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Autore: koralblu    21/09/2015    2 recensioni
Cloe è vuota. Si è persa nel momento in cui i suoi genitori sono morti. Non riesce a trovare l'uscita dell tunnel di solitudine e vuoto in cui è finita. L'unico sentimento che è certa di provare è l'amore verso il suo fratellino Caleb. Non c'è spazio per nient'altro che non sia il lavoro, e l'occuparsi di lui. Lo scudo che però si è costruita attorno a se e le permette di tenere tutti fuori dal suo cuore non è abbastanza resistente. Non per lui. Non per Peter.
[...]
Sono spiazzata. Non riesco a muovermi di un solo centimetro e sono sicura di aver smesso di respirare. Il cuore accelera il suo battito, e per un solo secondo sento il vuoto dentro scomparire totalmente. Due occhi verdi come lo smeraldo mi fissano con un'intensità disarmante, quasi volessero cancellare totalmente il dolore che alberga nel mio cuore. Non riesco a decifrare questa improvvisa emozione che è nata in me. Sono così rapita da quello sguardo e dalla mia confusione che mi accorgo dopo troppo tempo di un particolare non insignificante che velocemente mi fa abbassare il viso, mentre la realtà si fa strada in me: è compassione. Lui è su una sedia a rotelle
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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-Dovresti andare a dormire Cloe. Davvero, sto bene, e tu devi dormire- mi ripete quel noioso biondino per la milionesima volte. Non sapevo più come farlo cedere; era più testardo di un mulo quando ci si metteva.
-Eddai Peter, fai il bravo su- lo scongiurai,sfoggiando il mio faccino da cucciolo, a cui nessuno era mai riuscito a resistere. Un lampo di tentennamento passò negli occhi divertiti del ragazzo di fronte a me; ma subito si riprese, scuotendo la testa in senso di diniego.
-Ho detto no furbetta. E non provare ad usare quel muso con me, che tanto non attacca-
Antipatico. -Antipatico- gli risposi, facendogli la linguaccia. Davvero molto maturo.
Feci per andarmene, ma una mano mi blocco il polso, e mi spinse dolcemente nella direzione opposta a quella presa.
-Bambina permalosa. Cloe, Cloe, come devo fare con te?- mi disse lui, abbracciandomi la vita con le braccia.
Mi girai lentamente, volendo godere fino in fondo di quel piacevolissimo contatto, e della nuova sensazione che mi scaturiva; dire che avevo le farfalle nello stomaco era un'eufemismo. Piuttosto era più corretto dire che avevo un intero branco di elefanti che ballavano la samba.
Quando mi voltai completamente, rimasi disarmata dalla bellezza di quegli occhi. Limpidi e profondi, come non li avevo mai visti. Erano ricolmi di dolcezza, spensieratezza e qualcosa che non avrei mai più creduto di saper riconoscere; amore.
Era meraviglioso sentirsi guardare in questo modo. Qualcosa di indescrivibilmente bello, che rende la mente e il cuore liberi e leggeri. Una sensazione che toglie il respiro, la razionalità, e sopratutto toglie ogni cattivo pensiero. Una sensazione talmente rara che si ha paura di lasciarsi scappare. 
E io avevo paura di questo. Paura di dipendere totalmente da qualcosa che possa sfuggirmi, o, peggio ancora, distruggermi. Perchè l'ho imparato; ''sono le cose che amiamo di più, a distruggerci''.
Ma più guardo negli occhi questo ragazzo, più sono sicura che non troverò mai nulla di simile. Perchè non ce ne sono più di ragazzi come lui. Perchè lui è l'unica persona che possa capire il mio dolore; l'unica a cui racconterei la mia storia. 
Così, guidata solamente dall'istinto, gli presi il viso tra le mani e lo baciai. 
Tutto di quel bacio gridava sì.
Sì, ho deciso di lasciarti entrare.
Sì, voglio lasciarti entrare.
Sì, mi piaci come non mi è mai piaciuto nessuno nella mia vita.
Sì, mi fido totalmente di te.
Sì, voglio donarti tutto ciò che sono.
E lui lo capii. Lo capii dalle lacrime che rigavano le nostre guancie. Lo capii dalla dolcezza che misi in ogni singolo movimento. E soprattutto lo capii dalla mia mano stretta nella sua e posata sul mio cuore.
-Grazie Cloe. Grazie.- mi disse fra i singhiozzi, continuando a baciarmi come un disperato. E io non ero da meno. 
Eravamo due disperati, spezzati dalla vita e con il cuore ricolmo della speranza di una vita migliore, felice.
La sua mano, preso dalla foga del momento, arrivò al mio fianco e mi spinse totalmente contro di lui. Ma non mi staccai come sicuramente avrei fatto se fossi stata più lucida. 
Gli buttai le braccia al collo, immergendo le mani in quella soffice nuvola d'orata. Le sue mani sembravano impazzite; quasi non credesse veramente a tutto questo. Vagavano dalla base della mia schiena alla nuca; movimenti che diventavano sempre più passionali e che mi stavano incendiando dall'interno.
E ne volevo di più. Sentivo una stranissima voglia di avere di più. 
Non avevo mai provato nulla di più forte. Nemmeno il dolore per la scompara dei miei era arrivato a tanto. Ero completamente impazzita, incapace di fermarmi.
Ma fu il rumore di una porta che si chiudeva a farci staccare immediatamente l'uno dall'altro.
-AH, vedo che non avete perso tempo! Ma dico, non vi sembra un po' esagerato darci dentro su un lettino d'ospedale? Insomma, pensa a cosa poteva pensare Caleb se fosse entrato- 
Non osavo girarmi. Guardavo un punto fisso del muro, completamentrìe bloccata e nel imbarazzo più totale. Era bastato mettere in sequenza nella mia mente le parole Christopher, letto, bacio, Peter, per mandarmi in black out.
Ancora una volta fu Peter a salvarmi, impedendo così il mio suicidio per il troppo imbarazzo. 
-Hai ragione Christopher, ci siamo lasciati prendere dalla foga. Non succederà più- lo rassicurò lui, sfoggiando un sorriso che avrebbe convinto perfino il presidente degli Stati Uniti a comprare spazzolini usati.
Però l'idea che non sarebbe più successo mi dava fastidio. In un certo senso non ero soddisfatta di quel bacio; ne volevo ancora. Oddio stavo diventando pazza. O ancora peggio una drogata! Dovevo darmi una regolata prima che la situazione diventasse pericolosa.
-Ehm..si. Scusaci- dissi. E appena aprii bocca mi pentii subito: AVEVO UNA VOCE DA HOT-LINE, PER LA MISERIA. 
Tossì più volte, per cercare di riacquistare un tono di voce normale. 
-Si, dicevo che ci dispiace..- Niente. Peggio di prima. E le risate di quei due idioti non migliorava certo il mio imbarazzo. Mi stizzi, incrociando le braccia al petto e indurendo lo sguardo.
-Oh oh l'abbia fatta arrabbiare- disse il primo scemo all'altro scemo, avvicinandosi al lettino, e prendendo un sorso d'acqua dalla bottiglietta che vi era sul tavolo vicino.
-Taci vecchio!- gli sibilai contro.
-Sono sempre il tuo capo; dovresti cercare di portarmi un po' di rispetto!- ribatte lui, per nulla convinto.
-Ma ciò non toglie che tu sia sempre un vecchietto- gli dissi, lanciandogli addosso un'occhiata che avrebbe tagliato in due perfino un diamante.
-E questo non giustifica il fatto che tu stia insultando il tuo capo- mi rispose lui, restituendomi la mia stessa occhiataccia.
Peter si godeva lo spettacolo, spostando la testa da destra a sinistra come se stesse assistendo ad un torneo di ping pong. 
-Siete uno spettacolo- se ne uscì lui, tutto bello tranquillo. E rise. Una risata roca, seducente. Era veramente bellissimo con quel camice bianco, spettinato, gli occhi lucidi e le labbra rosse per i baci di poco prima.
 Tutto in lui gridava: ''SALTATEMI ADDOSSO''
E non resistevo più. Volevo un bacio e subito.
-Chris, dobbiamo parlare di una cosa importante; ci puoi lasciare un attimo soli?- dissi, guardando Peter intensamente. 
-Va bene, ho capito piccioncini. Vi lascio finire le vostre zozzerie. Volevo solo avvisarti Cloe che partiamo fra 10 minuti. Ti voglio giù all'ingresso, e niente scuse. Saluta il ragazzo come si deve e poi raggiungici.- mi disse, alternandosi fra il ridere e l'ammiccare. Poi tornò serio e si rivolse a Peter
-Ragazzo, mi raccomando. Di qualunque cosa tu abbia bisogno, il mio numero ce l'hai. Ci vediamo presto.-
 Si salutarono con una stretta di mano fraterna ed io non potei fare a meno di intenerirmi; Peter era riuscito  ad entrare anche nel cuore di quello scorbutico.
Non appena quello sfrontato chiuse la porta, non dopo averci lanciato un'occhiata piena di significati, mi tuffai su Peter, baciandolo con una passione che non sapevo di possedere. 
Lui, dopo un'attimo di esitazione, rispose con altrettanta foga, portandomi a cavalcioni su di lui.
-Dio quanto mi piaci Cloe- mi sussurrò roco all'orecchio, mordicchiandomelo leggermente. Tanto bastò per mandare completamente in tilt il cervello. 
Totalmente in balia della follia più cieca, mi mossi su di lui, facendo aderire completamente il mio bacino al suo. Gememmo entrambi, completamente senza fiato e guidati da quella che sembrava follia allo stato puro.
Sembravamo davvero fuori controllo. Le sue mani scorrevano senza sosta sulla pelle nuda della mia schiena; il corpo ormai era irrefrenabilmente scosso da spasmi sempre più forti e violenti. Le mie mani erano saldamente ancorate a suoi capelli. Probabilmente gli stavo facendo male, ma lui non se ne stava lamentando. Anzi. Più io perdevo il controllo, più lui diventava passionale. 
Se Christopher non ci avesse interrotti prima...
CHRISTOPHER. 
Mi staccai controvoglia da Peter, quasi provando dolore fisico. Lui mi guardò stranito, gli occhi ancora lucidi per la foga di pochi minuti prima. Avevo davvero la tentazione di mandare tutto al diavolo e riprendere a baciarlo. 
-Devi andare vero?- mi chiese con voce bassa. 
''Non puoi tentarmi così'', avrei voluto dirgli.
-Si..-  risposi, abbassando il capo. Perchè mi sentivo così persa al solo pensiero di lasciarlo? 
-Ehi, guardami- Mi prese il mento fra le dita, e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
-Ci vediamo domani, d'accordo? Non credere di liberarti di me così in fretta- mi disse lui, inchiodandomi sul posto con lo sguardo. 
''E chi ti lascia più'', avrei voluto dirgli
Annuii, incapace di formulare una singola parola. Mi sorrise, baciandomi dolcemente, quasi avesse paura a toccarmi. Davvero paradossale dopo aver passato parecchi minuti a giocare ad ''esplorando il corpo umano''.
Quando ci staccammo non mi accorsi nemmeno di essere già fuori dalla porta.
Scesi le scale con il cuore leggero e un sorriso enorme stampato in viso, visto il dolore ai muscoli facciali.
-Oh ce l'hai fatta ad arrivare. Pensavo di dover chiamare la polizia per denunciare la tua scomparsa- Ovviamente non poteva mancare il commento pungente del vecchio.
-Taci vecchio!- gli risposi stizzita, facendolo imbronciare come un moccioso
Caleb invece, ancora seduto sulle seggiole dell'entrata, se la rideva alle nostre spalle. Era bello vederlo rilassato in quel posto. Anzi, era bello vederlo rilassato e basta. Mi faceva felice saperlo stare bene. E in quegli occhi, in quel momento, lessi felicità.
Era strano; davvero strano. Ma ero troppo distratta per farci caso più di tanto. 
Dopo parecchie occhiatacce, minacce e risolini divertiti, riuscimmo finalmente ad entrare in macchina.
-Allora, ora com'è la situazione?- mi chiese cauto Chris. Sapevo a cosa si riferiva; voleva sapere che cosa eravamo io e Peter.
Sospirai. -Non ne ho idea- e davvero non lo sapevo. Ma ne avremmo parlato. Per il momento, però, volevo godermi quella nuova sensazione fino a consumarla. 
Con la testa fra le nuvole, non mi accorsi nemmeno della risposta di Chris. Continuai a guardare fuori dal finestrino, ripercorrendo con la mente tutto quello che era accaduto poco prima.
Quando sentii il telefono vibrare nella tasca, per poco non saltai sul sedile.
Non riuscivo a prenderlo, talmente mi sudavano le mani. Davvero una brutta fine stavo facendo.
Finalmente, dopo disperati tentativi e contorsioni varie, riuscii a prendere in mano il telefono, e ad aprire il messaggio arrivato
-Non vedo l'ora che arrivi il terzo round. Lo sapevi che non esiste due senza tre?- Oh si che lo sapevo. Desideravo quel ''terzo round'' più dell'aria; ma non poteva avere lui in mano le redini del gioco.
-No non lo sapevo... e poi chi dice che io lo voglia questo terzo round?- Brava Cloe! Non devi cedere.
-Dal fatto che non appena mi vedrai mi salterai addosso. E posso assicurarti che non vedo l'ora...- Dov'è che stiamo andando? A casa? No, perchè mi sembra di aver dimenticato i fazzoletti in ospedale.
Calma Cloe, ti sta solo provocando. Non puoi cedere. Tu devi riprendere il controllo.
-E' tutto da vedere caro il mio biondino..- 
-Mi piaci quando fai la difficile. In realtà mi piaci sempre.-
Colpo basso. Questo era davvero un colpo basso. Non sapevo davvero come rispondere.
Scrissi e cancellai la risposta almeno un centinaio di volte. Quando finalmente avevo trovato cosa scrivere, un rumore strano mi fece drizzare le orecchie. 
Il mio sesto senso mi grido di proteggermi, di proteggere Caleb e chiudere gli occhi. 
Ma io li alzai. Alzai gli occhi e quello che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene.
Una macchina, infatti, aveva sbandato e veniva nella nostra direzione. Stavamo per scontrarci. 
Non sentii nulla. Ne il grido di Caleb, ne l'imprecazione di Christopher.. Nulla.
Tutto ciò che sentii furono solo i battiti impazziti del mio cuore.
Chiusi gli occhi, facendo scorrere nella mia mente i volti di tutte le persone che avevo amato.
Li avrei portati con me per sempre, custoditi nella parte più profonda della mia anima. 
Il colpo arrivò senza che nemmeno me ne rendessi conto. Tutto si fece confuso, strano..
E poi, solo il buio.

OK, calmi calmi calmi. Non disperatevi e soprattutto mettete via i forconi. C'è una spiegazione a tutto.
Partiamo dal primo punto: questo finale. Voglio dire fin da subito che nessuno dei protagonisti morirà in questo incidente. Abbiamo avuto abbastanza perdite, e non potrei mai uccidere uno dei miei personaggi. Non me lo perdonerei mai. Quindi tranquilli. Fate un respiro pronfondissimo, e deponete le armi
Secondo punto: FINALMENTE UN CAPITOLO. Beh, devo dire 
che non me lo aspettavo nemmeno io. Diciamo che mi è arrivato come un flash, e non sono riuscia a controllarmi. Mi è venuto fuori di getto. E in parte è merito vostro.
Terzo punto: i nostri piccioncini. Si, diciamo che in questo capitolo si sono lasciati prendere dalla foga. Ma che cavolo, sono giovani! Lasciamoli divertire! Almeno loro che possono! Poi voi non adorate quel vecchio scorbutico di Chris? Io semplicemente non posso fare a meno di amarlo. 
Quarto punto: la citazione. Come qualcuno avrà notato, ho inserito la citazione '' Sono le cose che amiamo di più, a distruggerci'' tratta dalla saga di Hunger games, che io amo con tutto il cuore. Non ho potuto fare a meno di inserire questo particolare. 
Quinto punto: i ringraziamenti. Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine, che mi hanno scritto, rassicurata e incoraggiata. Senza di voi, io non avrei la forza di scrivere. Per tutto quello che fate per me, grazie. Grazie infinite davvero. A tutti quelli che leggono la mia storia, che recensiscono e che mi supportano. Grazie di tutto cuore. Ci vediamo senz'altro presto.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi fa piacere. Io sono sempre felice di ascoltarvi e di leggere anche vostri consigli.
Vi voglio un mondo di bene. Grazie ancora. Koralblu

 
   
 
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