Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: ghostking    21/09/2015    0 recensioni
Amy Olsen è figlia di uno psicologo londinese e abita in Holland str. nei pressi di Kensington Garden, un luogo che la ragazza visita spesso. Abita da sola con suo padre e per colpa del suo carattere ha solo 2 amici: Tyler McPeak e Stephanie Greek, il nerd e l'eccentrica. Figlia unica con solo un carlino di nome Buster. Sua madre se ne andò quando aveva 5 anni e quindi non ricorda molto. Grazie all'affetto del padre e dei suoi amici riesce a non essere triste e a condurre una vita ordinaria tra libri, serie tv e passeggiate. Un giornò Amy vede uno strano ragazzo seduto nello studio del padre e sente che nella sua vita manca qualcosa. Amy non sarà più la stessa ed incredibilmente si interesserà a quel curioso ragazzo seduto in casa sua.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

-21 settembre-
Erano le 7:40.
Era terribilmente tardi.
Amy si alzò di scatto spegnendo la terza sveglia che aveva impostato sul telefono e iniziò a prepararsi di tutta fretta. Scese in cucina per salutare il padre e poi sfrecciò in giardino 

per prendere la bicicletta, con cui inizò una corsa rapida e sconnessa che però non le permise di arrivare in tempo. La campanella era suonata da 10 minuti e lei avrebbe dovuto 

aspettare nel cortile la fine della lezione per poter entrare.
Amy decise di non sprecare quell'oretta scarsa e così uscì dal piazzale per fare una breve passeggiata. Quando fu sulla strada principale imboccò una via non asfaltata dove andava 

spesso quando le capitava di arrivare in ritardo. Era costeggiata da alberi di castagno alti e maestosi; essendo inizio autunno le foglie avevano iniziato a tingersi con colori magnifici 

e gia si poteva intravedere sul terreno un sottile strato di foglie cadute. Amy iniziò a camminare lungo il viale, chiudendo gli occhi per ascoltare il suono delle foglie che 

scricchiolavano al suo passaggio; per ascoltare il lieve cinguettio degli uccelli e il fruscio delle corolle dei castagni sopra di lei. Si lasciò trasportare dai suoni che la circondavano e 

tese le orecchie per coglierne di nuovi, così facendo però le arrivò il sottofondo fastidioso delle macchine che sfrecciavano lungo la strada principale e si ritrovò a pensare su 

quanto fosse orrendo quel suono.
Decise di riaprire gli occhi per poter raggiungere un muretto dove spesso si sedeva quando capitava li, ma quando vi giunse lo trovò stranamente occupato da un ragazzo vestito di 

nero. Amy lo guardò e lui la guardò a sua volta, indecisi sul da farsi alzarono entrambi una mano in segno di saluto e questa strana sincronia strappò una breve risata ad Amy e un 

mezzo sorriso al ragazzo.
«Ciao Micheal» 
«Ciao... emh, Amy» disse Michael incerto
«Una strana coincidenza vero?» chiese lei avvicinandosi al ragazzo, lui si portò la mano dietro la testa infilando le dita tra i capelli
«Gia» rispose chinando la testa verso il basso «V-vuoi sederti?» chiese riallacciando lo sguardo con quello di Amy; che aveva solo annuito e aveva preso posto poco distante da 

lui
«Vieni qui spesso?»  domandò poi la ragazza, Michael scosse la testa e si voltò verso di lei
«Solo quando ho voglia di stare da solo» lei gli aveva rivolto uno sguardo che Michael non era riuscito a decifrare totalmente
«Quindi suppongo che tu abbia un sacco di amici» 
«E chi lo dice questo?» chiese Michael
«Se vieni qui quando vuoi stare solo ma non ci vieni spesso significa che sei sempre in compagnia no?»
«Veramente io ho davvero pochi amici e adoro stare solo»
«Allora vieni qui spesso» disse Amy con tono confuso inclinando la testa 
«Si» rise Michael guardandola
«Sei strano» rise la ragazza «Cos'era questa conversazione!?» 
«In che senso?» Michael la guardò divertito
«Lo stai facendo di nuovo! Mi stai confondendo» affermò lei lanciandogli un'occhiataccia
«E' divertente, mi sembravi perplessa e- » Amy lo stoppò continuando la frase
«E hai pensato bene di infierire sulla cosa» Michael rise appena
«Più o meno»  fece spallucce e la guardò «Scusa» aggiunse, Amy gli sorrise
«Fa niente, è stato divertente anche per me in un certo senso»
 Amy improvvisamente abbassò la testa e guardò l'orario sul suo orologio da polso: 8:50, di li a poco sarebbe cominciata la seconda ora e lei doveva sbrigarsi a tornare a scuola 
«Michael emh, io dovrei andare a scuola»
«Va bene, allora ciao» disse leggermente imbarazzato abbassando la testa
«Ciao, ci vedremo sicuramente quando verrai a casa per le sedute» disse ricevendo in risposta un movimento del capo di Michael, rimase pochi secondi in attesa di un altro cenno 

di vita che il ragazzo non diede e così si girò e affrettò il passo per tornare a scuola in tempo.

--

Michael aveva continuato a guardare le sue scarpe da quando Amy se ne era andata, era strana quella ragazza ed era in grado di confonderlo con meno di due parole, le piaceva il 

suo stile e il suo modo di muoversi e parlare, non era come tutte le altre persone che aveva conosciuto e somigliava molto a suo padre per alcuni aspetti.
Michael mentre si alzava per tornare a casa fu grato che i suoi problemi non gli avessero tirato brutti scherzi durante la loro conversazione. Purtroppo non andava da uno 

strizzacervelli perché gli andava o perché aveva qualche stupido problema adolescenziale, era affetto da un disturbo della mente comunemente chiamato bipolarismo (ed anche da 

un dannato carattere introverso). Nel suo caso comunque non era nulla di troppo grave fortunatamente, anche se a causa dei suoi sbalzi d'umore molti lo avevano lasciato a marcire 

da solo nella sua stanza senza nemmeno un amico (o meglio, solo con un amico: Calum). Sua madre aveva pensato che forse parlare con qualcuno lo avrebbe aiutato a relazionarsi 

con le persone -soprattutto con le ragazze- a reprimere i suoi brevi scatti di rabbia e a controllare la sua depressione. Michael non ci credeva troppo ma tanto valeva provare non 

avendo nulla da perdere.

Amy era riuscita a tornare in tempo per la seconda ora e aveva ricevuto una valanga di inutili e fastidiose domande da parte dei suoi amici, lei li aveva liquidati con un semplice «E' 

tutto okay smettetela subito» molto scocciato.
La giornata passò in fretta e quando fu tempo di tornare a casa ad Amy venne in mente di andare in biblioteca. Amava particolarmente vagare tra gli scaffali di quell'enorme 

negozio, si sentiva cosi a casa li dentro e riusciva a passarci ore intere senza stancarsi, finche non riusciva a trovare il giusto libro da portare con se. Le piaceva far scorrere le dita 

sul dorso dei libri ben catalogati e aspirare a pieni polmoni l'odore della carta nuova e del legno degli scaffali, lo trovava rilassante.
Salutò di fretta i suoi due amici e pedalò fino a casa per lasciare la bicicletta nel giardino: sarebbe andata a piedi.
Camminò lentamente tra vie che forse solo lei conosceva, beandosi della tranquillità e del silenzio che le aleggiavano intorno. Dopo una decina di minuti si ritrovò davanti ad un 

edificio molto vecchio stampo: aveva una vetrina ampia in legno scuro e la scritta sull'insegna era incisa su una tavola d'ebano a caratteri minuscoli color oro; era leggermente 

sbiadita ma si leggeva abbastanza bene "to the moon". Dalla vetrata si potevano vedere alcuni scaffali traboccanti di libri ed un bancone dove un uomo sulla settantina stava seduto 

tranquillamente con un paio di occhiali posati sul naso, Amy entrò spingendo delicatamente la porta che fece tintinnare una campanella attaccata al soffitto come decoro, guardò il 

signore dietro la cassa e lui alzò la testa per vedere chi fosse entrato, quando vide la ragazza sorrise e lei ricambiò avvicinandoglisi 
«Ciao Charles!» lui si tolse gli occhiali e la guardò felice
«Salve signorina, è da un po' che non ti fai vedere, cosa posso fare per te?»
«Scusa se non sono passata a trovarti durante le vacanze, non aveva troppa voglia di uscire. Oggi avevo tempo e dato che necessito di leggere qualcosa di nuovo ho deciso di fare 

un salto, penso che mi infilerò tra gli scaffali come al solito finche non troverò qualcosa di adatto» sorrise
«Va bene, va pure» gli rispose indicando le numerose scaffalature alla sua destra.
Amy mise una cuffietta nell'orecchio e iniziò ad ispezionare attentamente tutti i libri che si ritrovava davanti, le era mancato moltissimo poter vagare li dentro. Dopo quasi due ore 

uscì dal dedalo di librerie per ripresentarsi davanti al vecchio Charles 
«Questo» disse mettendogli davanti un mattone di libro
«Sono tante pagine» disse il libraio guardando con sospetto il libro
«Lo so ma penso che mi intrigherà molto»
«E va bene» sospirò infine il signore restituendogli il manoscritto, Amy gli sorrise
«Ciao Charles, ci vediamo presto!» lui in risposta scosse la mano e la ragazza uscì dal negozio soddisfatta.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: ghostking