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Autore: _ter87_    21/09/2015    1 recensioni
quella voce ormai le faceva venire i brividi. Non la associava più all'amore della sua vita, ma al suo incubo peggiore. Deglutì, girandosi lentamente dopo aver preso il contenitore per la torta e stringendolo al petto guardò verso il ragazzo.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Cheerilee, Discord, Fluttershy, Rainbow Dash, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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<< Ehi, io ora dovrei..ecco..ero ad una festa, e la torta.. >>

Fluttershy fece una strana espressione. Per un attimo aveva pensato che quella ragazza dagli strani capelli non si trovasse lì per caso..ma invece era come sempre. Nulla, di nuovo. Un basso 'oh' lasciò le sue labbra a forma di cuore poi la guardò annuendo e sorridendole unì insieme le mani.

<< Ti serve un'altra torta allora? >> si morse il labbro Rainbow e si costrinse ad annuire, stringendo leggermente il bordo del tavolo. 'Andiamo' continuava a ripetersi nella testa 'dì qualcosa, qualsiasi cosa..' e poi d'impulso;

<< Fa freddo oggi, vero? >> le uscì e quasi subito dopo si batté mentalmente una mano sulla fronte maledicendosi per la sua stupidità.

<< Ehm, si >> rispose comunque Fluttershy, rimettendo al loro posto le cose appena usate.

In realtà non sapeva cos'altro dirle, si era messa a parlare del tempo! E cosa avrebbe potuto fare lei? Dirle 'oh, beh sai..io non esco da almeno due anni se non per fare la spesa'? Meglio di no. Sospirò affranta, era passato tanto davvero tanto tempo..

A Rainbow non scappò quel comportamento e stava per chiederle se fosse tutto a posto quando;

<< Ovviamente la torta te la regalo io, non esiste che me la paghi dopo che..beh, lo sai. Ormai.. >> concluse nuovamente con voce bassa e a quel punto la ragazza non poté resistere, grazie anche alla sua natura curiosa. Troppo curiosa.

<< Ormai cosa, scusami? >> le chiese prima che riuscisse a ripensarci. Erano sicuramente problemi non suoi ma lei era fatta così, sempre pronta a dare consigli ed aiutare chi ne aveva bisogno come e quando poteva. Soprattutto poi, se era una ragazza così dolce e carina..

E si perse a guardarla, dimenticando momentaneamente la domanda appena fatta. Aveva davvero i capelli rosa non era stata una sua impressione. Sembravano un grosso zucchero filato alla fragola e lei avrebbe tanto voluto toccarli, sentire il loro odore..ma era ancora giovane per la galera e così passò a guardarle il viso. Grossi occhi verde mare spiccavano al centro, contornati da un viso dai lineamenti perfetti e due labbra a forma di cuore. Avrebbe tanto voluto girare il viso, darle ascolto magari perché sentiva la sua voce arrivarle da lontano, ma..nulla, era come ipnotizzata dalla sua bellezza. Era leggermente più bassa di se e proprio nel momento in cui guardò le sue spalle per controllare di quanto fosse la differenza, notò qualcosa. Sembrava una fasciatura..e immagini di poco prima le tornarono alla mente.

<< Quel ragazzo..quel..mostro..dov'è finito? >> chiese d'improvviso interessata e preoccupata, ed ecco un sorriso nascere sul viso della ragazza. Era dolce ed orgoglioso al tempo stesso ed un terribile pensiero iniziò ad attraversare il suo cervello, ma 'non preoccuparti' si intrufolò lei nella sua testa 'non l'ho ucciso. Solo..'

 

---qualche minuto prima---

<< Stai giocando con il fuoco, ragazzina.. >> mormorò Discord a denti stretti, chiudendo la mano a pugno ed avventandosi sulla ragazza dai capelli colorati, che riuscì a colpire. Nello stesso momento però, Fluttershy era riuscita a rialzarsi anche se sempre con un po' di fatica ed afferrata la prima cosa solida a portata di mano si lanciò su di lui, colpendolo alla testa.

Non svenne subito però lui e sentito il colpo si girò, notando la ragazza dietro e l'oggetto tra le sue mani;

<< Tu >> ringhiò, cercando di afferrarla con la mano libera, senza però riuscirci. << come hai osato! >> urlò, fino a farla spaventare tanto che cacciò un urlo e lasciato cadere il porta fazzoletti iniziò a correre, cercando di sfuggirgli. Ora si era davvero messa nei guai. Cosa avrebbe fatto, come si sarebbe salvata? Ma soprattutto..perché mai aveva fatto una cosa simile? Perché credeva sarebbe svenuto subito, ovvio! Insomma, chi ha la testa così dura? Nessuno, a parte lui. Uscì dal magazzino ed entrò in pasticceria sperando di trovarci gente, ma era ovviamente vuota e quando si girò si ritrovò il ragazzo alle spalle che la guardava con sguardo omicida.

<< D-Discord..ti prego. Perdonami, io.. >>

<< Tu..tu sei morta, Fluttershy. Hai capito? Morta. >> ma anche se facilmente spaventabile, MOLTO facilmente, Fluttershy sapeva essere egualmente coraggiosa all'occorrenza ed attirò verso di se il ragazzo dopo aver avuto un'idea che secondo lei era geniale.....

….<< ed ecco che l'ho chiuso nella stanza. In teoria dovrebbe essere ancora lì, dalla cella frigorif.. >>

<< LO HAI MESSO NELLA CELLA FRIGORIFERA? >> urlò Rainbow facendo spaventare la ragazza che si portò entrambe le mani a coprire le labbra, piagnucolando.

<< Sei forse impazzita? Vuoi ucciderlo? >> non rispose, guardò gli occhi azzurri di lei semplicemente senza spostare lo sguardo, finché non la sentì parlare ancora.

<< Ero venuta a riprendere la torta che io stessa ho fatto cadere, ma ho trovato un disastro ancora peggiore qui. Ti va di dirmi che cosa succede? >> sospirò la più piccola, ed il suo respiro iniziò a farsi sempre più veloce al ricordo di ciò che aveva passato. Al pensiero di quello che era stata costretta a subire e -lo sapeva- lo sarebbe stata ancora. Scosse il capo una, due volte, poi annuì portandosi le mani a nascondere completamente il viso per non far vedere quelle lacrime che avevano iniziato a scorrere senza freni lungo le sue morbide guance. L'espressione di Rainbow Dash cambiò. Ora era curiosa, anche un po' triste..non voleva assolutamente che quella ragazza piangesse a causa di qualcosa che aveva detto lei. Allungò una mano allora fino a farla posare sulla sua spalla;

<< M-mi dispiace, io non.. >> ma Fluttershy scosse il capo.

<< Non è nulla >> disse, << succede quando ci penso. Vedi..è che sarebbe troppo lungo ed io non.. >>

<< Non devi dirmi tutto ora >> la bloccò l'altra << voglio solo che tu sappia che, se ne hai bisogno, sono disposta ad aiutarti. >> le sorrise e forse fu proprio quel sorriso che convinse la ragazza che 'io..avrei bisogno del tuo aiuto' disse finalmente, tenendo lo sguardo basso per tutto il tempo. Sapeva che avrebbe risposto a quel modo e Rainbow sorrise soddisfatta, annuendo e sistematasi per bene capelli e vestiti e dopo aver cercato di nascondere alla meglio il livido tornò con lei all'interno della pasticceria dove prese una nuova torta, invitando la ragazza ad unirsi a lei alla festa. Rifiutò. 'Devo liberarlo ora..' disse, facendo spaventare l'altra che immaginò soltanto cosa lui avrebbe potuto farle.

<< Sarà troppo congelato per farmi del male, me la caverò.. >> la rassicurò lei stringendosi nelle spalle ed accompagnandola alla porta. Era strana, lo sapeva..

Voleva il suo aiuto, ma al tempo stesso non vedeva l'ora di mandarla via da lì. Era la sua battaglia quella, non voleva che nessun altro ne facesse parte..

Al suo ritorno alla festa Rainbow scoprì che David era già arrivato. Si scusò con lui più e più volte e gli mostrò la nuova torta sperando di addolcirlo, raccontandogli cosa era successo alla precedente. Non sembrò dargli poi troppo peso però lui e la liquidò con poche parole sparendo in compagnia di Pinkie tra la folla.

Posata la torta al sicuro sul ripiano della cucina, anche Rainbow raggiunse la festa venendo trovata all'istante da Applejack.

<< Ehi, amore..dov'eri sparita? >> accidenti, forse era stata via davvero troppo. << e cos'hai fatto alla faccia? Sei rossa qui, e qui.. >> toccò due punti sul suo viso e lei si sentì bruciare dal dolore.

Ripensò a cosa era successo, a Fluttershy che l'aveva curata -ma quell'ultimo pensiero più che altro, la fece sorridere- e al fatto che era rimasta sola con quel bruto. Non poteva..perché aveva permesso che restasse sola? Cosa l'aveva convinta?

<< Non è nulla Jackie, devo essermi arrossata quando..quando ho sbattuto contro la porta della cucina prima >> aggrottò le sopracciglia l'altra ma non insistette più che altro perché da quando stavano insieme Rainbow non le aveva mai mentito, perché mai avrebbe dovuto iniziare adesso? Sorrise mentre annuiva e le prese una mano, trascinandola sulla pista da ballo. C'era una canzone movimentata, ma nulla avrebbe retto il confronto con il movimento che la ragazza sentiva nel proprio stomaco al pensiero di quel..quel..non sapeva nemmeno come definirlo. E 'ragazzo' era davvero troppo gentile per uno come lui. Ad ogni modo, non riusciva a sostenere il pensiero di quel mostro fuori della cella frigorifera con solo lei nei paraggi. L'avrebbe uccisa per davvero, poco ma sicuro!

Tentò più di una volta di scappare dalle grinfie della bionda ma lei l'aveva stretta quasi riuscisse a leggere i suoi pensieri e al quinto tentativo rinunciò, pregando in cuor suo che le cose andassero bene..

Ma è di Discord che si parla, non di un qualsiasi ragazzo. Le cose non potevano andare bene, non sarebbe mai successo. Nulla andò secondo i piani di Fluttershy, anzi, andò tutto storto. Non si congelò affatto il ragazzo nonostante le due ore passate lì dentro, e quando uscì si avventò sulla piccola ragazza facendole assaggiare pugni e calci come con mai. Le ruppe qualche osso sicuramente, e pianse lei..pianse con quanta forza aveva ancora in corpo finché non uscirono più gocce salate e svenne, vedendo come ultima cosa il suo viso che la guardava famelico.

Passò una settimana dalla festa. Rainbow non fece che pensare a quel giorno, alle mani di Fluttershy sul proprio viso. Il pensiero le faceva sempre attorcigliare lo stomacò ed arrivò alla conclusione che doveva rivederla, ad ogni costo. Ignorando le richieste di Applejack di uscire per fare qualsiasi cosa fosse il non stare dentro quattro mura, tornò ogni mattina ed ogni pomeriggio alla pasticceria con la scusa di prendere un caffè ed una fetta di torta. Ma nulla, la ragazza sembrava come svanita. Al suo posto c'era una sua amica forse, o magari la vera proprietaria del posto vista la sicura grande età. Non sapeva più cosa pensare lei e dopo la decima volta in cui entrò nel locale e non trovò la ragazza dai capelli rosa si avvicinò al bancone, ed insieme al solito ordine;

<< Mi scusi, ma..la ragazza che lavorava qui fino alla settimana scorsa dov'è finita? >> chiese, leggermente intimidita dalla donna che la guardò dall'altro con sguardo leggermente truce, studiandola.

<< Non ne ho idea, ragazzina. Questo posto ora è mio, loro hanno venduto ma non hanno detto dove si sarebbero trasferiti >> e in un attimo il mondo le crollò addosso. Cosa significava tutto quello? Avevano venduto, quindi..l'aveva portata via? Dove? Ma soprattutto..perché?

<< Non..non hanno davvero lasciato nulla? Un biglietto, un indirizzo..nemmeno la ragazza? >>

<< Oh, insomma. Come devo dirtelo, ragazzina? Non ci sono più, sono andati via! Sicuramente anche dalla città.. >> ripeté lei stizzita, facendo crollare definitivamente Rainbow. Lo sapeva, lo sapeva che il giorno della festa non avrebbe dovuto rimanere lì a ballare, era stata tutta colpa di Applejack!

Applejack..ripensò alla ragazza e si sentì in colpa per quello che stava facendo. Era un po' come tradirla in fondo e nonostante il brutto carattere non se lo meritava, ma tenendo da parte la ragazza in effetti era da un po' che sentiva di non provare più le stesse cose per lei. Forse il carattere, forse alcuni comportamenti, avevano fatto si che non provasse più le cose che sentiva all'inizio in sua presenza, quando la baciava o quando ci faceva l'amore. Viveva sola ormai da quasi due anni o poco più e ancora non le aveva chiesto di andare a vivere insieme, cosa che -si vedeva- lei stava aspettando più di ogni altra. Era questo che più di tutto rendeva Rainbow pensierosa; che non fosse quella giusta? Da quando ricordava aveva sempre pensato che sarebbe cresciuta e morta con accanto una bella bionda alta e formosa, proprio come Jackie. Ma allora perché ora, con quella che era la sua anima gemella ideale, non si sentiva più in sintonia? In un attimo una massa di capelli fluenti e morbidi e rosa come i fiori più belli comparse nella sua testa.

Sentì un vuoto nello stomaco e capì cosa negli ultimi giorni le stava portando problemi. Le mancava quella ragazza, le mancava vederla e parlare con lei. Sapeva però di non poter avere troppe pretese su di lei visto che avevano parlato per bene si e no qualche minuto, e nemmeno di chi sa cosa! Eppure quel poco tempo passato in sua compagnia era rimasto nella mente della ragazza che era decisa più che mai al volerla ritrovare. Cercò anche di dimenticarla, ci provò davvero..e cos'altro poteva fare? Partire e andare in giro per il paese o quelli intorno sarebbe stato davvero ridicolo, ed una volta trovata cosa avrebbe fatto? Cosa le avrebbe detto? Non voleva spaventarla confessandole i suoi sentimenti -che poi, che tipo di sentimenti erano?- senza nemmeno conoscere i suoi che -da quanto ne poteva sapere- avrebbero tranquillamente potuto essere diversi. Si lasciò prendere dallo sconforto che quella notizia le aveva tirato addosso e dopo aver salutato con gentilezza la donna lasciò il negozio, decidendo di non farvi più ritorno. Senza di lei in fondo, non aveva senso. Ma con la mente di un pazzo non si scherza mai, e aveva capito come fare lui per scamparsela anche per quella volta. Forse era proprio quello il suo punto forte, riusciva a capire la mente delle persone solo dopo poche parole o pochi gesti. A quanto pareva a quella ragazzina interessava la sua Shy, ma lei apparteneva solo a lui. Non le avrebbe permesso di portargliela via..mai. Così come non lo aveva permesso a Cherilee, la donna che l'aveva adottata e cresciuta fino a qualche tempo prima. Era sempre pronta ad aiutarla in ogni situazione, anche quando aveva capito che ormai non avrebbe potuto fare più nulla per lei. Ecco, non avrebbe mai capito solo la sua, di mente. Adottare un'estranea semplicemente per non voler stare da soli. Solitudine..lui non sapeva cosa voleva dire quella parola. Era sempre stato circondato da persone che gli volevano bene, che volevano il suo bene. Era così, certo. Non avrebbe mai permesso a nessuno di far loro del male. Perché? Beh..perché solo lui poteva farlo. Aveva solo sette anni quando vide il padre picchiare la madre la prima volta. Quando gli chiese perché lo stesse facendo; 'non mi ha dato ascolto' fu la risposta che ricevette. E cosa avrebbe potuto imparare con il tempo quel bambino a sentirsi dire più volte quella frase? Una donna non da ascolto? Si passa alle mani. Non conosceva altri metodi e credendosi fermamente nel giusto -in cuor suo però, sapeva di sbagliare- iniziò a farlo con ogni ragazza che aveva avuto nel corso della vita. Le aveva lasciate tutte però, perché dopo un po' diventavano insulse, inutili. Ma Fluttershy, oh..lei era ancora giovane. Aveva tanto da dargli per qualche altro anno..in fondo lei non era ancora andata via, quindi quella vita le andava bene. No? Stava facendo bene anche con lei, ma quella strana ragazza voleva rovinargli i piani. No, non sarebbe successo. Fu in quel momento che decise di chiamare la zia Moon, la sua zia preferita forse perché molto simile a lui. Era la sola che lo incoraggiava e sosteneva sempre. Sorella di suo padre, era anche l'unica persona a conoscenza delle cose che succedevano in casa sua nonché, lui lo aveva sempre pensato, un po' anche la responsabile perché incoraggiava il fratello a farsi valere. Ora tutto quello non aveva importanza per lui che -cresciuto in quella maniera- aveva imparato a capire e sostenere le idee di entrambi. Gli piaceva comandare, farsi rispettare..non era colpa sua in fondo se le persone non capivano e lo costringevano ad usare le maniere forti! Quindi la colpa era la loro. Queste erano le parole che aveva sempre sentito dalla zia quando anche da più piccolo, gli capitava di picchiare qualche ragazza a scuola. Veniva sospeso, allontanato, era stato persino in riformatorio una volta perché aveva esagerato, ma nulla di tutto quello lo aveva aiutato a capire. E mentre lui si sentiva sempre più forte e più furbo, la povera Fluttershy era sempre più maltrattata, sfruttata in ogni modo. E cos'altro poteva fare se non sopportare tutto in silenzio? Aveva capito di non essere altro che un'ennesima vittima di quell'angelo rivelatosi un diavolo e di non avere più speranze di fuga. Ci aveva sperato lei quando qualche giorno prima era stata 'salvata' da quella ragazza alla quale non smetteva di pensare. Era un angelo? Forse era lei l'angelo che aspettava, ma ora? Lui l'aveva riportata all'inferno dove solo i diavoli risiedono e da dove non sarebbe uscita mai più. Era la sua tomba quel magazzino, lì viveva ora mangiando ad orari improponibili con porzioni ancora più improponibili. Aveva fame, come non ne aveva mai avuta. E non era una ragazza che mangiava molto o volentieri Fluttershy, ma in quelle condizioni stava scoprendo cose di se stessa che mai avrebbe sospettato. Come appunto, la fame. Lei non l'avrebbe mai patita ne era più che sicura..eppure eccola lì, a soffrire, sperando che la morte arrivasse al più presto a portarsela via. Ma sapeva che non era un pensiero giusto nei confronti della vita, eppure non riusciva a farne a meno. Si malediceva ogni giorno per essersi innamorata di una persona così spregevole ed ogni volta, in sua difesa, si diceva che..che non era così, all'inizio. Era dolce, carino, la proteggeva dal mondo e la riempiva di regali ed attenzioni. Ma ora capiva appieno il significato del detto: "mai giudicare un libro dalla copertina" e capiva anche quanto stupida ed ingenua era stata ad affidarsi completamente a quell'essere fin da subito. Si ricordò di quando..ma i suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta che sbatteva. Doveva essere ora di pranzo, o cena..o forse colazione. Non aveva più il senso del tempo ormai e per lei era ogni giorno solo un..giorno. Non esisteva più lunedì, sabato, domenica.

   
 
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