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Autore: Horse_    20/09/2015    8 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                Merry Christmas.


Fifth Chapter.
Pov Nina.

“Mamma, ma quando arriva papà?”- mi domanda Joseph con la testa appoggiata sulle mie gambe.
 

Stefan invece ha deciso che la mia spalla sia più comoda, così, con la testa appoggiata sulla mia spalla e un succo in mano, aspetta l’arrivo di suo padre. Tra poco dovrebbe essere qui.

Infatti, dopo neanche tre secondi, sento il campanello suonare e i bambini corrono ad aprire la porta trovando l’imponente figura di Ian ad aspettarli. Non appena li vede i suoi occhi si illuminano e li prende entrambi in braccio entrando con difficoltà in casa, riuscendo comunque a chiudersi la porta alle spalle.

Buon Natale mi mima con le labbra sorridendomi mentre i bambini non lo lasciano per un secondo, così mi sento di dover intervenire.

 

“Lasciata stare vostro padre, forza.”- corro in suo soccorso. -“Perché piuttosto non gli mostrate i vostri regali?”

“Fermi là.”- li blocca Ian. -“Ho anche io qualcosa da darvi!”

 

Da una borsa, che evidentemente aveva dietro la schiena visto che non l’avevo minimamente notata, sbucano fuori due enormi pacchi, che sono contenuti a fatica, e altri due più piccoli.

I bambini lo guardano incantato a Ian distribuisce ad entrambi un pacco grande e uno più piccolo.

 

“Possiamo aprirli ora?”- mi domandano eccitati.

“Certo, perché no.”- sorrido loro andandomi a sedere sul divano.

 

Ian mi segue sedendosi accanto a me e appoggiandomi una mano sulla gamba. Questo gesto mi fa rabbrividire, non perché non lo apprezzi, ma proprio perché mi fa piacere. Credo sia un gesto quasi involontario visto che lui non si accorge di niente e io non me la sento di fargliela togliere. E’ sbagliato, dannatamente sbagliato, ma mi sento così bene. I bambini aprono euforici i regali e rimangono a bocca aperta. Mi sporgo dal divano per cercare di capire che cosa sia così bello da aver attirato la loro attenzione e, solo in un secondo momento, mi rendo conto di che cosa sia. Sul pacco più grande c’era un costume da Batman per Joseph e quello di Spiderman per Stefan, mentre su quello più piccolo c’era una sorta di aggeggio che spara cose di plastica a forma di pipistrello e sull’altro una cosa che, in teoria, dovrebbe sparare ragnatele. Ian, ormai, conosce perfettamente i suoi polli.

I bambini si buttano, letteralmente, addosso a Ian e continuano a ringraziarlo per circa dieci minuti e rido vedendoli così felici. Ian li guarda soddisfatto. I gemelli non sono troppo attaccati ai beni materiali, ho sempre insegnato loro che i beni sono altri -come l’amore, la famiglia, l’uguaglianza, il rispetto e l’amicizia- ma, come tutti i bambini, impazziscono per i giocattoli e Ian, in qualche modo, si sente più utile.

Non sono dei bambini viziati, comunque.

 

“Sono contento che gli piacciano.”- mi dice Ian osservando i bambini che stanno tentando di mettersi il costume. 

 

Volete una mano? Ho chiesto loro.

No, mamma, siamo grandi, facciamo da soli. Mi hanno risposto.

Staremo a vedere.

 

“Li hai fatti felici!”- gli dico sorridendo.

“Non sapevo cosa prendergli. Sai”- si interrompe un attimo. -“il loro compleanno è stato poco fa e beh… Con tutti parenti e amici che hanno credo che abbiano un po’ tutto.”

“Sei riuscito comunque a renderli felicissimi e a prendere loro una cosa che non hanno.”- sorrido. -“Questo ti fa onore.”

“Credi… Credi che sia migliorato come padre?”- mi domanda leggermente timoroso.

“Non si migliora a fare i genitori, Ian.”- gli dico sinceramente. -“Si impara a crescere con i bambini, tu sei sempre stato perfetto.”

“Insomma, io… Con loro ci so fare, si, ma… Con un bambino piccolo come farò?”- mi domanda leggermente agitato.

 

So che si riferisce a suo figlio. L’altro figlio. Al solo pensiero mi si forma un nodo in gola che, con non poche difficoltà, tento di ricacciare indietro, non posso crollare, non ora. Sta soffrendo la situazione, ma è comunque felice. Pensare che… Fino a un anno fa non aveva nemmeno un figlio e in poco tempo si ritrova con non uno, ma tre. E io che avevo, in quel poco tempo passato veramente insieme, fantasticato sul nostro futuro… Di vivere insieme, come una famiglia, e, magari un giorno, quella famiglia sarebbe pure cresciuta.
 

“Scusa, non volevo, so… So… Io, lo so, è difficile per te, lo comprendo.”- si scusa mortificato. -“Non so cosa mi sia preso, davvero… Volevo un consiglio, credo…”

“Dovrò imparare a farci l’abitudine.”- sorrido amaramente. -“Sarai fantastico, vedrai. E’ più facile fare il genitore con un bambino piccolo che con uno già grande.”

“Quando siamo stati insieme, pensavo… Pensavo al nostro futuro. Mi ero già immaginato tutto, sai? Io, te, i gemelli… La nostra famiglia, che poi magari si sarebbe allargata, ma ora… Ma ora i miei sogni non ci sono più…”- mi dice.

 

Ed è quello che pensavo anche io, ma sentirlo dire ad alta voce, da lui, fa ancora più male. So che non l’ha fatto per cattiveria, sta esprimendo il suo dolore, ma fa male lo stesso.

 

“Non farmi del male, ti prego…”- lo supplico. -“Non facciamoci del male.”

“Mamma, papà, ci aiutate?”- mi interrompe Stefan con il suo costume in mano indicando anche Joseph.

“Certo, venite qui.”- dice Ian per entrambi.




















 

 

 

                                                                                * * *

 






















 

Arriviamo a casa dei miei genitori verso mezzogiorno e i bambini, non appena vedono i nonni, li abbracciano subito urlando “Buon Natale!”.

Poi corrono ad abbracciare Alex che li afferra entrambi al volo stritolandoseli addosso facendoli ridere.

 

“Buon Natale tesoro.”- mi sorride mia madre abbracciandomi stretta, seguita da mio padre che fa lo stesso.

“Buon Natale anche a voi.”- rispondo loro, poi mi rivolgo a mia mamma. -“Ti serve un aiuto in cucina?”


Mi guarda un attimo, poi scuote la testa.
 

“Aiuta tuo fratello ad apparecchiare la tavola, al cibo ci penso io.”- mi sorride incoraggiante.

“Potresti anche dirlo che non vuoi il mio aiuto in cucina perché sono un disastro.”- le dico fintamente offesa.

“Mi serve qualcuno che prepari la tavola, tutto qui.”- ridacchia.

“Fingerò di crederci!”- ribatto andando verso mio fratello con dei piatti in mano.

 

Mia madre va in cucina per terminare di preparare il pranzo -che poi, visto la quantità del cibo, diventerà anche la cena-, i gemelli sono con mio padre e stanno tentando di montare una sorta di nave dei pirati, mentre io aiuto mio fratello ad apparecchiare la tavola.

Rimaniamo in silenzio per qualche attimo, poi è proprio Alex ad interrompere il silenzio.

 

“Ultimamente ti ho visto strana…”- mormora affiancandomi e mettendo le posate al loro posto.

“A me sembra di essere stata normale.”- gli rispondo continuando a sistemare i bicchieri.

“Mmm… Non mi sembra, per niente.”- mi punzecchia. -“E’ cambiato tutto da quando sei tornata da Londra. Eri spaventata, da tutto.”

 

No, mio fratello non sa quello che mi è successo. E non voglio nemmeno dirglielo, ormai è acqua passata, credo. Certo, molte notti mi sveglio in preda agli incubi, rivivendo quello che è successo, ma poi mi convinco che Ian è arrivato in tempo e non è successo nulla. Non voglio raccontare niente perché non avrebbe più senso e non voglio far preoccupare, ormai inutilmente, i miei genitori e mio fratello.

 

“Magari era il periodo, non è successo niente, davvero.”- provo a convincerlo e sembra cascarci.

“Cercherò di crederti.”- mi dice passandosi una mano sul mento. -“Voglio solo capire perché sei strana, tutto qui. Ti voglio bene e vedo che c’è qualcosa che ti turba… E’ perché Ian ultimamente è distante?”

 

Abbiamo preso noi le distanze ed è meglio così, per tutti. Per me, per lui e per il bambino in arrivo.

Sebbene volessi stare con lui -e lo voglio ancora con tutta l’anima- è meglio così. Lui potrà vivere con la sua famiglia, crescere suo figlio dal primo momento, ma potrà comunque stare con i bambini, come ha sempre fatto.

 

“Nikki è… Incinta.”- mollo la bomba così.

“Che cosa?!”- quasi urla.

“Shhh… Non urlare.”- mi porto un dito vicino alle labbra per intimargli di stare zitto. -“Si, comunque lo è.”

“Ma non erano in crisi?”- mi domanda dubbioso.

 

Si, lo erano, ma devo comunque trovare una scusa. Una parte di me rimarrà sempre ferita dal fatto che Ian sia andato a letto con Nikki quando mi diceva che tutto stava andando a rotoli, ma credo che l’abbia fatto per tentare di recuperare qualcosa, anche se con il sesso non si recupera mai nulla -e questo, purtroppo, l’ho capito a mie spese.

 

“Evidentemente no…”- mormoro abbassando lo sguardo.

“Mi dispiace, davvero. I bambini lo sanno?”- mi domanda.

“No, ancora no, ma credo aspetti a Ian dirglielo, non è affar mio.”- gli dico torturandomi il lembo della camicia.

“Lo so, solo che mi sembri parecchio scossa, insomma… So che, quando tu sei andata a Toronto, Ian è sparito nel nulla ed è tornato il giorno dopo. E’ sparito nel giorno del suo compleanno… Non è che magari ti abbia raggiunto a Toronto per chiarire qualcosa?”- mi domanda allusivo.

 

Lo guardo sotto shock negli occhi, ma capisco in fretta che è solo una supposizione questa e che non abbia scoperto nulla. Resta il fatto, però, che ci abbia comunque preso e questo mi mette in soggezione.

 

“Che cosa stai dicendo?”- gli domando fingendomi il più sconvolta possibile da questa rivelazione. -“Ian ti sembra il tipo da fare quindici ore di macchina soltanto per raggiungere me?”

“Per te avrebbe fatto qualunque cosa, ma evidentemente mi sto sbagliando.”- mi dice solo.

“Alex, smetti subito di importunare tua sorella, la stai esasperando.”- interviene mio padre alle mie spalle. -“E’ ora di pranzo, forza.”

 

Ringrazio mio padre con lo sguardo rivolgendogli un sorriso caloroso mentre lui mi appoggia un bacio sulla fronte, proprio come quando ero piccola. Accompagno i bambini in bagno e insieme ci laviamo le mani e ritorniamo in tavola poco dopo. Il pranzo passa veloce e tranquillo, ridiamo e scherziamo tutti insieme e la chiacchierata avuta poco fa con mio fratello sembra quasi un lontano ricordo. Dopo aver pranzato con mille cose preparate da mia madre e aver mangiato un pezzo di dolce ripieno di panna e cioccolata, ci mettiamo a fare subito i giochi da tavola che tanto piacciono ai bambini, compreso mio fratello Alex.

Sono quasi le cinque del pomeriggio quando decido di alzarmi ed andare fuori per prendere una boccata d’aria. La neve, a differenza di ogni anno, deve ancora scendere, meglio così. Mi siedo sulla panca a dondolo della veranda del giardino del palazzo ad osservare gli alberi che ogni tanto si piegano colpiti da una folata di vento.

Sento qualcuno sedersi accanto a me e appoggiarmi una mano sulla gamba.

E’ mio padre.

Appoggio la testa sulla sua spalla rilassandomi immediatamente.

 

“Non hai freddo a stare qui?”- mi domanda mio padre.

“No, sto bene.”- sorrido. -“Avevo bisogno di una boccata d’aria.”

“Sei sicura di stare bene?”- mi domanda apprensivo. -“Ti ho vista nervosa mentre parlavi con Alex.”

“Sai com’è… Si preoccupa sempre troppo e continua a farmi mille domande.”- gli dico sollevando le spalle.

“Lo fa perché ti vuole bene.”- mi dice dandomi un buffetto. -“Sei la sua sorellina e credo che svolga perfettamente il ruolo di fratello maggiore.”

“Lo credo anche io, solo che a volte è un po’ opprimente.”- ridacchio.

 

Rimaniamo alcuni secondi in silenzio, cullati dal rumore del vento, poi è sempre mio padre ad interrompere questa pace.

 

“Con Ian come va?”- mi domanda lasciandomi spiazzata.

“Bene, è molto bravo con i bambini e loro lo adorano. Hanno finalmente trovato il papà che hanno sempre sognato.”- gli dico convinta.

“Con i bambini so che va tutto bene, me l’hanno detto. Sono molto orgogliosi di lui, sai?”- mi dice. -“Io intendevo come si comporta con te.”

“Bene, davvero. Sta andando tutto bene, per me l’importante è che si occupi di loro, il resto non conta.”- gli dico.

“Certo, però l’importante è che tratti bene anche te. Se succede qualcosa chiamami e parlerò io con lui.”- mi dice serio.

“Papà, non ho più cinque anni.”- gli sorrido.

“Lo so, ma rimarrai sempre la mia piccola Ninì.”- mi schiocca un altro bacio sulla fronte. -“Non sopporterei che qualcun altro ti facesse del male, hai sofferto già troppo…”

 

Mi accoccolo meglio contro di lui sospirando, so che mio padre ci sarà sempre per me ed è per questo che gli voglio così tanto bene. Abbiamo sempre avuto un legame speciale io e lui, sono sempre stata la sua piccolina, la sua bambina, e con lui ho potuto fare qualsiasi cosa.

Non mi ha mai fatto pesare il fatto di essere rimasta incinta di Ian sebbene non stessimo più insieme da un anno e non mi ha mai chiesto il perché. Non che mia madre l’abbia fatto, ma per mio padre ho sempre pensato che fosse una maniera per deluderlo veramente, invece non fu così.

 

“Ti voglio bene papà.”- gli dico abbracciandolo.

“Anche io tesoro.”- ricambia anche lui l’abbraccio. Poi si stacca leggermente da me rivolgendomi uno sguardo complice. -“Come va con Eric?”

“Non dirmi che mamma ti ha raccontato tutto…”- mormoro coprendomi il viso rossa dall’imbarazzo.

“Non posso sapere se la mia bambina si frequenta con qualcuno?”- mi domanda accigliato.

“Certo papà, sai che te l’avrei detto, solo che aspettavo il momento giusto.”- affermo convinta.

“Si comporta bene con te?”- mi domanda ancora.

“Si, papà, non preoccuparti, nessuno mi sta facendo del male in questo momento.”- ridacchio per la sua apprensione, è sempre stato così. -“E’ veramente fantastico con me, anche con i bambini. Mi fa sentire bene.”

“Allora voglio conoscere l’uomo che fa felice mia figlia. Quando ti degnerai a presentarlo al tuo vecchio?”- mi domanda sorridendo sornione.

“Presto.”- gli rispondo.

 






















 

 

                                                                             * * *























 

Ian è appena passato a prendere i bambini e li ha portati via con lui. Giustamente hanno passato la giornata con me e ora passeranno il resto della serata con Ian e la sua famiglia. Mia madre è andata subito ad abbracciarlo, Alex gli ha stretto la mano sorridendo -più o meno- e mio padre gli ha rivolto un cenno del capo, ma non ha detto nulla, meglio così.

Mia madre mi ha ‘obbligata’ a rimanere qui anche per questa sera, poi, finita la cena, me ne ritornerò a casa. Faccio per sedermi a tavola quando il campanello suona.

Credevo che non aspettassimo ospiti.

 

“Ho invitato qualcuno.”- dice subito Alex lanciando uno sguardo complice a mia madre.

 

Alzo le spalle non curante, sicuramente sarà qualche amico di Alex, o magari un’amica. Sarebbe ora che mettesse la testa apposto, non è più molto giovane ormai. Alex va ad aprire la porta e sento una voce familiare parlottare con mio fratello.

Non ci metto molto a riconoscerla.

Eric!

Sono felicissima che sia qui, ma sinceramente non me l’aspettavo. Credo sia opera di mio fratello, ma decido di non dire nulla, infondo sono felice che sia qui per passare la serata con noi.

 

“Nina!”- urla una piccola vocina, Jonathan, che mi corre incontro.

“Ciao Jonathan, buon Natale.”- gli dico dandogli un bacio tra i capelli, poi mi alzo andando incontro ad Eric che mi rivolge un sorriso radioso che mi scalda il cuore. -“Buon Natale anche a te.”

 

Eric prende la mia mano e la bacia mormorando Buon Natale e questo gesto mi fa veramente piacere. Ormai, visto che una parte della mia vita è andata persa per sempre, per ovvie circostante, ho deciso di iniziare da qui. Bacia la mano anche a mia madre, sempre facendole gli auguri, e le porge una bottiglia di spumante, poi stringe la mano a mio padre.

 

“Quindi tu sei Eric, ho sentito parlare molto di te.”- gli sorride mio padre indicandomi facendomi arrossire. -“Sono felice che tu sia qui, se avessi aspettato mia figlia ti avrei conosciuto da morto.”

“Non dica così.”- lo ammonisce Eric sempre educatamente. -“Ci stiamo conoscendo.”

“Sono davvero felice che abbia trovato un buon ragazzo come te, mi piaci.”- gli dice mio padre dandogli una pacca sulla spalla sorprendendomi del tutto. -“E dammi pure del tu, così mi fai sentire troppo vecchio.”

“Sarà fatto.”- sorride Eric per poi avvicinarsi a me. Mi porge un pacchetto rosso con un nastro bianco. -“Questo invece è per te.”

 

Prendo il pacchetto che mi porge tra le mani e gli sorrido grata. Non mi aspettavo un regalo da parte sua, certo, gli ho fatto un regalo anche io, ma se faccio un regalo non lo faccio per averne uno anche io, sono fatta così.

 

“L’avevo preso un po’ di tempo fa, ho pensato che ti stesse bene addosso.”- mi dice indicando ancora il pacco.

“Non dovevi, ma… Grazie…”- mormoro sorridendogli dolcemente.

 

Scarto il pacco regalo e trovo una scatola color panna. La apro, facendo attenzione a non distruggere tutto come mio solito, e all’interno ci trovo una collana d’argento. E’… Bellissima… Davvero… Come simbolo ha un angelo ricoperto, sul vestito, di brillantini che lo fanno luccicare.

E’ un regalo bellissimo mi ritrovo a pensare, ed è anche un gesto infinitamente dolce da parte sua. E questo lato mi piace veramente tanto.

 

“E’ bellissima, davvero.”- gli dico sinceramente colpita. Solo ora mi accorgo che sono tutti spariti in sala, compreso Jonathan. 

“Sono contento che ti piaccia, appena l’ho vista ho subito pensato a te.”- mi dice accarezzandomi una guancia.

 

Socchiudo leggermente gli occhi trovandomi bene con quel gesto così intimo. La cosa ancora un po’ mi spaventa, non Eric in se, ma il fatto di avere una nuova storia dopo tutto quello che ho passato, ma mi fido di Eric e non stavo così bene dai tempi di Ian e sento che è la cosa giusta da fare. Non mi sento obbligata a farlo, lo voglio fare. Mi sento solo un po’ in colpa per quello che è successo con Ian nei confronti di Eric, non che mi senta in colpa di averlo fatto con Ian, ma tanto ormai non serve a nulla.

Un pezzo del mio cuore sarà sempre con Ian perché lo amo e lo amerò per sempre, ma è giusto che il mio cuore venga donato anche a qualcun altro.

 

“Puoi?”- gli domando indicando la collana.

“Certo.”- annuisce prendendo la collana dalle mie mani ed agganciandola al mio collo. 

“Davvero, è… Bellissima…”- mormoro osservandomi la collana al collo.

“Ti svelo un segreto…”- mormora al mio orecchio facendomi rabbrividire e le guance mi diventano leggermente rosse. Non capisco come, a quasi trentaquattro anni, mi possa imbarazzare ancora così… -“La collana è bella, ma tu di più.”

 

Poi mi sorride e se ne va in sala per andare a cercare suo fratello, credo, lasciandomi imbambolata di fronte al forno.

Sorrido, continuando a toccarmi la collana, e rimango per qualche istante immobile, poi decido di andare anche io in sala.

 





















 

                                                                               * * *






















 

 

Abbiamo cenato in compagnia, abbiamo riso e abbiamo parlato, parecchio. I miei genitori sembrano apprezzare parecchio Eric, non li avevo mai visti così disinvolti con qualche ragazzo… Escludendo Ian, ma quella è una faccenda a parte, e ne sono felice. 

Loro hanno sempre avuto occhio per certi tipi di cose, ma poi… Non puoi non voler accettare Eric, è fantastico, questo lo devo dire.

E mi piace veramente stare con lui, mi sento tranquilla e felice come non mi capitava da parecchio tempo -escludendo, lo ripeto, Ian. 

Ormai la serata è terminata ed io sto accompagnando Eric giù per le scale. Jonathan è già corso in macchina, troppo stanco per aspettare, mentre noi continuiamo a chiacchierare della serata appena passata.

 

“E’ stata una bella serata!”- mi dice Eric particolarmente allegro.

“Si, è stata veramente bella.”- gli dico con lo stesso tono particolarmente felice. -“E’ stato piacevole averti qui con noi…”

“Sono molto lusingato di questo, signorina Dobrev…”- mormora facendomi ridacchiare.

 

Da genio quale sono non ho portato nessuna giacca con me e, grazie alle temperature elevate di dicembre, sto morendo, letteralmente, di freddo. Eric si avvicina piano a me, si sfila la giacca nera e, prima che io possa fermarlo, me l’appoggia bene sulle spalle. Con lui è sempre così… Io ho freddo e lui, puntualmente, mi riscalda. Sorrido per quel gesto, credo che non mi abituerò mai a tutte queste attenzioni, e lo ringrazio con lo sguardo.

 

“Ti dovrò delle giacche con tutte quelle che mi presti…”- mormoro giocando con l’orlo della manica.

“E’ un’occasione in più per rivederti di nuovo, no?”- mi dice ridacchiando.

“Credo di si.”- ridacchio anche io osservandolo. -“Ma non servono giacche di mezzo per incontrarci.”

 

Eric ed io, in questo preciso istante, siamo parecchio vicini, molto vicini. Riesco a sentire il rumore del suo respiro ed improvvisamente questo accelera. I nostri nasi quasi si scontrano, le labbra ormai sono separate da cinque millimetri, forse meno. Mi accorgo dopo, forse troppo presa dal momento, che una mano di Eric è andata a finire dietro la mia schiena, ma non troppo in basso, è in mezzo. Un attimo dopo non sento più nemmeno il vento soffiare, gli uccelli cinguettare, le macchine passare e le persone parlare, siamo solo noi. Un secondo dopo le labbra di Eric si appoggiano delicatamente sulle mie e combaciano alla perfezione. Rimango un po’ stupita dal gesto, non me lo sarei mai aspettata, ma mi piace, per questo ricambio subito dopo mettendogli entrambe le mani dietro sul collo. Anche l’altra mano di Eric è andata a finire dietro la mia schiena e vengo appoggiata contro la porta del palazzo, provocando uno strano rumore, ma non ce ne curiamo. Provo sensazioni strane, simili a quelle che ho provato in passato, con lui, e questo mi provoca un po’ di timore, ma mi ispira a continuare. 

E’ un bacio, è il bacio. Non c’eravamo mai baciati prima, Eric mi ha lasciato i miei spazi e io non me la sono mai sentita di andare oltre, un po’ per me, ma soprattutto per lui visto che è stato sposato, prima di me, e poi si è separato, ma se mi sta baciando vuol dire che se la sente e questo mi fa stare bene. Non è un bacio qualunque, è un bacio serio, e sento che le cose stanno tornando finalmente al suo posto. Ci stacchiamo quando sentiamo qualcosa scendere sulla nostra testa e ci accorgiamo subito che è neve, sta nevicando.

Ci guardiamo negli occhi e sorridiamo, non c’è imbarazzo tra di noi, ed è bene così.

 

“Si è messa di mezzo anche la neve…”- mormoro guardando la sua testa con alcuni fiocchi bianchi.

 

Le sue mani sono ancora dietro la mia schiena, le mie dietro il suo collo, e non da fastidio a nessuno dei due.

 

“E anche il vischio, credo porti fortuna!”- mi dice indicando qualcosa alle mie spalle.

 

Mi volto leggermente e noto che, effettivamente, c’è del vischio attaccato sulla porta e scoppio a ridere seguita ruota da Eric.

Chissà… Magari è di buon auspicio.



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Buona domenica a tutte :')
Lo so, avrei dovuto aggiornare ieri, ma ho avuto una partita ed ero troppo stanca perfino per aggiornare, ma ora sono qui. Voglio avvisarvi che, da ora in avanti, non avrete più un aggiornamento ogni tre giorni, ma uno ogni cinque (se ce la faccio) o uno alla settimana perchè sono piena di cose da fare. Il professore di filosofia inizia ad interrogare tra cinque giorni su più di settanta pagine, ma vabbeh u.u
Prima di iniziare a commentare questo capitolo, voglio dirvi che, se la storia vi è sembrata tranquilla, fino ad adesso beh... Non lo sarà. Nel settimo capitolo capiterà qualcosa ad un personaggio in particolare che creerà, purtroppo, parecchi problemi. Bene, detto questo, passiamo al capitolo.
E' piuttosto Nina centrico e vediamo quattro scene distine. Ian, Alex, papà Dobrev ed Eric.
Ian arriva per portare i regali ai bambini e, insicuro, chiede qualche consiglio a Nina rendendosi conto dopo di averla in qualche modo ferita tirando fuori il discorso di suo figlio, l'altro figlio. Nina è ferita, ma Ian è pieno di dubbi, non sa cosa fare sia nel piano sentimentale -Nina o Nikki?- e sia dal punto di vista genitoriale, in quanto ha due figli che non ha cresciuto veramente lui ed ora si trova a fare i conti con una piccola vita.
La scena poi viene spostata a casa dei genitori di Nina con Alex che tempesta di domande Nina. Si è accorto dei vari cambiamenti della sorella, sia da Londra e sia da Toronto. Ovviamente sappiamo tutti quello che è successo a Londra, ma Nina non ha detto nulla a nessuno non perchè non si fidi, ma perchè ormai è acqua passata e non avrebbe senso avvisarli ora. Toronto è... Toronto. Quello che è accaduto a Toronto rimane a Toronto, insomma. Il fratello di Nina ci ha visto giusto, ma lei, in qualche modo, gli fa cambiare idea. La scena più dolce, oltre a quella con Eric, secondo me è stata quella tra Nina e suo padre, ci voleva una scena dolce tra loro due, ho adorato scriverla. Lui, ovviamente, si preoccupa costantemente per lei sebbene Nina sia cresciuta e vuole proteggerla da tutti *^*
La scena tra Nina ed Eric è stata la scena. So che molte di voi non apprezzano questa coppia (c'è chi però l'apprezza veramente ^^), ma ho una particolare scaletta per questa storia e beh... Ho già tutti gli eventi in mente e, da come ho strutturato la storia, deve accadere anche questo :)
Nina ed Eric hanno finalmente il loro bacio sotto la neve e sotto il vischio, dovrebbe portare fortuna tecnicamente. Nina ama ancora Ian, non lo dimenticherà mai, ma, come ha più volte precisato, avendo lasciato andare Ian, deve crearsi una propria vita, ma non vede comunque Eric come un obbligo, le piace.
Ringrazio le fantastiche dieci ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo (alle quali adesso risponderò).
Alcune di voi mi hanno chiesto l'immagine che avevo in mente per i gemelli, eccola:

(149422124-portrait-of-young-boy-gettyimages.jpg)
Appena l'ho vista ho subito pensato al mix Nian *__*

Grazie ancora, alla prossima <3

 

  
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