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Autore: Vanex23    20/09/2015    1 recensioni
"Mi hanno sempre insegnato che nella vita o hai culo o te lo fanno. Il problema è che se nasci sfigato, muori sfigato, indipendentemente dal fatto che tu possa essere o no una brava persona. E se si potesse cambiare all'improvviso ogni singola molecola di un corpo, ogni singola mattonella del nostro fato, come andrebbe a finire la cosa? Chi si ricorderà di noi? E con quali ricordi? Chi dirà alla fine 'ne valeva la pena dopo tutto?' Alla fine, il destino è un qualcosa che ci creiamo noi, possiamo distruggerlo come ci pare e piace, quando e come vogliamo, tanto quanto premere un tasto e resettare ogni cosa. O no?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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  Capitolo 14

02 Maggio
Ore 02.00

Come si suol dire "la notte porta consiglio". Ma certe persone non applicano mai in senso buono il consiglio che potrebbe arrivare al loro cervello e in particolare, quando si vuol attuare una vendetta, ogni informazione sembra preziosa.
Proprio di questo, a quest'ora della notte o del mattino, senza tempo prestabilito, parlavano due ragazzi, che in realtà a quell'ora avevano altro a cui pensare.
"Will che cazzo fai? Quello è l'ultimo filtro ed io a differenza tua non ho i soldi che escono dal culo." Disse il primo molto scocciato al secondo che non faceva altro che infastidirlo sempre.
"Appunto per questo lasciami fare quello che voglio." Rispose questo in tono di sfida.
"Non mi chiamare amico soltanto perché ti parlo, potessi ammazzarti, sarei il primo al farlo." Disse quando sorridendo il primo appoggiandosi ad un auto lì vicino.
"Che filosofo di vita, in realtà non potresti, perché sono la tua ombra." Rispose questo all'amico, anche se amico era una parolona per entrambi.
"Cosa vuoi sapere? Quando mi cerchi è sempre per sapere qualcosa che possa andare a tuo favore, quindi muoviti che alle 03:00 devo essere a casa." Disse questo sbrigativo.
"Joey che rispetta un coprifuoco? E da quando?" Lo richiamò Will scherzando.
"Da oggi se voglio cartine e voglio vivere." Rispose Joey scrollando le spalle.
"Va bene, allora sarò diretto e ti lascerò andare per questa volta.." - "Cominciò il ragazzo - "Cosa sai su Luke e i ragazzi e quella ragazza che è venuta alla mia festa e si è presa gioco di me?" Chiese Will sospettoso.
"Perché dovrei sapere qualcosa io?" Chiese innocente l'altro.
"Andiamo, lo sanno tutti che tu odi a morte Luke Hemmings e i suoi amici e tutti quelli che gli stanno attorno. Ti devo ricordare forse la sua ex?" Domandò insistente l'amico.
"No ti prego. Quella ragazza era brava a letto ma insopportabile allo stesso tempo." Commentò sarcastico Joey.
"Risparmiami i commenti ti prego perché non è di questo che voglio parlare. So che tu e quella ragazza a scuola l'altro giorno avete avuto una divergenza per colpa della sua amica e so anche che Luke te le stava per dare." Spiegò Will aspettando spiegazioni.
"E' tutto vero." Confermò Joey.
"E? Tutto qui? Quello si sveglia la mattina con l'intento di picchiarti?" Domandò incredulo Will che voleva sapere ad ogni costo la verità.
"Perché così tanto interesse?" Chiese Joey stupito.
"Non vorrei pensassi che mi interessa ciò che fai veramente tu!" Esclamò l'altro quasi disperato.
"E chi lo ha pensato?" Chiese retorico Joey.
"Qui stiamo sviando il discorso, dimmi perché Luke ti ha appeso al muro e dimmi cosa sai sulla biondina e non voglio aspettare un secondo di più." Assesì quasi arrabbiato Will.
"Ma perché?" Chiese Joey frastornato.
"Voglio vendicarmi della stronza." Disse con voce rauca e quasi bisbigliando.
"Perché, scusa?" Continuò Joey.
"Ti ricordi della festa, no? E poi non mi piace il fatto che una di New York possa comandare così facilmente in casa mia!" Sbottò arrabbiato.
"Cos'hai contro quelli di New York? Ti ricordo che io sono di New York come lei e mio cugino vive ancora lì, quindi occhio. E poi non mi pare che l'Australia SIA CASA TUA." Rispose scocciato Joey.
"Parlare con te è impossibile, veramente. Almeno tu sei qui da quanti anni? 15? Ma non fai lo spocchioso di turno." Spiegò all'altro.
"Beh sì, hai ragione, su questo hai ragione." Rispose soddisfatto.
"Adesso torniamo al dunque, dimmi tutto quello che sai sulla ragazza." Lo incitò Will a parlare.
"Su di lei so solamente che l'anno scorso ha avuto una relazione con un ragazzo e che è rimasta incinta ma poi ha perso il bambino, ma non so come e non voglio nemmeno saperlo. Ha avuto dipendenze dall'alcool e stava più volte per rischiare la vita per questo e poi non so più nulla." Disse Joey al ragazzo che lo ascoltava attentamente.
"La ragazza è problematica allora." Commentò Will.
"Will, se vengo a sapere che lo hai detto a qualcuno la tua faccia sparisce. Fino a quando non saprò altro posso minacciarla solo io e se lei sospetta che possa averlo detto a altri, finisce tutto." Adesso era diventato più serio il ragazzo.
"No, non lo dirò a nessuno, ne farò uso personale. Ma chi te le ha dette queste cose?" Chiese curioso Will.
"Ho molti amici a New York e come ha detto una volta la biondina, alcuni fingono molto bene in questi ambienti." Disse sicuro Joey.
"Il primo a fingere qui sei tu, quindi non mi sorprendo." Commentò Will.
"Tu sei il primo a rompere i coglioni ma mi pare che nessuno ti abbia mai detto nulla." Rispose infine Joey, prima di girare i tacchi e andarsene, lasciando quasi stupito di quella affermazione così tanto veritiera l'altro, che ci volle addirittura un po' prima che se ne andasse anche lui da lì.

**

Pov Jasmine
03 Maggio.

Mia zia era uscita e mi aveva lasciata completamente sola a contemplare la sua vecchia libreria alla ricerca di un bel libro da leggere, però l'ispirazione mancava e anche tanto, e ciò avrebbe comportato l'abbandono della mia idea.
Erano le 23:00 e ciò mi portava alla noia più assoluta. Domani ci sarebbe stata una festa in paese e dopo il ritrovo al molo e questo voleva dire non andare a lezione per due giorni. Che cosa rilassante.
Non che non mi piacesse andare a scuola, anzi, in questo periodo mi piace pure, avevo rivalutato tutti i pensieri negativi grazie anche ai miei amici, ma ciò diventava snervante dopo un po'.
Andai a prendere qualche videogioco che Ashton mi aveva prestato (in modo tanto carino e gentile), ma la voglia di accendere il pc veniva meno ed io non avevo voglia di far nulla.
I miei pensieri furono interrotti bruscamente quando sentii un grande e rumoroso tonfo provenire da fuori, in modo vicino e uscii per controllare la situazione.
Davanti a me, una figura di spalle, si lamentava e non in modo carino delle condizioni in cui era.
"Cazzo, vaffanculo!" Esclamò la figura tenendosi la camicia.
"Ah queste finestre!" Commentai io ridendo.
"Ti prego.." Disse solo lui sistemandosi la caminicia com'era solito lui fare.
"Usare la porta no, meglio ritornare alle vecchie abitudini." Dissi avvicinandomi.
"Esatto.. Ciao." Disse anche lui avvicinandosi prima di darmi un bacio.
In realtà noi due non eravamo una coppia, la solita coppia di fidanzatini che si danno alla pazza gioia nel fare smancerie, neanche ci reputavamo fidanzati effettivamente, non ci eravamo etichettati semplicemente perché entrambi odiavamo definirci, entrambi quando lo avevamo fatto e ci avevamo creduto ne eravamo usciti male.
"Questo perché?" Chiesi io guardandolo negli occhi mentre lo abbracciavo.
"Così stai un po' zitta." Mi disse facendomi l'occhiolino.
Semplicemente perché noi non volevamo definirci. Noi eravamo un qualcosa, non sapevamo esattamente cosa, ma ci piaceva comunque.
"Tua mamma non sa che stai uscendo, vero?" Chiesi seria.
"No, ma torneò presto." Mi disse staccandosi dall'abbraccio.
"No." Dissi io fermandolo.
"Non verrai con me." Continuò lui.
"Invece sì." Risposi seria.
"Jasmine, no. Resta qui, tornerò presto." Mi dissi molto più serio di me.
"So dove stai andando. Credi che sia così stupida da non capirlo o da non saperlo? Vengo con te." Dissi sicura.
"Appunto perché so che non sei così stupida tu con me non puoi venire." Disse lui scrutandomi col suo sguardo. Appena disse ciò si girò e iniziò a marciare per la sua strada, ma ciò non mi avrebbe impedito di seguirlo.

**


Pov Luke
"Ce le hai le cartine, vero?"
"Sìsì, ho tutto, grazie per avermi portato questo." Dissi prendendo il pacchetto che mi aveva passato un ragazzo davanti a me.
"Figurati, ma la prossima volta non portarti nessuno dietro." Disse ridendo.
"Cosa?" Io non capivo ciò a cui si stesse riferendo e il ragazzo mi fece segno di guardarmi dietro.
E proprio davanti ai miei occhi c'era Jasmine che mi guardava con sguardo quasi gelante, e quando il ragazzo le fece un cenno a mo' di saluto, la sua espressione cambiò salutandolo con un sorriso.
"Ti avevo detto di.." Cominciai io ma mi bloccò.
"Senti, io vengo da New York e so benissimo perché mi avevi detto di non venirci ma questo non implica il fatto che io non sappia come ci si debba comportare o ciò che si fa in questi casi. C'ero dentro anch'io, te lo vorrei ricordare." Spiegò. Il suo tono era quasi tagliente e i suoi occhi balzavano con velocità dalla mie mani ai miei occhi. 
"Tu c'eri dentro? Anche con questo?" Domandai esterrefatto da questa sua affermazione.
"Molto più con l'alcool che con il fumo, quindi so cosa vuol dire, non devi scappare ogni volta da me come se non sapessi proprio niente di te o di ciò che potrebbe essere compromettente per te." Mi spiegò quasi supplicante.
Ogni volta che c'erano questi tipi di problemi la tagliavo completamente fuori e la cosa mi faceva impazzire solo perché non volevo coinvolgerla troppo in ciò che a New York l'aveva completamente distrutta. Ma ciò voleva dire anche tagliarla fuori da me, dalla mia situazione e lei ormai c'era dentro comunque ed io la volevo accanto a me, ma non a questo prezzo.
Tornammo insieme a casa e per tutto il tempo la tenevo vicina a me, le tenevo stretta la mano e la riscaldavo con la mia. Lei sorrideva, era felice, era tranquilla, era veramente lei senza alcun tipo di problema o preoccupazione e a me piaceva.
"Domani ci sarà la festa." Mi disse lei tutta contenta.
"Non posso essere molto felice di ciò." Commentai a bassa voce.
"Perché?" Chiese lei non capendo.
"Domani torna mio padre." Risposi solamente.
A quella frase notai come di colpo anche lei si bloccò e forse capì anche perché quella sera volevo rimanere più del dovuto da solo.
Si avvicinò piano a me e mi strinse la mano, per poi darmi un lieve bacio a stampo e farmi un sorriso quasi consolatore.
E ci stava riuscendo. Mi stava facendo sentir meglio. Mi faceva sentire bene. Mi faceva sentire e basta, come non mai. Quella notte restammo a dormire insieme in camera mia, abbracciati, a darci sicurezza l'un l'altro.
































Angolo Autrice:
Non mi sono dimenticata di aggiornare, semplicemente dovevo trovare il momento giusto per scrivere. 
Purtroppo tra la scuola e il caldo non ce la facevo proprio ad aggiornare in settimana. E mi tocca andare a scuola con queste belle giornate estive, perché tutto sembra, tranne che tempo autunnale.
In ogni caso, ve l'aspettavate queste due mezze rivelazioni? Quella di Joey a Will e quella di Jasmine e Luke?
E soprattutto Luke, l'incognita più incognita della storia, lo scoprirete dopo perché.
Ad ogni modo sappiate che non è stato svelato ancora tutto, soprattutto il pettegolezzo di Joey uehuehueh.
Comunque sia, credo che il prossimo capitolo se tutto va bene possa arrivare martedì pomeriggio, altrimenti slitta a sabato/domenica, dipende come mi regolo con la scuola e tutto il resto.
Ci vediamo alla prossima, buona lettura, xoxo, Vanex23.

SPOILER:



 
[...]
"Verrete quindi al concerto di stasera?" Ci chiese entusiasta come un bambino di due anni quando per la prima volta scarta un regalo tanto atteso.
"Ovviamente." Risposi io contenta quanto lui.
"Voi due smettetela di fare i piccioncini che vi riesce anche male!" Commentò Ashton alle mie spalle.
"Credo che tu e Brianna abbiate una concezione diversa di 'amore'." Rispose Calum mentre io continuavo a ridere.
"No semplicemente io non invito la mia ragazza due ore prima del mio concerto, ma almeno una settimana prima." Continuò sicuro di sé.
"Semplicemente perché noi non stiamo insieme?" Continuò lui, ed io continuavo anche a ridere.
[...]
  
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