Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: Bad Bionda Bana    19/09/2015    1 recensioni
Taei, una normale ragazza interessata di giornalismo, porta sulle sue spalle il peso di un passato difficile e doloroso. Spinta dal dovere di scoprire la verità sul suo passato, si ritroverà a fare i conti con un segreto ancora più grande.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Inizio a giocherellare un po’ con qualche applicazione che ho sul telefono, il cielo si fa sempre più buio sovrastato dal manto stellato della notte. Ad un certo punto vedo con la coda dell’occhio una figura avvicinarsi a me.
-Sei arrivato.- sorrido vedendo Taemin, questa sera indossa una giacca di pelle che gli sta particolarmente bene. Ciò che noto dopo è che ha un casco con sé –Non sei a piedi come tuo solito vedo.- lui sorride soddisfatto.
-Pensavo fossi in moto, così ti avrei fatto compagnia. Ma questa volta sei tu quella a piedi.- gli sfugge una piccola risata.
-Beccata.- rido –Oggi ho pensato di seguire il tuo consiglio salutare e di farmi una bella passeggiata. Questo vuol dire che spero tu abbia un altro casco con te, perché dovrai portarmi in moto. Sinceramente non pensavo ne avessi una.- sorrido, l’idea di un viaggetto in moto con Taemin mi fa più che piacere.
-Purtroppo questo è l’unico che ho con me.- si avvicina e con cautela mi infila il casco allacciandomelo –Ma non mi sembra costituire un problema.- oltre la visiera lo vedo sorridere come se fosse stato tutto premeditato. Mi porge la mano per aiutarmi a salire sulla sua moto come un vero gentiluomo per poi salire davanti a me e accendere il motore –Hai sul serio intenzione di reggerti tutto il tempo alle maniglie accanto al sellino?- mi chiede guardandomi le mani, non sapendo cosa fare le appoggio un po’ esitante sulle sue spalle. Prima che si immetta in strada, vedo dallo specchietto il suo viso, la sua espressione è molto sicura, e quasi senza accorgermene parte in velocità, d’istinto porto le braccia attorno ai suoi fianchi e lo sento ridere a quel mio gesto.
In poco tempo arriviamo davanti ad un ristorante carino ma non troppo elegante, tiro un sospiro di sollievo perché essendo stata fuori tutto il pomeriggio sono un disastro, decisamente inadatta ad un ristorante di classe, e per di più non avevo molti soldi con me. Mi tolgo il casco e lo porgo a Taemin che lo chiude nel bauletto della moto.
-Prego, prima le signore.- con un piccolo inchino mi mostra l’entrata mostrandomi un sorriso molto dolce. Varchiamo la soglia e subito un cameriere ci accoglie accompagnandoci poi ad un tavolo –Immagino sia la prima volta che vieni a mangiare in questo ristorante.-
-A dire la verità è la prima volta che esco a mangiare, senza contare le uscite a bere con i colleghi di lavoro.- ridacchio e prendo il menu leggendo quello che offre il posto.
-Allora sono onorato di essere il primo con cui esci.- Taemin mi fa l’occhiolino per poi sparire anche lui dietro il menu, stranamente inizio a sentire più caldo di quanto non ce ne fosse prima. Non molto tempo dopo arriva lo stesso cameriere che ci ha accolti all’entrata per prendere i nostri ordini.

-Oddio.- Taemin scoppia a ridere attirando l’attenzione di alcune delle persone sedute ai tavoli accanto al nostro –Beh, direi che se almeno una volta nella vita non si sbatte per sbaglio con la testa addosso ad un palo o ad un cartello, allora non si ha vissuto veramente.- continua a ridere.
-Ora potresti smetterla di ridere di me, o vedi come ti faccio sbattere io la testa contro un palo.- lo fulmino con lo sguardo ridendo, faccio un piccolo cenno con la testa verso gli altri clienti per scusarmi –Scommetto che hai avuto anche te la tua bella dose di figuracce, oppure sei il classico perfettino, il ragazzo che calcola qualsiasi cosa della sua vita?- continuo a ridere piano, ma poi mi accorgo che lui non sta più ridendo, il suo sorriso è diventato nostalgico, triste.
-Più che figuracce, ho avuto parecchi problemi ad un certo punto della mia vita.- lo vedo giocherellare con le verdure che ha nel piatto. Il mio sorriso va piano piano spegnendosi, poi un flash mi attraversa la mente.
-Problemi con un componente della famiglia?- chiedo un po’ titubante, sperando di non sembrare invadente e di non toccare un tasto troppo dolente. Lui alza lo sguardo fissandolo dritto nel mio –Scusa… non volevo fare l’impicciona.- abbasso subito lo sguardo mangiando un pezzo della mia cotoletta.
-Conosco questo paesino come le mie tasche, e con esso anche tutte le persone che lo abitano.- gli sfugge una risata un po’ amara –Non pensavo potesse raggiungerti così velocemente tale notizia.- rialzo lo sguardo inclinando la testa –Yoona deve averti detto qualcosa di mio fratello.- sentendomi colpevole come un ladro riabbasso lo sguardo.
-Mi ha solo detto che ne hai uno, e che quando ne parli sei un po’ strano.-
-Che ne parlo come se fosse un fantasma?- lo guardo e noto la sua espressione ormai seria, i suoi occhi fissi su di me –Taei, ascolta bene ciò che sto per dirti. Al mondo ci sono cose molto più grandi di noi, e non sempre è un bene andare a curiosare.- sbatto le ciglia con aria confusa, perché ho come la sensazione che stia parlando della mia ricerca?
-E questo cosa dovrebbe centrare con tuo fratello?- il suo comportamento sta diventando troppo strano.
-Mio fratello ha voluto giocare con il fuoco, e si è scottato. Il suo vizio lo ha portato al limite, lo ha accompagnato verso la follia facendogli perdere il nume della ragione. Se ne parlo in questo modo, è perché ormai lui non è più come era una volta, è cambiato, radicalmente.- il suo tono si fa più cupo –Lui non è più mio fratello.- sentirlo così deciso mi fa venire la pelle d’oca, per quanto non fossimo legati dal sangue, io volevo bene ad Onew, non sarei mai stata capace di dire una cosa del genere, soprattutto ora che non c’era più. Dalla sua voce percepisco una sorta di odio verso il fratello, o almeno verso ciò che è diventato –Come mai quella faccia?- mi guarda un po’ confuso –Qualche problemino tra fratelli deve esserci, è normale.- mi mostra un sorriso palesemente falso.
-Cambiamo discorso che è meglio, non vorremmo rovinare l’atmosfera.- ricambio il sorriso tornando a mangiare silenziosa. Yoona aveva ragione, il modo in cui parla del fratello è sospettoso, ma allo stesso tempo potrebbe essere semplicemente che abbiano litigato abbastanza pesantemente.
-Magari non è l’argomento migliore da affrontare per risollevare l’umore, ma la prima volta che siamo usciti a bere al bar accanto alla biblioteca mi avevi detto che tu e i tuoi genitori vi eravate trasferiti nella capite dopo un incidente.- Taemin mi guarda, ma non capisco se è curioso o se vuole arrivare a qualcosa in particolare –Posso chiederti quale incidente? Sempre se me ne vuoi parlare.- alza le spalle quasi fingendo invano disinteresse. Dentro di me sapevo che prima o poi questa domanda sarebbe saltata fuori, ma ero convinta che il primo a pormela sarebbe stato Minho, curioso com’è. Lascio la forchetta col pezzo di cotoletta ferma a mezz’aria, non ho la minima idea di cosa rispondere. Mi ero ripromessa di non dire a nessuno quella verità su di me, quello che era il vero motivo per il quale ero tornata in quel piccolo paesino così pieno di ricordi d’infanzia tragicamente conclusi con la perdita del mio fratellastro. Fin da quel giorno non sono più riuscita a fidarmi di una persona come prima, mi ero chiusa in me stessa con la paura di dire le cose sbagliate, di essere presa di nuovo per una pazza, era un trauma con il quale avevo imparato a convivere, ma che non sono mai riuscita a superare. Però, pensandoci bene, Taemin aveva detto che conosceva tutti e che poteva arrivare alle informazioni più segrete, se avesse voluto avrebbe trovato con semplicità gli articoli sull’incidente, la storia di una piccola bambina che raccontava di aver visto un mostro uccidere suo fratello. In fondo sarebbe stato meglio dirglielo piuttosto che lo scoprisse da solo fraintendendo, e poi potevo comunque evitare certi dettagli. Presi un grande respiro e buttai giù un sorso di acqua.
-All’incirca quando avevo sei anni, precisamente la sera di Halloween ero andata con il mio fratellastro a vedere la casa abbandonata, ero una bambina decisamente curiosa, forse troppo.- come nomino Onew lui sgrana appena gli occhi sorpreso, probabilmente ha già capito come sarebbe andata a finire la storia –Quella notte, mentre tornavamo a casa, Onew, il mio fratellastro, venne ucciso da qualcosa.- abbasso la testa per evitare di vedere l’espressione di Taemin –Essendo stata io a trovare il corpo, sono dovuta andare in analisi per alcuni anni, inizialmente da un’analista del paese, poi mi hanno trasferita a Seoul, anche se non mi hanno mai detto il perché.- deglutisco e alzo lo sguardo vedendo Taemin con gli occhi sbarrati –Tutto ok?- chiedo lievemente preoccupata, capisco che sia una storia tragica, ma appartiene al passato ora, e io sto decisamente meglio rispetto a quel periodo. In un secondo la sua espressione diventa più malinconica e preoccupata, rendendomi ancora più confusa.
-Ti riporto a casa.- sono le uniche parole che sono uscite dalla sua bocca prima di alzarsi dal tavolo. Provo a fermarlo, a fargli capire che ora tutto era sistemato, ma le parole mi muoiono in gola, così lo seguo silenziosamente. Andiamo alla cassa e Taemin paga il conto tenendomi poi la porta aperta per uscire. Riesco a sentire la tensione scesa tra di noi, se avessi saputo che sarebbe andata a finire così non avrei mai aperto bocca sulla questione rifilandogli una qualsiasi scusa. Addirittura quando mi passa il suo casco percepisco il suo distacco, come se non volesse nemmeno toccarmi, sfiorarmi. Mi infilo il casco più con l’intenzione di nascondermi dietro la visiera che per la mia sicurezza e non appena mi fa segno salgo sul sellino posteriore tornando a tenermi alle maniglie accanto. Però, come qualche ora prima, nel momento in cui parte, mi sento quasi sfuggire dal mio posto, così d’istinto mi aggrappo ai suoi fianchi sentendolo irrigidirsi. Mi dispiace metterlo a disagio, ma sta andando troppo veloce e non voglio cadere rompendomi qualcosa. Forse è così di fretta perché non vuole più vedermi. Scuoto la testa, sto correndo troppo con i miei pensieri, probabilmente sto solo esagerando. In poco tempo ci troviamo davanti a casa mia.
-Grazie del passaggio.- dico un po’ insicura, scendo dalla moto e faccio per togliermi il casco ma sento le sue mani bloccare le mie. La luce dei lampioni è flebile e anche se la visiera mi impediva di vederlo chiaramente, potevo sentirlo vicino a me, e dopo avermi tolto il casco lo vedo più vicino di quanto immaginassi. Mi sta guardando negli occhi, ma nei suoi vedo un conflitto interno, vedo malinconia, rimpianto, il bisogno di allontanarsi ma allo stesso tempo il desiderio di rimanere –Taemin.- un filo di vento mi scompiglia appena i capelli portandomi alcune ciocche davanti al viso, lui prontamente me li sposta dietro l’orecchio accarezzandomi poi esitante la guancia –Va tutto- non riesco a finire la frase quando lo vedo avvicinarsi a me, quando sento il calore delle sue labbra sulle mie. E così, in un instante, il mio cervello va come in blackout. Quella parte razionale alla quale mi sono affidata per tutti questi anni per poter andare avanti dopo quella orribile notte, ora ha deciso di tacere. Ma prima che possa lasciarmi andare, Taemin rompe la magia di quel momento, probabilmente magia che ho sentito solo io. Con delicatezza poggia la fronte contro la mia tenendo gli occhi chiusi e le mani sulle mie guance, come se non volesse farmi andare via –Taemin.- sussurro con il fiato corto per quel gesto semplice.
-Devo andare.- sospira e dopo essersi trattenuto ancora per qualche secondo in quella posizione si infila il casco e sale sulla moto partendo subito. Ora quella con il conflitto interno sono io. Entro in casa e mi lascio cadere seduta per terra con la schiena alla porta. Sono un turbinio di emozioni, mi sento felice per il bacio dato di sua spontanea volontà, a disagio per il modo in cui ce ne siamo andati dal ristorante a causa della mia storia, impaurita non sapendo se anche lui ha avuto il batticuore come me, arrabbiata per come mi ha lasciata li davanti alla porta di casa. Mi porto le mani ai capelli non capendo più cosa mi stia accadendo, non sono venuta qui per avere una storia d’amore, ma per la verità. Mi alzo e corro in bagno a sciacquarmi la faccia, devo rinfrescarmi, schiarirmi la mente. Mi cambio e mi stendo a letto cercando con tutta la mia buona volontà di non pensare a tutto quello che era successo e avevo sentito in quei pochi secondi in cui le nostre labbra si sfiorarono. Per il ricordo mi porto una mano sulla bocca, scuoto la testa e mi sporgo a spegnere la luce per poi chiudere gli occhi. 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Bad Bionda Bana