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Autore: Classicboy    20/09/2015    2 recensioni
Storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Pottertalia!AU, molti pairing
Un anno scolastico uguale a tutti gli altri può essere sconvolto da un giorno all'altro e portare a problemi a cui non si ha mai pensato. E così Ludwig, Arthur, Feliciano, Francis e tutti i loro amici si ritroveranno coinvolti in un'avventura più grande di loro con uno sfondo epico: il torneo Tremaghi!
Dal 1° capitolo:
“Ludwig Beilschmidt, nato a Berlino, trasferito in Inghilterra- disse porgendo la mano -Sono al primo anno”
“Ve, io sono Feliciano Vargas, sono italiano, piacere. Anch'io sono al primo anno” e prima che l'altro potesse rendersene conto lo abbracciò.
“M-ma che diavolo fai?!”
“Come cosa? Siamo amici, gli amici si abbracciano”
...
“Venduto? A chi?’’
“A me” rispose un ragazzino dalla zazzera bionda e occhi verdi che sembravano due specchi. Era così mingherlino, che Francis stentava a credere che fossero coetanei.
“Ehi, piccoletto…”
“Ho undici anni, rana!’’
“Rana a chi, scusa? Per tua informazione, sono al secondo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!’’
“I loro standard si devono essere proprio abbassati, se adesso ammetto anche delle rane”
“Ma sentitelo… e da quando accettano i bruchi?’’
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA SCELTA DEL CALICE

 

 

La pausa di completo silenzio durò altri due minuti buoni durante i quali il preside si beò di tutta l'attenzione che stava ricevendo.

Alla fine si decise a parlare (su sollievo del resto del personale docente): “Bene, adesso lasciate che io vi spieghi come funzionano le regole dell'iscrizione. Da ora fino a domani sera il Calice sarà lasciato qui in questa sala, e chiunque voglia partecipare dovrà scrivere nome, cognome e scuola di appartenenza su di un bigliettino e lasciarlo cadere all'interno delle fiamme. Poi domani a cena leggeremo chi saranno i tre fortunati scelti. Chiunque verrà scelto come campione verrà esentato dall'obbligo degli esami di fine anno, mentre nel caso si tratti di un alunno che deve tenere i GUFO o i MAGO, la commissione ne terrà da conto e gli verrà fornito un esame facilitato”

Gli alunni già scalpitavano per dirigersi verso il Calice, ma il preside italiano non aveva ancora finito: “Inoltre! - tornò la calma – Vi avviso che visto il rischio a cui si sottoporranno i vari studenti, sarà permesso di partecipare solo a coloro che vanno dal quinto anno in su...”
Scoppiò il pandemonio, capitanato da Alfred e Kim che urlavano a più non posso per protestare il fatto che loro, andando al quarto anno, erano esclusi automaticamente dalla gara.

Cesare sospirò prima di puntarsi la bacchetta alla gola e urlare con voce amplificata dalla magia: “Silenzio!”
All'istante tutti tacquero.

“Statemi a sentire - disse l'uomo dopo aver fatto tornare il tono di voce normale - Capisco che molti di voi siano eccitati e contrariati, ma questo non è uno scherzo. Non è insolito che le prove di questo torneo si rivelino essere mortali. Bisogna pensarci bene prima di iscriversi perché si crea un contratto magico vincolante impossibile da spezzare nel caso in cui si venga scelti. Da qui il voler evitare che studenti dal quarto anno in giù partecipino: siete ancora troppo immaturi e vi buttereste a capofitto nell'azione senza pensarci. E questo è esattamente ciò che noi vogliamo evitare succeda. E se sentirò ancora qualcuno lamentarsi... Credo che aumenterò la mia collezione di furetti”

Tutti gli alunni intuirono la velata minaccia dell'uomo.

Cesare contento di vedere che avessero capito, si voltò e tornò al tavolo degli insegnanti mentre mormorii di eccitazione si diffondevano per tutti e quattro i tavoli contagiando tutti gli alunni.

Beh, non proprio tutti...

Arthur era stato intrattabile per tutta la serata. Gli altri Corvonero si erano ben guardati dall'avvicinarglisi, non avendo manie suicide come un certo francese Serpeverde, che continuava a lanciargli frecciatine dal tavolo della sua casa. L'unico motivo per cui non era stato ancora cruciato, era perchè c'erano troppi testimoni, e il vicepreside gli aveva raccomandato di controllare e gestire i suoi problemi di rabbia. Facile per lui dirlo, non doveva sopportare una rana gracidante che metteva in dubbio le sue doti. Aveva un certo orgoglio anche lui, anche se non era un Serpeverde.

<< Respira, Arthur. Dannazione, sei superiore a quella rana gracidante. Pensa ad Aritmanzia. Pensa ad Aritmanzia e ai libri che ti aspettano in camera >>

Grazie a quei pensieri, sembrava che la cena potesse continuare senza interruzioni. Peccato che non avesse preso in considerazione il fattore '' fratello maggiore stronzo dell'anno''.

''Che hai, fratellino? - chiese Alistor, avvicinandosi al minore - Perchè hai quella faccia? Il tuo fidanzato non ti ha regalato il peluche che desideravi?''

''Levati dai piedi, Alistor'' biascicò il biondo, che a causa dell'irritazione non aveva fatto troppo caso alla battuta del maggiore.

''Come siamo gentili, stasera''

''Vuoi veramente vedere tutta la mia gentilezza? Non ho problemi a cruciare gli scocciatori''

Il rosso alzò le mani, in segno di resa: ''Ehi, non ora. Che figura faremmo fare alla nostra scuola?''

''Col trio degli idioti, sta sicuro che la fama di Hogwarts andrà a farsi benedire tra meno di dodici ore''

''Ah... parli di Francis, Gil e Antonio? Di loro non ci dovremo preoccupare''

''Che vuoi fare? Non sei neppure il Prefetto''

L'altro sorrise, sghembo: ''Oh, non preoccuparti. Al francesino non farò niente (almeno, non farò niente che possa lasciare tracce)”

Arthur gonfiò le guance, proprio come quando erano piccoli: ''Di quello lì non me ne può importare di meno. Puoi anche lanciarlo da una scogliera, per me non cambierebbe niente''

''Oh, che strano modo per dimostrare che ci tieni...''

Parlava proprio quello che piuttosto che ammettere di essere un filino geloso per suo fratello minore avrebbe preferito rimanere un mese ad aiutare Gazza.

''Ancora non ho capito, tu che ci fai qui?''

''Nah, niente di chè... volevo solo precisare che il campione scelto sarà un Serpeverde. Tu non provare neppure ad iscriverti, sarebbe un'inutile perdita di tempo''

Arthur si fece livido per la rabbia: ''Sarò anche più giovane di te, ma sono altrettanto capace. Anzi, potrei esserlo anche di più!''

''Ma ti sei visto? Sei così mingherlino che verresti schiacciato senza problemi già dalla prima prova. Se poi ti capita come avversario uno di quei russi di Durmstrang... beh, sulla tua lapide dovremmo scrivere 'giovane mago fatto fuori perchè troppo acido per accettare i consigli di suo fratello' .”

''Io acido? Detto da te è un complimento''

''Ti ho solo dato un consiglio. Tanto sappiamo entrambi che ad essere scelto sarò io''

Arthur si strinse i pugni, facendo conficcare le unghie nella carne. E no, se quella era la giornata del '' insultiamo Arthur Kirkland'', avevano sbagliato persona con cui giocare a fare gli intrepidi campioni spocchiosi.

'' Al diavolo, il campione sarò io. Mi iscriverò, e tu non potrai fare niente per fermarmi''

Per un attimo, il rosso cambiò espressione. Subito tornò alla sua classica aria da arrogante menefreghista.

''Bah, sei proprio cocciuto - disse, dopo una scrollata di spalle - Tu intanto non dire che non ti avevo avvisato. I Corvonero dovrebbero rimanere in biblioteca, non sono fatti per l'azione''

''Sai dove te lo puoi ficcare il tuo parere?''

''E' il parere del futuro campione, fratellino''

Detto ciò, si allontanò per tornare al suo posto vicino ad Abel. Passò vicino a dov'erano seduti Francis e i suoi amici, e non gli degnò di uno sguardo. Curiosamente, il succo di zucca che il francese stava bevendo si trasformò in succo di prugna andato a male.

''Amigo, mi sa che Alistor ce l'abbia con te'' disse Antonio, porgendogli il suo bicchiere.

''Con me? Cosa gli ho fatto?''

''Non so... magari non gli piace il fatto che tu abbia guardato un po' troppo a lungo suo fratello'' fece Gilbert, mangiando dei crauti.

''Anche quella ragazzina di Grifondoro l'ha guardato un po' troppo a lungo, eppure non le ha trasformato i capelli in serpenti''

''Oh,ti sei informato sulla concorrenza?''

''Gil, seriamente...''

''Ma io sono serio''

''Intanto perchè Belle e le sue amiche di Tassorosso continuano a fissare nella nostra direzione?''

''Tonio, siamo stramaledettamente fighi. Ovvio che ci fissino''

 

''Il biondino perchè non è andato da Arthur - mormorò una ragazza Tassorosso a Belle - Alistor è stato un gran cafone. Perchè non va a consolarlo?''

''Che vuoi farci... Non vuole far capire quanto ci tiene a lui. Ma sta sicura che stasera...''

''Oh, ma io voglio sapere!'' fece un'altra, di un anno più piccola delle altre due.

''Non preoccuparti, ci penserà sicuramente Kiku a farci qualche foto speciale. Dobbiamo solo avere pazienza''

''Belle, ma tuo fratello non ti ha fatto sapere niente della Spamano?''

''Sigh... no. Ma Romano si è messo la divisa da cercatore solo per Antonio! Non lo trovate romantico? Anche se è uno tsundere, ci tiene al suo Tonio''

''Argh! - esclamò la prima ragazza - Questo UST mi ucciderà, prima o poi''

Gilbert in parte aveva ragione... solo, era meglio se non immaginava che discorsi si tenevano al tavolo dei leali e docili Tassorosso. Ne sarebbe rimasto inorridito, lui che quando sente parlare di ship crede che parlino di navi.

 

Gli alunni della scuola di Durmstrang finirono in fretta la cena e si diressero verso la nave dove avrebbero dormito.

Nelle retrovie se ne stava Ivan che pensava ai fatti propri, o almeno lo faceva fino a che non sentì uno strano rumore e si trovò con delle braccine avvolte intorno al torace.

Impallidì nel sentire una ben nota voce che diceva: “Fratellone, ora che non c'è nessuno: sposiamoci”

Si cercò in fretta attorno alla ricerca del padre o di un qualunque compagno, non riuscendo però a trovare nessuno.

Era ormai rassegnato al peggio, quando una voce delicata li interruppe: “Vanja? Natasha?”

Entrambi si fermarono di botto, assumendo un'aria sorpresa e al contempo spaventata. Lentamente Natalia si staccò dal fratello maggiore e entrambi si girarono vedendo una ragazza con la divisa di Hogwarts, dei corti capelli biondo platino e la cravatta Tassorosso che li guardava impaurita.

“Katja?” domandò quasi in trance la più giovane.

La ragazza sorrise mentre delle lacrime scendevano dai suoi occhi: “Siete cresciuti. Natalia, vedo che continui a importunare Ivan, e tu Ivan sei diventato così grande...”

“Cosa vuoi?”

La voce del russo le riportò al mondo reale. Enkaterina lo fissò sorpresa: la fissava apparentemente inespressivo, con una sorta di curiosità fanciullesca, sotto la quale però lei riusciva a scorgere la tensione e la quasi noncuranza dell'altro.

“S-sono venuta a vedere come stanno i miei fratelli minori...” rispose asciugandosi le lacrime.

Ivan si esibì in un sorriso gelido, senza alcuna traccia di calore: “Noi non siamo fratelli”

“Ivan, ma che cosa...?!”

“Nostro padre l'ha messo bene in chiaro - la interruppe il ragazzo aprendo gli occhi color ametista in un'espressione che fece indietreggiare la ragazza di un passo - Tu sei la vergogna della famiglia. Una babbanofila, un onta per il proprio sangue. Nostro padre ti ha cacciato, e ti ha tolto la possibilità di chiamarti col nostro nobile cognome Braginski, dandoti invece quello di nostra madre: Cerneko”

Si aggiustò leggermente la sciarpa davanti al viso. La ragazza a vedere quel gesto impallidì, indico l'indumento e il ragazzo annuì prima di continuare: “Molte cose sono cambiate da quando te ne sei andata per venire a frequentare questo posto pieno di sangue sporco e traditori del proprio sangue. Nostro padre ci diceva che non saresti riuscita a combinare nulla neanche in un posto come questo, e difatti eccoti qui: una debole Tassorosso. La casa dei perdenti, il posto in cui si radunano i falliti...”

“Zitto!”

Il ragazzo si fermò sorpreso alle parole della sorella maggiore. Lei lo fissò con sguardo deciso mentre altre lacrime bagnavano le guance, ma stavolta non erano lacrime di felicità, erano lacrime di rabbia.

“Che vi è successo? - domandò con voce roca – Che vi è successo per ridurvi così?”

Il ragazzo la fissò: “Siamo cresciuti”

Detto questo si voltò e se ne andò seguito dalla sorella, lasciando la ragazza sola a piangere per come il padre aveva trasformato i suoi dolci fratelli.

 

Era stata una notte agitata, per Ludwig.

Non era la prima volta che gli capitava, da che ne aveva memoria aveva sempre sofferto di incubi. C'era stato un periodo, non meglio definito nei suoi ricordi, in cui la notte si svegliava urlando e con le lacrime agli occhi. Ci aveva imparato a convivere, ci aveva fatto l'abitudine. Con il tempo, i brutti sogni erano diminuiti, e lui poteva dormire tranquillamente. Più o meno.

Ma dopo l'arrivo dei loro ospiti stranieri, gli incubi erano tornati, più feroci di prima. Incubi tinti di verde e rosso, un'ombra che si stagliava su di lui, maligna, di cui riusciva a distinguere solo gli occhi violacei. Se la Morte avesse gli occhi, sarebbero stati sicuramente di quel colore. ''Tu non saresti dovuto tornare - gli diceva, e la voce gli sembrava così familiare - Mi dispiace, ragazzino. Ma hai visto troppo''

Provò a urlare, ma dalla sua gola non uscì alcun suono. L'ombra alzò la bacchetta, pronto a scagliargli la più terribile tra le maledizioni senza perdono. Stava per morire, ed era da solo...

 

'' Ve, Lud... tutto bene?''

La voce di Feliciano svegliò il tedesco, teso come una corda di violino a causa dell'incubo fatto e con la fronte imperlata di sudore.

''Ja... più o meno... aspetta...''

''Ve... si?''

''Tu che ci fai nel mio letto?''

Dopo i primi istanti di smarrimento, e un minuto buono per riabituarsi alla luce, Ludwig si accorse che l'amico si era infilato nel suo letto, con tanto di pigiama, e che gli aveva stretto il torace in una morsa degna del migliore lottatore di wrestling. Non era una presa particolarmente ferrea, eppure lui non provò neppure a divincolarsi, nonostante fosse diventato rosso per l'imbarazzo.

''Oh, questo dici? Ve... ho sentito che parlavi nel sonno, allora ho voluto tranquillizzarti. Anch'io quand'ero molto piccolo avevo spesso incubi, e il nonno e il fratellone entravano nel mio letto per rassicurarmi, e rimanevamo così fino al giorno dopo''

Se possibile, il biondo arrossì ancora di più. Così, ora anche l'italiano era a conoscenza del suo piccolo problema con il sonno. Lo sapeva che prima o poi sarebbe venuto a saperlo, d'altra parte erano compagni di stanza. Solo, avrebbe preferito che lo sapesse in altre circostanze, e non mentre cercava di consolarlo come un bambino spaventato da un temporale.

''Uhm... suppongo che ti debba ringraziare''

''Ve... di niente, Lud! Sono cinque anni che tu mi sei sempre di aiuto. Senza di te, probabilmente non sarei arrivato al quinto anno. Per questo, secondo me, tu dovresti partecipare al torneo Tremaghi!''

''Feli...''

Davvero, non sapeva mai come reagire di fronte ai complimenti.

''Sei un grande mago, sei brillante, sei buono... beh, a volte puoi anche essere un po' spaventoso, ma questo potrebbe tornati utile durante il torneo! Inoltre...''

''Io non parteciperò - l'interruppe l'altro, prima che continuasse a tessere le sue lodi fino alla fine del semestre - Mi pare di avertelo già detto, no?''

''Ve... ma è un peccato''

''No, non lo è. C'è Yao che potrebbe tranquillamente sostituirmi. Lui è anche in grado di combattere con le pentole” disse, ricordando come, durante il suo terzo anno, l'asiatico sedò una rissa fatta scoppiare da suo fratello e quegli idioti dei suoi amici con solo un mestolo e una pentola. Da dove li avesse tirati fuori, restava un mistero. Forse aveva trasfigurato dei Serpeverde presenti alla rissa.

Prima che il più piccolo potesse replicare qualcosa, entrò in camera Kiku, che esordì con un: ''Sono indeciso se iscriverm... SCUSATE, SPERO DI NON AVER INTERROTTO NIENTE!''

''Cos... no, Kiku! Non è come pensi!''

Ludwig si alzò dal letto, allontanandosi a malincuore dall'abbraccio dell'italiano.

'' Lud, cosa gli è preso?''

Di fronte all'ingenuità di Feliciano, il tedesco rimase interdetto per alcuni istanti: ''Credo che abbia frainteso la situazione...''

''In che senso?''

''Ehm.. scusa, devo andare a parlargli. Mi pare che abbia detto che voglia partecipare al torneo. Meglio che dica anche a lui di non farlo, non voglio che qualche nostro conoscente corra rischi inutili''

''Oh, va bene, ve...''

Così, con quella scusa (tra l'altro, non era neppure una scusa), Ludwig abilmente glissò le domande del ragazzo, preservando così l'innocenza dell'italiano e la sua sanità mentale.

Beh, almeno Kiku non gli aveva scattato foto imbarazzanti con quella diavoleria babbana che si era portato dietro da casa.

Ludwig si cambiò in fretta mentre Feliciano assonnato gli diceva che lui sarebbe rimasto ancora cinque minuti a letto.

Scese svelto le scale della torre e arrivò in Sala Grande, giusto in tempo per vedere l'ultima delle alunne di Beauxbatons oltrepassare uno strano cerchio blu e mettere il proprio nome nel Calice sotto lo sguardo attento di Atena.

Finita l'operazione fecero dietro front e uscirono dalla sala sotto lo sguardo smanioso di ogni singolo alunno maschio di Hogwarts.

Il tedesco cercò attorno a sé la figura minuta del compagno di Casa fino a che non lo vide seduto al tavolo di Corvonero con dei fogli.

Si avvicinò sbuffando e prese posto accanto a lui: “Eccoti qui, finalmente”

L'orientale sussultò allarmato e si affrettò a nascondere nella borsa le carte.

“Ma che stavi facendo?” domandò sospettoso il teutonico. Era quasi sicuro di aver visto disegnata l'immagine sua e di Feliciano in pose non proprio caste.

“Niente” mentì rosso Kiku.

Ludwig continuò a squadrarlo fino a quando non fu distratto da una voce che urlò: “Fate largo al nuovo esotico e misterioso campione di Hogwarts!”

Entrambi si voltarono e videro Sadiq entrare con passo trionfale nella Sala. Si avvicinò anche lui al Calice e lasciò cadere dentro il foglio con su scritto il suo nome.

Dopodiché si avvicinò baldanzoso al tavolo dei blu-bronzo e si accostò a Kiku: “Ecco fatto”

“Partecipi anche tu?” chiese sorpreso Ludwig.

“Cert che sì! Del resto un conquistatore come me non può certo tirarsi indietro di fronte ad un'opportunità del genere. E tu Kiku? Ti sei già iscritto?”

“Ehm, a dire il vero no”

“Aspetta - li interruppe l'europeo - Kiku è stato Sadiq a convincerti a partecipare al torneo?”

“Beh, sì. Mi è venuto vicino e abbiamo cominciato a parlare e lui mi ha detto che sarebbe stato interessante partecipare ad un avvenimento del genere”

“Esatto! - intervenne il turco - Avanti Beilschmidt, pensaci! Fama, onore, gloria, denaro, stima, ogni singola cosa che si possa desiderare la si può ottenere semplicemente vincendo la competizione!”

“Se vieni scelto tu - lo interruppe la voce di Heracles appena svegliatosi dal suo riposino post-sveglia - So di sicuro che cosa otterrò io: un intero anno scolastico senza sopportarti visto che sarai bendato e in coma al San Mungo”

“Parla quello che ha talmente tanta paura da non voler neanche partecipare!” lo rimbeccò Sadiq.

“Te l'ho già detto, stupido di un turco, non è che non voglio, non posso

“Cosa? E perché?”

“Beh, Kiku, è un po' imbarazzante da dire, però... Mia madre, la preside di Beauxbatons mi ha... proibito di partecipare” rivelò rosso il greco.

“Oh, ma che bravo figliolo che abbiamo qui” lo stuzzicò Sadiq prima che il castano gli lanciasse contro uno dei gatti che teneva in grembo.

E mentre scoppiava l'ennesima rissa tra i due, Ludwig e Kiku vennero raggiunti da Feliciano: “Ve, ciao ragazzi! Allora Lud? Gliene hai già parlato?”

“Parlato?! Parlato di cosa?!” chiese spaventato Kiku.

“No, non ancora. Senti Kiku...”

<< Oh, povero me! Non è che hanno scoperto le bozze di quelle doujinshi GerIta r18 che tengo nascoste nel baule?! Eppure mi ripetevo sempre di mettere a posto, perché non l'ho fatto?! Maledetta sia la mia pigrizia! Oh povero me, adesso parla, adesso mi rimprovera, adesso... >>

“Credo che non dovresti partecipare al torneo Tremaghi”

“Oh, grazie ai Kami!”

L'esclamazione del moro lasciò i due ragazzi leggermente perplessi, quindi Kiku imbarazzato si affrettò a scusarsi: “Perdonatemi, pensavo... a una cosa che mi era venuta in mente. Comunque, perché non dovrei partecipare? Hai sentito quanto si guadagna?”

“Sì, ma c'è altrettanto da perdere - lo ammonì il tedesco - Hai sentito anche tu Arthur: non è raro che ci scappi il morto, e le prove sono spesso talmente pericolose da risultare mortali per maghi non esperti. Tu sei un bravo studente, questo sì, non ti preoccupare, però hai anche dei difetti. Primo fra tutti ti agiti troppo facilmente e in questo genere di prove un problema come questo può essere la differenza tra vittoria e sconfitta, tra vita e morte. Bisogna avere nervi saldi e mente razionale, oppure devi essere uno sconsiderato come...”

“Ahahahah, largo all'Eroe!”

“Appunto”

In quel momento fece il suo ingresso Alfred seguito da molti ragazzi del Grifondoro. Pareva essere piuttosto su di giri e teneva tra le mani un foglietto e una piccola fiala.

“Jones, che credi di fare?” domandò Ludwig avvicinandosi e guardandolo serio.

“Oh, ciao Lud! Semplice, io voglio partecipare al torneo”

“Non puoi, sei troppo giovane”

“Proprio per questo mi sono portato dietro questa - il ragazzo si esibì in un sorriso a trentadue denti mentre mostrava la fialetta - Pozione invecchiante. Ne berrò qualche goccia e diverrò più grande di un anno!”

“Questo si chiama barare! Dove sono i Prefetti? Dov'è Mathias Kohler quando serve?!” domandò stizzito il ragazzo setacciando la Sala alla ricerca dello sconsiderato Prefetto di Grifondoro.

Alfred fece spallucce: “Mi pare sia andato da Lukas, ora per favore togliti Ludwig. Lascia passare l'eroe”

“Io non...!”

“Lascialo fare Beilschmidt”
L'intero gruppo si voltò verso Arthur che aveva appena parlato. L'inglese chinò il libro che stava leggendo e li fissò con i suoi occhi verdi: “Lascialo andare avanti. Mi piacerebbe vederlo fallire miseramente”

“Arthur, ma che stai...?!”
“Tranquillo, non voglio certo vedermelo crepare di fronte alla prima prova. No, ciò che intendo è che mi piacerebbe vederlo fallire nel tentativo di mettere il suo nome nel Calice”

“Che intendi dire?” chiese confuso l'americano.

“Semplice: vedete quel cerchio blu? È stato fatto dal preside e dal vicepreside: è una speciale linea dell'età che espelle tutti coloro che cercano di avvicinarsi al Calice e che non appartengono al quinto, sesto e settimo anno - lo fissò con un sorriso di scherno - Una pozioncina come la tua non riuscirà mai a ingannare un sortilegio del genere”

“Infatti, meglio che rinunci Alfred!” esclamò un'ennesima voce. Per la terza volta il gruppo si voltò e stavolta videro ferma sull'uscio la fiera figura di Kim.

“Oooooh, tutto ciò è tipo molto meglio delle telenovelas!” esclamò allegro Feliks prendendo a mangiare dei pop-corns tirati fuori da chissà dove.

“Nessuno ha chiesto il tuo parere, tassetto” esclamò lo statunitense con una smorfia di fastidio alla castana.

La ragazza avanzò: “Ma io lo dico per te, Alfie. La tua pozione non riuscirà mai a oltrepassare la barriera...”

“Ecco, dalle ascol...”

“... mentre la mia sì!” concluse la vietnamita tirando fuori una fiala dalla tasca della divisa.

Il teutonico si tirò una manta in testa: “Kim, ti prego: non anche tu...”

“E invece sì! Sarò io la nuova campionessa di Hogwarts!”

“Scordatelo: questo è compito dell'eroe!”

I due si fronteggiarono.

Arthur sbuffò: era stato divertente finché era durato, ma ora quel teatrino lo stava davvero annoiando e lui voleva assolutamente tornare ad Aritmanzia: “Sentite, fatela finita una volta per tutte: bevete da quelle stupide fialette, entrate e fallite”

I due maghi più giovani lo fissarono male per poi avvicinarsi all'antico oggetto. Presero un profondo respiro e ingoiarono nello stesso momento le rispettive pozioni. Poi con un salto entrarono nel cerchio.

Aspettarono cinque secondi, dieci, venti...

Visto che non succedva nulla si rilassarono e si diressero verso il Calice. Avevano ormai entrambi la mano protratta sopra le fiamme quando si sentì uno scoppio e i due furono respinti lontano mentre i rispettivi fogli bruciavano.

“Che vi avevo detto? Oh, ma tu guarda: questa non me l'aspettavo...” mormorò Arthur.

Alfred non capendo cosa intendesse l'inglese con l'ultima frase fissò la compagna e scoppiò a ridere: sul viso della Tassorosso era appena apparsa una lunga barba argentea.

“Beh, consolati Kim - mormorò tra le lacrime il biondo - Conosci il detto: donna barbuta, sempre piaciuta!”

“E di un po', tu ce l'hai uno specchio?” chiese la ragazza prima di scoppiare a ridere a sua volta.

L'americano si toccò il viso e sentì di avere a sua volta la baraba. Entrambi scoppiarono in una gioiosa risata assieme al resto della sala, prima di guardarsi negli occhi e arrossire.

“Ehm, mi sa che è meglio se andiamo in infermeria...” mormorò imbarazzato il ragazzo.

“Mi... sa che hai ragione...” rispose l'altra.

Si alzarono e uscirono dalla sala.

Ludwig sperava che i problemi fossero finalmente finiti, ma si dovette ricredere vedendo chi è che stava entrando in quel momento.

Mathias era un Grifondoro. Ed era anche incredibilmente stupido. Inutile cercare di farlo ragionare, nonostante Tino avesse chiesto anche l'aiuto di Lukas per distoglierlo dal suo proposito di iscriversi al torneo.

''Ma Matt... non puoi! - esclamò, vedendo il giovane mago avanzare fiero verso il calice - Non hai le conoscenze di un mago del sesto o del settimo anno! E sei una frana in Pozioni e Cura delle creature magiche. Cosa succederebbe se una delle tre prove consisterà proprio in una di queste materie?''

Il biondo sbuffò. Il finlandese aveva promesso di non dire a nessuno di quelle sue leggere mancanze: ''Che problema c'è? Mi aiuterà Lukas a prepararmi per bene prima della prova''

''Te lo scordi - commentò il norvegese, che stava accanto a Tino - Ad iscriverti sei tu, tu cerchi di farti ammazzare, non io. Dunque, dai guai te ne esci da solo''

Come al solito, il Grifondoro interpretò la risposta a suo esclusivo uso e consumo.

''Oh, questo lo prendo per un sì. E' ovvio che mi aiuterai!''

''Ehm... - fece Tino, rivolto all'altro - Ma fa sempre così, quando si tratta di te?''

'' A quanto pare...''

''Quello che Lukas voleva dire - disse il finlandese, tornando a parlare a Mathias - E' che questa competizione dovrà testare le tue capacità. E lui non potrà esserti di molto aiuto''

'' Io non...''

''Certo che voleva dire questo!'' esclamò serio, mettendo una mano davanti alla bocca dell'algido biondo. Anche Lukas doveva essere più collaborativo.

Mathias, ormai ad un passo dal Calice, li fissò in tralice: ''Io sono abilissimo, sono un duellante eccezionale. Se questo coso è intelligente quanto il Capello Parlante, state sicuri che sceglierà me, come campione di Hogwarts''

''Ma Mat...''

''Andiamo, Tino. Con Ber tutte queste storie non le hai fatte''

La sorpresa si dipinse sul viso del giovane Tassorosso: ''Di che parli, scusa?''

''Oh, non lo sapevi? Stamattina anche Ber si è iscritto. In realtà, stava qua davanti senza sapere cosa fare. E' stato grazie a me se alla fine si è deciso''

''Questo vuol dire che gli hai strappato di mano il foglio col suo nome scritto sopra e l'hai gettato nel Calice'' disse Lukas, dopo esserci arrivato con un rapido ragionamento logico. Dopotutto, dopo cinque anni poteva dire di conoscere il danese come le sue tasche.

''Mhm... beccato''

Il viso di Tino si colorò di mille colori . Per sicurezza, il norvegese si allontanò di pochi passi da lui. Era una cosa nota solo agli amici più stretti del finlandese, ma quando questi si arrabbiava, diventava più pericoloso di un Serpeverde.

''Scusa, Lukas. Io devo andare a cercare Ber''

Se ne andò, lasciando da soli i due amici. Cercare di far desistere Mathias dai suoi propositi suicidi non era più in cima alla lista delle sue priorità.

''Ehi Norge...''

''Non. chiamarmi. Norge.''

''...mica cercherai di impedirmi di iscrivermi?''

Il norvegese scosse la testa: ''E' come hai detto tu, Mathias. Se il Calice è intelligente come il Cappello Parlante, sicuramente saprà scegliere il suo campione. Tu non corri troppi rischi...''

''Oh, sapevo che tu avevi fiducia in me!''

''Sei un'idiota, te l'hanno mai detto?''

''Mhm.. si, tu almeno dieci volte. Solo oggi, poi''

Il norvegese sospirò. Cercare di spiegare qualcosa al Grifondoro era una vera e propria impresa di Sisifo.

''Beh, visto che non ci sono altre opposizioni.... dai pure il benvenuto al futuro campione di Hogwarts '' sorrise Mathias, dopo aver messo il suo nome nella coppa.

"Non ci credo, ed io cosa ho parlato a fare finora..." mormorò Ludwig nel più completo sconforto dopo aver assistito alla scena. A volte gli sembrava di remare controcorrente in quella scuola.

''Ve... dai Lud, almeno Tino e Lukas ti sono stati a sentire''

''Tino anche volendo non può partecipare, e Lukas ... lui un po' di buon senso ce l'ha''

"Come sei negativo - sbuffò l'italiano - Comunque che fine a fatto Tino?"

Intanto il finalndese stava correndo per i corridoi del castello alla ricerca di una ben nota persona.

Berwald era seduto sui gradini della scalinata, in preda al completo sconforto. Aveva voluto iscriversi per dedicare la sua vittoria a Tino. Ma prima di farlo, si era bloccato, pensando a tutte le controindicazioni dovute al caso. Se gli fosse successo qualcosa, il Tassorosso sarebbe stato triste per lui. Avrebbe pianto, nel caso più grave. E lui poteva sopportare il senso di colpa?

''Finalmente ti ho trovato - fece la nota voce del giovane Tassorosso, che si sedette al suo fianco - Sai, anche se non sembra, sei molto difficile da trovare, quando non vuoi''

''...s*sa...'' biascicò il biondo, imporporandosi appena. Ecco, aveva già cominciato a farlo preoccupare. Che razza di marito era?

''Beh, Mathias mi ha detto tutto. E so che è colpa sua''

''C*me?''

''Beh, è lui che ha messo il tuo nome nel Calice. Tu volevi farlo, certo, ma non avevi ancora deciso. Se fossi arrivato prima, ti avrei convinto a non farlo''

Lo svedese annuì. Ma non era giusto dare tutta la colpa all'amico. Lui per primo aveva voluto provare a prendere parte a quella cosa. L'incosciente, in un primo momento, era stato lui.

''Non...solo...''

''Mhm?''

''Ho detto... non solo... M*ias... ''

Tino capì quello che intendeva dire.

''Si, è vero - continuò per lui - Anche tu volevi iscriverti. Solo, perchè non mi hai detto niente?Avevi paura che ti giudicassi, come Francis con Arthur? Sai che non potrei mai farlo''

<< Ma io non potevo dirti che lo facevo per te >> pensò Ber, non trovando il coraggio di dirglielo in faccia. Non sapeva neppure se Tino lo ricambiasse.

''Non... sei...come...F*ncis...''

''Beh, meno male. Altrmenti sarei in Serpeverde... ma vedi, il punto è un altro. Forse ti avrei impedito di iscriverti... il torneo è una cosa seria, Ber. Ovviamente già lo sai. Non è una passeggiata, come credono i Grifondoro. Potresti farti male, molto male...''

Ber sospirò. Ecco, lo stava facendo preoccupare. E lui non avrebbe assolutamente voluto una cosa del genere. Ma ciò che disse il Tassorosso dopo lo colse di sopresa.

''... è per questo, che proverò a darti tutto l'aiuto possibile, se verrai scelto come campione. Ho sentito dai professori che anche il precedente campione fu aiutato dalla sua migliore amica, Hermione, per la prima prova. Non sarò un mago brillante, ma sarò al tuo fianco fino alla fine. Sempre se tu lo vorrai, ovviamente''

Quasi non credette a quello che aveva appena sentito. Ovvio che avrebbe voluto l'aiuto di Tino.

''...si... se ... s*rò il ca*pione... ''

Non servì dire altro, che il viso del finlandese si illuminò e l'abbracciò stretto, come se non volesse lasciarlo andar via. In quel momento, passò il Frate grasso, che sorrise benevolo ai due giovani maghi. Ah, che bello essere vivi...

Non solo Berward, uno degli insospettabili del caso, si era iscritto al torneo. Anche un altro Corvonero aveva deciso di mettersi alla prova.

Peccato che il suo istinto e il suo raziocino non riuscissero ad andare perfettamente d'accordo.

Arthur era rimasto a guardare i ragazzi che si iscrivevano e che mettevano il loro nome nel Calice, mentre in mano teneva un biglietto stropicciato con su scritto il suo nome. Non era tanto pazzo da iscriversi a un torneo probabilmente mortale. Ma aveva troppo amor proprio per ignorare le frecciatine ricevute da suo fratello e da Francis.
<< Non sono un Grifondoro... non raggiungo quei livelli di idiozia. Ma se mi iscrivessi dimostrerei a quei due palloni gonfiati di che pasta sono fatto. Oppure verrei fatto fuori alla prima prova >>
Rimuginando sul da farsi, sentì una voce familiare alle sue spalle.

''Tsk... ti piace stare a guardare, vero? Tipico di un Corvonero. E dire che volevi pure partecipare. Dammi retta, rimani in panchina''
Detto ciò, con Abel che alzava gli occhi al cielo (un semplice '' è troppo pericoloso'' non riusciva a dirlo? Ah, questi tsundere...) , si allontanò dalla Sala Grande, alla volta dei sotterranei.
Ora, Arthur sembrava una pentola a pressione pronta ad esplodere

Francis aveva ascoltato tutto. Era un po' difficile non sentirli, dato che Alistor si era fatto sentire da tutti i presenti nella Sala Grande.
E con un colpo di bacchetta gli aveva legato insieme i lacci della scarpe, e lui per poco non era inciampato, cadendo miseramente con la faccia a terra. Ma che problemi aveva con lui?
''Al diavolo Alistor ! - esclamò piccato il Corvonero - Io mi iscriverò al torneo. E sarò il campione di Hogwarts''
''Perfetto - commentò Feliks, mentre sgranocchiava i suoi pop corn - E' partito anche lui. Tipo, suo fratello ci è riuscito proprio bene a convincerlo a non iscriversi, eh?''
<< Quoi? Vuole veramente iscriversi? >>
Il francese non era preoccupato. Non aveva niente a che fare con quell'inglese scorbutico e acido di prima categoria, si rivolgevano solo la parola per litigare o per lanciarsi fatture. Ma era disturbante il pensiero di vederlo rischiare la vita, solo per uno stupido commento fatto dal fratello maggiore. Arthur (anche se gli costava ammetterlo), era molto più intelligente di così.
''Tsk, non dirmi che vuoi fare sul serio'' disse, avvicinandoglisi dopo aver risolto il suo problema coi lacci.
Il biondo annuì: ''Quando dico una cosa, la faccio''
''Tu sei folle''
''No, sono un mago''
''Pensavo che stessi per dire che non sei folle, ma sei uno spartano''
Arthur lo fissò, confuso.
''Ah, scusa... non sai niente del mondo babbano, giusto?''
''Sono il primo in babbanologia''
''Bella roba, lì non fate altro che leggere libri noiosi. Il mondo babbano, bisogna viverlo''
''Certo, come dici tu rana...''
Il Corvonero avanzò verso il calice, ma una battuta del francese lo bloccò con la mano a mezz'aria: ''Sai, secondo me non dovresti iscriverti''
''E perchè? Anche tu la pensi come mio fratello?”
''Beh, non è che abbia tutti i torti... i Corvonero non sono fatti per l'azione. Sono fatti più per l'analisi logica di una situazione, non per rischiare la vita come i Grifondoro, o cercare la gloria come i Serpeverde''
''Non so se l'hai capito, ma io delle tradizioni me ne infischio - ecco, Francis aveva peggiorato la situazione. Aveva fatto in modo che il giovane fosse più convinto che mai a voler partecipare. Perchè ogni volta che parlava con l'inglese, finiva con il peggiorare la situazione? - Il Calice deciderà chi è lo studente più degno di Hogwarts. Se sarò io, o un altro Corvonero, ti dimostreremo che il migliore è proprio di quella casa che tutti reputano popolata solo di topi da biblioteca. Luna Lovegood ti dice niente?''
Dopo aver detto ciò, mise il foglio con il suo nome nel Calice. Il francese scosse la testa, sconsolato.
''La vita è tua, mon lapin. Ora vado a vedere dove si è cacciato Gilbert, è stato tranquillo per tutta la giornata... e questo, solitamente, vuol dire guai per me o Tonio''
Una volta allontanatosi il Serpeverde, Arthur volle prendere a testate il muro. Cosa diavolo aveva fatto?
''Sono un'idiota.... dannato Alistor, sapeva che non l'avrei ascoltato''
Mentre pensava questo, con la coda dell'occhio notò il preside della scuola di Durmstrang aggirarsi nei pressi della strada che portava per le cucine.

<< Ma che diavolo sta facendo? >> fu il pensiero dell'inglese.

A quanto ne sapeva tutti gli alunni di Durmstrang avevano messo il nome nel Calice quella mattina presto, appena sorto il Sole, quindi perché il preside della scuola era lì? Non aveva nessun motivo valido per andarsene a spasso per i corridoi.

Uscì dalla Sala Grande e fece in tempo di vederlo scendere effettivamente verso le cucine.

Una vocina dentro di lui, la sua curiosità probabilmente, continuava a ripetergli di seguirlo per vedere quali erano le sue intenzioni, mentre la parte più razionale e menfereghista continuava con la politica “vivi e lascia vivere”.

Scrollò le spalle pensando << Avrà avuto fame e vorrà chiedere qualcos'altro da mangiare agli elfi >> prima di dirigersi in camera per prendere un paio di appunti che aveva dimenticato nel baule.

Mentre se ne andava fece in tempo a sentire di nuovo quell'idiota francese che diceva: “Ma mon amì, ne sei proprio sicuro?”

Visto che non gli interessava proseguì senza badare a risposte o cose del genere.

Francis e Gilbert fecero il loro ingresso in Sala Grande. L'albino pareva essere parecchio gasato mentre il biondo sembrava essere più... esasperato.

“Kesesesese, certo che sono sicuro Franny, non posso certo permettere che il campione sia qualcuno di così poco magnifico come Alistor o Sadiq!”

“Ehi, che succedde amigos?” chiese in quel momento Antonio raggiungendoli con il suo solito sorriso ebete stampato in volto.

“Semplice, Gil si vuole suicidare partecipando al torneo” rispose il francese.

“Davvero? Ma ne sei sicuro?”

“Ma perché continuate tutti a ripetermelo? Sì, sono completamente totalmente magnificamente sicuro di questa splendida decisione”

“Va bene amigo, però secondo me ti sei dimenticato di un piccolo particolare...”

“Anch'io stavo per fartelo notare...”

“Che? Ma di che diavolo parlate voi due?”

“Gilbert!”

“Questo” risposero i due in contemporanea mentre il tedesco sbiancava ancora di più rispetto al normale.

Si voltò e vide un parecchio arrabbiato Ludwig venirgli incontro.

“Ehi, West. Che succede di bello?” domandò il ragazzo cercando di assumere un'aria il più innocente possibile.

Il biondo si fermò e lo sovrastò completamente con la sua mole. Gilbert si trovò a pensare che era un'ingiustizia che, anche se era lui il maggiore, il suo fratellino lo sovrastasse comunque di metà testa e fosse grosso il doppio di lui.

“Non dirmi che ti vuoi iscrivere?” chiese il minore.

“Che cooosa? Io iscrivermi? Ah ah, ma West: chi ti mette mai in testa idee del genere?”

“Tu, che entrando proclami ai quattro venti le tue intenzioni. Oltrettutto sono tuo fratello, risparmiati quel sorriso così finto: te l'ho visto così tante volte sulla bocca quando mentivi al nonno che ormai su di me non ha più effetto”

Il maggiore imprecò: “E va bene mi voglio iscrivere, e tu non mi puoi fermare: tra i due sono io il più grande. Tu sei fratellino piccolo che mi chiedeva di sedersi sulle ginocchia a fare cavalluccio, mi diceva che da grande voleva diventare magnifico come me e che durante i temporali si rifugiava col proprio orsacchiotto di pezza nel mio letto!”

Il tedesco arrossì mentre Romano sghignazzava: non sopportava in alcun modo nessun crucco, però Gilbert gli piaceva quando rivelava particolari imbarazzanti sull'infanzia di quel macho-patato.

“Non cambiare discorso...”

“Sei tu quello che lo sta cambiando ora, Luddi caro”

“Taci: non ti puoi iscrivere è troppo pericoloso”

“Pericolo è il mio secondo nome”

“Veramente è Fritz, ma comunque non dico che tu non sia bravo ma questo livello di prove con i GUFO che hai ottenuto l'anno scorso non penso che siano fattibili”

“Sei un vero rompiscatole, West. E comunque queste prove non si baseranno su libri e voti, ma sulla tenacia che contraddistingue i veri uomini! Uomini come me, Francis e Antonio!”

“Ehm, mon amì, e noi che centriamo scusa?” chiese dubbioso Francis. Dopo che i due fratelli avevano incominciato a discutere lui e Antonio si erano seduti comodi per starsene a guardare quel teatrino familiare prendendo di tanto in tanto i pop-corn che Feliks offriva loro.

“Come cosa? - disse l'albino con un sorriso da vampiro - Noi tre parteciperemo al Tremaghi, no?”

“Ehm ecco - rispose il francese leggermente imbarazzato - A dire il vero... io concordo con Ludwig”

“Cosa?!! E perché mai concordi col non -magnifico fratello minore del Magnifico?!”
“Semplice: le prove saranno difficili, ed io sinceramente non ho voglia di faticare o di rovinarmi i miei splendidi capelli”

Gilbert era rimasto a bocca aperta al sentire le ragioni dell'altro. Cercò, chiedendo aiuto con lo sguardo, occhi di Antonio, il quale però cercava di fuggire a qualunque contatto visivo.

“Tonio, tu almeno...

“Ehm, scusami Gil ma tuo fratello prima ha fatto a Kiku un discorso sul non partecipare. Per caso l'ho sentito e credo che avesse ragione. Le prove saranno difficili ed io... non penso di avere la disposizione mentale per affrontarle correttamente. Metti che venga fuori una sfida per il quale è richiesto di essere bravi in una materia in cui non sono portato. No, il rischio è troppo grande”

“Traditori! Per fortuna ho Lovino che...”

“Uouououoo, frena un po' bastardo! Chi mai ti ha detto che io avrei partecipato a questa rottura di palle?”

“Andiamo, Antonio mi ha detto che sei un asso con la scopa - a sentire queste parole lo spagnolo si beccò un'occhiata che avrebbe potuto incenerire una casa - E quindi nel caso in cui salti fuori una prova in cui bisogna volare saresti incredibilmente avvantaggiato!”

“Non mi va”

“Pensa alla gloria Serpeverde!”

“Ma ci sei o ci fai, bastardo? Ti ho detto che non mi va!”

“Ma-ma...”

“Rassegnati Gilbert - intervenne Ludwig mettendo una mano sulla spalla del fratello - È pericoloso, da retta ai tuoi amici”

L'albino chinò la testa.

“Avete ragione - mormorò - A questo punto, tanto vale metterci una pietra sopra e assistere al torneo come spettatore”

“Sono contento che tu abbia fatto la scelta giusta - sorrise il minore - Ora però è tardi. Avanti, tutti quanti: è ora di andare in classe!”

Con vari mugolii di protesta gli studenti uscirono, fino a che la sala non rimase vuota, fatta eccezione per il Calice.

Dopo un po' però una figura avanzò quatta quatta dentro, e, dopo essersi accertata che non ci fosse nessun'altro, si avvicinò al giudice inanimato.

“Kesesese, è proprio vero che sono dei creduloni - ghignò Gilbert - Ora non mi resta che attuare il mio piano”

Entrò nel cerchio e prese il foglietto con su scritto il suo nome: “Perdonami West, ma la scuola deve avere un magnifico campione!” e lo lasciò cadere.

“E questa invece - continuò tirando fuori altri quattro foglietti - È la mia vendetta. Un biglietto per quel rompisctole secchione di mio fratello - lo gettò - Uno per quel traditore di Francis e un altro per quel traditore di Antonio - anche quelli tra le fiamme - E l'ultimo è per quel tappo isterico di Lovino. Certo, se Tonio scopre che ho messo anche il nome dell'italianuccolo probabilmente mi crucia fino alla morte, ma tanto non lo saprà mai perché il caro Calice sceglierà il Magnifico! Kesesesese”

Il ragazzo si voltò ridendo e si interruppe subito non appena si rese conto che la Sala deserta... non era più così deserta.

“Oh - mormorò Arthur - Dimmi che non hai davvero iscritto di nascosto al torneo te stesso, quelli scemi dei tuoi amici, tuo fratello e Lovino”

L'albino era ancora a bocca spalancata: “Tu... come... quando... vuoto... sai...?”

“Sono venuto a prendere il libro che avevo dimenticato - spiegò il biondo andando a prendere il volume - E per quanto riguarda il fatto che so quello che hai fatto: la prossima volta non esibirti in un monologo da cattivo cliché”

Si mise la borsa in spalla e se ne andò.

Il tedesco si riscosse dal suo stato di trance: “Aspetta!”

“Che vuoi? Sbrigati che le lezioni stanno per cominciare”

“Tu... andrai a dirlo a West?”

“E perché dovrei? Ormai la frittata è fatta, i nomi sono stati messi e nessuno può cambiare questo fatto. Sono in tanti gli studenti di Hogwarts che hanno messo dentro il proprio nome, se sei fortunato verrà scelto uno di loro e questo segreto rimarrà tra noi. Se invece uscirà fuori uno di loro... beh, condoglianze. Vorrei poter dire che è stato un piacere conoscerti, ma sinceramente ti ho sempre trovato un gran rompipalle” e stavolta uscì davvero, mentre l'albino continuava a guardarlo shockato.

Ma mentre se ne andava l'inglese pensò: << Ti prego, dea bendata, per una volta aiutami: fa che nessuno di loro venga estratto. Ti scongiuro >>

 

La sera, regnava il completo silenzio nella Sala Grande. Tutti mangiavano senza fare il minimo rumore, come se il preside avesse lanciato un incantesimo insonorizzante sui suoi alunni. Cosa che non doveva essere esclusa completamente, considerato che si parlava dello stesso preside che aveva minacciato di trasformare i suoi alunni in furetti, se avessero osato fare casino mentre arrivavano gli ospiti stranieri. Persino Arthur e Francis non si lanciavano frecciatine, così come Alfred e Kim.

Improvvisamente, il preside Cesare tossì per attirare l'attenzione degli alunni di tutte e tre le scuole su di lui.

''E' arrivata l'ora - disse, con tono fiero - Di stabilire chi saranno i nuovi campioni del Torneo Tremaghi''

Il preside si alzò, seguito dal vicepreside e da Lumacorno. Si avvicinò al calice, con studiata lentezza. La sentiva, la tensione di tutti. Si poteva tagliare con un coltello

<< Cazzo... fa che il primo non sia West... >>

''Miei giovani maghi - continuò l'uomo - Dovete ricordare che il Calice sceglierà solo i maghi o le streghe che riterrà più degni''

<< Questo mi esclude automaticamente >> pensò mesto Feliciano, che pure non si era iscritto al torneo ma una parte di lui avrebbe voluto provarci. Notato il suo stato d'animo, Ludwig gli mise una mano sulla spalla.

Non era bravo con i suoi sentimenti, o con quelli degli altri, ma poteva almeno provare a lenire in parte lo sconforto del suo amico. Come gli aveva detto Kiku tempo prima, il potere del contatto umano era innegabile. Detto poi da uno che odiava il contatto fisico, era risultato ironico.

''Bene, miei giovani maghi - continuò Cesare - Il primo dei fortunati partecipanti al torneo sarà... Ivan Braginski!''

Applausi dal tavolo dei Serpeverde, dove erano seduti gli ospiti della scuola di Durmstrang.

Alexei sbuffò, irritato: ''Avrei preferito che scegliesse Natalia''

Nonostante l'aspro commento del padre, Ivan non se la prese.

''Anch'io - fu il suo commento - Almeno sarebbe stata troppo impegnata per cercare di sposarmi o di infilarsi nel mio letto''

Una volta scemata la confusione, fu la volta del secondo campione...

''La fortunata campionessa della scuola di Beauxbatons è... Elizabeta Hedervary!''

Altri applausi, questa volta dal tavolo di Corvonero.

Eliza sbuffò, incrociando le braccia al petto: ''Ed io che speravo di potermi allenare in santa pace per i prossimi mondiali...''

''Oh, mia cara - fece Atena, scuotendo la testa - Vedrai che troverai anche il tempo per allenarti''

''Certo, sempre se non finirò fatta a fette. Mi pare che ci sia anche quel mezzo gigante con la fissa dei mostri qui, giusto?''

''Si, ma Hagrid è un brav'uomo''

''Se lo dice lei...''

''L'ultimo campione, colui che rappresenterà la nostra Hogwarts è...''

Silenzio. Gilbert e Alistor avevano incrociato le dita, ma per due motivi differenti.

<< Fa che non sia West... fa che abbia scelto me! >>

<< Se ha scelto Arthur, giuro che spacco prima la faccia a mio fratello, poi distruggo quel Calice >>

Tuttavia, solo uno dei due fu accontenta.

''Questa è una vera sorpresa... mi dispiace, Ariovisto. Il campione di Hogwarts... fate un applauso a Ludwig Beilschmidt! Corvonero quest'anno ha il suo campione!''

Questa volta, non ci furono applausi. Eccetto che da Feliciano, ma vista l'atmosfera creatasi,dopo un po' smise di applaudire.

''Lud -san, ma non avevate detto che non vi sareste iscritto?''

''Infatti... io non mi sono iscritto...'' disse il biondo, volgendo poi lo sguardo ai suoi due rivali. Un russo figlio di un preside psicopatico, e la più giovane promessa di Quidditch del secolo. Entrambi più grandi di lui, più esperti e più forti. In una parola..

''Sono fottuto...''

''Ludwig - fece la voce di suo nonno alle sue spalle. Appena era stato estratto il nome del giovane Corvonero, si era precipitato al tavolo dove sedeva il nipote - Noi dobbiamo parlare. Ah, meglio che venga anche tuo fratello''

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Angolo autore:

Hola gente, sopravvissuti?

Io (e anche la mia collega) fortunatamente sì e vi rallegriamo questa prima settimana di scuola con un bel nuovo capitolo, enjoy it! ^_^

Ed ora lasciate che vi dia la risposta alla pessima parafrasatura (ma esiste come termine? Boh) della scorsa settimana. Il film era “Pirati dei Caraibi: la maledizione della prima luna” la battuta che Jack Sparrow dice a Barbossa quando si incontrano sull'isola maledetta, dopo che Bill e Elizabeth sono fuggiti lasciandolo lì.

Comunque so che il secondo nomedi Gil non è Fritz, ma ho voluto usarlo in onore di Old Fritz, che a quanto pare nel manga Prussia lo considera un po' come un padre.

Nuove domande e nuovi misteri si affacciano in questo capitolo, e per avere una risposta... dovrete attendere! Kesesesese XD

Ed ora l'attribuzione delle varie parti: introduzione, momento tra i tre fratelli slavi, Ludwig che dissuade Kiku a partecipare, momento AmeViet, discussione Gilbert-Ludwig, Gil che mette i nomi nel Calice sono da attribuirsi al sottoscritto.

Momento discussione Arthur-Alistor, momento GerIta, momento DanNor, momento SuFin, momento FrUk, finale sono da attribuirsi a Lady White Witch.

Cercheremo di continuare con questa andatura, speriamo che la storia continui a piacervi.

Byeeeeee!!!!!!!!

   
 
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