spingendolo appena contro il materasso e imprigionandolo sotto di lui.
“Sai.. che c’è chi dice che Roma sia la capitale dell’amore?!” riferì Jared che, sentendo Jensen che iniziava a baciarlo in modo sempre più languido, iniziò a sistemarsi meglio contro il corpo del compagno.
“E chi siamo noi per negare una simile verità?!” sembrò ironizzare Jensen, mentre oltre ai baci, iniziava anche ad accarezzare lentamente e sensualmente , in posti sempre più intimi, il suo novello sposo.
“Anzi…noi….noi dovremmo….essere..testimoni di…oddio!!....sì…” esclamò Jared, quando le dita di Jensen si fecero dolcemente strada verso quell’intimo paradiso infernale.
“Testimonieremo, Jared. Ti giuro che testimonieremo tanto!!” lo assecondò maliziosamente , Jensen, rubandogli l’ennesimo “Sì!” con uno dei tanti baci che aveva intenzione di donargli in quella che sarebbe stata una lunga e magnifica luna di miele italiana.

 
                                                       

“Proverò a mostrarti che ora e per sempre io sarò il tuo uomo”
(Now and Forever, Richard Marx)
   
 
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