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Autore: laura18    21/09/2015    1 recensioni
Questa è la mia fanfiction. Vorrei farmi conoscere a voi raccontando alcuni dei episodi che più mi sono rimasti impressi da quando sono entrata nel periodo adolescenziale. Ci terrei a dirvi che solo ognuno di noi può ribadire i suoi limiti e solo noi stessi possiamo scegliere la persona che saremo in futuro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla fermata

Alla fermata del bus

 

Ah che giornata! Mi presento il mio nome è Laura, ho 15 anni e frequento la seconda liceo con indirizzo scientifico. Oggi avrò ben due compiti in classe: uno di chimica e l’altro d’inglese. Sono le 7:25 di mattina e mi trovo, come tutte le mattine, alla stessa fermata ad aspettare lo stesso bus. Alla fermata vedo sempre e spiacevolmente i volti conosciuti di alcuni miei vecchi compagni di scuola media che mi rivolgono molto spesso un’occhiata ostile. Diciamo pure che con i miei coetanei del mio stesso paese non sono in buoni rapporti. Per  esempio adesso mi vengono alla mente alcuni dei tanti ricordi. Di solito affibiamo alla parola ricordo un qualcosa di  bello, di memorabile, appunto da ricordare e che al solo pensiero provoca nel nostro cuore una fitta di malinconia. Ebbene diciamo pure che non è il mio caso. È come se fosse ieri. Non avevo alcun amico, ero sola. Per tutto l’istituto ero la classica sfigata per la quale si prospetta un futuro tutt’altro che divertente, spensierato, fico( nel gergo di oggi vuol dire fantastico, stupendo, spassoso ). Ero emarginata solo perché non indossavo un paio di Nike, perché non ero su nessun social network quali Facebook, Twitter, Instagram, perché avevo una massa voluminosa di capelli ricci. Le mie compagne mi deridevano in qualsiasi modo possibile. Era una situazione snervante doversi svegliare al mattino con la consapevolezza  che la giornata sarebbe stata all’insegna di scherzi e burle nei propri confronti. Ricordo di un episodio. Ero in seconda media.  C’era la lezione di inglese, l’insegnante era in classe ma come suo solito none era in grado di tenere il vociferare nell’aula.  Infatti non si accorse che un mio compagno  tiro fuori dal suo panino una fetta di prosciutto e dopo averlo spezzettato lanciò i tranci suoi miei capelli.  I miei compagni lo incitavano, mi mandavano insulti e io  sprofondai sotto al banco per la vergogna. Ricordo pure che mi presi una cotta sentimentale per un mio compagno di classe. Lo pensavo in ogni istante della mia giornata. Involontariamente presi a fissarlo, volevo vedere e capire ogni suo piccolo gesto e fu li che le mie compagne se ne accorsero e ne diedero voce a tutta la scuola. Il ragazzo che intanto mi piaceva cominciò ad evitarmi e con lui anche tutti i suoi amici e poi, sempre più sovente, lo senti che diceva  che li facevo schifo, che ero brutta e che ro sfigata.  Ci stetti malissimo e divenne pure difficile concentrarmi negli studi. Alla fine della terza media passai l’esame e nell’anno seguente trovai il coraggio di dichiararmi subendo un rifiuto e un continuo vociferare nei miei confronti che permane pure oggi.

   
 
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