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Autore: Tactolien    19/09/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo vuole essere un bizzarro Break dal resto della storia per scucire a voi lettori un paio di risate (se è possibile). Perciò eccovi un artistico arrivo di Spinella sull’isola, mentre canta la famosa canzone Let it go, o All’alba sorgerò, tratto dal film Frozen. Consideratela una piccola parodia. Ovviamente alcune parole saranno diverse, ma nel complesso cercherò di attenermi alla canzone servendomi anche della traduzione della versione originale in lingua inglese. Per il resto temo dovrete servirvi di un po’ d’immaginazione.
Spero vi piaccia. Ma come ho detto… è solo per ridere.
 
 
 
 
La navetta venuta a prenderla ad Atlantide stava percorrendo l’Atlantico direttamente in superficie quando Spinella uscì sul ponte.
Non era mai stata su quel mezzo di trasporto prima d’ora. Era veramente all’avanguardia; a Polledro sarebbe piaciuto. Non avrebbe saputo dargli un nome concreto, ma si trattava sicuramente di tecnologia ibrida: in un primo momento avevano percorso le gallerie del sottosuolo come tutte le altre navette, ma poi aveva cambiato forma e si era modificata in un imbarcazione simile a un enorme motoscafo che sfrecciava sull’acqua, invisibile a occhi indiscreti.
Spinella si tirò su un poco la sciarpa. Faceva freddo lassù, anche se ormai cominciava già ad abituarsi.
Dopo la storia a Vatnajokull, in Islanda, difficilmente il freddo può spaventarmi. Rifletté accennando un sorriso. Non dimentichiamo poi quella volta in cui dovetti tuffarmi nelle acque dell’Artico per recuperare il padre di Artemis.
In genere il Popolo odiava il freddo; alcuni ne avevano una tale fobia che addirittura non mangiavano neppure il gelato. Anche a Spinella non piaceva, ma grazie alle avventure passate aveva imparato a rendersi del tutto indifferente a esso.
O almeno… quasi.
Brrr…
Originariamente anche ad Avalon le temperature erano rigide; in fondo si trattava di una terra nel bel mezzo dell’atlantico, circondata da iceberg; ma col progredire della tecnologia erano stati impiantati dei grossi regolatori termici che rendevano l’isola più calda e sopportabile almeno per l’inverno. 
Spinella respirò a fondo. Non vedeva l’ora di arrivare, anche se di tanto in tanto la tristezza per quello che si era lasciata indietro tornava a perseguitarla. Era là… su una navetta completamente vuota -fatta eccezione per il pilota- senza nessuno con cui parlare.
Era notte fonda quando cominciò a nevicare.
 
 
Parte la musica.
 
 
La neve che cade sopra di me, copre tutto… col suo oblio.
Di un regno di isolamento, la regina… sono io. (A Kingdom of isolation and it looks
like I’m the queen)
Ormai la tempesta nel mio cuore irrompe già. Non la fermerà la mia volontà.
 
 
Spinella ripensa al passato e tutti i grattacapi datele dal Consiglio.
 
 
Ho conservato ogni follia, per il mondo la colpa è solo mia.
Così non va, non sentiròòò…
Un altro noooo.
 
 
Spinella gioca entusiasta con scintille magiche azzurre che gli sprizzano dalle mani.
  
 
D’ora in poi lascerò che il cuore mi guidi un po’.
Let it go! Let it go! Allontanati e sbatti la porta. (Turn away and slam the door).
Sai che c’è?! Vado via perché!.
Infuria la tempesta. (Let the storm rage on).
Il freddo non mi da più fastidio.
 
 
Spinella si toglie la sciarpa e la lascia volar via. S’incammina verso la prua della navetta.
 
 
E’ buffo come la distanza faccia sembrare tutto così piccolo. (It’s funny how some distance makes everything seem small)
I problemi che prima mi controllavano ora mi sono indifferenti. (And the fear that once controller me can’t get to me at all)
 
 
 
All’orizzonte appaiono gli iceberg, poi la terra. Spinella sorride.
 
 
E’ tempo ora di cambiare.
Di tornare a vivere e respirare.
Nessun ostacolo per me. Perchééé!.
 
 
La navetta attracca al porto e Spinella corre sulla scaletta in salita.
 
 
Let it go! Let it go! Sono tutt’uno con vento e cielo. (I am one with the mind and sky)
Let it go! Let it go! Non mi vedrai mai piangere. (You’ll never see me cry)
Sono qui! E qui resterò!. (Here I stand and here I’ll stay)
Infuria la tempesta (Let the storm rage on).
 
 
 
Spinella guarda il panorama e rimane affascinata dalla grande foresta.   
 
 
La vita si spalanca intorno a meeee.
Il verde irrompe e copre ogni cosa accanto a séééé.
I rami mi accolgono in questa spirale d’aria gelida.
Il resto è storia ormai, che passa e se ne va.
 
 
Spinella si strappa un’insegna della LEP dalla spalla e la getta via. L’alba comincia a sorgere all’orizzonte del mare e lei ne rimane incantata perché è reale e non un ologramma come a Cantuccio.
 
 
Io lo sooo, sì lo so, come il sole tramonterò.
Perché poi, perché poi, all’alba sorgerò.
Sono qui! Alla luce del giorno! (Here I stand in the light of day)
Infuria la tempesta!!  (Let the storm rage on).
Da oggi il destino appartiene a me.
 
 
 
Spinella entra nell’ufficio centrale e le porte si chiudono dietro di lei.
 
  
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