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Autore: Ma_Nu    20/09/2015    0 recensioni
°post 3B-possibili spoiler°
Allison non c'è più. E Isaac, nel profondo, è morto con lei. Così decide di partire, da solo.
Arriva nella cittadina più tranquilla dello stato del Main ma si sa che, dove c'è un licantropo, non ci possono essere che guai: il soprannaturale, una volta entrato nella tua vita, non ne uscirà mai più.
Cosa lo aspetta nella sua nuova vita, dove i fantasmi del passato si uniscono con quelli del presente?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Isaac Lahey
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 - OCCHIO

La stanza affittata era luminosa, ma di modeste dimensioni. La signora, sola, aveva accettato di non far pagare l’affitto ad Isaac finchè lui non avesse trovato lavoro.
Il giovane voleva ricominciare da capo, un foglio bianco su cui voleva scrivere una nuova storia, sta volta con esperienze meravigliose, persone gentili e la serenità che sembrava tipica di quella cittadina. Un capitolo della sua vita era già stato scritto con il sangue, non voleva assolutamente una replica.
Aveva deciso di iscriversi alla scuola di Portland, che sarebbe ricominciata dopo le vacanze invernali. Aveva affisso dei volantini per chiedere un posto di lavoro.
Sarebbe sembrato tutto okay. Tutto normale. “Una vita normale, solo una vita normale” si ripeteva Isaac fino allo sfinimento.
La signora Maryanne di certo non gli complicava le cose: 80 anni suonati e apparecchi acustici, oltre alla meravigliosa dentiera, facevano di lei la nonnina perfetta.
Disteso sul suo nuovo letto, il ragazzo fissava il soffitto e si sforzava di non pensare che di lì a pochi giorni la sua apparente tranquillità sarebbe stata rotta.
In quella settimana non aveva mai usato i suoi poteri e nemmeno si era mai trasformato, ma stava arrivando la luna piena.
Il sovrannaturale lo aveva nauseato, e l’idea di essere un mostro lo destabilizzava quasi quanto pensare ad Allison.
-Chi sono davvero? Cosa sto cercando? Sono un mostro?- sussurrò al soffitto, e non poté fare a meno di vedere un minuscolo ragno che tesseva la sua ragnatela sul lampadario.
I suoi poteri non potevano essere nascosti, perché lui era così. Vedere più del normale, la sua forza … Era un licantropo. E non sapeva cosa stava cercando.
Dimenticare? Mai.
Ricominciare? Forse.
Ma aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno che riempisse e colmasse il vuoto che gli si era formato nel petto.
Qualcuno che lo potesse capire, e accettare.
Qualcuno …
-Qualcuno come me. – decretò alzandosi dal letto.
Sembrava quasi inevitabile incappare nel soprannaturale.
“No, no, no. Basterebbe anche solo una persona normale. Un normalissimo umano.”
Come ci si fa degli amici? Come?
Isaac si trascinò in cucina, dove la signora Maryanne gli stava preparando la cena.
-ISAAC! – urlò – MI PRENDERESTI GLI APPARECCHI ACUSTICI? TI DEVO DIRE UNA COSA!
Lui allungò una mano, prese i piccoli apparecchi color carne e li porse all’anziana, che si tolse i guanti da forno per indossare le sue ‘orecchie da pipistrello’, come le chiamava lei.
-Dolcezza, oggi ho fatto la spesa da Joe’s e ho una buona notizia per te.- gli disse, piazzando in tavola un arrosto di vitello dall’aria assai invitante.
-Dice che avrebbe proprio bisogno di un aiutante, lì da lui, giovane e forte, e io gli ho detto che avevo il giovanotto giusto per lui. Se ti presenti domani di sicuro ti assume! – e detto ciò fece un bel sorriso sdentato.
-Grazie Maryanne, le sono davvero grato. Domani andrò al negozio. Però ora si metta la dentiera, sennò l’arrosto non lo riesce a masticare.
-Angelo, sei proprio un angelo.
E si diresse in bagno, mentre Isaac cominciava ad affettare la cena.
Isaac si sentì, dopo tanto tempo, un poco felice. Come se fosse a casa, con la sua famiglia. Lui, che una vera famiglia non ce l’aveva mai avuta davvero.
Non voleva considerare suo padre come tale. La persona che lo aveva maltrattato per anni, pretendendo il massimo da lui, sempre.
Picchiandolo, chiudendolo dentro un freezer.
La materia dei suoi incubi, delle sue paure.
Maryanne tornò e distolse Isaac dai suoi pensieri.
Non gli faceva troppe domande, e a lui andava bene così. Sapeva solo che il marito della donna era morto più di 5 anni prima per un infarto, a caccia.
Cenarono parlando del più e del meno, e Isaac si rese conto che non solo la signora aveva alleviato un po’ della sua solitudine, ma anche lui aveva contribuito ad alleviare un po’ quella triste malinconia che sembrava aleggiare sulla casa.
Finita la cena, Isaac aiutò a pulire e poi si mosse verso la sua stanza.
Aprì la finestra su quella notte fredda e si appollaiò sul balcone, al primo piano.
Respirò l’aria gelata che gli frizzò nei polmoni e lo fece rabbrividire leggermente. Si guardò intorno.
Non aveva ancora conosciuto i suoi vicini, nonostante la signora ne avesse parlato, ogni tanto.
La casa di fronte era più grande di quella dove Isaac alloggiava.
Aveva tre piani, e una grande veranda sull’entrata al pianterreno. Grandi vetrate all’ultimo piano erano in quel momento oscurate dalle tende scure.
Vedeva indistintamente qualcuno muoversi, dietro ai tendaggi, ed ebbe una curiosità pazzesca di sapere di chi si trattava.
-Oh, al diavolo … - borbottò, e i suoi occhi si illuminarono di giallo, permettendogli di osservare attentamente la scena.
Una ragazza, a giudicare dai lunghi capelli, si muoveva freneticamente in quella che doveva essere la sua stanza, rovistando in giro.
“Chissà se ha perso l’arricciacapelli …” pensò Isaac, divertito.
All’improvviso lei aprì una piccola porzione della tenda blu e spalancò di fretta la porta finestra e, appoggiando i piedi sul piccolo terrazzo, delimitato da una ringhiera, si lanciò di sotto.
Isaac sussultò, e non la perse di vista.
Lei, atterrando con un tonfo smorzato ed … elegante? Si guardò intorno e scappò via, nel piccolo boschetto retrostante l’abitazione.
Isaac chiuse la finestra di scatto e si buttò a letto, la testa sotto le coperte.
Con il fiato corto, il suo cervello riusciva a registrare un’unica ed assillante informazione, che continuava ad urlare nella sua testa come una sirena d’allarme.
Quella ragazza aveva gli occhi gialli.


Saaaaaalve a tutti! In questo piccolo spazio dedicato ai miei pensieri, volevo innanzitutto ringraziare chi sta seguendo e leggendo la storia: siete silenziosi ma vi vedo! Mi piacerebbe avere qualche vostra recensione, per sapere che ne pensate... grazie a tutti!
   
 
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