Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Arya Rossa    20/09/2015    1 recensioni
okay, è un'idea abbastanza assurda, ma non scrivevo su Game of thrones da un pezzo e mi mancava, così ho deciso di scrivere questa... cosa: mi sono chiesta, se i personaggi di GoT si ritrovassero nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts?
è tutto ambientato dopo la prima guerra magica ma prima di Harry e ci sono quasi tutti i personaggi di game of thrones ed anche alcuni della storia originale, più un po' di Jon/Ygritte e di Arya/Gendry (le mie OTP) per rendere tutto più... 'alla me'
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters, Jon Snow, Un po' tutti, Ygritte
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Arya si svegliò con il solito mal di testa.
In un certo senso si sentiva fortunata considerando che era l’ultima prova, ma dall’altro lato… beh, era l’ultima prova, aveva un 99% di possibilità di morire se non di più e… non si era mai sentita così sola.
Insomma, sapeva che con lei c’era Gendry e senza dubbio questo la faceva sentire mille volte meglio, ma sta di fatto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere con se anche Jon, lui sì che le infondeva sicurezza, o la sua migliore amica o… perché no? Si sarebbe accontentata perfino di Sansa e questo bastava a far capire la sua attuale disperazione.
Gendry era accanto a lei ed anche lui si stava riprendendo, Arya si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. “Stai bene?” chiese.
“Abbastanza... e direi che chiederlo anche a te sarebbe superfluo, hai già capito dove siamo?”
“No, è troppo buio” dopo essersi assicurata che il ragazzo stesse bene Arya si alzò e tentò di capire qualcosa.
Il buio in effetti era incredibilmente fitto, ma dall’odore riusciva a capire che erano all’aria aperta, anche guardando in alto non riusciva a vedere nulla, ma qualcosa le diceva che c’era il cielo: di solito distingueva bene la differenza tra chiuso ed aperto, anche se Bran sarebbe stato molto più bravo. Facendo un paio di passi in avanti si sentì il rumore di rami secchi che si spezzavano.
Solamente dopo aver confermato la sua teoria si decise a cacciare la bacchetta.
Gendry la fermò. “Aspetta” affermò alzandosi.
“Che c’è?”
“Con la luce qualcuno potrebbe rintracciarci”
“Sì, ma non mi sembra che abbiamo molta scelta. Lumos
La bacchetta emanò una luce abbastanza potente da confermare, di nuovo, la teoria della ragazza: erano all’aperto, in un labirinto più precisamente.
“Arya?”
La ragazza sgranò gli occhi e deglutì. “Gendry? Sbaglio o non era la tua voce?”
“No, non sbagli” le rispose lui.
Arya si girò velocemente ed alle sue spalle vide… Daenerys? “Dany, che ci fai qui?”
“Non… io non lo so davvero. Dove siamo?” chiese scandalizzata. Anche lei doveva essersi svegliata l’ perché aveva tutti i capelli scompigliati e gli occhi arrossati.
“Come facciamo a sapere che sei tu?”
“Scherzi vero?”
“Beh, Cersei è una stronza”
“Beh, dubito che Cersei sappia che hai il tatuaggio di un metalupo sul fondoschiena!”
Arya arrossì fino alla punta dei capelli ed evitò accuratamente lo sguardo del ragazzo accanto a lei “Sì, sei tu. La vera Daenerys in effetti i segreti non li sa mantenere!”
Dany le fece la linguaccia, ma poi si coprì le braccia infreddolite con le mani e assunse di nuovo uno sguardo disperato. “Comunque io ancora non ho capito come sono finita qui”
“Posso spiegartelo io”
Stavolta fu Gendry a puntare la bacchetta. “Jon? Scherziamo? Sansa, Ygritte e Bran li avete lasciati a…”
“No, ci siamo anche noi” commentò la rossa, con lo stesso aspetto orrendo di Daenerys.
Arya stava considerando l’idea di abbracciare tutti quanti per poi prenderli a schiaffi, ma invece rimase in silenzio per aspettare la spiegazione di Jon. Il ragazzo si guardò intorno ed alla debole luce lì presente aggiunse anche quella della sua bacchetta. “La pozione che vi ho dato un po’ di giorni fa… beh, serviva a tenerci tutti collegati. L’ha creata un amico di Silente appositamente e me l’ha data per la terza prova, nel momento in cui Arya e Gendry si sono smaterializzati noi li abbiamo seguiti e quindi siamo finiti qui anche noi… solo qualche secondo dopo di voi. È stata un’idea per darvi una mano, non potevate affrontare i Lannister da soli”
“Jon… io non voglio neppure immaginare la fine che potreste fare… ciò che so però è che ora tornare indietro è ancora più importante, come facciamo?”
Sansa si intromise e si levò qualche ciocca rossa dal viso. “Beh, dobbiamo trovare quella stupida coppa no? Da dove vogliamo iniziare?”
“Dal rimanere vivi?” continuò Ygritte. “prima regola, non separiamoci, mai. Non facciamo come quegli imbecilli dei film horror che piacciono tanto a te” indicò Jon.
Bran continuò a guardarsi intorno. “Ci serve anche qualcosa per tracciare il cammino, qualcosa di un po’ meglio del filo di Arianna però che qui non riusciremmo neppure a vederlo”
Daenerys sorrise. “Ci penso io, posso lasciare una scia di bruciato. Una chiazza nera sul terreno in pratica”
“Ehm… non credo che il un incantesimo di fuoco possa aiutarci, potrebbe vederci chiunque e metti che appicchi un incendio…” commento Gendry.
“Mi hai preso per una sprovveduta? Non c’entra il fuoco, me lo ha insegnato…”
Arya alzò un dito. “Fammi indovinare, le tue lezioni sui draghi?”
“Può darsi. Il punto è che i draghi sentono il calore ma non si bruciano, quindi con questo incantesimo è come se tu gli facessi vedere chi comanda, si fa sui cuccioli. Hagrid me lo ha detto praticamente la prima volta che ci siamo visti. In generale non si impara perché non è un incantesimo utile, ma sono convinta che possa aiutarci”
Gendry alzò le mani, come in un gesto di arrendevolezza. “A quanto pare siamo nelle tue mani”
La Targaryen sorrise. Da quando aveva rimosso suo fratello dalla sua vita in modo definitivo si sentiva molto più forte. “Allora incamminiamoci”
Jon tentò di piazzarsi davanti al gruppo ma Arya lo spinse via e, insieme a Gendry, si mise in testa per guidarli. Del resto era la loro prova e gli altri erano… qualcosa in più. Di certo non dovevano essere lì.
 
Continuarono a camminare ininterrottamente senza mai trovare nulla.
Le ore passavano lentamente e nel più totale silenzio, ma visto che il sole non sorgeva o il tempo si era fermato, o semplicemente… beh, opera della magia. Di certo il sole non si spegneva così, da un momento all’altro.
Bran continuava a toccare i ‘muri’ di piante, sperava di trovare qualche ramo abbastanza alto da arrampicarsi in quanto usare i suoi poteri di animagus lo privava di un incredibile quantità di energia.
Daenerys nel frattempo era dietro con Sansa, continuava a tracciare il percorso e nel frattempo tentavano di farsi venire qualche idea confrontandosi, inutilmente, inutile dirlo. Jon era poco più avanti a parlare con Ygritte, che tentava di non farlo sentire in colpa per averli trascinati tutti lì e Gendry ed Arya erano più avanti e chiacchieravano come se nulla fosse.
Sapevano… almeno più degli altri, a cosa andavano incontro e quindi erano un po’ più rilassati e conversavano come se nulla fosse della possibilità che Bran soffiasse a Gendry il ruolo di cercatore. Arya non lo diceva ma le sarebbe dispiaciuto dire addio al suo rivale numero uno.
Dopo un po’ di tempo Bran sbuffò. “Stiamo perdendo tempo, mi conviene trasformarmi, magari dall’alto vedrò qualcosa”
“Sì, ma poi riuscirai a malapena a muoverti. Ti stancherai troppo” commentò Daenerys sbuffando ed interrompendo la magia visto che si erano fermati.
“E camminando a vuoto non mi stanco? Ma state zitti” come avrebbero fatto Ygritte ed Arya, il ragazzino se ne fregò degli altri e si trasformò. Dall’alto era come guardare un’immensa distesa di buio che si confondeva con il cielo.
Il labirinto era scuro e quindi non vedeva neppure quello, ma sapeva che la coppa era di un colore più chiaro e quindi, anche se non brillava o cose del genere, dovrebbe essere stato facile vederla.
Ed infatti eccola lì, ed era a pochissimi metri da loro! Al massimo un centinaio, anche se oltre due muri di siepe. Scese velocemente giù, andando anche a sbattere per terra, ma quando si ritrasformò stava bene, anche se la bacchetta gli scivolò violentemente via del mantello.
Arya la raccolse mettendola accanto alla sua e Sansa si avvicinò al fratellino. “Tutto bene?”
“Sì, perfettamente, dobbiamo andare avanti” si rialzò levandosi qualche ramo secco dai pantaloni.
“Avanti c’è la siepe, genio” commentò Gendry. “dubito che la magia funzioni su di essa”
“Arrangiamoci e facciamo il giro allora”
Gli altri annuirono, nonostante il dolore alle gambe, ed alla fine riuscirono ad arrivare.
La coppa era su una specie di piedistallo di pietra, sembrava una fonte di luce in mezzo a tutto quel buio, ma nessuno riuscì a tirare un sospiro di sollievo.
Alla fine Sansa si decise a dire ciò che tutti stavano pensando. “Anche a voi sembra che ci sia qualcosa che non va?”
Ygritte si avvicinò a Jon ancora di più. “Perché il professor Silente ti ha chiesto di trascinarci tutti qui se non c’erano rischi? Non abbiamo neppure incontrato le altre squadre, cosa strana”
“Già, è stato incredibilmente facile”
Bran sospirò tentando di trovare una possibile spiegazione. “Magari Silente li ha fermati… no è? Un po’ impossibile”
Gendry si passò una mano tra i capelli. “Sta di fatto che non possiamo rimanere qui: nessuno verrà mai a prenderci. Andiamo?”
Arya cacciò la bacchetta. “Mi sa che non abbiamo alternativa” afferrò la mano del ragazzo e lui afferrò la coppa tremaghi.
 
Anche quella naturalmente si rivelò una passaporta. Arya e Gendry si ritrovarono a sbattere per terra come se fossero arrivati dal cielo; la coppa era volata chissà dove, ma i due se ne fregarono e subito si rimisero in piedi. Gendry sfilò la bacchetta ma un secondo dopo se la vide volare via di mano e lo stesso fu per Arya.
I due si girarono e videro tutti i loro… ‘compagni di squadra’ fare la stessa fine. Di certo non ebbero alcuna possibilità di difendersi visto com’erano conciati.
Erano in un luogo aperto, ma più luminoso rispetto al labirinto e senza dubbio molto più decorato: c’erano statue praticamente ovunque.
Forse fu proprio a causa di quella luce che per tutti loro fu possibile rendersi conto di quanto erano a pezzi.
Li circondavano moltissime persone, ma erano tutte mascherate. Naturalmente tutte tranne Cersei e Jaime Lannister. Gli altri si sorpresero non poco di vedere… o meglio, di non vedere Joffrey, ma non fu difficile individuare anche le figure incredibilmente massicce dei fratelli Clegane.
Arya proprio non ce la fece a rimanere zitta e subito fissò la bionda, che per una volta non indossava le maniche lunghe e faceva vedere quello stupido tatuaggio. “Ti senti così importante e forte a disarmare dei ragazzi che non sono in grado di difendersi?” era la prima volta che le dava del tu. Si sentiva incredibilmente bene.
“Piccola stupida che non sei altro, tale e quale ai mezzosangue che frequenta” affermò lei.
Jon si avvicinò protettiva alla sorellina. “Arya, calmati”
“Devo ammettere” continuò la donna. “che non mi aspettavo di vedervi tutti insieme, ma è meglio così, sarà più facile il nostro lavoro”
Bran notò che Jaime se n’era rimasto zitto per tutto il tempo, titubante come l’ultima volta che l’aveva visto, e non accennava a voler parlare. Considerò l’idea di ritrasformarsi, ma a cosa sarebbe servito? “Ed ora?” sussurrò a Daenerys, la più vicina.
“Troveremo una soluzione, calmati”
Cersei, naturalmente, l’aveva sentita. “Continua ad illuderti. Mi spiace un po’ per Sansa, la credevo abbastanza ingenua da non intromettersi, ma a quanto pare farà la vostra stessa fine. Comunque non preoccupatevi, sarà una cosa veloce e ci tengo che sappiate che non è affatto egoismo, abbiamo bisogno di una cosetta”
Ygritte sospirò. “Sì, una cosetta che potete ottenere solo diventando presidi, lo sappiamo, è l’ennesima volta che sentiamo questa storia” che la ragazza fosse coraggiosa era poco ma sicuro, ma che non avesse neppure paura di fare una brutta fine era una vera novità.
“Piccola…”
“Cosa dovreste prendere una volta diventati presidi?”
“Non ci riuscite ad arrivare? E tu Jaime che li definivi intelligenti”
L’uomo la ignorò senza farsi alcun problema e lei continuò. “Semplice. L’accesso alla Gringott”
Gendry inarcò le sopracciglia. “Non mi sembra che i Lannister se la passino tanto male in quanto ai soldi”
Bran sgranò gli occhi. “Siete mangiamorte, servite colui-che-non-deve-essere-nominato… volete l’accesso alla camera blindata con la pietra filosofale!”
Cersei sorrise. “Ma che bravo. Abbiamo già fallito qualche anno fa per colpa di quell’auror… Eddard, ma questa volta non ci faremo fregare da voi. Il signore oscuro ha già un piano di riserva con quell’idiota che si finge balbuziente, ma per ora si affida a noi. Dobbiamo procurargliela e non possiamo permetterci che voi ci rendiate le cose difficili, ci capite vero?”
Sansa mise una mano sulla spalla del fratellino. “E tu come hai fato a capirlo?”
“La camera blindata con la mia parte dell’eredità è accanto ad una a cui possono accedere solo i presidi, li ho visti mentre ci portavano un sacchetto e non è stato difficile fare due più due”
Cersei, stanca di quelle chiacchiere, sorrise di nuovo e con un movimento della bacchetta tutti i ragazzi si ritrovarono imprigionati dalle statue che li circondavano.
I ragazzi si ritrovarono stretti da una morsa durissima sotto il petto ed anche al collo, era impossibile anche muovere le braccia e tutto ciò che potevano fare era spostare lo sguardo per fissarsi tra di loro, ma avevano tutti lo stesso sguardo disperato.
Erano praticamente spacciati.
 
*Angolo me*
Incredibile è? Cioè, finiscono le vacanze estive ed io, anche se ho mille mila cose da fare, sono puntuale! Oddeo, è una cosa a dir poco incredibile!
Comunque, non volevo dividere in due il capitolo, ma sarebbe stato a dir poco gigantorme, almeno per i miei standard, e poi volevo, come l’ultima volta, creare suspance (e ci sono senza dubbio di nuovo riuscita è?)
Non mi dilungo perché, come già detto, ho mille mila cose da fare, quindi ci sentiamo al prossimo capitolo!
Byebye
Arya Rossa
  
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