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Autore: Wemil    11/02/2009    0 recensioni
Sei umani vengono portati in un labirinto per affrontare una prova ai limiti delle loro possibilità. Lo scontro con l'Ombra e gli Angeli porterà ad un duro confronto fra liberazione, fiducia e religione. Racconto nono arrivato al contest: L'angelo e... l'ombra
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 2: VERITA'


"Cazzo, maledizione! Schifo! Rabbia! Proprio oggi che avrei avuto l'assemblea col consiglio di amministrazione per l'anno in corso. Ma non potevano prendermi in un altro giorno?!? Perché cavolo mi tocca stare qua con voi cinque? Datemi un valido motivo!"

La magistrata si sistemò gli occhiali con un leggero gesto delle mani: "Stia calmo, per favore. E' evidente che l'Esecutorio ci abbia scelto per questa prova. Deve sentirsi onorato."

"Eheheh... io ho perso il compito di matematica grazie a questo posto."

"Io... io voglio tornare... a... a casa..." singhiozzò il bambino.

"Su figliolo, non piangere. Vedrai che tutto si sistemerà: siamo figli di Dio, Egli ci salverà."

"Anche i piagnistei di un ragazzino delle elementari ora dobbiamo sentire? Ma perché noi? E chi cavolo è questo Esecutorio?"

"NON SAI CHI E' L'ESECUTORIO?!?" chiesero in contemporanea con tono esterrefatto gli altri cinque interlocutori.

"Ehm... no. E' la prima volta che sento nominare questo nome." controbatté il quadro.

"Pazzesco." esclamò il matematico scuotendo la testa, mentre iniziava ad aprire la sua borsa.

"Ma vieni da un altro universo?" chiese sarcastica la ragazzina.

"Io vengo dalla Terra. Perché? Voi siete forse degli alieni?" rispose altrettanto ironico l'altro.

"Dalla Terra?" esclamò meravigliato Don Marek: "Ecco perché! Sentendo European Union Reserve potevamo immaginarlo anche se pensavo che quel pianeta fosse stato abbandonato completamente dalla Confederazione dei trasporti e che avesse ancora qualche contatto con l'Universo esterno solo tramite la Santissima Chiesa di Roma e..."

"No! Aspetta aspetta aspetta solo un momento. Vuoi farmi credere che questo luogo non è la Terra? E che voi non siete nativi del nostro pianeta?"

"Ahahah..." rise di gusto la magistrata: "Avevo sentito che l'agenzia storica della salvaguardia del pianeta Madre avesse posto dei paletti cognitivi alla Terra, ma non pensavo che ci fosse addirittura una dittatura del pensiero. Secondo lei, signor Ereth, visto che vive a contatto con l'ambiente universitario: quanti terrestri possono essere consci di vivere in una bolla di ignoranza?"

-Uhm... oltre ai miei beni e al mangiare c'è anche una bussola, un coltello, una torcia, alcuni fogli di carta e delle matite. Ma a cosa potrebbe servirci il col...-

"Ehy, matematico! Parla con te!" squittì la ragazzina con quella sua vocetta che diventava sempre più fastidiosa ogni secondo che passava.

"Eh cosa?!? Oh... scusatemi ma stavo guardando cosa conteneva la mia borsa. Diceva?"

"Quanti terrestri conoscono la Repubblica delle quattro stelle?"

"Mah... sicuramente l'ente di protezione terrestre ne è conscio, poi, come già detto, mi pare, da Don Marek, la Chiesa Cattolica di Roma e facilmente anche il culto Islamista di Medina... non so se i Buddhisti abbiano qualche contatto con il nuovo Buddhismo di Esere, ma ne dubito. Sarebbe dovuta giungere la marelese anche sulla Terra e, come sapete, il contrabbando di tale sostanza a lunghe distanze è praticamente impossibile. Sicuramente la Federal Reserve Genetic ne è a conoscenza, poi credo nessun altro."

"No... no! Aspettate un momento. Volete dire che la Terra è una..."

"Se... se vuoi ti presto il mio libro di storia." disse timidamente Enrick senza accorgersi di aver interrotto l'adulto.

L'altro ci pensò qualche secondo, poi, con un brusco gesto, buttò a terra il libro che il bimbo gli porgeva: "Non ho bisogno del vostro aiuto. Capirò da solo cosa sta succedendo in questo luogo, in questo momento. E ora cerchiamo l'uscita da questo stramaledetto posto."

"Come ci muoviamo? Da soli o in gruppi?" chiese il matematico.

"Io non voglio stare da sola!" urlò l'adolescente.

"Nemmeno io" mugolò il bambino aggrappandosi alla mano dell'unica figura materna lì attorno.

"Io, invece, preferirei andare da sola." sentenziò seccamente la magistrata scrollandosi di dosso il bambinetto.

"Non ho intenzione di muovermi in solitario, ma non ho nemmeno intenzione di portarmi in giro dei mocciosi. Se qualcuno mi tenesse compagnia mentre cerchiamo l'uscita cercando di spiegarmi qualcosa sulla Repubblica delle quattro stelle andrei volentieri con lui; eventualmente andrò da solo."

"Verrò io con lei." si offrì prontamente il matematico.

"Io, invece, andrò col bimbo e la ragazzina." esclamò il prete.

"Yili Lesin per te, vecchio pretucolo."

"...e Yili Lesin" si corresse il prete, leggermente scosso dall'offesa della liceale.

"Cerchiamo di trovare un metodo per eventualmente ritrovarci?" chiese il prelato.

"Non mi pare il caso viste le dimensioni del labirinto." rispose Sebastian.

"Ehy! Cos'è quella cosa là?" esclamò il bambino indicando un punto all'orizzonte.

Tutti, eccetto Elisa Saresi che si era già avviata per conto suo nel labirinto, fissarono il luogo indicato dallo studente: dai mille viali del labirinto, un colore estraneo al verde dei cespugli e dal celeste del cielo sembrava avanzare lentamente verso la loro direzione inglobando gli elementi su cui sovrastava.

"Che cos'è?" chiese la ragazza.

"E quindi l'ombra avanzerà fra le genti e nel caos porterà la soluzione del silenzio" citò Don Oral Marek dalla Bibbia Esegetiana.



  
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