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Autore: Caramell_    20/09/2015    4 recensioni
Librerie. Dio. Dean detesta le librerie. E Sam. Niente d’interessante, solo pagine e pagine e pagine stampate. E muffa. E legno. E zitelle acide dietro al bancone. E librai ingobbiti. E occhialoni da nerd.
Quindi si, Dean detesta le librerie. Tutte.
Più o meno.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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L’uomo che non soffre, a malapena esiste
Antonio Porchia

 

 

 

 

 

 

Capitolo II

 

 

 

 

 

 

 

1)
È ufficiale. A Dean piace baciarlo. Non riesce a smettere. Non ci prova nemmeno. Castiel è come una verginella, pudico fino all’eccesso. Arrossisce. Ogni volta. E, cazzo, Dean lo adora quando arrossisce. Lo adora sempre. Ma questo non è importante.
L’inverno dona a Castiel una bellezza diversa. Una bellezza giocosa, infantile. È come se sotto la neve diventasse bambino. Germogliasse.
Dean gli bacia le guance rosse per il freddo, le labbra viola. E Castiel ha gli occhi blu, più blu del solito. Di un blu elettrico, acceso. E lo bacia con lo stesso ardore di quando è primavera.
Dean non potrebbe desiderare di meglio. Ha Cas. Cas. E le sue mani grandi. E la sua bocca. E il suo collo lungo. Non sembra male, visto da fuori. Non lo è.
Castiel è quotidianità, vita pienamente vissuta, calma. Castiel è ossigeno, e nient’altro.
Respiro.


 


2)
Dean va a prenderlo la mattina, prima del lavoro. Aspetta. E gli sembra di aspettarlo da una vita.
Castiel si sbatte la porta alle spalle. Apre la portiera. Sprofonda nel sedile. E mormora – ciao, Dean – ha la voce assonnata, e le palpebre gonfie di sonno. La voce bassa, i capelli annodati. Una sciarpa stralunga gli penzola da una spalla. Dean non può fare altro che sorridere. È adorabile. Ha le labbra arricciate, le punte delle orecchie già rosse.
Dean osserva il cielo dal finestrino appannato. È plumbeo, opprimente. Grigio e sporco. Poi guarda Cas, e vede solo dolcezza. Lo fissa a lungo, socchiude gli occhi.
E Cas si sfrega le mani, respira forte. Volta la faccia – cosa? – e Dean si sente patetico. Mette in moto, prova a non arrossire.
- Niente – borbotta – niente.
E spera che il viaggio sia più lungo del previsto.


 


3)
Una volta gliel’ha chiesto. Dal nulla – Cas?
- Mnh?
- Perché una libreria?
Cas ha poggiato le mani sul bancone. Ha abbandonato il suo libro per un secondo. Un secondo solo. Se questo è un uomo. Levi.
- Perché mi è sembrato un buon posto – gl’ha detto, gli occhiali calati sul naso, la faccia seria.
E Dean c’ha riflettuto – per cosa? – gl’ha sfiorato una mano.
- Sparire – e Dean gl’ha sorriso. A Castiel è sembrato orribilmente triste.
Ha capito.


 


4)
Dean vive con suo fratello. Castiel lo sapeva. L’aveva immaginato. Sam. Lo stesso Sam dei libri. Lo stesso Sam che gl’ha rubato il cuore. Ogni volta che parla di lui Dean sembra felice, e addolcisce lo sguardo.
- È mio fratello – dice sempre – Il mio secondo pezzo di cuore
Castiel schiude le labbra. Si fa più vicino – E il primo? – domanda. E pensa a Bobby. E a sua madre. A suo padre. Al padre che era prima d’impazzire.
Ma Dean ha gli occhi che brillano. Letteralmente. E sorride. Cas s’innamora un po’ di più ogni volta che sorride – Il primo sei tu, angelo
E Castiel lo bacia a fondo. Senza paura. Lo bacia tanto che, alla fine, fa male lasciarlo.


 


5)
Quindi, si. Sam. Sam è un colosso. Un armadio coi capelli lunghissimi e gli occhi gentili.
Si sono incontrati una sera di Dicembre, coi fiocchi che ancora si scioglievano e il vento che solleticava le orecchie. Sam l’ha guardato dalla testa ai piedi. È stato imbarazzante. Non troppo, però. Ha riso un poco, chiuso e aperto gli occhi. Gl’ha ricordato Dean. E il suo modo d’arricciare il naso. Ma tutto gli ricorda Dean. Perciò.
Poi Sam s’è avvicinato – Castiel, giusto?
- Si – s’è fermato – Castiel – come se non lo sapesse nemmeno lui. Come se fosse importante. E allora Sam l’ha abbracciato. Ha stretto. Forte. A Castiel sono tornati in mette gli abbracci di Dean. Lo stesso fuoco, e lo stesso calore.
Quando l’ha lasciato andare Sam ha, solo, annuito – Lo sapevo che eri bello
Castiel ha inclinato la testa, scoccato un’occhiata obliqua a Dean. L’ha visto trattenere a stento una risata. Gli si è attorcigliato lo stomaco, appannata la vista.
- Davvero?
Sam ha sogghignato – Mio fratello ha buon gusto – ha detto. Gl’ha fatto l’occhiolino. E Castiel è arrossito. Fino alla radice dei capelli. S’è coperto di macchie. Dean avrebbe voluto mangiarselo – L’ha preso da me.
Poi Sam g’ha messo una tazza di cioccolata calda in mano. E Castiel ha sospirato, felice.


 


6)
Dean scopre che adora un sacco di cose, da quando ha conosciuto Castiel. La cioccolata, per prima. Quella alle nocciole. E quella disciolta. Quella che Cas gli offre la sera, quando il turno è finito. E il sale. La pioggia. Il freddo. Il freddo perché così può stringerlo. E baciargli le mani. E gli hamburger. E l’odore dei libri appena stampati. Le copertine rigide. Gli occhialoni da nerd. Quelli della prima volta. Quelli che gli fanno degli occhi enormi.
E poi, poi Dean adora la libreria di Cas. È piccola, e appartata. Silenziosa. Libera. È il posto perfetto.
Fuori si gela. Sono le cinque del pomeriggio, e il sole già dorme. Dean abbraccia Castiel da dietro. Gli lascia un bacio alla base della nuca. Sotto un orecchio. Su una guancia. Castiel s’arrotola addosso a lui. Quasi si stiracchia come un gatto. Inarca piano la schiena. Gl’accarezza le guance. Dolce. Dean sente il suo respiro infrangersi sulle labbra. Gli tocca la schiena. Solleva una piega del suo maglione. Vorrebbe toccarlo. Di più. Più a fondo. E prenderlo. Completamente. Vuole farlo da quando l’ha conosciuto. Ma Castiel gli ferma le mani. E lo lascia andare.
E Dean lo bacia un’ultima volta. S’allontana.


 


7)
Castiel ha le fossette. Dean non sa perché non l’ha notato prima. L’hanno distratto gli occhi. Probabile. Ma. Si. Cas ha le fossette. Quando sorride. E quando s’imbroncia, e piega la testa. Lo fanno sembrare un bambino piccolo, un batuffolo alle prime armi.
Sono adorabili. E Dean glielo dice – Sei bellissimo – bisbiglia.
Cas sussulta, e arriccia il naso – E tu un bugiardo
Dean lo guarda, gli schiocca un bacio umido sul mento, all’angolo della bocca. Proprio lì. Sulla fossetta di destra. Poi lo guarda. E ci pensa per la prima volta.
Cas ha la meraviglia negli occhi.

 



8)
- Dean – lo chiama una volta. Castiel ha un modo tutto suo di farlo. Come se dovesse sempre domandargli qualcosa. Come se avesse paura. Dean non l’ha notato subito. Fa finta di niente. Non è importante.
Sono al loro posto. Imbacuccati, coperti fino agli occhi. Fa così freddo che a Dean lacrimano gli occhi. Ma è il loro posto. Ci tornano una volta ogni mese. È bello così.
- Cosa?
Castiel socchiude gli occhi – Vuoi fare sesso? – Dean si strozza con la sua stessa saliva. Tossisce. Merda. Lo guarda con tanto d’occhi. E Castiel inarca le sopracciglia. E Dean lo trova adorabile. Però. Merda.
- Ch-che significa? – balbetta. E Cas si lecca le labbra. Sono screpolate. E rosse. Invitanti.
Dio. Castiel continua a fissarlo – Ti ho chiesto se vuoi fare sesso – E si, tante grazie.
Se non fosse sconvolto scoppierebbe a ridere.
Dean si morde un labbro. Gli si fa più vicino – Si, angelo. Lo so – si tocca un sopracciglio. Castiel ha imparato che lo fa quando è in imbarazzo. Forse non va bene, chiedere. Prende nota – Tu credi che io voglia fare sesso?
- Beh, si
Dean solleva un angolo della bocca. Gli si arrossano un po’ le orecchie. È colpa del freddo. Sul serio.
- Solo se lo vuoi anche tu – dice. E gli sfiora una guancia fredda con le dita. La linea della mascella. E il mento. Continua a trovarlo bello. Non può farci niente.
Castiel inclina un poco la testa – Ma tu vuoi fare sesso – e Dean sbuffa. Lo ammette – Si, voglio fare sesso – L’ha detto troppe volte. Comincia a essere disturbante – io voglio toccarti sempre, Castiel – e il suo nome sa di dolce, sulla lingua. Di cioccolata, e di inchiostro – voglio prenderti, e non lasciarti più andare. Baciarti fino a sfinirmi, fino ad averne abbastanza. Voglio che tu sia mio, e mio soltanto. Voglio un sacco di cose. E si, voglio fare sesso. Ma non devo volerlo solo io – sorride, e Castiel si scioglie. Non ha speranze. È Dean. Solo Dean. Non importa nient’altro.
- Voglio che tu mi desideri così come io ti desidero. E alla fine voglio baciarti, e sussurrare il tuo nome. Niente di più.
Poi rimane zitto. S’allunga verso di lui. Si sente un idiota. Ma è Cas. Cas. E Castiel si spinge la sciarpa sulla bocca – Dean? – lo chiama.
- Si?
Gl’afferra una mano – Puoi baciarmi?
E Dean ride. E l’accontenta.


 


9)
Anche Castiel ha un fratello. Sei, in verità. Sei. Ma Gabriel è l’unico che vive con lui. E Dean non è ancora pronto, non ad incontrarli tutti assieme.
Gabriel sembra Sam in formato tascabile. Più un’eccessiva dose di metamfetamina tagliata male. Lo guarda con gli stessi occhi di Cas. Ma no. Non sul serio. E fissa. Merda. È inquietante.
Poi abbraccia Castiel, e gli scompiglia i capelli.
- Tu non mi piaci – gli dice.
E Dean già lo detesta.

 



10)
C’è una macchia. Pagina centotrentanove. Sei la mia vita. Ozpetek. Una macchia grossa quanto una falange. Una macchia. Su un suo libro. Una macchia più grande delle altre. Una macchia. La quarta. Questa però è strana. Sfocata, puntella ai bordi. In movimento. Enorme.
Castiel aggrotta la fronte, si stropiccia gli occhi. C’è una macchia. Pagina centotrentanove. Capitolo nove. Il coraggio di essere se stessi.
È come un presentimento. Un dolore sottopelle. E Castiel un po’ ci crede, al dolore. E mette quel libro da parte. L’appoggia su uno degli scaffali in basso. Dovrà indagare. Sul serio questa volta. Ma ci sta pensando troppo, è sicuro. E non ha paura.
E quando Dean passa a prenderlo Castiel l’abbraccia forte.
- Mi sei mancato – gli dice. Dean lo stringe, gli sfiora una guancia col naso. Ha il collo freddo. E soffice.
E il suo cuore riprende a battere.

 


































Note: Non ho idea del perchè alla fine sia diventata una long. Non era nei piani. Per niente. Non adesso che ho ripreso la scuola.
C'è una sola spiegazione. Sono pazza.

  
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