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Autore: Anmami    21/09/2015    2 recensioni
Niente è più lo stesso dopo gli eventi del Grady. Beth se n'è andata portandosi via molte delle speranze del gruppo. In particolare quelle di Daryl che, svuotato e devastato, è alla disperata ricerca di qualcosa in grado di alleviare il suo senso di colpa per non averla protetta, una giusta punizione per aver fallito così miseramente.
Questa storia è un viaggio. Un viaggio attraverso il dolore, passando per la disperazione e la sconfitta, fino ad arrivare quasi in fondo al tunnel, fino a raggiungere un piccolo spiraglio di luce.
Dal testo:
"Beth finalmente riposava, avrebbe passato l'eternità in quel prato, circondata da fiori e all'ombra di un albero secolare. Da viva avrebbe adorato quel luogo.
Daryl aveva scelto con cura il posto, senza nemmeno interpellare Maggie."
"Un uomo distrutto, sia nello spirito che nel corpo. Un uomo incapace di trovare una motivazione che lo spingesse a non arrendersi, che gli desse ancora un briciolo di speranza."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Beth Greene, Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Ehilà gente! Volevo ringraziavi per le recensioni e l'entusiasmo che state dimostrando per la storia, siete mitici! Comunque il prossimo sarà l'ultimo capito se si esclude l'epilogo, perciò mancano ancora due aggiornamenti alla fine!!!! Grazie mille del sostegno! Alla prossima!

Capitolo 25

DO THE RIGHT THING

Restò in silenzio, completamente senza parole ad osservare quelle mani alzate e ad ascoltare quel coro di Sì urlati con convinzione.
Josephine, forse ancora più basita dello stesso Daryl, si aspettò con un certo timore, la reazione dell'uomo che sapeva non sarebbe stata delle migliori. Aveva imparato a conoscerlo e l'idea di fare il capo era tutto tranne che allettante per lui. Era certa che avrebbe sbottato e li avrebbe abbandonati e il pensiero che quella situazione lo facesse allontanare da lei, le fece perdere un battito. Rinunciare alla sua presenza sarebbe stato insopportabile, ma temeva che una tale responsabilità fosse davvero troppo per lui. Non perché non ne avesse le capacità, ma a causa di quel passato del quale non voleva mai parlare, la ragazza aveva la sensazione che il ruolo di leader gli stesse particolarmente stretto. 
Sarebbe stato un capo fantastico, severo ma giusto e responsabile, tuttavia ciò che avrebbe potuto essere un bene per l'Area 51 avrebbe finito per essere deleterio per l'animo tormentato di Daryl. Da un punto di vista puramente egoistico, Josephine sperava che fosse A.J ad assumere il comando, ma pensando al futuro della comunità sarebbe stata una scelta pessima.
Per una frazione di secondo pensò anche di proporsi al posto suo per alleggerirlo di quel fardello, ma la gente stava votando lui, nonostante i suoi modi bruschi e l'aspetto da duro era riuscito a guadagnarsi il rispetto di quelle persone che, dopo ciò che era successo, erano arrivate addirittura ad affidargli la loro vita. 
Fu vedendo gli sguardi ed i sorrisi della gente che la ragazza decise di provare a convincerlo, sarebbe stato sicuramente difficile, ma si disse che valesse davvero la pena di fare un tentativo.
Quando Doc, dopo aver constatato che la decisione fosse stata presa all'unanimità, gli chiese se intendesse accettare, Daryl non rispose. Non disse nulla e non fece niente, si trincerò per l'ennesima volta dietro il suo silenzio, si nascose dietro la sua solita espressione indecifrabile e si avviò verso l'edificio degli alloggi, lasciando tutti in attesa di una sua parola.
Il dottore guardò la ragazza come una tacita richiesta di aiuto e Jo annuì, intenzionata ad andare lei ad intercedere con l'uomo.

Non appena varcò la porta della stanza, un secondo dopo di lui, Daryl la fermò prima che potesse dire qualsiasi cosa.

-Non dire niente.- affermò a dir poco furioso.

-Se pensi che io sia qui per cercare di convincerti ad accettare ti sbagli.- disse la ragazza raggiungendolo.

-Ah no? E che cazzo vuoi allora?- chiese seccato.

-Sapere se stai bene...- sussurrò lei arrivando dietro di lui e alzandosi in punta di piedi per poggiargli il mento su una spalla.

Daryl si stupì, la rabbia di pochi secondi prima sembrava essere completamente sparita non appena lei si era avvicinata. Per l'ennesima volta era riuscita a calmarlo con un solo stupido gesto. Quando poi le braccia di lei gli avvolsero la vita, capì di non avere più scampo. Non sapeva nulla dell'amore, ma, stando a quello che dicevano gli altri, avrebbe potuto tranquillamente essere qualcosa di simile a ciò che lo legava a Josephine.
Non cercò di scostarsi da lei, non provò a divincolarsi dal suo abbraccio, si sentì al posto giusto e nel momento giusto.
La ragazza non lasciò la presa e Daryl non seppe dire con esattezza quanto tempo restarono così, isolati dal mondo, nel loro piccolo angolo di paradiso in mezzo all'inferno.

Sarebbero rimasti così probabilmente per l'eternità se delle urla non li avessero riportati bruscamente alla realtà, aggiungendo altri problemi a quella giornata già di per sé assurda.
Si staccarono anche se a malincuore ed uscirono dalla loro stanza dirigendosi verso la fonte di quelle grida. Il corridoio del secondo piano era immerso nel fumo e fu abbastanza semplice capirne la provenienza, la stanza del vecchio Signor Jones. 
Era uno dei più anziani lì al rifugio ed aveva la pessima abitudine di addormentarsi senza spegnere le candele.
Durante il pomeriggio era solito leggere a letto, non gli rimaneva poi molto da fare nella vita e rifugiarsi tra le pagine scritte gli faceva compagnia. 
Daryl con il coraggio e l'altruismo che l'avevano sempre contraddistinto, si lanciò all'interno della camera, portando in salvo l'uomo prima che le fiamme lo raggiungessero. Con lo stesso coraggio e la stessa abilità, diresse l'operato degli altri finché non riuscirono a spegnere l'incendio evitando che si trasformasse in qualcosa di ben più grave.

Quando il pericolo fu scongiurato e la situazione ritornò alla normalità, Josephine osservò Daryl stringere mani ed raccogliere tutti i ringraziamenti ed i complimenti delle persone. Una bambina che viveva con la sua famiglia accanto al Signor Jones, gli strattonò una gamba dei pantaloni per attirare la sua attenzione e, quando l'uomo si abbassò alla sua altezza, gli scoccò un bacio sulla guancia sorprendendolo.
La ragazza sorrise del suo imbarazzo e della sua reazione all'affetto della gente e quando gli fu vicino continuò a guardarlo con orgoglio.

-Che hai da guardare?- domandò l'arciere.

-Non ti rendi conto?- chiese Josephine sorridendo.

Daryl restò in attesa di una spiegazione incamminandosi insieme a lei verso la loro stanza. Era sporco e sudato e desiderava soltanto farsi una doccia e andare a letto. Quella era stata la giornata più folle che avesse mai passato dal suo arrivo all'Area 51.
Raggiunta la loro camera, la curiosità per il discorso iniziato dalla ragazza ebbe la meglio e, prima di sparire in bagno decise di domandarle a cosa si riferisse, non riuscendo proprio ad intuire di cosa dovesse rendersi conto.

-Cosa volevi dire?- chiese togliendosi le scarpe.

-Non ti rendi conto?- ripeté ancora lei sorridendo.

-Di cosa dovrei rendermi conto?- domandò lui.

-Ti sei comportato da capo e l'hai fatto senza rendertene conto.- rispose lei, con gli occhi luccicanti per l'orgoglio.

E fu così che, per l'ennesima volta, Josephine riuscì a fregarlo. Era brava a parlare, brava a farlo ragionare ed incastrarlo. Daryl si era ripromesso di tenerlo a mente, ma ogni volta quella sua espressione e quegli occhi furbi lo mettevano con le spalle al muro.
Se suo fratello fosse stato con lui gli avrebbe sicuramente domandato dove avesse messo le palle e probabilmente avrebbe avuto ragione a chiederglielo. Il modo in cui quella ragazza gli era entrata in testa, lo aveva trasformato profondamente, ancora non sapeva dire se in meglio o in peggio, le sue opinioni in merito erano contrastanti. Da una parte c'era il vecchio sé stesso e la sua fortissima voglia di abbandonarli tutti e scappare nei boschi, dall'altra invece c'era la voce prepotente ed assordante del nuovo Daryl che gli intimava di restare, di lottare per ciò che amava. Ormai negarlo sarebbe stato stupido, nonostante non sapesse perfettamente che genere di sensazione desse essere innamorato di qualcuno, era quasi sicuro di esserlo di quella strana ragazza bionda che gli aveva sconvolto l'esistenza.


Nel suo primo mese a capo dell'Area 51, Josephine fu essenziale per lui, consigliandolo e calmandolo come solo lei sapeva fare. Senza dirle nulla iniziò le ricerche di Rick e gli altri, augurandosi vivamente di ritrovarli vivi e di portarli con sé al sicuro nella sua nuova casa. 
Sperando che capissero disseminò il bosco di pezzi di spago con attaccate delle orecchie di zombie per tutto il percorso che portava al rifugio. Aveva pensato di scrivere dei cartelli per indicargli la direzione, ma il rischio che altre persone, con intenzioni poco onorevoli, li trovassero e si presentassero davanti al cancello era troppo alto. 
Il passato gli aveva insegnato che non si era mai troppo prudenti e la paura che ciò che era successo alla prigione potesse ripetersi, lo aveva portato ad essere attento in maniera quasi maniacale a tutto ciò che succedeva intorno al rifugio. Ogni minimo movimento lo faceva scattare, aveva istituito il coprifuoco e costruito una postazione di guardia accanto al cancello. 
Josephine, con i suoi soliti modi molto convincenti, era riuscita ad appianare le divergenze tra lui ed A.J ed anche se non godeva proprio della sua stima, aveva deciso di delegargli qualche compito e di dargli una seconda possibilità.
Le persone si sentivano al sicuro e lui, nonostante la mole di responsabilità, per la prima volta in vita sua poteva affermare di essere felice. Anche se il suo ruolo all'interno della comunità era cambiato, non si risparmiava, usciva ancora in missione portando con sé Paul e Josephine. L'affiatamento che si era creato tra quei tre era tale da essere diventati ormai un'unica entità, fuori da quelle mura si muovevano in modo coordinato e preciso ed il ragazzino era diventato molto abile con la balestra, rendendolo un insegnante fiero.
Divideva ancora la stanza con Josephine, nonostante quella destinata al capo fosse molto più grande, aveva scelto di non abbandonare il suo vecchio alloggio e, svegliarsi con i suoi ricci biondi, sempre più lunghi e vaporosi, che gli solleticavano il naso, era diventata una bella abitudine.
Sebbene il loro rapporto durante il giorno si limitasse solo a qualche sporadico e quasi involontario contatto e di notte la ragazza avesse l'abitudine di dormire arrampicata sulla sua spalla, tra i due non vi era mai stato niente di più. 
Daryl non era certo di quali sentimenti provasse la ragazza nei suoi confronti e l'idea che potesse essersi innamorata era inconcepibile. Non era mai stato un tipo da prima mossa, perfino da ragazzino ed il fatto che lei paresse non curarsene, non faceva che rafforzare la sua idea, ignorando completamente che nel letto, accanto lui, dormisse una ragazza con i suoi stessi tormenti ed una voglia matta di perdersi sulle sue labbra.

  
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