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Autore: mirandas    19/09/2015    2 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura! (scusate la brevità ma devo scappare!)


Canto XVI

Dante

Avrei potuto descrivere il paesaggio che mi circondava con parole poetiche, similitudini e metafore, paragonando il buio che mi attorniava a quello infernale o a quello di una notte senza luna, continuando poi con una descrizione del velo che ci avvolgeva. Ma in verità, nel fumo fluttuante attorno a noi di poetico non c’era proprio nulla: paragonabile alla peggior giornata di nebbia della Pianura Padana. Ero inciampato almeno tre volte e per poco non ero precipitato addosso alla mia guida. Al che, Virgilio aveva perso la pazienza, mi aveva preso la mano e aveva ringhiato: “Fai attenzione e non separarti da me per nessun motivo.”

E così stavamo camminando da quelle che sembravano ore, in completo silenzio, tenendoci per mano ma allo stesso tempo ignorandoci. Virgilio, cupo, silenzioso, rimuginava fissando il terreno, alzando di tanto in tanto lo sguardo come per cercare la strada in quel mare di nebbia.

Non capisco perché debba essere sempre così scorbutico! Non l'ho fatto a posta a cadergli addosso!...Forse però dovrei chiedergli scusa per avergli pestato il piede...

O, FORSE, non è arrabbiato per quello ma per un altro motivo. Aggiunse la mia vocina.

E quale potrebbe essere? Non mi sembra di aver fatto qualcosa di male! Protestai.

Spesso capita di ferire le persone senza nemmeno accorgersene… Ripensa bene agli ultimi avvenimenti, Dante.

Lo feci, ma davvero non riuscivo a capire a cosa si riferisse la mia vocina.

Pensa a cosa gli stavi dicendo prima che le visioni cominciassero.

Dunque, se non sbaglio stavamo parlando di...Beatrice! Ma certo! Lo stavo rassicurando sul fatto che io ho bisogno solo di lui e...

E non hai finito perché ti sei emozionato a causa delle visioni.

...Beh, ma, andiamo! Virgilio dovrebbe sapere che a me, ormai, importa più di lui che di Beatrice!

Ne sei veramente così sicuro? Gliel'hai mai detto esplicitamente?

...No...pensavo che non ce ne fosse alcun bisogno...Oh, NO! Vocinacosafaccioadesso?!?!?! Cosa faccio se ora lui pensa che in realtà a me non importa nulla di lui? E se decide di lasciar perdere tutto?!

Dante, calmati! Ricorda: tu sei un intellettuale! E gli intellettuali cosa non fanno?

Non fanno sesso?

No… anche. Poi?


Non perdono la calma?

Esattamente. Non perdono la calma ma pensano a una soluzione. Ora, come possiamo risolvere questa situazione?

Parlando?

Bravo, Dante! Ti meriti un biscottino!

Sì!!!!...Ehi! Non sono un cane!

Oops...

Grazie vocina! Questa volta sei stata di grande aiuto!

Come sarebbe a dire “questa volta”?!

Presi un respiro profondo. “Maestro?”

Fui ignorato.

Va bene, allora passerò alle maniere forti.

Vai, Dante! Io faccio il tifo per te!!

Altro respiro profondo. “V...Vi...Virgilio?”

La mia guida si fermò sul posto all'istante. Pareva essersi tramutato in pietra da quanto si era irrigidito.

“Virgilio.” ripetei, stavolta con più forza. “Mi dispiace che siamo stati interrotti, prima.”

Le mie scuse sembrarono non sortire alcun effetto.“Perché? Cosa mi avresti detto se non fossimo stati interrotti?” domandò con voce neutra.

Grazie per rendermi sempre tutto più difficile...

“Ecco...ti avrei detto che non ho alcun bisogno di Beatrice perché tu...” Ah, ora ho capito il suo piano!

“Perché io?” domandò, sempre dandomi la schiena, ma potevo sentire il sorriso nella sua voce.

Oh, al diavolo! “Perché tu mi appaghi più di quanto Beatrice potrà mai fare, va bene!?”

Prima che Virgilio potesse girarsi per aggiungere qualcosa di ancora più imbarazzante, udimmo delle voci spettrali tra la nebbia ed io sobbalzai in modo molto poco signorile. Quando cominciai a distinguere le parole capii che queste voci stavano intonando l'“Agnus Dei”.

“Oh, erano di nuovo spiriti...” commentai con voce ancora tremante per lo spavento.

Virgilio scoppiò a ridere. “Hai ragione, di nuovo spiriti, ma stavolta espiano il peccato dell'ira.”

“E tu chi sei?!” esclamò una voce sconosciuta. Ci guardammo intorno ma non vedemmo nessuno.

“Ce l'ha con te o con me?” chiesi sussurrando.

“Sto parlando con te, te che puzzi di vivo. Voglio sapere chi sei!” disse di nuovo la voce.

Guardai Virgilio, non sapendo come comportarmi.

“Rispondigli e chiedigli se stiamo andando nella direzione giusta per salire.”

Annuii e puntai lo sguardo nel punto in cui credevo che si trovasse l'anima che stava parlando con me. “Oh, anima che ti purifichi, seguimi e udirai cose straordinarie! Venghino signori, venghino!” cominciai, sperando di non irritarlo. L'esperienza con Guido e Rinieri mi era bastata, grazie tante.

“Ti seguirò fin quando mi sarà consentito e anche se non mi vedi a causa della nebbia tu continua a parlare, riuscirò a sentirti in ogni caso.”

Incoraggiato dalle sue maniere cortesi, cominciai a raccontare. “Vedi, in realtà io vivo per davvero e sono giunto qui attraverso un lungo viaggio infernale...in tutti i sensi. E visto che Dio mi ha concesso un pass esclusivo per il giro turistico guidato “all inclusive” dell'Aldilà, mi faresti il favore di rivelarmi il tuo nome e dirmi se sono sulla strada giusta per il passaggio alla quarta cornice?”

L'anima rispose immediatamente, senza esitazione. “Mi chiamo Marco Lombardo e in vita fui un uomo di mondo e di virtù” un giorno avrei smesso di chiedermi se tra le anime dell’aldilà fosse cosa normale farti tutto l’albero genealogico quando chiedi loro che ore sono “queste ultime oggi dimenticate. Per salire il monte sei già sulla buona strada, tra poco dovresti raggiungere la scala che ti porterà alla cornice successiva.”

Feci per ringraziarlo, ma il penitente non aveva ancora finito. “Avrei una richiesta.”

“Ma certo, qualunque cosa.” risposi, impedendo a Virgilio di fermarmi. Il mio maestro mi guardò con rimprovero. Potevo quasi sentire i suoi pensieri. “Ecco, ora chissà quanto ci vorrà prima di scollarci di dosso questo tipo! Dovevamo rimetterci in marcia almeno quattro minuti e trentacinque secondi fa!”

“...e quindi se tu potessi pregare per me quando arriverai in Paradiso mi faresti un grandissimo favore.”

Oh, no! Ero così intento a fare il verso a Virgilio che ho solo ascoltato la parte finale del discorso!

Presto, Dante, distrailo con una delle tue mille domande! Mi esortò la mia vocina.

Ottima idea!

“Giuro che farò quanto mi chiedi, tuttavia vorrei che prima tu mi risolvessi questo dubbio enorme. Ecco, siete sempre tutti a parlare dei bei vecchi tempi, della decadenza delle virtù, della corruzione dei costumi…ma non capisco se la colpa è del cielo o degli uomini: chi sia il vero responsabile della caduta dell’uomo?”

Per tutta risposta, l'anima sospirò con disappunto. Forse la mia domanda lo turbava?

“Fratello, il mondo è cieco e tu non sei da meno. Voi viventi siete tutti uguali! Attribuite la colpa di tutto al cielo, come se ogni microscopico avvenimento terrestre fosse colpa delle stelle. 'Mia moglie mi cornifica. È tutta colpa del cielo!', 'Non riesco più a trovare la vestaglia da notte che mia madre aveva cucito appositamente per me. È sicuramente colpa degli astri, sono stati loro a nasconderla!', 'Le api stanno scomparendo! Perché il cielo ha voluto tutto ciò?!'...Forse l'ultima potrebbe avere a che fare con la volontà divina...ma ora non ha importanza, non stiamo parlando di quello! Il punto è che per ogni piccola sventura, voi viventi date la colpa al cielo, ma se così fosse non ci sarebbe libero arbitrio e di conseguenza non sarebbe giusto avere la beatitudine per il bene compiuto o la dannazione per il male commesso. Il cielo dà inizio alle azioni umane, non tutte, ma anche se fosse, il Signore vi ha dato la facoltà di poter distinguere fra bene e male e il libero arbitrio che, alimentato con una buona dose di volontà, può vincere qualsiasi predisposizione del cielo. Perciò se gli uomini si allontanano dalla retta via, la colpa è solo della loro cattiva condotta. L'anima, una volta creata, è come un'ingenua fanciulla e, mossa dalla bontà di Dio, si indirizza verso ciò che le dà più piacere. Ma se l'anima non viene guidata adeguatamente, trova piacere in beni di poco conto. Per questo motivo esistono le leggi, ma chi dovrebbe applicarle è il primo a dare il cattivo esempio. E così il papa confonde il potere spirituale con quello terreno, e i fedeli, come tante pecore, gli danno retta. E cosa c’entrano le stelle in tutto ciò? I due grandi poteri ora si annullano a vicenda perché sia imperatore che papa pretendono di possedere entrambi e questa unione è decisamente negativa, poiché nessuno dei due teme l'altro. In Lombardia, una volta regnavano, un tempo, valore e cortesia, prima che Federico II fosse contrastato dalla Chiesa e dai Comuni. Solo tre uomini possono ancora essere considerati valorosi: Corrado da Palazzo, il valente Gherardo e Guido da Castello. Si può concludere che la Chiesa cade nel peccato, volendo ad ogni costo entrambi i poteri.”

E poi sono io quello loquace.

“Hai assolutamente ragione, Marco. Ora capisco perché i sacerdoti ebrei sono stati esclusi dall'ereditare qualsiasi bene temporale. Maaaaaa senti, già che ci siamo, chi è quel Gherardo di cui parlavi poco prima?” Ormai l'avevo lasciato parlare per un quarto d'ora buono, tanto valeva sfruttare al massimo il breve tempo a nostra disposizione. Dietro di me potevo percepire lo sbuffo emesso da Virgilio solleticarmi il collo.

“Ma sei serio? Con l’accento toscano che ti ritrovi devi essere sicuramente delle sue parti, non puoi non conoscerlo!”

“Ehi! Il mio accento non è così forte!”

“Home no, amiho mio. He tu lo vuoi l’ippocrasso* hon la hannuccia horta horta?”

“Smettila!” Stavo per tirarmi su le maniche per mostrargli la vera potenza di un poeta fiorentino, quando mi resi conto che non avevo la più pallida idea di dove si stesse nascondendo.

Avvertii una risata alla mia destra. All'inizio credetti che Virgilio si fosse spostato, invece proveniva dall'anima. “Perdonami, non volevo offenderti, è che mi sembra strano che tu non conosca Gherardo. Sai, sinceramente non saprei con altro nome indicarlo. Forse può aiutarti sapere che ha una figlia di nome Gaia. Ah, temo che il tempo a nostra disposizione sia giunto al termine. È stato rigenerante parlare con te, toscano.”

Stavo giusto per chiedere spiegazioni, ma ancora una volta l'anima mi precedette. “Vedi quella luce che filtra attraversa il fumo? Lì vicino c'è un angelo e ho bisogno di allontanarmi prima che gli compaia davanti, altrimenti sarò nei guai. Che Dio vi accompagni!”

I passi dell’anima che si allontanava risuonarono leggeri nella nebbia.

Deluso, sospirai drammaticamente. “Avrei voluto che restasse ancora un po'.” mugugnai.

Virgilio mi guardò con un'espressione sorpresa sul viso. “Oh? E come mai? Non mi sembrava che ti stesse così simpatico.”

“Sì, però non ho ancora scoperto chi sia questo Gherardo!” sbottai, imbronciandomi.

Virgilio mi osservò ancora per qualche secondo e alla fine scoppiò a ridere.


 


 


 

*Ippocrasso: vino medievale.

  
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